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Lo sguardo di Lotta
"Lo sguardo di Lotta"""" è un viaggio-sogno di un giovane studente """"latino"""" mandato nella """"Grande Città"""", in terra teutonica. In questo spazio imprecisato e simbolico si svolge una sorta di giallo tra i fantasmi che emergono dal sogno e si intrecciano alle vicende della realtà. Protagonisti sono degli studenti """"isolati dal mondo intero in una città buia e ostile, effimero galleggiante multicolore che si disfà al primo cambio di direzione del vento"""". L'amore per Lotta rimane sullo sfondo, illuminato dai suoi occhi che irradiano una luce di aurora boreale. In un groviglio di teneri incontri e di incubi ossessivi si racconta l'iniziazione di un """"pellegrino in perenne transito, destinato ai viaggi e respinto dai luoghi""""." -
Il tramonto del nomos eurocentrico. Carl Schmitt, profeta della globalizzazione
Nell'orizzonte globale in cui viviamo potrebbe sembrare che il pensiero di Carl Schmitt non abbia più nulla da dirci, così tenacemente radicato com'è nelle categorie del Moderno. In queste pagine l'autore ha invece cercato di mostrare come alcuni aspetti della globalizzazione si possono comprendere solo se vengono analizzati con le lenti della riflessione schmittiana. Questo non significa ricavare dal pensiero di Schmitt le risposta alle sfide che la globalizzazione oggi ci pone, ma significa approfondire le sue analisi e riconoscere la preveggenza della sua diagnosi. Solo accostandosi a Schmitt sostiene l'autore - è possibile fare luce sull'ambiguo e spesso strumentale uso di concetti come ""guerra"""", """"pace"""", """"democrazia"""", """"terrorismo"""", dei quali abusa la sovranità imperiale degli Stati Uniti. Soltanto attraverso Schmitt è possibile dare senso e restituire """"forma"""" a concetti che la dimensione globale ha trascinato in un caos concettuale e ideologico."" -
Impresa agricola e fondo rustico
La questione della rilevanza del fondo rustico nell'impresa agricola aveva diviso i giuristi del secolo scorso, ma sembra aver perso interesse dopo la riforma legislativa del 2001. Se infatti la versione originaria dell'art. 2135 lasciava poco spazio ad interpretazioni che consentissero di riconoscere qualifica agricola a coltivazioni in serra, ad allevamenti in batteria, e in genere a forme di agricoltura non ""territoriale"""", il testo nato dalla riforma non esige più l'utilizzo del fondo. La giurisprudenza nei suoi pronunciamenti più recenti si è adeguata all'innovazione legislativa. Questa ricerca recupera attraverso l'analisi storica le ragioni intime della distinzione fra agrarietà e commercialità, e le individua nella valenza patrimoniale dell'esercizio tradizionalmente territoriale dell'agricoltura."" -
Dialettismi italiani nei lessici bilingui
I dialettismi, dopo decenni di ostracismo, sono stati dapprima, ma con molte cautele, registrati nei monolingui italiani e quindi nei bilingui. Ma quali voci hanno ottenuto l'imprimatur, un tempo difficilmente ottenibile, dei lessicografi? Quali i modus operandi utilizzati per tradurle in lingue straniere, e soprattutto per rispettare i rispettivi cotesti e contesti? Quali opere lessicografiche bilingui ne hanno accolto in maggior numero? Quali i marcatori più appropriati? Senza certo poter risolvere del tutto ognuna di tali questioni, questo studio vuole essere uno strumento di approfondita analisi di quei dialettismi ignorati tout court, o trascurati per microstruttura e per scelta delle marche d'uso, o ancora tradotti in maniera discutibile. -
Dalle storie alla storia d'impresa. Memoria, comunicazione, heritage
Il volume offre una ricognizione dei modelli strategico-operativi che supportano la comunicazione della memoria aziendale, avvalendosi di una prospettiva interdisciplinare e del riferimento alle più autorevoli fonti conoscitive, buone pratiche aziendali e reti associative nel panorama internazionale. Le esperienze di settore dimostrano, da una parte, che la rilettura critica della storia di marche e prodotti può dar vita a narrazioni avvincenti, giocate in chiave anti-nostalgica e con un forte rilancio sul presente e sul futuro; dall'altra, che la tradizione non costituisce la prerogativa esclusiva di un'èlite di imprese storico-familiari, consacrate dal tempo in virtù di uno speciale elisir di lunga vita, ma un'opportunità strategica anche per organizzazioni non altrettanto antiche e, tuttavia, consapevoli dell'unicità del proprio apporto alla memoria collettiva. -
Il teatro di Bonaventura. Indagine sull'ultimo Malipiero
Gli studi dedicati al teatro musicale di Gian Francesco Malipiero hanno prestato molta attenzione alla produzione che si colloca tra gli anni Venti e gli anni Cinquanta, anni in cui egli seppe definire una precisa idea di teatro e una personale visione drammaturgica. Nonostante la sua produzione drammatica sia stata ininterrotta nell'arco della parabola artistica, le ultime opere di Malipiero non hanno goduto di grande attenzione da parte della critica, probabilmente per la loro distanza dalle posizioni manifestate negli stessi anni dai giovani compositori emergenti nell'ambito dell'avanguardia post-weberniana e contrassegnate da una radicale rottura rispetto alla tradizione operistica. Tuttavia, sin dalle prime opere, Malipiero ha anticipato intuizioni che verranno pienamente sviluppate dalle nuove generazioni, come la struttura discontinua della narrazione che procede per 'pannelli' giustapposti e che dà luogo a una 'disgregazione' del 'testo' teatrale comunque ricomposta dalla presenza 'estetica' del compositore, demiurgo la cui 'impronta' si fa più evidente proprio negli ultimi lavori. -
La Repubblica a Mezzogiorno. Gruppi dirigenti e potere locale in provincia di Ragusa (1953-1960)
Un importante nodo storiografico riguardante il momento di fondazione del nuovo Stato repubblicano è dato dall'indagine sulla continuità e/o rottura con il ventennio precedente. Continuità e rotture si registrano in ambito nazionale e a livello locale. La storia della provincia di Ragusa tra il 1943 e il 1960 registra un precoce protagonismo dei partiti di massa, contribuendo a tracciare un quadro più articolato della Sicilia postbellica. Quella di Ragusa si configura come la più ""italiana"""" delle province siciliane. Per quanto riguarda il primo ceto politico amministrativo locale, l'avvento della democrazia, pur in presenza di alcuni elementi di continuità, segna indubbiamente una frattura con il passato. In un contesto di graduale modernizzazione della struttura socio-economica, l'avvento dei partiti di massa contribuì a creare le premesse per la terziarizzazione e la professionalizzazione della classe dirigente municipale e il graduale declino della centralità dei notabili."" -
Storia della Fidapa in Italia e a Palermo
Un'analisi generale dell'associazionismo femminile novecentesco introduce il percorso storico della Fidapa a partire dallo sviluppo internazionale della Federation of business and professional women del primo dopoguerra. La Fidapa nasce in pieno periodo fascista: i primi tre Circoli di donne professioniste e artiste sorti a Roma, Milano e Napoli, nel 1929, danno vita all'Associazione nazionale fascista donne artiste e laureate (Anfdal). Dopo la seconda guerra mondiale, l'associazione si ricostituisce con il nome di Fidapa ponendo in rilievo, all'interno del proprio statuto, le caratteristiche di apoliticità e aconfessionalità. Questo libro offre una panoramica della storia della Fidapa a livello nazionale e focalizza l'attenzione sulla storia della sezione di Palermo sia durante il periodo fascista sia nel corso del secondo dopoguerra. -
Lo svanire della ragione
La filosofia scrive Collingwood non è il deus ex machina capace di risolvere magicamente i mali del suo tempo; eppure il filosofo non è neppure un passivo e compiaciuto spettatore di ciò che, davanti ai suoi occhi e dentro la sua stessa mente, avviene. Di quello ""spirito dei tempi"""", di hegeliana memoria, che è suo compito e dovere intercettare, intuire, comprendere, spiegare. Da questa comprensione, si dispiega infatti quell'orizzonte più pienamente umano dell'esistere che, grazie alla filosofia, dovrebbe esserci più proprio."" -
Il codice e la sciabola. La giustizia militare nella Sicilia dei Borbone tra repressione del dissenso politico ed emergenza penale (1819-1860)
La storia della Sicilia tra il 1819 e il 1860 è segnata da un continuo e invasivo utilizzo di magistrature militari e speciali, di giudizi abbreviati e sommari, messi in campo dalla monarchia dei Borbone e dal governo delle Due Sicilie per contrastare le diverse forse che agitavano la popolazione dell'Isola. Indipendentisti, sostenitori del regime costituzionale, carbonari, patrioti, insieme a banditi e delinquenti comuni, conobbero la durezza dello Statuto penale militare e delle procedure straordinarie, con l'applicazione di pene severissime: morte, ergastolo, ferri, relegazione. Questo saggio intende indagare il come della repressione, grazie allo studio della documentazione archivistica prodotta dalle magistrature militari delle Due Sicilie. Il Risorgimento siciliano appare così riflesso in uno specchio oscuro, in una storia fatta più di ombre che di luci. Lo specchio, pur tra lacune e distorsioni, ci restituisce una immagine meno scontata della storia dell'Isola e dei controversi rapporti della sua popolazione con il governo e con il sistema punitivo del censore borbonico. -
Cinquant'anni di «neri italiani». Diacronie linguistiche da Scerbanenco alla Vallorani
Il volume analizza il linguaggio e alcune tecniche narrative di cinque esponenti del poliziesco nostrano, a partire da quello che viene universalmente considerato il capostipite del genere, Scerbanenco. Serialità ""alta"""" da una parte (i romanzi dello stesso Scerbanenco col suo Duca Lamberti, Lucarelli con la sua Grazia Negro: fine anni Sessanta il primo; anni Novanta il secondo), dall'altra racconti d'autore (pubblicati su antologie) nell'ultimo decennio, in cui il poliziesco è ormai diventato un fenomeno editoriale di grande rilievo ed è ormai oggetto di indagini da parte degli studiosi. Al di là dell'attenzione accordata dall'autrice ai singoli autori, ciascuno dei quali ha ovviamente una sua specificità, questa ricerca punta a individuare delle costanti linguistiche - vedi ad es. i sottocodici privilegiati - e narratologiche inerenti al genere - vedi in alcuni casi gli slittamenti verso il noir, senza ignorare alcune tendenze stilistiche in atto nella narrativa contemporanea."" -
Un cruciverba italo-franco-belga. Sciascia-Bernanos-Simenon
Come quei corpi astrali la cui luce travalichi interminate distanze, o come le casuali associazioni del pensiero affrancato da norme e obiettivi, i libri sembrano chiamarsi, cercarsi e magari incontrarsi a nostra insaputa. E così tre mondi apparentemente diversi, e l'un dall'altro remoti, come la limpida laicità di Sciascia e dei suoi investigatori, il tormentato cattolicesimo di Bernanos e dei suoi curati, e la scontrosa diffidenza di Simenon e dei suoi cupi antieroi, possono riflettersi a distanza in virtù di segrete ma folgoranti analogie, possono illuminare l'un dell'altro inesplorate plaghe, possono perciò disporsi in uno di quei ""cruciverba"""" cari a Sciascia, forma esatta e al tempo stesso sorprendente dei suoi esercizi d'intelligenza e di stile. Questo libro è un atto d'amore a tre giganti del Novecento. E alla letteratura: la più laica delle fedi, il più anarchico dei saperi."" -
Generi della memoria e memoria di genere. Primo Levi, Ruth Klüger e la Shoah
Le questioni affrontate in queste pagine partono da un progetto di studio su ""Memoria e Shoah"""" negli scrittori e testimoni ebrei Primo Levi e Ruth Klüger, voci diverse per gender e origini, ma simili nel loro modo di scrivere. Il caso di Levi è assolutamente esemplare; egli infatti ha passato la vita a ricordare e registrare il passato, confessandosi nelle sue pagine nel tentativo di colmare la distanza siderale tra quel luogo ignoto, retto da leggi proprie, che era stato Auschwitz e difendendo il dovere assoluto della memoria, al quale ha votato la propria opera di testimonianza. Considerazioni analoghe sono valide per Ruth Klüger, che con lo scrittore torinese ha affinità e differenze talora sorprendenti. Il rapporto della Klüger con la testimonianza si incentra in particolare sulla scorta dei luoghi, quelle Zeitschaften, luoghi in un tempo che non è più, che creano una sorta di resoconto cronologico ed in un certo qual modo anche sincronico, dal momento che l'autrice scrive della """"sua Auschwitz"""" partendo """"dal e finendo nel presente"""". L'esperienza della Shoah non rinvia ad altro che a se stessa e avrebbe potuto dunque raffigurare l'assoluta sconfitta del logos."" -
Florius. De arte luctandi
Il manoscritto ""Florius. De arte luctandi"""" ci trasmette l'arte marziale del Maestro Fiore de' Liberi da Premariacco, uomo d'arme e condottiero, legato negli ultimi anni di vita alla casata d'Este; l'unico codice in latino, che offre una selezione dei Giochi degli altri manoscritti e introduce alcune novità. Questo libro presenta la prima trascrizione e traduzione italiana del ms. Par. Lat. 11269, preceduta da un'ampia introduzione che cerca di far luce sulle questioni che emergono dal suo ritrovamento: datazione, criteri di selezione delle tecniche, indagine linguistica, analisi paleografica. Il lavoro è rivolto alla platea di studiosi di Fiore - amatori o specialisti -, con la speranza di offrire un nuovo strumento utile all'analisi dell'arte marziale del maestro friulano."" -
Il miracolo degli ebrei
Il popolo ebraico è sopravvissuto per oltre 3000 anni, mantenendo una propria identità culturale. A differenza di altri popoli come il cinese e il giapponese, che hanno mantenuto una propria identità non solo culturale ma anche territoriale per periodi di tempo altrettanto lunghi, il popolo ebraico ha trascorso oltre i due terzi della sua esistenza lontano dalla terra di origine, la Palestina. La capacità di sopravvivenza in culture e ambienti molto differenti da quelli di origine è spesso chiamato il ""miracolo degli ebrei"""". Obiettivo di questo lavoro è esaminare i fattori che hanno influito su tale miracolo. La nostra ipotesi è che una serie di aspetti che hanno caratterizzato la storia del popolo ebraico, come la loro persistenza in alcune nazioni e la loro scomparsa in altre, la dinamica demografica, la struttura occupazionale e l'antisemitismo, sono il risultato della interrelazione fra le caratteristiche culturali della minoranza ebraica ed i fattori legati all'ambiente esterno."" -
Noi e l'India. Antropologia del trauma dell'incontro con l'altro
Alla larga da esotici orientalismi, etnocentrismi post-coloniali e teologie New Age, qui si entra nel cuore pulsante dell'India. Un viaggio nell'essenza culturale e umana di una civiltà complessa e nel terreno, entusiasmante quanto traumatico, dell'incontro con la diversità. Una guida antropologica aggiornata, capace di fornire nuove chiavi di lettura agli addetti ai lavori, ma al contempo declinata in una narrazione fruibile a tutti. Da una serie di aneddoti autobiografici in apparenza futili e ""tipici"""" di qualsiasi transito in India, si decodifica gradualmente la logica profonda di un mondo """"altro"""" da noi. E il """"noi"""" ritorna infine, non senza sofferenze e quesiti, ma solo dall'ottica riflessa di chi è affondato davvero nelle viscere dell'avventura del viaggio."" -
Maestri cercando. Per i quarant'anni di insegnamento di Antonio Di Grado
Gli studiosi più giovani che affettuosamente dedicano i loro studi a chi ritengono un loro maestro sono gli stessi cui Antonio Di Grado consegna un'idea della letteratura come sfida e tormentosa responsabilità, della ricerca come serbatoio di curiosità e congetture. Nel segno dell'irrequietezza ermeneutica che ha contraddistinto i suoi primi quarant'anni di docenza, sono qui raccolti contributi su autori e temi da lui pedinati nel tempo e diventati, per i suoi allievi, occasioni di ulteriori sondaggi, nella comune fedeltà all'idea che i maestri non si scelgono, ma lievitano dentro e, come gli scrittori di cui parlava Gesualdo Bufalino, sono colombi viaggiatori che portano sotto l'ala un messaggio che ignorano. -
Esseri
"Esseri"""" esprime il contenuto valutativo e interpretativo dei lavori della pittrice Lidia Bobbone. In esame critico, dunque, un'analisi anche estetica realistica e mai esaustiva. Tratta della coscienza dell'artista, della necessità di una pittura che afferma l'autonomia dei valori estetici al di là dell'adesione alla realtà oggettiva e che pone l'accento su colore e forma come elementi dotati di una propria autonomia espressiva, capaci di rivelare tutta la ricchezza del mondo interiore e di aprire alla risonanza emozionale con l'universo." -
Oltre la paura. Sintomi e metodi di trattamento. Tecniche per curarla
Di cosa hai paura? Salire su un aereo, parlare in pubblico, rimanere in casa soli, stare tra la folla, frequentare luoghi pubblici... sono numerose le fobie esistenti. Capire perché nascono queste fobie e come trattarle è il primo passo per sbarazzarsene. La paura è naturale, perché è una forma di difesa e conservazione della specie, un avviso per richiamare la nostra attenzione su qualcosa di importante nella nostra vita. Tuttavia, quando questa arreca dolore, diventa qualcosa di molto dannoso. La paura, però, può essere superata. In questo libro, l'autore insegna i modi e le tecniche, con esercizi essenziali, per trovare una guarigione. Gli esercizi faranno in modo di cambiare abitudini e comportamenti. -
Melenzanologia. Storia e storie di identità e di tradimenti
Le considerazioni di questa raccolta di recensioni e saggi, pensati in tempi diversi, illustrano la vegetalità dell'identità, la sua disumanità o umanità al grado zero dell'ortolanità. Per scapolare dal destino vegetale un uomo deve tradire. Anzi, è un traditore: uno che si consegna a se stesso in continua ricerca.