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Per una metafisica del proprio. La letteratura
In un breve scritto del settembre del 1933, The Cult of the Individual, Bertrand Russell sosteneva che «le persone che al giorno d’oggi credono che la terra sia piatta non hanno alcuna possibilità di persuadere gli altri (sensible people), e stanno semplicemente affermando il loro diritto di essere stupidi». Le pagine di questo libro tentano una riflessione sulla questione che emerge da un’affermazione come questa, particolarmente in un momento storico nel quale questo diritto – a cui le parole del filosofo inglese fanno riferimento – sembra, anche grazie a circostanze (apparentemente) contingenti, volersi e doversi affermare con maggiore forza. Dario Giugliano concentra la sua analisi sul mondo che “precede” l’era di internet, soffermandosi invece sulla questione della letteratura come forma canonicamente privilegiata della possibilità della trasmissibilità del senso. È sulla crisi di questo mondo – che è insieme causa ed effetto della perdita del potere affidato al linguaggio – che occorre volgere ancora una volta il nostro sguardo, quello di un’estetica che si fa ontologia. -
Libertà inquieta. Ricerche su male e volontà tra XIV e XVI secolo
Tutti gli uomini desiderano il bene e la felicità. Nessuno, infatti, desidera il male e l'infelicità. A cavallo tra la fine del Medioevo e la prima età moderna, queste massime fondamentali dell'etica occidentale vengono messe in discussione da una parte rilevante della cultura europea. Le ragioni di questa operazione vanno cercate in un nuovo modo di guardare alla libertà. Mentre il tardo Medioevo volge al tramonto, filosofi e teologi si interrogano sui limiti e sulla potenza della volontà, attraverso la costruzione di ipotesi immaginifiche che possano mettere in crisi la centralità – per la comprensione della natura del desiderio umano – del bene e della felicità. È possibile volere il male in quanto tale, l'infelicità o anche la propria non esistenza? E ancora: è possibile rifiutare Dio, pur godendo della visione beatifica; e anche odiarlo, volendo che Egli non sia? Questo libro affronta un passaggio storico del pensiero europeo verso la Modernità da una prospettiva in apparenza ristretta, ma in realtà significativa per comprendere le radici di un modo di intendere la libertà individuale come assenza di qualunque vincolo e come capacità di oltrepassamento di qualunque limite. -
Le forme del contingente. Per un'ontologia e una politica dell'esperienza
«Com’è fatta l’esperienza? E come diventa possibile?» Attorno a queste domande ruota l’indagine della filosofia dal momento in cui Kant le ha poste nella loro radicalità. Facendo uso del pensiero di Gilles Deleuze e Félix Guattari, il libro intende provare a rispondere proponendo una teoria dell’esperienza che sia all’altezza del contemporaneo e che prenda in considerazione componenti fondamentali quali le sensazioni del corpo, la costruzione del linguaggio e il disegno di un orizzonte di senso condivisibile. Proprio a partire da questo aspetto si può arrivare a vedere che le condizioni di possibilità dell’esperienza non sono eterne, ma cambiano con il variare degli assetti sociali e politici. Così una politica dell’esperienza avrà anche la vocazione non tanto di operare una scelta tra alternative date, bensì di trasformare i confini stessi di ciò che è possibile, attraverso un uso ambiguo del mito e una liberazione della potenza dell’immaginazione, per iniziare a pensare una prassi al contempo d’analisi e di partecipazione. -
Il giardino interminato (nei dintorni dell'Io)
«Voglio che si agisca e si prolunghino le faccende della vita finché si può, e che la morte mi trovi mentre pianto i miei cavoli, ma incurante di essa, e ancor più del mio giardino non terminato». Così scriveva Montaigne nel suo Filosofare è imparare a morire. Forse si può prendere questo auspicio come filo conduttore per una riflessione intorno all'Io. Montaigne sembra infatti lontano dai due atteggiamenti che vanno per la maggiore quando si tratta di Io. O la sua celebrazione, come se fosse l'unica cosa che conta al mondo, che va accresciuta attraverso le sue proprietà, stagliandosi sugli altri. O il suo svilimento, la sua sparizione, il suo essere ridotto a effetto sostanziale di proiezioni immaginarie. In questo libro si prova invece ad affrontare questo concetto, fra i più celebri e maltrattati dalla filosofia, individuandolo a partire da ciò che è nei dintorni dell'Io: il tu, gli altri, le cose, gli animali, gli oggetti, insomma, il ""mondo"""" come groviglio delle contingenze e spettacolo della propria destinazione individuale."" -
Studi jaspersiani. Rivista annuale della società italiana Karl Jaspers (2020). Vol. 8: Influssi e interferenze: Karl Jaspers e i contemporanei
Karl Jaspers attraversò il Novecento, e lo fece dispiegando diverse sensibilità e competenze: da medico e psicopatologo, da filosofo dell’esistenza, da osservatore della storia e delle trasformazioni sociali e politiche. Fu ricettivo rispetto a tradizioni di studio autorevoli e correnti di pensiero in formazione, entrò in dialogo, diretto o mediato dagli studi, con alcune tra le voci più significative e influenti della cultura tedesca del secolo, da Dilthey a Weber, dai circoli di sociologi a quelli letterari e kierkegaardiani, dall’indirizzo fenomenologico alle scuole psichiatriche. Di questa ampiezza di studi e versatilità di pensiero sono testimonianze le plurime candidature al Premio Nobel che Jaspers attirò, pur senza mai arrivare a vincere l’ambito riconoscimento. Di questo intreccio di “influssi e interferenze” si occupa il volume VIII (2020) della rivista «Studi jaspersiani» dedicato a documentare il rapporto di Karl Jaspers con i suoi contemporanei. Ne risulta un viaggio attraverso il secolo che è anche un percorso di scoperta attraverso le discipline, e insieme traccia del cammino di un uomo mosso dal desiderio filosofico più originario: continuare a conoscere l'uomo. -
Pulsioni e legami. Approcci filosofici alla sessualità
Fornire una comprensione adeguata della sessualità umana significa accettare la sfida della complessità, che si esprime non solo facendo ricorso a vari ambiti disciplinari, ma anche accogliendone il differenziarsi delle pratiche. Al giorno d’oggi non esiste autore, né scuola di pensiero, né indirizzo scientifico, che possa vantarsi di aver compreso appieno tale ambito dell’esperienza umana, che presenta ancora tratti di oscurità. Numerosi sono stati tuttavia i tentativi di confrontarsi a viso aperto con tale tema. Tentativi che sono andati oltre la formulazione di buone ipotesi di lavoro, fornendo alla comunità scientifica determinanti indicazioni per proseguire la ricerca. Pulsioni e legami. Approcci filosofici alla sessualità si presenta come uno strumento di lavoro dal duplice obiettivo. Da un lato, si propone un’ampia ermeneutica con cui viene ricostruito l’approccio di tre tra gli autori che più hanno influenzato gli studi sulla sessualità: Sigmund Freud, Michel Foucault e Judith Butler. Dall’altro lato, si coglie l’occasione per fornire una visione della sessualità incentrata sull’approccio generativo. -
Teleplastia. Saggio sulla psiche interrotta
Questo libro insegue una parola, il prefissoide tele, che ha una strana natura. Indica la lontananza proprio quando, nei suoi composti, si associa alla prossimità dell'affetto, all'intimità del movimento, all'attitudine di plasmare forme. Telepatia, telecinesi, teleplastia. Tra queste, in primo piano è la teleplastia, facoltà di creare forme a distanza, a mani libere, che agli inizi del Novecento ha ammaliato filosofi, psichiatri, scienziati non intimiditi da ciò che accadeva dietro le tende dei setting medianici. Siamo negli anni in cui nasce e si assesta la psicoanalisi, e dunque il magnetismo del tele coinvolge anche la neonata disciplina. Cos’è infatti la psicoanalisi se non il tentativo di concepire una relazione fondata sul non-rapporto? Tra coscienza e inconscio, tra psiche e corpo, tra analista e paziente. Figure unite nella loro rottura e inaccessibilità. La sfida è quella di abbandonare la concezione classica della causalità psichica a favore di una causalità sconcertante che istituisce legami a distanza. La soggettività ci apparirà come uno sfogliettamento di scritture e superfici parallele, tenute insieme da un legame selvaggio che, a stento, chiameremmo ancora storia. -
Etica e natura
La natura, intesa in primo luogo (dalla nostra prospettiva umana) come l’ambiente di cui facciamo parte assieme agli altri organismi che coabitano il nostro pianeta, è senza dubbio la nostra “casa”, con la quale – è ormai consapevolezza diffusa – abbiamo intrattenuto un rapporto quanto meno problematico, oggi esacerbato dalla globalizzazione. Ma oltre a questo tema, già di per sé decisivo, il rapporto tra etica e natura coinvolge anche altre questioni formidabili, come il problema del naturalismo, di cui sarebbe difficile non vedere i risvolti in campo politico e sociale, e la polarità naturale/artificiale, sempre più importante alla luce delle questioni inerenti al machine learning e alle sue implicazioni. Il rapporto tra natura, religione e diritto completa infine il panorama dei temi che questo volume ha voluto indagare, in modo esauriente e persuasivo. -
Ateismo religioso e religione atea. Genesi e destinazione dell'antropoteismo feuerbachiano
In un’epoca sospesa tra l’eclissi e il ritorno del religioso, può l’antropoteismo di Feuerbach avere ancora un peso nella ridefinizione del concetto di ateismo, intendendolo quale espressione di una nuova modalità dell’essere religiosi? Partendo dall’idea di un’autentica esperienza religiosa anche in assenza della fede in Dio, il presente volume si propone di contribuire alla riapertura della discussione su un filosofo ancora oggi in parte frainteso, interrogandosi sulla possibilità di concepire religione e ateismo come opzioni mai del tutto antitetiche. Questa ipotesi viene verificata mettendo in dialogo l’ateismo religioso di Feuerbach con la posizione religiosamente atea di autori contemporanei quali Vattimo, Panikkar, Gauchet e Taylor, qui riletti e reinterpretati come pervasi dal tentativo feuerbachiano di costruire una religione laica e secolare. -
Animalità del soggetto, soggettività animale. Il contributo della fenomenologia di Edmund Husserl a un'etica per l’ambiente
I problemi ambientali e la cosiddetta “crisi ecologica” hanno interessato la filosofia già a partire dagli anni ’60. Si è sviluppata, così, l’Environmental Philosophy, una riflessione filosofica che, preoccupata dall’emergenza ecologica, ha cercato di ripensare le modalità di relazione tra l’essere umano e l’ambiente naturale. Ad oggi, tuttavia, nessuna delle varie proposte teoriche ed etiche avanzate da questo movimento filosofico sembra in grado di incidere efficacemente sulla prassi e di produrre in essa dei cambiamenti effettivi. Il libro prende le mosse dall’ipotesi che tali difficoltà dipendano da una mancanza di interrogazione critica della nozione di soggetto e si propone di ripensare caratteristiche e confini della soggettività utilizzando la lente della fenomenologia husserliana, concentrandosi, in particolare, sulle riflessioni che Husserl dedica alla questione animale. Ne emerge una riscoperta attualità del pensiero husserliano, legata alla sua capacità di offrire un’interpretazione originale della soggettività e di sollecitare al ripensamento delle soluzioni di etica ambientale già esistenti alla luce delle strutture e delle dinamiche dell’esperienza. -
Stile e idea
Stile e Idea è una raccolta di scritti selezionati dallo stesso Schönberg per dar vita a un volume unitario con cui il compositore chiarisce e sostiene la necessità delle sue innovazioni, anche nei termini politici di una decisa presa di posizione contro gli orrori perpetrati dal nazismo. La dodecafonia si può infatti leggere come la creazione di un nuovo universo fatto di relazioni eque e non prevaricanti. Il tono dei saggi – a volte leggero, a tratti ironico, spesso concettoso – apre un varco sulla profondità del pensiero di Schönberg, la cui musica è ancora oggi, nel XXI secolo, la più rivoluzionaria e moderna. Il volume è arricchito da un ampio saggio introduttivo e da un esteso apparato di note e commenti volti a contestualizzare e approfondire il testo originale anche tramite confronti dettagliati tra la prima edizione e le successive. -
Mondanità dell’uomo e umanità del mondo. Il superamento dell’acosmismo in Hannah Arendt
Che cosa significa per gli uomini abitare e amare il mondo? Come si articola l’intreccio tra la pluralità umana, la politica e il mondo? Tali sono gli interrogativi che muovono questo libro, e Hannah Arendt rappresenta una guida per dipanare la matassa dell’interdipendenza tra un’umanità plurale, cioè composta da individui affini ma al contempo unici, un mondo prodotto dall’operare sulla natura, e infine una libertà che ha nella scena politica il suo ambito precipuo. Viene qui ripercorsa l’intera riflessione arendtiana, a partire dai testi giovanili fino alle ricerche tarde sulle facoltà mentali, per individuare la genesi, lo sviluppo e la maturazione dei concetti di mondo, di pluralità umana e di politica. Una libertà politica limitata, un mondo che sorge dalla fabbricazione solitaria e dai molteplici sguardi, una pluralità di individui che dalla sfera pubblica sono contenuti e al contempo resi reali: questa è l’articolazione tra mondo, politica e pluralità. Nello sforzo di accogliere tale commessura è in gioco l’amore per il mondo. Nel comprendere le differenze tra la varietà di fenomeni sta il compito del pensiero. -
La società dell’estinzione. Liberazione dell'essere umano da se stesso
L’odierna civiltà globale, rappresentata innanzitutto dalle società più avanzate in termini di organizzazione e produzione, di diritti sociali e civili, di conoscenze e tecnologie, è arrivata a un punto talmente elevato di liberazione individuale da mettere a rischio la propria continuazione come sistema collettivo. Il grande anelito occidentale alla liberazione dell’essere umano, che va di pari passo con il processo di individualizzazione, sembra infatti giunto all’apice di quel percorso che, dall’antichità post-tribale fino all’iper-modernità attuale, attesta il primato dell’individuo e della sua felicità tanto sulla comunità quanto sulla specie. Attraverso la disamina delle tematiche ampie e interdisciplinari proprie della filosofia sociale e degli studi culturali più recenti, nel confronto diretto col pensiero di autori come Lipovetsky e Bauman, Lasch e Beck, Ehrenberg e Han, si tenta di presentare qui l’ultima fotografia di un individuo che diviene se stesso alla fine di una civilizzazione millenaria, prima che le minacce globali e in particolare il disastro climatico ne sanciscano l’estinzione. -
L' esercito imperiale al tempo del principe Eugenio di Savoia 1690-1720. Vol. 1: La fanteria.
Eugenio principe di Savoia-Carignano, conte di Soissons. Generale a soli 24 anni, Feldmaresciallo a 27, Eugenio è stato il più grande comandante della storia dell'esercito di Casa d'Austria e dalle cancellerie europee, per l'abilità dimostrata anche in diplomazia, fu considerato 'l'imperatore segreto'. Dopo il rifiuto da parte di Luigi XIV al suo ingresso nell'esercito, il principe fuggì in Austria e in quel paese iniziò la sua sfolgorante carriera, culminata con l'ascesa ai vertici della macchina militare asburgica, condotta nella duplice veste di combattente e instancabile riformatore. In questa serie di tre volumi viene analizzata la storia, la direzione dell'esercito e la sua organizzazione, compreso l'equipaggiamento e le uniformi della fanteria imperiale al tempo del grande capitano italiano. Questo è il primo dei tre volumi dedicati alla fanteria imperiale. -
L' esercito del Ducato di Parma. Vol. 2: 1848-1859.
Quando Carlo III a seguito dell'abdicazione del trono divenne il nuovo duca di Parma, si attivò immediatamente nel mettere mano alla riforma delle forze Armate. Grande appassionato del settore egli mostrò subito una certa competenza in Materia. Egli fece numerosi tour d'apprendimento presso l'armata austriaca, in special modo per ammodernare il più possibile l'arma dell'artiglieria. Ma dove il Duca raggiunse il massimo fu nella scelta assai moderna per l'epoca, delle uniformi. Le Uniformi prussiane di Carlo III Contrariamente alle tradizioni imperanti fra tutti gli stati pre-unitari italiani, propense ad imitare gli stili francese o austriaco, Carlo III optò invece per lo stato militare per eccellenza, la Prussia. Era questo un gusto mutuato dal padre, che già a Lucca aveva iniziato questo amore per le fogge prussiane. Carlo III si spinse più in là. Volle che uniformi e portanza prussiana fossero allargate anche ai pubblici uffici, amministrativi ecc. Lo stesso Duca si imponeva marce e fatiche militari che se da un lato denotavano il suo carattere marziale , dall'altro gli avevo portato alcune simpatie popolane, specialmente fra il contado. -
Storia universale delle guerre. L'antichità
Quest'opera parla di guerre e le descrive nella loro natura all'interno di una cornice storica, prendendo in esame strategie e tattiche, armi e mezzi, indicando non solo il numero di caduti, feriti e dispersi, ma cercando di mostrare al lettore il momento cruciale dello scontro e il ""volto"""" dei principali protagonisti. Le guerre prese in esame non sono soltanto quelle più sanguinose o importanti della storia militare, ma anche quelle che non sempre hanno cambiato le sorti dell'umanità, ma che sicuramente hanno rappresentato un sacrificio umano indelebile."" -
L' esercito del Ducato di Parma. Vol. 1: 1814-1847.
Questo è il primo volume dei Quaderni Cenni, dedicati alle opere inedite del grande uniformologo italiano, dedicati in questa prima serie agli stati italiani preunitari. In questo primo volume si parla dell'esercito di Maria Luigia dal 1814 al 1847. Un volume con oltre 130 tavole a colori. -
Pontormo il genio scontento
Completo e analitico studio sulla vita, il tempo e le opere del Pontormo, in questo primo volume dedicato ai grandi maestri dell'arte nella nuova collana Bookmoon Art. Probabilmente l'influsso del Vasari è stato l'elemento decisivo per creare l'immagine tradizionale del Pontormo sfinito dalla sua arte e giunto alla fine, come leggiamo dalle sue pagine, ""morto dal dolore, restando in ultimo malissimo soddisfatto di se stesso"""". In realtà Vasari non lo pensava così e disse che quelle erano le parole di altri. Personalmente lo considerava un valentissimo pittore che morì """"vecchio e molto affaticato dal far ritratti, modelli di terra e lavorare tanto di fresco..."""" vinto all'età di sessantacinque anni dall'""""idropisia"""". Ma il suo parere è rimasto in secondo piano ed ha ceduto il passo ad una voga che volle l'artista fiorentino tormentato dai pensieri e dalla solitudine, mai soddisfatto delle sue opere e del vivere, condannato ad essere un genio scontento."" -
Cavie umane. L'America e l'energia nucleare. Cronaca di un disastro annunciato
"Questa è l'agghiacciante storia dei danni che sono già stati causati al nostro popolo dallo scatenamento del potere dell'atomo. Il libro investiga la sperimentazione delle armi nucleari, le negligenti procedure nell'industria nucleare, e i problemi con le nostre centrali nucleari. Tratta anche il danno futuro che ci si aspetta dalla mutazione dei nostri geni a causa delle radiazioni. [...] Dal 1945 ai primi anni '60, circa 300.000 uomini e donne con l'uniforme dell'US Army furono esposti alle radiazioni dai test atmosferici, sottomarini e sotterranei. I militari volevano conoscere come gli eserciti reagissero agli armamenti atomici in guerra, e usarono i soldati americani per scoprirlo. Anche se il Pentagono ha da sempre insistito che vi era poco o nessun pericolo derivante da questi esperimenti, gli autori presentano qui prove irrefutabili, emerse solo gradualmente, che molti dei nostri GI hanno sofferto e sono morti di leucemia, cancro, insufficienze respiratorie croniche, debolezza muscolare progressiva, e disturbi mentali. Ancor più tragicamente, alcuni dei loro bambini sono stati partoriti con handicap fisici e mentali." -
L' ottavo segno
Riacquisire la libertà dopo anni può comportare difficoltà e imprevisti collegati al passato. Affacciandosi alla quotidianità del nuovo universo, in un'altalenanza di avventure brillanti e difficoltà socio-relazionali, riemergono gli spettri del passato, nei confronti dei quali il protagonista è ancora legato da un persistente cordone ombelicale. L'ottavo segno è un racconto dalle tinte forti a volte anche scabrosi, ma mai volgari, da leggere con la consapevolezza che vi è narrata la vita, quella vera, quella che a volte può anche essere scorretta.