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Icastica 2015. Ediz. italiana e inglese
"Icastica 2015"""" s'incentra da Arezzo sul tema della cultura da coltivare, nel solco del concetto di un titolo: """"Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita"""" di Milano Expo 2015. In entrambi i casi ci si confronta col problema del nutrimento dell'uomo e della Terra, attraverso momenti di dialogo tra i protagonisti della comunità culturale internazionale sulle principali sfide dell'umanità. Arezzo non risponde a Milano, ma replica al tema adottato a Milano, in cui si coglie l'urgenza di descrivere la storia dell'uomo tramite la produzione di cibo, nella sua doppia accezione di valorizzazione delle tradizioni culturali e di ricerca di nuove applicazioni tecnologiche. Artisti: Etel Adnan, Massimo Barzagli, Andrea Bianconi, Alessandro Brighetti, Sheba Chhachhi, Vittorio Corsini, Valentino Carrai-Luca Mauceri-Carlo Trucchi, Giulio De Mitri, Rolando Deval, Aron Demetz, Paolo Grassino, Moataz Nasr, Hans Op de Beeck, Alfredo Pirri, Fabrizio Plessi, Davide Rivalta, Bernardi Roig, Pietro Ruffo, Shigeru Saito, Nicola Samorì, Tomas Saraceno, Maurizio Savini, Pinuccio Sciola, Santiago Sierra, Danae Stratou, Ai Weiwei." -
Biennale Italia-Cina 2015. Elisir di lunga vita. Ediz. italiana, inglese e cinese
La ricerca da parte dell'uomo di una panacea universale non ha confini né territoriali né temporali ed accomuna, pur considerando vari aspetti, culture diverse. Fin dall'antichità, dalla civiltà greca a quella romana, dal medioevo all'età moderna, dall'Europa all'Asia la ricerca dell'elisir di lunga vita ha interessato i più grandi intellettuali del tempo e lo studio, sfociato nell'alchimia, si è avvalso della medicina per dare concretezza alle più svariate disquisizioni che hanno coinvolto sia la sfera etica morale che il pensiero più prettamente filosofico. -
Pizzi Cannella. La habana. Ediz. italiana, inglese e spagnola
Pizzi Cannella, La Habana, 2015 è il nuovo progetto di Pizzi Cannella. In queste sue opere, il linguaggio universale della pittura si traduce in una ""scrittura-lettura"""" intima, permeata di toni e sfumature, come uno sguardo che l'artista rivolge e dedica affettuosamente alla Isla Bonita e alla sua gente. Nell'opera di Pizzi Cannella, uno dei protagonisti assoluti del panorama artistico-culturale italiano degli ultimi decenni e tra i fondatori della Nuova Scuola Romana, troviamo il gusto per la ricerca, la rappresentazione intensa di verità e immaginazione, il dialogo con la materia attraverso ombre e luce. Sono proprio le ombre e la luce due elementi essenziali della sua filosofia dei colori che ben rispondono all'anima stessa dell'isola cui le opere sono dedicate: Cuba, l'isola inondata di luce cui tenta di sfuggire proteggendosi con espedienti urbanistici come gli archi de L'Avana e i colonnati dei palazzi e delle piazze o con espedienti pittorici nella scelta di tinte che cercano di neutralizzare i riverberi. Nelle opere su carta dell'artista ci troviamo di fronte ad una poetica di immediata fruizione ."" -
Combinato disposto. Marisa Albanese, Roberto Marchese. Ediz. italiana e inglese
"Marisa Albanese e Roberto Marchese presentano un progetto espositivo, intitolato Combinato disposto, nel quale opere recenti e inedite, alcune site-specific, si pongono in dialettica relazione tra loro e con gli spazi della Torre di Guevara conducendoci tra i confini di un mondo mobile e in continua trasformazione dove le leggi vengono destrutturate e le geografie sono spesso illeggibili. Il titolo della mostra, Combinato disposto, dichiara subito, facendo eco a una formula giuridica, la coesione di esperienze linguistiche differenti che diventano la base per un'elaborazione di un nuovo sguardo e campo di analisi del mondo. Un progetto che mettendo in prossimità due ricerche artistiche, quella di Albanese con quella di Marchese, propone un duplice viaggio dentro la sinestesia e le sfere del sensibile. Tale accostamento e relazione, diventa la 'metafora' di una prospettiva cognitiva non facile da imbrigliare in semplici griglie semantiche e interpretative, ovvero la complessità culturale del rapporto con la realtà."""" (Michela Casavola)" -
Giorgio De Chirico. Catalogo generale. Opere dal 1910 al 1975. Ediz. italiana e inglese
Il volume presenta un insieme di 478 opere ritenute autentiche dalla Fondazione. Come per la precedente edizione del 2014, sono incluse soltanto opere non presenti nella catalogazione storica di Claudio Bruni Sakraischik (1971-1987). A prova della poliedricità dei mezzi di espressione dell'.artista, questa nuova raccolta presenta, insieme alle opere di pittura e disegno, anche un insieme di miniature dipinte su avorio e di gioielli disegnati a partire dagli anni Quaranta. Le opere, qui riprodotte a colori e in bianco e nero, sono presentate in ordine cronologico dal 1910 al 1975. La presente archiviazione è il risultato di una continua e complessa ricerca filologica, analisi tecnica e studio dei temi iconografici e dei diversi periodi stilistici del lavoro del Pictor Optimus, svolta dalla Fondazione che tutela la personalità intellettuale e artistica del maestro. Il volume, composto da 520 pagine, include un saggio introduttivo di Fabio Benzi, una presentazione di Paolo Picozza - presidente della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, il testo ""Il mestiere del pittore"""" di Giorgio de Chirico (1933), una breve biografia dell'artista e un riassunto delle attività della Fondazione."" -
Un'estetica del simbolo tra arte e alchimia. Duchamp invisibile
Alcuni amici hanno creduto di poterlo definire un vangelo del ""concettualismo"""" anni Settanta: il mio """"Duchamp invisibile"""", pubblicato da Aldo Quinti (Officina edizioni) nel 1975, fu però presto esaurito e da tempo è impossibile trovarne una copia. Peraltro l'interpretazione di Duchamp in chiave di consapevole, sofisticata e sistematica assunzione mentale dell'alchimia, quale proposta per la prima volta in quel libro, è stata ripresa da studiosi italiani e stranieri, benché non di rado, soprattutto da parte di questi ultimi, senza la debita citazione: a cominciare dalla pubblicazione a più voci Marcel Duchamp Abécedaire, III, Parigi 1977, con citazioni di autori da me introdotti per la prima volta nella letteratura su Duchamp come Pernety e Kircher.Altre volte la mia interpretazione è stata ritorta contro Duchamp, come nel caso di Mario Praz che condividendo la mia lettura in doppio del titolo del Grande Vetro, se ne avvalse per ridimensionare a banale battuti sta la statura del maestro. Infatti questi, incredibilmente, trova ancor oggi ostilità presso alcune penne eccellenti. (...)"" -
Roberto Paolini. I gioielli della collezione. Ediz. multilingue
"Questa monografia dal titolo Roberto Paolini. I Gioielli della Collezione si pone a coronamento dell'omonimo progetto d'eccellenza che, grazie alla preziosa collaborazione con Sotheby's, ha inteso valorizzare l'universo delle sculture gioiello di mio padre Roberto Paolini. L'opera propone una ricognizione scientifica di questa straordinaria produzione risalente agli anni Ottanta e Novanta. Al/dialogo/tra le/sculture-gioiello e le architetture/museali è dedicato/il cuore di questa/monografia/-/Backstage at the Museum/-/che documenta con un reportage fotografico il viaggio attraverso prestigiose città italiane che ha visto come coprotagonisti: Museion di Bolzano, Mart di Rovereto, Palazzo Fortuny di Venezia, MAMbo di Bologna, Macro di Roma, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, la Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti di Camogli, la Collezione Tullio Leggeri - ALT di Bergamo e la Collezione Ernesto Esposito di Napoli.Il mio pensiero finale non può non andare a mio padre perché grazie alla sua instancabile ricerca e alle sue capacità originali e straordinarie tutto questo non sarebbe stato possibile."""" (Elena Paolini, Direttore Archivio delle opere di Roberto Paolini)" -
Giovanni Gaggia. Inventarium. Catalogo della mostra (Palermo, 27 febbraio-22 aprile 2015 e Bologna, 17-27 giugno 2015). Ediz. multilingue
"Tempo e memoria (dunque) si dispiegano nella durata che è un'architettura animica in cui passato e presente si giustappongono e si compenetrano in una ri-scrittura del senso della vita. Tempo e memoria dunque si dispiegano nella durata che è la dimensione ontologica di Inventarium e dell'arte tutta di Giovanni Gaggia. Inventarium come inventario ovvero lista, elenco. Inventarium come """"storia di parole e di cose, parole come cose. Prove, testimonianze. Trovate, enumerate, registrate. Sommerse e salvate, archiviate"""". È dalle fondamentali pagine del Libro della Memoria che Gaggia, la cui ricerca artistica si dispiega in una molteplicità di espressioni, diparte per la strutturazione di questa sua """"grammatica della memoria"""", generando connessioni di persone, cose, pensieri. """"Le cose, testimonianze della vita delle persone. Gli oggetti sono tracce. Segni di una presenza. Impronte. Gli utensili, il valore d'uso delle cose"""". Gli oggetti del vissuto riemergono prepotentemente per trasfigurare in icone sacre ed inattingibili, monumenti alla meditazione sugli umani destini.""""" -
Icastic 2016. Anything to declare? . Ediz. bilingue
La settimana dell'opening del Centro Pecci in Prato si apre con ""ICASTIC 2016"""". Anything to declare? Nulla da dichiarare?-titolo di ICASTIC-campeggia tradotto in varie lingue all'ingresso di ogni frontiera nazionale, denotando il criterio della riconoscibilità quale elemento imprescindibile per l'ingresso in un nuovo paese, a documentare l'accettazione di altri, differenti soggetti umani concepiti secondo una regolamentazione civile. La frontiera è un confine che la nostra dimensione morale non può non concepire, sebbene possa accettare o rifiutare, poiché l'essere umano sente la propria limitatezza, e l'avverte come confine. Oggi, nella cultura del mondo liquido, è ancora possibile considerare il concetto di """"frontiera"""" ostativo all'interscambio di possibilità, strutture, identità globali? Oppure è sensato e perfino giusto che certe separazioni persistano; che gli stranieri continuino a essere """"altri"""", e a farci sentire tali. La cultura domanda, la politica reagisce, l'arte-con ICASTIC 2016-prova a rispondere con interventi creativi. Quanti retropensieri celati in questa frase! """"Cosa trasporti? In che cosa credi? Cosa vuoi? Chi sei? Da dove vieni e dove vai?""""."" -
Atlante Cleto Munari. Ediz. illustrata
Il talento, in molti casi, ha bisogno di tempo per maturare e manifestarsi. Così è accaduto a Cleto Munari. Non ama l'Università. Non gli interessa neppure scegliere una Facoltà che si suppone possa essergli congeniale: Architettura. Sa che non vuole costruire case o ponti. Sente che la sua immaginazione non coltiva visioni che possano dispiegarsi nella durata; istintivamente avverte che il sentimento della bellezza, che sin dalla nascita gli si è depositato dentro, ha bisogno di più urgenti e immediati campi di prova. La bellezza, dunque: come progetto, come ricerca ed espressione di quella verità che può trovarsi solo fuori da ogni canone, da ogni accademismo. Interrompe gli studi e consegna la propria formazione alla più eccentrica e personale Università che si possa concepire. Si rende conto che il mondo è pieno d'arte e pieno di ""laboratori"""" dove gli artisti operano sulla materia viva di ciò che, resistendo al tempo, confluisce nei libri e nelle aule universitarie. Compone una visionaria, ma puntigliosamente reale, """"geografia dell'estetica"""" e in questo atlante, che ha carattere internazionale, si muove: teatri, gallerie, musei, studi di artisti, centri di sperimentazioni."" -
Lorenza Altamore. Incontro con gli Etruschi. Ediz. illustrata
"Varie sono le componenti che possono spingere un artista ad intraprendere un nuovo progetto. Esso, infatti, può nascere dalla sollecitazione di un incontro, dal suggerimento di un luogo, da uno stato d'animo, da una forte emozione o dalla necessità di riconnettersi con un mondo arcaico. [...] È nato, quindi, un nuovo progetto, """"Incontro con gli Etruschi"""", che amplia in maniera significativa il progetto precedente. L'incontro ravvicinato con le vestigia di quelle popolazioni mi ha fatto rivivere in modo più intenso i loro luoghi, la loro cultura, i loro vissuti e mi ha proiettato anche nel mondo delle loro divinità. Alle divinità etrusche è infatti dedicato il corpus di opere scultoree eseguite in terracotta patinata. Gli dèi etruschi, da me realizzati, non riprendono l'iconografia tradizionale, in quanto ho puntato più su una valenza espressiva del loro viso, cercando di dare vita ai loro sguardi, alle loro espressioni, ai loro attributi iconografici. Ho invece riproposto la cultura etrusca con teleri, denominati """"Metafore di vissuti"""" e realizzati in maniera disegnativa con una moltitudine di segni quasi ossessiva.""""" -
Pensieri sparsi
"Scrivere d’arte è una tentazione alla quale, prima o poi, tutti gli artisti cedono. A me è capitato, per circostanze varie, perfino di eccedere. La cosa curiosa, rileggendo i miei testi dagli anni ’60 ad oggi, è stata accorgermi che, a volte, una sola frase bastava a dare il senso di tutto un lungo ragionamento. Da lì a stralciarne una serie è stato relativamente facile. Nella prima parte parlo di pittura in senso generale, nella seconda mi soffermo di più sulla mia esperienza personale. Sono pensieri sparsi che, così brevi e fuori contesto, possono apparire qualche volta troppo assertivi o aforismi veri e propri: ma ne rispondo pienamente."""" (Claudio Verna)" -
Inclusion/Exclusion. Ediz. italiana e inglese
"La mostra inclusion/exclusion invita il pubblico a riflettere, attraverso l'arte, su alcune questioni tra le più critiche del mondo contemporaneo, i processi di esclusione e di inclusione. Il concetto intrinseco della mostra - e del mio vissuto operativo nell'opera-processo-relazione IO1 - si concentra nell'opera ME/WE. Su due superfici a specchio, ognuna delle quali comprende le stesse lettere, la stessa misura, gli stessi colori, leggiamo ME (IO) da un lato, e WE (NOI) dall'altro. Queste due parole vengono investite da una luce direzionale che riflette sul pavimento e al rovescio la parola del lato opposto. La luce direzionale """"dell'inclusione"""", in ME, riflette e diventa WE e in WE riflette e diventa ME. Gli specchi nei quali il visitatore vede narcisisticamente la propria immagine riflessa, allo stesso tempo lo guidano verso una 'riflessione' simbolica che porta a considerare gli altri come noi stessi. Questo messaggio così ovvio, così contro tendenza, è anche lo stesso messaggio che si ripete e si estende a tutta la mostra, in ogni lavoro, in ogni azione.""""" -
Gasnero. Catalogo della mostra. Ediz. italiana e inglese
"Il mio percorso artistico rimane studiare, conoscere, capire e raccogliere le storie di vita e delle comunità che si sviluppano intorno a un tema o a un problema. Il libro è pensato in due parti: la prima è dedicata alla Tap, la seconda alla centrale elettrica a carbone di Cerano, che si trova vicino Brindisi. La questione Tap è nelle cronache italiane da tempo, io ho la mia idea e senza dubbio sono per il no, perché credo che il gas sia un approvvigionamento energetico antiquato. Il mondo va in un’altra direzione. Nel libro ho scelto di narrare attraverso fotografie, disegni e pitture alcuni fatti relativi al territorio, all’immagine e alla percezione che noi abitanti abbiamo di quel territorio. Questo perché è fondamentale documentare la trasformazione del luogo che in ogni caso ci sarà e di fatto è già in atto con il presidio militare costante attivo dall’estate 2017. Per il progetto di Cerano ho raccolto le testimonianze del comitato No al carbone, a cui mi lega un forte rapporto. Mi hanno aiutato a realizzare il video 'Raccontami di Cerano, 2010'. Tre anni dopo abbiamo realizzato la performance 'C’erano anche loro'."""" (L'autore)" -
Franco Simongini. L'atto poetico di documentare l'arte
Franco Simongini (Roma 1932-1994), poeta, scrittore e regista, ha inventato un nuovo genere di documentario d’arte che coinvolge gli spettatori nell’assistere alla nascita di un’opera d’arte, come se fosse un evento di cronaca o sportivo raccontato in diretta. Simongini ha saputo collegare il linguaggio cinematografico, fondato sul montaggio, con quello del piccolo schermo, basato sulla diretta televisiva. Ciò che però univa la sua attività poetica alla documentaristica d’arte era la ferma convinzione che l’occhio del poeta e quello del regista coincidono, col fine di svelare gli aspetti inattesi e spesso straordinari di una realtà che si presenta priva di schemi preordinati o di pregiudizi, come suggerivano nel secondo dopoguerra le pellicole di De Sica, Zavattini e Rossellini. [...] Simongini aveva compreso che non solo la realtà ma anche l’arte doveva essere colta direttamente, secondo la specificità del medium televisivo, senza intervenire con eccessive modificazioni del montaggio o particolari angolazioni di ripresa. -
Mambor. Trasformatore. Ediz. italiana e spagnola
"La mostra ordinata a San Servolo e di cui questo catalogo intende rendere testimonianza si è concentrata su una selezione di settanta lavori che ben documentano tutta la sua vicenda artistica, a partire dalle prime opere degli anni sessanta, in cui l’artista aveva tratto ispirazione dai segnali stradali, con opere significative come Trasporto terzi e Gli uomini timbro, passando per i lavori nati dal prelievo di immagini dei cruciverba e per la prima versione del Diario, quello degli amici del 1967. Gli anni sessanta si concludono con una sessione fotografica che ben documenta l’attività legata alle performance, attraverso una serie di scatti che vedono l’artista compiere azioni strettamente connesse al suo linguaggio visuale e al contempo preludio all'attività teatrale che lo vedrà impegnato dai primi anni settanta alla metà degli anni ottanta. La selezione prosegue con un nutrito gruppo di opere realizzate tra la fine degli anni ottanta, periodo in cui Mambor ritorna alla pittura dopo una pausa dai pennelli per l’impegno dedicato alla compagnia teatrale Trousse, da lui fondata, gli anni novanta e duemila, contraddistinti da opere come il Diario 2007.""""" -
San Servolo. L'isola del design. Ediz. italiana e inglese
"L'idea di VID Venice Innovation Design nasce proprio dalla volontà di fare sintesi tra pubblico e privato, tra capacità artigianali e artistiche, tra manifattura di precisione e di ricerca realizzate in un luogo di respiro internazionale di grande bellezza, aperto al mondo culturale e imprenditoriale più dinamico com'è oggi l'Isola di San Servolo""""." -
La guerra in piazza. Desenzano ai tempi della prima guerra mondiale
Documentato saggio sulla vita pubblica e privata di Desenzano del Garda nella Grande guerra, fra eserciti, politica e società. -
Un gardesano a Porta Pia. Carlo Turina 1844-1870
La partecipazione allo scontro di Porta Pia di un artigliere di Salò e la sua biografia. -
Bussi off. Quel paese che non c'è più
La comunità del quartiere Bussi Officine.