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Cinque donne sei. Catena. Il campanello. Felice e Costanza. Abjurate!
La storia della vita di Catena, raccontata in prima persona, è anche un viaggio attraverso l'Italia degli ultimi quarant'anni. Torino, le Alpi valdostane, Palermo, Roma e Napoli sono le tappe di un cammino accidentato e vissuto dalla protagonista con gli occhi e i sentimenti dei suoi anni, dall'infanzia fino alla maturità. Cambio di scena: due sorelle orfane sono alle prese con il loro vivere quotidiano. Angela è una ex attrice di teatro, costretta a letto da una grave malattia; Damiana si barcamena per provvedere alle spese di casa e alle cure della sorella maggiore lavorando part-time per un sito di incontri erotici. Altra coppia, altre grane: Felice e Costanza vivono in un monolocale. Lui, giornalista disoccupato, lei, pittrice o aspirante tale, cullano l'idea di stabilirsi nell'appartamento al piano di sopra abitato da due anziane zitelle, fastidiose e invadenti. Ultima tappa di questo percorso ideale nell'universo femminile è l'interrogatorio a una eroina del passato, Giovanna d'Arco, da parte del suo accusatore, monsignor Cauchon. Saverio e Dorotea, attori itineranti, incrociano sul palcoscenico la grande storia della Santa: il suo rogo sarà pure il loro... Prefazione di Maurizio de Giovanni. Introduzione di Francesco Durante. -
Quando le chitarre facevano l'amore
È il 2 maggio del 1945. Martin Bormann, braccio destro di Adolf Hitler, scompare per le strade di Berlino durante l'avanzata sovietica. Vent'anni dopo, fonti prossime alla CIA lo identificano come Martin Weisberg, finanziatore eccentrico e pacifista della rock band The Love's White Rabbits vicina al Movimento radicale. Da qui ha inizio una caccia all'uomo che coinvolgerà settori deviati dei servizi segreti americani e israeliani, uno scovanazisti italiano, un attore cieco fan di Charles Bronson, un reduce dal Vietnam fuori di testa. La vicenda è ambientata prevalentemente negli Stati Uniti, con incursioni fra Città del Guatemala, Singapore, Saigon. Sullo sfondo il clima esplosivo dell'estate del '68. Storia, cronaca e finzione si rincorrono fondendosi dalla prima all'ultima pagina di questo originale romanzo dal ritmo incalzante e dal finale al cardiopalma. Così accade che una spia in gonnella semini il Caos. Uno scheletro sia perdutamente innamorato di Anita Garibaldi. Una chitarra racconti la Beat generation. Una scultrice plasmi marijuana e hashish. Uno spietato killer del Mossad adori indossare scarpe rosa coi tacchi a spillo. E mentre scorrono fiumi di limonata all'LSD, esplode la questione nera, le università sono in rivolta, la musica psichedelica spopola tra i giovani e gli agenti dell'FBI reprimono le proteste. -
Un pallido sole che scotta. Da Africo a Napoli, viaggio nel cuore del Sud
Il Meridione raccontato da Francesco de Core è amore e tormento, incisione profonda nella carne di un territorio dell'anima che poteva essere e non è, di una patria con troppe bandiere, un eterno purgatorio di attese tradite. È un cammino della speranza, repressa dagli occhi e voluta con il cuore. In buona, ottima compagnia di scrittori e artisti, apolidi e icone di un'Europa smarrita, anacoreti alla ricerca di un loro deserto dove vivere e pregare, poeti che amano parole e colori. Niente acquerelli, eppure non solo fotografie in bianco e nero, ma nitide tracce di un giornalista che oltre alla penna porta in valigia un'accetta affilata. Attento e curioso, ama aggirarsi tra le mura sbrecciate di Casertavecchia, come Pier Paolo Pasolini. Assieme ad Albert Camus si lascia abbagliare dai resti maestosi ed eterni di Paestum. Schiuma di rabbia con Giuseppe Berto sul suolo calabro violato e si ferma con pudore accanto a Leonardo Sciascia all'ingresso della Certosa di Serra San Bruno. Poi si tuffa nei versi di Alfonso Gatto, il coriaceo amante di Salerno e della divina costiera. A Marcianlse, sulle orme di Roberto Saviano, sale sul ring nella fabbrica di campioni del maestro Domenico Brillantino: qui respira sudore e grinta, disciplina e sacrificio. Sembra soffocare nel corpo dilaniato di Napoli, con le lacrime di cenere di Giuseppe Montesano e i richiami a Elena Ferrante, Nicola Pugliese e Luigi Compagnone. Sullo sfondo il profilo rigoroso di un esule, Gustaw Herling. -
La proprietà transitiva
Alessandro Giacobbe ha un animo ribelle. È convinto che le persone giuste possano fare la differenza, cambiare le cose, aiutare a migliorare la vita propria e quella degli altri. Non è uno sprovveduto, non è un ingenuo, conosce il dolore e ha imparato a difendersi. Il padre l'ha abbandonato quando era piccolo, ha visto la madre consumata da un male incurabile, sa cosa vuol dire essere disprezzato, dileggiato, usato, braccato, umiliato. Alessandro Giacobbe sta diventando calvo, ma non è solo per questo che ama trucco e parrucche. È un trans e crede che Utopia sia Rivoluzione: ""È come aggredire il cielo con le scale o il mare con le orme dei passi. E se il respiro è finalmente libero e pieno, la vita - questa vita - senza Utopia diventa irrespirabile"""". Questa idea lo porta lontano. Nel 2040 diventa Presidente del consiglio di un'Italia in ginocchio, che affonda a causa di governanti corrotti e affaristi senza scrupolo. Eppure, per riscrivere la storia di una nazione e del suo nuovo premier, si deve partire nel 2010 da un paesino della Sicilia, San Bartolomeo. Povertà e morti bianche sono le armi con le quali don Raìsi domina il destino di uomini e donne. La sua fine è già scritta: dovrà essere ucciso durante la processione della Bella Madre. Solo che il manipolo di cospiratori che ha messo a punto il piano è preceduto da un altro assassino. Il cadavere del mafioso viene trovato evirato e incaprettato nella cucina di casa sua."" -
L' odore della polvere da sparo
Potenza è la prima tappa di una vicenda che prende il via davanti alla prefettura un martedì di aprile del 1947. La polizia spara sulla folla scesa in piazza contro la fame e la disperazione che dilaga nelle campagne. Piove a dirotto e, nel vicino liceo classico, il professore Lodovico Marotta è nervoso, agitato, distante, mentre spiega un passo dell'Eneide. Il racconto di Gianni Ceccante, all'epoca studente timido e incerto e oggi affermato attore di teatro, comincia da quella mattina. A raccogliere le sue memorie è lo scrittore Pietro Mattei, che ricompone vite segnate da un brutto ""morbo"""", un focolaio che si diffonde a macchia d'olio anche fuori dai confini del Belpaese, subdolo, dalle mille facce. Addirittura seducente. Si chiama fascismo. Gianni impara a leggere in profondità la realtà che lo circonda finendo per caso in una libreria, un """"covo libertario"""" frequentato dal suo insegnante, ex confinato politico, e dal compagno di classe Diavolorosso. La nuova rotta lo porta a Roma. Una sera, mentre recita, i suoi occhi incontrano quelli di Alejandra, la Maga. L'esistenza della ragazza è segnata da ossessioni e paure, dettate da immagini che vengono da un futuro che insanguinerà l'Argentina, terra verso cui è attratta dall'amore per Victor e da un destino ineluttabile. L'epilogo si svolge a Torino, dove Gianni spopola in teatro. Ormai non è più lui a raccontare. A tirare le fila è lo stesso scrittore Pietro Mattei che..."" -
L' era di Cupidix
Un'azienda chimico-farmaceutica lancia sul mercato un prodotto dagli effetti dirompenti: Cupidix, la pillola che fa provare le stesse sensazioni dell'innamoramento e le sostiene nel tempo. Si afferma un'euforia generalizzata e artificiale, dalla quale restano esclusi solo coloro che soffrono per traumi sentimentali irrisolti. Si decide quindi di mettere a punto un secondo farmaco che prepari il terreno al primo: Disamor. Sofferenza e crisi depressive sono uno spettro del passato, ma la reazione di tante categorie che vivono sull'insoddisfazione è violenta. Dal clero agli psicoanalisti, dagli industriali ai cronisti di nera, è un fiorire di attacchi. E poi bisogna fare i conti con le Brigate Fedeltà, o Bieffe, gente cornificata armata di cartelli e striscioni pronta a mettere alla gogna gli adulteri. I fatti vengono vissuti attraverso l'intreccio delle storie di tre coprotagonisti. Carlo, trentatré anni, infermiere, talentuoso sassofonista con la passione del jazz. La sua tendenza a cercare l'innamoramento passionale gli impedisce di vivere rapporti stabili. È il consumatore ideale di Cupidix. Ada, ventisei anni, aspirante attrice, fatica a dimenticare il suo ex fino a quando non decide di inghiottire una pasticca di Disamor. Giovanni, pubblicitario rampante, professa aperto disincanto verso l'amore che considera una distrazione per la sua carriera. Per questo vive un rapporto travagliato con entrambe le pillole che deve sostenere per missione aziendale e ambizione. -
La rabbia e altre storie
Campagna rigogliosa ma deserta. Contadini rintanati nei capanni. Uomini pronti a puntare il fucile, donne che si guardano le spalle. Ma non sono gli zombie di The Walking Dead quelli da cui difendersi. """"""Eccoli! Eccoli!"""", si gridava da una baracca all'altra alla vista d'un branco di cani, ululanti, affamati, col pelo imbrattato di fango, avviati giorno e notte a una corsa senza tregua, con la follia dei perseguitati negli occhi"""". Il racconto sembra appena uscito dalla matita di un disegnatore contemporaneo e invece è frutto della penna di Vicente Blasco Ibáñez, nato a Valencia nel 1867, ribelle, uomo politico e di lettere venuto dal nulla, che ha conosciuto tutti gli spifferi della miseria, soffocato dal peso di una società chiusa in se stessa e nel proprio passato. E sa fare anche di meglio Ibáñez, quando trasforma la cucina di un palazzotto signorile nella scena del più efferato dei crimini. Estimatore di Gabriele D'Annunzio, il cospiratore del Quarnaro, e di Émile Zola, l'ostinato difensore di Alfred Dreyfus, Ibáñez condivide del primo i riferimenti a Friedrich Nietzsche, del secondo gli orientamenti veristi e popolari. Eppure il suo stile si distingue, è riconoscibilissimo, laddove la realtà supera ogni più rosea o agghiacciante fantasia."" -
Attraverso la mitraglia. Scene vissute sui fronti e nella retroguardia
La vittoria della coalizione del Fronte Popolare alle elezioni del 16 febbraio 1936, in Spagna, suscita grandi speranze per una trasformazione democratica e federalista della società. Pochi mesi dopo però, tra il 18 e il 19 luglio, nelle caserme si scatena la rivolta dei militari guidati da Francisco Franco, attorno al quale si sono coalizzati i settori più conservatori e autoritari del vecchio apparato statale con l'obiettivo di rovesciare la Repubblica. In quel luglio drammatico il regista Armand Guerra è a Madrid, sta girando Carne de Fieras. Di fronte al levantamiento militare, in accordo con i dirigenti della Confederación Nacional del Trabajo, Guerra decide di terminare in fretta il film e di partire sulla linea del fronte per girarne un altro, che mostri e testimoni al mondo intero quella che passerà alla storia come la Guerra di Spagna. Il regista parte con la sua troupe e raggiunge le prime linee dei diversi teatri di battaglia. Accanto alle riprese cinematografiche, che non si tradurranno mai in un film, Guerra scrive anche un diario, pubblicato nel 1937 con il titolo Attraverso la mitraglia, che oggi appare come documento storico raro e prezioso, una fonte di prima mano sui fatti e sulla società spagnola dell'epoca. Con una lettera della figlia Vicenta Estibalis-Ricart. -
Il tempo fa il suo mestiere
Sara è un'adolescente ombrosa e inquieta. Ha solo sedici anni quando, una mattina di fine febbraio, s'imbatte in Giuseppe, ragazzo schivo e taciturno. I due si amano. Nove mesi dopo vengono alla luce due gemelli, una maledizione per chi nasce in Moldavia. Un neonato, Tobia, viene fatto passare come figlio dei genitori di Sara; l'altro, Simone, viene prima affidato alle cure di un orfanotrofio, poi adottato da una coppia francese che lo conduce a Lione. Sintesi felice di molti generi - romanzo, testimonianza, denuncia - ""Il tempo fa il suo mestiere"""" è una saga familiare intessuta su silenzi colpevoli, rancori sotterranei, sentimenti granitici. Ai giorni nostri, a Gerusalemme, città sacra a ebrei, cristiani e musulmani, si scioglieranno i nodi di questa appassionante vicenda umana, che prende il via nel 1912 in Romania e trova il suo sviluppo negli anni Cinquanta in Italia, nell'incanto del golfo di Napoli. Due guerre mondiali sconvolgono il vecchio continente e milioni di esseri umani, durante e dopo i conflitti, devono fare i conti con tutti i peccati della Terra."" -
Toringrad
Drini, albanese, ex studente di Storia, dopo aver accumulato un discreto gruzzolo nel mondo dello spaccio della cocaina, a 29 anni si stabilisce a Torino dove gestisce un bar molto in voga che ha scelto di chiamare Toringrad. Ma quando il cognato Petrìt viene tradito e arrestato poco prima di Natale, gli affari di famiglia richiedono la sua presenza per portare a termine la consegna di un carico di ""dama bianca"""". Sarà un viaggio difficile e rischioso, con incursioni nel mondo del sottoproletariato italiano fatto di prostituzione, slot machine, tossicodipendenza, una trasferta che lo condurrà nella Milano del potere marcio. Ma sarà anche la ricerca del traditore, perché nessun conto può essere lasciato insoluto. I sospetti cadono sull'acquirente, Envèr. Se è stato lui, dovrà pagare con la vita. Eppure la verità non è mai scontata, come Drini avrà modo di scoprire a proprie spese. """"Toringrad"""" è un romanzo ruvido e diretto come il suo protagonista, lucido e freddo imprenditore dello spaccio ma con una morale che lo induce a rimanere fedele a se stesso e al suo destino."" -
Fratello John, sorella Mary. Le nuove avventure semiserie dell'operatore sociale precario Mauro Eliah
John e Mary sono fratelli? No. In realtà si sono conosciuti in Libia, si sono amati e hanno concepito un bambino nato in Italia dopo uno sbarco di fortuna. Flower è una giovane nigeriana ligia alle regole? No. In effetti è dispettosa e ribelle: l'incubo degli operatori sociali. L'associazione ""8 luglio"""" lavora per i diritti dei migranti? No. Organizza feste in costumi etnici ed è promotrice di un corso di tarantella per rifugiati. L'assessore comunale è in prima linea alle manifestazioni per i richiedenti asilo? No, perché appena le cose si mettono male si allontana fingendo telefonate urgenti e provvidenziali. Lucalberto di Gianfilippo è un imprenditore che ha a cuore i meno fortunati? No. Lui ci mette solo l'idea di inaugurare una mensa per chi ha fame e sete, ma di soldi nemmeno a parlarne! Mauro Eliah, alter ego dell'autore Marco Ehlardo, è di nuovo alle prese con le mille contraddizioni del Terzo settore. E sfodera tutte le sue armi migliori: l'ironia contro i luoghi comuni, la denuncia contro il malaffare, cuore e ragione contro l'ipocrisia. """"Questo libro, con uno stile brillante e arguto accende i riflettori sugli innumerevoli ritardi, fallimenti, intoppi burocratici e imbrogli che abbrutiscono il fenomeno dell'immigrazione"""". Parola dello scrittore Pino Imperatore."" -
Il muggito di Sarajevo
Nata per essere assediata. È così che si sente Amira, diciotto anni e un grande sogno da realizzare nella città di Sarajevo del '93, lacerata dalle rappresaglie fra serbi e bosniaci. Il cuore della suonatrice di cigar box guitar batte all'unisono con i colpi di mortaio e le raffiche di mitra, ma Amira canta la sopravvivenza, la speranza. Della band Senza Strumenti fanno parte anche il colonnello Mustafa Setka, mago del basso, e il gigantesco ballerino di kolo, Masne, alle percussioni. I due per tutto il giorno seguono Jack, meglio conosciuto come Mozambik l'irlandese, fidanzato di Amira, spacciatore. All'occorrenza, Jack si offre come guida agli inviati di guerra che affollano l'Holiday Inn semidistrutto. Così conosce Carlo e Oscar, due fotoreporter italiani che inseguono uno scoop davvero straordinario: intendono trovare una vacca indiana che si dice abbia poteri da chiromante. Sarà per caso la zebù gir che il vecchio Ivan nasconde nella corte interna del suo negozio di tabacchi, adattato a fumeria d'oppio dopo l'inizio del conflitto? Del resto, non è la sola ospite che il commerciante cela a sguardi e orecchie indiscrete. In uno sgabuzzino è segregato, infatti, un serbo fuori di testa che, dopo una scorpacciata di funghi allucinogeni, si è ritrovato al di là delle linee nemiche. Lo scopo di Ivan è rispedirlo al mittente in cambio di un riscatto, da chiedere a un oscuro cecchino dei servizi segreti serbi, che trova la concentrazione solo canticchiando le hit di Barbra Streisand... -
I tre volti di Ecate
Alberto e Dario sono ladruncoli, ragazzi difficili che sarebbero piaciuti a Pier Paolo Pasolini. Da una villa lussuosa i due rubano un reperto di valore, la statua di Ecate, una delle divinità più misteriose della iconografia greca, traghettatrice delle anime degli uomini nel regno dei morti. Il giorno dopo il colpo, accanto ai piedistallo vuoto, c'è il cadavere di uno sconosciuto. Chi è e perché è stato ammazzato? Del caso si occupa il commissario Nebbio, poliziotto sadico e corrotto. Attori e vittime di un gioco più grande di loro, Alberto e Dario chiedono aiuto a un miliziano solitario e dal passato in chiaroscuro, Mario Sforza, che s'impegna a tirarli fuori dai guai. Innanzitutto bisogna dar conto a Messala, ricco proprietario di un albergo, committente del furto. Ha agito per sé o per altri? E che fine ha fatto la statua? Il triplice aspetto della dea - una donna giovane, una adulta e una anziana - è un'allegoria dei modi con i quali l'uomo, nelle diverse età, riconosce e affronta la propria fine. Analogamente i protagonisti del romanzo sfideranno le tre facce della morte e saranno guidati da Ecate verso il loro inevitabile destino. Stile asciutto e diretto, trama avvincente, personaggi ben caratterizzati sono gli ingredienti di un noir a tinte fosche che si svela al lettore solo nelle battute finali. -
La canzone dell'immortale
In un mondo trans-globalizzato, le persone sono considerate alla stregua di prodotti finanziari. Dalla categoria dei derivati di classe B - gente letteralmente alla deriva - si sale fino ad arrivare ai tripla A, esseri eterni, sempre giovani, menti superiori. È a questi estremi che appartengono i protagonisti del romanzo. L'immortale racconta il suo tempo immobile, che viene rotto dall'insolita richiesta di una donna: «Scrivimi una canzone». Pur nella sua perfezione, egli si scopre incapace di mettere insieme parole e note, perché ha smarrito la sua umanità. Sul versante opposto, un cantautore di scarso successo, uomo di classe B, vive il declino dei cinquant'anni ed è costretto a lavorare nell'Archivio Digitale Permanente, dove si scelgono le canzoni da perpetuare e quelle da cancellare definitivamente. Si sottopone quindi a una terapia psico-musicale per ritrovare la sua ispirazione e così incappa in un'amara sorpresa: durante una seduta ascolta un suo brano dimenticato, che risulta però depositato vent'anni prima. La storia dei due finisce per convergere sulla figura di un misterioso cantore-poeta. Il tempo e la musica che lo scandisce, da sottofondo, diventano colonna sonora portante di un libro che ripropone temi pressanti: l'incedere dell'età, la paura di invecchiare, la liquidità di sentimenti e passioni, l'amore, la noia del vivere quotidiano, l'affanno di apparire giovani e la necessità di restare bambini. -
Il decimo girone dell'inferno. Una testimonianza diretta dai campi di concentramento in Bosnia
Fino allo scoppio della guerra nei Balcani, Prijedor era una città dove musulmani, croati e serbi vivevano pacificamente da secoli. Nel maggio del 1992 le milizie serbe avviarono un rastrellamento dei residenti musulmani e croati che furono confinati nei campi di concentramento e torturati, nel tentativo di disumanizzarli, annientarli. Tra coloro che hanno vissuto l’incubo c’era il poeta e giornalista Rezak Hukanović, un sopravvissuto, il cui avvincente libro-testimonianza riporta i crimini contro l’umanità commessi dai serbi nei campi di detenzione di Omarska e Manjača. Hukanović e suoi amici, colleghi, parenti, vicini furono sottoposti ad atti di terrore e tortura, impotenti spettatori di omicidi orribili. Attraverso i suoi occhi increduli osserviamo, attoniti a nostra volta, la civiltà strappata via sia all’aggressore sia alla vittima, e la brutalità più cieca che mette in discussione le concezioni di dignità e umanità. -
Le pergamene di Sertorio. Il romano che sfidò Roma
Traiano convoca a palazzo Plutarco: in Spagna sono state rinvenute alcune pergamene preziose perché scritte di proprio pugno dall'oratore e condottiero Quinto Sertorio. L'imperatore incarica lo scrittore e storico greco di mettere ordine in quei documenti risalenti ai I secolo avanti Cristo, sfrondando e limando, per restituire dignità a un grande uomo di Stato condannato all'oblio. E così, attraverso un'autobiografia, Sertorio in prima persona racconta avvenimenti drammatici e affascinanti della sua vita: il legame con la madre e il pedagogo Filostrato, l'educazione rigida, gli studi, le amicizie, l'amore bruciante per Flavia, l'affermazione come oratore nella Capitale. Vicende familiari ed episodi di vita pubblica si intrecciano, sullo sfondo di una Roma spaccata in due fra popolari e aristocratici. Con la dittatura di Siila, al democratico Sertorio non resta che superare Alpi e Pirenei fino alla terra dei suoi antenati materni. Proprio qui l'eroe di Aquae Sextiae, orbo di un occhio, acclamato dal popolo come un nuovo Annibale, diverrà un ribelle contro l'Urbe dando ai suoi partigiani, iberici e non, usi e istituzioni romane, con l'intento non di abbattere la Repubblica, ma solo la corruzione che in essa si annida. Inferii gravissimi danni agli eserciti di Metello e Pompeo, alla fine cade vittima del tradimento. -
La pigrizia del cuore
Stella è una donna bella e impegnata. Avvocato esperto nelle cause di lavoro, è separata e madre di una sveglia ragazzina di tredici anni. Stella ha lottato per farsi strada nella vita, innanzitutto perché le fossero riconosciuti meriti e pregi aldilà dell'avvenenza fisica. Conosce bene il sistema giudiziario e, dall'interno, si oppone a contraddizioni e storture: per lei contano ì motivi, non solo gli interessi. Figura forte e fragile insieme, riscopre se stessa durante una vacanza sui monti della Majella, rispecchiandosi nel profilo dolente e romantico della dolce Angelina, vissuta cent'anni prima nel palazzo-castello al centro dì un paese dell'Abruzzo. Le storie delle due protagoniste s'incontrano e si fondono, tra immaginazione e realtà, nel tumulto di una passione bruciata e di un sentimento nuovo, autentico, che per farsi strada ha bisogno di più coraggio. Al suo esordio con il genere romanzo, la poetessa Rossella Tempesta con lo stile che le è proprio fa dono ai lettori di un racconto struggente, scandito da lunghe attese, silenzi eloquenti, desideri velati, sentimenti urgenti, popolato da personaggi femminili lirici e maschili ben delineati. Senza tacere sulle violenze di cui sono vittime molte donne, ieri come oggi. -
Le sorelle Misericordia
Finalissima degli Open di tennis in Australia. L'italiana Laura Cammaratasta affrontando la campionessa Serena Williams in un match che ha dell'epico. Di colpo si ferma, interrompe la gara, lascia senza dare spiegazioni la Rod Laver Arena e pone fine alla sua carriera di tennista. La partita importante si giocherà su un altro campo, che vede due sorelle fronteggiarsi con visioni della vita divergenti. La prima alle prese con la sua profonda religiosità, la seconda costretta su una sedia a rotelle dalla Sia. «Due anime abitano nel mio petto» diceva Goethe. Così Cirieilo contrappone le due donne in dialoghi su Dio e l'esistenza, lo sport e la malattia, Lourdes e il Grande Slam, la fede e l'eutanasia. Gli scambi sono decisi, ostili, fino all'epilogo che porta le protagoniste e il lettore dall'hinterland napoletano a Barcellona. -
Lo scemo di guerra e l'eroe di cartone
Tutto inizia e finisce a Vazzarìa. Questo immaginario paese dell’entroterra siciliano è l’approdo del disertore Nirìa che, durante lo sbarco alleato del 1943, scappa sulla scia di un sogno premonitore. Padre e figlioletto al seguito, diventa lo sgangherato condottiero di un manipolo di fuggitivi. Libbertu, invece, a Vazzarìa ci è nato: secondo di sette figli, gran lavoratore e con una sincera passione per lo studio, subito dopo l’entrata in guerra dell’Italia, decide di arruolarsi con le camicie nere, sperando di dare una svolta al proprio futuro, e così parte per la Libia. Vicende personali, drammatiche ma anche esilaranti, spassose e grottesche, s’intrecciano al racconto della Seconda guerra mondiale, in particolare all’operazione Pugilist in Tunisia che vede la disperata e vana resistenza delle forze italo-tedesche, e all’operazione Mincemeat, capolavoro dell’intelligence inglese per ingannare e depistare i tedeschi circa lo sbarco in Sicilia delle truppe alleate. Il lettore si commuove, si diverte, si arrabbia, trovandosi di fronte a un quadro drammatico, nel quale comunque prevalgono l’amore per la vita, l’amicizia autentica che è collante e fonte di speranza nonostante menzogne e meschinità, sentimenti che accomunano vincitori e vinti. Ma il vero punto di forza del romanzo è il linguaggio, una miscela di italiano e vernacolo siciliano, comprensibile e accattivante, mai fuori luogo, icastico, adeguato alle situazioni, incisivo. Il personaggio di Nirìa oscilla tra l’Enea virgiliano e il Gassmann dell’Armata Brancaleone, quello di Libbertu – realmente esistito – è vero e umano anche sulla carta. -
Il segreto di Bruto
Si finse stupido per sopravvivere alla collera di Tarquinio il Superbo. Covò vendetta coltivando il germe della ribellione. Fece esiliare il monarca tiranno, fondò la Repubblica, fu il primo console di Roma nel 509 a.C. Questa è la storia di Lucio Giunio Bruto, il predestinato dei libri sibillini. La Pizia, oracolo di Delfi, gli rivelò presente e futuro di una Roma all'epoca divisa tra due anime: quella romana, inflessibile, onesta, orgogliosa, primitiva, e quella etrusca, commerciale, moderna, raffinata, corrotta. Bruto sapeva che quel villaggio di rudi pastori sulle rive del Tevere era destinato a diventare caput mundi, trasformandosi nella più potente macchina da guerra mai esistita, tra lotte di potere, crudeltà, semi di libertà soffocati. E fu lui, nipote adottato del Superbo, da tutti creduto uno sciocco, a tessere la tela della rivolta democratica, che scoppiò devastante dopo lo stupro da parte di uno dei figli del re di Lucrezia, suicida per onore. Console inflessibile, Bruto fece decapitare perfino due dei suoi figli, rei confessi di avere tramato contro la res publica, e cadde in battaglia, consapevole che, centinaia di anni dopo, un discendente avrebbe raccolto il suo testimone, quel Marco Giunio Bruto congiurato contro Caio Giulio Cesare, alle Idi di marzo del 44 a.C. Nei cardini tracciati da Tito Livio nell'opera Ab Urbe condita, Raffaele Alliegro fa scorrere personaggi e accadimenti, perfetta sintesi tra fatti storicamente accertati e coerente invenzione, restituendo un clima di passioni e sentimenti autentici che, ieri come oggi e domani, agitano la vita degli uomini.