Sfoglia il Catalogo feltrinelli041
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 7881-7900 di 10000 Articoli:
-
Io non aspetto
"Io non aspetto"""" è la storia di un romanzo scritto da due professori di liceo, avviliti e soffocati dalle spire della burocrazia scolastica, che scoprono di avere davanti a sé due possibili alternative: liberarsi da quella specie di boa constrictor che toglie loro il fiato e cambiare totalmente vita, o sublimare l'impulso alla fuga nella scrittura. Così, visto che non è più il tempo dei colpi di testa, decidono di scrivere a quattro mani una storia che finisce per essere il loro rifugio nel quale, come cospiratori, si nascondono in ogni occasione possibile, principalmente durante i momenti di noia mortale dei collegi-docenti, per vivere avventure immaginarie, fantasie erotiche, excursus nella trasgressione estrema. Ne esce un romanzo nel romanzo, dal cui titolo si desume l'invito alla non-attesa, al carpe diem, ovvero la necessità esistenziale di vivere esperienze non ordinarie, di cogliere l'attimo, di bruciare il tempo e la notte." -
Faust o l'inconverso
"Qui la narrazione viene carpita sistematicamente da un soggetto dell'enunciazione che si dispone a testualizzare una dizione dominante, autoriflessiva , come capita al poetico puro. Così, il testo spinto alla circolarità, viene costretto ad arretrare sempre al principio, secondo un """"immer wieder"""", a un incipit a pieni polmoni, dove la parola-verbo entra in azione."""" (dalla Nota di Tomaso Kemeny)." -
Mi dia un'idea di 18 cm ovvero, la pubblicità come non-scienza
Un pubblicitario di successo (un leone d'oro e uno di Bronzo a Cannes), oggi fuori dai giochi, racconta la propria esperienza lavorativa con la speranza che, una volta tanto, l'esperienza altrui serva a chi ancora se la deve fare. -
I fiaschi
Fiasco è sinonimo d'insuccesso, di fallimento, ma può essere anche l'unico amico che ti resta nei momenti di resa incondizionata a un mondo che sembra non prevedere alcuna forma di rinascita e di riscatto. In questa raccolta di poesie, una voce disincantata, che lascia dietro di sé un retrogusto amarognolo e inesorabilmente maudit, cerca di ritrarre dall'interno una massa di giovani vacillanti, alle prese con un tortuoso percorso a ostacoli verso un senso (e un lavoro) e la riformattazione della propria esistenza. In una panoramica che parte dal sé e dalla provincia, e che coinvolge amici e città distanti, i versi si muovono tra rabbia e disillusione, vitalità e amarezza, immergendosi nel quotidiano con un'attitudine narrativa e inabissandosi spesso in angosce, redente da un piglio ironico e dal sostegno dei vizi contemporanei. -
Racconti del giorno e della notte
La maggior parte dei racconti qui presentati narrano eventi realmente accaduti nell'arco dei secondi cinquant'anni del secolo scorso; i restanti sono di pura fantasia. Dei primi appare, sotto il titolo, la data di riferimento. La raccolta è divisa in due parti: la prima comprende i ""racconti del giorno"""", quelli che tutti possono leggere, anche i ragazzi. La seconda, quelli """"della notte"""", storie tenebrose, crude, a volte estreme. Questo fa sì che l'intera raccolta sia destinata a un pubblico adulto."" -
Bianciardi, ottocento come novecento. Dalla letteratura al dibattito civile
"Il fatto che una riflessione dedicata a Bianciardi garibaldino emerga nell'habitat antirisorgimentale che distingue i nostri anni difficili riesce ad assicurare paradossalmente all'impegno dello scrittore quel carattere polemico e contro corrente che distingue i suoi gesti in vita, trasformando l'evento antico in dimensione continuativa. Poiché la lucida profezia di futuro di Bianciardi cade ancora in taglio come funzionale, è necessario ammettere che il destino letterario dello scrittore si configuri nel segno di una contestazione perpetua. Si può stare certi che questo richiamo postumo alla figura dell'intellettuale, votato per statuto a dire no a un presente inameno, non sarebbe certo dispiaciuto all'autore della Vita agra."""" (Dalla premessa di Arnaldo Bruni)" -
Valigie senza spago
Storia di una emigrazione controcorrente. Il titolo parla chiaro: questa volta le valigie sono ""senza spago"""", e questo significa che, chi si muove, lo fa dalla parte del vincitore. Eppure Salvatore, il protagonista del romanzo, proviene dalla foltissima schiera dei perdenti: scuola dell'obbligo, carne da macello in mano ai caporali, manovale, muratore, aspirante capomastro. È solo più fortunato degli altri: suo padre gli ha lasciato in eredità, oltre a un fisico poderoso, un credito di riconoscenza che i debitori, maggiorenti perbene, pagano aiutandolo a scalare la vetta del successo. Una storia calabrese, solare e pulita, nonostante venga messa alla prova da quella parte di umanità, la peggiore, che regge occultamente le sorti del territorio in cui le vicende si svolgono, e funestata da morti violente e da lutti, retaggio di un passato che il protagonista e le persone che ama riescono, pur dolorosamente, a lasciarsi dietro le spalle."" -
Solengo
Questa è la storia che udii una sera dalla bocca di un vecchio, nella cantina del Grillo. Raccontava, a modo suo, cantilenando, un fatto realmente accaduto: la morte di un bracconiere indigeno e di un guardiacaccia forestiero che si erano sparati in un padule dei dintorni. -
Ricordi di rotaie nodi, linee, costruzioni e soppressioni in Italia dal 1839 ai giorni nostri
Il libro raccoglie sinteticamente le notizie di tutti quei collegamenti che nei due secoli passati hanno determinato la storia e lo sviluppo ferroviario della Nazione. -
Un mito di nome Nanda la Pivano. Una vita da road movie
Questa non è solo la storia della vita vera, la storia più vera del vero, di Fernanda Pivano detta Nanda. Questa è una provocazione, una sollecitazione, un'esortazione ad usare l'opera della Grande Pivano come una guida per viaggiatori del pensiero. -
Tra di noi, il mare
Una donna siciliana che ha vissuto la mancanza dell'amore della madre emigrata in America nel secondo dopoguerra italiano, cercherà di comprendere il senso di una scelta imposta dalle circostanze della vita. L'abbandono, la ricerca e la comprensione sono gli elementi che danno vita al romanzo, dove la realtà esce a intervalli regolari, prepotente e autentica. Romanzo ispirato a fatti realmente accaduti. -
Il gioco beffardo del destino
Andrea il protagonista della storia, sottovaluta il ricatto di cui è vittima da alcuni giorni, sottovaluta quei trafficanti di opere d'arte che lo pedinano, lo minacciano di morte. Un errore che non avrebbe dovuto commettere, trascura anche il potere che esercitano le stelle, la presunta ""sventura"""" che si portano dietro. Che cosa è accaduto ad Andrea quella notte durante il passaggio della cometa? Perché la Parma che gli si profila dinanzi non è più quella di pochi attimi prima? Perché casa sua è circondata da un nastro giallo della polizia? Il romanzo racconta la storia sconvolgente di Andrea, un uomo come tanti che ricalca i passi dei suoi simili che si trovano al posto sbagliato nel momento sbagliato. La pace e la tranquillità si sono dissipate coma la nebbia alle prime luci del mattino e il suo cammino disperato, lo porterà inevitabilmente incontro al suo destino."" -
Le radici dell'utopia. L'incompatibilità tra utopia e giudizio cristiano
L'utopia è un'idea innocua? Assolutamente no. Essa ha sempre generato sangue e non a caso. In questo libro si mettono in evidenza quelle che sono le radici filosofiche dell'idea di utopia. Ne viene fuori un risultato che pochi conoscono: l'utopia è strutturalmente antiumana. Per due motivi: il primo, perché si pone volutamente al di fuori dell'ordine naturale; il secondo, perché deve necessariamente poggiare su un vero e proprio delirio dell'immaginazione. Da qui un'incompatibilità irrisolvibile tra l'idea di utopia e la filosofia naturale e cristiana. Corrado Gnerre insegna Storia dell'Utopia in età moderna e contemporanea presso l'Università Europea di Roma. Collabora con riviste a tiratura nazionale e ha al suo attivo diverse pubblicazioni, tra cui ""L'Incarnazione alla prova della Storia"""" (Udine 1999) e """"La religiosità orientale. Induismo e Buddismo a confronto con il Cristianesimo"""" (Roma 2003)."" -
Enigmi del fantastico
L'autore è noto a livello internazionale per i suoi studi sulla paura e sulla letteratura, ma la sua fama si è attestata saldamente con la realizzazione di un opus ambizioso, La paura e l'immaginario sociale nella letteratura. Non sfuggirà, anche al lettore più distratto, l'ampio respiro dell'analisi runciniana, a cui piace andare alla radici delle cose, ricostruendo con pazienza i percorsi meno noti del mutamento culturale, senza mai dare nulla per scontato, richiamando, anzi, costantemente aspetti, suggestioni e riferimenti al rapporto tra cultura e società. Questa attenzione meticolosa all'evoluzione del pensiero umano (e dei suoi riflessi sulla cultura, sull'immaginario, sul sociale) è frutto di un metodo sociologico-letterario a cui è sempre rimasto fedele. -
Mazzini
Giuseppe Mazzini ha rappresentato a lungo, con Garibaldi, un'icona mitica. Della loro partecipazione alla breve avventura della Repubblica romana, Arturo Carlo Jemolo celebrò la purezza e la virtù del primo e, assieme al sangue generoso dei molti prodi caduti sul Gianicolo, l'eroismo del secondo abbandonando alla ""dimenticanza tutto ciò che vi fu di meno saggio, non solo, ma d'imprevidente, di tumultuoso, di disordinato nel governo della repubblica, e dei non pochi eccessi che questa tollerò."""" La vera storia è invece, più che revisionista, iconoclasta perché nella ricerca della verità non arretra nemmeno di fronte alle statue del Pantheon. Del resto iconoclasta è anzitutto il tempo, che spoglia gli eroi delle loro virtù non appena vengono accantonati dallo stesso immaginario popolare che prima, e in altri contesti, li aveva osannati. Di questo oblio Giuseppe Mazzini è una delle vittime più illustri."" -
I gesuiti e la rivoluzione italiana nel 1848
Questo saggio offre uno scorcio chiarificatore sulla vicenda di molti religiosi della Compagnia di Gesù che, nell'Italia infiammata dalla Rivoluzione europea del 1848, furono messi al bando e costretti a defatiganti esili a causa dei moti risorgimentali dello stesso anno. Propellente ideologico innescato contro i Gesuiti furono soprattutto i corrosivi pamphlet di Vincenzo Gioberti, che li accusava di costituire ""uno dei principali ostacoli al riscatto d'Italia"""". Al contrario, furono invece perseguitati e costretti a lasciare il paese insigni studiosi appartenenti alla Compagnia, molto apprezzati all'estero (dove poterono infatti trovare rifugio e continuare le loro attività), come i padri Francesco de Vico e Angelo Secchi considerati ancor oggi pionieri dell'astrofisica, i teologi Giovanni Perrone e Johann Baptist Franzelin, e infine il filosofo Luigi Taparelli d'Azeglio i cui studi sul diritto naturale e sui rapporti fra società civile e Stato (questi ultimi per molti aspetti anticipatori dell'attuale dibattito sul """"principio di sussidiarietà"""") rappresentano pietre miliari nel pensiero cattolico contemporaneo."" -
Sconcerto italiano. Diario di un paese impossibile
Un punto di vista eterodosso, lucido e tagliente, sulla realtà di un Paese, il nostro, che immiserisce nei suoi vizi sempiterni. ""Sconcerto italiano"""" ripercorre, con vena appassionata, la nostra storia recente e ne coglie il legame inscindibile con le tormentate vicende del Novecento. Lungo il filo delle pagine, in un tessuto fitto di rimandi culturali e di battute fulminanti, s'incontrano Montanelli e Sciascia, Craxi e Marinetti, Berlusconi e Mishima, no global e sciurette in bicicletta. Niente e nessuno è come sembra, la Patria non è morta l'8 settembre ma nel '68, e gli orfani di un'ideologia oscurantista che si diceva umanitaria marciano al fianco di banche e Confindustria. Con questo pamphlet irriverente, che non rispetta convenienze di bottega e di sacrestia, Besana è riuscito nell'impresa d'essere indigesto ugualmente alla sinistra e alla destra. È un uomo in rivolta, per usare le parole di Camus, e, com'erano Malaparte e Prezzolini, un innamorato deluso dell'Italia."" -
La collina dei fuochi fatui
L'autore racconta l'oscura tragedia che ha visto come protagonisti dodicimila ragazzi del nostro regio esercito, i ""figli di mamma"""" della Divisione Acqui del generale Antonio Gandin stanziata sull'isola di Cefalonia in Grecia. Era il mese di settembre del 1943 quando si doveva decidere se cedere le armi ai tedeschi o """"resistere"""" per onorare la Patria: prevalse l'idea che """"sull'arma si cade ma non si cede"""", e così avvenne. Un reportage sul nostro passato, un'utile retrospettiva per mettere a fuoco un avvenimento che attende ancora di definire il proprio ruolo nella storia di quegli anni, ma anche la vicenda personale e umana di Salvatore Di Rado, ancora troppo giovane per morire, forse l'unico """"superstite fucilato"""" della seconda guerra mondiale, testimone della propria odissea illuminata da un imprevisto amore tormentato, da un'amicizia che si consolida giorno dopo giorno e dalla visione di luoghi incantati."" -
Ed è subito blog. Identità e narrazioni nella rete
L'intento di questo libro consiste nel cercare di descrivere e di comprendere il fenomeno blog partendo dai concetti di identità e di narrazione. Tale fenomeno di massa, seppur alimentato nella solitudine delle postazioni dei personal computer, esprime il bisogno di praticare attraverso il racconto le faticose attività di costruzione e di decostruzione del sé intessendo nella rete una variegata trama di relazioni sociali. Per certi aspetti sembrerebbe un modo proattivo di dare una risposta solitaria e nello stesso tempo corale alle ricorrenti domande esistenziali che ciascuno di noi si pone. -
La follia in scena
Forme di emancipazione dal logocentrismo, l'arte e la riflessione estetica sempre più si accreditano come espressioni di libertà del senso e di fabulizzazione della verità. E in quanto tali s'impegnano a mettere in luce il lato infondato del logos, abilitando in qualche modo la ""follia"""" che lo costituisce. Traendo spunto da una commedia di Eduardo nella quale il protagonista pazzo si trova spaesato nella quotidianità """"sana"""" dell'arte, dei doppi sensi, delle metafore, La follia in scena prende alla lettera la pretesa """"folle"""" dell'estetizzazione della verità e tenta di confrontarla con la follia effettiva, quella incarnata appunto nei pazzi. Allora, però, emerge una precisa differenza tra follia con e senza le virgolette: divaricazione tra una visione poetica e riflessiva che resta utilmente all'interno dei codici logici e realistici, sia pure per relativizzarli, e una pratica esistenziale che sconvolge il logos nell'assenza di una coscienza riflessiva e di finalità derealizzanti. Ed è proprio con questa assenza che va cercato il confronto.""