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Procida
"Procida"""" è il romanzo col quale Franco Cordelli esordì a trent'anni nel 1973. Fu subito chiaro che l'autore possedeva già uno stile maturo, con una conoscenza profonda del romanzo moderno. Il personaggio che dice «io» è un intellettuale che lascia Roma per rifugiarsi nella sua casa (dove topi e formiche girano liberamente) nell'isola di Procida. Lì prende degli appunti su un diario in cui scrive il resoconto della giornata; anzi, il resoconto dei suoi stati mentali. Nulla di straordinario da raccontare. Ma è proprio questa la scommessa di Cordelli, che cerca di ribaltare ogni luogo comune della letteratura (di cui il titolo è un chiaro riferimento, quello che rimanda a """"L'isola di Arturo"""" di Elsa Morante e a """"L'isola del tesoro"""" di Stevenson): come raccontare nulla? Quando lo raggiungeranno anche la figlia del narratore e tre suoi amici, e nell'isola viene rinvenuto il cadavere di una donna, qualcosa nella mente del narratore cambia, assume una diversa prospettiva. Desiderio e morte, fato e necessità si intrecciano inesorabilmente, come in un giallo in cui non ci sono casi da risolvere ma solo stati mentali da decifrare." -
L' ussaro blu
Il parigino Roger Nimier (1925-1962) è uno sconosciuto per il lettore italiano perché non rientra in alcuna delle categorie preconfezionate dalla critica. Fu monarchico, cattolico e reazionario ma sempre all'avanguardia sia come scrittore sia come rispettato consulente dell'editore Gallimard. Nimier fu il caposcuola dell'anticonformista corrente letteraria degli Ussari, che comprendeva Antoine Blondin, Jacques Laurent e Michel Déon. ""L'ussaro blu"""" (1950) è il manifesto di Nimier: colto e profondo ma molto divertente, con personaggi indimenticabili come l'ussaro François Sanders, alter ego dell'autore. Spregiudicato nel linguaggio e nelle idee, questo romanzo di guerra conduce il lettore nella Germania nazista ormai sconfitta, al seguito degli Ussari francesi. Sperimentale nella costruzione a incastro di più voci, """"L'ussaro blu"""" ha però l'obiettivo di inserirsi nella tradizione di Stendhal. Nimier intreccia magistralmente combattimenti, violenza, amore e morte. E la rivolta di Sanders non terminerà assieme al conflitto..."" -
Il Bel Paese. Conversazioni sulle bellezze naturali, la geologia e la geografia fisica dell'Italia
Il libro è una raccolta di conversazioni sul nostro paese che hanno luogo in un salotto milanese: la casa dello ""zio"""", dove una compagnia si riunisce ogni giovedì sera per ascoltare i racconti di escursioni scientifiche in Italia. Il tono è ironico e dissacrante, lo """"zio"""" (alter ego di Stoppani) è un attento osservatore dei vizi e delle manie della società italiana. Sfogliando le pagine di Stoppani si scopre un'Italia appena nata, gravida di problemi, attese e meraviglie. In fondo non è difficile ritrovare ne """"Il Bel Paese"""" tutti i vizi e le virtù che hanno accompagnato l'Italia e gli italiani nei loro centocinquanta anni di storia."" -
L' amicizia
Il ""Laelius de amicitia"""", fortunatissimo dialogo ciceroniano risalente al 44 a.C. e dedicato ad Attico, s'immagina condotto da tre illustri interlocutori, Fannio, Scevola e Lelio, che disquisiscono sul tema dell'amicizia: cos'è, da cosa nasce e a quali fini tende. Mentre l'amicizia per i Romani è innanzitutto la creazione di legami personali a scopo di sostegno politico, la tesi di Cicerone espressa per bocca di Lelio, e ispirata soprattutto a fonti di orientamento platonico e storico, è assai innovativa: la vera amicizia è un sentimento del tutto disinteressato, un rapporto insostituibile che, dopo la sapienza, rappresenta il massimo bene cui l'uomo possa aspirare. Sforzandosi di allargare la base sociale dell'amicizia al di là della ristretta cerchia della nobilitas, ponendo come sue fondamenta valori come virtus e probitas, l'amicizia viene sdoganata dall'ambito esclusivamente politico per diventare una sorta di spinta al miglioramento individuale."" -
Gli ultimi fuochi
"Gli Ultimi Fuochi"""" è il lascito di un romanzo incompiuto che Francis Scott Fitzgerald non terminò a causa di un attacco cardiaco, ma che possiede tutte le caratteristiche del capolavoro letterario. L'autore vi lavorò quando la sua stella era ormai in declino, cercando senza successo, di far carriera nel mondo hollywoodiano come sceneggiatore. La sua esperienza trova eco nell'opera che solleva il sipario sul retroscena del mondo della produzione cinematografica: Fitzgerald coglie la cupidigia degli azionisti e dei direttori amministrativi, il servilismo dei dipendenti, l'esibizionismo delle star e la facilità con cui si entra e si esce dalla scena, per essere abbandonati lontani dai riflettori. Si contano innumerevoli appunti e commenti dell'autore, intenzionato dunque a scrivere un romanzo curato nei minimi dettagli e quanto più fedele al mondo reale. Nulla, invece, è stato ritrovato sull'epilogo e l'incompiuto lascia sempre spazio all'immaginazione del lettore e a tutte le possibili alternative." -
Con gli occhi chiusi
Pubblicato nel 1919, ""Con gli occhi chiusi"""" tratteggia i tormenti e le delusioni del giovane Pietro. La sua vita amara è segnata dal brutale rapporto con il padre Domenico, dalla grettezza e povertà degli operai che lavorano nel podere familiare di Poggio a' Meli e, soprattutto, dalle incertezze laceranti di un amore che mai appaga. Il giovane Pietro guarda ma non vede: i suoi occhi sono il sipario che volontariamente solleva o serra dinanzi alla realtà incomprensibile, ingestibile; sono l'unica difesa da una vita che disobbedisce alle illusioni, quando non si ha il coraggio e la forza di abitare, giorno per giorno, l'esistenza."" -
I paradisi artificiali
I Paradisi Artificiali rappresentano mondi, frutto dell'uso dell'hashish e dell'oppio, che gratificano l'uomo e al contempo lo condannano, che attraggono e respingono, che destano ammirazione e disprezzo. Nient'altro che mondi per sfuggire alla realtà empirica e per appropriarsi dell'infinito, nel vano tentativo di elevare se stessi. In questo saggio l'autore usa uno stile evocativo e allusivo, netto e intricato, e periodi caratterizzati da grovigli di subordinate, che talvolta si avviluppano tanto da sembrare una riproduzione su carta della confusione dei suoi pensieri ""allucinati"""". In tutta l'opera Baudelaire descrive gli """"effetti prodigiosi"""" e le curiosità sulle due droghe, hashish prima e oppio poi, con un approccio altalenante, che parte dall'elogio e da una sorta di apologia per giungere poi all'abiura e l'abnegazione per tali sostanze che forzano l'uomo alla schiavitù."" -
Uno, nessuno e centomila
"Uno, nessuno e centomila"""" è il romanzo in cui appare in modo più articolato e coerente il pensiero pirandelliano circa la vita e la società, quello cioè che ispira tutta quanta la sua opera, costituendo altresì un'esemplare e attualissima riflessione sulla complessità e sulla drammaticità della condizione umana. Il protagonista, Vitangelo Moscarda, esprime nel suo lungo e talora umoristico monologo la propria tragica vicenda: egli ha infatti scoperto di essere estraneo a se stesso, perché viene visto e costruito dagli altri a modo loro, ovvero in """"centomila"""" modi; prende così coscienza di non possedere una personalità, bensì tante quante gli altri gliene attribuiscono. Ma chi arriva a scoprire questo, diviene in realtà """"nessuno""""!" -
La gaia scienza
Opera fra le più brillanti e amate dal pensatore tedesco, ""La gaia scienza"""" (1882-1887) è una raccolta di aforismi divisa in cinque libri, preceduti da un prologo e seguiti da un epilogo. Già vi appare il motivo dell'eterno ritorno, che avrà il suo pieno svolgimento in """"Così parlò Zarathustra"""". Stesa in prosa e versi, deve il suo titolo alla poesia dei trovatori provenzali, denominata """"gaya scienza"""" o """"gai saber"""", in quanto sintesi di canto, cavalleria e spirito libero. Fra i temi che animano il testo spiccano l'aspirazione alla vittoria spirituale contro la tirannia del male e il prevalere del pessimismo, nonché una forza interiore che è disposta ad accettare la vita nella sua globalità, senza rifiutarne neppure i dolori. Ai falsi ideali giudaico-cristiani di pietà e rassegnazione, egli contrappone valori quali l'energia vitale e la volontà di potenza, propugnando un'etica squisitamente individualistica e una visione politica aristocratica."" -
La trilogia dei re
Su uno sfondo umile e contadino si sviluppano le vicende dei tre ""re"""" che sono stali ispirati dall'esperienza giovanile dell'autore nelle campagne. Le tre opere qui raccolte sono """"Il re degli alberi"""", """"II re dei bambini"""" e """"Ere degli scacchi"""". La parola """"re"""", che funge da collante nell'intera trilogia, rappresenta di volta in volta un povero individuo, ricco soltanto di ciò che conquista con il proprio agire: in particolare nel primo racconto simboleggia il Grumo, ostinato boscaiolo custode della natura; nel secondo identifica con ironia un """"""""giovane istruito"""" che deve improvvisarsi insegnante - in Cina gli insegnanti sono chiamati """"re dei bambini""""; e nell'ultimo rappresenta un giovane estremamente povero che trova il suo riscatto morale nel gioco degli scacchi. Scritti per un'urgenza interiore, e non con la precisa intenzione di essere pubblicati, tramite una scrittura semplice e uno stile che ricorda quello dei cantastorie dell'antichità, Acheng riesce a delineare con precisione i tratti del grande paese negli anni tumultuosi che seguirono la rivoluzione culturale."" -
L' ultima traversa
In un paese vicino a Bolzano si è insediato da poco un parroco giovane e volenteroso. Aloiz Bauer ha ventinove anni, molta fede e un vizio: gli scacchi. Sopita, nascosta e combattuta durante gli ultimi anni di studi, la passione per il gioco torna prepotentemente nella sua mente dopo aver sfidato Daniel Harrwitz, un anziano signore (l'unico di tutto il paese in grado di giocare), all'osteria, davanti a una folla di curiosi. Harrwitz è un tipo solitario, ambiguo, taciturno e incredibilmente abile davanti a una scacchiera. Forse troppo per essere un semplice dilettante. Settimana dopo settimana, le sfide tra i due diventano un avvenimento nel paese. Sempre più ossessionato dal gioco, padre Bauer si butta a capofitto nei manuali di scacchi e ben presto la sua fede vacilla tra la competizione con Harrwitz e le velate avances di una donna che, nel segreto del confessionale, gli dichiara il suo amore. Il contrasto tra la religione, gli scacchi e la passione amorosa si fa quasi insostenibile fino a quando Bauer non viene convocato al capezzale del vecchio scacchista che sta per morire. Ed è qui che la partita tra i due dovrà trovare la sua chiusa. -
Il castello di Otranto
Il castello di Otranto, scritto in poco più di un mese, venne pubblicato nel 1764 sotto lo pseudonimo di William Marshal. Walpole infatti, per timore che non fosse ben accolto dal pubblico, lo fece inizialmente passare per la traduzione di un manoscritto cinquecentesco italiano. Solo in seguito all'incredibile successo, di gran lunga superiore alle sue aspettative, l'autore ne rivendicherà la paternità con una seconda edizione accompagnata da una nuova prefazione. Può essere considerato a tutti gli effetti il primo romanzo gotico e un vero e proprio manifesto preromantico caratterizzato da castelli gotici, labirinti sotterranei, spettri, profezie che fanno da sfondo a intrighi, assassina e amori illeciti e incestuosi. Un classico ancora capace di appassionare e divertire il lettore moderno. Introduzione di Andrea Caterini. -
Sanditon-Lady Susan-I Watson
La raccolta ospita tre opere postume della grande autrice inglese: in ordine cronologico troviamo ""Lady Susan"""", """"I Watson"""" e infine """"Sanditon"""". Nel loro insieme, i tre testi possono descrivere lo sviluppo del romanzo inglese in epoca pre-vittoriana. Il primo, """"Lady Susan"""", è un racconto epistolare in cui veniamo a conoscenza degli intrighi messi in atto dalla crudele protagonista attraverso i punti di vista dei vari personaggi coinvolti. Gli altri due scritti, """"I Watson"""" e """"Sanditon"""", sono opere che furono lasciate incompiute dalla Austen, sebbene per ragioni diverse: la morte del padre nel primo caso e la malattia dell'autrice nel secondo. """"I Watson"""" è un'opera che presenta caratteristiche comuni a quasi tutti i suoi romanzi più noti: una protagonista sagace e intelligente, una società dedita al pettegolezzo e un credo sopra tutti, il matrimonio ad ogni costo. Infine """"Sanditon"""", un testo che può essere letto come un'arguta satira al progresso e che, se non fosse rimasto incompiuto, avrebbe forse rappresentato il seguito di """"Persuasione""""."" -
Ore inglesi
Scritto tra il 1872 e il 1890, ""Ore inglesi"""" rappresenta un capitolo fondamentale della produzione letteraria dell'autore angloamericano. Si tratta di saggi raccolti nell'arco di un ventennio rappresentativi della letteratura di viaggio che dall'Ottocento ha contribuito a creare miti europei e a proporre idee di un mondo aperto e senza barriere, che ancora oggi costituiscono le fondamenta del nostro immaginario collettivo. L'intera esperienza biografica e artistica del grande romanziere funge da fil rouge tra le tappe di questo eccezionale itinerario e, attraverso il punto di vista indiretto, questi scritti assumono una dimensione di reportage, da cui emerge lo spirito di un'epoca e la storia di un uomo giramondo. Un testo in cui l'autore ci invita a superare il confine tra la realtà e la finzione letteraria, per ricordarci la bellezza dell'istante in cui esse si incontrano e si fondono l'una nell'altra."" -
L' Anticristo
L'Anticristo imperversa ovunque sulla terra assumendo diverse sembianze. Attraverso queste figure allegoriche Joseph Roth stana la presenza del male nella società contemporanea. Un male che si annida tra le pieghe della superstizione, del capitalismo, del comunismo, dell'ignoranza, dell'antisemitismo e perfino della scienza. Protagonista di quest'opera - tra romanzo e saggio filosofico - è il reporter J.R., che lavora per il ""Signore delle mille lingue"""", ambiguo magnate proprietario di tutti i giornali del mondo. Per suo conto egli guida il proprio occhio indagatore attraverso un'Europa dilaniata e decadente - dove il """"Dio di Ferro"""", il dio delle macchine e della guerra, ha sostituito la giustizia divina -, nei luoghi in cui l'Anticristo ha piantato i suoi vessilli: la """"Terra rossa"""", la """"Patria delle ombre"""", il Vaticano, i tetri scenari in cui si riuniscono i leader del pianeta, le oscure miniere di carbone, i ghetti. Un libro denso di lungimiranza storica e dalla sconcertante potenza espressiva scritto da Roth nel 1934, durante il suo esilio parigino, sotto l'incombere della minaccia nazista."" -
Giobbe. Romanzo di un uomo semplice
"Giobbe. Romanzo di un uomo semplice"""" è la prima opera in cui Joseph Roth affronta esplicitamente la tematica dell'emigrazione ebraica verso l'America in modo concreto. In queste pagine la terra promessa non rappresenta la meta finale, ma diventa l'esilio per eccellenza, un mondo in cui il protagonista, Mendel Singer, si sente e vive lontano da Dio e in solitudine. Alla fine, tuttavia, Mendel sì salverà da tutti i mali grazie alla fede nelle proprie tradizioni e al rifiuto di qualsivoglia assimilazione, diversamente dai figli, integrati ma schiacciati dal mondo moderno che si avvia alla sua rovina. Nell'opera di Roth l'essere umano trova la via d'uscita da un'esistenza terrena all'apparenza senza speranza: confidare nella grazia di Dio." -
Gli amici di una vita
Eva ha 36 anni, ama il rock, rifugge il matrimonio e da ragazza mai avrebbe immaginato che si sarebbe guadagnata l'indipendenza lavorando in Polizia, né tanto meno che avrebbe considerato quel mestiere una vera e propria missione. Nel primo episodio della trilogia, la troviamo fresca di trasferimento a Rimini, dove prende servizio nella squadra investigativa del nuovo commissariato Marina. Insieme al ruvido commissario Scaringella, al fascinoso collega Nico e agli altri ragazzi della squadra, Eva è chiamata a vegliare sulla tranquillità di una città che d'inverno conta meno di duecentomila abitanti e d'estate si trasforma nel cuore d'una metropoli costiera più popolosa di Roma e Milano. Prima ancora che la stagione abbia inizio, però, la morte misteriosa di un celebre chef la proietta alle prese con un caso che si configura da subito come un duello senza esclusione di colpi contro un nemico astuto e spietato. E una storia ad altissima tensione, letta la quale nessuno potrà più pensare che Rimini sia soltanto ""la capitale delle vacanze""""."" -
La cripta dei cappuccini
La Cripta dei Cappuccini, libro autobiografico, dallo stile limpido e conciso, scritto da Joseph Roth un anno prima della sua morte, sembra chiudere il cerchio della sua esistenza. Il legame ambivalente e problematico vissuto dall'autore con la madre, i complessi rapporti con le donne e l'assenza della figura paterna sono i temi dominanti di questo racconto. L'aristocratico Francesco Ferdinando Trotta, protagonista della storia, si ritrova all'improvviso in balia dei cambiamenti, frastornato dal nuovo che incalza, disorientato, con lo sguardo rivolto a un passato ormai sepolto e a un presente raccapricciante. In parallelo con il personale declino dell'uomo si assiste alla caduta della grande potenza politica austro-ungarica, causa di degrado sociale e culturale. Abbandonato dalla moglie, e lontano dal figlio, spedito a Parigi per un futuro migliore, Trotta apprende, nella sua totale solitudine, la notizia dell'annessione dell'Austria al Terzo Reich, e davanti alla cripta dei sovrani dell'ex impero verrà assalito da laceranti interrogativi sul proprio futuro e sulla propria identità. -
L' inattesa piega degli eventi
L'Epopea Fantastorica Italiana è una fortunata invenzione dello scrittore Enrico Brizzi, inaugurata con ""L'inattesa piega degli eventi"""". In questo ciclo di romanzi, l'autore immagina uno scenario alternativo per il nostro Paese: il regime fascista ha rotto l'alleanza con la Germania per schierarsi al fianco degli Alleati e al termine della Guerra si è guadagnato un posto al tavolo dei vincitori. Di conseguenza, gli italiani non si sono mai liberati della dittatura. Nel 1960 la Repubblica - laica e littoria - d'Italia gode di prestigio e benessere, ma all'interno dei suoi confini l'atmosfera è greve: delazione e conformismo sono all'ordine del giorno, i dissidenti vengono mandati al confino e, ai vertici dello Stato, già si trama in vista della successione all'anziano Mussolini. Al giornalista sportivo Lorenzo Pellegrini, tuttavia, il futuro sembra sorridere: sulla soglia dei trent'anni si appresta a seguire le Olimpiadi di Roma, l'occasione che potrebbe segnare una svolta nella sua carriera. A causa di un'inopportuna relazione amorosa, viene invece spedito a seguire le ultime giornate della Serie Africa. Quello che doveva essere un castigo si trasforma, però, in una possibilità di rinascita."" -
Lo scherzo del filosofo
Königsberg. Sei amici di passaggio per la città vengono avvicinati da un vecchio gentiluomo. Il signore, che manifesta una forte somiglianza con il filosofo Immanuel Kant, invita gli amici a bere dal suo calice garantendogli la possibilità di tornare indietro nel tempo e cambiare un momento delle loro vite, ma uno soltanto. Inizia così uno strano viaggio nel loro passato, per uno scherzo, un sogno o forse chissà... Attraverso quesiti paradossali, Jerome cerca di spingere ciascuno di noi alla riflessione sulla propria vita e sul proprio operato. La conoscenza del futuro potrebbe condizionare le scelte del nostro presente? Introduzione di Andrea Caterini.