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Per prima viene la ginestra. Nuova ediz.
"Per prima viene la ginestra"""": la natura incolta, dopo 5 millenni di sapere e coltivazione, ritorna proprio come un fulmine... Il Principe, in un ciclo fatto di meditazione, sogno, viaggio, concetto e sapere, tiene i fili del suo grande e microscopico teatro dei burattini, sempre più rarefatto, dichiarando amore e amicizia senza limiti alla conoscenza e a ciò che la sostiene. Aristocratico di nome, come un'etichetta, elevato di fatto, è il negativo fotografico del Principe di Machiavelli. Il suo con noi è un andare socratico, iniziatico, in una speranza triste di proselitismo, così difficile da attuare dove tutto è liquido e scorre, e siamo travolti. senza i nostri fossi canali dighe fogne acquedotti bicchieri... Alla ricerca della coltivazione, del tempo perduto, un viaggiatore studia un borgo come se fosse il castello di Kafka, invece è il castello del Principe. Ma è lui che racconta... Indica una strada e la scandisce con continui inserti filosofici: in fondo, estrae delle domande, come da un manoscritto in una bottiglia. In questo romanzo, il Principe mostra la sua carta d'identità: ma è solo l'inizio..." -
Introduzione alla sociatria. La nuova sociologia clinica di società e persone
Sociologia, filosofia della società, sociologia clinica: Sergio Bevilacqua, con un programma di rivitalizzazione della natura scientifica della Sociologia, che ha consistito in circa 1000 interventi pratici di miglioramento e risoluzione di problemi delle società umane, dopo 40 anni sul campo, finalmente giunge a fare, come previsto all'inizio, il punto scientifico sulla materia. Questo libro è l'introduzione a una nuova scienza, basata su un ciclo esauriente di euristica, gnoseologia, epistemologia e della necessaria ermeneutica e, come le altre scienze, tutta utile alla clinica delle società umane. Per assorbire tramite le società la complessità umana ed evitare per sempre le guerre. -
La Ribbiddrina. III libro del Trittico dell'amor tragico in terra di Sicilia. Nuova ediz.
Dopo aver identificato i due epicentri del terremoto, quell' ""Amor Tragico"""" che attraversa la società siciliana (il milieu, ne """"L'ammazzatina"""", e la psicologia dei personaggi della scena amorosa, nello splendido mosaico de """"La fuitina""""), nel terzo e ultimo romanzo della trilogia """"Trittico dell'amor tragico in terra di Sicilia"""", Vito Giuliana descrive il vero terremoto. Esso scuote all'epoca dei fatti, quel tempo del secondo dopoguerra, la civiltà dell'isola ma si protrae, distruttivo, ondulatorio e sussultorio, fino alle ultime innovazioni giuridiche, alle soglie del nuovo secolo. Il terremoto di passioni e tradizioni culturali che Giuliana innesta nel nostro animo con la sua prosa delicata, intensa e magica, si scarica su umani che imparano a essere animaleschi, a intervenire secondo consuetudini di un potere sud-mediterraneo che non ha qui nemmeno le regole che trova nell'Islam. Come bestie feroci, i maschi giovani imparano l'arbitrio e la violenza, protetti dalla legge del branco, che dà loro in pasto le femmine. Ma il conflitto coll'ambiguo diritto esistente già procura disequilibri, e la formazione dei giovani mostri si completa nelle gabbie carcerarie..."" -
L' oscura fabbrica del Duomo
Milano, 1390. Mentre fervono i lavori per il nuovo Duomo di Milano voluto dal potente ambizioso signore Gian Galeazzo Visconti, l'inquisitore Beltramino da Cernusco indaga su strane sparizioni nei villaggi delle campagne milanesi. Nell'occhio dell'inquisitore vi sono due streghe pentite che avevano già partecipato a riti pagani in onore della oscura e temuta ""Madonna Oriente"""". Ma le indagini porteranno anche alla stessa Fabbrica del Duomo, dove operano i misteriosi Maestri Comacini, che si dice conoscano i segreti esoterici del tempio di Salomone. Una vicenda che porterà il nostro inquisitore a mettere in dubbio lo stesso ordine della giustizia terrena, rovesciata da quella """"scimmia di Dio"""" che è il Diavolo."" -
Anime e nomi di Capo Spartivento
Antonino Fortunato Aloi affronta il mosaico umano del suo paese d'origine, Capo Spartivento, il punto più a sud della penisola italiana, simbolizzata dal suo importante faro, ben conosciuto da tutti i grandi naviganti nel Mediterraneo. 72 profili, pennellate di una Comedie Humaine che ci porta a una comprensione straordinaria del luogo, della sua gente e della sua storia non solo recente, e a godere anche da ogni latitudine di questa lettura, ricca di spunti microeconomici, sociologici, psicologici e morali. -
La ciotola del cane
«Stasera sono stanco ma di una stanchezza dolce. Con questa stanchezza sarebbe bello morire. Morire in questa quiete e con questa sensazione di rilassamento e spossatezza, non è la vita che ti abbandona: sei tu che abbandoni la vita. Sei tu che ti stanchi di vivere. Come sarebbe bello salire fin lassù e tramontare con il sole in mezzo a quelle nuvole color del fuoco e del sangue. E poi domani mattina quando all'alba il sole mi chiamerà per rinascere con lui io gli risponderò: ""No, grazie, io rimango qui"""".»"" -
Quella terribile stagione. Nuova ediz.
"M'incorniciavano il volto quattro dita di barbaccia a pizzo, capelli a cascata sulle spalle e un cappello d'alpino (quello del tenente) calcato in testa. Indossavo maglione e una giacca a vento inglese scesa con i lanci, più sei caricatori da Sten che mi coprivano completamente il petto. Una pistola P38, due bombe SIPE, un pugnale e una bomba al plastico completavano il mio arsenale, da cui mai mi separavo. Le munizioni erano un problema, in quanto le armi recuperate ne avevano scorte minime, tanto che i pidocchi trovavano rifugio nei caricatori. Inoltre, indossavo calzoni alla cavallerizza, calzavo un paio di stivali e portavo infine sulle spalle uno zaino contenente calze pulite e calze sporche."""" Ecco, il ritratto del comandante Remigio Tempesta nei suoi vent'anni da poco compiuti, completato da sguardo profondo e diretto, venato dalla sfumatura di spavalderia mista a compiacimento, tipica dell'età giovanile." -
La via della croce. Ediz. illustrata
Un romanzo metafisico questo di Piccardo, ove istanze di giustizia umana e filosofica s'intersecano come in Kafka. Ma il Principe, speranza dell'umano, è anche lui soggetto alla violenza dei tempi e la brama della vera vita lo porta a cercare in Canton Ticino la tranquillità e il rispetto. Non suppone, però, che la distruzione della sua storia e grandezza simbolica avverrà così tragicamente: un attacco alla sua nobiltà e alle sue radici lo farà assomigliare alle persone che la sua elevatezza ha assistito, come il narratore o come la diafana Perdita, bellissimo nome di origine latina e di significato evidente utilizzato da Shakespeare in Winter's Tale e da Piccardo sciacquato nel preraffaelitismo. La calma delle montagne ticinesi, ove in gran parte si svolge l'opera, è la cornice nitida di un viaggio nelle voragini della mente umana, invasa non dalla follia, ma da un signorile aconcettuale e alla disperata ricerca di un progetto di senso. L'opera, sempre un poco sognante, è strutturata su 12 capitoli, come le 12 stazioni della via crucis. Ma, alla fine, nessuna resurrezione. -
Amori sul Po
Gli amori descritti da Debora Lupo durante gli scatenati anni '90, dipingono il quadro di una generazione non ancora Millennial e non più novecentesca. Mentre in quegli anni tanti inseguono vuoti sogni di piacere ed edonismo, un emblematico gruppo di giovani maschi padani si appoggia sul grembo dell'eterno femminino, che prende le forme ora di una donna ora dell'altra. La Lupo, attraverso le diverse storie del romanzo, disegna quell'insieme desiderante maschile che soggiace alla seduzione variegata di tante donne, le quali, in realtà, sono sempre, soltanto Una. Ed è proprio esso, l'Eterno femminino, che racconta, che mostra, che ci fa vivere, in chiave squisitamente muliebre, la cronaca di quegli amori. -
Matilde di Canossa. Testi teatrali. Ediz. illustrata
Indomabile, solitaria guerriera, Matilde fu la donna più potente del suo tempo. È il tempo delle lotte per la supremazia sul mondo cristiano fra il papa e l'imperatore, il tempo dei tradimenti, delle scomuniche e dei perdoni. È il tempo delle battaglie e delle guerre feroci, dei lunghi viaggi attraverso paludi e foreste, dei matrimoni combinati e delle regine ripudiate. Ma chi era questa donna che, agendo con discrezione e diplomazia, riuscì a ricomporre il conflitto fra il potere laico e il potere religioso? I due testi teatrali, concepiti in forma di episodi ma ognuno conchiuso in se stesso, vogliono essere un viaggio nella biografia della contessa Matilde di Canossa, con uno sguardo particolare a Matilde ""donna"""": una donna di potere ma pur sempre una donna, dando voce a uno dei più suggestivi e affascinanti personaggi femminili della storia medievale."" -
Trilogia del Principe: Per prima viene la ginestra-La via della croce-Il bando di Lamia
Un'opera estesa e intensa, che ha trovato una sua composizione sinestetica nella collana Interartes, dalle arti per le arti, grazie a diversi tipi di libera contribuzione: la principale, letteraria, di Luca Remigio Piccardo; poi quella illustrativa e critica, di Ermanno Luzzani; quella forse in parte ispirativa ed editoriale, di Sergio Bevilacqua che le dona il numero 50 della sua accorata produzione. Tre romanzi di Piccardo collegati in serie: ""Per prima viene la Ginestra""""; """"La via della Croce""""; """"Il Bando di Lamia"""". Quasi 700 pagine come i 700 anni che il 2021, ove si lancia questo testo, conta dalla morte del grande padre della lingua italiana e dell'immaginario letterario Dante Alighieri. Tanto da aver ispirato artisti come Sandro Botticelli, Gustave Dorè, William Blake, Salvador Dalì. Le quasi 500 pagine della trilogia di Luca Remigio Piccardo sono riuscite in un piccolo miracolo in analogia. L'arricchimento iconografico di Ermanno Luzzani, cui si devono oltre alle illustrazioni anche le ultime quasi 200 pagine, mostra un esercizio equilibristico poderoso e importante, e sfodera importanti qualità di critico letterario nel testo in epilogo dell'opera."" -
I Marafioti e Capo Spartivento
Romanzo storico sorprendente per qualità storiografica sociale ed economica di questa area della Calabria Ionica, emblematica del Mezzogiorno tutto. Oltre un secolo e mezzo di evoluzione dei costumi e della gestione agricola, delle infrastrutture, con la ferrovia, le nuove strade e le nuove tecniche di navigazione con la costruzione di fari su tutte le prominenze rilevanti delle coste italiane. Le nuove tecnologie agricole s'incontrano con la nuova concezione del territorio, con la gestione del ciclo delle acque per irrigazione e allevamento, con la lo sviluppo dei mercati agricoli. Vediamo cambiare la gente del luogo, i lavoratori della terra, dietro la guida di borghesi colti venuti dalla grande città non lontana di Reggio Calabria, i Marafioti, che spostano a destino economico la vocazione patrimoniale del latifondo dei precedenti proprietari, nobili di stirpe e decaduti. E poi l'attenzione al mare, prima solo fonte di paure e preoccupazioni e via via considerato sempre più fonte di benessere anche a Capo Spartivento: borghi abitati a mare, in corrispondenza dei borghi millenari di monte.Un viaggio imperdibile nella storia del nostro Sud. -
Zero all'alba
"Piccola città, bastardo posto..."""" cantava Guccini un po' di tempo fa. Questa è appunto la storia di alcuni avvenimenti di qualche anno fa tra gli anni '60 e i '70 in una piccola città della provincia piemontese, e di una generazione dei suoi abitanti, visti con lo sguardo di uno di loro, che ritorna dopo un anno passato a fare il militare. Zero all'alba, nel gergo dei militari di leva, è appunto la definizione del giorno in cui la naja finisce e si torna a casa. Ogni capitolo ha il titolo di un film, e in effetti tutto in questa storia sembra in qualche modo un film, di cui i personaggi, senza rendersene conto sul momento, erano nello stesso tempo gli attori e gli spettatori. A viverlo da attori, a loro sembrava un film dal ritmo frenetico di un muto di Buster Keaton, con qualche rara didascalia per tirare il fiato. Da spettatori, invece, a loro sembrava che non succedesse quasi niente, con alle spalle uno sfondo fisso e noiosissimo, come nel teatro greco. Un po' dei personaggi hanno continuato a recitare la loro parte, anche dopo." -
Il Bacialé
Ognuno ha una storia da raccontare, se c'è qualcuno capace di ascoltarla. E tutti, ogni giorno, possono avere una ragione per morire, ma anche una ragione per vivere. In una valle di collina, vicino a un piccolo paese delle Langhe, intorno alla ricerca di un uomo sparito, si dipanano le storie di persone apparentemente qualunque, ognuna delle quali però svela qualcosa di speciale, che riempie il racconto di mistero, emozione, sorriso, tristezza, felicità. Ognuno di loro racconta la sua storia al maresciallo Scarcella, anche lui un personaggio sorprendente, arrivato su quelle colline dalla Calabria per fare solo il carabiniere, ma poi trasformato, più per necessità che per intenzione, in un combinamatrimoni, un bacialè. -
L' ombelico del mio mondo
Queste poesie nascono dalla ricerca, dal continuo pensare: al mondo, ai suoi suoni, odori, sapori e colori. Nelle mie parole l'unico riflesso della mia anima, nelle opere il labirinto dei miei pensieri. Le opere pittoriche realizzate d'impulso con tocchi delle dita cercano di comunicare suggestioni e in-canto. Da un animo malinconico ma insieme speranzoso e sempre a cuore aperto riecheggio il disagio e l'entusiasmo del vivere moderno, scolpito dai ricordi di adolescenza in campagna, nato nei germogli del tempo in Oriente e maturato, appena ora, al tiepido sole veneziano. Tepore porto dentro, e un vulcano di vita. -
Sociologia dell'arte. Scritti dal globantropocene mediatizzato
L'opera inizia un inquadramento estetico dell'arte oggi, e si appoggia alle condizioni della rivoluzione sociologica che stiamo vivendo, basata sul contemporaneo effetto della globalizzazione ormai adulta, dell'antropocene di cui viviamo l'impatto straniante e delle mediatizzazione totale dovuta alla fusione tra web e telefonia cellulare. Tutto ciò non lascia esente l'arte, presente passata e futura... -
L' autunno umido dell'Avendaño
"Se ci si chiude in se stessi diventa tutto viola e nero. Oppure grigio. La smetta! Sono colori pericolosi, che fanno male!"""" Questa può essere la chiave di questo romanzo di un giovane scrittore già referenziato, ma ancora sulla via della sorpresa. Per Luca Remigio Piccardo la letteratura è viaggio interiore che prosegue all'esterno e poi si riversa nelle parole, nella sua scrittura, che si avvale, con serietà e professionalità, della scuola dei grandi del passato, della grande drammaturgia letteraria russa, dei francesi, e della sua ottima fucina verbale. Un quadro (e... non solo), """"L'Autunno umido dell'Avendaño"""", è pretesto di un viaggio in un immaginario simbolico, ricco e fraterno, che tende all'abbraccio, più che allo strozzamento suicida, come in altre sue opere. Ci mancava un Piccardo bendisposto, e l'abbiamo trovato col pretesto di un quadro che guida la sua affascinante affabulazione, proprio all'opposto del ritratto di Dorian Grey: il quadro proietta se stesso nel suo fruitore, facendolo mutare come muta esso in Oscar Wilde. Lasciatevi andare, e il gioco è fatto. Perché è grande letteratura." -
La Vergine di Nazaret
Questo studio sulla Vergine Maria vuole distinguersi da altri saggi di argomento simile per via della prospettiva. Non vuole affrontare la figura di Maria solo da una prospettiva devozionale cattolica né, dall'altra parte, dalla prospettiva meramente razionalistica. L'eccezionalità di Maria, unica frale figure di madri di fondatori di grandi religioni, sta nel fatto che la Sua persona è stata al centro della riflessione delle grandi religioni non cristiane, Islam in primis ma anche Ebraismo e Induismo, oltre ad essere al centro di una produzione poetica, artistica e musicale senza eguali per ogni altra creatura, senza poi contare i fenomeni di apparizione tutto rappresenti in ogni angolo del mondo. E la cosa più straordinaria è che la creatura umana più amata del mondo non è una regina o un'eroina, ma una donna comune la cui biografia è difficilmente ricostruibile a causa della scarsità di dati. -
In Morte di Orfeo. Orfeo ed Euridice
Un poema e dei sogni d'oro illustrati per sognare un poco ancora con Orfeo ed Euridice -
Prime anime vaganti. Ediz. illustrata
Non sono ectoplasmi: le anime vaganti sono proiezioni del non-conscio ed emergono nella mente del pittore Andrea Bassani verso la mezzanotte, ora delle streghe e dei fantasmi, ma anche della cucurbitacea carrozza di Cenerentola. Giungono, accompagnate da musica particolare che spinge la mano coi colori verso la deriva della coscienza e, nel silenzio notturno, occupano lo spazio dell'immaginario. I loro visi sono ritratti simbolici, che con gli occhi della trance evocano fatti e fenomeni di vita passata, presente e futura. Profezie, maledizioni, tristi mancanze mai sanate, incontri dell'ironia, dell'assurdo, dell'incomprensione e dell'accondiscendenza. Un'esperienza umana, ciascuno di questi volti, con cui Andrea Bassani sobilla la nostra quiete, produce invasione della nostra mente ed evoca episodi strani e diversi della nostra vita, così come della sua... Un timido sonetto ciascuno (Bevilacqua), e un vino profumato per sostenerci (Renzi), come a indicare delicatamente la via personale che ciascuno può trovare in loro. Così, nell'Arte.