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Guida verace del centro storico. Dove tutto cominciò fra storie, curiosità e mirabilia
Dribbia turisti e gladiatori grazie ai consigli veraci di chi vive nel centro storico! Sappiate che qui ci sono salamandre,papi , occhiali a 24 carati ,ebanisti , porte mostruose, viste da paura, ristoranti ecumenici ,camicie dipinte , monumenti a gogo' e una guida che vi accompagni a esplorarli?Tutto ciò e molto di più in questa grandiosa, geniale e imperdibile guida del centro storico di Roma. -
Vai al diavolo! Sulle tracce dei demoni a Roma
Satana in attesa al Pantheon ma anche in piazza del Gesù. In trono invece alla Sedia del Diavolo, in piazza Elio Callistio. E perfino in festa, a piazza del Popolo. Poi, demoni “nascosti” al Colosseo per dare voce al passato ma soprattutto togliere il fiato al presente. Senza dimenticare Villa Borghese e il suo monumento alla “tentazione”. Sono molti a Roma i luoghi nei quali tradizione e leggende vedono vivere diavolo e demoni. La storia è ricca di riferimenti, così la mappa della città, che, tra cupole e chiese, spesso perfino alla loro ombra, non ha timore di ospitare il Male, tantomeno di incontrarlo. Anzi. Sapere dove si può trovare può aiutare perfino a vedere esauditi i propri desideri e le proprie fantasie. Una passeggiata sulle tracce dei demoni per guardare con occhi nuovi la città, riscoprendone luoghi, tradizioni, timori e riti, incantesimi e “maledizioni”. -
La fortuna a Roma. Inseguendo la buona sorte
È al Palatino che nasce la “fortuna” di Roma. Una fortuna creata su misura, ritoccata ad arte, ma celebrata come segno celeste. È il Palatino, infatti, il punto di osservazione che scelse Romolo – contro l’Aventino preferito da Remo – per osservare il volo degli uccelli che, secondo le letture divinatorie, avrebbe proclamato re chi ne avesse visto il numero più alto. Roma sin dalla nascita vede la sua storia strettamente legata alla buona sorte. E molti sono i luoghi in città dove andarla a ricercare, tra monumenti, pozzi, fontane, anche chiese. Dal Quirinale al Foro Boario, dal Muro Torto fino alla scalinata di San Pietro, un viaggio alla scoperta dei luoghi dove la fortuna si concede ai romani. -
Leonardo da Vinci a Roma. Alla ricerca del segreto della Gioconda
«Laus Deo 1500, 20 marzo». È un breve appunto custodito nel Codice Atlantico, insieme a note concrete sul cambio di denaro, a documentare il soggiorno di Leonardo da Vinci a Tivoli e Roma, il primo secondo gli studi attuali. Vi tornerà, infatti, dieci anni dopo. Roma, agli occhi di Leonardo, è terra dell'antico, scrigno della storia ma non solo. La città vive un periodo di grande fermento. Qui lavorano i talenti del momento, come Michelangelo. Qui, poi, trionferà anche Raffaello. Al secondo periodo romano di Leonardo, secondo alcuni studiosi, sarebbe legato anche un segreto della sua opera più nota, Monna Lisa. Seguendo le tappe del soggiorno di Leonardo nell'Urbe, dai luoghi nei quali ha vissuto alle opere che ha avuto modo di ammirare e che potrebbero averne influenzato visione e stile, un'indagine sugli ""effetti"""" del soggiorno romano sulla produzione e le ricerche di Leonardo."" -
Roma in festa. Luoghi e riti da calendario in città
Il Carnevale romano con la corsa dei moccoletti e dei cavalli berberi. La festività di San Giovanni. I riti del Natale, tra preghiere e litanie. Fino a risalire alle antiche feste romane. È un ricco calendario di festività, sacre e profane, quello che caratterizza la storia e soprattutto il calendario di Roma. Ogni occasione era – e in parte ancora è – buona per festeggiare, con piccoli giochi di strada per l’intera popolazione o in grandi feste per signori e potenti. Il divertimento regnava sovrano e spesso si spingeva fino all’eccesso. Ecco allora le sensuali celebrazioni per la Bona Dea all’Aventino, senza dimenticare i Baccanali in onore di Bacco, le feste per Venere e Marte, quelle per Giunone, perfino per le divinità degli Inferi. Ed ecco le corse sfrenate dei carri di cinghiali a Testaccio. Ogni ricorrenza ha i suoi luoghi e le sue tradizioni, alcune perdute, altre invece giunte fino a noi, altre ancora nuove, nate nel tempo e in attesa di essere storicizzate. Una passeggiata tra siti antichi, riti da compiere, memorie da tramandare, per guardare Roma all’insegna del divertimento. -
La Roma di Federico Fellini. I luoghi iconici del regista nella Capitale
Via Margutta, dove una targa indica la sua abitazione. Non può non iniziare da qui la passeggiata romana alla scoperta dei luoghi di Federico Fellini nel centenario della sua nascita, avvenuta il 20 gennaio 1920. Il legame tra Fellini e la Capitale ha fatto la storia del cinema. E ha contribuito pure alla storia dell’immagine della città, che il regista ha letto con sguardo lucido ma anche visionario e riscritto secondo suggestioni da sogno che della realtà hanno finito per fare mito. Fontana di Trevi richiama immediatamente il bagno di Anita Ekberg e Marcello Mastroianni. Al Teatro 5 di Cinecittà sono state girate molte delle scene cult dei suoi film e negli Studios sono ancora conservati alcuni dei costumi che hanno caratterizzato il suo immaginario. Poi, il bar Canova, in piazza del Popolo, dove amava prendere il caffè, l’Eur di Boccaccio ‘70, il Mausoleo di Cecilia Metella ne Lo sceicco bianco, il Parco degli Acquedotti e ovviamente via Veneto per La dolce vita, le Terme di Caracalla per Le notti di Cabiria e così via. Tra indirizzi del suo privato e location per le riprese, un viaggio alla scoperta della Roma felliniana. -
Raffaello a Roma. Sulle tracce di Sanzio nell'Urbe
Stanze Vaticane, Farnesina, Sant’Agostino, Santa Maria della Pace. E ancora, Galleria Borghese, Palazzo Barberini, Galleria Doria Pamphilj, fino ad arrivare al Pantheon, dove si trova il suo monumento funebre. Sono numerosi i luoghi della Città eterna che portano il “segno” di Raffaello Sanzio. A 500 anni dalla sua morte, un viaggio per ricostruire la sua vita in città, tra privato e opere, nonché il suo profondo legame con l’Urbe. L’Urbinate, infatti, si trasferì a Roma dal 1508, chiamato da papa Giulio II per eseguire, insieme ad altri artisti, la decorazione delle Stanze Vaticane. Conquistato dal suo talento, poi, il Pontefice assegnò interamente a lui il lavoro. La città consacrò la grandezza dell’artista. Un percorso alla scoperta della Roma di Raffaello, dai palazzi dove ha vissuto e che ha frequentato ai musei ed edifici che custodiscono le sue opere, fino alle architetture nelle quali si può leggere la sua idea di Bello. Per conoscere la Roma “divina” dell’Urbinate e l’influenza della città sulla sua opera. -
Sergio Leone e Roma. I luoghi del regista in città
«Il mio modo di vedere le cose talvolta è ingenuo, un po' infantile ma sincero come i bambini della scalinata di viale Glorioso», diceva Sergio Leone. La frase è stata scelta anche per la targa che lo ricorda, in viale Glorioso appunto. La città che sembra così lontana dai western, che hanno portato il regista ad essere celebrato in tutto il mondo, ne è in realtà il fondamento, tra set, suggestioni e stimoli. Qui Leone è nato, si è formato, ha vissuto. Sono molti i luoghi dell'Urbe che sono stati amati e frequentati dal regista: viale Trastevere, dove andò a scuola insieme a Ennio Morricone, Porta Portese, dove recitò per Vittorio De Sica, Cine-città, dove imparò a progettare e costruire le sue narrazioni. Ancora, il teatro dell'Opera, via Veneto, l'ex Mattatoio a Testaccio e così via fino ad arrivare a Pratica di Mare, dove è la sua sepoltura. Tra indirizzi del suo privato e location per le riprese, un viaggio alla scoperta della Roma di Leone inseguendo il sogno americano del regista e le suggestioni ""western"""" della città."" -
La Roma di Alberto Sordi
Tipicamente romano. Così si definiva, fieramente, Alberto Sordi. In scena portava di fatto l’italiano medio, ma a vincere era l’immagine del cittadino dell’Urbe. Innamorato della sua città, Sordi nel tempo è diventato simbolo della romanità. Un “mito” capitolino. Andando oltre la dimensione attoriale, ha incarnato l’anima della Città Eterna. A parte un soggiorno a Milano per frequentare l’Accademia dei filodrammatici, ha vissuto sempre a Roma. Ne è stato pure Sindaco onorario, per un giorno, il 15 giugno 2000, in occasione del suo ottantesimo compleanno. A 100 anni dalla nascita dell’attore, un percorso nella Roma vissuta, indagata, raccontata nei film dei quali è stato interprete e regista. Sotto i riflettori, i tanti cambiamenti del Paese nei decenni: la ricostruzione, l’emigrazione, il boom economico, i sogni. Tra pubblico e privato, lo studio dell’immagine che Sordi ha costruito di se stesso, personalizzando ogni ruolo interpretato, ma anche della vita personale, che ha tutelato per privacy e pudore, ricostruita attraverso “indizi” celati nei film. Un viaggio alla scoperta e riscoperta di Alberto Sordi, dalla nascita ai teatrini di varietà, dalla radio fino ai capolavori del cinema. Per guardare Roma con occhi “nuovi”. -
«Le cose da dire sono tante e tali...». Memorie della presa di Roma
«È già gran cosa aver la voglia di scrivere, mentre per le vie di Roma risuonano ancora le grida del primo entusiasmo e della prima gioia. Tutto quello che ho veduto ieri mi sembra ancora un sogno; sono ancora stanco della commozione; non sono ancora ben certo di essere veramente qui, di aver visto quello che vidi, di aver sentito quello che sentii». Così Edmondo De Amicis, a settembre 1870, racconta la presa di Roma. L’autore di “Cuore”, libro che avrebbe pubblicato anni dopo, entrò nell’Urbe a seguito dell’esercito, come inviato del quotidiano «La Nazione» di Firenze. La sua voce è una delle più appassionate, ma non è l’unica a fare cronaca di quei giorni concitati. A 150 anni dalla breccia di Porta Pia, una raccolta di testimonianze dell’evento che ha segnato la storia della città e del Paese, ripercorrendo battaglie, passione, lotta, speranze di quei giorni. Un modo per rivivere la storia attraverso le voci e gli occhi dei suoi protagonisti. -
E Roma diventò Capitale. La trasformazione dell’Urbe tra Ottocento e Novecento
«Era il tempo in cui più torbida ferveva l'operosità dei distruttori e dei costruttori. Insieme con nuvoli di polvere si propagava una specie di follia edificatoria, con un turbine improvviso». Così Gabriele D'Annunzio descrive il fermento a Roma, divenuta Capitale del Regno d'Italia. Per rispondere al nuovo ruolo, in termini di funzionalità e anche di immagine, Roma si trasforma e ""cresce"""", guardando alle grandi città europee. Si dimentica la vita da """"borgo"""". Scompaiono i luoghi, anche nel centro, ancora battuti dai pastori con le greggi. Il Palazzo del Quirinale, prima residenza dei pontefici, diventa residenza ufficiale del re d'Italia. Tutto muta e il nuovo avanza. Il primo palazzo monumentale ad essere costruito secondo la nuova visione è il Ministero delle Finanze, con le sue circa duemila stanze. Il nuovo status porta rapidamente a un aumento della popolazione. Ciò composta più abitazioni. Cresce il ceto medio che, con le sue esigenze, detta di fatto anche un nuovo stile architettonico e una differente filosofia dell'abitare. Attraversando i decenni, il volume indaga la trasformazione di Roma in termini urbanistici, nella ridefinizione degli spazi e delle architetture, nonché in ambito sociale, con le nuove esigenze abitative ma non solo. Un'analisi approfondita e critica dei mutamenti di Roma, tra tesori perduti in nome della sua crescita e nuove costruzioni."" -
A cena con i papi. Storie e ricette dalle cucine dei pontefici
Le crêpes, che sarebbero state ideate addirittura da papa Gelasio. Le polpette di fagiano, ma anche pernici, beccafichi, capponi, animelle, ai banchetti offerti da Leone X. Il Biancomangiare di Gregorio VII. Sono solo alcune delle prelibatezze servite alla tavola dei papi, nel corso dei secoli. Ogni pontefice, con le sue preferenze e anche le sue tradizioni familiari ha segnato la mensa ecclesiastica, introducendo piatti e ingredienti nel ""ricettario"""" papale. Alcuni hanno preferito cibi """"poveri"""" nel rispetto della vocazione, altri hanno adottato menu decisamente pregiati, con portate rare, rimarcando il potere, anche politico, della Chiesa. Di piatto in piatto, a comporsi nel ricettario sono veri e propri – golosi – ritratti dei vari pontefici, in un viaggio nella storia e nel gusto, che spazia dall'antipasto al dolce, dalle preparazioni frugali alle creazioni per grandi e lussuosi banchetti, dai cibi ispirati alla vita dei Santi fino alle preparazioni più scenografiche. Alla scoperta dei migliori """"bocconi del prete""""."" -
Io so io. Aforismi, detti e pensieri di Alberto Sordi
Espressione compiaciuta, sguardo fiero, grande sorriso e, un istante prima di congedarsi, la frase: lapidaria, veloce, geniale. E soprattutto, indimenticabile. «Io so’ io…» è una delle battute più famose del film “Il marchese del Grillo”, uscito nel 1981. Ed è anche una delle battute più famose di Alberto Sordi, che al Marchese ha dato corpo e personalità. Più ancora, è una delle battute più note della romanità, sua espressione iconica, capace in poche parole di sintetizzare lo spirito di una città e del suo sentimento, tra abitudini, eccessi, chiacchiere, sarcasmo. Tipicamente romano, come amava definirsi, Sordi ha dato letteralmente voce all’Urbe e, più in generale, al Marchese. Tra battute da copione, dichiarazioni spontanee e memorie, alcune delle sue affermazioni si sono fatte metro di città, Paese, epoca. Riunire le sue frasi più significative, tra film e interviste, è un modo per ricordarlo e celebrarlo, tornare a sorridere con le sue intuizioni, ma anche ripercorrere decenni di storia del cinema italiano. E di alcuni dei suoi cult. Un viaggio alla scoperta della sua visione del cinema e della vita. -
Guida verace di Montesacro. Un giardino grande quanto un quartiere
Sapevate che Montesacro fu teatro di una secessione della plebe, delle chiacchiere tra Carlo Magno e Leone III, ma anche delle serenate di Rino Gaetano? Seguiteci alla scoperta del quartiere con più tavolini all’aperto (e meno parcheggi) della capitale, attraverso saliscendi di scalette, mercati rionali, Fonti d’acqua purissima, ponti storici, coatti dei guzzantiani e riserve naturali. Tutto questo e molto di più in questa Guida di Quartiere! -
La Roma di Pasolini. I luoghi iconici del regista nella Capitale
La Stazione Termini, che segna l'arrivo di Pasolini a Roma, insieme alla madre, nel 1950. La sua prima abitazione in Piazza Costaguti, a due passi dal Portico d'Ottavia. I fiumaroli sul Tevere, all'altezza di Castel Sant'Angelo, nel film ""Accattone"""". Le strade del Pigneto, anche queste usate come set per il primo film. A 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, un viaggio nei numerosi scenari dell'Urbe che conservano la sua memoria. Sono luoghi dove ha vissuto, quartieri che ha scelto come set per le scie opere, spazi che lo hanno ispirato, scorci che ha eletto a simbolo di Roma e della sua idea di romanità. Ecco allora Monteverde, in via Fonteiana e in via Carini, dove andò ad abitare. Poi, Rebibbia, Ponte Mammolo, Pietralata, che amava frequentare. Ancora, Testaccio, il Cimitero Acattolico, con la tomba di Antonio Gramsci. E il Quadraro, il Parco dell'Appia Antica, ovviamente il litorale di Ostia e molto altro. Accanto ai luoghi della sua vita e del suo cinema, anche i molti dove è stata omaggiata la sua memoria, con interventi di street art, da via Fanfulla da Lodi fino al Teatro India, senza dimenticare quella che è stata ribattezzata la """"Cappella Sistina"""" di Tor Pignattara: """"Hostia"""" di Nicola Verlato. Uno e più percorsi nella città per andare alla scoperta o riscoperta delle visioni pasoliniane."" -
Su un bottone de rosa. Vita e opere di Trilussa
L'amore. Il potere. Le consuetudini, i piccoli riti quotidiani, le memorie. Sono tanti i temi cantati da Trilussa. Grande protagonista dei suoi versi, però, è Roma, nelle sue abitudini e suggestioni, oggi perdute nella gran parte, ma mai dimenticate. Attraverso settanta dei suoi sonetti più sagaci, divertenti e capaci di ""colpire"""", un racconto della vita di Trilussa, tra amori, aspirazioni, sogni, anche moda, confronto con il suo pubblico, ricerca della felicità e molto altro."" -
Democrazia futurista
Marinetti si faceva artefice di nuove idee e proposte per il rinnovamento dell'Italia contenute nei ventisei punti (o capitoli) di Democrazia futurista. Il testo si avvia riferendosi, più che al più noto Manifesto del futurismo, al precedente manifesto del Partito Politico Futurista Italiano pubblicato l'11 febbraio 1918. Se si dovessero sintetizzare con una parola le proposte marinettiane, questa sarebbe senz'altro rivoluzione, sintetizzata nella formula ""conflagrazione futurista"""". Una rivoluzione contro la classe dirigente che governava il paese e regolava la vita italiana ridotta """"a una convivenza cretina di quadri d'antenati e di una lurida servaccia"""", la necessità della rivoluzione nasceva per superare il sistema di governo democratico. Tale rivoluzione doveva segnare una netta cesura con il passato poiché """"noi non dobbiamo nulla al passato"""", Marinetti si scaglia contro la tradizione colpevole di essere un freno allo sviluppo del paese e della nuova gloriosa classe dirigente, la borghesia, vera potenza produttiva del lavoro."" -
Sindacalismo e Repubblica. Sindacalista, interventista, rivoluzionario
Sindacalismo e Repubblica è probabilmente il testo più significativo di Filippo Corridoni in cui il sindacalista marchigiano teorizza una repubblica antipartitica governata da una democrazia diretta. Il testo, una vera e propria riscoperta editoriale, è arricchito dagli atti del convegno tenutosi a Parma per ricordare la figura di Corridoni che permettono al lettore, dopo la prefazione di Enrico Nistri e l'introduzione agli atti di Paolo Martocchia, di approfondire Corridoni il sindacalista rivoluzionario (testo di Giovanni Facchini), l'interventista (Corrado Camizzi) e il volontario (Massimo Zannoni). -
C'è un cadavere nel mio champagne
Louis Le Manac'h è un antiquario che conduce una vita relativamente ordinata per quanto lo permettano un'energica moglie, tre figlie e un cane affetto da gravi turbe psichiche in uno splendido borgo bretone, distratto solo dalla ricerca di mobili antichi e piaceri eno-gastronomici. Fino a quando la scoperta di un cadavere nel porto di Saint Malò, risvegliandola sua curiosità morbosa e il suo gusto dell'avventura, lo trascina in una improvvisata indagine dai risvolti più che imprevedibili. Attraversando la vita e le storie di indipendentisti bretoni e irlandesi, trafficanti d'armi, poliziotti, nazisti, partigiani, preti e tenere signore apparentemente indifese, Le Manac'h ritroverà qualcosa che aveva perduto e riscoprirà che le favole non sono mai così distanti dalla realtà. -
Come sopravvivere alla modernità. Manualetto di autodifesa per il XXI secolo
Evola, Jünger e Mishima sono i principali autori politicamente scorretti cui questo essenziale vademecum per affrontare il XXI secolo fa soprattutto riferimento allo scopo di rispondere a una pressante domanda culturale, ideale e esistenziale. La dittatura della Tecnocrazia, il controllo a distanza della Tecnoscienza, il dominio planetario della Tecnologia, l'inavvertita costruzione di una mentalità collettiva attraverso i Nuovi Media, il conformismo ipocrita del Pensiero Unico, non rappresentano affatto un destino ineluttabile come si dice, ma possono essere affrontati e sconfitti non con atteggiamenti esteriori e velleitari alla fine del tutto inefficaci nella pratica di ogni giorno, quanto piuttosto attraverso una severa disciplina interiore e una profonda consapevolezza della realtà (quella vera, non quella virtuale che ne sta prendendo il posto) senza illusioni consolatorie. Occorre cercare e trovare nella propria coscienza e nella propria cultura libere da condizionamenti, il senso dei valori perenni allo scopo di recuperare la Tradizione in modo rivoluzionario e innovativo.