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Il mondo del caffè. Storia, produzione, geografia, cultura
Il manuale più completo, costruito per soddisfare ogni livello di lettura: dal semplice curioso, in cerca di consigli utili all'acquisto, all'appassionato che vuole capire i segreti della degustazione e le differenze tra le origini, fino al professionista, che troverà riassunte in un unico libro tutte le informazioni utili al suo lavoro.rnrnL'affascinante storia di una delle bevande più diffuse al mondo parte dai suoi luoghi di coltivazione e passa per commerci e rapporti geopolitici che ancora oggi determinano la qualità della vita di intere popolazioni del mondo. Ciò che ritroviamo nelle nostre tazzine ogni giorno è il frutto di lunghi viaggi, di commerci, di tecniche produttive, di abilità artigiane, di diverse possibilità di preparazione ed estrazione della bevanda. Come ogni ""Manuale slow"""" che si rispetti Il mondo del caffè non tralascia nulla che riguardi quella che forse è stata la prima bevanda globale della storia. Con un occhio attento alla sostenibilità sia ecologica sia sociale nei suoi luoghi di origine, avrete a disposizione un libro attento, scritto dalle migliori competenze sul tema, che va dalle foreste in cui si coltiva la pianta fino alla tazza che milioni di persone ogni giorno gustano nei modi più disparati in ogni angolo del pianeta."" -
Orazione per la Repubblica
Una penetrante e impietosa analisi della Costituzione italiana, condotta senza le rituali timidezze che pesano sul dibattito istituzionale.rn rn«Gli uomini politici sono abituati a parlare agli elettori, non a sentir parlare gli elettori. Fanno la predica agli altri, non amano farsi fare la predica dagli altri. Non dialogano che con se stessi, e finiscono con l'isolarsi come una casta indiana... potrà dunque sembrare strano a costoro essere interpellati direttamente da un cittadino... c'è la rivendicazione di un diritto dimenticato, quello di far giungere ai governanti la voce dei governati. Orazione per la Repubblica è, fra l'altro, un modello di arte della critica... le frecciate di Di Muccio sono un servizio reso a coloro che ne sono il bersaglio, non importa se essi ne trarranno profitto o no. Ma se non ne trarranno profitto non sarà soltanto peggio per loro, sarà pure peggio per noi. - (Dalla Presentazione di Sergio Ricossa) -
La Carrozza del Santo Sacramento
Pubblicata il 14 giugno 1829 sulla «Revue de Paris» dal ventiseienne Mérimée, ""Le Carrosse du Saint-Sacrement"""" venne dal suo autore inclusa nella seconda edizione del Teatro di Clara Gazul, otto commedie di varia ampiezza, che si fingeva fossero scritte da un'attrice spagnola singolarmente cólta. Degli otto copioni, """"La Carrozza"""" divenne il più celebre: la """"Comédie Française"""" lo incluse sin dal 1850 nel suo privilegiato repertorio e nel 1920 Jacques Copeau ne firmò un memorabile allestimento con Valentine Tessier e Louis Jouvet. Basata su un esile intreccio - una spericolata attrice peruviana, la Perichole, si fa donare dal suo amante, il viceré spagnolo di Lima, una splendida carrozza e poi ne fa dono alla Chiesa per portare l'estrema unzione ai moribondi - """"La Carrozza"""" è un capolavoro di smagliante ironia, scritto in uno stile di mirabile, cristallina trasparenza."" -
Facezie
Nel periodo tra il 1750 e il 1770, con cadenze martellanti, piovono sulle teste di personaggi in vista e grandi istituzioni di tutta Europa frecce intinte in un acido micidiale, che provocano ustioni indelebili a quelle superbe vittime, ma anche risa salutari a tutti coloro che combattono i crimini dei despoti e dei preti invasati. È il Signor di Voltaire, ""l'amico del genere umano"""", che dai suoi rifugi fuori di Francia scocca i temutissimi dardi, scegliendo come bersaglio le umane incarnazioni di Superstizione, Fanatismo, Superbia, Ipocrisia.rn Le """"Facezie"""" di Voltaire sono un insuperato capolavoro di scrittura, di pensiero, di humour a servizio della civiltà. Splendido esempio di come la satira più corrosiva possa convivere con la più lieve gaiezza dello stile. Di come grandi battaglie di giustizia possano condursi anche con le sole armi dell'ironia, del ridicolo e perfino con la forza comica dei nomi. Brevi parodie dei testi sacri, pastiches, railleries e ariose illuminazioni su materiali contingenti (seri, frivoli, drammatici, polemici) da cui il sorriso voltairiano estrae il succo della perenne attualità. Non è certo un puro caso che questi frutti prelibati della maturità di Voltaire, indirizzati specialmente ai gesuiti, ai bigotti e agli intolleranti di ogni razza, abbiano avuto scarsissima circolazione nel nostro paese, dove gesuitismo, bigotteria e intolleranza prosperano tuttora, a ben tre secoli dall'età dei lumi."" -
Saggi sull'individualità
Economisti, filosofi, scienziati, scrittori si interrogano sull'enigma individuo, in un momento storico (1956) in cui parte della cultura non marxista in Europa e in America avverte in modo acuto il fascino e il rischio di visioni etiche egualitarie. Il profilarsi di una letteratura, di un'estetica, di una scienza di Stato, di una felicità collettiva programmata senza alea e senza speranze sollecita un riesame critico di valori, locuzioni retoriche, meditate convinzioni e pregiudizi. Di qui la salutare verifica di alcuni beni del patrimonio culturale delle filosofie individualista e collettivista: competizione e solidarismo, privacy e trasparenza, diritto alla diversità e diritto all'eguaglianza, proprietà privata e proprietà pubblica, Stato minimo e Stato provvidenza. Non poteva certo bastare un trentennio a conciliare tali antinomie, e la sorprendente attualità di queste riflessioni sta a dimostrarlo. -
Questo emisfero di libertà. Una filosofia delle Americhe
L'impresa privata come luogo d'incarnazione dello spirito creativo dell'uomo, fatto a immagine di Dio creatore; l'impresa come veicolo di elevazione materiale e morale, e come baluardo fra l'individuo e lo Stato onnipotente; il profitto non più ""sterco del demonio"""" ma efficace strumento di liberazione dalla schiavitù della povertà. È questa affascinante proposta che Novak offre al pensiero sociale cattolico per il prossimo secolo, una proposta che sorprendentemente affonda le radici in una lunga tradizione cattolico-wigh, per troppo tempo misconosciuta.rn «L'opera di Novak è l'opera di un moralista sinceramente preoccupato del riscatto dei poveri. È l'opera di un economista che si rende conto che senza libero mercato - senza una cultura e senza valori che sostengono il libero mercato - non ci potranno essere né benessere né libertà. È l'opera di un polemista che toglie la maschera ai rappresentanti di quella """"nuova classe"""" per i quali i poveri sono soltanto lo strumento del loro successo. È l'opera del capofila di quell'odierno cattolicesimo liberale che si pone nella grande tradizione dei Tocqueville, Rosmini, Röpke, Adenauer e Sturzo. E il lavoro di Novak è tanto più prezioso per la ragione che siffatta tradizione è stata combattuta ovunque dagli statalisti di destra e di sinistra, e in Italia pure da quei tanti cattolici i quali sono vissuti e vivono con l'accattonaggio di idee stataliste di destra e più spesso d'idee d'origine marxista, anche dopo la caduta del muro di Berlino.» -rn (Dall'Introduzione di Dario Antiseri)"" -
La città del Diavolo Giallo
"La città del Diavolo Giallo"""" nasce da un viaggio che Gor'kij – ormai scrittore celebre in tutto il mondo – fece in America nel 1906. Alle accoglienze trionfali tributategli all'arrivo seguirono, nei suoi confronti, sgradevoli episodi d'intolleranza puritana che rafforzarono le sue convinzioni antiamericane e anticapitaliste. Aldilà del risentimento per le disavventure del viaggio, l'opera è pervasa dal profondo disgusto per una città massificata, frenetica, protesa solo verso l'accumulazione e il consumo, dove le luci artificiali sostituiscono il sole, e l'urlo incessante delle linee del tram fa da colonna sonora all'insensato agitarsi della folla.rnIl lato guasto della Mela risplende oscenamente in questo febbricitante ma lucido ritratto di New York.rnAllo stesso modo, negli incontri con i vari personaggi, quali il re germanizzante in esilio – curiosa premonizione della follia di onnipotenza nazista –, il grande capitalista, il diavolo in persona, s'inscena una grottesca Totentanz, metafora di dannazione del sistema occidentale. In queste pagine, cupe e luminose allo stesso tempo, il realismo romantico gorkiano declina in un registro che è già lacerazione espressionista e delirio surreale, offrendoci una spietata lente d'ingrandimento con cui osservare le tante mostruosità del nostro modello di vita." -
Tre racconti. Questa non è una novella-Madame de la Carlière-Supplemento al viaggio di Bouganville
L'eros, le conseguenze dolorose che esso talvolta provoca sull'individuo che ne è dominato e sulla sua libertà interiore, e quelle – sempre aberranti – che i codici di imbrigliamento sociali, giuridici e religiosi, allestiti dalle nazioni civilizzate, determinano a danno della nostra felicità. L'utopia plausibile – perché già realtà tahitiana – di una società in cui l'unica direttiva dell'eros e l'unica barriera alla libertà sia la legge naturale, dove i piaceri che non danneggiano gli altri non siano considerati crimini. Infine, dopo l'ammonimento che l'uomo va civilizzato solo se si ha il proposito di farsene tiranno (perché i legislatori non a vantaggio dei sudditi, ma per se stessi li hanno plasmati ed educati come sono), l'ammiccante, paradossale esaltazione della «anarchia dei Calabresi... forse gli unici sui quali le lusinghe dei legislatori non hanno avuto effetto». È tutto questo, nello scintillante, arguto dialogare dei vari personaggi, il filo conduttore che stringe Ceci n'est pas un conte a Madame de la Carlière e intesse questi due splendidi, brevi racconti al Supplemento, sì da farne un compiuto trittico su eros e libertà. -
Le avventure di Jonathan Gullible
Un racconto scritto per ragazzi, ma per noi fantasticamente reale, perché nella strana isola in cui Jonathan Gullible approda ritroviamo i tratti essenziali di quella parodia della democrazia che è il nostro paese. Tutto ciò che al giovane Gullible sembra paradossale risulta invece ""normale"""" e familiare al nostro sguardo assuefatto e rassegnato. Proprio come in quell'isola del Pacifico, anche nella nostra penisola del Mediterraneo, infatti, i governanti si adoperano in ogni campo per debellare il senso di responsabilità individuale, la laboriosità, lo spirito d'innovazione. Uno Stato che pianifica, livella, disciplina ogni aspetto della vita dei cittadini col pretesto di proteggere la loro salute nell'anima e nel corpo. Uno Stato che autorizza, vieta, prescrive (anche alimenti, bevande e svaghi), assiste e rapina, opprime l'individuo in nome di un fantomatico interesse pubblico. Jonathan, nauseato da tale sistema corrotto e violento, abbandonerà quella (per lui) strana isola, tornando in una terra dove realizzare una società retta su principî opposti: quelli libertari. Già tradotta in più di trenta lingue in tutto il mondo, questa favola vera, se sfuggirà all'Index degli Educatori di Stato, potrà inoculare qualche virus benefico anche nelle coscienze del nostro paese."" -
La libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni
Nuova ristampa de ""La libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni"""", testo di una conferenza tenuta nel 1819 all'Ateneo di Parigi, è divenuto, sin dalla sua prima pubblicazione, una sorta di manifesto del pensiero liberale. In questo saggio trascinante, animato da una passione pari alla lucidità del pensiero, Constant – attraverso un parallelo di grande suggestione tra la sensibilità antica e quella moderna – mostra come una società non possa definirsi veramente libera se, oltre ai diritti politici, non garantisce all'individuo la piena potestà su se stesso e sul proprio modo di vivere. Nella Nota sulla sovranità del popolo e i suoi limiti, Constant affronta criticamente la nuova superstizione politica di matrice rousseauiana, denunciando la natura mistificatoria del riferimento alla volontà popolare che gli Stati democratici utilizzano per legittimare il loro potere illimitato e per realizzare quel che nessun tiranno oserebbe fare a nome proprio. La letteratura nei suoi rapporti con la libertà è, infine, la dimostrazione appassionata che la letteratura è sempre il riflesso della libertà dei tempi in cui nasce, e trova la sua autenticità solo attingendo ad essa."" -
Crainquebille
«I processi che hanno fatto riflettere le nostre coscienze non sono quelli perfetti e regolari, ma quelli falliti, sono quelli di Socrate, di Gesù, di Galileo. Il concetto di giustizia si afferma solo nel calvario delle sue sconfitte, nel ricorrente venerdì santo del diritto, senza il quale non ci sarebbe la pasqua dell'equità. Per questo il processo al povero Crainquebille, benché modesto nell'imputazione, breve nello svolgimento e mite nella condanna, è nella sua banalità grottesca un esempio da meditare [...] Nessuno meglio di noi magistrati conosce i rischi mortali ed opposti del nostro operare: la rassegnazione codarda che ci rende inerti, e la determinazione inflessibile che ci rende fanatici. Contro entrambe le tentazioni, le vicende di Bridoye e di Crainquebille sono ottimi antidoti: ci riconciliano con le nostre imperfezioni e i nostri limiti, e senza toglierci l'aspirazione all'affermazione del diritto ci affrancano dal pregiudizio ingenuo di una Giustizia assoluta.» - Carlo Nordio -
Tenera è la legge
Il ciclone politico-giudiziario che ha sconvolto il nostro paese durante l'ultimo decennio, nel mettere a nudo l'oceanica profondità della corruzione, ha anche rivelato aspetti paradossali e allarmanti della giustizia italiana: un ingranaggio inefficiente e pigro che, all'occasione, si rivela sollecito e terribile quando sottopone al calvario processuale cittadini innocenti, usa il carcere preventivo per ottenere confessioni e delazioni, condanna alla gogna gli indagati. Un ingranaggio che può essere usato per stritolare nelle sue maglie gli avversari politici e i loro partiti. Tali aberrazioni non possono imputarsi solo alla faziosità politica o al delirio di onnipotenza di alcuni magistrati, ma hanno radici nella legislazione e nella cultura giuridica che le rendono possibili. L'analisi di Giancarlo Bagarotto - tanto più significativa in quanto ""autoanalisi"""" di un alto magistrato che ha vissuto dall'interno i problemi della giustizia - esplora le cause prossime e remote dell'attuale crisi e delinea un progetto fortemente innovativo che coniuga l'indipendenza del giudice con l'efficienza della giustizia, scardinando gli inveterati tabù dell'autogoverno del Csm e della carriera dei magistrati."" -
Minosse o della legge
È il politico che fa le leggi. Il giudice, in quanto titolare di un potere ""ausiliario"""", deve limitarsi ad applicarle. Un concetto antico e attualissimo che trova in Platone uno dei suoi principali teorici. La legge, non come costruzione ma come scoperta della verità; imperfezione delle norme, molteplici e mutevoli; discrasie fra giustizia e legalità: il Minosse sintetizza con efficacia temi elaborati in altri dialoghi e divenuti elementi essenziali del pensiero giuridico occidentale. Questa pubblicazione vuole anche essere un contributo al rientro di Platone nel dibattito politico, dal quale è stato espulso dopo la sua condanna, negli anni Cinquanta, come nemico della """"società aperta"""". Il testo, tradotto tenendo conto delle più recenti ricerche sul Filosofo, è preceduto da un ampio saggio introduttivo ed è corredato di un ricco apparato critico-bibliografico."" -
La scelta
Un piccolo paese, una misteriosa occupazione straniera, un uomo lasciato solo di fronte al dovere di compiere una scelta fra alternative ugualmente penose. In un sofferto percorso dentro di sé egli esplora le ragioni della propria inadeguatezza morale, schiacciato dalla gelida impassibilità del potere e dalla grigia indifferenza del mondo.rnVaghe metafore sulla crisi dell'individuo in una società di massa, informe, opprimente, inappellabile, che ci rende sempre più simili ad animali da cortile. -
Toghe e topi
Un giudice muore tragicamente dopo una tormentata camera di consiglio che ha dato luogo a un'inquietante sentenza. Banale incidente? Complotto? Suicidio? Magistrati indagano magistrati. Situazione delicatissima, perfido congegno che provocherà un ribaltamento di ruoli, trasformando il magistrato d'accusa in indagato. Il colpo di scena finale illumina lo spettatore, con colori grotteschi, sui drammatici guasti cui spesso conduce la cieca passione di alcune toghe per i propri teoremi. Questa pièce in due atti, autonoma e compiuta nella sua limpida costruzione, può anche esser letta come terzo e quarto atto di Camera di consiglio, già pubblicato dallo stesso autore in questa collana. -
Lettere sull'ambizione
L'ambizione è demone e angelo. È la forza che ci guida alla realizzazione di noi stessi. Ma è anche la ragione di un perpetuo inappagamento. Le cinque lettere che compongono questo libro tratteggiano la vicenda di una persona cara all'autore a cui l'ambizione ha conferito un valore di eccezionalità, ma anche il dovere tormentoso di farvi fronte. Il libro si pone come testimonianza appassionata per un'analisi psicologica che non scongiura il dolore, ma lo assume quale elemento fondamentale nella formazione di un uomo. -
Islam e occidente
Autorevoli intellettuali europei provenienti da diverse discipline si confrontano sul tema forse più drammatico e preoccupante degli ultimi decenni: la declinazione in forma violenta dell'antico, conflittuale ma anche fecondo rapporto tra mondo giudaico-cristiano e musulmano; il senso e le ragioni del riacutizzarsi, con modalità nuove di inaudita ferocia, di una sindrome aggressiva che sembrava essersi sopita negli ultimi due secoli.rn rnIl presente volume raccoglie gli Atti del convegno ""Islam e Occidente: guerra o pace?"""", organizzato dal CIDAS, Centro Italiano Documentazione Azione Studi, presso la Sala conferenze dell'Unione industriale di Torino, il 6-7 novembre 2004."" -
Enigma Russia. Comprendere l'anima dell'orso
Perché la Russia è da secoli ai margini dell'Occidente, non solo in termini geografici? Perché i russi, pur essendo inequivocabilmente europei per etnia, religione e civiltà, in quasi tutta la loro storia hanno subito (e spesso fatto subire) regimi autoritari di rara durezza? Perché i concetti di democrazia e libertà personali ancora oggi stentano a mettere radici nella mentalità dell'uomo di strada russo? Perché la Russia, per sopravvivere a sconvolgimenti storico-geopolitici che avrebbero portato alla scomparsa di molte altre Nazioni e nazionalità, ha scelto di identificarsi nel concetto di Stato assoluto, uno stato forte che ha sempre posto la propria potenza e sicurezza al di sopra del benessere e della libertà? E quanto la religione cristiano ortodossa di origine bizantina, vera spiritualità ""nascosta"""" della Russia, ha contribuito a plasmare un carattere nazionale unico la mondo?"" -
Il cuore del vuoto. Incontro con i maestri
"La via? Una posizione della coscienza. Così, queste parole sono soste, 81 soste, in luoghi dell'essere. La via? Uno sguardo. Così, eccoli 81 sguardi, 81 visioni dal cuore del vuoto. Perché, amici, dal cuore libero nasce la vita, e con il cuore libero la si condivide. La via? Camminare nell'autenticità. Possa essere trasformato il nostro procedere."""" (Alessandro Maini)" -
L' Angelo Trafitto
In una provincia del Nord Italia ai piedi delle montagne, la diciottenne Maria viene rapita da una setta intenzionata a rievocare l'episodio più cruento di un misterioso Vangelo apocrifo: la storia del messaggero, dell'Angelo Trafitto. Due uomini dal passato tormentato e violento sono chiamati, loro malgrado, a mettersi sulle tracce della giovane: un ispettore di polizia e un sensitivo che conduce una vita allo sbando. Quest'ultimo ha voluto dimenticare il proprio dono ed è tormentato dalle visioni di una figura femminile che sembra essergli molto legata. L'ispettore, invece, nasconde dei segreti inconfessabili che riemergono prepotenti nel periodo più difficile della sua esistenza. Sarà proprio il passato lo scoglio che tutti dovranno superare per riappacificarsi col mondo e per ritrovare la ragazza prima che la sua anima si perda per sempre.