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Ferro batte ferro
Si dice ""Garante per le persone private della libertà personale"""". S'intende chi entra nelle carceri per capire, parlando con i detenuti, cosa si può fare per migliorarne le condizioni. Non è uno di quei compiti da svolgersi al riparo di una scrivania e dietro lo schermo di un pc. E nemmeno un ruolo per cui è sufficiente il pelo sullo stomaco. Ma questa è la fine della storia. L'inizio della parabola che ci narra Pino Roveredo è il giorno del suo arresto e le settimane in cui lui era il carcerato. Un libro fatto di storie, umanità, poesia e rabbia, di libertà negate e di sogni. Un'analisi lucida sulla condizione delle carceri, sul mondo invisibile di un'istituzione totale, sulle relazioni umane tra i detenuti, sulla privazione del tempo e dello spazio. Con la sua straordinaria prosa, Roveredo si pone ancora una volta dalla parte degli ultimi, di coloro che sono rinchiusi in una cella e che non hanno possibilità di riscattare una vita di salite."" -
La città portata dalle acque. Notturni a Pordenone
Prendi Pordenone e immaginala come quinta per una ""cerca"""" avventurosa, un crudele gioco d'amore che si svolge tutto nell'arco di una notte. Una Ragazza insegue il suo Lui in una città che svela i suoi sogni e ricordi: un castello sospeso come un quadro di Magritte, un fiume silente e tranquillo ma in grado di trasformarsi in un mostro d'acqua, una chiesa custodita dai Templari, una piazza dove un tempo si svolgeva una corrida, l'affresco di due amanti che non trovano pace e un lago dove le parole, come i sassi, dopo qualche inutile rimbalzo, vanno a fondo."" -
La montagna storta
Il Cjampon è la montagna che sovrasta Gemona del Friuli, ne è uno dei simboli. Raggiungerne la cima non è un'impresa difficile, ma con la neve le cose cambiano. Con in testa il mito di Cassin, Messner e Bonatti, tre ragazzi decidono di compiere l'impresa in segreto, una prima invernale e un'avventura che li renderà famosi in tutto il paese. Ma qualcosa va storto e da quel 18 gennaio 1976 le loro vite cambiano, all'ombra di una montagna che li sovrasta, li riceve e li sfida. Tratta da una vicenda realmente accaduta, Brollo scrive una storia ruvida di amicizia, coraggio e paura che anticipa di qualche mese il terremoto che sconquasserà il Friuli e che cambierà il destino dei tre protagonisti, di una comunità e di una terra intera. -
Grammatica di un esilio
Artista poliedrico, Rahimi è anche fotografo e cineasta: un intellettuale nel quale si incarnano lo spirito di libertà e la voglia di ricostruzione di un popolo che ha lungamente sofferto.rn«Le parole di Atiq Rahimi in pegno per un Afghanistan felice.» - Tuttolibri, La Stamparn«Lo scrittore in esilio riflette su parole e immagini temute dalle dittature.» - Domenica Il Sole 24 orern«Le sue opere, dense di evocazioni dell'Afghanistan, non sono mai state così nostalgiche come in Grammatica di un esilio.» - Il Manifestorn«La grammatica emotiva di un grande scrittore, la mappa - a parole - di un'esistenza.» - Paolo Di PaolornrnAttraverso la scrittura di ricordi, riflessioni e, talvolta per sopperire alle parole, di lettere e disegni, Atiq Rahimi propone un racconto intimo e poetico, una meditazione su ciò che resta delle nostre vite quando si perde la terra dell'infanzia. L'autore afghano evoca i suoi esili in un libro che, più che un'autobiografia, è un'erranza che attraversa scritture diverse. ""Ho parlato molto della mia terra natia, delle donne biasimate, della guerra che si è presa mio fratello e ha disperso la mia famiglia ai 4 angoli del mondo... Ma non ho mai evocato il mio esilio. Non appena mi appresto a descriverlo sono disarmato, muto, come davanti a un buco nero. L'esilio è una strada senza ritorno. Una volta dentro non si riesce più a disfarsene. Si diventa per sempre un essere errante, da quel momento si è intessuti. Sono come la callimorphe, questa farfalla migratrice dalle ali nere zebrate di bianco che dopo aver lasciato il suo bruco è condannata a volare notte e giorno""""."" -
Il fiume sono io
Perché un fiume scompare dalle mappe ad un certo punto della storia? Un'indagine narrativa che ha come cuore la Rabiosa (oggi Fratta-Gorzone), il fiume mortalmente inquinato dal distretto conciario di Chiampo Arzignano e poi interessato dal cantiere dell'Autostrada Valdastico Sud. Un romanzo che si addentra nel territorio, nel mondo del lavoro e in quello più intimo di Nino Franzin, il protagonista, che ha vissuto la giovinezza in simbiosi con la Rabiosa. Gli studi, la laurea, il miraggio di un'importante carriera lo costringono a dare le spalle all'acqua. Sarà la vita di un piccolo embrione a fargli incontrare di nuovo i destini di un fiume che non c'è più. -
Il prezzo dell'equilibrio
Le vite di due fratelli, il protagonista Andrea (un professore e scrittore comunista) e suo fratello (un bandito che traffica armi e che si avvicina alla lotta armata) si intrecciano in una storia fatta di amori e passioni forti che destabilizzano una comunità e mettono in discussione certezze acquisite. I due uomini diventano simbolo della contrapposizione fra due visioni del mondo, due modi di approcciarsi al tramonto di un'epoca, quella degli anni Settanta, e allo stesso tempo testimoniano una storia intima e familiare in equilibrio tra ciò che è privato e ciò che è collettività. -
Venezia complice
Una Venezia donna, misteriosa e complice, ruffiana e maliziosa, viene svelata nelle sue più intime atmosfere, lungo le sue calli nascoste dentro ai volti di personaggi dalle storie meravigliose.rnForse Venezia è sogno, un sogno in cui tutti possono scoprirsi diversi da quello che sono grazie a un baratto che ha antiche origini: desideri in cambio della realtà. C'è Saverio il matto, la ragazza innamorata dell'aviatore, un famoso attore americano che sconvolge la vita di un ristoratore, i gatti, Bianca e l'alluvione del 1966, una giovane donna di Marsiglia che insegue il Maestro di Malamocco, un vecchio che vive assieme ai fantasmi delle sue amanti. Una carrellata di personaggi che solo a Venezia, qui città donna, maliziosa e complice, ruffiana e misteriosa, possono amare e vivere come dentro a un sogno. Storie legate dal filo effimero dell'acqua della laguna, in cui spesso reale e fantastico si mescolano, senza che nessuno abbia nulla da obiettare. -
I cancellati
Che cosa succede se ti ritrovi fuori dal sistema? Ti possono deportare dal paese, i vicini possono requisire il tuo appartamento, resti senza lavoro, senza assicurazione sanitaria e addirittura senza figlio. ""I cancellati"""" racconta il calvario di una madre nubile, Zala, che nel 1992 alla clinica di maternità di Lubiana, dove è andata a partorire, scopre di non fare più parte del sistema informatico, e quindi di non esistere ufficialmente. Né lei né il suo bambino. Il romanzo narra quello che è successo realmente a 25.671 cittadini che il 26 febbraio 1992 il Ministero dell'Interno della Slovenia ha cancellato dai sistemi informatici: negli uffici anagrafici a queste persone annullavano la carta d'identità."" -
Venice confidential
Forse Venezia è sogno, un sogno in cui tutti possono scoprirsi diversi da quello che sono grazie a un baratto che ha antiche origini: desideri in cambio della realtà. C'è Saverio il matto, la ragazza innamorata dell'aviatore, un famoso attore americano che sconvolge la vita di un ristoratore, i gatti, Bianca e l'alluvione del 1966, una giovane donna di Marsiglia che insegue il Maestro di Malamocco, un vecchio che vive assieme ai fantasmi delle sue amanti. Una carrellata di personaggi che solo a Venezia, qui città donna, maliziosa e complice, ruffiana e misteriosa, possono amare e vivere come dentro a un sogno. Storie legate dal filo effimero dell'acqua della laguna, in cui spesso reale e fantastico si mescolano, senza che nessuno abbia nulla da obiettare. -
Gorizia capovolta
La città di frontiera, la Nizza austriaca, il salotto dell'Impero: tante definizioni hanno accompagnato Gorizia fino ai giorni nostri, ma nessuno ha ancora compreso quale possa essere il ruolo e il destino di questa città, spesso ferita dalla Storia, ma sempre ricchissima di fascino. Il rapporto tra sloveni e italiani, tra Nova Gorica e la città, tra la Prima guerra mondiale e il ruolo mitteleuropeo, tra occasioni mancate e ferite ancora aperte: una città sempre in bilico, in perenne contraddizione dove spesso sono i morti sepolti nel cimitero a raccontarci come sono effettivamente andate le cose. -
Il caos, la bomba, il caos
Siamo nel 1975 alla cascina Spiotta, vicino ad Aqui Terme, dove due brigatisti sequestrano il figlio dell'imprenditore vinicolo Gancia. All'arrivo dei carabinieri succede il caos. Questo è il fatto, realmente accaduto, da cui ha inizio la confessione-racconto del brigatista in fuga, la cui identità rimane tuttora misteriosa. Una figura controversa, densa, dura e fragile, nella solitudine della sua casa vuota ci svela il segreto attorno al quale ha costruito un'esistenza in bilico. -
Il popolo del diluvio
Dalla città bosniaca a Londra, una testimonianza dolorosa e nostalgica, ma anche ricca di speranza che ci conduce verso un epilogo dove da qualche parte, nascosta ma ben visibile, può apparire la felicità. rnÈ un partire e tornare, il romanzo filosofico di Predrag Finci, ma è anche un emergere dalle nebbie della perdita al tepore della felicità. È ciò che più colpisce di queste pagine in cui le parole fluiscono senza interruzioni:rnalla fine, c’è la felicità. Laggiù, o lassù, la luce.rnUna corriera nel 1992 parte da Sarajevo durante l'assedio e porta con sé donne, bambini, uomini, vecchi: un intero popolo è seduto su quel bus durante quel lungo viaggio notturno che li porterà ad attraversare i check point per dirigersi chissà dove. Torneranno? Saranno accolti da qualcuno? Riconosceranno ancora la loro terra martoriata? Prefazione di Maria Tilde Bettetini. Postfazione di Bozidar Stanisic. -
I fantasmi di Trieste
Trieste è una città in bilico sul filo della storia, meravigliosa e multietnica, porta per l'Est ricca di contraddizioni, muri , oscuri sensi di colpa. È la città ideale per molti, là dove tutto si può incrociare, porto da cui partire per esplorare il mondo o dove attraccare e stare fermi affacciati al mare. Jelincic nei suoi racconti narra storie di Città Vecchia, del tram di Opicina, della chiesa degli Armeni, dei rioni di San Giacomo, San Giovanni e San Giusto, ma anche vicende di personaggi veri, come quel Diego de Henriquez che bruciò in una bara nel suo magazzino con i suoi segreti, Franco Basaglia, il boia nazista Odilo Globocnik, le prostitute tristi di James Joyce e un inedito Julius Kugy. -
Generazione Serbia
«La storia del Novecento – serbo ed europeo – e le vicende della famiglia Kobac/Tomič, sono l’ordito e la trama che Veličković tesse con maestria. Una tela arricchita dalle riflessioni sul ruolo degli intellettuali e sul potenziale di ciascuno di farsi interprete del proprio tempo» - Marzia BonarnLa famiglia serba Kobac/Tomi? è la metafora di un popolo che attraversa il Novecento. Il racconto, dissacrante e ironico, segue in linea maschile le vite di uomini che dalla Serbia dell'Impero Austroungarico, viaggeranno fino in Russia e in America attraversando la Grande Storia. Il romanzo di Veli?kovi? narra i destini familiari che incrociano la ""Guerra dei maiali"""", le due guerre mondiali, gli anni Cinquanta e le purghe titoiste, la ribellione globale del 1968 e l'ascesa di Milosevi?. Nel 1991, come la Federazione Jugoslava, anche il nucleo famigliare si scioglie e l'ultimo Kobac parte alla ricerca del padre."" -
La veglia di Ljuba
La vita intensa di un uomo, esule più per vocazione che per destino, fuori dagli schemi, diventa lo spunto per narrare la storia del Novecento lungo il confine tra Italia e Jugoslavia. Dai villaggi dell'Istria profonda alle pagine nere del fascismo, dall'occupazione titina di Trieste al terremoto in Friuli del 1976 e alla successiva ricostruzione, fino ad arrivare ai giorni nostri: la biografia di un essere umano si sovrappone alla biografia di una terra complessa, plurale, meticcia. Floramo conduce il lettore in un viaggio che attraversa continuamente le frontiere, entra nelle pieghe di un amore, delicato e intenso, lungo un'intera vita e racconta il destino di bambini, uomini e donne che si sono ritrovati in un posto giusto in tempi, spesso, sbagliati. -
Gli occhi di Firenze
È una delle città più fotografate, raccontate, celebrate al mondo, eppure ci sono ancora tanti modi di raccontarla. Dipende dall'attenzione che le si dedica, dalle storie che si è pronti ad ascoltare, dalle strade in cui è ancora bello perdersi, fuori dai pochi metri quadrati dove si concentrano i turisti. La Firenze di un fiorentino come Paolo Ciampi, viaggiatore lento e inquieto, diventa allora un altrove di sogni, misteri, sorprese, più di tante altre destinazioni. Forse il viaggio più lontano, anche se comincia fuori della porta di casa, passa per il pub di quartiere e si conclude nell'osteria degli amici di sempre: da mattina a sera in un incessante smarrirsi e ritrovarsi. -
La ragazza del Bar Centrale
Stefano Da Rin è un ex poliziotto della Stradale costretto a un pensionamento anticipato da un grave infortunio sul lavoro. È un antieroe che decide di lasciare scorrere il tempo senza ulteriori scossoni andando ad abitare a Roggia, un borgo immerso tra i colli del Prosecco. Stefano impara l'arte delle vigne al mattino, la sera allena la locale squadra di calcio amatoriale, e di notte frequenta Silvia, la titolare del bar principale del paese. Una bolla perfetta all'interno della quale lasciare tutto immobile, in modo che la vita non possa riservare altre brutte sorprese. È qui che si spezza il corso naturale delle cose e che i fatti si ingarbugliano e il destino si mette di mezzo. -
Le finestre di Berlino
«La città si lascia decifrare come oggetto di una topografia reale a cui si sovrappone una topografia interiore. Solo un poeta dal talento lirico e intellettuale come Šteger poteva riuscire in questo esperimento.» Internazionalern«Berlino, ottima prova di Šteger, è un giro disincantato in una città che cerca la sua identità dove l’importante è perdersi.». Il Sole 24 orernLa Berlino raccontata da Ales Steger in trentacinque brevi e audaci prose è una città-fessura in cui ci si smarrisce, una metropoli piena di buchi neri che inghiottono il passante per poi risputarlo fuori come dall'altra parte di uno specchio magico. Attraversando generi diversi - racconto di viaggio, taccuino filosofico, saggio - l'autore scrive in una sorta di simbiosi poetica con le strade, i monumenti, i cimiteri e persino con le fenditure dell'asfalto della città, delineando in pochi sapienti tocchi i tratti dei berlinesi, ""maestri del vivere nel vuoto""""."" -
Locanda Tagliamento. Dieci voci raccontano il fiume
Un canto collettivo, corale, sul più importante fiume del Friuli Venezia Giulia, l'unico dell'intero arco alpino e uno dei pochi in Europa a preservare una morfologia a canali intrecciati. Dieci storie narrate al tavolo di una ideale locanda sulla riva del fiume. Un fisarmonicista, un fotografo, un esperto di vini, due giornaliste, due camminatori narratori, un attore, due scrittori: ognuno con la propria sensibilità, con il proprio vissuto e con la propria immaginazione racconta l'anima del fiume. Dentro questo libro, si alternano le donne e gli uomini che abitano le sue sponde, i ragazzini che costruiscono la capanna più grande del mondo, i Turchi che tentano di guadare il fiume e invadere l'Occidente, i passaggi a piedi più emozionanti, gli incontri meravigliosi che solo lungo l'acqua bianca e verde del Tagliamento possono accadere. Prefazione di Davide Papotti. -
Cirkus Columbia
Epopea grottesca, surreale, e satira corrosiva, è un racconto che ha inizio il 14 luglio 1991 quando in una città dell'Erzegovina giunge una Mercedes bianca con targa tedesca. Scende un rancoroso emigrante che fa ritorno al luogo natio dove smarrisce subito il gatto nero a cui è morbosamente legato. Si scatena una pirotecnica ricerca che coinvolge tutta la comunità e che si incrocia con le vicende di un giovane disertore in fuga. Nel contempo una nuova generazione di ""vincitori"""" si afferma attraverso purghe ed esecuzioni sommarie. All'arrivo del Cirkus Columbia, la cittadina è ormai in preda ai venti di guerra e il folle girare della sua giostra rimane l'unico disperato passatempo.""