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Le voci di Santiago dall'Italia al Cile lungo la rotta del teatro
Il volume registra le esperienze del Festival di Santiago a Mil2008 al quale l'Ente teatrale italiano ha affidato una compagine rappresentativa della scena italiana di oggi e domani. Ma non solo, questo testo è la traccia di un percorso multiplo nel quale dare ai ""nostri viaggiatori la possibilità di aggiornare la memoria e di adeguarla al lavoro del presente"""". Un momento rigoglioso di eventi intorno ai quali raccogliere le epifanie, gli assoli, le affabulazioni di intellettuali ed artisti - da Alessandro Baricco a Rodrigo Bazaes, da Romeo Castellucci a Antonio Skármeta, da Pippo Delbono a Ramón Griffero - istituzioni ed organizzatori dei due paesi. Un lavoro prezioso dunque, perché inaugura una modalità di interagire con la contemporaneità di un'arte che sfugge nell'attimo in cui esiste. E che si inserisce nell'ambito di una curiosa e diffusa progettualità, capace di coinvolgere collaborazioni con paesi ed istituzioni, tanto in Italia quanto all'estero, per testimoniare lo scambio di patrimoni culturali, per conservarne traccia e memoria, valorizzando specifiche identità e le interconnessioni con altre forme espressive, nei diversi contesti sociali."" -
M'arte. I teatri di Giuseppe Cutino e Sabrina Petyx
Dalla comune formazione alla scuola di Michele Perriera i fondatori di M'Arte hanno tratto la lezione di un'etica del teatro che si realizza nell'intimità profonda fra arte e vita e nel rigore del lavoro scenico. Vincitrice del Premio Scenario 2003 con ""Come campi da arare"""", la compagnia ha realizzato dal 1999 a oggi una quindicina di spettacoli, imponendosi fra i protagonisti della giovane scena palermitana. Un teatro di regia, di testo e d'attore che, fra reciproche invasioni di campo, scopre la poetica del frammento e la dimensione epica della scena e del personaggio: dove i dialoghi non raccontano, ma intrecciano brani di esistenze colte per immagini lacerate e folgoranti. Personaggi tratteggiati per linee emotive, dai confini biografici incerti, portatori di drammi senza luogo e senza tempo, in lotta per la sopravvivenza, in fuga da guerre e naufragi, da soprusi e ricatti, portatori di un dolore senza risarcimento, eppure ritratti con l'ironia e la musicalità di una lingua intonata sulla metrica palermitana."" -
Venere e Adone. Testo inglese a fronte
Nella versione di Valter Malosti per lo spettacolo omonimo. Londra, 1593. La peste sta devastando la città. I teatri sono chiusi. Shakespeare, trova l'ispirazione e un patrono e scrive un piccolo capolavoro in versi: il poemetto erotico-mitologico ""Venere e Adone"""". Sarà, per l'epoca, un grandissimo successo, con numerose ristampe fino alla metà del secolo successivo, immancabile nei bordelli, quanto sotto il cuscino delle grandi signore aristocratiche e degli amatori. """"Venere e Adone"""" sfugge a qualsiasi definizione: """"comico oppure tragico, leggero oppure profondo, un inno alla Carne oppure un ammonimento contro la Lussuria: il poemetto è un mixtum in cui tutti i termini di queste antitesi sono simultaneamente veri. Introducendo nella sua storia un conflitto erotico che nelle """"Metamorfosi"""" di Ovidio non era presente, Shakespeare ha fatto qualcosa di più che produrre un sicuro effetto comico anche se questo """"di più"""" passa precisamente e innanzitutto attraverso la comicità""""."" -
Tre metri sotto. Kebab-Orpheus road-Mia moglie
Sono nati e cresciuti in paesi distanti fra loro sia geograficamente sia culturalmente, Gianina Carbunariu, rumena, Ursula Rani Sarma, irlandese, e José Maria Vieira Mendes, portoghese. Eppure i tre autori, tutti poco più che trentenni, portano in scena un mondo egualmente dominato dalla violenza fisica, verbale, psicologica , in cui ogni via di fuga concreta o ideale dalla trappola del presente è drammaticamente preclusa. A meno di scegliere la distruzione o la morte. I protagonisti di queste storie a tragico fine fanno agli altri e a se stessi ripetutamente del male, e lo subiscono, con un disarmante candore animale. Davvero non sanno quello che fanno. E il mondo brutale e meschino in cui vivono abbaglia così i loro occhi che a un futuro diverso sono diventati ciechi. -
Il teatro delle apparizioni
Un palloncino rosso da inseguire come il sogno di cantare la gioia della vita con stupore e meraviglia. È questo il Teatro delle apparizioni, giovane compagnia romana guidata dal regista Fabrizio Pallara. Il suo sguardo naif, disincantato e ingenuo sul mondo, riesce a far innamorare gli spettatori. A catturarli con la semplicità spiazzante di una storia, di un oggetto, di una carezza, di parole declamate nel buio che sono un invito diretto a partecipare al gioco delle messinscene. Nel libro, il Teatro delle apparizioni vive nel racconto dei suoi allestimenti teatrali (dallo spettacolo d'esordio Gobbo il re, storta la regina a La stanza dei segreti), nelle voci di quanti negli anni hanno dato corpo e anima al gruppo, nelle foto, nelle locandine, negli schizzi, progetti di impianti scenici, storyboard, appunti di regia che testimoniano la ricchezza di un percorso teso a preparare con rigore le condizioni di quell'evento straordinario che è il teatro. -
Il Premio Fersen 3ª edizione. Per la promozione e la diffusione della drammaturgia contemporanea italiana
Il libro raccoglie i testi dei vincitori della terza edizione del Premio Fersen. -
Le possibilità espressive del marmo e della pietra. Viaggio per immagini dalla preistoria al XXI secolo
Simone Azzurrini è scultore e insegnante di discipline plastiche presso l'Istituto statale d'arte di Montemurlo (Prato). La sua ricerca ha approfondito la sperimentazione di diversi materiali (terra, neve, pietra, terracotta, legno, gesso, metalli, plexiglas, cera, luce), attraverso la scultura e progressivamente con la scultura come ambientazione e installazione (site specific). -
Il premio Fersen. Per la promozione e diffusione della drammaturgia contemporanea
Il libro raccoglie i testi dei vincitori della quarta edizione del Premio Fersen. Gli autori e i testi: ""Cipolle per il mio marinaio"""" di Angelo Zito; """"Volo verticale"""" di Rosa Filardi; """"La gabbia"""" di Vincenzo Di Lalla; """"Muoviti"""" di Lucia Berardinelli e Veronica Talassi; """"Lo sfratto"""" di Marco Bufarini; """"Con pene, ovvio"""" di Cosimo Lupo; """"Mabuse"""" di Carmelo Pistillo; """"Bowling"""" di Aldo Selleri"" -
Teatro in esilio. La pedagogia teatrale nel lavoro del Teatro Nucleo
Una nuova veste, una nuova edizione, riveduta e aggiornata, di un libro che per anni è stato un punto di riferimento per molti teatranti e studiosi di teatro. Accanto all'avvincente racconto del percorso che ha portato il Teatro Nucleo al proprio metodo attuale di lavoro, Horacio Czertok inserisce stimolanti riflessioni sul teatro, fra antropologia e ""metodo""""."" -
Teatri del tempo presente. Dieci progetti per la nuova creatività
Giovani artisti e istituzioni a confronto in una mappa della nuova scena italiana, tra danza e drammaturgia, pratiche d'attore e immaginario tecnologico. Linguaggi diversi accomunati dalla volontà di mantenere aperto il canale che unisce teatro e realtà. -
Il re delle Alpi e il misantropo
La commedia in due atti ""Il Re delle Alpi e il misantropo"""" (1828) ruota intorno a una figura molto amata dal teatro occidentale, quella dello scorbutico solitario che, rifiutando il prossimo, finisce per danneggiare se stesso. Dal """"Dyscolos"""" di Menandro al """"Misanthrope"""" di Molière e avanti fino ai nostri giorni (si pensi ai tanti maniacali incontentabili di Thomas Bernhardt), questo personaggio viene di continuo ripresentato, in chiave comica o tragica, in opere di teatro o in prosa. Come altri suoi predecessori, il misantropo di Raimund si ravvede perché, grazie all'intervento di un mago buono, è messo a confronto con il proprio pessimo carattere e decide così di cambiar vita, trasformandosi da insopportabile collerico in un amorevole padre di famiglia."" -
Io sono un'attrice. I teatri di Roberto Latini
"Io sono un'attrice"""" non evoca un teatro di genere, tantomeno di genere omosessuale o en travesti o queer, benché nella scena tattile e luccicante di Fortebraccio Teatro confluiscano segni di una spettacolarità sempre ambigua, erotizzata. """"Io sono un'attrice"""" non richiama strettamente neanche la sessualità (di ordine naturale), semmai la seduzione (di ordine rituale), che è per sua natura femmina, al di là del corpo di cui si impossessa. E tanto più spaesante è l'effetto del suo potere se è nel corpo di un uomo che si deposita, costringendolo a fare di fronte al suo pubblico una recita di fantasmi, a drammatizzare in forma radicale e inesplicabile il proprio dialogo-combattimento con l'altrove." -
Che qualcuno ascolti, che qualcuno sia
"Che qualcuno ascolti, che qualcuno sia"""" racconta le esperienze, le emozioni, l'impegno, il divertimento - tutto fissato negli scatti fotografici di Daniele Vita - del laboratorio, curato da Marcello Sambati, tenuto con i ragazzi del Centro Socio Riabilitativo """"Luigi Capotorti"""" di Tarquinia." -
Teatro giapponese contemporaneo
Tre sono gli autori proposti per la prima volta al pubblico italiano: Hirata Oriza che, ne ""La conferenza di Yalta"""", propone con i toni della commedia la rilettura di una pagina importante della storia più recente, mettendo sotto i riflettori l'astuto cinismo dei potenti; Sakate Yoji che tratteggia ne """"La mansarda"""" un fenomeno squisitamente giapponese, l'hikikomori: l'attrazione al segregarsi, al nascondersi dal mondo, al chiudersi in stanze segrete lontane dagli occhi di tutti; Okada Toshiki che in """"Cinque giorni di marzo"""", sullo sfondo dell'inizio della Guerra in Iraq, compone il ritratto di un paese in piena crisi di identità e che rivede davanti a sé il temuto spettro della guerra."" -
Il bardo in musical
A essere rilette in chiave di musical sono state non a caso soprattutto le commedie, caratterizzate dall'incentrarsi e intrecciarsi delle trame intorno a storie d'amore e di equivoci, dall'esplorazione dell'illusione e dall'interrogazione dell'identità nel rapporto tra essere e apparire, tra convenzione sociale e espressione soggettiva; e qui si analizzano in particolare ""Pene d'amor perdute"""" nella versione di Kenneth Branagh e """"La Bisbetica domata"""", diventata """"Baciami, Kate"""" nella commedia musicale di Cole Porter poi diretta sullo schermo da George Sidney. Ma tra i musical tratti da opere shakespeariane vi sono anche alcune tragedie - e segnatamente """"Otello"""" e """"Romeo e Giulietta""""; tra i rifacimenti di quest'ultima si prendono in esame """"West Side Story"""" e il più recente """"Sud Side Stori"""" di Roberta Torre."" -
Teatro e danza in Cambogia
Primo testo esaustivo pubblicato in Italia sull'argomento, Teatro e danza in Cambogia guida il lettore alla scoperta di una delle più intriganti e complesse tradizioni artistiche del lontano Oriente. Con un approccio allo stesso tempo antropologico e storiografico, l'autore passa da un esauriente excursus nella storia cambogiana a un'analisi dettagliata e approfondita delle storie, dei generi, dei linguaggi, dei particolari dei costumi dell'arte performativa della Cambogia; il tutto corredato da disegni e fotografie esplicative. La prefazione di Nicola Savarese impreziosisce un libro che senza dubbio diventerà un passaggio obbligato per tutti gli studiosi e gli appassionati di arte e teatro orientali. -
Teatro spagnolo contemporaneo
Quella spagnola è, indubbiamente, una della realtà teatrali e drammaturgiche più vive e interessanti di inizio secolo, al punto da aver indotto molti a parlare, in modo forse non improprio, di un nuovo, fastoso ""Siglo de Oro"""". Gli autori presentati in questa raccolta, Sergi Belbel, Paloma Pedrero, Juan Carlos Rubio, Juan Pablo Heras, esprimono, anche per ragioni generazionali, personalità e traiettorie molto diverse fra loro, ma li accomuna la volontà di scrivere e rappresentare un teatro in grado di aderire alla vita e al presente."" -
Teatro
I lavori pubblicati in questo primo volume dedicato ad Alessandro Fea (una silloge di quattro testi e cinque corti andati complessivamente in scena a Roma tra l'aprile 2007 e il giugno 2010) hanno il sapore amaro del disagio, della povertà, della trasgressione, della malattia, del delitto. Assumono i toni violenti e le inflessioni dialettali di una borgata a tratti decisamente romana, a tratti invece più agiografica, dove la periferia è comunque sempre deriva di anime e sentimenti prima che degrado urbano. Questo desolato naufragio emotivo risulta poi tanto più inquietante perché si colloca ineluttabilmente dentro le acque torbide e agitate della famiglia. Dietro Jenna, Il cerchio, Io e mamma, Limbo, si sente cioè il respiro affannoso della tragedia greca: il peso di un cosmos senza più ordine dove i legami di sangue perdono la loro genuina complementarietà per farsi rapporti di forza dagli esiti innaturali. -
Leben. Operina in valigia
Riedizione di ""Scherzo, satira, ironia e significato profondo"""". Riscrittura del testo """"Scherzo, satira, ironia e significato profondo"""" di Christian Dietrich Grabbe, drammaturgo tedesco di inizio Ottocento. La favola romantica del diavolo che crea scompiglio sulla terra, si intreccia a incubi dei giorni nostri. È un diavoletto-marionetta, quello di Grabbe, che si vede superato da quegli umani che vorrebbe tentare. La riscrittura, che tiene viva la strampalata fantasia del drammaturgo prediletto da Alfred Jarry accostata allo humour anarchico e ribelle di Marco Martinelli, costruisce una farsa nera, sguardo polittico sul paesaggio dell'Occidente contemporaneo."" -
Nero chiaro. Lo spazio beckettiano e le messe in scena di Giancarlo Cauteruccio
Nero chiaro è un ossimoro, una idea di colore materico che non è un colore ma una forma, un libro che si affida al fiato vitale di un regista maestro della sperimentazione teatrale italiana che ""sprofonda"""" nell'autore irlandese sempre amato, nel cruccio delle sue visioni metafisiche e nella densità di una poesia estrema diventate spettacoli esemplari. Testi, materiali, note di regia, immagini e approfondimenti raccontano Beckett in Italia attraverso la visionarietà della compagnia Krypton, le tragiche e surreali maschere di Cauteruccio & Co capaci di costruire un immaginario diventato ormai logo d'autore. Ci guidano con mano ferma in questo percorso di scritture che si sovrappongono gli studiosi Alfonso Amendola, Gabriele Frasca e Antonio Iannotta, curatori del volume.""