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Piuttosto m'affogherei. Storia vertiginosa delle zitelle
Cita, zita, zitella: una parola antica che indicava la ragazza non maritata, diventata un insulto nell'ambito di una società patriarcale che, per una donna, ha faticato ad accettare destini diversi dal matrimonio. Dalle Amazzoni alle Vestali, da Ipazia a Pulcheria, dalla regina Elisabetta a Cristina di Svezia, da Jane Austen a Virginia Woolf, e con illuminanti incursioni nel mondo del mito, della fiaba e del fumetto - tra Morgana, la Dama del lago, Maga Magò e la Fata turchina - l'autrice ci accompagna, con uno sguardo divertito e spietato, in un vorticoso percorso attraverso la complessa vicenda di chi non ha camminato lungo il binario definito. Spesso per ribellione, a volte per indole o per puro caso. Scrivendo, così, un'altra storia, di passioni, desideri e talenti diversi, che qui andiamo a raccontare. -
Ragazze nel '68
Gli studi, la politica, le case, i vestiti, i libri, le canzoni, i dibattiti, le assemblee, i cortei, gli scontri, i viaggi. l'ebbrezza della libertà e anche quel leggero disagio nel sentirsi travolte da uno spirito del tempo non privo di contraddizioni e di ostacoli che avrebbero aperto nuove stagioni. Un mosaico che raffigura, con leggerezza e profondità, un '68 femminile e inedito come esperienza cruciale e totale. -
Soroptimiste. Colte, impegnate, generose: donne nella Milano del '900
«Dovrà essere il pensiero femminile a cambiare all'origine le modalità attraverso cui organizzare la società in modo diverso, praticando la via dell'alleanza, tramite la relazione e la compartecipazione. Le donne, dopo aver smesso di parlare il linguaggio della protezione, hanno cominciato a parlare quello dell'uguaglianza per affermare a tutto tondo quello della differenza. Il Soroptimist, inteso come un laboratorio dell'emancipazione femminile, potrà avere nel prossimo futuro un ruolo ancora maggiore di quanto lo abbia avuto in passato, nella sua identità di soggetto pubblico e dunque politico senza essere partitico, in grado di influenzare processi collettivi grazie ai service e all'attività di disseminazione che gli è propria e alla sua capacità di fare network a livello nazionale e internazionale. È una sfida che non potrà essere sottovalutata». -
Veronica Franco. La cortigiana poeta del Rinascimento veneziano
Poeta, scrittrice, cortigiana, musicista... Veronica Franco fu una celebrità in vita e la sua fama superò i confini di quella Venezia che amava con tutta se stessa. La sua storia ci restituisce, oltre a una vicenda umana che commuove e appassiona, anche un punto di vista originale e disincantato sul Rinascimento: quello di una ""cortigiana onesta"""", una donna squisitamente colta, intelligente e consapevole che ospitò nel proprio letto re, cardinali, nobili, letterati, borghesi, sempre rivendicando con orgoglio il proprio valore e il proprio diritto ad amare ed essere amata così come l'impegno concreto a fare e pensare il bene per le altre donne."" -
C'era in Atene una bella donna. Etère concubine e donne libere nella Grecia antica
Aspasia, Laide, Neera, Teodote, Frine, e poi Saffo, Anite, Mirtide... affiorano da questo libro tante donne greche che vale la pena di incontrare più da vicino, dando voce ai loro destini e alla loro poesia. È vero, sono gravate da un patriarcato incombente, che tenta di contenerle in stretti contorni: le mogli, le concubine, le etère, le schiave, confini che le guerre o gli interessi possono spazzare via in un momento, ma ch si possono allentare anche grazie alla loro iniziativa, intelligenza, affettività. Per una donna greca il matrimonio - denunciava la Medea di Euripide nel V secolo a.C. - significava comprarsi, al caro prezzo di una dote, insieme al marito un padrone, con l'incognita di non sapere neppure se sarebbe stato un padrone buono o cattivo. Rispetto a questa condizione appare quasi desiderabile la vita rischiosa e discriminata dell'etèra, che in cambio del mantenimento offriva ai suoi amanti compagnia, sesso e soprattutto relazione. Con le curvature e le deformazioni tipiche dell'epoca le fonti storiche e quelle letterarie dell'epica, del teatro e della poesia, rivelano destini in cui la ricerca di qualche forma di libertà si fa strada tra le maglie strette di una società profondamente maschi sta, ma sensibile alla bellezza e all'amore, messa in ogni e alla prova da tante donne incantevoli e brillanti. -
La donna brutta. Vita e scrittura di Violette Leduc
Brutta: così l'amica Simone de Beauvoir disse di Violette Leduc, stimando profondamente la sua scrittura, proprio come Cocteau, Genet, Sartre, Camus, Sarraute e molti altri. Grande scrittrice poco conosciuta, se si esclude il successo della Bastarda, Violette non ha mai agito in modo da suscitare ammirazione, anzi, non si è mai risparmiata nel mostrare i propri lati sgradevoli, nutrendo con dedizione assoluta la propria scrittura e la propria capacità di vivere e vedere. Egocentrica, isolata. Eccola, fra queste pagine, a Faucon, dove i turisti mancano ma le vigne abbondano: cammina tra i filari con indosso un paio di pantaloncini e un cappellone di paglia, col cestino del pranzo, il repellente contro le zanzare e la sedia pieghevole. La più brutta del reame diventa bella col quaderno sulle ginocchia. Il vento cala, e lei sembra proprio una collegiale che scrive en plein air, baciata dal sole. In appendice racconti inediti in Italia, pagine straordinarie di quella Violette Leduc che accettò consapevolmente il mestiere della propria follia. -
Essere Milano. La scommessa di giovani vite
Studiano all'università oppure lavorano; molti, molte, operano già nell'industria culturale ""creativa"""" e digitale; oppure fanno l'uno e l'altro per mantenersi o, ancora, si considerano già parte del """"mondo del lavoro"""", anche se sono precari o freelance in cerca di affermazione. Sono tutte, tutti, impegnati in settori che trainano e non pochi hanno lunghe esperienze all'estero. Giovani venuti apposta, in massima parte, pronti a scommettere che Milano possa sostenere le loro ragioni e le loro speranze, confidando nella fama di questa città, non senza contraddizioni. Utile ci è sembrato guardare a tutto questo, e a coloro che, generazione dopo generazione, fanno di Milano ciò che è."" -
Vietato scrivere. Come soffocare la scrittura delle donne
«Chi si chiede perché il numero di scrittrici o poetesse o poetesse del passato sia così esiguo o perché il canone anglosassone ne abbia riconosciute, almeno fino agli anni presi in considerazione nel saggio, tra il 5 e l'8 per cento, una specie di quota rosa invariabile, troverà qualche risposta nel saggio di Joanna Russ che, nonostante i quasi quarant'anni trascorsi dalla prima apparizione, risulta quanto mai attuale» - Clotilde Veltri, RobinsonUn testo forte, vivace, intelligente, «arrabbiato senza essere moralista, meticoloso senza essere spossante, serio senza essere privo di senso dell'umorismo», come scrive Jessa Crispin nella prefazione alla nuova edizione americana. Emily Dickinson non aveva soldi: doveva chiedere al padre i francobolli o il denaro per i libri. Sylvia Plath si alzava alle cinque del mattino per scrivere. In ""Una stanza tutta per sé"""", Virginia Woolf racconta che """"Villette"""" (Charlotte Brontë), """"Emma"""" (Jane Austen), """"Cime tempestose"""" (Emily Brontë) e """"Middlemarch"""" (George Eliot), «quegli ottimi romanzi», sono stati scritti da donne «talmente povere che non si potevano permettere di comprare più di due o tre risme di carta alla volta». Joanna Russ smaschera in questo agile testo alcune delle tecniche più subdole e pervicaci messe in atto per impedire che le donne (come altri gruppi discriminati) possano scrivere ed essere riconosciute come artiste. Prospettando un ribaltamento di paradigma potenzialmente rivoluzionario, non solo in letteratura."" -
Il soffitto dipinto. La badessa Giovanna, Correggio e le piccole corti del Rinascimento
Nell'anno 1518 Giovanna Piacenza, badessa del monastero di San Paolo in Parma, commissionò al giovane pittore Antonio Allegri, più tardi noto come Correggio, il suo ritratto e un ciclo di affreschi per decorare un salone che doveva essere la parte centrale dell'appartamento che stava edificando per suo uso personale. Sopra la cappa del camino è ritratta una dama, una gran dama a giudicare dalla sicura eleganza di tutta la persona, ma anche una dea che ha lasciato le ombre dei boschi e si affaccia alla aperta campagna padana. È il ritratto della badessa del monastero di San Benedetto di Parma raffigurata come la dea della caccia e della castità. Alla Badessa Giovanna dobbiamo uno dei capolavori del Rinascimento, quella Camera di San Paolo in cui Correggio offre una versione ""moderna"""" di un umanesimo nutrito di mito e poesia. A partire da questo splendido dipinto Maria Teresa Guerra Medici racconta l'Italia cinquecentesca di Leonardo da Vinci, Isabella d'Este, Lucrezia Borgia, Giulio II, Veronica Gambara... Come in un appassionante romanzo, ma con il rigore di una ricerca storica, assisteremo a sfarzosi matrimoni, a tragiche morti, a cerimonie di consacrazione nei monasteri, e ci sentiremo partecipi di un passaggio storico decisivo della modernità."" -
Mappa femminile della città di Milano
Ogni mappa di città racconta una storia. Questa, a cui Lorenza Minoli lavora da oltre 10 anni, riunisce, collega, riscopre edifici, case, figure, attività, scuole, iniziative politiche e sociali, scritte nel tessuto della città, parte fondamentale della sua storia. Itinerari praticabili, facciate di palazzi, storie di contesti di lavoro, formazione, familiari, culturali. E poi immagini - meravigliosa la mappa delle innumerevoli figure femminili illustrate nel Duomo dedicato a Maria Bambina - e vicende di quelle figure storiche che dall'antichità al nostro millennio hanno fatto la storia della città e del Paese, e che qui riunite contribuiscono a restituire un ritratto verosimile di città, comprensivo di quel femminile che non è più possibile cancellare dalle geografie culturali contemporanee. Introduzione di Lorenza Minoli. -
La via di Laura Conti. Ecologia, politica e cultura a servizio della democrazia
"Laura è stata una grandissima eretica, una di quelle personalità che marcano le epoche"""": così la ricorda chi l'ha conosciuta o anche soltanto ascoltata. E chi legge i suoi scritti - saggi, articoli, romanzi - non può dimenticarne lo spessore né la qualità umana. A cent'anni dalla nascita, Valeria Fieramonte racconta la vita, segnata dalla deportazione, e la ricerca di una personalità che spiega """"il cambiamento climatico e il surriscaldamento del pianeta come meglio non si potrebbe""""; una vita in cui ricerca, antifascismo, divulgazione, critica e politica sono stati aspetti di una stessa intelligenza, orizzonti di una azione a breve e a lungo tempo, in una sintesi di cui abbiamo un enorme bisogno." -
Cineserie. Storie vere di maestri del tè, monaci guerrieri, calligrafi, giramondo e altri ancora
Monica Dematté, critica d'arte e curatrice, parte per la Cina nel 1986: ""Cercavo tracce del tao (dao), cercavo il significato del vuoto, cercavo quello che era stato evocato così bene nei tanti testi letti. Trovai altro: un popolo curioso e amichevole, umano e indisciplinato, chiassoso, ridente, generoso, ospitale, semplice. Trovai luoghi fuori dal tempo, etnie coloratissime e modi di vivere veramente lontani. Trovai regole strane, complicazioni burocratiche, treni affollatissimi e locande squallide. Ma era tutto nuovo, era tutto interessante e vivo, e anche se il tao non si percepiva, e nemmeno il vuoto, capii che sarebbe valsa la pena di dedicarsi a quello che c'era. Iniziò così la mia nuova vita, trascorsa in Cina per mesi e mesi, a volte anni, con periodici ritorni in patria."""" Gli scritti raccolti in questo volume sono molto di più che racconti di viaggio, e molto diversi da pagine di diario. Fanno eco a certe memorialistiche oggi preziose, uniche tracce di contesti perduti per sempre. Parlano la lingua di un pensiero che ha per maestra solo l'esperienza. Offrono davvero l'occasione di avvicinarsi a una Cina che resta, nella conoscenza dei più, vaga e imprecisa; una Cina che attraversa un cambiamento impressionante e forse non lascerà traccia né spazio ai tanti amici, alle tante amiche di cui si parla, ai momenti descritti in queste pagine. Perché l'arte dell'incontro è soprattutto la percezione della propria distanza e la possibilità di interpretare quel vuoto come lo spazio pieno della relazione; uno spazio di attenzione, rispetto e conoscenza."" -
Piuttosto m'affogherei. Storia vertiginosa delle zitelle
Cita, zita, zitella: una parola antica che indicava la ragazza non maritata, diventata un insulto nell'ambito di una società patriarcale che, per una donna, ha faticato ad accettare destini diversi dal matrimonio. Dalle Amazzoni alle Vestali, da Ipazia a Pulcheria, dalla regina Elisabetta a Cristina di Svezia, da Jane Austen a Virginia Woolf, e con illuminanti incursioni nel mondo del mito, della fiaba e del fumetto - tra Morgana, la Dama del lago, Maga Magò e la Fata turchina - l'autrice ci accompagna, con uno sguardo divertito e spietato, in un vorticoso percorso attraverso la complessa vicenda di chi non ha camminato lungo il binario definito. Spesso per ribellione, a volte per indole o per puro caso. Scrivendo, così, un'altra storia, di passioni, desideri e talenti diversi, che qui andiamo a raccontare. -
Rosa Menni Giolli (1889-1975). Le arti e l'impegno
La storia di Rosa Menni Giolli non era ancora stata scritta. Ricostruita dalle autrici con un puntuale e amorevole lavoro di ricerca a partire dalla sua inedita autobiografia e confrontando documenti, giornali, pubblicazioni dell'epoca, ci racconta un percorso personale, artistico e civile di prima grandezza. Artista, imprenditrice, Rosa Menni apre un'atelier frequentato dalle avanguardie artistiche più innovative; poi un'azienda Le stoffe della Rosa, che produce meravigliose sete e tessuti, lavora in riviste d'arte e contribuisce a fondare un periodico femminile innovativo, ""Eva""""; traduce e si occupa di editoria. È una vitalità artistica intrecciata a un impegno politico antifascista che paga con tutta la sua famiglia, dalle scelte condivise con il marito Raffaello Giolli, critico d'arte e di architettura morto a Mauthausen nel '45, a quelle del figlio Ferdinando, fucilato nel '44, agli altri figli con cui condivide la prigionia. Il libro restituisce, con la vita di Rosa, il ritratto di una città, Milano, che attraversa la grande storia, e di quegli ambiti artistici che condividono una pratica dell'arte in grado di contrastare il degrado sociale imposto dall'industria """"disumana"""". Il percorso di Rosa è il percorso di chi crede che il fare arte e artigianato sia di per sé un fatto politico, un'attività trasformativa in cui ciascuno mette a disposizione degli altri le proprie visioni del mondo, per costruire una società fondata sulla libertà."" -
Fuori dall'ombra
UDI Bologna ha portato avanti per molti anni progetti dedicati alle donne detenute della Casa Circondariale di Bologna. Grazie al progetto sostenuto dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e al progetto ""Detenute fuori dall'ombra"""" hanno continuato e consolidato questo lavoro. Il libro testimonia le attività svolte nei tre anni di durata del progetto (2018-2019-2020) documentandolo molto concretamente con foto, report, commenti, riproduzione dei materiali prodotti dalle detenute partecipanti (disegni, post it, schede...) e costituisce quindi un valido strumento per chiunque desideri elaborare e proporre percorsi di inclusione, di risocializzazione e di emancipazione. Il volume, con la sua diffusione, intende anche far conoscere la vita delle donne nella detenzione, fatta di isolamento, solitudine, rabbia, discriminazioni, raggiungendo così un importante obiettivo di questo progetto: portare fuori ciò che accade dentro. Sullo sfondo la volontà di UDI nel riaffermare che autodeterminazione, responsabilità, libertà, diritti restano elementi essenziali per contrastare concretamente ogni forma di violenza sulle donne, in primo piano le esperienze, i vissuti, le facce, le vite delle donne che hanno partecipato attivamente. Il risultato è un libro tecnico, asciutto, privo di ogni retorica, ma nello stesso tempo emozionante e appassionante."" -
Corpo mente. Il dualismo e le filosofe di età moderna
La storia della filosofia che studiamo è sostanzialmente la storia del pensiero dei filosofi. Questo libro, nel proporre i testi di autrici attive tra il XIV e XVIII secolo, illumina una prospettiva che ribalta uno dei problemi più classici della filosofia: la riflessione sul rapporto tra corpo e mente, quel dualismo che ha radicalmente condizionato la filosofia moderna, collegato alla secolare questione della Querelle des femmes: la conformazione fisica femminile è compatibile con lo sviluppo delle capacità intellettuali? Potrà essere la donna considerata un essere razionale al pari dell'uomo e quindi in grado di partecipare attivamente alla vita pubblica? Il pensiero e le parole di Christine de Pizan, Giulia Bigolina, Oliva Sabuco de Nantes Barrera, Moderata Fonte, Maria Gondola, Camilla Erculiani, Lucrezia Marinella, Marie le Jars de Gournay, Elisabetta di Boemia, Anne Finch Conway, Damaris Cudworth Masham, Mary Astell, Catharine Trotter Cockburn sulla questione cruciale della filosofia moderna. -
Madre Natura. La Dea, i conflitti e le epidemie nel mondo greco
Di quale forza abbiamo bisogno per guardare al futuro del pianeta e dell'umanità con fiducia? I movimenti ecofemministi cercano nuovi modelli di relazioni economico-sociali, nuovi orizzonti della cura, anche alla luce dell'esperienza pandemica. Sarebbe possibile, anzi necessario, fare di questa crisi un'occasione di analisi della nostra cultura, a partire da una dialettica che appartiene già alla cultura greca, fra le ragioni della Dea, Gaia/Terra/Madre Natura ispirate alla pace, alla salute, nascita e rinnovamento vitale e quelle di un patriarcato che concepisce lo sviluppo come dominio sulla natura e le creature. Vale la pena mettere in luce le articolazioni di questo attualissimo confronto. Guardando al futuro. -
Riaffiorano le nostre vite. Aat Breur-Hibma a Ravensbrück, racconti e disegni
Attraverso le testimonianze e i disegni di Aat, riaffiorano nel libro di Dunya Breur, per la prima volta pubblicato in Italia, parole e volti di tante compagne di prigionia: un libro-monumento sul Lager femminile di Ravensbrück che ricostruisce la memoria personale e collettiva di una storia troppo importante per essere dimenticata. -
Camminare
In ""Camminare"""" sono presenti quasi tutti gli scritti di Hermann Hesse sul tema della viandanza e sulla particolare dimensione del viaggiare a piedi. Sono articoli e saggi scritti per riviste e quotidiani del tempo, integrati da una raccolta originale dell'autore, """"Vagabondaggio"""" (1920), in cui Hesse anticipa alcuni dei temi principali che saranno successivamente affrontati nelle sue opere maggiori, non ultimo Siddartha. Il camminare è infatti tema chiave nelle opere di Hesse, la metafora ideale per illustrare la ricerca di un senso ulteriore e più alto del vivere, anche a costo della solitudine e dell'abbandono. In questi scritti l'incontro con la natura diviene incontro con l'anima, il camminare diviene ricerca della parte più ancestrale e al contempo spirituale dell'essere umano. L'andare nella natura, il camminare nei boschi e tra le montagne diviene così la chiave per avvicinarsi e rivelare a se stessi l'io interiore, la parte più autentica dell'essere umano. Lo stile di Hesse, coinvolgente e passionale, riflette in modo esemplare la tensione emotiva genuinamente avvertita dallo scrittore, restituendoci un insieme di suggestioni ricche di struggente bellezza e semplicità."" -
Perché sono vegetariano
"Perché sono vegetariano"""" propone una selezione originale di saggi brevi, lettere, diari e articoli di Lev Tolstoj. Poco nota all'interno della biografia di Tolstoj è infatti la sua """"conversione"""" al vegetarismo, che lo scrittore russo espliciterà ne """"Il primo gradino"""", un saggio breve che Piano B ripropone dopo molti anni di assenza dalle librerie italiane. Incisivo e attualissimo, può essere ritenuto oggi uno dei testi fondamentali del moderno movimento vegetariano. Oltre a """"Il primo gradino"""", sono qui riproposte una serie di scritti brevi su temi affini e intimamente legati a quelli del vegetarismo: rifiuto della caccia, nonviolenza, rispetto per tutte le creature viventi. Lo stesso Gandhi fu fortemente influenzato da Tolstoj. Il volume è arricchito da alcune """"lettere vegetariane"""" inedite in Italia e che Tolstoj inviava ad amici, giornalisti e parenti e in cui discuteva della sua scelta. In appendice al volume sono presenti anche il racconto breve """"Il sangue"""", di Michail Arcybasev, mai tradotto in Italia e che Tolstoj consigliava di far leggere a tutti coloro che rifiutavano il regime vegetariano, e un breve articolo del segretario di Tolstoj, Valentin Bulgakov, intitolato """"Tolstoj e il vegetarianesimo"""", in cui compare un ritratto inedito dello scrittore russo."