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Silvio Trentin dall'interventismo alla Resistenza
Silvio Trentin è una delle figure più significative dell'antifascismo e della Resistenza. Le traiettorie della sua vita sono state molteplici, tutte condotte con passione incrollabile: originale studioso del diritto pubblico e delle sue trasformazioni a cavallo tra le due guerre mondiali; ma soprattutto un uomo politico capace di affrontare la crisi delle istituzioni statali e la necessità di una loro integrale rifondazione. Durante gli anni dell'esilio francese ha proposto una soluzione dichiaratamente rivoluzionaria, socialista e federalista, avviando il movimento ""Libérer et Fédérer"""" e contribuendo in modo significativo, dopo l'8 settembre '43, alle attività del Comitato di Liberazione Nazionale Regionale Veneto. Il suo lascito è stato coltivato dai figli Franca, Giorgio e Bruno (quest'ultimo si è rivelato come uno dei protagonisti della storia del sindacalismo italiano della seconda metà del Novecento) e rappresenta un universo fertile di idee e sollecitazioni sempre attuali. Questo volume ripropone in una veste nuova il testo della prima e unica edizione italiana del lavoro del più importante biografo di Trentin, Frank Rosengarten, pubblicato da Feltrinelli nel 1980."" -
Quel tanto nella voce. Poesie 1994-2020. Ediz. integrale
Mauro Sambi esplora territori desueti, mirando - in una prospettiva archeologica - al rinvenimento delle sedimentazioni culturali, storiche ed emotive che le vicende umane attraggono in sé nel loro intrecciarsi, mediante un'interrogazione dolente sul senso del tempo e del suo costante declinare. Tale orizzonte estetico è segno di una dislocazione identitaria, di un senso di inappartenenza che da personale e privata - cifra di un esodo e di uno sradicamento insiti nella 'geografia mentale' istriana, i quali rinvengono il proprio approdo esclusivamente nella resistenza della lingua - assume statuto ontologico, perché in fondo il costante confliggere di ciò che fu e di ciò che è genera la preclusione al possesso del reale. Un punto di intersezione tra il chimico studioso delle superfici e il poeta sembra essere rappresentato dallo spazio topologico. Il reale incarna, proprio come in topologia, un'accezione di 'vicinanza' che è la più debole possibile; le forme trapelano dai versi con nitida precisione ma, paradossalmente, più sono evidenti meno possono essere definite nelle loro rimodulazioni, contrassegnate da plurimi 'intorni'. -
Mistero dei caratteri
Questo 'trattatello' uscì nel 1938 su un numero speciale della rivista torinese «Graphicus»; mai più ripubblicato da allora, si è perso anch'esso nell'oblio che ha avvolto l'eccentrica figura del suo autore, Ezio D'Errico. Eppure, poche volte è dato leggere pagine così efficaci sull'arte della stampa, che spieghino con altrettanta chiarezza l'empirismo tecnico che di volta in volta ne determina le regole, senza perdere mai d'occhio le innumerevoli implicazioni estetiche e culturali che il lavoro tipografico presuppone. In brevi capitoli tematici, ""Mistero dei caretteri"""" compendia la storia della parola scritta dagli alfabeti inventati nelle antiche civiltà fino alle contemporanee questioni grafiche, accompagnando con estro di scrittura i riferimenti che si richiederebbero a una voce esauriente di enciclopedia, ma sempre toccando le ragioni sottili e fondamentalmente 'astratte' che rendono bella una pagina stampata. """"Mistero dei caratteri"""" è un esempio rappresentativo delle idee che negli anni '30 animavano, anche nell'Italia sotto il fascismo, la ricerca formale di molte 'arti applicate'."" -
La viola di Strauss-Strauss' violet. Ediz. bilingue
Nella primavera 2020, segnata dall'isolamento per pandemia da Sars-Cov-2, in un luogo interiore antitetico al frastuono della 'comunicazione', Luigi Bressan compone un erbario che la sapienza evocativa della sua parola - distillato di un magistero lungo una vita di raffinatissima e umile ci viltà, tanto alto quanto appartato - trasforma sotto gli occhi dapprima stupiti e poi incantati del lettore in un giardino vivo, o piuttosto in un allegorico orto dei semplici meravigliosamente vario, vitale e terapeutico. Con una essenziale avvertenza, però, opportunamente presa a prestito da uno dei maestri della visione: «il soggetto è secondario, quel che voglio riprodurre è ciò che si trova tra me e il soggetto». A uno snodo d'epoche drammatico e sommamente incerto, proprio questa cristallina intercapedine d'aria - e di tempo - tra l'io poetante e il suo soggetto diventa il luogo miracoloso in cui tutto ciò che non è più, evocato, rivive un'ultima volta in una estrema luce di commiato, simile a quella che illumina radente la domanda capitale posta a sigillo dell'ultimo, in ordine di esecuzione e di senso, dei 'Vier letzte Lieder' di Richard Strauss: «è questa, forse, la morte?». -
Sotto quel continente
«parole deposte nella fragilità», «in compiutezza di polifonie dove ti lasci l’ovvio alle spalle e l’apertura è un punto su cui non transigi», questa poesia dell’apertura e dell’intransigenza utopica sembra inverare le parole di Paul Valéry: «Una poesia è un discorso che esige e implica un legame continuato fra la voce che è e la voce che viene. Togliete la voce, la voce che ci vuole, e tutto diventa arbitrario». Il più autorevole mediatore tra gli spazi culturali italiano e sloveno in veste di traduttore, l’editore, una delle personalità più intense e individuate della poesia slovena contemporanea, Gašper Malej è – consapevolmente – poeta della materialità della voce: «In un certo senso la poesia che scrivo è sempre più una questione di voce, di voci che sento, voci interiori che poi “trascrivo”. La mia non è una poesia visiva». Voci dal nitore via via cristallino, onirico, subacqueo, dal rigore inflessibile nella messa al bando della violenza dell’ovvio e dell’esibizione circense di sé, parlano, sussurrano, balbettano in questi versi, finché irrompe «un grido che annuncia un fulgore», uno «sguardo dal rovescio del cosmo», che intima di stare «sempre dalla parte della luce», compromessi fino in fondo con «una realtà verso cui prendere posizione» – affinché germogli, tra la violenza e il nulla, l’impervia possibilità di stare «tra le cose, nuovamente amate, con sobrie parole»: rnè forse questo cui alludevano quelle parolernsul costruire. su di un palazzo che sorgerà un giorno,rntrasparente, sgravato da ogni sospetto; affrancatornda ogni rumore che palesi l’inconsistenza.rne da cima a fondo permeato di una nuova intimità. -
Il libro italiano-Book printing in Italy 1800-1965. Ediz. bilingue
«Nella riproposta dei testi fondamentali sulla cultura tipografica che Ronzani sta attuando in questa collana, non poteva certo mancare una nuova accurata edizione di ""Il libro italiano"""" di Franco Riva, pubblicato nel 1965, che costituisce la prima ricognizione organica sull'argomento, e resta tutt'oggi un """"saggio storico tecnico"""" di riferimento. Saggio """"storico"""" perché svolto lungo la vicenda otto-novecentesca del libro in Italia partendo dagli effetti propagati dal supremo canone di Bodoni in età neoclassica, fino alle novità che l'editoria del dopoguerra andavano sperimentando per una moderna definizione materiale e visiva dei loro prodotti. Di questa evoluzione Franco Riva segue, con l'eclettica competenza che egli aveva riguardo a ogni aspetto del libro (fu autorevole bibliotecario e filologo e raffinato stampatore: stampatore """"domenicale"""", come usava definirsi), il succedersi delle variazioni """"tecniche"""" che via via si instaurano più o meno felicemente col mutare della società e del gusto. L'occhio di Riva ripercorre le scelte estetiche con cui l'industria culturale aggiusta le forme del libro alla nuova sociologia culturale, tra persistenti classicità bodoniane e improvvisazioni floreali e futuriste, mode più meno transitorie e il difficile imporsi di una disciplina grafica che miri finalmente al necessario e sempre perfettibile punto d'equilibrio fra bellezza e leggibilità della pagina. Concepito per un pubblico internazionale e apparso inizialmente anche in lingua inglese, """"Il libro italiano"""" uscì nel nostro paese per i tipi di Scheiwiller; ci è parso opportuno un segno di continuità con quell'intento originario, accompagnando questa riedizione con la versione in inglese, insieme al ricco apparato iconografico selezionato esemplarmente dallo stesso Riva.»"" -
Lingue inedite. La poesia italiana contemporanea tra lingua e dialetto
Il libro raccoglie i risultati di un quarantennio di studi sul rapporto fra lingua e dialetto nella poesia italiana contemporanea, sulle nuove vie che imboccate dalla poesia dialettale nella seconda metà del Novecento, un periodo la poesia in dialetto sembra abbandonare le parlate dei grandi centri urbani per adottare idiomi minori e appartati, spesso mai messi prima per iscritto, alla ricerca di una lingua inedita e pura della poesia. Il saggio di apertura è dedicato a Pier Paolo Pasolini e al friulano delle ""Poesie a Casarsa"""" (1942). Sono poi presi in esame l'arcaico lucano di Tursi di Albino Pierro, il solighese aspro e scheggiato di Andrea Zanzotto, il vicentino di Fernando Bandini che si intreccia all'italiano e al latino, e infine, quasi a chiudere il cerchio, il casarsese praticato nelle sue prime esperienze liriche da Nico Naldini, sulla scia del cugino Pasolini. I poeti di questo ideale simposio illustrano, nelle loro diverse manifestazioni, anche i rapporti di continuità e di rottura, di consonanza e di conflitto, di amore e odio, che si sono istituiti fra lingua e dialetto nella pratica poetica dell'ultimo mezzo secolo o poco più."" -
Filologia minima su Pasolini e altro
I saggi raccolti in questo libro sono stati scritti nel corso di venticinque anni, all’insegna di ‘una lunga fedeltà’ alla figura e all’opera di Pier Paolo Pasolini, di cui Franco Zabagli ha curato per molti anni l’archivio dei manoscritti originali, conservati presso il Gabinetto Vieusseux. Sono saggi usciti in occasioni diverse, e hanno per oggetto gli aspetti filologico-stilistici dell’opera di Pasolini, in particolare delle poesie e delle sceneggiature cinematografiche, nell’idea che quanto egli ha realizzato costituisce in ogni caso un unicum in cui i generi e le forme si compenetrano. Il saggio di apertura, dedicato alla collaborazione di Pasolini con Fellini per Le notti di Cabiria, è stato il primo esperimento di lettura filologica di sceneggiature e testi per il cinema, una linea di ricerca oggi ampiamente praticata. Seguono saggi dedicati all’analisi di un poemetto fondamentale come Una disperata vitalità, alle poesie giovanili in dialetto friulano, alla decifrazione di alcune “fonti” di Petrolio dai racconti di Anna Banti, una ricostruzione del rapporto con Gianfranco Contini, il grande critico che riconobbe il genio di Pasolini già nel libro d’esordio Poesie a Casarsa, riletture di film come Mamma Roma o La ricotta, e infine uno studio, ancora inedito, sull’influenza di Giacomo Leopardi in vari momenti dell’opera pasoliniana.Il ‘metodo’ di Zabagli è una sorta di ‘filologia minima’ che affronta il testo nei suoi dettagli, nei ‘clic’ in cui la lettura sprigiona quella speciale curiosità analitica con la quale si può riuscire a penetrare più intimamente nel senso implicito, nell’immaterialità poetica del testo. Un metodo che analogamente si applica nella seconda sezione del libro, che contiene un esercizio su una fonte latina nel Leopardi delle Operette morali, due studi sulla poesia latina di Giovanni Pascoli, e un saggio, che approfondisce in modo specifico un tema che è svolto già nei saggi su Pasolini, su una profonda e inaspettata influenza nell’opera di Anna Banti del poeta surrealista Henri Michaux. -
Per i giovani figli perduti. Antologia di poesie e prose
Una straordinaria antologia di poesie e prose di autori della letteratura mondiale, accomunati – in queste pagine ispirate e sofferte – dalla comune tragica perdita di un figlio o di un affetto caro. -
Abbecedari architettonici
«L’architecture commença comme toute écriture. Elle fut d’abord alphabet» – proclama nel 1832 Victor Hugo: l’edizione aggiornata del saggio di Sergio Polano torna a illuminare uno degli angolini poco visibili del variegato complesso che chiamiamo abbecedario. Si tratta della sua componente architettonica, apparentemente esotica ma in realtà coesistente, in forme curiose e talora bizzarre, sin dai più antichi repertori a stampa, per limitarci ad essi. -
Gli anni vicentini di Ettore Gallo. Vita pubblica e vita privata
Ettore Gallo (1914-2001) è una figura poliedrica che non smette di interessare e affascinare: partigiano, uomo politico, finissimo e apprezzato giurista; la sua personalità è sintesi e testimonianza degli incontri e della vita culturale, politica e istituzionale del nostro Paese. Vicenza, sua terra di adozione, in queste pagine fa da sfondo alle vicende che hanno segnato la nostra storia: la lotta resistenziale per la Liberazione, la difficile ricostruzione del Dopoguerra, gli anni del terrorismo rosso e nero, i vari governi dell'Italia del boom, i rapporti con l'ANPI e il PCI. Ma si ritrovano nella narrazione puntuale di Giuseppe Pupillo anche la famiglia e le amicizie profonde, aspetti privati che evidenziano lo spessore intellettuale e morale dell'uomo Ettore Gallo: Mario Rigoni Stern, le giornate sull'Altipiano di Asiago in compagnia di Gigi Meneghello e della moglie Katia, il rapporto con Neri Pozza, Lea Quaretti e Carlo Scarpa. Sono solo alcuni degli incontri che ne connotano la vicenda umana e professionale. A vent'anni dalla scomparsa di Ettore Gallo, questo libro è uno dei contributi più significativi alla conoscenza di un grande protagonista del Novecento italiano -
Via privata
Valentino Bompiani, editore dalla complessa personalità intellettuale, tra il 1929 e il 1972 dirige con tratto la casa editrice da lui fondata. Casa Bompiani ha attraversato le stagioni fondamentali del Novecento italiano, dal fascismo in pieno vigore, fino ai cambiamenti annunciati negli anni Settanta, come un difficile albore del nostro difficilissimo tempo. Sono stati, quelli di Valentino Bompiani, gli anni in cui l'iniziativa editoriale riusciva a contemperare la responsabilità culturale con quella imprenditoriale grazie alle qualità stesse di chi se le assumeva. Ma Bompiani fu raffinato scrittore egli stesso, ed è ripubblicando la sua bellissima e mai ristampata 'trilogia autobiografica' - ""Via privata"""", """"Il mestiere dell'editore"""", e """"Dialoghi a distanza"""" - che Ronzani aggiunge, con orgoglio e dedizione, un autore così speciale al suo progetto culturale."" -
Il mestiere dell'editore
"Il mestiere dell'editore"""", uno dei tre libri di riflessione autobiografica di Va-lentino Bompiani, uscì nel 1988, molti anni dopo la cessione della sua casa editrice. È un percorso a ritroso, in cui il passato occupa la prima parte dell'opera, costituita da ritratti di editori che l'hanno preceduto, tra cui Sonzogno, Treves, Hoepli, Mondadori. Sono ritratti ideali, in cui scorre la nostalgia di un tempo che sentiva ormai finito: quello di una età dell'oro """"artigianale"""", che consentiva all'editore """"protagonista"""" di orientare, con il suo gusto e la sua sensibilità, la scelta dei libri da pubblicare. """"Quella editoria - scriveva pensando all'ineluttabile processo di concentrazione editoriale, avviato a partire dagli anni '70 - è destinata a scomparire tra i denti della macchina industriale"""". Un """"libro postumo"""", come lo stesso autore lo definiva, ma ancora una delle più intense e appassionate riflessioni su un mondo editoriale che ha trasformato profondamente la cultura italiana del Novecento." -
La ragazza differente
Anna in quel momento rivide una scena già` vissuta, era lui l'uomo che le andava incontro nel tappeto bordeaux quando aveva esultato per l'accettazione dei suoi modelli. Le porse la mano e uscì dalla stanza leggero ed elegante come un vero signore. -
Aura spei. Alito di speranza. Vol. 1
Metà anni Ottanta, siamo sul finire della guerra fredda e l'Unione Sovietica ne sta uscendo a pezzi. Boris Uvarov, capo del KGB, decide di puntare il tutto per tutto su di un'arma non convenzionale: esseri umani geneticamente modificati. Ambra è l'attrice e fotomodella più bella e amata in quegli anni, e a causa delle sue eccezionali caratteristiche fisiche non sente la stanchezza, non si ammala mai, sembra non invecchiare e a quanto pare il suo corpo è in grado di resistere anche ad impatti molto violenti. Uvarov le mette gli occhi addosso in quanto convinto sia dotata di particolari mutazioni genetiche che lo possono aiutare nel suo progetto. Il controspionaggio americano scopre le intenzioni del KGB e non intende farsi sfuggire l'opportunità di ostacolare i loro avversari. -
Aura spei. Alito di speranza. Vol. 2
Metà anni Ottanta, siamo sul finire della guerra fredda e l'Unione Sovietica ne sta uscendo a pezzi. Boris Uvarov, capo del KGB, decide di puntare il tutto per tutto su di un'arma non convenzionale: esseri umani geneticamente modificati. Ambra è l'attrice e fotomodella più bella e amata in quegli anni, e a causa delle sue eccezionali caratteristiche fisiche non sente la stanchezza, non si ammala mai, sembra non invecchiare e a quanto pare il suo corpo è in grado di resistere anche ad impatti molto violenti. Uvarov le mette gli occhi addosso in quanto convinto sia dotata di particolari mutazioni genetiche che lo possono aiutare nel suo progetto. Il controspionaggio americano scopre le intenzioni del KGB e non intende farsi sfuggire l'opportunità di ostacolare i loro avversari. -
Aura spei. Alito di speranza. Vol. 3
Metà anni Ottanta, siamo sul finire della guerra fredda e l'Unione Sovietica ne sta uscendo a pezzi. Boris Uvarov, capo del KGB, decide di puntare il tutto per tutto su di un'arma non convenzionale: esseri umani geneticamente modificati. Ambra è l'attrice e fotomodella più bella e amata in quegli anni, e a causa delle sue eccezionali caratteristiche fisiche non sente la stanchezza, non si ammala mai, sembra non invecchiare e a quanto pare il suo corpo è in grado di resistere anche ad impatti molto violenti. Uvarov le mette gli occhi addosso in quanto convinto sia dotata di particolari mutazioni genetiche che lo possono aiutare nel suo progetto. Il controspionaggio americano scopre le intenzioni del KGB e non intende farsi sfuggire l'opportunità di ostacolare i loro avversari. -
Desperate Journalists. Vol. 1
Journalism seen through the eyes of those who every day with love and despair tries to inform, but above of survive. -
Tentativo di cancellazione sincretica
"Un racconto no - autobiografico attraverso un viaggio sì - autobiografico dove tutto è il contrario di tutto, dove il bianco è nero e il nero è bianco, dove il male è il bene e il bene è il male, non c'è una morale o forse sì.""""" -
Reset
La dislessia mi salverà N°11/h Ora che sono sotto stress non riconosco più il significato delle parole, non riconosco più il il fottuto quadro, quello giallo, faccio fatica a scrivere, mi sembra di non sapere il senso, la trama. La grammatica, la sintassi e tutto il resto mi sembrano cose di un altro mondo, roba da ""Fradi"""", mi pare di non sapere più scrivere neanche il mio nome, oggi sono tornato lì, dove sono sempre stato, ero completamente solo e non riconoscevo la mia firma, eppure era la mia. Ecco, questo libro rappresenta tutti noi, noi tre.""