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Chiamarsi Optì Pobà
"Chiamarsi Optì Pobà"""" è uno straordinario racconto di vite vissute pericolosamente, che si riuniscono in una squadra di calcio di richiedenti asilo. Perché quando compare il pallone, lingue nazionalità e fedi si mescolano felicemente. Come i loro abbracci dopo un goal, le strette di mano, i cinque battuti con forza a testimoniare al mondo intero la loro unione. Un continente grande e maestoso come l'Africa condensato in uno spogliatoio o un rettangolo di gioco in Basilicata. Vincere la propria scommessa in campi polverosi - dove la presenza di un nero fa scalpore - giocando anche bene. Se poi sorridono e si divertono, sorridiamo e ci divertiamo tutti. Non è facile. Ma nulla minimamente degno di considerazione lo è. Optì Pobà è anche sensibilizzazione, inclusione, integrazione, creazione di possibilità e di scambi, arricchimento reciproco. Un muro indistruttibile contro le ruspe dei giorni nostri, perché siamo convinti che non bisogna abbattere, ma edificare. La stessa differenza che c'è tra buttare giù una foresta o seminare per farla crescere." -
Nel gommone
Sette storie grottesche, antirazziste, assolutamente improbabili ma capaci di succedere da un momento all'altro. O che già accadono, in questo dove e in questo istante, invisibili solo al nostro occhio pigrissimo. Situazioni, personaggi, citazioni ed accadimenti ossimorici e paradossali... in grado però di provocare il cortocircuito delle opinioni e dei telegiornali. Storie divertenti, castigatrici, dissacranti per riflettere su tremende tragedie quotidiane. In piena fedeltà con il detto latino Castigat ridendo mores. Ridere e pensare insieme. Che roba! -
Sei troppo grande per capire certe cose
Sessanta racconti nessuno uguale all'altro, e ognuno legge in modo originale quanto sarcastico un aspetto della vita di oggi. Una serie veloce di scatti da fotografo bravo, che alla fine compongono il book. Storie di decisioni che faresti a meno di prendere, sul dolore, il bivio e il futuro. Ci sono le persone e il loro carattere; più di una volta è un caratteraccio; oppure il senso di quello che vorremmo essere ma non lo siamo. Ci sono le mille situazioni del quotidiano, con particolare attenzione al mondo del lavoro e a quello degli affetti, dove nulla è più stabile e il conto fra ciò che si crea e ciò che si distrugge non torna mai del tutto. Ci sono i pensieri e i sentimenti, il lago interiore dove ognuno di noi cerca di far ordine riuscendoci (se va bene) a giorni alterni; e le personali strategie di navigazione. Tanti io narranti ironici, sconvenienti, scontrosi verso il mondo, fieri comunque di restare ancora in piedi. -
Io sono. Arte
«Non è facile ricostruire il proprio percorso artistico, lo so, l'ho visto accadere tante volte in tante persone diverse. L'arte è quello che siamo stati, quello che siamo, quello che saremo. Quello che sogniamo di poter essere, costruire, vivere, ciascun individuo diverso dall'altro. Perciò in questo momento, nella luce chiarissima di questo studio mi sembra di cogliere la metafora di un'epifania. Coraggiosa ma anche dolorosa, perché detta, detta tutta insieme nero su bianco: ecco, io sono partita da qui, questo è l'inizio della mia storia». Elvezia Allari, Pietrina Atzori, Monica Gorza, Patrizia Polese, Francesca Porro: in altrettanti dialoghi intimi, il ritratto di cinque artiste allo specchio. -
C'è un cinghiale nell'orto
Tutto è cominciato da un russare forte… un piccolo campanello d’allarme, ma molto rumoroso. Il nostro corpo ci manda sempre dei segnali, ci parla, ci racconta di quello che succede all’interno. E, quando qualcosa esce dal solito ritmo, manda tutto all’aria, entra nell’orto e sradica certezze e verdura. Linfoma non Hodgkin. Anna racconta di questo imprevisto con un’ironia spregiudicata e attraverso una scrittura concreta, diretta, sincera. Nascosta dietro, c’è una sofferenza che lei ha saputo affrontare accompagnata da persone amiche – persino un amore grande – quelle che non finiscono nella Camera del ghiaccio. -
Il cielo nell'acqua
Un uomo lascia la famiglia e il suo tranquillo quotidiano, e cammina per alcuni giorni nell'Appennino toscano. Una storia di gesti semplici, narrati da un uomo che è alla ricerca di una semplicità quasi primordiale, sentita ormai come perduta, ma forse non irrecuperabile. La realizzazione di un percorso alternativo a quello che viene inconsapevolmente imposto ai più: ""Viviamo nello stesso mondo, sotto lo stesso cielo e respiriamo la stessa aria, ci nutriamo dello stesso cibo"""", una presa di coscienza da cui si dirama l'intera vicenda, alla scoperta di nuove possibilità di vita, descritte con un linguaggio sincero. Niente trucchi da quattro soldi, avrebbe detto Raymond Carver. Il nostro """"buon selvaggio"""" si muove in un territorio letterario già conosciuto, che gode di una tradizione autorevole, da Montesquieu a Thoreau, ma con la consapevolezza che la natura umana non è poi così priva di ombre."" -
Non doveva finire così
"Non doveva finire così"""" è un romanzo anomalo e coraggioso che racconta la crisi di uno scrittore che d'improvviso si trova in conflitto con il personaggio letterario che lui stesso ha creato. Il conflitto nasce per il fatto che il romanzo, un noir, doveva finire in un certo modo e invece il protagonista d'improvviso si ribella, esercita il libero arbitrio e fa terminare la storia a modo suo: con un omicidio, il contrario di quello che avrebbe voluto lo scrittore. Lo scrittore a questo punto va in crisi, si sforza di capire come mai il personaggio ha preso il sopravvento sulla sua volontà, dove e quando ha sbagliato e per farlo ricostruisce passo passo tutta la trama del romanzo, cercando di entrare nella psicologia dei vari personaggi. È un percorso tormentato che lo scrittore ripercorre con sofferenza perché passa anche attraverso tematiche che evidenziano le sue inquietudini, i suoi rapporti con la famiglia, i figli e gli amici. Il libro dunque si sviluppa su due piani: su uno il noir vero e proprio, una trama che parla di giovani, droga, delinquenza, carcere e quant'altro e sull'altro la crisi professionale ed esistenziale dell'io narrante." -
Teoria e pratica del gatto contemporaneo
Antologia di racconti. L'intento di essi è narrare e celebrare l'essere vivente più bello, conturbante, ironico e significativo del pianeta e della storia. Diciamolo pure: l'unico, autentico ornamento del mondo! Raccoglie inoltre fondi a favore di Il Gatto Nero Onlus, con sede a Reggio Calabria, impegnata da quindici anni nella cura delle colonie feline (ben 17) e nell'assistenza immediata, le adozioni, le campagne di sterilizzazione, il contrasto al randagismo. Soprattutto, nell'educazione a un corretto, rispettoso, affettuoso rapporto fra felini e umani. -
Le sorelle sciacallo
La fuga può essere molte cose: rifiuto, paura, chiusura. E si può fuggire per molti motivi: rifarsi una vita, cancellare le proprie tracce, rendersi invisibili. Chi fugge può incontrare altri fuggitivi ed è questo che accade in questo romanzo. Una storia on the road italiana che muove e dà voce a personaggi borderline, di quelli che di solito di voce non ne hanno. O se la hanno, finisce inascoltata. Ciro, Sara, Mamhoula. E le sorelle sciacallo, il mistero da dipanare e la violenza senza ragione di un noir che lascia senza tregua e che fa pensare. -
Questo è quanto
Attenta e impietosa analisi di se stessa, delle scelte degli ultimi tempi e di quelle lontane. Un dialogo-monologo cinico, sfacciato con chi è entrato nella privata esistenza per manipolare, approfittarsi, ingannare... un viaggio all'indietro fino alle oscure esperienze dell'infanzia. La ricerca paziente di quanti dei cocci possono essere rimessi insieme. Che sono più di quelli che ci si poteva attendere. Persone, conversazioni, strade, musei, stanze, riflessioni sul senso del fare che si traducono in quesiti sul senso stesso dell'esistere. E l'arte resuscita sempre. -
Lacrimante
È la storia di un viaggio alla ricerca della propria vera natura. Si alternano i due Io narranti delle sorelle Albina e Bruna, due caratteri opposti ma fortemente uniti. La loro madre era remissiva e assente, che morendo aveva però rotto un singolare equilibrio. Un padre violento, con cui le figlie hanno interrotto ogni rapporto. Albina, la più giovane, è albina anche di fatto; ama le parrucche, l’astronomia e le droghe. Lavora in un Night Club come barista, vive sola davanti al cimitero dove è sepolta la madre. Bruna è infermiera, abita con Amleto, suo futuro sposo e la madre di lui inferma. È rigorosa, spesso infantile e sembra non aver mai iniziato la sua vita. L’Io narrante di Albina è introspettivo, provocatorio, razzista e talvolta delirante. Verrà aggredita dove lavora. Da qui comincerà un percorso interiore, e l’impossibilità nel chiedere aiuto si trasformerà in un incubo senza ritorno. L’Io narrante di Bruna invece è concreto e lineare, non è entusiasta del matrimonio; e Amleto farà esplodere la loro situazione con la violenza. Ma Bruna è anche un personaggio in ascesa che, anche grazie ad Albina, riuscirà a spogliarsi dei suoi abiti logori. -
Facciamo tardi
L'affascinante astrofisico sessantenne Giorgio Giannini, che ha realizzato tutti i sogni della sua vita - una nuova giovane fidanzata, l'importante incarico come responsabile di un progetto segreto al Cern di Ginevra, fama, soldi e un probabile Nobel - tranne uno: avere la donna che ha amato molti anni prima. Quando Giorgio dovrà affrontare l'esperienza più importante della sua esistenza, capirà di non volerla affrontare da solo. Inizia quindi un viaggio on the road tra Umbria e Toscana, pur di riuscire a convincere la ""sua"""" Giulia, (brillante studentessa che ventisei anni prima ha misteriosamente abbandonato l'Università e Giorgio, alla vigilia della propria tesi sulla relatività ristretta di Einstein) a seguirlo in qualità di ricercatrice in un posto lontano e ignoto. Il professore però non ha fatto i conti con lo strano universo fatto di cani bassotti inferociti, madri vecchie ed eccentriche, incontri Reiki: il mondo di Giulia, serena abitatrice e agricoltore del Chianti... quello che Giorgio vuole convincerla ad abbandonare."" -
Era quasi verso sera
Raccolta di racconti. Un racconto dietro l'altro, mentre si canticchiano canzoni: ""Era quasi verso sera"""" è un libro che si legge con il sorriso, un sorriso sghembo e divertito, alimentato da un tono ironico che accompagna tutte le parole fino alla fine. Certo poi, ci sono anche racconti che fanno meno ridere, che disturbano. Ne viene fuori un'intrigante galleria umana che si forma grazie ad alcune delle canzoni più famose degli ultimi decenni: """"Ciao mamma"""", """"Figli delle stelle"""", """"L'isola che non c'è"""", """"Confusa e felice"""" la fantasia dell'autore non si pone limiti nell'inventare micro-mondi che da quelle parole, entrate ormai nell'immaginario collettivo, possono ancora nascere."" -
10 consigli per scrivere fantascienza
Tutte le storie sono narrabili come fantascienza? Cosa distingue una storia di fantascienza da una storia realistica? Il punto allora è: quali sono le idee ""da fantascienza""""? Alla luce del fatto che siamo talmente appassionati di letture di fantascienza da volerci confrontare con gli scrittori da noi più amati, una prima risposta è: sono quelle che riusciamo a comparare con tali letture. Sembra tautologico; ma è inconfutabile che quello che scriviamo trae origine da quello che abbiamo letto. Non perché ci si debba mettere a imitare, ma perché il nostro cervello elabora da delle fonti. Se non abbiamo letto o visto fantascienza, difficilmente avremo voglia di confrontarci spontaneamente con il genere. Speculazioni scientifiche o sociali, macchine del tempo, astronavi, poco importa. La fantascienza non è data solo dalle """"cose"""" che mettiamo nel racconto, ma da come l'utilizzo delle idee le vada poi a sviluppare."" -
Querebentã de Zomadônu
Saggio antropologico. Tra il XVI e il XIX secollo, centinaia di migliaia di africani vengono rapiti e portati a forza in Brasile. Insieme alla loro disperazione, queste persone portano con sé la lingua, le storie, la cultura popolare, danza e musica; e una visione rituale dell'universo dove le divinità animiste africane sviluppano una sincretica convivenza con le fedi cristiane. Parliamo di vodu, e della sua originalissima declinazione presente nella Casa das Minas di São Luís, capitale dello Stato brasiliano del Maranhão. Riguardo a tutto ciò, informazioni spesso divulgate come immobili e indiscutibili, sottoposte allo sguardo attento dell'antropologo rivelano invece errori, pregiudizi e fallimenti metodologici. Il mito e il rito sono flessibili e adattabili; la religione e la cultura non rimangono congelate in eterno nella stessa forma. Con questo testo, lo stesso metodo studio segna una profonda e innovativa svolta nella materia. -
Di mari e tempeste
Ognuno di questi racconti ha un'identità precisa, esibisce una personalità già sicura di sé, capace di maneggiare la scrittura per comunicare idee, suggestioni, ricordi d'infanzia, a volte rabbia e crudeltà che hanno bisogno di essere brutalmente confessate. Tutti gli autori, più o meno esordienti, hanno forse provato a imitare ""la donna di vento e di mare"""", la donna che scende morbidamente in acqua, assistita dal suo angelo custode, quasi che il mare possieda il garbo femminile di chi accoglie e tiene in sé, con sé, persino un mare apparentemente ostile."" -
10 consigli per scrivere per ragazzi
"Manuela. Scrivere è un'arte: sicuramente ispirazione, creatività, e anche un pizzico di """"follia"""" rappresentano una marcia in più per ogni artista, e soprattutto per uno scrittore per ragazzi. Dopotutto, ogni artista è un po' bambino, e ogni bambino è un po' artista. Tuttavia queste doti da sole non sono sufficienti: la scrittura è anche artigianato; studio e pratica permettono di acquisire una certa abilità, così come la conoscenza dei """"ferri del mestiere"""" dello scrittore. Non dimentichiamo che Picasso era un maestro della geometria e della pittura """"classica"""" e per questo riuscì a stravolgerne le regole con cognizione di causa, realizzando capolavori che hanno fatto un pezzo di storia dell'arte""""." -
Per qualche strana ragione io piacevo. Andrea G. Pinketts, metabiografia di un maestro
"Saggio critico. Andrea G. Pinketts, metabiografia di un Maestro. Modello, istruttore di kendo, copywriter, paroliere. Sceriffo di Cattolica: nel 1992 l'allora sindaco di quel luogo, Gianfranco Micucci, incarica Pinketts nel ruolo di detective per indagare sulle infiltrazioni camorristiche nella riviera romagnola. Opinionista (più che altro terrorista) televisivo e giornalista investigativo... nelle sue inchieste per Esquire e Panorama ha vestito i panni di barbone presso la Stazione Centrale di Milano. Pornoattore, rockstar satanista. Andrea G. Pinketts, scrittore milanese, con noi dal 12 agosto 1961 al 20 dicembre 2018. Questo è il primo libro che lo racconta nel profondo delle sue parole, delle sue storie, dei suoi personaggi, della sua città""""." -
La luna a forma di spada dell'imperatore Wu. Testo cinese a fronte. Ediz. bilingue
In italiano con l'originale cinese a fronte. Una melodia struggente, suonata in un parco su uno strumento tradizionale cinese, fa incontrare due persone molto diverse. Il romanzo le segue da vicino, e narra dell'intreccio delle loro vite con la complessa storia della Cina fra il 1957 e il 1989. -
L' Africa allo specchio. Un romanzo sullo shock culturale
Romanzo. Sembe, immigrato senegalese in Italia, torna nel suo Paese per il funerale di sua madre. Un ritorno, dopo tanti anni, che su di lui un effetto dirompente: ciò che ha assorbito durante l'infanzia nella regione della Casamance, dove l'animismo coabita pacificamente con Islam e Cristianesimo, gli pone domande sulle pratiche là ancora in vigore; ma anche sul fatto che niente è mai fisso nel tempo e che evoluzioni e nuove sintesi sono all'ordine del giorno. Sembe riflette su quanto la globalizzazione non tenga pienamente conto né dell'identità dei popoli né della personalità dell'individuo. Lo scontro fra le due culture presenti nella sua esistenza (l'africana e l'europea) provoca in lui uno shock da cui gli amici provano a farlo riemergere.