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Il numero 31328. Il libro della schiavitù
Anatolia, ottobre 1922. Con il tragico incendio di Smirne e la ritirata dell'esercito greco dal fronte lungo il fiume Sangario, dopo il velleitario sogno di marciare su Ankara, la popolazione greca dell'Asia Minore è lasciata in balia dell'esercito kemalista e di feroci truppe di irregolari. Nella città di Aivalì, di fronte all'isola di Lesbo, il giovane Ilias Mellos è nascosto in casa dai suoi. I turchi rastrellano tutti i maschi dai 18 ai 45 anni. Presto anche Ilias sarà catturato e inviato attraverso marce forzate a piedi nudi verso gli Amelè Taburù, i battaglioni di lavoro all'interno dell'Anatolia. Una cronaca cruda, immediata, priva di giudizi morali o sbavature retoriche, dell'abisso della violenza, della progressiva catabasi di uomini e donne nella disumanità della schiavitù. Pubblicato nella sua prima versione nel 1931 divenne un caso letterario nella Grecia ancora scossa da una tragedia che aveva visto riversarsi sulle isole e sulla terraferma più di un milione di profughi e morire centinaia di migliaia di greci anatolici nel corso di sistematiche violenze e rappresaglie. Scompariva definitivamente la millenaria presenza ellenica in Asia Minore, mentre la vita nei battaglioni di lavoro preannunciava l'inferno concentrazionario della Seconda guerra mondiale. Una dolente e corale testimonianza, un denuncia serrata degli orrori della guerra e dell'odio «questa potenza talmente deificata, ma che si rivela così sterile», tradotta per la prima volta in italiano in occasione del centenario di quella «Catastrofe dell'Asia Minore» che ha segnato la storia e la cultura greca. -
Supervagamondo. Viaggi e paesaggi, luoghi e incontri, miti e snobismi
Vagamondo sta a indicare il piacere del viaggiare e il gusto del raccontare, gli intrecci fra storia e memoria. Supervagamondo è un diario di bordo e insieme la mappatura di una particolare geografia politica, intellettuale e sentimentale, fatta di incontri, nomi, luoghi, paesaggi con figure e paesaggi con rovine. C'è la Russia della Rivoluzione d'Ottobre, con i suoi lutti e tragedie, eroi, vittime e canaglie, e quella attuale, con il Lamento per l'Ucraina come sottofondo, ennesimo capitolo di una storia che non sembra trovare la sua conclusione. C'è l'ultima colonia del XX secolo, Gibilterra, e l'ancora e sempre medioevo meccanizzato dell'Afghanistan; ci sono la sterminata spiaggia indiana di Alang, dove la modernità divora e risputa sé stessa, e i tristi tropici cubani di un post-castrismo che ormai celebra solo la propria sopravvivenza. E ancora, in una dimensione più intima e privata, frutto del rapporto fra il paesaggio e chi in qualche modo ha finito per incarnarvisi, il Kenia di Karen e Bror Blixen; la pampa dell'argentino Güiraldes, l'Irlanda dolce e disperata di James Joyce e Bobby Sands, la Fiume dannunziana, la casa-museo che John Soane eresse a propria immagine e somiglianza...Corollario a questo sentimento dei luoghi e del tempo, ci sono i ritratti di scrittori-viaggiatori come de Monfreid e Burton, romanzieri come Hemingway e Gary, avventurieri come il colonnello Lawrence, intellettuali inquieti come Koestler. Del loro percorso l'autore isola i momenti particolari che segnarono un cambiamento nel modo di essere: la fine di un'amicizia, la nascita di un amore, la scoperta o l'abiura di una fede politica... Infine, Supervagamondo è il resoconto, nel XXI secolo, di ciò che ancora ieri, «quando viaggiare era un piacere», teneva banco: una certa idea di bellezza, una certa idea di stile, lo snobismo e il dandismo con tutto il loro corredo romantico, ma anche triviale. L'omaggio malinconico e commosso a un «come eravamo» che non tornerà più. -
Seven days in Venice. An artistic stroll in and out of hidden corners, alleyways, and wine bars
It is neither an essay nor a guidebook, but a series of fascinating insights into the past and present of a unique city.rnIn Seven Days in Venice: An artistic stroll in and out of hidden corners, alleyways, and wine bars (Milan: Edi- zioni Settecolori, 2022), Donà dalle Rose accompanies us through his city while regaling us with impressions and thoughts, titbits and anecdotes. A journey with no beginning nor end, bringing together extraordinary people revealed in a new light. Not a guide, nor an essay but an elightened flânerie with maps, drawings, and historical notes to help illuminate the way. A short, meandering journey of seven days through the typical wine bars and small squares of Venice on the trail of personal memories that intertwine with those of illu- strious foreigners who visited and lived in the city. From Rousseau, Shakespeare, and Wagner in the Canna- regio district to Stravinsky, Foscolo, and Dante in Castello. From Turner, Ezra Pound, and Brodsky in Dor- soduro to Titian, Tintoretto, and Proust in San Polo. From Lorenzo Lotto, Nietzsche, and Monet in Santa Croce to Casanova, D'Annunzio, and Henry James in San Marco. From Byron, Hugo Pratt, and Thomas Mann in Lido to Stalin and Churchill cruising between the islands of the lagoon. And the list goes on. Strolls on land and trails through water that reveal the identity of a city that, unlike many others, is the sum of those who have lived it, loved it, hated it. A city so unique in the world in that it encapsulates all places while at the same time is nothing like any of them. Because Venice is many very different things, but it is not simply a “place”. It is more like a state of being, that somewhere you find yourself in, maybe even without having had a reason to go. Here, Donà dalle Rose gives you every reason to do just that, to go to Venice. -
I cospiratori
Città d’ombre, passiva e sonnolenta, durante la Seconda guerra mondiale Lisbona diviene un frenetico bazar che l’invasione nazista dell’Europa riempie di profughi: in fuga, in cerca di asilo o di soccorso. La capitale portoghese è un luogo dove forse ci si può fermare o ci si può nascondere, un luogo da dove forse tutto può ricominciare. È l’unica porta che ancora l’Europa può chiudere dietro di sé, l’ultimo porto sull’Atlantico e il Nuovo mondo. Non tutti quelli che arrivano, riescono ad andarsene. Non tutti quelli che arrivano, vogliono andarsene. Ci sono spie e avventurieri, truffatori e truffati, doppiogiochisti portoghesi e agenti segreti d’ogni dove, diplomatici europei disposti a monetizzare i favori inerenti al loro status: passaporti, identità, nascondigli sicuri, la certezza di un volo o di un imbarco. E naturalmente ci sono femmes fatales e tavoli da gioco, dinner jackets e dry Martini, la ronda del sesso dove l’amore può uscire come lo zero alla roulette del casinò. Vincent, il protagonista di I cospiratori, apolide suo malgrado, è appena evaso dalla prigione di Alfama, un’evasione «pilotata» che ha come obiettivo ultimo non la libertà, ma la morte. Deve uccidere, Vincent, uccidere chi ha tradito lui e i suoi compagni. Non ne conosce né il nome né il volto, e non ha molto tempo a disposizione. Non sa se chi ha tradito sia una «quinta colonna» interna, non sa neppure se possa veramente fidarsi della donna che ama… Analisi sottile delle mente e dei sentimenti di un killer suo malgrado, I cospiratori è un eccitante e coinvolgente romanzo dove la suspense percorre ogni pagina e preda e cacciatore si danno il cambio. -
La settimana santa
Pasqua 1815. Re Luigi XVIII è in fuga. L'usurpatore, l'imperatore, Napoleone insomma, ha lasciato l'isola d'Elba, è appena sbarcato in Francia, è in marcia verso Parigi. Molti generali, all'indomani della sua caduta, avevano prestato giuramento al potere legittimo dei Borboni, ma questo suo improvviso riapparire scombussola cuori e menti. Chi sono i traditori? Quelli che si raggruppano di nuovo intorno a chi donò loro la gloria o quelli che non vogliono abiurare il giuramento appena pronunciato? E gli ufficiali? E i soldati? E la corte, i salotti, gli intellettuali, le belle dame prima bonapartiste e dopo monarchiche? Con chi staranno? Con chi andranno? È la domanda che si pone anche il sotto-tenente Théodore Géricalut, un giovane che ancora ignora il suo destino di pittore, un giovane che ancora non sa che gli restano appena dieci anni di vita. Nell'attesa, cavalca con le truppe reali, in un paesaggio inzuppato di pioggia e reso scivoloso dal fango, ma non sa ancora fino a dove e fino a quando. Romanzo storico sui generis, in nome degli ""imprescrittibili diritti della fantasia"""", """"La Settimana Santa"""" coniuga il """"mentire-vero"""" caro ad Aragon, che costruisce un Géricault felicemente di fantasia e però reale, con le date, i luoghi, gli avvenimenti, le uniformi dell'epoca perfettamente documentati e resi con uno stile vivace e febbrile, in cui risuonano gli zoccoli dei cavalli, l'atmosfera febbrile dei borghi dove inseguitore e inseguito si tallonano, i pensieri, le azioni, le chiacchiere e i pettegolezzi dei grandi personaggi storici: Fouché, Ney, Chateaubriand, Filippo d'Orléans, Madame Royale... Salutato all'epoca come """"il nuovo Aragon"""", la sua """"resurrezione"""", questo romanzo racconta il passato con un occhio sul futuro. Che cosa significava nel 1815 giurare fedeltà?. Che significato potrebbe significare oggi' A quali fedeltà un domani potremmo dire sì o no? """"È un'opera dove l'avvenire conta più del passato"""", ha scritto con ragione François Nourrisier. Postfazione di Franco Cardini."" -
Di notte, davanti alla parete con l'ombra degli alberi. Ediz. illustrata
Nel tempo prolungato e sospeso che si confà alla durata e alle ore della sera, Peter Handke raccoglie frammenti di pensieri che brillano come pagliuzze d'oro e generano la luce magica più adatta ad animare gli arabeschi delle ombre. Scrive d'amore, ""in cui ci si può solo perdere"""", scrive di quel sentimento che nasce dalla comunione di amore e di volontà, l'entusiasmo, """"che si può solo condividere"""". Scrive anche delle """"nefandezze della fretta"""", dell'impazienza e dell'altro tempo, il tempo della natura, quello che ha a che fare con il vorticare delle foglie, l'oscillare dell'erba, il tremolio della rugiada, soglie più precise dell'alternarsi delle stagioni... Scrive infine del ritmo dell'anima (""""sta lì la durata"""")... Sono note che hanno il carattere della confessione, della rivelazione e i tratti, le vibrazioni della preghiera propria di un asceta laico. Note che Handke accompagna, intervalla, incastona con disegni (qui riprodotti e che fanno del volume un piccolo libro d'arte), diorama che sono danze di luce e pittura su vetro. Diario di uno scrittore autentico, preso di sorpresa, di notte, nell'ombra, taccuino di un cronista della durata, di un uomo che abita nella durata, che ha stretto amicizia con il tempo e si dice: """"Smettila di immaginarti di essere giovane - Perché?"""". Proprio la semplicità, la chiarezza, il nitore costituiscono la cifra stilistica di questi appunti che fanno sussultare il cuore ad ogni passo."" -
Speranza contro speranza. Memorie I
Nadežda, in russo, vuol dire speranza, e mai come nelle Memorie di Nadežda Mandel’štam, sperare, nonostante tutto e contro tutto e tutti, è stato un imperativo e un insegnamento. Uscite per la prima volta clandestinamente dall’Urss negli anni Sessanta, e subito tradotte negli Stati Uniti, le Memorie della Mandel’štam, ora pubblicate in Italia per la prima volta in edizione integrale (in due volumi: il secondo uscirà nella primavera 2023), raccontano il dramma di una generazione intellettuale all’indomani della Rivoluzione: le illusioni prima, la paura poi, la menzogna come habitus mentale infine. Raccontano altresì gli anni Trenta dello stalinismo, quando un’intera generazione di narratori, critici, poeti, da Osip Mandel’štam a Anna Achmatova, due nomi per il tutto, viene ridotta al silenzio, alla deportazione, alla morte. Infine, gettano uno sguardo sullo sconvolgimento che la morte di Stalin provocherà in un Paese talmente asservito dal terrore dall’essere incapace di capire che cosa quella scomparsa possa significare. Sincerità d’accenti, semplicità tragica, dignità, humour fanno di queste Memorie un capolavoro senza tempo. -
Casa come me-A house like me. Ediz. illustrata
Sulla scia di Mario Praz che alla fine degli Anni Cinquanta raccontava la Casa della Vita, Carlos D’Ercole si avventura nelle dimore di artisti ammirati, alla ricerca di libri, quadri, design e quant’altro sveli i gusti e i segreti degli intervistati. Dalla New York di Francesco Clemente, Albert Watson e Terry Winters alla Parigi di Miquel Barceló, dalla Madrid di Alberto García-Alix alla Lisbona di Pedro Cabrita Reis, passando per la Cracovia di Rafael Jablonka, la Roma di Abel Ferrara, Pablo Echaurren e Luigi Serafini, la Milano di Mimmo Paladino e Carlo Benvenuto, per approdare infine alla Bologna di Paolo Fresu e la Chiavari di Enrico Rava, nulla sfugge all’occhio chatwiniano dell’autore che con la complicità di amici fotografi individua passioni e furori collezionistici di ciascuno. Gli artisti coinvolti nel progetto Casa Come Me hanno voluto regalare alla fine di ogni capitolo un pensiero al lettore: uno sketch, un disegno, una foto inedita. Oggi non esiste più un Caffè Greco, un Rosati, un Giubbe Rosse dove potersi incontrare, confrontarsi. E allora Casa Come Me diventa quasi uno spazio fisico dove artisti che non si vedono da una vita o non si conoscono affatto possono finalmente dialogare. È una versione letteraria di Au rendez-vous des amis di Max Ernst.rnrnFollowing in the footsteps of Mario Praz, who depicted the Casa della Vita at the end of the 1950s, Carlos D’Ercole ventures into the homes of some of the world’s most admired artists, exploring their books, paintings, interior design and anything else that reveals the interviewees’ tastes and secrets. Nothing escapes the author’s Chatwinian eye. Together with contributions from photographers, he pinpoints their furies and passions. The reader glimpses New York through the eyes of Francesco Clemente, Albert Watson and Terry Winters, visits Paris in the company of Miquel Barceló, swings by Madrid with Alberto García-Alix, Lisbon with Pedro Cabrita Reis and Krakow with Rafael Jablonka, then experiences Rome with Abel Ferrara, Pablo Echaurren and Luigi Serafini, Milan with Mimmo Paladino and Carlo Benvenuto, Bologna with Paolo Fresu, and Chiavari with Enrico Rava. Each artist involved in A House Like Me contributed a unique piece at the end of each chapter: a sketch, a drawing, an unpublished photo. Today there is no longer a Caffè Greco, a Rosati, a Giubbe Rosse where before one could meet, discuss things. Thus, A House Like Me, has almost become a physical space where artists who haven’t seen each other for ages, or who haven’t even met at all, can finally engage in a dialogue. It is a literary version of Max Ernst’s Au rendez-vous des amis. -
Sui mari di Lord Jim. Un viaggio nel cuore di Conrad
Esistono geografie reali e geografie sentimentali, luoghi mitici e nomi esotici, intrecci di storie universali e di biografie individuali. Pochi scrittori sono riusciti come Joseph Conrad a creare un universo letterario parallelo e autosufficiente quanto però costantemente imbevuto della sua vita vera di marinaio e di esule sempre in bilico fra culture e lingue, eternamente a disagio fra sensi di colpa, dubbi e illusioni. rnIn questo libro meraviglioso, Gavin Young è andato per mare e per terra alla ricerca del Conrad più segreto, quello del cosiddetto «ciclo malese», romanzi e racconti straordinari quali La follia di Almayer, Un reietto delle isole, Il salvataggio, All’estremo limite, Giovinezza, Vittoria e, naturalmente, Lord Jim...rnA bordo del Fiona, e poi con altri mezzi di fortuna, Young naviga fra Sumatra e Java, Bali e il Borneo, Celebes e lo stretto di Makassar, Surabaya, un mondo imperiale perduto, britannico e olandese, di cui però ancora resistono dispersi frammenti: registri delle navigazioni, giornali, memorie, leggende, locande, case di marinai, cimiteri e lapidi… Con la pazienza e l’intuito di un detective senza pari e una perfetta padronanza della sua opera, Young guida il lettore nella ricerca di Augustine Padmore Williams, il modello di Lord Jim, sulle tracce di Schomberg, il losco locandiere di Vittoria, o su quelle del diabolico Jones... rnIl risultato è una navigazione fra passato e presente e insieme un prolungamento dell’uomo e dello scrittore Conrad, di cui Young diviene una sorta di «compagno segreto» più giovane, ma egualmente interessato a quella «cosa buffa che è la vita, quella misteriosa disposizione di logica spietata per uno scopo futile». -
La condottiera Elsa
All’indomani della Rivoluzione d’Ottobre, liquidata la resistenza della cosiddetta Armata Bianca rimasta fedele alla monarchia, l’Armata Rossa, alleata a un risorto esercito cinese, volge il suo sguardo e il suo desiderio di conquista a ovest: la Germania prima, e poi la Francia. L’obiettivo finale è infatti Parigi, far sì che i cavalli dei suoi cosacchi e dei suoi «gialli» alleati e compagni possano abbeverarsi nella fontana di Place Vendôme e galoppare dai Campi Elisi all’Arco di Trionfo… E così sarà. Al comando di questa invasione da oriente nel cuore dell’occidente decadente e borghese, c’è un bel cavaliere biondo e di sesso femminile, bionda e bella, dunque, la Condottiera Elsa, idolatrata dai suoi soldati, coraggiosa e spietata, una Giovanna d’Arco materialista che proviene dalla steppa… Pubblicato nel 1921, La Condottiera Elsa sarà il romanzo sempre citato e sempre ammirato da Céline, ovvero i suoi peggiori incubi messi su carta, il Finis Europae sancito dalla marea «rossa» e dalla marea «gialla» che di colpo sommerge il vecchio ed esausto Continente… Ma nello scriverlo, il suo autore, Pierre Mac Orlan, va oltre il semplice romanzo distopico o di fantapolitica. Con perfetta conoscenza della storia ci guida lungo i sotterranei della propaganda di massa e delle allucinazioni ideologiche, e ci fa conoscere il complicato rapporto fra vincitori e vinti, nonché il potere di seduzione e di corruzione che una civiltà morente riesce comunque esercitare su una barbarie che si crede sana e che ne vorrebbe prendere il posto. Visionario e ironico, crudele eppure capace di speranza, La Condottiera Elsa ci mette di fronte a un nostro possibile futuro. -
Wolfango Dalla Vecchia. Stringendo alla musica il tempo
Dalla Vecchia (1923-1994) è una figura di primo piano nella seconda metà del '900: organista, compositore, direttore d'orchestra, filosofo e musicologo, docente d'organo, di composizione, pioniere della nuova didattica della composizione negli anni '60 a Venezia, direttore del Conservatorio di Padova. La sua produzione conta sessantadue numeri d'opera: musiche corali, un'opera lirica, liriche vocali, balletti, composizioni per orchestra, cameristiche per gli organici più diversi, per la scena, computer music, pezzi per organo e per pianoforte. Il libro è strutturato cronologicamente sulle opere e ne mette in luce i significati e la portata del contributo per l'evoluzione del panorama storico-musicale. L'intento del lavoro è ambizioso: favorire la divulgazione e approfondire la conoscenza della musica e delle idee di uno dei protagonisti del nostro tempo musicale. -
Psalmodia vespertina-Quanta certezza. Con CD-ROM
La raccolta conta tredici salmi e un ""Magnificat"""" per doppio coro e organo e segna la conclusione del breve periodo di formazione del giovane musicista a Roma. Composta sotto l'egida di Ercole Bernabei, direttore della Cappella Sistina, mostra già i caratteri tipici dello stile di Steffani, come per esempio l'assetto magniloquente insieme alla maestria per l'invenzione melodica."" -
Emanuele Muzio. L'unico allievo di Giuseppe Verdi. Atti del Convegno (Zibello, 25 ottobre 2009)
A Verdi non piaceva dare lezioni di musica e non volle mai avere allievi, ma per uno fece un'eccezione: era Emanuele Muzio, nato a Zibello e più giovane di appena otto anni, ma sufficienti per fare di lui un devoto del Maestro. Fra 1844 e 1849 Verdi insegnò a Muzio armonia, composizione e contrappunto, ma presto fra i due si stabilì anche un rapporto di amicizia. Tentata la strada della composizione, Muzio capì ben presto che la sua vocazione era piuttosto l'insegnamento e la direzione d'orchestra. Lavorò negli Stati Uniti, in Inghilterra e in Francia, dove morirà nel 1890, distinguendosi per la severità e la passionalità delle sue direzioni e per l'abilità nell'insegnamento del canto, durante il quale ebbe allieve destinate a diventare celebri, come Adelina Patti. Autore di molta musica da camera, Muzio ha vissuto a lungo nella critica all'ombra di Verdi. -
Da limpida vena. Scritti scelti
Il volume ripropone in edizione anastatica dieci saggi del musicologo e italianista Bruno Brizi (1944-2009) - docente di Forme della poesia per musica al Dipartimento di Storia delle arti visive e della musica dell'Università di Padova - in un'ideale galleria che vede al centro dell'esposizione Metastasio e Calzabigi, nelle sale laterali i compositori Vivaldi, Gluck, Salieri, Donizetti, e in uno specifico padiglione la poesia per musica del Cinquecento: scritti scelti di uno studioso che ebbe costantemente a cuore l'incredibile vitalità della civiltà musicale e letteraria italiana nel lungo periodo che si estende dal Rinascimento all'Ottocento. -
Lucio Silla. Lucio Cornelio Silla dittatore. Con CD-ROM
Un'altra opera della collana dedicata al poeta livornese Giovanni De Gamerra morto a Vicenza nel 1803. Alla base della collana sta una ricerca minuziosa delle fonti che si traduce nelle schede pubblicate alla fine di ogni volume. La vita di De Gamerra, resa difficile e tormentosa dalla rottura con la famiglia, dalle difficoltà economiche, dal fallimento della carriera militare, dal tragico amore per la giovane Teresa Calamai e dalla follia conclamata della moglie, oltre che dalla propria, si apre e si chiude nel segno degli Asburgo. Se nel campo del teatro tragico si vanta di aver introdotto per primo in Italia le ""tragedie domestiche pantomime"""", per i libretti d'opera debutta nel segno di Metastasio, conosciuto durante il primo periodo viennese, ma travalica il modello grazie a un vivo senso del dramma musicale, aperto al cambiamento e all'innovazione."" -
Il teatro alla moda
Si tratta di una vivace satira che denuncia, con un linguaggio spiritoso e all'insegna del paradosso, i supposti mali dell'opera, contribuendo a sviluppare nuove istanze riformatrici. Dotato di un vivo senso dell'umorismo corrosivo, Marcello si cimentò con successo nel genere comico e questo brillante pamphlet, qui riproposto in una nuova edizione critica minuziosamente commentata e completata con disegni e immagini dell'epoca, ha contribuito certamente alla sua notorietà. -
Gli artifici contrappuntistici di Johann Sebastian Bach
Rivolto ai docenti e agli studenti del corso di composizione presso i conservatori di musica, questo volume contiene uno studio approfondito degli artifici contrappuntistici contenuti nell'opera di Johann Sebastian Bach, della quale prende in esame i due volumi del ""Clavicembalo ben temperato"""", l'""""Arte della fuga"""" e l'""""Offerta musicale"""". Lo studio esordisce con la distinzione tra """"intervalli superiori"""" e """"intervalli inferiori"""", fondamentale per evitare errori nel calcolo dell'ampiezza degli intervalli. Viene quindi elaborata una nuova teoria per il """"raddoppio di una melodia per terze, seste e decime"""", per """"le imitazioni e le progressioni imitate"""" e per """"il moto contrario, il moto retrogrado, il moto contrario retrogrado"""". Infine, ampio spazio viene dato alla costruzione dei canoni dell'""""Offerta musicale""""."" -
La voce di Mignon. Viaggi nel canto tra Goethe e Schubert
Mignon è una creatura poetica nata dalla penna di Goethe, simbolo di un sentimento specifico, la Sehnsucht, che in italiano si traduce impropriamente con la parola Nostalgia. In realtà, Mignon rappresenta la nostalgia che ha perso il suo stesso oggetto, e che quindi non è soltanto dolore per la lontananza, diventando pervasiva e totalizzante proprio per la sua indefinitezza. Partendo dalle specialissime pagine schubertiane dedicate a Mignon e dall'intensità che la voce dei versi di Mignon vi trova, personaggi e storie si dipanano a raccontare la Sehnsucht in alcune possibili manifestazioni tra persone come noi, o che nel nostro stesso mondo vivono. -
Pietro Nardini (1722-1793) da Livorno all'Europa. Catalogo tematico delle opere
Pietro Nardini fu violinista tra i più celebrati del secondo Settecento, esponente di spicco dell'antica tradizione italiana e, in particolare, della scuola tartiniana, la cui identità stilistica risiedeva nel cantabile, nell'ornamentazione espressiva degli adagio, e nel magistrale virtuosismo tecnico; una scuola che il violinista livornese continuò a Firenze e che formò eccellenti strumentisti. Accostarsi a Nardini significa accettare di introdursi nella complessità determinata dal trovarsi «tra due stili»: la ricerca di significati, di discorsi e di affetti propri della musica barocca viene infatti trascritta da lui in un linguaggio nuovo, costituito da un registro prevalentemente elegante, ricco di colori musicali e pieno di spirito, che dà il tono alla musica che sta per arrivare. Questo catalogo vuole essere la porta per entrare nell'opera di un violinista-compositore che suscitò l'interesse dei Mozart e di numerosi altri suoi contemporanei, e che oggi sembra tornato al centro dell'attenzione degli esecutori più consapevoli. -
Bruno Pasut. Un protagonista del Novecento musicale italiano
Artista poliedrico e di riconosciuto valore (organista, pianista, compositore, didatta, direttore di coro e d'orchestra, musicologo), pilastro della vita musicale di Treviso per un settantennio, Bruno Pasut (1914-2006) ha segnato il Novecento italiano con la sua fervida e benemerita testimonianza. Questo libro ripercorre la vita del Maestro nelle sue dimensioni biografiche, critiche e documentali, restituendoci una personalità carismatica ricca di passione, autenticità e lungimiranza, ricordata, oltre che per il prestigioso curriculum professionale e artistico, per la signorilità d'animo e la generosa disponibilità. Accanto alla minuziosa e dettagliata parte biografica scritta dal curatore, completano la pubblicazione un saggio storico analitico sulla genesi del pensiero musicale del Maestro, una riflessione in forma di suite dell'autore delle trascrizioni di tutte le opere inedite e, per finire, il catalogo delle opere.