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Lo scaffale di carta. Mestieri del libro nella narrativa contemporanea
"I pregi di questo volumetto sono dettati dal fatto che vi si vagliano i possibili e i molteplici connessi alla carta, ma non solo, anche i termini legati alla fattura del libro, agli ambienti che lo presuppongono prima e lo creano poi, ai mestieri che esso reclama, alle diverse mani che gli danno vita nei passaggi obbligati che lo portano passo dopo passo a depositarsi sullo scaffale della biblioteca, a esporsi sulla vetrina della libreria, ad andare a finire tra le mani del lettore. Ciò che ne risulta è un vero e proprio caleidoscopio in cui molti campi tematici contribuiscono a comporre un prisma sfaccettato ma, nel contempo, anche unitario. I diversi bagliori che detto prisma lancia, infatti, illuminano sì una singola faccia poligonale del poliedro ma, nel contempo, riescono a ridonarlo compiutamente in tutta la sua lampeggiante complessità.""""" -
Furor bibliographicus ovvero la bibliomania
"La bibliomania in quanto collezionismo estremo, potremmo dire patologico, è al di fuori di qualsiasi giudizio di merito; è intrinsecamente insindacabile; e così anche il suo nesso o legame con il libro e la civiltà del libro è soltanto frutto di una distorsione irrazionalmente ctonica di energie che sono manifestazione di interessi solo apparentemente e paradossalmente culturali, ma che si estrinsecano esclusivamente su alcuni caratteri dell'oggetto. Che la passione possa degenerare in forme abnormi e psichicamente malate non deve sorprendere; noto il caso di quel collezionista inglese che, rifiutando non solo il contatto ma la semplice visione dei cimeli posseduti, fece dire ad un suo critico che quel bibliomane era meno disposto ad aprire le valve della sua biblioteca che la vulva della moglie""""." -
Per una bibliografia degli scritti di Giulio Einaudi
"A cento anni dalla nascita di Giulio Einaudi, il Principe dell'editoria italiana del Novecento, ormai tutto o quasi è stato detto sulla sua figura di uomo e di editore. Non altrettanta cura, per la verità, è stata ancora dedicata allo studio di quel laboratorio grafico che, specialmente dopo la guerra, ha generato l'immagine della casa editrice [...]. Fin qui s'è parlato solo di carrozzeria, ma senza la perizia tecnica di Oreste Molina e quella commerciale di Roberto Cerati l'oggetto del libro Einaudi non sarebbe stato possibile: l'editore lo sapeva bene, ma lui era Enzo Ferrari e loro gli ingegneri e i meccanici. Se il tempo è galantuomo quelle opere collettive dell'ingegno continueranno ad affascinare come i quadri di una galleria non solo il collezionista di oggi, ma anche i lettori digitali di domani."""" (dallo scritto introduttivo di Mauro Chiabrando)" -
Segni sui margini con Piero Chiara e i suoi libri
"Il metodo di Brambilla, che - un po' come certi storici della cultura - ama lavorare per flash, tracce, indizi anche minimi, si attaglia bene alla maniera narrativa dello scrittore luinese. Ne rappresenta anzi una sorta di applicazione in chiave saggistica. Perché, come presto comprende qualunque suo lettore, Chiara è solito frugare nei ripostigli, dare un'occhiata sotto i tappeti, rovistare nei cassetti, spalancare gli armadi, insomma esaminare in ogni piega vite di uomini a tutta prima marginali, modesti, comuni, eppure preziosi testimoni del loro tempo e protagonisti di avventure nient'affatto noiose. Solo chi abbia la pazienza di rimestare a fondo le braci comprende quanto fuoco sonnecchi nei camini. Sostenuto da questa consapevolezza Brambilla mette a frutto una minutissima conoscenza della sua proie, arrivando a pareggiarne il respiro, prima di scoccare il dardo."""" (dall'introduzione di Mauro Novelli)" -
Carteggio inedito per tutte le opere di Gabriele d'Annunzio (1926-1971)
Fin dalle prime lettere salta all'occhio come la costante cura della qualità del prodotto non sia disgiunta da una attenzione al mercato, ma anche come la vita professionale si intrecci strettamente con la vita privata, andando a costituire quella che oggi, traendo spunto dalle sollecitazioni della rete, definiremmo una ""comunità"""" di persone, legate fra loro dalla passione per il libro."" -
Almanacco del bibliofilo. Indici 1990-2012
"Mario Scognamiglio non è stato solo un libraio antiquario, né soltanto amava svisceratamente il libro, cosa che accade a moltissimi altri librai. Lui amava anche i collezionisti. Ha dedicato la sua vita, certo, a vendere libri antichi, perché aveva una libreria, che ha tenuto in funzione sino a che la crisi, l'età e la salute glielo hanno permesso, ma sono pronto a scommettere che sono più i libri che ha regalato ad amici appassionati che quelli che ha venduto. Mario amava i collezionisti e questo spiega perché negli ultimi decenni avesse dato vita all'Aldus Club, inventando con fantasia inesausta i modi per mettere insieme chi amava il libro come lui. Per non dire di iniziative come l'Esopo e l'Almanacco annuale, per cui inventava ogni anno un tema inatteso, e chiamava a raccolta grandi firme e autori meno noti che avevano qualcosa di arguto e originale da dire."""" (Umberto Eco)" -
Federigo (Ghigo) Valli. Un protagonista rimosso dell'editoria italiana del Novecento
Illustre vittima della rimozione collettiva da parte di una generazione di intellettuali nel dopoguerra, Federigo (Ghigo) Valli (1906-1971), giornalista, editore e cineasta, era amico di Moravia e di tanti altri noti artisti e scrittori, che quotidianamente frequentavano la sua casa ospitale, non solo durante il fascismo, ma anche nella Roma liberata, quando le loro opere e le loro traduzioni venivano pubblicate dalle sue ""Edizioni di Documento"""". Il volume, raccogliendo contributi, immagini e testimonianze su questo protagonista dimenticato dell'editoria italiana del Novecento, viene pubblicato con l'intento di rompere l'imbarazzante silenzio che ancora lo circonda."" -
Il caso Imprimatur. Storia di un romanzo italiano bestseller internazionale bandito in Italia
Imprimatur è un romanzo storico ambientato nella Roma del 1683, nella settimana di settembre che coincise con la battaglia di Vienna tra le truppe cristiane e quelle turche. Rita Monaldi e Francesco Sorti, gli autori, sono all'esordio letterario. L'editore Mondadori, acquisisce il manoscritto e lo pubblica nel marzo del 2002. All'inizio il libro scala le classifiche ma a un certo punto l'editore sembra non crederci più. Il libro non viene più ristampato. Imprimatur sparisce dai cataloghi e dai siti di vendita usuali. Gli autori ottengono nuovamente i diritti. Vanno all'estero e cominciano a contattare gli editori più importanti. Il risultato è che ad oggi Imprimatur è stato stampato in almeno quarantacinque paesi e ha venduto più di un milione di copie nel mondo. Ma perché il romanzo era sparito dal novero delle ""creature del creato""""? Come mai non veniva più recensito? Come mai era sparito dai motori di ricerca librari su internet? Le risposte arrivano a fatica, tra silenzi e """"no comment"""" d'ordinanza."" -
Gli exlibris del fondo Leboroni della Biblioteca statale di Macerata
"Sono convinto che attraverso gli ex libris si potrebbe rinvigorire, sicuramente, l'interesse per il libro e per l'ex libris, poiché la passione per il libro e l'incisione si fondono, collegate agli aspetti culturali e ai sentimenti evocati dall'ex libris, e si arricchiscono a vicenda come ci ha indicato negli anni la lunga esperienza e la militanza di studiosa di Maria Adriana Gai, nata a Recanati.""""" -
De la bibliophagie (1866)
I libri possiamo leggerli, che è la cosa più ovvia; oppure regalarli, che è un atto gentile. Possiamo poi collezionarli, o bruciarli, che è una pessima azione. Possiamo, inoltre, dimenticarli su una panchina perché altri li trovino e li leggano, oppure usarli per appianare una gamba più corta di un tavolo (lo scriveva Mark Twain). Li possiamo amare e odiare, oppure dimenticare per sempre. Infine possiamo mangiarli, che è pratica sconsigliata assolutamente. -
Sui cataloghi editoriali e altri saggi
Il volume raccoglie sei saggi scritti e pubblicati dall'autrice, in diverse sedi, tra il 2006 e il 2012, qui ampliati e aggiornati sia nel testo che nelle note bibliografiche. Nel saggio sui cataloghi editoriali l'autrice riflette su un genere bibliografico per il quale manca ancora, in età contemporanea, una ricerca sistematica che ne indaghi modi e forme e lo fa sia aggiornando la bibliografia sull'argomento sia muovendo i primi passi su un sentiero che è ancora lungo da percorrere. Stesso discorso si può fare per il saggio di chiusura, che questa volta riguarda più propriamente gli archivi degli editori che in Italia, quando non sono andati dispersi, hanno avuto la sorte di depositarsi nei luoghi più disparati. Qui si tenta di fornire una panoramica sullo stato di avanzamento degli studi sugli archivi editoriali in Italia, riflettendo sull'importante funzione che le carte d'archivio giocano nella ricostruzione della memoria del lavoro editoriale. Gli altri saggi raccolti in questo volume hanno invece un'impostazione ""monografica"""" su singole collane, cataloghi o case editrici."" -
Inchiostri. Stampa, litografia, scrittura, simpatici
Se esistesse una Teoria esistenziale dei liquidi, purtroppo ancora tutta da scrivere, l'inchiostro sarebbe uno dei protagonisti assoluti, insieme al sangue, alle lacrime, la pioggia e all'acqua del mare. Una storia culturale lunga e affascinante, quella della fabbricazione degli inchiostri, che si perde nella notte dei tempi. Una storia che bordeggia l'uso strettamente funzionale di questo prezioso elemento liquido, per finire nelle pagine di poeti, scrittori e saggisti che in qualche modo ne hanno scritto: A. Artaud, G. Apollinaire, G. Ungaretti, R. Roversi, F. Trìas De Bes, Miodownik, nomi che circolano in questo libro che solo apparentemente è la ristampa anastatica di un raro ricettario anonimo di fine Ottocento sulla fabbricazione di varie tipologie di inchiostri, mentre in realtà esso è anche una riflessione implicita sul destino della scrittura e della stampa manuale la quale, come ci ricorda un grande stampatore come Enrico Tallone nella Premessa, è consustanziale all'uso di inchiostri preziosi e duraturi. Ma a segnare la doppia, intima valenza dell'inchiostro, nell'immaginario come nella biografia di ognuno di noi, c'è il breve racconto della scrittrice Carmen Verde, che all'inchiostro quale documento biografico dell'anima affida questa sua intensa riflessione. Completa il libro una preziosa testimonianza rintracciata casualmente in una rara stampa veneziana secentesca del Piovano Arlotto: una ricetta manoscritta coeva su come fabbricare l'inchiostro, a costellare i marginalia delle prime pagine dell'antico volume, messo a nostra disposizione dal bibliofilo Franco Bianchessi. -
Saba, Trieste, il calcio. Capricci e divagazioni sulle cinque poesie per il gioco del calcio
Le Cinque poesie per il gioco del calcio sono tra i testi più noti di Saba. Spesso inseriti nelle antologie scolastiche, appaiono di solito sottovalutati e mai sono stati analizzati a fondo. Attraverso una pluralità di approcci, e in particolare quello che l'autore definisce ""filologia sportiva"""", tali poesie sono qui finalmente indagate nei loro risvolti più segreti. Sotto la pacifica superficie del testo si nascondono infatti degli enigmi sorprendenti, in parte ancora irrisolti. Questo saggio tenta di ascoltare in profondità la voce di Saba, senza farsi ingannare dalle apparenze."" -
Questo non è un catalogo Babbomorto Editore 2017-2019
Premessa di Giuseppe Marcenaro, scritti di Antonio Castronuovo e Massimo Gatta. Un catalogo. Un elenco di cose, di oggetti, di libri... anche di varietà, mercanzie o quel che una mente giuliva, o perversa, può vagheggiare. E trovarsene adesso uno di quei tali cataloghi che inventaria e documenta una attività stampatoria: le scelte che sono state compiute da ""un editore"""" in complicità con """"autori"""" affinché una scritturazione d'argomento vario, mascherata da fantasioneria, intrugliata di sapiente malizia, declinata anche a poeticissime visioni, e coniugata a tragiche ironie (dati i tempi), possa circolare nel mondo sempre più circoscritto di quanti, tentando l'arte della lettura, sian ancora in grado o riescano a risvegliare una pagina di libro."" -
Il curioso caso del Sidereus Nuncius M-L
Il saggio pubblicato da Gingerich nel 2009 [...] conteneva una dimostrazione folgorante che i cinque disegni delle lune contenuti nella «New York copy» erano necessariamente falsi. Non potevano che essere falsi, sulla base di un confronto calibrato e sistematico fra due tempistiche storiche: la tempistica delle osservazioni astronomiche compiute da Galileo, all'«occhiale di canna», a partire dall'autunno del 1609, e la tempistica della lavorazione delle bozze del ""Sidereus Nuncius"""", quali Galileo aveva approntate, con il tipografo veneziano Tommaso Baglioni, nelle ultime settimane dell'inverno 1610, il più febbrile e il più esaltante della sua vita. In """"The curious case"""", Owen Gingerich lo scienziato muoveva da una ricostruzione notte per notte, ora per ora, quasi minuto per minuto, delle osservazioni telescopiche di Galileo, con luna crescente o con luna calante, con cielo sereno o con cielo nuvoloso, a crateri visibili o a crateri invisibili, per ragionare del modo in cui Galileo stesso poteva o non poteva avere disegnato le fasi lunari da lui inquadrate con il cannocchiale."" -
Libri nel borgo. Ovvero aprire una piccola libreria e vivere ugualmente felici
"[...] Dunque, questo canone ben codificato viene del tutto incrinato da questo magmatico, corposo (direi anche sugoso come un buon ragù bolognese) libro scritto dal professore Bruno Sabelli, il quale, congedatosi dal mirabolante mondo accademico ha deciso di entrare, in punta di piedi, in quello altamente pericoloso e a volte polemico dei librai antiquari. E lo fa non con un catalogo di libri ma con un volume... [...] Vi è alla base un'eleganza dell'intelligenza o, meglio, direbbe Alberto Savinio, una felicità dell'intelligenza (una maturità dell'esperienza e del vissuto). Ogni brano è una stazione biografica, letteraria, libraria, geografica [...]"""" Dalla prefazione di Simone Volpato." -
Libri per uomini semplici. Bibliografia illustrata dell'universale economica della cooperativa del libro popolare
La storia illustrata della collana editoriale ""Universale Economica"""" della milanese Cooperativa del Libro Popolare (Colip), rappresenta un primo tentativo di riassumerne le vicende, inseguendone le tracce dalla nascita (1949) alla scomparsa dagli scaffali delle librerie (1954), cercandone l'anima e l'essenza attraverso i nomi dei suoi autori e dei suoi collaboratori, tra i quali figurano, come fiori all'occhiello, Moravia e Montale. Ma un nome su tutti giganteggia: quello di Giangiacomo Feltrinelli che della Colip fu dapprima il perfetto animatore, poi il robusto finanziatore, ed infine il """"padrone di casa"""" in ombra, sino all'epilogo che fu tutt'altro che triste però, dal momento che ne acquisì senza alcun tentennamento il nome (e oggi l'""""Universale economica"""" Feltrinelli ha superato lo stupefacente numero di 9000 titoli!) e il logo (l'insostituibile """"Canguro""""), saltando il numero 200 ad omaggiarne il """"ricordo"""", come poi farà Elvira Sellerio per i numeri centenari della collana blu """"La memoria"""" nel nome di Leonardo Sciascia che tale collezione aveva curato dai suoi inizi suggerendone col """"titolo"""" la stessa """"sostanza""""."" -
Ditelo con cartellonismo
"Sono sempre stata affascinata dall'attività artistica di Aguìn, caratterizzata da forme geometriche essenziali che, con linee e sfere, riescono a creare una sorprendente tridimensionalità. Trovo molto originale, nei suoi lavori, che la stessa scrittura entri a far parte della composizione come elemento artistico, creando immediatezza comunicativa. Questo libro mi conferma che l'arte di Aguin è anche frutto di una intensa e appassionata ricerca che l'autore ha fatto sulle più significative espressioni del cartellonismo del Novecento."""" (Dall'introduzione di Fusako Yusaki)" -
Librai, librerie et amicorum. Appunti per una bibliografia futura
Da Nicolò Franco (1539) a Pasquale Langella (2017) migliaia di schede, di librai e di librerie per cercare di raccontare un mondo meraviglioso, ""appunti"""" in vista di una bibliografia che mai sarà completa com'è di ogni bibliografia che si rispetti. La nuova edizione, completamente rivista e aggiornata rispetto alla prima del 2008, di una bibliografia ancora unica nel suo genere."" -
Dialogo della stampa (1562)
Il ""Dialogo della stampa"""" di Lodovico Domenichi, che qui si ristampa in anastatica per la prima volta dopo la prima e unica stampa cinquecentesca (Venezia, Gabriele Giolito, 1562), rappresenta un inno alla stampa a caratteri mobili soprattutto di quella veneziana, con protagonista ovviamente Aldo Manuzio, ma è anche un'inedita rivalutazione del lavoro tipografico del figlio Paolo Manuzio e della sua Stamperia del Popolo Romano (1561-1570). Il Dialogo è però soprattutto la testimonianza del lungo affaire che vide Domenichi schierato contro l'antico amico, ora rivale, Anton Francesco Doni che giusto dieci anni prima aveva pubblicato il quasi identico Ragionamento della stampa fatto a i marmi di Fiorenza (Venezia, Francesco Marcolini, 1552), un dialogo con gli stessi tre protagonisti di quello del Domenichi, il quale accusò l'ex amico di plagio. Una lunga querelle che gli studiosi hanno cercato di sbrogliare. Con questi due saggi di Ugo Rozzo, pubblicati nel 2018 e nel 2019 e che rappresentano i suoi ultimi lavori, essendo lo studioso prematuramente scomparso nel 2020, abbiamo finalmente la possibilità di sciogliere il nodo su chi ha plagiato chi, Doni oppure Domenichi. Due saggi di brillante e chiara documentazione, che fanno luce anche su altri aspetti del Dialogo del Domenichi, in rapporto sia al Ragionamento del Doni che al mondo della stampa, al valore dei libri e della lettura. Completa il volume uno scritto bibliologico di Chiara Nicolini, esperta di libri antichi, che si sofferma sull'interessante esemplare postillato, ora in collezione privata, utilizzato per questa ristampa.""