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Diritti e teorie morali. La prospettiva dei moral rights
I diritti hanno plasmato più di ogni altro concetto gli ideali normativi della contemporaneità, diventando la lingua franca attraverso cui formulare ogni questione di giustizia. Questo successo si è rivelato un’arma a doppio taglio: da un lato ha portato alla proliferazione incontrollata delle pretese e delle rivendicazioni; dall’altro, ha diluito l’originale sostrato giustificatorio dei diritti, impedendone l’assunzione come prima eticità globale. La potenza retorica del linguaggio dei diritti è indubbia. Ma dietro questa retorica si trova una nozione davvero in grado di apportare qualcosa di importante o di unico da un punto di vista normativo, oppure i diritti sono soltanto uno strumento particolarmente efficace di «marketing» politico-morale? Obiettivo di questo libro è quello di descrivere e misurare lo spazio che i diritti possono avere all’interno di una teoria morale: anzitutto analizzando quali siano le caratteristiche strutturali e funzionali originali di questa categoria normativa; secondariamente investigandone le possibilità di utilizzo in una teoria morale complessa. I risultati saranno poi impiegati per indagare le condizioni di possibilità, le funzionalità, le caratteristiche, i pregi e i difetti di una teoria morale basata sui diritti. -
Le ragioni dell'irrazionalismo
Si può dire che il contenuto di ""Le ragioni dell'irrazionalismo"""" sia l'individuazione e la profonda, appassionata analisi di quattro disgrazie che segnano la condizione dell'uomo rendendogli il mondo inospitale, ostile. La prima disgrazia è il dominio dell'irrazionalità e dell'assurdo, inteso come il caos in cui, su ogni questione, si confrontano posizioni diverse senza alcuna possibilità di stabilire quale fra esse sia quella che rappresenta la ragione e la verità. La seconda disgrazia è la strutturale ingiustizia del reale, che nel mondo degli uomini si modula come sistematico ricorso alla violenza per troncare il diverbio fra le parti contendenti, che non è risolubile sul piano della pura discussione razionale. La terza disgrazia è la noia indotta dalla ripetitività della storia, che non fa registrare alcun vero progresso in quanto ripropone sempre le stesse situazioni, solo appena alterate di volta in volta da variazioni di secondaria importanza. L'ultima disgrazia è l'impossibilità per l'uomo di determinare gli eventi, i quali sono rimessi a una casualità che, oltre a eludere i tentativi umani di controllarli, non li indirizza verso la realizzazione di un Fine/del Bene."" -
«Una donna per amico». Dell'amicizia in generale e dell'amicizia delle donne
Non è escluso che il valore da sempre accordato all'amicizia possa anche oggi avere effetti benefici sul nostro senso civico, se solo riuscissimo a sostituirla alle molte diffidenze da cui invece siamo animati. L'invito è quello di riscoprire l'amicizia attraverso i suoi ""ingredienti"""", cioè il bisogno di raccontarsi, la condivisione degli ideali, la gratuità e il rispetto, la libera scelta, il legame forte che la caratterizza (anche in una società liquida), l'eguaglianza e l'amore stesso. Con questa riscoperta dovrebbe essere anche superato il pregiudizio che ha dominato la scena della tradizione, e al quale non ha resistito nemmeno l'aperto e lungimirante Montaigne, circa l'incapacità da parte della donna di nutrire vere e proprie amicizie. Qui non si tratta affatto solo di """"letture"""", ma anche di """"ascolti"""" sagaci, utili a capire, per esempio, perché Lucio Battisti si """"malediceva"""" dopo aver scelto """"una donna per amico""""."" -
I modi dell'amicizia
Anche un Falò, che va progressivamente spegnendosi, e una Luna pur essa prossima al tramonto condividono un sentimento di amicizia. I due amici filosofi Ferraris/Falò e Varzi/Luna passano in rassegna definizioni classiche senza ritrarsi davanti a complicate questioni metafisiche, ma anche concordando sulla centralità degli individui. La conversazione si concentra intorno ad alcuni modi dell'amicizia: anzitutto la gratuità, la diversità e la semplicità. L'amico infatti non si aspetta nemmeno la reciprocità del rapporto, l'amico è diverso dall'altro, anche se ne condivide gli intenti. E quando si ritenesse che l'amicizia è la cosa più importante al mondo, non si dovrebbe dimenticare che un amico, che antepone la verità all'amicizia, è capace almeno di pugnalare di fronte, come Bruto fece con Cesare, e non alla spalle. -
Sulla letteratura. Shakespeare, James, Kafka, Beckett
Sulla letteratura raccoglie quattro saggi di Zizek su William Shakespeare, Henri James, Franz Kafka e Samuel Beckett. Zizek inscrive il testo letterario all'interno del proprio setting teorico, applicandovi alla sua maniera il dispositivo lacaniano. Se da un lato si tratta di porre la letteratura in analisi, tentando di fare emergere le questioni rimosse del discorso letterario, dall'altro lato, attraverso la ""cosa letteraria"""", Zizek porta alla luce molti tra i nodi più tipici del discorso psicoanalitico, come la relazione inesauribile tra soggetto e pulsione, il tabù dell'incesto, la dinamica di oblio-autoinganno, l'après-coup. E spingendosi ancor più in profondità nell'analisi, Zizek tocca il senso stesso della letteratura come forma di pensiero politico: quale rapporto si instaura tra filosofia e letteratura, oppure tra psicoanalisi e letteratura? Quali sono, oggi, le reali possibilità emancipatrici della letteratura? Possiede ancora la letteratura qualche residua capacità di trasformazione del soggetto?"" -
L'arcipelago deserto. Il cinema sperimentale giapponese
Sebbene in Giappone la nascita del cinema sperimentale e Underground non sia recente - essa risale a un film assurdo e singolare come Kurutta ippêji (1926) di Teinosuke Kinugasa - soltanto nei primi anni Sessanta si chiarisce il percorso di una vocazione che, dopo un lungo travaglio teorico interiore, diviene consapevole dei propri mezzi espressivi e del significato insito nei suoi archetipi concettuali. Sono gli anni della nouvelle vague nipponica e molti registi, indipendenti e non, seguono la via della sperimentazione e della ricerca formale dando vita a una vera e propria rivoluzione estetica. I registi d'avanguardia oltrepassano la logica diegetica per giungere a una concezione strutturale del cinema come sistema di relazioni semantiche, testando il libero uso dei materiali e spingendo la ricerca verso la realizzazione di un formalismo puro - caratterizzato dalla disposizione iconica del materiale espressivo - che veicola la loro critica sociale. Questo libro racconta una storia lunga mezzo secolo, dove il cinema diventa occasione di rinnovamento culturale, per svincolarsi da una tradizione incapace di parlare alle nuove generazioni. -
Gabriel Tarde. Sociologia, psicologia, filosofia
Nei Princìpi della filosofia dell'avvenire (1843) Feuerbach ricostruisce la genealogia dell'idealismo, mostrando il legame tra teologia e forme filosofiche sostenuto già nelle Tesi provvisorie per una riforma della filosofia. Tuttavia non si ferma ad una lettura, pur geniale, della storia della filosofia, ma prospetta una nuova soluzione del problema ontologico che eviti il vuoto di soggetto in cui incorre la logica di Hegel: l'essere non è solo pensato ma esperito come altro rispetto al pensiero. Feuerbach propone una nozione positiva della sensibilità, uno sguardo rinnovato che pone la causa del desiderio umano nel campo del visibile. Andare oltre Hegel non significa infatti recuperare il concetto romantico di sentimento, ma riconoscere la positività del reale. Nei Princìpi Feuerbach si interroga sugli effetti a lungo termine della verità. Il destinatario di questo manifesto filosofico non è l'uditorio universitario ma l'umanità futura. Qui l'universalità emerge come piano dell'intersoggettività. Solo dopo aver destituito l'Assoluto come soggetto, l'uomo incontra l'altro come simile: finito nella sua esistenza corporea, ma infinito nel genere in quanto umanità. -
Cos’è l’ebraismo? Un’interpretazione per il presente
In che cosa è l’ebraismo? Emil Fackenheim ci offre una esaustiva presentazione e una appassionata introduzione all'ebraismo. Vengono affrontate a partire dalla considerazione in cui si trova “l’ebreo di oggi”, importanti questioni, come l’antisemitismo, il sionismo, la relazione fra l’ebraismo e le altre religioni, questioni ripercorse alla luce di episodi centrali della storia ebraica oltre che delle problematiche sorte nel Novecento. Il volume è così rivolto alle giovani generazioni, quelle che necessitano ancora risposte da chi le ha precedute, ma è dedicato soprattutto a quella comunità vitale di ebrei sparsi in tutto il mondo (amcha) e che costituisce il punto di riferimento costante nella riflessione dell’ultimo Fackenheim. Quella comunità che si chiede con forza cosa sia o cosa resti dell’ebraismo dopo quella catastrofe universale che è stata la Shoah e dopo quell'evento storico che è stata la fondazione dello Stato di Israele. Eventi che richiedono con forza un approfondimento da parte di ogni ebreo e ogni uomo, se è vero che è impossibile non fare i conti con la propria umanità, dopo quanto accaduto nel corso del secolo scorso. -
Mega-Marx. Studi sulla edizione e sulla recezione di Marx in Germania e in Italia
Il presente volume offre un’ampia e aggiornata panoramica sulla edizione e sulla recezione delle opere di Marx in Germania e in Italia. Nel complesso esso si propone di delineare un quadro, se non certo esauriente, almeno indicativo e affidabile della vivacità e della molteplicità di interessi della Marx-Forschung tedesca e italiana, soffermandosi in particolare sulla grande importanza dei numerosi materiali inediti – pubblicati per la prima volta nella nuova Marx-Engels-Gesamtausgabe (MEGA2) – per leggere l’“intero” Marx e per collocarlo nel suo tempo, che è anche − e a fortiori − il nostro tempo. -
Etica dell'economia. Idee per una critica del riduzionismo economico
Il dibattito su etica ed economia è antico quanto è antica l’economia, non certo quanto è antica l’etica: quando si cominciò a riflettere in Occidente sull’economia, l’etica c’era già, perché l’etica è antica quanto la filosofia. Si può dire che solo con la modernità l’economia ha assunto una dimensione imponente, almeno in Occidente. Tanto imponente da pretendere di invadere il vecchio territorio dell’etica, da cui una volta dipendeva. Adam Smith, si sa, era un filosofo morale. Oggi l’etica e l’economia vivono un rapporto conflittuale. L’economia capitalistica avanzata sente l’etica come un impaccio alle proprie strutture, dominate dal capitale finanziario. L’etica, viceversa, sente l’economia come una minaccia ai “fondamentali” della vita pratica degli esseri umani. Si può meglio gestire questo conflitto, più o meno tacito? O anche superarlo? Questa è una delle sfide più importanti del nostro tempo. Perciò abbiamo qui provato a dare qualche contributo al tema da entrambi i versanti. -
Studi jaspersiani. Rivista annuale della società italiana Karl Jaspers (2016). Vol. 4: Jaspers e il Novecento
“Jaspers e il Novecento”, il tema cui è dedicato il quarto numero di «Studi jaspersiani», è un tema vasto, che chiama in gioco autori, correnti di pensiero, eventi politici, nonché la significativa storia di un secolo complesso. Proprio in virtù di questa complessità abbiamo inteso analizzare il rapporto tra Jaspers e il “secolo breve” secondo due direttrici: l’eredità che Jaspers ha raccolto, insieme con la realtà nella quale si è trovato ad operare e a farla agire, e l’eredità che ha lasciato. Su questa eredità si è tornati a riflettere nei decenni successivi alla sua morte e ancora oggi si continua a riflettere, forse con maggiore libertà rispetto agli anni ancora troppo segnati dalle vicende della guerra e dalle polemiche cui Jaspers diede vita per il suo atteggiamento spesso provocatorio: dallo scritto sulla questione della colpa, alla decisione di abbandonare la Germania, fino ai suoi attacchi al marxismo e alla corrente freudiana. Di qui, dunque, la scelta di riprendere il rapporto tra Jaspers e il Novecento nei due sensi, tra sguardo sul passato e apertura sul futuro. -
Carteggio (1912-1933) e altri documenti
Il carteggio fra Martin Heidegger e Heinrich Rickert pubblicato qui per la prima volta in traduzione italiana contiene 43 lettere. Nella prima, del 13 dicembre 1912, lo studente Heidegger si scusa per la sua assenza ad un seminario di Rickert. L’ultima del 29 maggio 1933 è una lettera d’auguri di Rickert al nuovo Rettore dell’Università di Friburgo. Uno scambio epistolare che riguarda un’ampia e importante parte del percorso di vita e di pensiero di Heidegger e che ci aiuta a colmare alcune lacune nella sua biografia, gettando nuova luce sui suoi rapporti con la Chiesa Cattolica, con l’Università di Friburgo e con la filosofia dei primi anni del Novecento: non solo con il suo maestro e interlocutore Rickert, ma anche con Finke, Krebs, Husserl, Troeltsch, Lask e Jaspers. Oltre alle lettere, sono pubblicati nel volume anche otto documenti, fra cui la relazione di Heidegger, ""Domanda e giudizio"""", tenuta nel 1915 all’interno di un seminario di Rickert, e il giudizio di Rickert sulla tesi di abilitazione di Heidegger """"La dottrina della categorie e del giudizio"""" di Duns Scoto."" -
Dall'Olocausto al Gulag. Studi di cultura romena
Questo libro di Marta Petreu affronta in maniera documentata e coraggiosa gli spinosi problemi della storia della Romania e, soprattutto, della storia delle idee: la questione ebraica a partire dal XIX secolo fino alla soluzione finale, l’evoluzione ideologica di Rădulescu-Motru, le idee e le attitudini politiche della generazione ’27, le complicate relazioni di Eliade con i legionari, il comportamento di Noica alle prese con la polizia politica sotto il regime stalinista romeno, la traiettoria politica e rivoluzionaria di Gherasim Luca, e molti altri aspetti fondamentali che riguardano figure come Cioran, Ionesco e Sebastian. Basato sull’analisi minuziosa delle fonti storiche, questo libro è il risultato di una visione filosofica e morale unitaria: assumere lucidamente il proprio passato per rendere possibile l’avvenire. -
Elogio della traduzione impossibile. Studi romeni di cultura letteraria, linguistica e comparata
Tradurre non vuol dire soltanto trasporre tecnicamente una lingua in un’altra lingua, ma significa offrire la consistenza di un’immagine che dovrebbe corrispondere alla presenza ideale di un patrimonio comune delle diverse civiltà. La lingua dell’Europa è la lingua della traduzione. Si tratta quindi di restituire alla traduzione la sua difficoltà, le sue resistenze, la sua poeticità, cercando di conservare lo scarto fra il patrimonio culturale e la sua trasmissione, fra verità e trasmissibilità, fra scrittura e autorità. L’immagine che dà la letteratura romena nella sua cifra traduttiva, linguistica e intertestuale – attraverso Urmuz, Eugène Ionesco, Paul Celan, Gherasim Luca e altri scrittori – è quella di un sapere imprevedibile e poetico, che attiva la risonanza di molteplici voci. Il suo discorso, inteso nel senso della comparazione, insegna a intendere le differenze, a salvarle e non solo: ad amarle, e anche a volerne essere parte. Ciò ha una ricaduta anche sul piano etico. Una traduzione impossibile è una traduzione ospitale che sa accogliere l’altro in quanto tale opponendosi con tutte le forze all'ostilità e alla violenza dell’incontro. Un altro nome per dire la democrazia. -
Il giovane Hegel. La dialettica e le sue prospettive
Gli scritti giovanili di Hegel – pubblicati in Italia in forma integrale nel 2015 dalla casa editrice Orthotes – testimoniano la genesi e l'evoluzione del pensiero del grande filosofo tedesco. In essi si rintraccia il sorgere di un orientamento che – inizialmente marcato dall'adesione alla cultura illuministica e kantiana – si sviluppa progressivamente nella direzione della dialettica, cioè di quella legge della razionalità grazie alla quale fissare i rapporti tra i concetti. L’importanza degli scritti del giovane Hegel risiede quindi nella possibilità di rintracciare gli argomenti e i ripensamenti che condurranno Hegel, nella fase matura, a impiegare la dialettica non più solo come uno strumento del pensiero ma come il fine stesso della filosofia. I saggi qui raccolti arricchiscono, a partire da letture rigorose o da tagli prospettici, il dibattito contemporaneo intorno alla genesi e allo sviluppo della dialettica nel pensiero di Hegel. -
Tecno-vulnerabili. Per un'etica della sostenibilità tecnologica
La biorobotica e la fabbricazione digitale dimostrano quanto convergenti siano le dimensioni della vita e della tecnologia. Siamo talmente immersi in mondi artificiali da esserne sostanzialmente modificati. Esigiamo ausili artificiali per essere autentici, per potenziare il nostro ego ma anche per allontanare la paura della sofferenza. Presto condivideremo il mondo con oggetti che comunicheranno tra loro in maniera indipendente da noi, e faremo esperienze di vita all’interno di realtà aumentate, utilizzando macchine scomponibili in singole parti che potranno essere riadattate a nuovi scopi. Si accorcerà così la distanza tra materia e valori, e i valori di una società saranno sempre più incorporati nelle realtà che fabbricheremo. In tutto ciò cambia anche l’idea di vulnerabilità che ci accompagna costitutivamente: non saremo più vulnerabili alle forze della natura oppure alle conseguenze imposte all’uomo da uno sviluppo tecnologico incontrollato bensì – nella futura società dello human enhancement tecnologico – diventeremo soprattutto vulnerabili agli schemi normativi e ai modelli sociali di giudizio di cui ci doteremo per mediare tra natura e tecnologia. -
Sentire e pensare. L'idealismo nuovo e la realtà
È questa la nuova edizione – in veste rivista e corretta – a distanza di oltre un secolo, di ""Sentire e pensare"""", prima opera in cui Donato Jaja sviluppa in maniera ampia e organica il suo sistema filosofico. Assieme alla ricerca speculativa, essa rappresenta uno dei momenti più alti della riflessione filosofica in ambito neoidealistico. Il pensiero di Jaja – spesso e a torto semplicisticamente considerato come un mero ponte di passo tra quello di Bertrando Spaventa e di Giovanni Gentile - resta di sorprendente originalità. Nell'opera qui presentata, frutto di anni e anni di ripensamenti, Jaja sviluppa una peculiare teoria del conoscere che rappresenta il nocciolo duro del suo idealismo nuovo. La radicale riforma della gnoseologia kantiana operata da Jaja raggiunge una profondità di lettura e analisi raramente raggiunta in altri autori. E costituisce uno dei nuclei fondamentali dell'idealismo italiano."" -
«La verità è ciò che ci unisce». Attualità del pensiero di Karl Jaspers
Nel mondo d’oggi, in cui le istanze veritative predominanti ‒ le scienze naturali e le fedi rivelate ‒ sembrano disposte a riconoscere valore alla filosofia solo se questa accetta di assumere una posizione loro subordinata, può il pensiero filosofico ‒ che da sempre incarna la tendenza dell’uomo a ricercare la verità e comprendere la realtà ‒ rivendicare ancora una sua specificità e una sua autonomia? È a fronte di questa questione decisiva che la prospettiva illuministico-liberale di Karl Jaspers ‒ psicopatologo e filosofo al contempo ‒ mostra tutta la sua attualità. Infatti, pur criticando ogni forma di scientismo, cioè ogni forma di fede superstiziosa nelle capacità del sapere scientifico di dare risposte alle questioni filosofiche di fondo (circa il senso dell’esistenza, i comportamenti morali e sociali, i modelli di vita buona, di giustizia, di felicità), egli si guarda bene, da un lato, dallo svalutare l’importanza della scienza e della tecnica. Dall’altro, pur senza negare la dimensione metafisico-religiosa dell’esistenza, non si fa scrupolo di mettere radicalmente in discussione la pretesa assolutistica delle religioni storico-positive di possedere la verità. -
Sociologia e sfide contemporanee
Il testo offre una riflessione sui compiti della sociologia davanti alle sfide odierne, tipiche di una modernità globalizzata. In particolare, sostiene, contro le derive di un’empiria priva di aperture teoriche, l’importanza di prospettive critiche ed emancipative di più ampio respiro. Vengono così affrontate le questioni legate alle nuove forme di individualismo, di partecipazione, di accelerazione, di legame sociale, all’interno di un quadro complessivo che la sociologia deve poter affrontare, nel tentativo di fornire una visione complessiva e coerente delle dinamiche sociali e politiche in atto. Il libro vuole essere uno strumento utile, innanzi tutto, per le nuove generazioni di sociologi e, più in generale, per chiunque sia interessato ad un primo approccio d’insieme sulle principali questioni del mondo contemporaneo. -
Sogno paranoia godimento
"Sogno: è la stessa attività onirica a rimanere al fondo di ogni atto d’immaginazione, e questo non perché il sogno ci appaia come un modo particolarmente intenso d’immaginare, ma perché lo stesso atto immaginativo prende forma in quel momento sorgivo in cui riusciamo a sognarci sognanti (Riccardo Panattoni). Paranoia: abbattere l’Idolo significa essere colpevole senza perdono, restare in piedi sulla soglia, pietrificato dal dolore, ma vivo, vivo a discapito della colpa, e grazie a essa (Gérard Pommier). Godimento: il godimento ha bisogno di oggetti piccoli e sottili. Si incarna in lamelle, vescicole, membrane, parti di corpo. Si nutre di locuzioni, frammenti di linguaggio. La natura del godimento è scrupolosa, materica, tridimensionale."""" (Silvia Vizzardelli)"