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La gioia di vivere
Il romanzo, il dodicesimo del ciclo dei Rougon-Macquart, dopo aver avuto una pubblicazione a puntate, uscì sotto forma di libro nel 1884. Quest'opera è pervasa da una riflessione intimistica sul dolore e sul senso della vita, proprio perché fu scritta dall'autore in un momento molto delicato, a causa della perdita sia della madre che dell'amico Gustave Flaubert. Colpisce, all'interno del libro, la dicotomia tra i due personaggi principali: da un lato Lazare, uomo irresoluto, pessimista e nichilista; dall'altra Pauline, donna positiva, generosa e altruista. La 'joie de vivre', che dà il titolo al romanzo, è proprio quella a cui la protagonista si aggrappa per fronteggiare tutti gli ostacoli che la vita le riserva di volta in volta. In un romanzo in cui la morte, il dolore, la frustrazione e la sofferenza sembrano farla da padroni, emerge dirompente e percuote, grazie allo stile unico e inconfondibile di Zola, la voglia di vivere della protagonista. -
La pedina sulla scacchiera
Quando nel 2004 sua figlia fece emergere e ristampare in Francia un capolavoro rimasto nascosto, ""Suite francese"""", tutti si resero conto che per troppo tempo ci si era dimenticati di una scrittrice che fu tra le maggiori del Novecento: Irene Némirovsky. Ma la Suite, tragica e abbagliante vicenda autobiografica e insieme affresco di un'epoca raccontata in presa diretta, durante i bombardamenti della Seconda Guern Mondiale e appena prima che Irene venisse arrestata e deportata ad Auschwitz e lì morire, è solo l'ultimo bagliore di un talento letterario incredibilmente prolifico: sedici romanzi, circa cinquanta racconti e alcune sceneggiature. Oggi, leggendo """"Una pedina sulla scacchiera"""", ci accorgiamo della modernità sempre viva di Némirovsky, capace di entrare nelle sottili trame psicologiche dei suoi personaggi, nel drammatico rapporto di un padre spregiudicato e un figlio inetto, annichilito, una semplice «pedina sulla scacchiera». Un libro inequivocabile - un piccolo capolavoro - sulla «tirannia del denaro» e l'umiliazione, la vergogna di esistere."" -
La bella e la bestia. Testo francese a fronte. Ediz. integrale
"La Bella e la Bestia"""", l'opera di maggior successo di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont, contiene temi di fondamentale importanza e di indiscussa attualità: la difficoltà degli esseri umani di riuscire ad andare oltre le apparenze, la forza della bontà, il valore della modestia. La contrapposizione tra Bella e le sorelle è la metafora dell'odierna lotta tra chi dà maggiore importanza agli oggetti e alla bellezza esteriore e chi sceglie di essere una persona corretta e umile. La purezza e la semplicità di Bella spazzano via il desiderio di sfarzo e la bramosia di ricchezza delle sorelle, così come l'amore per il prossimo, che ha il potere di riuscire a far emergere la bellezza là dove pare regnare la mostruosità, trionfa portando gioia e pienezza di vita. Età di lettura: da 7 anni." -
Contento te contenti tutti
Umberto Ripamonti, erede quarantenne di un impero industriale ormai in disfacimento, non riesce ad affrancarsi dalle tutele di una madre tanto frivola quanto autoritaria. All'acquiescenza degli anni verdi e all'istinto di ribellione che l'ha portato a compiere un atto riprovevole, subentra la volontà di allontanarsi dalla quotidianità per dimostrare a se stesso e agli altri di ""valere qualcosa"""". Un viaggio iniziatico gli suggerisce l'idea per rilanciarsi come uomo e come imprenditore, ma una volta rientrato in Italia si renderà conto che l'appoggio della madre e del potente compagno di lei risulta indispensabile per spiccare il volo verso una vita nuova. Le insidie aumenteranno di pari passo all'affermarsi della sua nuova attività, esponendo Umberto a un'inattesa, disastrosa, trappola. Brizzi mette in scena una storia ambientata ai giorni nostri, con una trama affondata nell'atmosfera d'una provincia italiana impastata di curiosità, invidie e desideri."" -
La collina dei sogni
«L'immaginazione è il più grande rifugio che esista», scriveva H.P. Lovecraft, e Arthur Machen lo sapeva bene quando decise di farne il nucleo della vita di Lucian Taylor, simbolo dell'artista decadente e maledetto, che cerca di evadere da una realtà borghese e conformista dedicando la sua vita alla scrittura. La sua fervida immaginazione, o forse qualche arcano incantesimo, arriverà a creare un mondo parallelo in cui si rifugerà per sfuggire alla sua solitudine, all'incapacità di scrivere, e alla società benpensante che lo rifiuta, scoprendo un ""orrore cosmico"""" talmente tremendo e impenetrabile da stravolgere la sua mente e indurlo alla follia. Ritenuto uno dei maestri della narrativa del terrore, Arthur Machen (1863-1947) si inserisce a pieno titolo nel solco della tradizione letteraria fantastica anglosassone. Pubblicata nel 1907, """"La collina dei sogni"""" è la sua opera più ambiziosa, una sorta di romanzo iniziatico che tradisce numerosi riferimenti autobiografici, un'opera che Mario Praz ha definito, a buon diritto, «il libro più decadente della letteratura inglese»."" -
Tutti i racconti. Vol. 1: 1921-1937.
Nonostante la parabola della sua esistenza fu breve - morì ad appena trentanove anni, a un mese dalla deportazione ad Auschwitz, nell'agosto del 1942 -, Irene Némirovsky espresse il suo innato talento letterario in un'opera vasta e variegata. Oltre ai sedici romanzi, ai libri biografici e ad alcune sceneggiature, si contano circa una cinquantina racconti. Qui sono raccolti ""Tutti i racconti"""" dagli esordi fino al 1937, poco prima che la follia della storia non facesse crollare tutto. Per Némirovsky, che con la sua famiglia era fuggita dalla Russia dopo la Rivoluzione d'Ottobre del 1917, l'arrivo in Francia rappresentò l'inizio della libertà, un'esplosione vitale, la scoperta delle proprie risorse (femminili - nel senso di seduttive - e intellettuali - gli studi alla Sorbona che indirizzeranno il suo talento di narratrice). Ma anche un addio definitivo a quel mondo claustrofobico in cui aveva vissuto fino a quel momento. In queste novelle traiamo molti generi e molti toni - dal sarcastico al drammatico, dal malinconico al divertito -, che testimoniano il continuo bisogno di sperimentazione di una scrittrice che, ancora oggi, con le sue vicende di uomini comuni che vivono i sentimenti di tutti, non smettono di parlarci. Prefazione di Roberto Deidier e introduzione di Antonia Dedda."" -
Tutti i racconti. Vol. 2: 1938-1942.
Nei suoi ultimi cinque anni di vita, dal '38 al '42 (anno in cui muore in un campo di concentramento), Irène Némirovsky vive un'ambivalenza esistenziale che si specchia anche sulla sua scrittura. Da una parte, riflettendo sulla complicata situazione storica, vorrebbe scrivere il ""Guerra e pace"""" del nuovo secolo (un impegno che la porterà alla scrittura di """"Suite francese""""); dall'altra le difficoltà economiche e l'oggettivo pericolo di vita per via delle leggi razziali la spingono a chiedere a diversi periodici di pubblicare alcuni suoi racconti sotto falso nome. La condizione di necessità pare aver concesso uno scarto alla scrittura di Némirovsky, specie alla scrittura delle novelle. Quando non sente l'ansia di dover scrivere il capolavoro sul proprio tempo, la paura, l'ansia, il dramma della vita si avvertono più prepotentemente. Quasi che aprendo una finestra su un episodio, un lampo, una luce ci raggiungessero. Quella storia che mette in atto tutto il suo carico di sofferenza e di dolore fa scrivere a Irène i suoi racconti più drammatici e più belli. Ma non soltanto al racconto di una Storia in presa diretta siamo interessati; quanto piuttosto alla vita minuscola, misera, umanissima di questi individui che alla storia sono sottomessi. Prefazione di Roberto Deidier e introduzione di Antonia Dedda."" -
Jusep Torres Campalans
Durante un viaggio in Messico nel 1955, Max Aub incontra un anziano signore che si fa chiamare Don Jusepe. E un ex pittore cubista, ma ora ha smesso di dipingere. Ha vissuto a Parigi nei primi decenni del secolo ed è stato amico di Picasso e della sua cerchia. Si è reso protagonista di avventure inenarrabili e di eclatanti provocazioni. Aub decide d'intervistarlo e di raccogliere quanto più materiale possibile allo scopo di raccontare per intero la sua storia, recandosi a Parigi e incontrando alcuni dei grandi protagonisti di quell'epoca inquieta e densa di fermenti artistici e intellettuali. Ma è tutto falso. All'uscita del libro, i critici, prendendola per la biografia di un pittore catalano realmente esistito, scatenano una caccia all'uomo. Tutti vogliono conoscere Campalans, proprio mentre a New York si celebra una mostra che espone i suoi quadri (in realtà dipinti da Aub stesso e dalla nipotina). Prefazione di Panella Giuseppe. -
Jean Santeuil
Apparso in Francia nel 1952 (a trent'anni dalla morte dell'autore), grazie al ritrovamento del manoscritto, Jean Santeuil è il primo romanzo, rimasto incompiuto, del più grande narratore del Novecento: Marcel Proust. Scritto a partire dal 1895, è stato considerato, a parere della critica, il miglior documento per comprendere le ragioni primordiali di quella che diventerà poi l'opera per eccellenza: Alla ricerca del tempo perduto. Ma Jean Santeuil è anche un romanzo autonomo - disseminato di elementi autobiografici che molto ci fanno scoprire della vita del giovane Marcel -, con tutte le qualità che attribuiamo ai libri di uno scrittore di grande talento: stile unico e inconfondibile; capacità di costruzione; visione del mondo. Dopo la traduzione di Franco Fortini, in Italia il romanzo è stato colpevolmente dimenticato. Ora, finalmente, grazie a questa nuova traduzione, firmata da Salvatore Santarelli, possiamo tornare a leggere una delle opere più originali della storia del romanzo moderno. Da Proust, dalla lettura di ogni sua pagina, non si può prescindere. Egli è uno di quei rarissimi scrittori capaci di modificare la nostra stessa sensibilità. -
Orgoglio e pregiudizio
"Orgoglio e pregiudizio"""" è sicuramente il romanzo più popolare di Jane Austen, quello in cui si realizza un equilibrio perfetto tra struttura e stile, e quello che esalta in maniera più distintiva lo smalto della sua arte. Il libro fu pubblicato nel 1813 ottenendo già all'epoca un ottimo riscontro da parte dei lettori. La vicenda è ambientata nella contea di Hartford e si apre con un ordinario avvenimento: un giovane e facoltoso gentiluomo, Charles Bingley, prende in affitto Netherfield Park, una tenuta nello Hertfordshire, suscitando la curiosità e l'eccitamento delle famiglie residenti nel vicinato, e della famiglia Bennett in primo luogo, che, con cinque figlie da maritare, vede nella circostanza un'occasione da non lasciarsi sfuggire. Un romanzo che ancora oggi è considerato tra i massimi di tutta la letteratura inglese. Con saggio introduttivo di Sara Poledrelli." -
Guerre lontane
"Guerre lontane"""" potrebbe essere definito come la """"storia di un manoscritto perduto"""". Il romanzo di Cordelli si concentra sulla riscrittura di ciò che non c'è più, che va immaginato nuovamente. Ne viene fuori un diario, forma espressiva cara all'autore. Fin dalle prime pagine è quindi chiaro che la riscrittura di un originale vuole stabilire la falsificazione nel temporale in cui si trova la coscienza di chi scrive: essa vuole prendere forma, cercare la propria identità. La voce narrante è quella di un venticinquenne studente di restauro. È il 1989. Lorenzo ha annotato in un suo quaderno dell'anno precedente gli appunti sulla messinscena di un'opera teatrale. Quel quaderno viene affidato a Margherita, cle non lo restituisce e forse lo distrugge. La donna è legata a Bruno, il regista dello spettacolo da mettere in scena: """"Rose rosse per me"""", del drammaturgo Sean O'Casey. Uno spettacolo che si conclude con il trionfo distruttivo dell'azione: quasi con una guerra, non più lontana ma vicina." -
A mosca cieca. Diario spagnolo
Max Aub arriva il 23 agosto del 1969 a Barcellona, aeroporto El Prat, dopo trent'anni di esilio in Messico, imposto da ragioni politiche. ""Sono venuto ma non sono tornato"""", è il suo commento a caldo. Durante il suo soggiorno spagnolo, in quella che dovrebbe essere la sua patria ma che non è più in grado di riconoscere, Aub registra a ritmo serrato eventi, personaggi e pensieri in un """"diario totale"""" di impressionante forza e lucidità, nel quale predominano il; disincanto e l'amarezza per lo stato di degrado in cui versano le patrie lettere, cui si aggiunge la constatazione che quasi nessuno ha mai sentito nemmeno pronunciare il suo nome. A casa sua, egli è dunque un perfetto estraneo. Da qui comincia una sorta di nuovo esilio: """"Alla fine, io sono la gallina cieca, spiumata, appesa al mercato comunale. Uno di questi polli appesi, spiumati, che mi terrorizzavano da piccolo e che appaiono nella Fàbula verde..."""""" -
La gloria segreta
Dopo essere rimasto orfano, Ambrose Meyrick, adolescente di origini gallesi, viene iscritto a una scuola pubblica inglese. Qui si scontrerà con rituali a dir poco ridicoli, pericolosi e violenti, con una mentalità repressiva e tirannica, con quotidiani episodi di bullismo paradossalmente accettati, quando non incoraggiati, da preside e insegnanti. È proprio quando sembra aver raggiunto l'apice della sofferenza e della mortificazione che Ambrose, grazie alle sue origini celtiche, ha la ""visione"""" e scopre un mondo che promette un formidabile riscatto e meraviglie mai viste, un mondo che lo porterà alla ricerca del Santo Graal e che cambierà il suo destino. Un favoloso viaggio di scoperta, il viaggio di un adolescente baciato dalla grazia ma anche alle prese con le inquietudini dell'età, la scoperta del sesso con la giovanissima cameriera Nelly, prodigiosa espressione di freschezza e innocenza, e poi ancora storie di violenza, soprusi, abusi sessuali. Le pagine di Arthur Machen sono ricche di umorismo, di critica sociale, ma anche di bellezza visiva e momenti sognanti che trasportano il lettore in una dimensione magica per seguire Ambrose Meyrick nella sua ricerca del Graal. Miti celtici, atmosfere misteriose e paesaggi da sogno si incrociano col percorso intimo di un """"eroe"""" davvero fuori del comune."" -
I racconti dell'orrore
La leggenda di Ambrose Bierce trova il suo degno epilogo l'il gennaio 1914. Partito pochi mesi prima, a 71 anni suonati, come reporter per il Messico, dilaniato dalla guerra civile, egli scompare misteriosamente durante la battaglia di Ojinaga, probabilmente fucilato contro il muro del cimitero di Sierra Mojada da alcuni uomini di Pancho Villa dopo un diverbio, o forse perché ritenuto una spia. Cinico, spietato, giramondo, ribelle, dotato di un raffinato humor nero e di una sottile capacità introspettiva, Ambrose Bierce è uno dei giganti della letteratura americana. Maestro di ""srealtà"""", nelle sue perfette macchine dell'orrore dagli ingranaggi ben oliati, egli dà corpo alle più terrificanti ossessioni dell'epoca di cui è testimone: follia, oscure proiezioni della mente, glaciali parenticidi, antichi misteri che affiorano attraverso i sogni, esperienze medianiche, letali apparizioni, scioccanti storture della macchina della giustizia. Non per nulla egli definiva la realtà come """"il sogno di un filosofo impazzito"""". Tra tutti, spiccano """"L'uomo che usciva dal naso"""", """"Testimone di un'impiccagione"""", """"La finestra sbarrata"""", """"Lo straniero"""", """"L'uomo e il serpente"""", """"Un naufragio psicologico"""". Prefazione di Gianluca Barbera."" -
Racconti fantastici di guerra
La realtà? Il sogno di un filosofo impazzito. Parola di Amorose Bierce, maestro di ""srealtà"""". Cinico, spietato, giramondo, ribelle, dotato di un raffinato humor nero e una sottile vena introspettiva, Ambrose Bierce è uno dei giganti della letteratura americana a cavallo tra Otto e Novecento. Nei suoi """"Racconti fantastici di guerra"""", mirabili come gli ingranaggi di un orologio di precisione, attraverso una lingua tesa e tagliente, anaffettiva fino allo sconcerto (non per niente nel suo celebre Dizionario del diavolo egli definiva il sentimento quale """"il fratello malaticcio del pensiero""""), egli rielabora in chiave demistificante e talora fantastica esperienze dirette e indirette ricavate dal suo mestiere di cronista e di combattente durante la guerra civile americana. Tra tutti, spiccano """"Uno dei dispersi"""", """"Avvenne alla gola"""" di Coulter, Il colpo di grazia, I fatti accaduti presso il ponte di Owl Creek, Parker Adderson, filosofo, """"Un cavaliere in cielo"""", """"Caduto a Resaca"""" e """"Chickamauga"""" (forse il suo capolavoro), gioielli che da soli gli valgono un posto tra i grandi protagonisti dell'immaginario """"nero"""" d'Oltreoceano, al pari dei più celebrati Edgar Allan Poe e H.P. Lovecraft."" -
Il giardino segreto. Testo inglese a fronte
Due ragazzini viziati e asociali, abbandonati a loro stessi, si imbattono in un inaspettato mistero che ravviva le loro giornate: un giardino segreto nell'immensa tenuta di Misselthwaite Manor. Inizia una splendida avventura nella brughiera inglese in cui i bambini solitari fanno amicizia con numerosi animaletti selvatici e, tra giochi all'aria aperta e mille sacrifici, cercano di riportare in vita il giardino abbandonato. Prendendosene cura giorno dopo giorno rifioriscono anche loro e riscoprono la bellezza della vita dalle cose più semplici. Una storia che celebra l'amicizia e la gioia di vivere ricordandoci che «mezz'ora di risate ogni mattina è la miglior medicina per qualsiasi ragazzo». Età di lettura: da 9 anni. -
Il fantasma di Canterville. Testo inglese a fronte. Ediz. integrale
Il diabolico spettro di Sir Simon si aggira da secoli per le sale dell'antico castello di Canterville, spaventando a morte tutti gli inquilini che osino soggiornare nella sua dimora, ma verrà messo a dura prova dall'arrivo di una scettica famiglia da oltreoceano. Solo grazie all'intervento della piccola Virginia, una bimba dolce e dal cuore puro, il fantasma riuscirà a ritrovare finalmente la pace. Wilde mette in scena lo scontro culturale tra l'antica civiltà inglese e quella americana, nuova e materialista, con la consueta ironia che contraddistingue la sua geniale scrittura, dando vita a un breve racconto umoristico intriso di divertimento e significati nascosti. Età di lettura: da 9 anni. -
Lettere
Jane Austen rivela in questo emozionante epistolario la sua natura più intima e privata. Vengono qui raccolte oltre settanta lettere, i due terzi delle quali indirizzate alla sorella Cassandra, che coprono tutta la vita dell'autrice: dal 1796, quando Jane aveva ventun anni, fino al 1817, anno della sua morte; con una particolare attenzione al periodo successivo al 1811, anno che segna la crescente, sebbene tardiva, consapevolezza dei propri mezzi letterari. L'attrattiva di questo epistolario, di stampo quasi esclusivamente familiare, risiede proprio nella coscienza dell'autrice di essere una persona ordinaria; infatti in queste pagine emergono con tutta la loro forza elementi della quotidianità caratteristici della vita di campagna: i pettegolezzi, l'amore, i balli, le conversazioni e le letture. Spiccano inoltre la modestia e l'ironico garbo di una figlia, sorella e zia complice e devota, una donna di fine Settecento che, pur non avendo beneficiato di ""una stanza tutta per sé"""", ha lentamente compreso il suo valore e la sua vocazione letteraria. Introduzione di Sara Poledrelli."" -
L' incognita
"L'incognita"""", romanzo epistolare del 1889, costituisce un punto fondamentale nella narrativa di Benito Pérez Galdós considerato il romanziere per eccellenza dell'Ottocento spagnolo. Egli fu un perfetto conoscitore del carattere ispanico e uno dei maggiori interpreti della storia del suo paese. Il romanzo è costituito dalle quarantun lettere che Manuel Infante, trasferitosi da Orbajosa a Madrid per svolgere la sua attività di deputato, scrive all'amico Equis X, rimasto in provincia, raccontandogli tutto ciò a cui assiste, ma soprattutto la vicenda della coppia Augusta Cisneros-Tomás Orozco e dei possibili amori della donna con Federico Viera. Nonostante si attribuisca il ruolo prima di testimone e poi di investigatore dei fatti, Infante non è sicuro di nulla e non riesce a scoprire nulla. È così coinvolto negli avvenimenti (ama o crede di amare Augusta) che la sua indagine gli permette solo di accumulare sospetti e di fare infinite supposizioni. Un morto, una verità da scoprire, un detective, indizi e tracce: questi gli ingredienti principali dell'avvincente romanzo di Pérez Galdós. Non solo un incredibile esempio di letteratura spionistica, ma un vero e proprio laboratorio sperimentale." -
Alì Pascià
Nato come appendice al suo capolavoro, ""Il conte di Montecristo"""", così come avvenne a Manzoni di separare """"La colonna infame"""" da """"I promessi sposi"""" e farne un libro autonomo, """"Alì Pascià"""" viene pubblicato per la prima volta sulle pagine del giornale napoletano """"L'Indipendente"""". Alexandre Dumas mescola qui cronaca e invenzione per raccontare l'ascesa e la caduta del despota Alì Pascià. Il protagonista «eroe nero designato come un Tiberio, un Caligola, un Nerone», come scrive Valerio Magrelli nel saggio introduttivo - è un uomo senza scrupoli, dotato di una ferocia illimitata e una sistematica slealtà nei confronti dei patti stabiliti con i nemici. Le sue azioni spietate offrono ancora oggi un'immagine efficacie del potere e dei suoi meccanismi. Dumas rimase affascinato a tal punto dall'avvincente storia di Alì Pascià, scritta dall'amico Mallefille, da decidere di crearne una propria versione, spinto anche dalla volontà di supportare i moti rivoluzionari che stavano per scoppiare in Albania. Il libro racconta così le vicissitudini di Alì, uomo avido di ricchezze e potere, e la sua vita, scandita da una serie continua di crimini e di trame segrete. Introduzione di Valerio Magrelli. Con un racconto di Mallefille Félicien Jean Pierre.""