Sfoglia il Catalogo feltrinelli036
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 9441-9460 di 10000 Articoli:
-
Superare il dolore tra noi. La guarigione e la riconciliazione senza compromessi
In questo libro, tratto da un seminario formativo, Rosenberg illustra il formidabile potere terapeutico della Comunicazione Nonviolenta (CNV), che riesce a trasformare la depressione, la vergogna e il conflitto in connessioni ricche di possibilità. Tramite giochi di ruolo con i partecipanti e aneddoti tratti dall'esperienza quotidiana, Rosenberg illustra qual è la chiave per guarire dal dolore e per riconciliarsi con gli altri senza compromessi. Il potere terapeutico della CNV fornisce uno strumento pratico ed efficace per gli individui, per i professionisti della salute mentale, per i mediatori, per le famiglie e le coppie. -
Oreste
Nessuno si accorge delle briciole. Cadono e vanno perdute. Per fortuna c'è Oreste. Ogni giorno esce a cercarle e quando le trova. - Sono molto importanti - dice. Forse perché anche lui è piccolo piccolo. Età di lettura: da 7 anni. -
Le tue parole possono cambiare il mondo. Come l'empatia ci aiuta a costruire la pace
Le tue parole possono cambiare il mondo (riedizione di Parlare Pace) è un libro che arriva in un momento appropriato, in cui rabbia e violenza dominano in molti atteggiamenti delle persone.Marshall B. Rosenberg ci fornisce gli strumenti per creare la pace attraverso il nostro modo di pensare, parlare e comunicare.Le tue parole possono cambiare il mondo si differenzia dal resto della letteratura sull'argomento della nonviolenza grazie alla sua consapevolezza della complessità della natura umana. Se molti libri sulla comunicazione sono ricchi di teoria, ma poveri dal punto di vista applicativo, questo libro di Marshall Rosenberg fa eccezione. La sua logica è chiara e diretta e la sua presentazione di tecniche e strategie è una fonte di ispirazione. Se abbastanza persone leggeranno questo libro, il mondo cambierà. -
La signora Luce
Ogni mattina la signora Luce esce di casa. Brilla, scintilla, abbraccia ogni cosa. Sono tutti felici di stare con lei. Ma quando arriva il signor Buio... Che paura! Non si vede più niente! Dov'è andata la signora Luce? Età di lettura: da 4 anni. -
20 piccoli indiani... e non solo. Diario di un anno vissuto intensamente
Italia, un piccolo paese della Bassa Padana, una classe di 20 piccoli Iindiani (e non solo), i loro genitori che vedono la sezione come ""il ghetto"""" dove rinchiudere i loro figli e la diversità, gli abitanti impreparati ad affrontare la diversità, le polemiche dei partiti sull'integrazione, l'eco dei media locali e nazionali e una docente messa quotidianamente alla prova nella trincea della quotidianità. Riflessioni sotto forma di diario di una docente di una Scuola d'Infanzia di un piccolo paesino italiano, in una sezione di soli bimbi stranieri, fra teorie pedagogiche-didattiche e vita scolastica vissuta intensamente, in un contesto dove la multiculturalità ha il sopravvento. Gli umori e le reazioni di un piccolo paese di provincia di fronte agli altri e al mondo che è venuto da noi."" -
Rabbia, colpa e vergogna. Riscoprire potere e scelta
Questo libro può aiutarci a trasformare la vergogna, il senso di colpa e la rabbia in alleati anziché nemici. Conoscere questi sentimenti ci aiuterà a soddisfare meglio i nostri bisogni di rispetto, accettazione, appartenenza e libertà. L'autrice Liv Larsson si ispira alla Comunicazione Nonviolenta. Ci mostra come la rabbia, la vergogna e il senso di colpa vadano di pari passo con il modo di pensare che si è sviluppato negli ultimi 8000 anni. Contemporaneamente dà al lettore gli strumenti concreti da utilizzare per creare più libertà e possibilità di scelta in tutte le situazioni quotidiane. -
Sulle tracce di Kim. Il grande gioco nell'India di Kipling
Libro di viaggi e insieme detective story letteraria, il libro di Hopkirk riporta alla luce le ombre di un passato pieno di intrighi e di colpi di scena, combina una sorprendente erudizione con una qualità di narratore, e ci consegna un'immagine indimenticabile dell'India di ieri, dell'India di sempre.rn«Un diario di viaggio incantevole e meravigliosamente scritto che affascinerà anche chi non ha mai letto Kim» - Robert Carver, The Scotsmanrn«Un reportage letterario che intreccia il ritratto del subcontinente e dei suoi intrighi con la biografia di Kipling» - Cesare Marinetti, Tuttolibri«Non c’è verso: la fascinazione di Hopkirk riverbera nel suo narrare, stende una patina di nostalgia dell’avventura che finisce per avvolgere il lettore» - Tiziano Gianottirn«Hopkirk aveva un debito col Kim. E tale da mutare ""l’indirizzo"""" della sua vita. Scrivere queste venturose pagine è stato il suo originale modo di ripagarlo» - Massimo Onofri, AvvenirernrnrnQuesto libro è per tutti gli amanti di Kim, il capolavoro con cui Ruyard Kipling celebrò la vita del subcontinente indiano, il """"fardello dell'uomo bianco"""" imperiale e inglese, il duello fra la Corona e lo Zar nel """"Grande Gioco"""", nome reso celebre proprio da lui, per il controllo dell'Asia centrale. Affascinato sin dall'adolescenza da questo strano racconto di un ragazzino orfano e del suo reclutamento nell'Indian Secret Service, Peter Hopkirk ripercorre le tracce di Kim nell'India di Kipling per vedere quanto di esse rimanga e dove portino. Rispetto a un eroe di finzione si tratterebbe di una ricerca vana, ma Kim è molto più di un romanzo inventato, perché fu ispirato da figure e luoghi reali che rendono impercettibile il confine fra verità e immaginazione."" -
338171 T.E (Lawrence d'Arabia)
Lawrence d'Arabia uomo e scrittore in un'analisi di rara sensibilità e profonda intuizionern«Si può ottenere dagli uominirnin nome dell’uomo quello che le religionirndomandano in nome degli dei?rnQuesto è il problema di T.E. Lawrence.» - Roger Cailloisrn«Ventuno piccoli capitoli di grande intensità, che fanno di 338171 T.E. (Lawrence d'Arabia) una lettura superba» – Gianluca Di Feo, Robinsonrn«Leggendo questo autentico gioiello dell’argentina Victoria Ocampo, 338171 T.E. (Lawrence d’Arabia),si ha l’impressione di ritrovarsi davanti a una dichiarazione d’amore per un desencuentro, un incontro mancato. Di fatto, non si incontrarono mai, ma fu tra i suoi libri, primo fra tutti I sette pilastri della saggezza, che nacque in lei l’ossessione per il leggendario colonnello» - la Letturarn«Un magico incontro tra due animernche affascina e fa riflettere». - Times Literary SupplementrnSono immersa in Lowrence. Lo amo. Respiro... Il mio sangue circola bene quando lo leggo. Lo ammiro e sono felice che sia esistito.Nel 1942 Victoria Ocampo annuncia al suo amico Pierre Drieu La Rochelle l'intenzione di porre fine a un'autobiografia del colonnello Lawrence: «In questo momento sono sposata con i ""Sette pilastri della saggezza"""" e con le sue """"Lettere"""", che sto facendo tradurre. Ho già scritto un centinaio di pagine su quest'uomo che mi affascina. Vorrei farlo conoscere ai miei compatrioti e ci riuscirò! T.E.L. mi interessa profondamente perché arriva a conclusioni simili alle mie con un temperamento e per dei percorsi opposti ai miei. Everithing that is, is holy, tutte le cose che esistono sono sacre, come pensava Blake». Pubblicato in patria in quello stesso anno e poi in Inghilterra e in Francia nel 1947, 338171 T.E appare ora per la prima volta in traduzione italiana e per quanto nel mezzo secolo abbondante che ci separa da quella prima uscita la bibliografia intorno a Lawrence sia cresciuta a dismisura, insieme con la revisione storica sulla sua figura e sulla «rivolta araba», l'analisi dell'Ocampo mantiene una freschezza, frutto di un intuito squisitamente femminile, e una profondità che ne fanno un piccolo classico. «Forse il suo torto fu di crogiolarsi nel rifiuto. Ma possiamo chiamare torto ciò che senza dubbio fu il suo dharma? Come quella di Arjuna sul campo di battaglia, la sua anima era sgomenta. Niente poteva dissipare l'ansia che la paralizzava. Come Arjuna, Lawrence non desiderava più né vittoria, né regalità, né voluttà. Era un abitante delle grandi pianure. Ed è in questa regione, popolata di assenze, che ha avuto luogo il nostro incontro»."" -
Volapié
A più di mezzo secolo dalla sua uscita, Volapié, di Max David, resta non solo il miglior libro scritto in Italia sulla corrida e alla pari delle firme più famose sull'argomento, da Montherlant a Bergamín, da Hemingway a Jean Cau, ma anche il più fedele ritratto di una certa Spagna prima che la modernità ne stravolgesse i tratti senza però riuscire a estirparne quel nucleo duro, intangibile e immutabile, che nella plaza de toros ha appunto la sua celebrazione.rnrn«Il ritorno delle edizioni Settecolori si fa notare per una proposta di catalogo che risulta quasi sempre intelligentemente controcorrente, con evidente affezione per il giornalismo ben fatto d'una volta e gli autori ingiustamente trascurati» - Stefano Salis, il Sole24Orern«Caro David, ti invidio. Avrei voluto saperle io tante cose» - Ernest HemingwayrnExcursus storico, sociale e spirituale, Volapié è infatti un'analisi dell'ossessione taurina nell'arte, da Goya a Zuluaga, nella poesia, da Alarcón a Lorca, la messa in scena di un rito e di un sacrificio. Pochi come Max David hanno saputo raccontare quel senso di spettacolo funebre, di pompa e di rituale, la retorica che a esso si accompagna e che è resa sopportabile se al suo fondo c'è un mistero e un'esaltazione in grado di renderla insieme umana e divina, non uno sport, ma una tragedia. Al magistrale excursus di David, questa nuova edizione di Volapié, che contiene una illustrazione di Miquel Barceló, si avvale anche del contributo di un aficionado di eccezione, Matteo Nucci, tributo festoso a un classico senza tempo. Prefazione di Matteo Nucci. -
Il questionario
Il questionario torna ora ristabilito nel suo titolo originale e nella traduzione ormai classica di Pietro Gerbore e a settant'anni di distanza si rivela anche un ritratto in controluce dell'anima profonda tedesca, miserie e grandezze comprese.rn«Dominio della forma, talento e ironia di von Salomon ne fanno un capolavoro della letteratura tedesca» - Le MondeNel 1951, quando la Germania Ovest viveva ancora lo status di Paese occupato, a nemmeno sei anni dal crollo del regime hitleriano e a meno di due dalla nascita della Repubblica federale, uno scrittore che, ancora giovane, aveva conosciuto un grande successo sotto la Repubblica di Weimar, ma di cui negli anni Trenta si erano perse le tracce, pubblicò un libro che subito si impose al grande pubblico, sorta di best seller ante-litteram. L'autore, Ernst von Salomon, aveva allora 49 anni, ""Der Fragebogen"""", """"Il questionario"""", era il titolo, ricavato dai 131 quesiti elaborati e raccolti sotto quell'etichetta dalle autorità alleate nell'intento di stilare una «radiografia del nazismo» applicata al popolo tedesco, una sorta di screening-interrogatorio di massa nel nome della «denazificazione»... L'idea di servirsi di quel canovaccio per raccontare la propria vita e denunciare la miopia imbecille dei vincitori, per mostrare e dimostrare che non erano poi così migliori dei vinti, per rendere note le ingiustizie e i maltrattamenti inflitti ai tedeschi, era intelligentemente perversa e/o controcorrente, in rotta con tutti i conformismi, forte di una requisitoria che se non risparmiava il nazismo, non faceva però sconti agli americani e ai loro alleati. Tutto ciò farà di """"Der Fragebogen"""" il primo libro veramente discusso, con traduzioni in più lingue, del dopoguerra tedesco."" -
Servizio inutile
Smagliante apologia dell’individuo a petto dei totalitarismi che minacciano di inghiottirlo, ideologici, politici, sociali, Servizio inutile è, come osservò a suo tempo Ernst Jünger, il suo Trattato del Ribelle scritto con vent’anni d’anticipo, al tempo di quell’Europa fra le due guerre che fu terreno di coltura e laboratorio della distruttiva modernità novecentesca. La Spagna e la Francia, il Marocco e l’Algeria, la morte della borghesia e quella della nobiltà, il significato vero dello sport, il ruolo e il senso dello scrittore si susseguono in queste pagine dove è lo stile a farla da padrone, l’ironia temprata e insieme acuita dal disprezzo, l’emozione verso i più deboli, i più umili, gli animali. Su tutto, sempre e comunque, la propria dignità. -
La fionda
Un romanzo di formazione dove i tormenti e le estasi dell’adolescenza si confrontano con la necessità di trovare il proprio posto nel caos del mondo.«Clamor è lo stesso Ernst Jünger alle soglie della pubertà; il passaggio all’età virile è rappresentato nella figura di Teo.» – Heimo Schwilk«No, Ernst Jünger non ha mai abbandonato la sua postazione: la residenza costruita in modo altero, dalla quale ha catturato così tante lucide intuizioni in un mondo tormentato. Dove un tempo il «Capitano» aveva preso posto, là è rimasto fino a oggi.» – Der SpiegelClamor Ebling, tredicenne della Bassa Sassonia, lascia l’universo pacifico e sognante della sua campagna per entrare come interno in un liceo cittadino dove lo attende il duro apprendistato che lo porterà alle soglie della vita adulta. La scuola, il pensionato, la stessa città, con i suoi vicoli e i segreti dei suoi giardini, diverranno per lui, ragazzino malinconico e inquieto, il luogo di eterni combattimenti contro la brutalità e l’assurdità di un universo di cui non riesce a cogliere il senso. Con La fionda, Jünger ci mostra il lato nascosto del suo immenso talento. Il simbolismo delle Scogliere di marmo, di Heliopolis, di Api di vetro, cede qui il passo a un racconto intriso di nostalgia, nello scenario di una Germania prima della Grande guerra dove il XIX secolo si ostina a sopravvivere. In questo mondo che è alla vigilia del suo crollo, un ragazzo cerca il volto del sé stesso che sarà domani. Per parlarci di lui, la voce di Jünger si abbassa sino al mormorio della confidenza. -
La vita a modo mio
Wilfred Thesiger è stato l’ultimo dei grandi quanto eccentrici esploratori inglesi, una figura leggendaria per i suoi viaggi in alcuni dei luoghi più inaccessibili della terra. Bambino, vide l’ingresso vittorioso dell’esercito di Ras Tafari a Addis Abeba, dopo una guerra sanguinosa e all’arma bianca, con il nemico sconfitto e ferito in catene; a 22 anni fece la sua prima spedizione nel selvaggio territorio dei Dancali, lì dove lo status tribale dipendeva dal numero di uomini uccisi e castrati. I suoi libri più famosi, Arabian Sands e The Marsh Arabs, sono il racconto dei suoi soggiorni nell’Empty Quarter e nelle paludi dell’Iraq del sud. In questa autobiografia, dove lirismo e ironia si fondono in maniera ammirevole, Thesiger racconta le persone che più profondamente lo segnarono, come per esempio Henry de Monfreid, e gli eventi che lo spinsero a vivere seguendo il proprio istinto e offre al lettore le chiavi per entrare in una vita e un mondo di leggenda. Antimoderno, ma portatore di una civiltà della tecnica che avrebbe di fatto distrutto la vita tradizionale di quelle tribù da lui così amate, fedele suddito dell’impero britannico e però convinto difensore degli usi e dei costumi di quelle stesse tribù, La vita a modo mio racconta anche il tentativo di fuggire dalla proprie contraddizioni di uomo occidentale nel nome dell’«altrove» e del diverso. -
Elogio della vanità. Ovvero vediamo un po' come siamo combinati malamente
«Sulle orme di Swift, e in anticipo su Christopher Lasch, un dissacrante pamphlet sul narcisismo id un'epoca dove l'unico imperativo è: ""Apparire""""» - Stenio Solinas«Edizioni Settecolori ha rimandato in libreria, dopo un lungo oblio, Elogio della vanità di Giuseppe Berto. E’ inutile dire che sia un gioiello, meglio quindi affondare subito i denti nella carne testuale che se da un lato si apre con la solita ascetica citazione di Ecclesiaste (vanitas vanitatum et omnia vanitas) dall’altro è subito ingrassata dalla fieristica ironia di Thackery “sì, d’accordo, tutto è vanità: ma chi confesserà di non volerne una fetta?”. E basta questo inizio per dare la dimensione dell’intero pamphlet in bilico tra critica di costume, realistico disincanto, ironia e psicoanalisi.» - Il FoglioScritto nella primavera del '65 per quella che avrebbe dovuto essere la Strenna della Rizzoli. Berto pochi mesi prima aveva pubblicato """"Il male oscuro"""" romanzo di cui stava - vanitosamente - assaporando le fortune mediatiche. Un pamphlet di un autore eretico, sul peggiore dei peccati umani, prima «censurato», poi casualmente perduto, rimasto di fatto inedito per quasi cinquant'anni. Attraverso lo specchio deformante della vanità Giuseppe Berto immortala l'inutile agitarsi di una società, la nostra, orfana di qualsiasi criterio di discernimento e del furore della rivolta. Al liquefarsi di tutto, non rimane che combattere giorno per giorno per preservare dal maligno la propria coscienza. Il resto non è vanità, ma semplicemente «vano»."" -
Una scimmia in inverno
Sembra che in Cina, o nelle Indie, quando arrivano i primi freddi delle piccole scimmie compaiano nei luoghi più impensati. Sono arrivate lì per curiosità, per paura, per disgusto, e ora non sanno più come tornare nelle loro foreste. Così, poiché gli abitanti locali credono che esse abbiano un'anima, si ingegnano per trovare il modo di ""rimpatriarle"""", lì dove ci sono le loro abitudini e le loro amicizie... Anche il giovane Fouquet soffre di quella stessa sindrome: è arrivato fuori stagione e apparentemente senza un motivo, in una cittadina della Normandia, Tigreville, ha preso alloggio in un albergo che non ha altri clienti, è separato, è solo, è alcolizzato. Quentin, il vecchio proprietario, lo riconosce al primo sguardo perché è come lui, fa parte di quegli emarginati della società e della vita per i quali il bere non è un vizio, ma il tentativo di colorare l'esistenza, di renderle il suo senso più vero. L'alcol è in grado di riportare Fouquet in Spagna, lì dove fu felice prima che il suo matrimonio andasse a rotoli: è grazie all'alcol se può praticare l'autoromachia, trasformando una strada in un'arena, una macchina in un toro, la sua giacca in una muleta... Quentin tutto questo lo sa perché c'è già passato e la sua Spagna è stata la Cina della sua giovinezza, quando faceva il militare sulle rive dello Yang-tsè-kiang. Lui poi ne è uscito, ma sa anche che se vuole salvare Fouquet dai suoi demoni deve in qualche modo rimettere in gioco sé stesso. Romanzo d'amore e di amicizia, """"Una scimmia in inverno"""" mette in scena la giovinezza, la paura di invecchiare, la solidarietà fra chi si sente escluso, l'eroismo quotidiano di chi ogni volta cerca di rimettersi in piedi. Prefazione di Massimo Raffaeli. Postfazione di Stenio Solinas."" -
La notte che arrivai al Café Gijón
Negli anni Sessanta della Spagna franchista, il Café Gijón era una specie di parlamentino letterario, dove si facevano e si disfacevano le reputazioni degli scrittori, si tenevano a battesimo quelle dei pittori, si aggiravano toreri e avvocati, generali in pensione, ex repubblicani usciti dal carcere e poeti maledetti, qualche alcolizzato e un po' di malavita. Quando Francisco, Paco per gli amici, Umbral sbarcò in quel caffè una notte di sabato, non aveva trent'anni e nemmeno una macchina per scrivere, nonostante si fosse autopromosso «periodista». Il Gijón divenne subito il suo porto: «Sapevamo che per le strade di Madrid non eravamo nessuno e tutti andavamo al Café Gijón per sentirci qualcuno». Così, questo libro è il racconto di un'età mitica, quando lentamente, sospettosamente, la Spagna comincia ad aprirsi alla modernità, la dissidenza politico-ideologica fa timidamente capolino fra il fumo dei sigari e il tintinnare della copitas di cava, cinema e letteratura cominciano a farsi conoscere al di fuori dei confini nazionali e il tutto ha un senso di nuovo, la fine di un dopoguerra durato troppo a lungo. -
La seconda morte di Ramón Mercader
Quando Ramón Mercader si presenta al controllo passaporti dell’aeroporto di Zurigo, il suo destino è segnato. Tutto ha avuto inizio quattro giorni prima, una volta lasciata Madrid per un viaggio d’affari ad Amsterdam. Ramón non si occupa solo di import-export: è una spia dell’Urss in terra di Spagna. La sua copertura, però, sta rischiando di saltare, e i servizi americani sono sulle sue tracce. Anche i russi e i tedeschi dell’Est si interessano a lui, e Ramón, in quella partita di caccia, potrebbe essere esca o selvaggina. È per questo che dalla capitale olandese è volato a Zurigo, per cercare di prendere contatto con i suoi capi, scoprire chi sta tradendo chi... Jorge Semprún non ha scelto a caso il nome del suo protagonista: Ramón Mercader, quello «vero», è stato l’assassino di Trockij. Attraverso il suo personaggio romanzesco e il suo omonimo reale, l’autore rievoca l’intera storia del movimento comunista, dalla Terza Internazionale alla guerra di Spagna, dalle repressioni di Stalin alla burocratizzazione del mondo sovietico negli anni Sessanta. Intorno alla tragica epopea del protagonista e degli altri personaggi, maschili e femminili, teneri e violenti, in una trama dalle sorprese continue, si dipanano i ricordi personali di Semprún, ma soprattutto il filo collettivo di una grande meditazione storica sul destino delle rivoluzioni. -
Sette giorni a Venezia. Una flânerie artistica tra sestieri, bacari e campielli
«O Dio, quale grande gesto di bontà abbiamo fatto in passato, e dimenticato, Che tu ci doni questa meraviglia, O Dio delle acque?» - Ezra Pound -
Hérodias
L'epoca è quella dell'imperatore romano Tiberio, la cornice geopolitica è il Medio Oriente, il protagonista è Erode Antipa, tetrarca di Galilea, feroce, lussurioso. Ha ripudiato la figlia del re degli Arabi, ha sposato Erodiade, già moglie di suo fratello Filippo, teme la rabbia armata dei primi, ha paura che per quella relazione giudicata scandalosa Roma non stia più dalla sua parte. A preoccuparlo è anche il ""caso Jochanan"""", il nome con cui il profeta Giovanni Battista è conosciuto: lo ha fatto imprigionare, non si decide a farlo uccidere, ne è spaventato, ma ne coglie la grandezza. L'occasione, infine, è la sfarzosa festa di compleanno di Erode stesso. Qui, dietro istigazione di Erodiade, del suo desiderio di vendetta e di potere, Salomè, che ne è la bellissima figlia, si esibisce in una danza voluttuosa che ha come scopo ultimo proprio la testa del Battista... Per la traduzione del racconto Hérodias, Giovanni Iudica, autore anche della Postfazione, ha fatto riferimento al testo, curato con scrupolo e sapienza, da Stéphanie DordCrouslé e Pierre-Louis Rey."" -
Servizi segreti a oriente di Costantinopoli
Sotto il vessillo della Guerra santa, grazie alla guida di Berlino e alla longa manus di Costantinopoli, tedeschi e turchi diedero il via nel 1914, mentre la Prima guerra mondiale si preparava a devastare il Vecchio continente, al tentativo di scatenare la rivoluzione nell'India britannica e nell'Asia centrale russa, nonché di rafforzarsi in Medio Oriente. Si trattava di una nuova e più ampia versione dell'antico «Grande Gioco», con il dominio del mondo come obiettivo finale. Raccontato con epici dettagli, Servizi segreti a oriente di Costantinopoli è il resoconto delle imprese, dei complotti, dei fallimenti e dei successi delle spie, dei cospiratori, dei diplomatici e degli avventurieri che vi presero parte nei due opposti schieramenti, in un susseguirsi di eroismi, tradimenti e sacrifici. Un'opera che getta nuova luce sulle ambigue trame delle grandi potenze in questa regione instabile del mondo in cui il «Grande Gioco» non è mai finito.