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Conversazioni con il fotografo
In questo dialogo schietto e ricco di umore, gli autori evocano insieme gli alti e bassi di una vita di fotogiornalista. Emmanuel Guibert domanda, Didier Lefèvre risponde. La conversazione è illustrata da numerose fotografie e seguita da un portfolio composto da 58 immagini. Pagina dopo pagina l'indagine attraversa i fronti della tecnica per affrontare i temi dell'etica del fotografare. Dall'edizione francese del 2006. -
La storia di Piero. Fra dovere e coscienza
La storia di un giovane militare e il crescere di nuove consapevolezze fra guerra, prigionia e ritorno a casa. Da una storia vera. -
Il generale
All'indomani della battaglia di Bezzecca del 1866, la presenza in una famiglia contadina di un generale fa irrompere la Storia nella vita della comunità. -
La sfida del pluralismo al diritto, ai diritti e allo Stato. Teoria e casi di diritto plurale
Una filosofia politica pluralista che indaga fra universalismo e particolarismo, autodeterminazione e cittadinanza. -
Gli occhi su Brescia. La città trent'anni alla ribalta tra Concilio e la fine dei partiti
Un inedito sguardo sulla politica e la società bresciana, fra rimandi nazionali e eventi locali, nella memoria di uno dei suoi protagonisti. -
La muraglia e altre geneaologie
Lo sguardo curioso, stralunato e partecipe dell'autore-architetto e osservatore-fra rimandi e assonanze, dal lirico al sarcastico. -
Rapsodia familiare in tre tempi. Uno sguardo sulla vita
Il diario della lunga vita di Bianca Daller Gritti, ragazza di famiglia tedesca cresciuta in Italia, insegnante, moglie e madre, che con disincanto racconta la propria biografia sino alla morte avvenuta nella strage di piazzale Arnaldo di Brescia il 16 dicembre 1976. Volume edito in occasione del 40° anniversario della strage. -
Delitto in sacrestia per il commissario Martini
In questo nuovo episodio della saga del commissario Matteo Martini, due efferati omicidi sconvolgono il sonnecchioso paese di Castel San Giorgio, grazioso borgo della Bassa. In un ambiente poco consono a fatti scellerati che sembrano impossibili da dipanare, intrecciati risvolti e colpi di scena si susseguono sino alla soluzione finale. Grazie all'aiuto della sua squadra e al suo infallibile intuito, ancora una volta il commissario riuscirà a far trionfare la giustizia dentro e fuori la... ""sacrestia""""."" -
Buon viaggio Tarek
La storia illustrata del viaggio del bambino Tarek dal natio villaggio, attraverso il deserto e il mare, sino a... -
Per amore e desiderio. Lettera all'uomo che sarai
Quello di scrivere ""a coloro che verranno"""" è molto più che un genere o uno stile letterario. Quando l'autore è animato da forte passione civile, questa tecnica di scrittura può diventare un vero e proprio esercizio di responsabilità, rivolto alle generazioni future ma anche ai lettori di oggi. È il caso di questo libro, pensato e scritto come una lettera di una nonna al nipotino che sta per nascere, in cui la forma stessa della lettera è molto più di un mero escamotage retorico. Si tratta di un vero e proprio dono che l'autrice fa al nascituro, un modo straordinario (cioè bellissimo e non ordinario) di """"prendersi cura"""" di lui e dell'uomo che sarà."" -
Il giudice Albertano e il caso della scala senza fine
Il quarto caso dell'investigatore giudice Albertano, personaggio medievale realmente esistito (XIII secolo), fra intrighi, passioni ed enigmi propri del suo tempo. -
Giuseppe Filippini. Il padre delle cooperative sociali
La biografia di un uomo che ha creduto nel sogno della cooperazione quale strumento di crescita della propria comunità. -
Delitto di paese. Una strana indagine per il Brigadiere del Carmine. Brescia 1915
Un nuovo caso per l'investigatore Francesco Setti, fra atmosfere urbane e abitudini di campagna. Per cercare la verità e sperare che la giustizia possa prevalere. Almeno qualche volta. -
Arcobaleni. Brescia e i diversi orientamenti sessuali
Un documentato excursus bresciano nella storia e nel presente dei movimenti Lgbt e nell'associazionismo delle famiglie arcobaleno attive per il riconoscimento dei propri diritti. -
Il teatro dei burattini di Rosalia. Quattro storie
Immagini, burattini e testi di scena di una burattinaia autodidatta. -
La società dei devianti. Depressi, schizoidi, suicidi, hikikomori, nichilisti, rom, migranti, cristi in croce e anormali d'ogni sorta...
Ho vissuto metà del mio tempo nei luoghi dove si deposita la follia più indesiderata e tutta la possibile devianza dalla norma. E ho visto, da questo luogo privilegiato, in che modo gli uomini si trasformano, sia i curanti che i devianti. Si chiude con queste crude storie che raccontano il mal di vivere della nostra epoca la trilogia della riluttanza iniziata con ""La fabbrica della cura mentale"""" e proseguita con """"Il manicomio chimico"""". A partire dalla sua frequentazione quotidiana con la sofferenza psichica, Cipriano si misura con quella stanchezza esistenziale, sbrigativamente definita depressione, che la nostra società antropofaga prima alimenta e poi cerca di etichettare con quel furore diagnostico e categoriale che le è proprio. A ogni deviante la sua etichetta, medica o psichiatrica, ma anche sociologica o giudiziaria, che così diventa una sorta di tatuaggio identitario, un destino imposto da cui tutto il resto deriva: gli obblighi, i percorsi, le scuole, le cure, i farmaci, le prigioni, ciò che ognuno potrà o non potrà fare (ed essere) nella sua vita."" -
Anarchia e potere nella guerra civile spagnola (1936-1939)
Nel contesto di una feroce guerra civile tra fascismo e antifascismo, un radicato e forte movimento libertario prova a realizzare, nelle zone in cui il golpe militare è stato sconfitto, quella società di liberi e uguali per la quale si è sempre battuto. Vengono così sperimentate migliaia di collettivizzazioni urbane e rurali, e parallelamente viene combattuta una ""guerra antimilitarista"""" basata sulle milizie volontarie. Questo peculiare intreccio di guerra e rivoluzione incide profondamente sul contrastato rapporto con il potere che segna l'azione anarchica e anarcosindacalista dell'epoca. A otto decenni da quelle vicende, questo libro racconta l'ultima rivoluzione europea, insieme ai tentativi pragmatici e talvolta contraddittori messi in atto dai suoi protagonisti libertari."" -
L' oppio del popolo
"Quanti sono gli italiani che vivono di «cultura»? Sono - anzi siamo - milioni, ben piazzati nelle scuole di ogni ordine e grado, nei giornali, nell'editoria, nello spettacolo, nella televisione, nelle radio, nei blog, nei musei, nei festival, negli assessorati alla cultura, nel turismo, nella pubblicità... Siamo la più grande «fabbrica» del paese, pur se privi di qualsivoglia identità collettiva. Un gran giro di soldi, un gran giro di chiacchiere. Ma al di là del peso economico, non sarà che il sistema di cui facciamo parte - di cui siamo complici - si serve di questo eccesso di cultura anche per distrarci dal concreto agire collettivo, intontendoci di parole, immagini, suoni? Non è certo di questa cultura spettacolarizzata e manipolata che abbiamo bisogno, ma di una cultura critica che sappia guardare al mondo con lucidità e, soprattutto, con l'aspirazione a farsi corpo, azione. Una cultura, o meglio una pluralità di culture, che sappia disintossicarsi dai ricatti e dalle lusinghe del Potere per capire e, di conseguenza, per fare""""." -
La condizione umana nel pensiero libertario
L'idea di una natura umana perversa e malvagia ha sempre dominato l'immaginario occidentale, alimentando la convinzione che solo istituzioni sociali ferree come lo Stato possono soggiogarla e rendere possibile la convivenza. Ma questa visione gerarchica e disegualitaria ha oltretutto posto una pesante ipoteca sul futuro dell'umanità, proprio perché sostiene che esiste una natura umana, che essa è universale e che pertanto occorre garantirne la realizzazione. Al contrario il pensiero libertario, dai primi classici alle riflessioni contemporanee, rigetta l'idea di una natura umana immutabile, universale, fondativa, e davanti al bivio tra natura e cultura, innatismo e ambientalismo, necessità e libertà, relativismo e universalismo, evita consapevolmente di risolvere in una sintesi la tensione tra questi opposti. Anzi riconosce in un equilibrio volutamente instabile e provvisorio la propria legittima precarietà. In altre parole, il pensiero libertario, e l'anarchismo in particolare, per poter essere coerente con sé stesso è obbligato a pensare l'ontologia non come un'essenza ma come una condizione e un divenire. -
Disinventare la modernità. Conversazioni con François Ewald
I politici snocciolano sempre più spesso presunti ""dati scientifici"""" nei loro discorsi. Conservatori o progressisti che siano, tutti si affannano ad assicurarsi il sostegno di qualche """"dato certo"""", fornito da """"esperti"""", per le loro opinioni e per le loro decisioni. Come se vi fossero certezze sui fatti e univocità di interpretazioni. Le scoperte scientifiche e le innovazioni tecnologiche hanno contribuito a creare il mondo moderno. L'hanno reso più vivibile e confortevole. Ma nessun esperto, nessuno scienziato può controllare e prevedere ogni cosa. E gli """"effetti collaterali"""" dello sviluppo si moltiplicano e amplificano. Che fare? Che fare se l'intreccio di fatti e valori sembra destinato a riproporsi, a dispetto del progresso e della modernità, e diversi sistemi di valori si affrontano? In queste brevi conversazioni Latour delinea una risposta forte. Bisogna """"disinventare"""" la modernità e costruire spazi di mediazione, di negoziazione fra diverse culture, saperi e tradizioni. Solo attraverso l'idea di un mondo comune è possibile comprenderne la pluralità.""