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Epopea juve. Dallo scudetto del 1908 all'arrivo di Andrea Agnelli
Questo libro vuole raccontare, in modo chiaro e appassionante, i grandi campioni del passato e del presente e i cicli vittoriosi della Juventus, da Edoardo Agnelli a suo nipote Andrea.rnrnSenza dubbio, il ciclo vincente iniziato dalla squadra di Andrea Agnelli dopo il 2010 è straordinario. Ma di certo non è il primo.rnrnBasti ricordare i primi cinque scudetti consecutivi, dal 1931 al 1935; mentre il secondo ciclo arrivò negli anni ’50, col presidente Giovanni Agnelli (“l’Avvocato”) e assi come Boniperti, Charles e Sivori. Per poi passare agli anni ’70: nello squadrone bianconero che vinse 5 titoli negli anni ’70 giocarono, fra gli altri, Zoff, Capello, Causio, Furino, Anastasi, Altafini, Bettega. Negli anni ’80 poi apparvero tra i protagonisti fuoriclasse del calibro di Cabrini, Gentile, Scirea, Tardelli, Boniek, Rossi e Platini. -
Juventus. Le stagioni dei record
La Juventus colleziona record su record! La Vecchia Signora si conferma, senza dubbio, l’assoluta protagonista del calcio italiano.rnrn Le stagioni dei record iniziano nella stagione 2011-12 con la conquista del primo tricolore dopo Calciopoli e la serie B. Nell’annata sportiva successiva i campioni d’Italia si aggiudicano lo scudetto e la Supercoppa italiana, facendo il bis anche nella stagione 2013-14. Dopo l’addio di Antonio Conte, diventato nel frattempo ct della Nazionale azzurra, alla Juve arriva Massimiliano Allegri. Con l'allenatore toscano, i piemontesi continuano a dominare e negli anni successivi si confermano i più forti d’Italia, facendo incetta di titoli e trofei vari. Gli scudetti consecutivi diventano sei, poi sette dopo un emozionante testa a testa sul Napoli ma la Juventus vuole sempre di più! Con l’arrivo di Cristiano Ronaldo, uno dei due calciatori più forti del mondo, l’asticella viene posta ancora più in alto. E allora ecco che vincere l’ottavo scudetto consecutivo, un unicum nel calcio globale e globalizzato del XXI secolo, di colpo non basta più, non può bastare più. -
Fausto Coppi. Solo al comando
Il racconto della storia di Fausto Coppi, filtrato da Giorgio Martino, attraverso i ricordi da bambino dei fatti che hanno suscitato particolari emozioni portandolo a una grande passione per il ciclismo e per la professione di radio-telecronista, e che, intanto, costruivano la leggenda del Campionissismo. Una leggenda che, per la morte prematura, ha conservato intatto il volto e il ricordo di un campione eternamente giovane e vincente come in una moderna versione del ""Ritratto di Dorian Gray"""". Seguendo un ordine principalmente cronologico, vengono ripercorsi i momenti e gli episodi più significativi non solo della carriera sportiva, ma anche della vita di colui che ha caratterizzato, con la sua figura e le sue imprese, un'epoca storica contraddittoria del nostro Paese che, mentre si risollevava dalle macerie della guerra, cercando il riscatto anche nello sport con i successi di Coppi, portava ancora i segni di un'arcaica arretratezza di pensiero e di costume di cui proprio Coppi fu vittima esemplare col clamoroso processo per adulterio, autentico trionfo del meschino perbenismo dei tempi."" -
Cruijff. Calcio totale
Quanti sono stati i fuoriclasse che nel calcio hanno contrassegnato un'epoca? Pochi, certamente. Ebbene, Johan Cruijff ha fatto di più, perché ha caratterizzato e al tempo stesso rivoluzionato il football dalla fine degli anni Sessanta in poi, come irripetibile campione che, oltre a illuminare il gioco con un talento smisurato, ha fatto uscire una nazione intera, l'Olanda dei mulini e dei canali, da un semi-dilettantistico anonimato calcistico. In questo libro gli autori raccontano l'uomo e il calciatore, che una volta smessi gli scarpini e divenuto allenatore, ha ripreso e sviluppato quei concetti che prima aveva incarnato sul terreno di gioco, con le maglie dell'Ajax, del Barcellona, della nazionale olandese, l'Arancia meccanica dei mondiali del 1974. Senza quelle squadre e senza l'opera del Cruijff allenatore, non sarebbero esistiti il Milan di Sacchi prima e il Barcellona di Guardiola poi. Sullo sfondo, il mondo che cambiava, le varie rivoluzioni sociali e culturali, la nuova era che ebbe, tra le icone massime e più riconoscibili, una compagine di capelloni dal talento adamantino che da un rettangolo di gioco veicolavano un linguaggio nuovo, uno stile, un'idea; raccolti attorno al loro profeta, quell'Hendrik Johannes Cruijff che crebbe all'ombra dello stadio De Meer di Amsterdam, per poi diventarne la leggenda. -
Senna vs Prost. Il duello
Il dualismo: è l'archetipo della cultura occidentale, da cui derivano il duello e l'antagonismo. La contrapposizione tra Ettore e Achille, la scelta di campo, l'immedesimazione in uno dei due protagonisti sono essi stessi un modo di essere. Nell'era moderna, soltanto lo sport, nutrendosi di contrapposizioni epocali, ha saputo di volta in volta incarnare e rinverdire questo schema classico. Non fa eccezione, in questo senso, l'automobilismo, che sul filo degli istanti sottratti all'avversario e con la mano invisibile del rischio costante poggiata sulla spalla, si alimenta di confronti memorabili, come quello che dalla metà degli anni ottanta fino al 1993 ingaggiarono Alain Prost e Ayrton Senna. Personalità differenti, manifesta ostilità che celava un profondo rispetto reciproco, classe immensa esibita dall'uno come dall'altro. Questo libro racconta con tono intenso e struggente la loro rivalità, scandita da tappe indimenticabili per gli appassionati di Formula Uno, fino al tragico epilogo dell'1 maggio 1994 a Imola, quando il rapporto tra i due si era rasserenato. -
Nadal. L'extraterrestre
Lo chiamavano terraiolo, in senso dispregiativo. Lo guardavano storcendo la bocca accompagnando con imbarazzo quel suo contorcersi tutto, di continuo, per caricare il peso del corpo sulla gamba sinistra e azionare il superbicipite che scatenasse il micidiale dritto a uncino. Chi avrebbe mai detto che quel 16enne pirata di Maiorca tutto muscoli e corsa sarebbe diventato l'extraterrestre Rafa Nadal? Oggi, il mancino di Spagna non è solo il più forte di sempre della terra rossa e il detentore del record di un singolo Slam, con 12 incredibili urrà al Roland Garros. È il simbolo dell'agonista perfetto, del grande lavoratore che ha rimontato gli altri Big Four, da Federer a Djokovic a Murray, passando attraverso tanti infortuni e stop forzati, e arrivando a trionfare anche sul cemento degli US Open 2019. Fino a raggiungere quota diciannove Slam, a un solo passo dal record di Federer... -
Totti. Il giorno impensabile del capitano infinito
Questo libro vuole aggiornare il racconto interrotto al termine della stagione 2015-16 con “Totti. Il Capitano infinito”, quando le straordinarie prestazioni del 10 gli valsero il rinnovo di contratto, a furor di popolo. Da lì, un triennio fatto soprattutto di amarezze: nemmeno un minuto giocato nella doppia sfida contro il Porto nei preliminari di Champions; gli strepitosi secondi 45’ contro la Sampdoria, che non gli servirono a guadagnarsi più minuti campo; l’ultimo goal in campionato, al Torino; l’ultimo in assoluto, al Cesena, che valse l’approdo alla semifinale di Coppa Italia. Poi, il 28 maggio 2017, l’addio al calcio giocato, senza festa per lui, in un Olimpico commosso e addolorato. E la scelta infine, proprio a diciotto anni esatti dalla conquista dello scudetto, di lasciare quella che più che la squadra del cuore ha rappresentato una seconda madre. Paolo Marcacci e Diego Angelino raccontano il “crepuscolo del Dio” tra aneddoti e orgoglio, ricordi e speranza – che accomuna gran parte del tifosi romanisti – di un ritorno in pompa magna di Totti, volto di una proprietà che possa far tornare a sognare una tifoseria ferita e disincantata. -
Sarri. La scommessa
La carriera di Maurizio Sarri ha raggiunto il suo apice, quindi è arrivato il momento buono per tracciare un bilancio di quello che è stato, e per cercare di capire quello che sarà. Il nuovo allenatore della Juventus è un personaggio particolare, ma soprattutto è un tecnico dall’approccio sistemico e moderno, fortemente identitario: radicale insomma, se non addirittura ‘straniero’ rispetto al nostro movimento calcistico. Eppure Sarri è riuscito a imporsi. L’ha fatto evolvendosi, negoziando alcuni aspetti del suo modo di intendere e realizzare il mestiere di allenatore, ma nel frattempo è sempre rimasto coerente con l’idea per cui le sue squadre debbano comandare; anzi, dominare il gioco. In questo libro c’è la spiegazione di come questa identità si sia affermata e anche modellata nel corso del tempo, sul campo e nei rapporti di Sarri con le società, i presidenti, gli ambienti con cui ha convissuto nel corso della carriera. E poi c’è una visione, rispetto al suo nuovo progetto come guida della squadra più forte e blasonata d’Italia. Si parla di campo, essenzialmente, ma si intuisce qualcosa di più anche dell’uomo-Sarri, oltre la retorica della bellezza, oltre la sensazione che fosse o sia un corpo estraneo al calcio contemporaneo. Perché il campo dice spesso cose diverse dalla narrazione comune, e a volte può dire anche la verità. -
Kevin Durant. Storia di una stella
Kevin Durant era stanco di arrivare secondo. Catapultato in una comunità profondamente ferita da un attentato terroristico, quel ragazzetto tanto longilineo quanto scheletrico aveva caricato sulle spalle tutte le responsabilità di diventare l'eroe sportivo di un'intera città. I toni pacati, l'ineccepibile educazione insegnata dalla madre e l'umiltà trasmessa dal proprio comportamento si sono lentamente trasformati in un crescente rifiuto verso i media e una sfiducia nei confronti dei tifosi. Un processo di deterioramento dei rapporti con il mondo esterno legato a doppio filo con la pressione portata dall'incapacità di vincere un titolo NBA. Kevin Durant era stanco di vivere nell'ombra di qualcun altro. Seconda scelta al draft, secondo nella classifica MVP, una finale persa. Ha gettato la maschera che indossava e ha fatto la scelta che agli occhi del pubblico l'ha trasformato in un villain quasi cinematografico. Non solo sapeva che spostando drasticamente gli equilibri della lega avrebbe attirato l'odio di tanti appassionati, ma comprendeva perfettamente come quel cambio di casacca avrebbe segnato il momento storico in cui la lega e il professionismo sportivo sarebbero stati pensati in modo del tutto diverso. Oggi, Kevin Durant si trova di fronte alla sfida più difficile della propria carriera e portarla al termine lo consacrerebbe tra le più grandi leggende di questo sport. Forse come il più grande antieroe di sempre. -
Alonso. Il corridore
Alonso. Un astro, un'eccellenza, che purtroppo non riesce a scrollarsi di dosso l'ombra dell'eterno incompiuto. Un talento indiscusso che porta sulle spalle il peso gravoso di troppi luoghi comuni. Personalità difficile da gestire, pilota incapace di fare squadra, uomo controverso che mette zizzania. Invece Fernando è molto di più. È fiamma e passione, dedizione e ragione. È la struggente parabola di chi vive in preda al demone della sfida, dell'eroe mai sazio che combatte il destino, sempre pronto a rialzarsi e a reinventarsi per rincorrere nuove opportunità. È la storia di chi viene dal nulla e rischia tutto, di chi sa intraprendere strade diverse, in barba a quella principale che rimane sbarrata dal destino. È un personaggio condannato a un perpetuo confino, che sconta un'eccessiva dose di autenticità. Ironico e laconico, presuntuoso e orgoglioso. Scomodo come tutti quelli che osano, che non dosano le parole a favor di popolo. Iconico e indomabile, grandioso e inarrestabile, potente come coloro che ardono del sacro fuoco, come quei pochi che non si accontentano di un'esistenza vissuta in difesa. Così Fernando Alonso sceglie di calcare ogni palcoscenico, dalla Formula Uno a Indianapolis, da Le Mans alla Dakar; all'inseguimento di una Tripla Corona che potrà investirlo di un glorioso blasone, ma che sarà comunque meno prezioso rispetto a ciò che ha saputo trasmetterci fin ora: la pura emozione. -
Chiellini. Il muro invalicabile
Chiellini non è solo simbolo della Juventus e uno dei difensori più influenti della sua generazione: è anche un percorso lungo e costante, una carriera caratterizzata dal continuo adattamento e dalla voglia di migliorarsi. Chi lo vede per la prima volta e nota la naturalezza con cui interpreta il ruolo, può pensare a un calciatore che ha passato un'intera vita al centro della retroguardia. Invece, Chiellini inizia addirittura da centrocampista per poi diventare solo intorno ai 23-24 anni un marcatore quasi inscalfibile e incubo per gli attaccanti avversari. Quando poi il calcio cambia, e i difensori iniziano a tramutarsi nei primi registi, Chiellini compie un nuovo step, riuscendo a dosare l'irruenza che lo contraddistingueva e tramutandosi in un giocatore molto più pulito rispetto al passato. Tutto questo in quindici e più anni di Juve in cui, arrivato in una delle squadre più forti del mondo, ha vissuto da protagonista tante fasi cruciali per la storia bianconera: crollo, sofferenza, transizione e rinascita. All'interno di tutto questo, si trasforma in un leader (e poi capitano) e riferimento vitale all'interno dello spogliatoio, stimato da tutti i colleghi per la profonda etica del lavoro. Insomma, Chiellini è molto più di un grande giocatore. Il libro narra un quindicennio tanto di Juve quanto di calcio in generale, attraverso una crescita costellata da trionfi e molti cambiamenti. D'altronde, il grande campione è quello che meglio si sa adattare al tempo che passa, rimanendo sempre al vertice. -
Giro. Storie, leggende, personaggi
Le storie, le leggende. le imprese, i personaggi che hanno caratterizzato 111 anni di esistenza del Giro d’Italia. Dai pionieri di un’alba di maggio del 1909 all’ultimo vincitore, Richard Carapaz che è anche il primo ecuadoriano ad entrare nell’albo d’oro. Giorgio Martino ripercorre le emozioni che più di tutte hanno affascinato la fantasia di tifosi e sportivi e non solo, suscitando ammirazione ed entusiasmo con gesti tecnici impensabili che sembravano impossibili. L’esaltante cavalcata solitaria di Fausto Coppi nella Cuneo-Pinerolo, le Tre Cime di Lavaredo su cui Eddy Merckx instaurò la sua cannibalesca dittatura, le giornate da tregenda di Gaul sul Monte Bondone e Hampsten sul Gavia. La straordinaria forza di volontà di Alfonsina Strada (l’unica donna ad aver corso il Giro), l’irrinunciabile gusto della rivalità che ha attraversato tutte le epoche da Binda con Girardengo e Guerra a Coppi e Bartali, da Moser e Saronni a Bugno e Chiappucci; le grandi figure della storia del ciclismo come Anquetil, Gimondi, Hinault, Indurain e il doloroso rimpianto di Marco Pantani. Campioni e Campionissimi che sono stati i veri artefici della grandezza del Giro. -
Ten (a-side). Storie di grunge basketball
Il grunge e la pallacanestro: il basket diventa espressione del proprio io più intimo, dei dissidi dell'anima e della voglia di riscatto. Talento, individualità, rabbia, dolore, distorsioni, esplosioni di luce, violenza, malinconia, solitudine, genio, follia e fiammate di pura poesia cestistica. Latrell Sprewell (""Spree”) è la perfetta sintesi di assoluto talento e autodistruzione cronica. Ai tempi di Golden State strangolò l’allenatore PJ Carlesimo, rovinandosi la carriera. Ci sono voluti tanti anni prima di ricostruirsi un’immagine. Salvo poi gettarla nuovamente al vento. Shawn Kemp (“The Reign Man”) è stato la bandiera dei Seattle SuperSonics assieme a Gary Payton negli anni Novanta. Un giocatore dall’atletismo animalesco, che ha lottato contro problemi extra cestistici per tutta la vita. Jason Kidd è uno dei migliori playmaker di sempre. Visionario e con un carattere difficile, Kidd ha portato due volte alle NBA Finals una franchigia perdente, da anni dimenticata, come i New Jersey Nets. Mike Bibby ha vissuto all’ombra del padre per tutta la vita, ma alla fine è riuscito a ritagliarsi un posto privilegiato nella NBA giocando in una delle migliori squadre della storia recente, i Sacramento Kings di Coach Rick Adelman. Steve Francis (“Stevie Franchise”) è una point guard che saltava talmente in alto da potersi 'sedere' sul ferro! Esplosivo e complicato, ha decisamente lasciato un segno indelebile nel suo passaggio nella lega."" -
Ten (b-side). Storie di grunge basketball
Il grunge e la pallacanestro: il basket diventa espressione del proprio io più intimo, dei dissidi dell'anima e della voglia di riscatto. Talento, individualità, rabbia, dolore, distorsioni, esplosioni di luce, violenza, malinconia, solitudine, genio, follia e fiammate di pura poesia cestistica. Gilbert Arenas: gioca con lo “0” sulla schiena per dimostrare a tutti che si sbagliavano sul suo conto quando dicevano che avrebbe giocato zero minuti in NBA. Realizzatore come se ne sono visti pochi nella lega. Personalità pericolosamente sopra le righe. Jason Williams: lo chiamavano “White Chocolate” perchè era un bianco che giocava come un nero. Giocatore “cult” se ce n’è uno nella storia della NBA. I suoi passaggi immaginifici hanno illuminato i sogni degli appassionati. Vince Carter: un giocatore che ha rivoluzionato la storia del basket canadese e americano. Uno dei migliori schiacciatori che si siano mai visti. Un uomo a cui è stato dato il dono di volare. Baron Davis: point guard californiana con una visione di gioco pazzesca e uno stile unico. Fisicamente fortissimo, in grado di segnare e attaccare il ferro in qualsiasi modo. Una carriera falcidiata dagli infortuni che non gli ha impedito, però, di regalare agli innamorati del basket alcuni momenti iconici. Stephon Marbury: direttamente da Coney Island un giocatore che per tutta la sua carriera ha inseguito la felicità, personale e cestistica, trovandola solamente alla fine della sua storia nel campionato cinese. Aspettative tradite e demoni interiori alternati a lampi di meravigliosa pallacanestro. -
Flash. La storia di Wade
Quando cresci nel South Side di Chicago sai già che la tua vita non sarà una passeggiata. Sai che per raggiungere il tuo obbiettivo dovrai lavorare molto più duramente degli altri e che non basterà rimanere autentico per trovare un modo di restare aggrappato ai tuoi sogni. Dwyane Wade conosce bene questa sensazione. Dover inseguire sempre ogni cosa, senza fare calcoli, esponendosi volontariamente alla sofferenza. Rischiando tutto e, allo stesso tempo, cercando di tenere disperatamente uniti i pezzi della propria storia. Wade ha visto la sua famiglia frantumarsi in mille pezzi, assieme alle sue poche certezze e alla sua innocenza, ancor prima di rendersi conto di averne una. Mentre mamma Jolinda si faceva consumare dalla droga, lui non sapeva nemmeno se sarebbe uscito vivo da tutto quel maledetto inferno di violenza. Non ne conosceva nemmeno i confini. Le strade di Chicago, corrotte da droga e criminalità, avrebbero reso ogni fragilità una condanna all’oblio. Attraverso il basket, Dwyane Wade è riuscito a trovare la propria spiritualità. Un rifugio impenetrabile, in cui le sue debolezze sono diventate punti di forza. Sotto l’influenza di Michael Jordan e dei suoi Chicago Bulls, Wade ha sviluppato una pallacanestro profondamente personale, esistenziale e istintiva. L’ha resa unica, non replicabile, e su di essa vi ha costruito una carriera straordinaria. Una di quelle che hanno saputo rivoluzionare, ancora prima di emozionare. “Flash”, così tutti lo chiamano, è stato il più grande giocatore della storia dei Miami Heat e una delle migliori shooting guard di tutti i tempi. Un eroe sportivo contemporaneo, che con la sua pallacanestro è riuscito a cambiare la vita di molte persone, salvando la madre dall’autodistruzione e regalando ai tifosi una leggenda da vivere senza paura del domani. -
L'arbitro contava un blues. Storie di pugni, destini e titoli mondiali
La boxe, ""quello sport al quale tutti gli altri vorrebbero assomigliare"""", per usare le parole di George Foreman, uno di quei campioni che hanno conosciuto gli abissi dell’abbattimento e l’esaltazione per la massima gloria conquistata. E tutte le vite trascorse dentro e fuori del quadrato: la fame (quella autentica, quella per l’affermazione di sé); il riscatto verso un’esistenza iniziata in salita; l’arrampicata verso il successo; le cadute, a precipizio, dopo essere arrivati all’apice. Tutto a suon di pugni, in una sequenza di parabole prima esistenziali, poi sportive. Le gesta, le cadute, i prodigiosi ritorni di una galleria di pugili, nei chiaroscuri dell’esistenza e delle fortune sportive: i campioni leggendari ‒ o quelli che non riuscirono a diventarlo, pur avendone la stoffa; i match che nessuno ha mai dimenticato, o quelli più discussi; il ritorno nei bassifondi di chi non seppe gestire la propria grandezza; i soldi sperperati, le donne, la bottiglia; gli amici che se ne vanno dopo il gioco di gambe e la prontezza di riflessi; il cinismo dei manager, la fatica disumana per dimostrare di essere il migliore, almeno per una sera. Sempre ricordando che il pugile al tappeto è l’uomo più solo al mondo, come lo scrittore davanti alla pagina bianca."" -
Vettel. Cavallino senza fili
Sebastian Vettel è uno sportivo, un pilota che, fra il 2010 e il 2013, ha vinto quattro titoli mondiali consecutivi in Formula 1. In settant'anni di vita della categoria, sono solo quattro i campioni che possono dire di averlo fatto: Juan-Manuel Fangio, Michael Schumacher, Lewis Hamilton e lui. Dopo questo poker, Vettel ha guidato la Ferrari per sei stagioni, con l'ovvio obiettivo di vincere ancora. Obiettivo fallito, da lui e dalla squadra, per tante ragioni: la cui analisi occupa buona parte di quest'opera. Chi è dunque Sebastian Vettel: un pilota sopravvalutato, che vinceva solo in condizioni di superiorità tecnica; o un campione a tutto tondo, a cui non sono sempre state date le armi giuste per ogni battaglia? Discussioni di questo tipo occupano già i forum e le piattaforme social: lasciamole lì, il loro posto è quello. L'autore ha conosciuto Sebastian al suo debutto in F1. Da giornalista si è occupato di lui per anni, prima di averlo come compagno di lavoro per quattro stagioni, quando fu chiamato a dirigere l'ufficio stampa della Scuderia Ferrari. Una prospettiva totalmente diversa, che gli ha dato modo di conoscere aspetti di Sebastian Vettel generalmente nascosti. Se fra le altre cose volete conoscere, della persona più che del personaggio Vettel, anche quello che la TV e gli aneddoti sull'internet non sanno dire, allora questo libro potrebbe ribaltare la vostra visione. -
Juventus. Un'epopea di record
Senza dubbio, il ciclo vincente iniziato dalla squadra di Andrea Agnelli dopo il 2010 è straordinario. Ma di certo non è il primo. Basti ricordare i primi cinque scudetti consecutivi, dal 1931 al 1935; mentre il secondo ciclo arrivò negli anni '50, col presidente Giovanni Agnelli (""l'Avvocato"""") e assi come Boniperti, Charles e Sivori. Per poi passare agli anni '70: nello squadrone bianconero che vinse 5 titoli negli anni '70 giocarono, fra gli altri, Zoff, Capello, Causio, Furino, Anastasi, Altafini, Bettega. Negli anni '80 poi apparvero tra i protagonisti fuoriclasse del calibro di Cabrini, Gentile, Scirea, Tardelli, Boniek, Rossi e Platini. Questo libro vuole raccontare i grandi campioni del passato e del presente e i cicli vittoriosi della Juventus, da Edoardo Agnelli a suo nipote Andrea."" -
LeBron James. Il ritorno del re
Il titolo vinto nel 2016 con i suoi Cleveland Cavaliers, rimontando dal 3-1 contro i fortissimi Golden State Warriors, consacra LeBron James come uno dei più forti giocatori di pallacanestro di tutti i tempi. Dopo l'arrivo a Oakland di Kevin Durant, però, la sua carriera subisce due pesanti sconfitte consecutive alle Finals che portano, nell'estate 2018, ""The King"""" alla decisione di trasferirsi sulla costa ovest per sposare l'ambizioso progetto dei Los Angeles Lakers di Magic Johnson e Rob Pelinka. Una scelta complessa e, allo stesso tempo, suggestiva. Per molti rappresenta l'inizio del suo inevitabile declino. Per altri, invece, vincere a L.A. renderebbe definitivamente immortale la sua legacy. La prima stagione in gialloviola viene segnata da un grave infortunio e dal mancato accesso ai Playoffs. James accarezza il fallimento in maniera vivida e consapevole. L'età avanza e attorno a lui c'è molto più scetticismo rispetto al passato. I demoni che hanno accompagnato la sua grandezza tornano a tormentarlo. Ma LeBron ha fatto una promessa: vuole riportare i Lakers sul tetto del mondo, raccogliendo l'eredità dell'amico Kobe Bryant, e scrivere una nuova pagina della sua straordinaria storia personale, dentro e fuori dal campo. Sofferta, coinvolgente e profondamente significativa: la stagione NBA 2019/2020 sarà la più incredibile di sempre. Prefazione di Luca Mazzella."" -
James Hunt. Gloria ribelle
Hunt l'impenitente, un'icona gaudente, l'eccesso come marchio di fabbrica. Questo il pensiero comune, l'accostamento più naturale. Ma James racconta altro. È il ragazzo cocciuto e caparbio che ha dato anima e corpo per cambiare il suo destino, per rincorrere la gloria. Colui che ha riscritto le regole di un'esistenza condotta sopra le righe: l'assoluto come pane quotidiano, il compromesso come inutile orpello. È l'uomo irascibile, da cui nasce l'imprevedibile. Un Mondiale vinto contro ogni ragionevole pronostico, un precoce addio alle corse. Nel mezzo un'esistenza intensa, la storia di un'epoca memorabile, che ha visto nascere campioni e spegnersi eroi: la morte come presenza ineluttabile, compagna nefasta, famelica carnefice. James, la star da copertina, è lo sfidante di Lauda per antitesi. Un assunto esasperato e consunto, poiché tra di loro scorreva il fiume fecondo di un'amicizia vera, di una rivalità sana, nutrita a colpi di giri veloci. Diversi per carattere, uniti dalla battaglia: quella feroce del '76, quella ancora più crudele della vita. Vita che Hunt ha cavalcato e distrutto, in preda a un tormentato delirio. Che ha accarezzato e ricostruito, proprio sul limitare dei sogni, dei suoi ultimi giorni splendenti. James saluta il mondo dopo aver trovato la pace, dopo aver invertito la rotta; dimostrandosi non solo pilota, ma capitano. Del suo stesso domani, pur breve come un battito d'ali, come l'ultimo palpito di un cuore finalmente appagato.