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La vita senza fard
"Le autobiografie finiscono troppo spesso col trasformarsi in opere di fantasia. L'essere umano sembra nutrire un tale desiderio di raffigurarsi una esistenza diversa da quella realmente vissuta, che finisce per abbellirla, spesso suo malgrado. La vita senza fard va dunque considerato un tentativo di dire le cose come stanno, rifiutando i miti e le facili e lusinghiere idealizzazioni. Di tutti i miei libri, credo sia forse il più universale. Non è solo la storia di una ragazza della Guadalupa alla ricerca della propria identità in Africa, o quella del lungo e doloroso avvento di una vocazione per la scrittura in un essere in apparenza poco incline ad abbracciarla. È dapprima e soprattutto la storia di una donna alle prese con le difficoltà della vita, che si trova di fronte a una scelta fondamentale, attuale ancora oggi: essere madre o esistere per se stessa. Penso che 'La vita senza fard' sia soprattutto la riflessione di un essere umano che tenta di realizzarsi pienamente. E che la felicità finisce sempre per arrivare."""" (Maryse Condé)" -
Amici e amanti
Negli anni che seguirono alla Grande Guerra, nel «mondo di maniera» che era l'allora alta società britannica, due sorelle tra loro distanti come il giorno e la notte, Laurel e Janet, vanno in sposa a uomini altrettanto diversi. Laddove l'uno, Edward, è serio e riservato, l'altro, Rodney, gioisce della vita a piene mani. Quando dieci anni dopo le rispettive nozze un soggiorno in campagna li riunisce tutti, le tensioni a lungo tenute educatamente al guinzaglio fanno irruzione nell'arco di una sola, disgraziata settimana. E così, complice la presenza di Lady Elfrida, madre di Edward e suocera di Laurel, e del suo vecchio amante Considine, dal passato dissoluto e libertino, una crepa si spalanca nell'esistenza, tanto ordinata quanto forse insincera, dei quattro giovani sposi. Elizabeth Bowen scompagina una superficie fatta di senno e convenzione, si cala nelle più torbide ragioni del cuore e ci interroga su che fare dell'amore quando questo è passione feroce e non più un tiepido contratto. Prefazione di Natalia Aspesi e postfazione di Grazia Livi. -
Ipazia muore
Poche donne nella storia ebbero la possibilità di distinguersi nelle discipline scientifiche, considerate appannaggio maschile. La più nota, nella tarda antichità, fu senza dubbio Ipazia, scienziata e filosofa, nata ad Alessandria d'Egitto nel 370 d.C., inventrice di strumenti come il planisfero e l'astrolabio. Figlia del matematico Teone, e lei stessa primo matematico donna della storia, fu la più nota esponente alessandrina della scuola neoplatonica, circondata dal rispetto di allievi giunti da ogni angolo del mondo. La fama di Ipazia suscitò l'odio del vescovo Cirillo al punto da fargli tramare la sua uccisione, avvenuta nel 415. Aggredita da un gruppo di monaci fanatici, fu trascinata in una chiesa e uccisa a colpi di conchiglie affilate. Mentre ancora respirava, le cavarono gli occhi come punizione per aver osato studiare il cielo. Dopo averla fatta a pezzi cancellarono ogni traccia di lei bruciandola. Protagonista di una pagina poco nota della storia - raccontata anche nel film ""Agorà"""" di Alejandro Amenàbar - Ipazia è oggi considerata la prima martire pagana del fanatismo cristiano. In questo romanzo l'autrice ricostruisce la vicenda umana della filosofa, con i suoi affetti, la sua sete di conoscenza e il suo bisogno di amore: una donna la cui volontà non diede mai segno di piegarsi a ciò che il destino e la sua epoca le avevano riservato. Prefazione di Eva Cantarella."" -
Come desideriamo
Può il desiderio, un animale cangiante che si agita dentro di noi, essere definito una volta e per sempre? Con un'autobiografia che attraversa la sua adolescenza per farsi cronaca intima e insieme storia di tutti, Carolin Emcke descrive i giochi e i rituali, le dinamiche di inclusione ed esclusione, le bugie e le bramosie della giovinezza, toccandone con mano i confini mutevoli e rivendicando il diritto alla contraddizione. Narrando di chi si conforma alle regole tanto da non vederne più l'esistenza e di chi, come il giovane Daniel, sottovoce se ne discosta fino a sanzionarsi col più estremo dei gesti. Indagando se stessa e il proprio passato, la fibra del suo erotismo e della sua identità. Tracciando infine il tropico dell'omosessualità in tempi e a latitudini diversi, dagli anni Quaranta a oggi, da Gaza alla Germania Ovest, rivelandone la coltre di pregiudizio che ancora la permea. -
Amore colpevole
Anna ama la natura, legge, dipinge e sogna un amore puro e ideale. Ha solo diciotto anni quando il trentacinquenne principe Prozorskij la chiede in sposa. Convinta di aver trovato in lui il vero amore, dovrà invece scontrarsi con un marito capace di concepire il sentimento solo come possesso carnale. Sarà un amico del principe, Bechmetev, un artista, a farle conoscere quella consonanza di anime in cui crede. E anche se Anna deciderà di restare al fianco del marito e dei figli e di combattere per salvare il suo matrimonio, sarà lui, Prozorskij, consumato dal dubbio e dalla gelosia, a trasformare irrimediabilmente quell'amore puro, a cui Anna è disposta a sacrificare tutto, in un «amore colpevole». Il destino di Sof'ja Tolstaja, l'amatissima moglie di Lev Tolstoj, fu quello di vivere all'ombra di un uomo di genio, rinunciando alla sua passione per la scrittura. Ma ora questo romanzo, che vide la luce solo diciassette anni dopo la morte dell'autrice, restituisce al lettore la sua voce, che colpì Tolstoj per la sua «forza di verità e semplicità». ""Amore colpevole"""", la risposta di Sof'ja alla """"Sonata a Kreutzer"""", è la storia parzialmente autobiografica di Sof'ja e Lev, un romanzo sulla gelosia, la sfiducia e il disprezzo che logorano ogni matrimonio."" -
Memorie del conte di Gramont
Tra Sei e Settecento, al di fuori degli ambienti ufficiali della corte di Re Sole, c'è un universo variegato e pittoresco fatto di personaggi stravaganti, cortigiani, avventurieri, imbroglioni e sfaccendati. Fra tutti, si distingue il conte di Gramont, autore di questo memoir dai toni romanzeschi e decisamente originale. L'eroe di queste memorie è l'uomo più alla moda del suo tempo, che non fa altro che far parlare di sé perché non sa rinunciare alla vita mondana, ai salotti, ai tavoli da gioco, ai dadi e ai bordelli: insomma, il conte di Gramont è il contrario dell'eroe romantico che i libri dell'epoca si affannano tanto a rappresentare. A consacrare la sua fama è il cognato inglese, Anthony Hamilton, che in queste pagine sovverte le convenzioni letterarie del tempo: fingendo di scrivere sotto dettatura del conte, rivendica la veridicità di una storia che non esita però a camuffare da romanzo: e il risultato è infatti un libro irriverente che introduce il lettore in un mondo in cui gli uomini e le donne compiono azioni mirabolanti e vivono inguaribili passioni, sono capaci di intrighi, destinatari di ritratti beffardi e protagonisti di aneddoti pungenti. A metà tra biografia e romanzo, questo libro racconta di un'epoca ormai perduta eppure così amata, attraverso il racconto della vita di un uomo avventuroso, galante e disinvolto fino all'insolenza. -
Io ho un nome. Una storia vera
Conosciuta come Emily Doe, ha stupito e incantato milioni di persone in tutto il mondo con una lettera indirizzata all'uomo che l'ha aggredita sessualmente: Brock Turner. Una notte di gennaio, dopo una festa nel campus della Stanford, Turner ha abusato di lei. Emily si è svegliata, il giorno dopo, senza ricordare nulla. Nonostante il suo fosse il ""caso perfetto"""" sotto molti aspetti - dei testimoni oculari hanno fermato Turner, che ha confessato subito - l'uomo, ritenuto colpevole di tutte le accuse, è stato condannato a soli sei mesi poi ridotti a tre. Mentre a Emily non è stato risparmiato l'isolamento e la vergogna destinati, immancabilmente, alle vittime di stupro. Il processo non le ha reso giustizia, rivelando invece con quanta facilità in casi come questo la responsabilità e il danno ricadano sul più debole. La dichiarazione di Emily Doe, pubblicata su BuzzFeed e diventata immediatamente virale, ha trasformato il nostro modo di pensare la violenza sessuale. Ora, riappropriandosi del suo vero nome, Chanel Miller decide di raccontarsi. La sua storia fa luce su una cultura e un sistema giudiziario viziati, ma testimonia anche di come il trauma della violenza, fisica e processuale, si possa curare con il potere delle parole, di come ci voglia tanto coraggio per muoversi nella sofferenza e tornare a vivere una vita piena e bella. Un libro manifesto che sfida il lettore con una voce capace di cambiare il mondo."" -
Diario scandaloso di una vecchia
Il diario di una vita divisa in quattro lati, come un quadrato perfetto. Ogni lato influenza gli altri, con cesure inevitabili. Lina, arrivata all'ultimo quarto, racconta i suoi anni con irresistibile ironia: è impicciona, libera, disobbediente anche agli acciacchi della vecchiaia. Il rapporto complicato con la figlia, l'amore per i nipoti che vuole far crescere liberi, la passione per il giornalismo, le nuove tecnologie sempre più complicate, i disastri, le dimenticanze. Sullo sfondo c'è il passato: il matrimonio a 17 anni, un libro scandalo censurato, gli incontri eccellenti - dal Barone Rosso al ballerino tartaro - e i viaggi: Parigi, l'Egitto, Israele, gli Stati Uniti, i casinò di Las Vegas. Gli amori reali e quelli soltanto sfiorati. Un diario dissacrante che racconta la vecchiaia con sincerità e fa il bilancio di una vita eccezionale, segnata da liberazione sessuale, eccessi e amori mancati. -
Melusine. La favorita del re
La baronessa Melusine von der Schulenburg è giovane, indipendente e ribelle: refrattaria a ogni obbligo, pretende di avere gli stessi diritti dei maschi, vuole studiare, rifiuta sia di prendere marito che di farsi monaca, e sostiene di riuscire a parlare con i morti. Accetta di fare da dama di compagnia alla corte di Hannover solo per incontrare Leibniz, che lì studia. Ma a corte non è facile inserirsi: tutti iniziano a chiamarla, con astio, la Pertica, perché alta e slanciata com'è non è certo una bellezza, e le regole imposte dall'etichetta le tolgono la libertà che andava cercando. Ma è soprattutto l'amore, che aveva a lungo evitato, a sconvolgere i suoi piani. Quando lo incontra, tra lei e re Giorgio nasce un amore improvviso e prepotente, destinato a cambiare la vita di entrambi. E così Melusine, intelligente ed emancipata, arriva ai vertici di quel potere così ostinatamente negato alle donne, costringendo il mondo a fare i conti con questa amante scandalosa, la favorita del re, capace di reggere le sorti del regno. -
Tutte le commedie
Il tempo è scivolato addosso a Franca Valeri (per carità non mi chieda, i compleanni sono un'opinione e mai li ho festeggiati...). Tutti la conoscono come attrice di teatro, cinema e televisione, ma forse non tutti sanno che dietro l'attrice si nasconde anche una scrittrice di talento. Nel creare i suoi personaggi, si rivela una virtuosa di un'espressività linguistica e di una ricerca stilistica che la annovera di diritto tra i migliori autori del Novecento. Nel suo teatro iniziato negli anni Cinquanta, Franca Valeri è stata l'unica voce femminile in quell'affresco del Paese che cambiava: l'Italia diventava urbana, industriale, borghese, imbottita di cinema americano e di neologismi. Per la prima volta una donna ha puntato lo sguardo e ha raccontato con feroce ironia i vaneggiamenti di tante donne scompensate da una modernità improvvisa, rivoluzionando la comicità femminile. In questo volume sono stati raccolti, per la prima volta, tutte le commedie e gli sketches dove si mettono in scena le velleità e le manie di donne che vivono in modo irresistibilmente divertente le loro moderne tragedie. Un teatro fatto per divertire ma anche per pensare. Prefazione di Lella Costa. -
Il giorno del giudizio
Nato in un paesino di montagna, in un mondo arabo volutamente imprecisato, il quarantenne protagonista di questo romanzo ha compiuto gli studi tradizionali degli uomini di religione, scienze del Corano e delle tradizioni profetiche, teologia, diritto, lingua e letteratura araba, per poi divenire impiegato nel ministero degli Affari Religiosi. Quando si trasferisce nella capitale per ricoprire il ruolo di imam, predicatore e insegnante di una importante e decisiva moschea, l'incontro con una giovane donna cambia radicalmente la sua vita. Tra loro due nasce ben presto una grande amicizia, fondata sulla reciproca ammirazione per il grande poeta al-Mutanabb ?i e che a poco a poco assume i tratti dell'amore. Minacciato di morte, la confessione dell'imam, raccolta faticosamente durante la sua reclusione in seguito a una fatwa emanata contro di lui dai fondamentalisti islamici, diventa così non solo il pretesto per ripercorrere la storia di una vita, ma anche uno strumento di salvezza e liberazione: per conservare la purezza del primo incontro, e l'enorme patrimonio di intesa, agitazione, emozione e intimità che questo amore ha significato. Brulicante di riferimenti religiosi, politici e letterari, questo romanzo è un inno all'amore, una vivificazione dell'antico mito dell'umanizzazione dell'uomo per mano di una donna e un appello vibrante a un Islam liberato dalle scorie che lo deturpano. -
I ragazzi dell'estate
Forti della loro condizione di superiorità, orgogliosi dei loro risultati scolastici brillanti, della loro appartenenza a una famiglia borghese perbene e rispettabile, della loro bel-lezza fuori dal comune, Thadée e Zachée hanno creduto che la giovinezza durasse all'infinito. Ma un'estate è destinata a cambiare le cose per sempre. Mentre entrambi i fratelli si trovano a La Réunion per passare una vacanza di solo surf, la loro grande passione, un grave incidente rende invalido Thadée e improvvisamente quel futuro sicuro e radioso cui sembrava destinato si infrange. Di colpo, la debolezza evidente dell'uno getta nuova luce sull'integrità dell'altro e apre la strada a una catastrofe familiare in cui, attraverso punti di vista alternati, tutti partecipano del dolore e della perdita e l'invidia, il rancore e la vendetta prendono il sopravvento. Rebecca Lighieri firma un romanzo intenso e terribile, dove il punto di vista femminile si alterna a quello maschile in una caleidoscopica e moderna tragedia greca, i cui protagonisti non possono far altro che restare a guardare la propria rovina: tra menzogne e amori malsani, violenza e insano spirito di rivalsa, ipocrisie fallimentari e legami di sangue da violare. -
Casalinghe americane
Le casalinghe americane si fanno gli smokey eyes e si tingono le labbra, ascoltano Beyoncé a tutto volume mentre preparano la cena, affogano i loro dispiaceri nello Chanel No. 5 e ospitano circoli di lettura in cui lo Chardonnay batte Charles Dickens. Riarredano le loro case con regolarità e condividono con le vicine un linguaggio di cortesia che assomiglia a un vero e proprio codice segreto. Conoscono le regole del gioco: cambiare i collant ogni inverno, ascoltare audiobook erotici mentre si lava il pavimento del bagno, servire ai propri ospiti solo il cibo che si vuole davvero mangiare, e accettare di essere troppo vecchie per bere più di un cocktail a sera. Ma attenzione, il loro aspetto raffinato e borghese inganna: queste donne sarebbero capaci di qualsiasi cosa pur di salvare le apparenze e ottenere ciò che desiderano... Una raccolta di racconti sagace, irresistibile e assurdamente divertente. Helen Ellis ci trascina in un mondo in cui è possibile, per una volta, spiare dietro le tende delle case apparentemente perfette dei quartieri residenziali, dentro le vite insospettabili delle loro protagoniste. -
Kim-Ji Young, nata nel 1982
Kim Ji-young, che è stata una normalissima bambina e adolescente, ora ha trent’anni, da un paio di anni è sposata e ha lasciato malvolentieri il lavoro per prendersi cura della sua bambina a tempo pieno. Un giorno, però, Ji-Young inizia a fingere di essere un’altra persona. Prima impersona sua madre, poi una vecchia compagna di scuola: non è uno scherzo, si immedesima completamente in loro, imitandone la voce e il pensiero in modo così perfetto che sembra quasi posseduta da un demone. All’inizio il marito liquida in fretta questi incidenti, ma la situazione peggiora e presto diventa chiaro che Ji-Young soffre di una sorta di disturbo mentale. Così le organizza sedute di terapia con uno psichiatra, che inizia a registrare la sua storia, che è poi la storia di tutte le donne: una storia di pregiudizi, di limitazioni, di accuse e di colpe attribuite gratuitamente; una storia di soprusi e di silenzi, di trattamenti differenziati – a scuola, a casa, nel lavoro; una storia in cui una donna è costretta a scegliere tra la carriera e la famiglia, in cui è sottoposta a severo giudizio qualunque cosa faccia e in cui la sua sofferenza – fisica e mentale – non conta mai davvero quanto quella degli altri, neppure per chi le vuole bene. Un romanzo crudo, ambizioso, che offre uno sguardo onesto e senza veli sulla condizione delle donne nella società coreana, e non solo, e che racconta la misoginia attraverso la metafora spiazzante e radicale di una donna che, pur di essere finalmente libera, è costretta a perdere se stessa e la propria voce. -
Spreco di eternità e altri racconti
Sperimentali e profondamente introspettive, queste storie delineano un tema centrale della scrittura di Nin: il contrasto tra l'io pubblico e quello privato. rnrn«Arrivano finalmente in Italia i racconti d'esordio dell'autrice novecentesca: una galleria di invenzioni che mostra sia il suo talendo che la sua idea di inconscio» - Rosella Postorino, RobinsonrnrnrnrnScritti quando Anaïs Nin aveva circa ventisei anni e viveva in Francia, i racconti raccolti in Spreco di eternità contengono molti elementi familiari a chi conosce le opere successive dell'autrice, nonché indizi rivelatori di temi sviluppati nei suoi romanzi e racconti più maturi. Ricche di dettagli legati all'infanzia e alla vita a Parigi, queste storie nostalgiche parlano di artisti, scrittori; di sconosciuti incontrati di notte; raffigurano un mondo di caffè, teatri, danzatrici; parlano di donne che consacrano se stesse al loro lavoro e alle loro visioni, ma anche al romanticismo e, soprattutto, ai loro desideri. Nella maestria di questi racconti vengono offerti ai lettori un arguto umorismo, uno spirito ironico, dialoghi coinvolgenti ma anche una prosa estatica, e qualche finale a sorpresa. Dal principio alla fine risplende la personalità di Nin, una meravigliosa combinazione di sentimento e razionalità, di vulnerabilità e forza: forse lei, più di ogni altro interprete del Novecento, ha saputo padroneggiare questo gioco di equilibri, elaborandolo alla sua maniera e curando sempre di sfidare, con la sua scrittura tagliente ed enigmatica, la società e le convenzioni del tempo, nella vita come nella letteratura. -
Nel segno della falena
Milano, Ferragosto 2003. Nella città semideserta e incandescente, un uomo viene ucciso nell'androne del suo palazzo. È un delitto inspiegabile: chi avrebbe potuto uccidere Massimo Arcani, noto giornalista ormai anziano, il cui unico vizio era quello di non saper resistere alle donne? Senza un movente né testimoni, il commissario Antonio Franchi brancola nel buio, ma non si rassegna a dichiararlo un caso chiuso. Anzi, per anni, anche dopo essere andato in pensione, continua a indagare con l'aiuto di Daniela Lenti, la giovane commissario che ha preso il suo posto, cercando di avvicinarsi alla verità. Asmara, anni Settanta. La giovane Mariangela, bellissima infermiera meticcia, viene uccisa dal suo amante: è un omicidio passionale, che scandalizza la buona società della capitale eritrea. Ma è solo dopo un'altra morte violenta e un tentato omicidio che si inizia a credere che un assassino a piede libero sia tornato a cercare vendetta. È forse il segno della falena - recita una vecchia leggenda - a tormentare le vittime come un presagio di morte ineluttabile. Mentre queste due storie si intrecciano, i piani temporali si fondono, in un crescendo di inquietudine e segreti sepolti dal tempo, di ricatti e privazioni, di madri, padri e figli maledetti dal destino, di perdita e abbandono. Un giallo intenso e palpitante, in cui il passato, che in tutti i modi si è cercato di nascondere, torna inesorabilmente a scompigliare le vite dei protagonisti. -
La cagna
Un paesaggio colombiano a metà tra la selva e l'oceano, dove si è condannati alla resistenza inquieta. Un matrimonio distante con un pescatore, destinato ad amplificare la solitudine di una donna dal corpo che sfascia le cose. In questo scenario «al di là dell'ultimo cerchio dell'inferno», la protagonista de ""La cagna"""" decide di adottare una cagnolina chiamata Chirli: è il nome che avrebbe voluto dare alla figlia mai nata, un nome da «reginetta di bellezza». Da quel giorno Damaris inizia a creare un legame simbiotico con l'animale; Chirli viene colonizzata da un carico di amore a cui reagisce sparendo. Brutalmente addomesticata da un'esistenza con poche risorse, Damaris prova a fare da madre a un animale, ma la tentazione di trasformare l'altro nel mezzo della propria felicità si fa miseria. """"La cagna"""" è il romanzo con cui Pilar Quintana si è imposta al mondo; il suo Il vecchio e il mare personale: anche qui la narrazione riflette il desiderio di creare un legame a tutti i costi con qualcosa fuori da sé. Ma fino a che punto si possono avere rapporti liberi e autonomi in mezzo a una natura violenta e povera? Quando si è privati di tutto, il male che si fa agli altri si chiama ancora violenza?"" -
Le signore della scrittura. Nuova ediz.
"Sono trascorsi molti anni dalla prima pubblicazione di questo fortunato libretto che è stato amato dalle donne oltre le aspettative. In questi anni sono accadute molte cose: le scrittrici intervistate sono tutte scomparse, alcune hanno visto crescere la loro fama, alcune sono state dimenticate. In ogni caso le parole raccolte in queste interviste hanno peso e significato, il passare del tempo non le ha smentite. Per quanto, infatti, possa oggi essere diventata di moda, la scrittura delle donne continua a non avere l'autorità e il prestigio che in molti casi merita e ha bisogno di essere conservata e ricordata. Per quel che mi riguarda più direttamente, sono contenta di leggere con immutato piacere frasi scritte tanti anni fa e mi auguro che le lettrici e i lettori ne provino altrettanto."""" Torna in libreria, in una nuova edizione riveduta e aggiornata, un volume di raro acume e di grande attualità che raccoglie le interviste vere e immaginarie alle signore della scrittura italiana: da Elsa Morante a Lalla Romano, da Paola Masino ad Anna Maria Ortese, Fausta Cialente e tante altre. Un'opera che testimonia non solo il grande debito che abbiamo nei confronti delle scrittrici migliori del Novecento italiano, ma ne custodisce anche la peculiare esperienza di vita, di etica e di pensiero, mostrandocele in una prospettiva unica e irripetibile." -
Gli alberi già lo sanno
Ci sono momenti in cui la realtà ci prende alla sprovvista e non sappiamo più se stiamo sognando o siamo svegli. Vera, rimasta da pochi mesi vedova di Mario, con cui ha condiviso una vita intera, ormai sola in una casa piena di oggetti ed emozioni che rimandano costantemente a lui, vive sospesa tra una quotidianità che fatica ad affrontare e l'illusione che il marito la raggiunga almeno in sogno. Costretta dalla pandemia dentro le mura di casa, ogni giorno si siede sulla sua poltrona e osserva dalla finestra gli alberi, testimoni silenziosi dello scorrere delle ore e dei suoi pensieri: le piace dire che ""pensa il pensiero, e che loro, gli alberi, lo sentono"""". Accanto a sé, una scatola di latta in cui sono custodite vecchie foto di famiglia, biglietti e ritagli ormai ingialliti, istantanee della sua giovinezza ma anche di quella di sua madre Ada. Le molte domande che quelle vecchie fotografie risvegliano in lei, la spingono a indagare in una complessa storia famigliare non priva di misteri e d'inquietudine. Due scatti in particolare la colpiscono. Risalgono entrambi all'aprile del '45, quando sua madre aveva solo sedici anni e non aveva ancora conosciuto l'uomo che sarebbe diventato suo marito. Perché il bordo di una delle due foto è tagliato come per nascondere qualcosa? Chi cela quello strappo lungo il margine? E chi era Ada, prima di essere sua madre? Le tracce del passato, che Vera insegue e da cui rischia di venire travolta, s'intrecciano inevitabilmente in una interrogazione sulla distanza, l'assenza, l'amore. Ma sarà proprio l'ostinata curiosità a riallacciare i fili della sua storia famigliare e personale, e ad aprirle una inaspettata prospettiva di vita, consapevole che la memoria può anche essere ingannevole e non sempre il ricordo è un frammento di vita vissuta."" -
Cortile a Cleopatra
Apparso per la prima volta nel 1936 e poi ripubblicato nel 1953, questo romanzo fece conoscere Fausta Cialente al grande pubblico. Cleopatra è un quartiere di Alessandria d'Egitto: qui, in un cortile circondato di casupole corrose dal vento e dal salmastro, vive una variopinta dolorosa umanità, in pace sostanzialmente, nonostante la diversità religiosa ed etnica, ancorché straziata dalla difficoltà di vivere, tra le penurie, le invidie, le rivalità e le gelosie che si coagulano intorno alla figura di Marco; il bel Marco, un po' ribelle, un po' sognatore, un po' fannullone, figliol prodigo che torna, dopo anni, dalla madre. Sarà lui, con il suo comportamento innocente ed egoista, a far scattare la catarsi del dramma, sotto il sole tropicale, nel brulichio di colori, di profumi, di luci e di ombre lunghe.