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I giorni che non ho vissuto
Omid sta per tornare a Tehran dopo lunghi anni passati in Europa e un matrimonio fallito. La notizia del suo rientro porta turbamento nella vita della madre e di Bita, l'amica d'infanzia. Le due donne si rivedono per la prima volta dopo tanto tempo e si confrontano sul terreno di antiche incomprensioni e menzogne. Tra i ricordi riemergono le ferite lasciate dalla guerra, l'amarezza per gli errori compiuti e il rimpianto per le occasioni perdute. Bita recupera faticosamente i contatti col passato e rielabora vecchi rancori, riconoscendo in se stessa le difficoltà di tutta la sua generazione, che la Storia ha lasciato orfana di certezze e punti di riferimento. -
La città delle spine. Nove vite nel campo profughi più grande del mondo
«""La Città delle Spine"""" è un docu-novel, una forma ibrida che recupera ciò che è accaduto prima dell'escalation del terrore.» - Mauro Garofalo, Il Sole 24 orernPer gli operatori umanitari il campo profughi di Dadaab è una profonda crisi umanitaria; per il Governo del Kenya è un """"asilo per terroristi""""; per i media occidentali un luogo da evitare. Ma per le cinquecentomila persone che ci abitano è la loro ultima speranza. Situata nel deserto del Kenya settentrionale, Dadaab è una città desolata dove crescono solo cespugli spinosi. Per quattro anni Ben Rawlence ne è stato testimone diretto e ha conosciuto molti dei suoi rifugiati. Tra loro ci sono Guled, un ex bambino soldato appassionato di calcio; Nisho, che raschia l'esistenza spingendo una carriola ma sognando infinite ricchezze; e Kheyro, una studentessa che ha deciso di fondare sull'educazione il proprio futuro. Rawlence intreccia le storie di nove giovani per raccontare la vita nel campo e per denunciare le ben più influenti forze politiche che ne determinano le sorti. Il risultato è un reportage vivido e illuminante."" -
Dispersi
Diwaniya. Questo il nome della cittadina a sud dell'Iraq a cui è destinata la giovane ginecologa Wardiya Iskandar. E nostalgia si chiama il sentimento che più le brucia dentro quando conta i giorni che la separano dal suo primo rientro a casa, nella Baghdad degli anni Cinquanta. Lei ancora non lo sa, ma Diwaniya la segnerà per sempre, le regalerà l'amore, le insegnerà la vita. Qui la brillante dottoressa cristiana imparerà la dedizione per le sue pazienti, qui manderà a memoria le canzoni di Umm Kalthum e qui metterà al mondo quattro figli. Ma l'Iraq, il paese più bello, è diviso e periodicamente tormentato da venti di guerra. E per Wardiya tornare a fine carriera nella capitale e aprire un nuovo ambulatorio si rivela un'esperienza pericolosa. A nulla è valso tributare alla sua terra una vita di appassionata fedeltà, forte come l'affetto di una figlia. Dopo aver visto fuggire le persone più care, anche a lei tocca prendere la via dell'esilio. E alla fine ci sarà una Parigi ospitale ma amara, dove Wardiya diventerà l'ultimo tassello di un'unica grande famiglia di dispersi. -
La bambina dell'hotel Metropole
È con una penna graffiante e provocatoria che Ljudmila Petrusevskaja restituisce innanzitutto a sé stessa la memoria di un'infanzia sovietica a cavallo della seconda guerra mondiale. Il filo dei ricordi si snoda in un quadro familiare ricco e stravagante, dove emergono l'affetto bruciante per il bisnonno Tato, tra i primi ad aderire alla causa bolscevica, le vibrazioni nostalgiche per una madre assente e l'ammirazione per nonno Kolja, il celebre linguista che tenne testa a Stalin. La piccola Ljudmila figura tra i tanti sfollati che nel gelo del 1941 lasciano Mosca per Kujbygev, al riparo dalla linea del fronte. Con la nonna e la zia, la vita nella cittadina è segnata dagli stenti: cibo e cherosene sono razionati, il calore di un cappotto è un sogno. In più, su una famiglia come la loro, di ""nemici del popolo"""", pende anche la viltà dell'emarginazione sociale. A tutto questo, però, la piccola Ljudmila risponde con un disinvolto susseguirsi di avventure e ribellioni quotidiane che anticipano una vita di anticonformismo. Qualcos'altro, inoltre, tiene in piedi il suo mondo interiore: è lo smisurato amore per la lettura e per i grandi nomi della tradizione russa, nel cui solco i critici contemporanei inseriranno anche la scrittura di Ljudmila adulta, oggi acclamata autrice, donna di audacia e libertà singolari."" -
E dal cielo caddero tre mele
A Maran la vita è sospesa tra realtà e fiaba, in un tempo che dalla Storia prende forma, per poi trasfigurare, evaporare. Qui, in questo paesino di pietra e antiche credenze sul cucuzzolo di una montagna armena, guerra e calamità naturali travolgono, pare per sempre, la fragile quiete della sua manciata di case. Solo in pochi sopravvivranno e potranno raccontare quasi un secolo di eventi. Tra loro ci sono Anatolija e Vasilij, Jasaman e Ovanes, Tigran e Valinka, e da loro sgorgano storie dal sapore magico, narrate da una penna tersa e di fulgida bellezza: accadimenti provvidenziali e segni inspiegabili, come gli angeli che scendono dal cielo a raccogliere le anime dei morti o la comparsa di un pavone bianco misterioso e salvifico. E nel momento in cui tutto sembra essere accaduto, in cui la vita sembra compiuta, ecco che si schiude il miracolo, la pietra respira. E nasce l'incanto. -
L' aviatore
"Geiger. Il suo medico. E lei? Innokentij Petrovic Platonov, giusto?"""" Con queste parole il dottor Geiger si presenta al paziente che si è appena risvegliato senza neanche un briciolo di memoria. E figurarsi se può confermare il suo nome! Comincia così la nuova vita di Innokentij, che da bravo osservatore qual è non tarda ad accorgersi che l'anno in corso è il 1999, lontano quasi un secolo dalla sua nascita. Cosa ci fa in questo tempo e che ne è del paese dei Soviet? Carta e penna alla mano, si mette ad annotare qualsiasi sensazione gli torni in mente, fino a riempire il suo diario di piccoli e grandi ricordi che affiorano qua e là al passare dei giorni. È bravo con le parole, Innokentij, talmente bravo che le sue descrizioni sono visive, impressionistiche. Era forse uno scrittore? O un pittore? E così su quel quaderno prendono forma la Pietroburgo di inizio Novecento, quella della sua infanzia, le vacanze nella dacia di campagna, il cugino Seva con cui giocava a fare l'aviatore su una spiaggia del mar Baltico, e poi un altro mare, molto più a nord. Ma anche Anastasija, suo primo e unico amore. Con il recupero della memoria arriva anche l'incredibile scoperta di come è finito in questo nuovo tempo e delle tremende verità che vi si celano. Ma questo non gli impedirà di tornare liberamente a far visita alla propria storia e di riconoscere l'amore così come lo aveva lasciato." -
Ogni volta che prendo il volo
Fadel dà voce ai protagonista degli anni di piombo marocchini in un romanzo corale di profonda sensibilità e accuratezza storica.rnUn'altra sera al Bar della Cicogna. Stavolta al bancone si piazza un cliente sconosciuto. Occhiali scuri e ""jellaba"""" pesante a righe, vestito così sembra proprio non c'entrare niente con questo posto e con la spietata siccità marocchina. O forse sì. Fa scivolare un misterioso bigliettino tra le mani di Zina dicendo di sapere dove si trova 'Aziz. Il bel''Aziz in divisa da ufficiale, il pilota che l'ha sposata per poi sparire nel nulla la prima notte di nozze. La notte dell'attentato al re. Sono ormai diciotto anni che Zina lo cerca seguendo piste sbagliate che non hanno mai portato da nessuna parte. E davanti all'ennesimo indizio non ha intenzione di rinunciare al sogno di quell'amore, e al bacio tanto atteso che vuole farsi restituire quando finalmente lo ritroverà. Un romanzo a più voci ancorato alla realtà verissima e cruda degli anni Settanta marocchini, fatta di colpi di stato e prigioni segrete. Ma anche animato dalla tenacia di un amore puro, che nemmeno la lontananza e il silenzio sapranno spazzare via. Postfazione di Elisabetta Bartuli."" -
È tutto un gioco. Il dilemma del prigioniero e altri giochi non cooperativi
Questo libro ci svelerà il miglior espediente per mandare in prigione due criminali, perché tutte le partite a scacchi dovrebbero finire allo stesso modo, in quali casi il gioco del tris rimane senza vincitori e molto altro. La matematica può essere un divertente strumento con cui analizzare razionalmente le interazioni tra noi e gli altri e prendere le migliori decisioni. La teoria dei giochi può aiutarci in molte situazioni, per esempio permette a psicologi ed economisti di decifrare i comportamenti dell'uomo e delle aziende, dimostrando che numeri e grafi possono fornirci tanti trucchi per trarre vantaggi anche dalle situazioni più difficili! -
Il ponte di Adamo
È un diario, un'avventura della conoscenza ispirata da un racconto di Marco Polo nell'antica Ceylon, oggi Sri Lanka. Ma è anche una missione che sarebbe piaciuta a naturalisti come Charles Darwin e Alfred Russel Wallace. Percorre da sud a nord l'isola-nazione amata da scrittori come Aldous Huxley e Arthur C. Clarke, tra città strappate alla foresta, antichi templi buddisti e siti paleolitici che hanno visto nascere l'agricoltura. Sottende un'inedita ipotesi sull'origine dell'uomo moderno e sul mito del Paradiso Terrestre. Suggerisce il segreto del parto indolore, riscopre la Foresta della Felicità e attraversa il mitico Ponte di Adamo. Non manca la sorpresa finale e l'incontro con una popolazione che vive in queste regioni da 34.000 anni. -
Suvashun. Una storia persiana
Zari è una nobildonna di Shiraz nell'epoca della seconda guerra mondiale. L'amore che prova per il marito e i loro tre figli, la meravigliosa casa in cui vive e l'educazione acquisita in un collegio di missionari inglesi l'hanno resa una donna felice e colta, anche se inerme e passiva di fronte alle numerose ingiustizie che affliggono il suo paese. Infatti, Shiraz è lacerata in quegli anni da numerose forze avverse che vogliono sfruttarne la ricchezza e la posizione strategica, soprattutto dagli occidentali che spadroneggiano in casa d'altri. L'attitudine di Zari contrasta totalmente con la personalità del marito Yusuf, proprietario terriero giusto e generoso, impegnato in attività di resistenza contro gli occupanti e altrettanto ostile alla corruzione di alcuni suoi connazionali. Zari è profondamente combattuta tra il desiderio di condividere i suoi valori e la paura che questi possano distruggere il loro nido felice. Romanzo nobile e sofisticato, un classico della letteratura persiana contemporanea, questa storia rievoca antichi valori assopiti nell'animo umano: giustizia, lealtà, onestà, amore, quello sincero e fedele che si prova verso un uomo o una donna, ma anche quello che ci lega a un ideale per cui dare la vita. -
Abbracciarsi sul ponte di Brooklyn
Fishere disegna un mosaico interiore di impressionante vitalità, dove l’incontro tra culture è capace di riscrivere le più comuni leggi umane sulla famiglia, l’amicizia, l’amore.Tutto è pronto per la cena. Il professor Darwish è nel suo appartamento di New York e attende l’arrivo dei sette ospiti che ha invitato per festeggiare il ventunesimo compleanno della nipote Salma. E mentre è intento a riordinare la sua biblioteca, i suoi ospiti si mettono in viaggio per raggiungerlo, chi da altri sobborghi della città, chi dal Canada, chi da Miami. Ognuno viene da solo, ma tutti hanno in comune le stesse radici, ben piantate in Egitto, e una vita trascorsa a definire la propria identità, in un dialogo continuo tra Oriente e Occidente. Lungo la strada la giornata si infittisce di incontri, imprevisti, contrattempi. E segna un’importante tappa lungo il cammino della ricerca di sé. -
Da sola oltre le linee della jihad
Antiochia, estate 2014. È sul confine turco-siriano che la corrispondente Souad Mekhennet incontra Abu Yusaf, esponente di spicco dell'ISIS. L'intervista è una delle tante testimonianze oltre le linee della jihad che la giornalista raccoglie tra Medio Oriente, Nord Africa ed Europa. Affiliati ad al-Qaida, sostenitori dello Stato Islamico, membri di gruppi talebani: queste sono solo alcune delle voci che compongono il panorama dell'estremismo jihadista che l'autrice cerca di raffigurare. E il suo tentativo di rivelarne le cause più profonde suscita un'ulteriore riflessione, quella sull'identità e sull'integrazione. Un pensiero insito in tutti i musulmani immigrati in Europa e soprattutto in lei, in bilico tra le proprie origini turco-marocchine e una vita trascorsa in Germania. Medio Oriente e Occidente diventano così due realtà tanto discordanti quanto complementari su cui edificare un'esistenza. -
L' ospite. Le anatomie di Josef Mengele
Proposto al Premio Strega 2020 da Ilaria Catastini.rnÈ il 1955 quando a Candido Godoi, nel cuore del Brasile, arriva un tedesco in cerca di una stanza in affitto. La famiglia Souza lo accoglie e Pia, la figlia adolescente, è fin da subito attratta dal fascino di quello straniero riservato e imperscrutabile, che a sua volta non potrà rimanere indifferente alla vitalità e all'innocente purezza della ragazza. Nessuno ha il minimo sospetto che l'ospite è in realtà il medico nazista Josef Mengele. In una serie di flashback e in un alternarsi di realtà storica e finzione letteraria, emerge il ritratto di un uomo la cui malvagità impedisce qualsiasi tentativo di comprensione. E Pia riuscirà a cogliere forse soltanto un frammento della complessa natura del dottor Mengele. In passato aveva tentato di farlo Irene, la moglie tanto innamorata quanto respinta dall'uomo in cui aveva inutilmente cercato tracce di un'anima. E poi Teresa, la ragazza ebrea destinata per anni ad affiancare la morte in persona nel campo di sterminio di Auschwitz. Cosa ha rivelato di sé Josef Mengele a ciascuna di loro? In questa biografia romanzata, l'ospite di Candido Godoi non troverà la giusta punizione, ma nemmeno quella pace tanto a lungo inseguita.rnrnrnProposto al Premio Strega 2020 da Ilaria Catastini: «Questo romanzo è su Josef Mengele, l'angelo della Morte, il medico nazista che ha condotto nel campo di concentramento di Auschwitz gli esperimenti più efferati su uomini, donne, bambini, specialmente sui gemelli. Trapianti di organi, espianti e innesti di arti, mutilazioni, prove di reazione a sostanze chimiche, a fonti di calore, prove di resistenza al dolore. È la sua storia, prima dell'arrivo al campo, durante la permanenza e dopo la sua fuga in Sudamerica. Margherita Nani, classe 2000, inizia a raccogliere materiale su Mengele a 16 anni. L'anno scorso, a 19 anni, vede pubblicato il suo romanzo sul ""suo Mengele"""". Sì perché al di là del cliché a cui ci hanno abituato anni di letture e film sullo spietato personaggio, la sorpresa che rivela Margherita nel suo libro è la capacità di guardare dentro l'uomo. Un uomo incapace di provare alcuna emozione, un uomo privo completamente del senso dell'altro, freddo di fronte alla moglie, che non ama, interessato al figlio solo perché """"opera sua"""", vittima di un'anoressia sentimentale dovuta a un terribile rapporto col padre e con la madre, che scopre solo molto tardi dentro di sé qualcosa di simile a un sentimento. Solo allora si apre un varco in lui e affiora alla sua coscienza l'orrore dei crimini commessi. Margherita scrive un romanzo temerario ma che sta in piedi e si fa leggere con grande piacere, con un bell'italiano, fluido, una scrittura tonda, un registro che corre su due binari, quello freddo e secco della cronaca degli esperimenti, della vita nel campo, e quello lento e caldo e ricco di pause, di dettagli, di descrizioni della vita in Sudamerica dopo la fuga. C'è ritmo, delicatezza. Sono rimasta molto colpita dallo sforzo di questa giovanissima scrittrice su un terreno così complesso e scivoloso,... -
Il gioco dell'opera. 480 enigmi per il vero conoscitore
Un viaggio attraverso la storia dell'opera dai suoi albori fiorentini ai giorni nostri. 480 enigmi di crescente difficoltà porteranno il lettore nei meandri più nascosti dell'opera lirica per testarne le conoscenze. Dopo essersi misurati la ""temperatura operistica"""", i concorrenti saranno pronti ad alzare il sipario. Scene d'opera e figurini provenienti dal Museo alla Scala e incisioni di strumenti musicali tratti dall'Enciclopédie di Diderot e D'Alambert sono parte integrante del gioco. Introduzione di Riccardo Muti. Prefazione di Mario Bortolotto."" -
Giugno
Tre personaggi alle prese con disavventure apparentemente lontane si muovono sullo sfondo di una tragedia annunciata, nel livore che l'Unione Sovietica respira mentre osserva un'Europa scossa dalla seconda guerra mondiale. Misa, brillante studente di Letteratura e aspirante poeta, all'improvviso si ritrova sbattuto fuori dall'università, e tra i goffi tentativi di rimediare al guaio in cui è incappato finisce a fare l'inserviente in ospedale. Ma la fonte principale delle sue pene, così come delle sue gioie, sono le donne: l'angelica Lija e la passionale Valja. Anche Boris, professione giornalista, è perennemente diviso tra la moglie e l'amante, la prima giocosa e ardita, l'altra verginale e devota. Un'ambiguità che pervade non solo le relazioni amorose ma la sua stessa personalità, nella quale si nasconde un lato pericoloso, se non addirittura letale. Ed ecco che fa la sua comparsa Ignatij Krastygevskij, un bizzarro studioso convinto di poter usare il linguaggio per influenzare il mondo intero e piegarlo al suo volere. Dmitrij Bykov intreccia storie dal sapore insieme comico e amaro, restituendo il clima di un'epoca in bilico tra guerra e pace. -
I domani di ieri
Ali Bécheur tratteggia il rapporto per eccellenza, quello che lega un figlio al proprio padre, un uomo a un ""assente sempre presente"""" con cui, prima o poi, si devono fare i conti. Con cui, prima o poi, ci si deve riappacificare.rn«Fin da subito si ha l’impressione che nel romanzo ci sia molto di autobiografico, non soltanto per il minuzioso dettaglio con cui Ali Bécheur descrive il rapporto padre–figlio, con annotazioni e osservazioni che non possono che apparire vissute in prima persona. C’è anche che il figlio somiglia molto all’autore stesso, come lui appassionato di politica e letteratura, esattamente come lui diviso tra due culture; o, meglio, ricco di due culture, quella araba e quella francese.» - Isabella Bossi Fedrigotti, La LetturarnrnSin da piccolo Ali è abituato allo sguardo severo del padre, una lama incombente capace di farlo sentire sempre inadeguato. Figura enigmatica e rigorosa, Omar può fregiarsi di una storia personale piena di glorie, scandita dalle battaglie della Tunisia verso la libertà e l'indipendenza: il riscatto dalle umili origini grazie all'eccellente educazione al collège Sadiki, le contestazioni del primo Novecento contro il protettorato francese, una carriera forense spesa in difesa dei compatrioti insorti contro i colonizzatori. Ma la sua intransigenza ha segnato il figlio per tutta la vita: come si può esistere di fronte a un padre così monumentale? E come lo si può ricostruire una volta scomparso?"" -
Una birra al circolo del biliardo
Whisky, birra, poker e baccarat. Questo è Ram, un giovane rampollo che riempie le sue giornate saltando da un bar all'altro per bere e giocare d'azzardo. In una Cairo sconvolta dalla crisi di Suez, è questo l'effetto che gli hanno fatto la guerra con tutte le sue giovani vittime e un viaggio in Inghilterra che gli ha cambiato la vita. L'Inghilterra, la cornice dei romanzi preferiti di sempre. Suoi compagni di avventura Edna, ebrea colta e raffinata nonché unico amore della sua vita, e l'amico d'infanzia Font. Ma lì presto Ram si ritrova solo, lacerato da due forze opposte: è profondamente affascinato dall'Occidente, ma disgustato dalla sua sete di conquista; è finalmente libero da un Egitto di restrizioni, ma legato indissolubilmente al suo ""essere egiziano"""". Così, incapace di rispondere alla domanda """"chi sono?"""", approderà su terreni pericolosi, tutti tentativi di un eroe disperato di dare un senso alla propria esistenza, per poi finire nell'ennesimo club a bere whisky e giocare a poker."" -
La Siria promessa
«Con un po' di fiction e tanta realtà la giornalista Hala Kodmani descrive la Siria e la stagione delle primavere arabe» - Francesca Caferri, RobinsonBonjourak Daddy, e se fosse davvero possibile? Ho digitato N-a-z per mandare una mail a Naziha, un'amica marocchina, ed eccoci qui... il computer mi propone in automatico il tuo indirizzo.È così che Hala Kodmani scopre che un dialogo con il padre da poco scomparso è ancora possibile, perché in un'epoca in cui la Rete unisce tutti, anche due diverse dimensioni della realtà riescono a connettersi. E in uno scambio immaginario di mail, la voce di lui risponde alle riflessioni di lei: da un lato la patria acquisita, la Francia, dall'altro quella perduta, una Siria che li ha delusi ma per cui non hanno mai smesso, in fondo, di provare nostalgia. Dopo l'esilio forzato negli anni Sessanta, il diplomatico Nazem impara ad amare, della Francia, i viali alberati, i colori, le boulangerie e le opportunità democratiche che può offrire. Mentre, della Siria, critica aspramente la deriva autoritaria degli Assad e rimpiange il periodo glorioso delle lotte per l'indipendenza, la rinascita araba e la fine dei colonialismi. Un risveglio rivoluzionario che, inaspettatamente, sembra ripetersi all'alba del 2011. È Hala, ora, a dare voce agli anni caldi della Primavera araba, quando al di là del Mediterraneo, di nuovo, si leva un grido di libertà. In Tunisia, Egitto e Siria dilagano le proteste. A cosa ha portato, oggi, l'entusiasmo di quella gioventù? -
Il paradiso delle donne
Ali si è innamorato di Luz in un giorno d'estate, a una festa in giardino. La stessa Luz a cui decide di raccontare la propria vita, perché lei lo possa capire e per tentare di capirsi lui stesso. È con una punta di timore che Ali ha sempre osservato l'universo femminile, fin da bambino, ma anche con una immensa fascinazione. La madre è stata la prima a consegnargli le chiavi di accesso a questo mondo misterioso e inevitabile. Poi verranno una cameriera, una cugina, la figlia dei vicini... E crescendo la graduale scoperta di sé va di pari passo con la scoperta della propria sessualità e sensualità, trasformandosi in un'implacabile ricerca del piacere. Sullo sfondo, una Tunisia multietnica e multireligiosa infiammata dalla lotta per l'indipendenza. Poi Parigi e la cultura francese, quella dei grandi poeti, degli scrittori esistenzialisti e degli chansonnier. E infine la letteratura, unica possibilità, forse, di conoscere davvero sé stessi e combattere il crudele scorrere del tempo. -
Attraverso i mondi. Memorie di Richard Francis Burton
Richard Francis Burton è gravemente malato. E costretto a letto nella sua casa a Trieste, rievoca i ricordi di una vita intera. Il colera a Napoli, l'India e i giorni da giovane ufficiale, il pericoloso viaggio nel deserto verso la Mecca, la spedizione alla ricerca delle sorgenti del Nilo insieme al compagno Speke. Una personalità sanguigna, sensuale, onnivora, che vuole sperimentare tutto e ha fame di tutto. Un uomo poliedrico tanto affascinato dall'Oriente quanto in conflitto con il suo Occidente, e in particolare con l'Impero britannico, di cui odia il perbenismo e che si troverà a rappresentare nelle vesti di console fino a quando non sarà duramente criticato e accusato di indecenza. Anche quello con la moglie è un rapporto conflittuale: lei, devotamente cristiana, sogna per lui una conversione che non arriverà mai. Tanto conflittuale da spingerla a bruciare tutti i suoi scritti dopo la morte, avvolgendo la sua figura in un alone di mistero. Esploratore, scrittore, spia, traduttore delle Mille e una notte, Richard Francis Burton si racconta per la prima volta senza paura di rivelare ogni controverso aspetto del suo grandioso passato.