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Alcuni aforismi su religione e deismo (frammento). Testo originale a fronte
Nell'estate del 1790, alle prese con i ricorrenti problemi economici, Fichte accetta di impartire lezioni private sulla filosofia di Kant a un giovane allievo. Lo studio della Critica della ragion pura, intrapreso per tale motivo, esercita su di lui una profonda impressione e lo porta a mettere in discussione il suo precedente sistema deterministico. Nel medesimo periodo cade la conclusione della stesura degli Aforismi su religione e deismo, nei quali trova espressione il travaglio del giovane Fichte, combattuto tra le esigenze del cuore e quelle dell'intelletto e spinto a riconsiderare i rapporti tra fede e ragione, religione e filosofia. Il medesimo dissidio interiore - che va ben al di là di pur significativi ""casi di coscienza"""" individuali - sarà sperimentato, circa un quarantennio dopo, da D.F. Strausse Ch. Märklin, e darà luogo a una suggestiva, quanto inconsapevole analogia, dalla quale scaturiranno conclusioni e scelte ben diverse da quelle operate da Fichte."" -
Un mondo di tutti e di nessuno. Pirati, rischi e reti nel nuovo disordine globale
Vi è una tendenza dell'essere umano a trascurare la contingenza negli aggruppamenti collettivi. Lungo la storia abbiamo declinato in diverso modo questa prima persona plurale: noi che apparteniamo alla medesima classe, noi che ridiamo delle stesse cose, noi che siamo uniti dalla paura, noi i compatrioti, i cosmopoliti, i rivoluzionari, i civilizzati, i nazionali, noi il popolo, noi che condividiamo gli stessi valori, che abbiamo il medesimo interesse, i contemporanei, i nostri, quelli della stessa generazione, i complici e i solidari, quelli di qui e quelli di sempre, le vittime di una tragedia o di un'ingiustizia, gli indignati, i minacciati, gli esperti, noi che abbiamo ragione, i maschi, i normali, gli ortodossi, i sani di mente, quelli che si fidano o si temono tra loro e tutte le conquiste dell'umanità sono state precedute da un interrogativo riguardo a questi aggruppamenti così evidenti che nascondono per lo più operazioni di esclusione. E se non fossimo propriamente ciò che siamo? -
Ortologia della contraddizione. Critica di Heidegger interprete di Aristotele
Martin Heidegger nei suoi anni di formazione, che furono anche gli anni di gestazione di Essere e tempo, ebbe un rapporto intenso e decisivo con la grande filosofia greca. I corsi universitari degli anni 20, dedicati particolarmente a Platone ed Aristotele, furono momenti di un processo di fondazione della filosofia come ""scienza critica"""". Secondo Heidegger infatti solo nel """"differenziare qualcosa da qualcos'altro si rendono visibili entrambi, il differente e la sua differenza""""; un approccio che involgeva evidentemente i grandi temi della filosofia: essere ed ente, identità e differenza, positività e critica. Questo libro indaga però il possibile istituirsi di una aporia fra ontologia e dialettica, fra metafisica e critica. Proprio nella grande Zusammenfassung degli anni '20 con Platone ed Aristotele, pare infatti definirsi quella tensione fra rigore eleatico e apertura al mondo destinata a restare centrale ed irrisolta nell'arco dell'intera vicenda filosofica, morale e politica di Martin Heidegger."" -
Umano post umano. Immagini dalla fine della storia
Da più di un decennio il concetto di ""postumano"""" è entrato, a pieno titolo, nel vocabolario tanto della cultura filosofica quanto dell'immaginario popolare. Dal Cyborg Manifesto di Donna Haraway ai replicanti di Blade Runner, passando per le narrazioni post-apocalittiche della cinematografia contemporanea, il postumano indica uno scarto lieve ma decisivo, tramite cui l'umano viene, al contempo, mantenuto e superato. La galleria di """"immagini"""", qui offerta, esula da un'analisi meramente concettuale del termine per esibire, attraverso narrazioni, temi e discipline eterogenee, la posizione di scarto che le parole postumano e post-storia individuano. Dalle visioni mistiche di Philip K. Dick alla fine della storia di Alexander Kojève, dalle distopie romanzesche di Michel Houellebecq e H. P. Lovecraft al guardiano del godimento Sven Marquardt, i ritratti presentati si situano tutti nello spazio aperto di quel """"post"""" che unisce e divide due volti speculari, ma irriducibili, dello stesso """"umano""""."" -
Vedere «da cento occhi». Nietzsche e la relazione
Nietzsche impone alla filosofia un pensiero della relazione che pensa la relazione oggettiva senza cessare di esserne a favore della sostanza, né sorgendo in opposizione dialettica ad essa. Un pensiero della relazione consapevole che è soltanto attraverso ""un"""" pensiero della relazione che la relazione può essere pensata, ma che rifugge tuttavia la tentazione di porsi come """"il"""" pensiero della relazione che si pensa mediante """"un"""" pensiero della relazione. Un pensiero che riconosce così l'impossibilità di porsi come nient'altro che """"un"""" pensiero della relazione, e quindi un pensiero finito che, assumendola, tenta comunque di distanziarsi da tale finitudine, pur permanendo in essa. Quasi un pensiero interno ed esterno a se stesso, poiché nel pensare, e tramite il pensare, prende atto che sta pensando e mette in questione gli strumenti a cui ricorre per pensare. Ciò rinvia alla necessità per la filosofia di vedere """"da cento occhi"""", secondo una traiettoria che dal mondo inorganico e organico raggiunge la socialità umana, in cui la relazione si apre alla sfera della politica. In vista di una democrazia che Nietzsche intende come """"qualcosa di futuro"""", in chiave inclusiva e non escludente."" -
Verità dell'Europa
Spaziando tra filosofia, teologia, estetica e politica, gli scritti raccolti in questo libro si misurano con un compito tanto arduo quanto necessario: quello di comprendere, una volta di più, quali e quanti saperi concorrano nella composizione dell'immagine di Europa e della sua sfuggente verità. ""A guidare l'articolazione di questi pensieri - che solo in maniera semplificata potremmo ricondurre ad un problema di definizione - è l'idea che quello di Europa sia una sorta di concetto strutturalmente incompiuto, che Europa sia insomma sempre un processo ed un cammino verso la sua stessa verità, piuttosto che il nome con cui sia stata fissata una identità ferma e irrevocabile""""."" -
Morte della sovranità
I testi qui raccolti indagano i caratteri della concezione moderna della 'sovranità', verificandone la fungibilità categoriale all'interno del quadro storico e del lessico politico attuale. Le trasformazioni contemporanee sollecitano, infatti, ad una riflessione sulla sua utilizzabilità entro lo scenario segnato dalla crisi della funzione classica degli Stati nazionali e da inedite interdipendenze ed asimmetrie globali. Riflessione che interroga, innanzitutto, la filosofia politica e il generale travaglio della elaborazione teorica. Le voci di personalità scientifiche di primo piano e di giovani studiosi affrontano i grandi nodi tematici del rapporto tra eccezione, mediazione e sovranità, tra legge e potere, tra politica e dimensione messianica. -
Arte e metafisica delle forme. Creazione. Crisi. Destino
In principio è il sorgere del significato filosofico del termine greco, rimarcante la forma, chiara e definita, indicativa dell'aspetto in cui ogni singolo ente del mondo si dà all'apparire. Tale aspetto, nella sua consistenza prima e originaria, viene a coincidere con l'essere, da parte della cosa che appare, un questo qui di cui poter dire: è. Il reale appare come teatro dell'infinito disseminarsi del Tutto in forme intese in siffatta maniera. Dall'antica filosofia greca, i cui riverberi vengono rintracciati, in epoca moderna, presso la critica artistica di J.J. Winckelmann, la letteratura di F. Hölderlin e quella di Novalis, si procede attraverso la poesia di W. Blake, l'estetica di E. Munch e la letteratura di H. von Hofmannsthal, sino ai contributi filosofici e pittorici offerti da V. Kandinskij, A. Schönberg, K. Malevi e F. Marc, rinnovando, ogni volta, l'inquietudine della domanda: si può dimostrare di esser certi della saldezza di questa struttura, per la quale il Tutto sia da pensare già da sempre salvo dalla minaccia dell'indistinto, poiché già da sempre tenuto in forma come da una sorta di giustizia cosmica? -
Quaderni di Inschibboleth. Vol. 5: Figure dell'inganno
Quaderni di Inschibboleth è una rivista italiana di filosofia che accoglie lavori scientifici di giovani studiosi. -
La logica non è tutto. Rileggendo Giovanni Gentile
Il volume raccoglie cinque studi, che indagano tre delle tematiche più fruttuose, perché problematiche, dell'attualismo gentiliano: il rapporto tra il concreto e l'astratto, la questione dell'arte e del sentimento, l'aporetica del passato. Da ogni contributo emerge, parafrasando il titolo del libro, che la logica non è tutto: vale a dire che la logica, nonostante gli sforzi di sistematizzazione di Gentile, non riesce a costituirsi come la totalità, l'orizzonte di tutto ciò che è. Una rilettura di Gentile, quella che si offre, che attualizza sempre di nuovo Gentile stesso, secondo il dettame del pensiero pensante: e lo fa riscoprendone le aporetiche più profonde. In ciò omaggia quanto di più vero l'attualismo costudisce dentro di sé. Ogni verbo e parola, ogni giudizio, ogni sistema, proprio in quanto fissato in una forma, è sempre uno sguardo, finito e perfettibile, narrante l'incatturabilità dell'atto del pensare, che è tutto in ogni pensato, pur non esaurendosi in nessuno. Si può concludere, allora, che l'attualismo gentiliano è autenticamente se stesso, proprio in quanto, nel dialogo che gli interpreti intessono con esso, si rivela essere sempre oltre se stesso. -
Immediatezza
Se con ""immediatezza"""" la tradizione filosofica ha indicato qualcosa di semplice, che non richiede alcuna ulteriore fondazione, il pensiero dialettico ha rotto e rifiutato una tale semplicità ed autoevidenza, giungendo a mediare ciò che si pretendeva immediato. Attraverso un costante riferimento alla storia del concetto, Arndt affronta teoreticamente questo nodo concettuale. Nello sfaccettato panorama della filosofia classica tedesca, la critica hegeliana all'immediatezza rappresenta una svolta, che però - ad eccezione di Marx, il quale la accetta non senza una significativa variazione - sarà rifiutata da quasi tutti i successori di Hegel, le cui posizioni appaiono accomunate dal tentativo di riabilitare l'immediatezza. Attraverso rapide incursioni nella filosofia contemporanea, Arndt intende mostrare l'attualità della critica di Hegel e Marx all'immediatezza, centro di quel pensiero dialettico di cui, da più parti e forse troppo frettolosamente, si è annunciata la morte."" -
L' inquietudine dell'altro. Ebraismo e cristianesimo
È possibile trovare una via d'uscita alla chiusura paradigmatica del logos occidentale, andare oltre l'idea autofondativa ed autoreferenziale della ragione che permetta di riscoprire il senso dialogico e relazionale della filosofia come incontro non polemico e non fagocitante con la verità dell'altro, che aspira ad essere esperienza viva e concreta di compartecipazione delle rispettive ""porzioni"""" di verità? È possibile riscoprire tale alterità come cifra essenziale della spiritualità ebraica e cristiana, come loro punto di incontro e svolta verso un pensiero della responsabilità per l'altro, antecedente ogni libertà e oltre ogni reciprocità,che funga da sprone per la riaffermazione del valore etico dell'umano e la costruzione di rapporti autentici che ci facciano sentire non """"monadi"""" isolate in balia degli eventi, ma individui che, proprio non nella consapevolezza di vivere tempi incerti e inquietanti, provino a riscoprirsi se non """"fratelli"""", almeno compartecipi di un comune destino d'erranza?"" -
Memoria sul sistema di Fichte. Nuova ediz.
Pasquale Galluppi (Tropea 1770 - Napoli 1846) è stato uno dei più importanti filosofi italiani della prima metà dell'Ottocento. La Memoria sul sistema di Fichte è un documento prezioso, perché costituisce il primo confronto sistematico di un filosofo italiano con l'idealismo trascendentale del grande pensatore tedesco. Ma il testo in questione è un documento importante anche perché permette di mostrare la centralità che nell'ultima fase del suo pensiero Galluppi attribuiva al confronto con l'idealismo tedesco, che egli considera come il legittimo sviluppo del pensiero di Kant e del suo «razionalismo assoluto». In maniera analoga a quanto aveva sostenuto Jacobi, Galluppi vede nell'idealismo una forma estrema di negazione della realtà, che egli non esita a definire come «nichilismo assoluto». Inserendo la sua interpretazione all'interno di un'ampia ricostruzione storico-filosofica, che dall'antichità greca giunge alla filosofia moderna di Cartesio e Leibniz, egli cerca di mostrare che solo la «filosofia dell'esperienza» può recuperare un corretto senso della realtà, e porsi alla base di un coerente «realismo» filosofico. -
La grande traversata. Filosofia e teologia. Nuova ediz.
Seguendo la metafora della traversata tra due sponde di uno stesso fiume, il testo di Emmanuel Falque ci offre un'avvincente lettura del rapporto tra filosofia e teologia nel terreno comune del loro incessante confliggere: quello dell'esegesi e dell'ermeneutica del testo biblico. Un'andata e ritorno che non si sottrae dal confronto con alcune delle più importanti esperienze filosofiche del Novecento, proponendo una propria e originale interpretazione di quella tradizione fenomenologica francese, in cui l'intera riflessione di Falque sorge e s'innerva. Breve sebbene densissimo per profondità di pensiero, questo saggio costituisce uno sguardo panoramico che l'autore getta a ritroso sulla propria riflessione, ripercorrendone i nodi filosofici e teologici più significativi. Il volume è arricchito da un saggio di Andrea Bellantone che introduce il lettore italiano all'interno del pensiero di Falque e dell'ampia galassia della fenomenologia francese contemporanea. -
Vendetta?
All’indomani della guerra, Robert Antelme, che era stato appena liberato da Buchenwald e da Dachau e aveva appreso della morta della sorella deportata, scrive un lungo articolo circa la sorte da riservare ai criminali tedeschi. Di fronte alle violenze che sono loro inflitte, dichiara l’esigenza assoluta dei diritti contro l’istinto di vendetta. Lungi dall’essere un semplice testo di circostanza, Vendetta? rappresenta una riflessione di fondo sulla questione del diritto e della sua origine. Antelme ingiunge ai suoi concittadini di rinunciare a qualsiasi vendetta: anche se un uomo è legittimamente privato della sua libertà, deve conservare la sua dignità. Ogni attentato al rispetto della persona umana (foss’anche colpevole) costituisce un atto di barbarie. -
Essere ebreo. Nuova ediz.
La questione circa l'«Essere» è al cuore della riflessione filosofica di Emmanuel Levinas. Essa costituisce da un lato una critica radicale dell'ontologia fondamentale e dall'altro essa sposta l'esperienza della soggettività del soggetto verso la questione dell'identità ebraica, irriducibile, secondo Levinas a ciò che egli stesso chiama «Essere ebreo». La discussione sull'Essere ebreo è condotta con gli accenti tragici del dopo guerra, nella misura in cui Levinas non separa mai l'esistenza ebraica dalla sua precarietà e dalla coscienza di una identità segnata per sempre dalla Shoah. La riflessione di Levinas in questo testo del 1947 trova un prolungamento in una lettera inedita rivolta a Maurice Blanchot, del maggio 1948, scritta al momento della creazione dello Stato di Israele. -
Il divenir-ebreo del poema. Doppio invio: Celan e Derrida
La poesia di Celan impegna in una modalità di lettura che Jacques Derrida chiama Schibboleth. Anziché svelare il senso del poema, Derrida scava il testo fino a toccare le vertigini di un passato che non passa, facendo riemergere ciò che il poeta chiama Singbarer Rest. Il poema allora innesta un doppio invio: una follia della lingua che rinuncia a ciò che più le appartiene per dare la parola ad un Altro, l'Estraneo, l'Ebreo in Celan come l'ebreo che è in ogni uomo. Come orientarsi in questa follia che tenta soprassedere ad una benedizione senza locutore? Nei confronti del male ermeneutico che consiste nello spiegare il poema, nel trovare un punto di raccolta della chiarificazione ermeneutica, la «contro-parola» di Celan porta la traccia indelebile di Auschwitz, dell'Olocausto, della Shoah, tre parole che declinano l'oscurità del mondo e la sopravvivenza dell'umano. Il diventar-ebreo del poema deve ormai percorrere tanti percorsi senza desino per dare testimonianza, seppur rattristato, dei nomi e delle date. -
Comprensione della spiritualità nelle culture francese e tedesca. Nuova ediz.
"La comprensione della spiritualità nelle culture francese e tedesca"""" fu redatto da Levinas in lituano e poi pubblicato nel luglio 1933 in una rivista lituana dal nome «Vairas». Scomparso al tempo della seconda guerra mondiale, è stato ritrovato per caso su un ripiano nella sala periodici dell'Università di Vilnius. Sotto diversi aspetti, l'analisi di Levinas si presenta come il simmetrico del testo comparso nel 1934 nella rivista «Esprit», """"Alcune riflessioni sulla filosofia dell'hitlerismo"""". Il testo rappresenta, in tal senso, un punto decisivo per la conoscenza di questa grande opera filosofica, segata in maniera indelebile dalla barbarie della storia e dall'importanza assegnata al rapporto con l'altro uomo in quanto essere unico." -
Il pensiero. Rivista di filosofia (2016). Nuova ediz.. Vol. 551: Hegel.
Klaus Düsing, Intuitiver Verstand und spekulative Dialektik. Untersuchungen zu Kants Theorie und zu Hegels metaphysischer Umgestaltung Jean-François Kervégan, La passion du concept Vincenzo Vitiello, Sulla costituzione logica dell'Oggettività. La quarta forma del sillogismo hegeliano Roberto Finelli, La logica del concetto e le modalità della negazione in Hegel Stefania Achella, Pensiero e vita nella filosofia hegeliana. Dalla categoria al concetto Francesco Valagussa, L'assoluto come contraddizione. Hegel e Spinoza Filippo Silva, Figure del negativo: Mangel e Gewalt. Rileggendo la prima triade alla luce della Sezione terza della Dottrina dell'Essenza Giannino Di Tommaso, Hegel e i suoi scritti giovanili. (A proposito della recente traduzione completa degli Scritti giovanili) -
Il tormento della modernità. Religione, etica, filosofia dalla storia. Studi su Ernst Troeltsch
Nell'anno in cui ricorre il cinquecentesimo anniversario delle 95 tesi di Wittenberg è parso opportuno riproporre il pensiero di una delle più significative personalità della cultura cristiana ed europea del Novecento, qual è Ernst Troeltsch. Le sue ricerche si sono sviluppate in una molteplicità di ambiti disciplinari (teologia, filosofia della religione, etica, sociologia della religione, politica, filosofia della storia) concentrandosi, però, su due linee principali: la relazione tra Cristianesimo e storia, tra Cristianesimo e modernità, e la questione dello storicismo, al cui fondo è la tensione tra la ricerca di principi e valori universalmente validi e il rispetto dell'individualità e mutevolezza dell'esperienza storica. È qui «il tormento del mondo moderno». Troeltsch non ha aggirato le ombre del «nichilismo europeo», ma ha cercato di comprenderlo e di prendere posizione di fronte ad esso. All'indomani della catastrofe della grande guerra, ha sentito il bisogno di avviare una riflessione critica sull'identità dell'Europa, anticipando la consapevolezza di problemi che continuano ad inquietare profondamente il nostro presente e insieme suggerendo una traccia per affrontarli.