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Grandi statue sarde. Il fenomeno orientalizzante nel cuore del Mediterraneo
Il lettore in queste pagine troverà un'ampia ed esauriente vicenda, che lo porterà dalla più antica statua di Sanliurfa (Anatolia centro meridionale), fino alle diverse manifestazioni artistiche prodotte nelle terre del Mediterraneo, a comprendere i contenuti culturali delle Grandi Statue Sarde e l'antica società che le espresse e la collocazione cronologica, relativa ma anche assoluta, nei limiti di quanto oggi è conoscibile, di là dai vuoti e fumosi arzigogoli di chi avocò a sé la presunzione d'essere demandato a lucrare e raccontare le solite vuote fiabe, per riempire il vuoto, popolarmente sentito, ma che non poteva essere colmato da costoro. Forse il lettore può restare smarrito dalla pletora di pubblicazioni sull'argomento: libri di autori accademico-saccenti, reboanti e ""lombrosiani"""", caratterizzati dall'ipocrita e inane peso fisico; oppure da operette risibilissime (offensive e truffaldine, in realtà) per l'inconsistenza del dire, velato appena dal paravento di molte e belle immagini. Sono tutte riconducibili - in realtà - al comune denominatore dell'assalto al soldo, pubblico e privato."" -
La Confraternita del Santo Rosario di Nuraminis
La relazione storica sulla Confraternita del Santo Rosario di Nuraminis è stata realizzata per l'archidiocesi di Cagliari nel 2007 con il preciso intento di dimostrare l'antichità di questa istituzione e le sue origini seicentesche. La ricerca documentale si è svolta prevalentemente tra gli archivi parrocchiali e l'archivio diocesano di Cagliari. Alcuni contenuti sono stati aggiornati in base alla vita della Confraternita in questi ultimi anni. Studiare la vita della confraternita ha voluto dire conoscere uno spaccato della storia della società sarda tra Seicento e Ottocento, sempre sostenuta e guidata dalla fede. -
In tempus de Corona Virus. S'Universidadi de sa tertza edadi de Sìnnia contat...
A volte è bello scrivere, cercando di ricordare il tempo che è stato, per essere ancora i bambini che eravamo. Far rivivere l'infanzia, andando indietro nel tempo, quando i giorni erano ancora pieni di sogni, di melodie di giochi, suoni e sapori, che, forse, oggi hanno un sapore un poco amaro. I curatori di questo volume, entrambi sinnaesi, usciti dal mondo del lavoro sono riusciti a recuperare il loro tempo, facendo diventare quel periodo, che poteva sembrare buio e cupo, una fase della vita molto positiva e luminosa. -
Sinnai - Logus, personas e fatus de bidda nosta in su '900. Vol. 1
L'autore propone uno spaccato di vita sinnaese del '900: un lavoro affascinante con 314 foto, in larga parte inedite, che testimoniano l'assetto urbano di Sinnai con angoli in gran parte scomparsi, le ricerche sui personaggi a cui sono state intitolate alcune vie storiche, una ricca documentazione fotografica inerente la trasformazione del vecchio campo sportivo, un cenno ai tanti club giovanili sorti nei primi anni '60. E ancora, personaggi che hanno avuto una parte importante nella crescita del paese in qualità di amministratori, medici, intellettuali, imprenditori. E una serie di avvenimenti piacevoli, come le ricorrenze civili e religiose, i riti matrimoniali con il corteo per le vie paesane di parenti e amici, lo storico torneo di calcio estivo iniziato nel 1967, ed alcuni eventi drammatici. Infine, uno sguardo a tutto tondo sulla frazione di Sinnai, Solanas. Tutto questo ""descritto"""" attraverso foto provenienti dal nutrito archivio fotografico dell'autore e dalle numerose persone e famiglie che gli hanno affidato. Le immagini con esaustive didascalie sono in parte testimonianze orali, ma soprattutto ricerche eseguite presso archivi pubblici e privati."" -
Antica Sardegna. Enigmi pre storici
La pre storia della Sardegna è un enigma infinito e adombrata da un misterioso fascino. L'autore Giuseppe Maggiolo con questo libro squarcia alcune teorie precostituite e propone innovative riflessioni sull'evoluzione culturale dei Sardi antichi. -
Arzana. Risorse Ambientali. Testimonianze Archeologiche di Età Prenuragica e Nuragica
Il libro trae origine dalla tesi universitaria d'indagine archeologica, svolta sul campo nel 1997. L'autrice lo ha trasformato in un contributo documentaristico sul passato più arcaico di Arzana. Un omaggio letterario ai compaesani e a tutti coloro che, volutamente o casualmente, avranno l'opportunità di ritrovare nell'opera parte della storia di un paese dell'Ogliastra ricco di risorse ambientali e culturali. A livello personale, il volume è un atto di riconoscenza nei confronti del caro e amato padre, guida instancabile e attenta nel viaggio di esplorazione e di studio del territorio. Arzana è il suo paese natio e Quartu Sant'Elena la sua città di adozione. Monica Ferreli, laureata in Lettere Classiche, con ""Arzana - Risorse Ambientali - Testimonianze Archeologiche di Età Prenuragica e Nuragica"""" rende onore alle sue origini ogliastrine. L'opera rappresenta il suo esordio nel mondo editoriale."" -
Li commentarii ovvero dei V sensi
Donna travolta sulle strisce pedonali. Cosa sarà successo e perché? Un bambinetto affoga nel mare, non lontano dai genitori. Com'è potuto accadere? Una giovane molestata sulla spiaggia, che poi scompare tra le onde. Sono spunti per altri racconti, verosimili o inventati, che spesso hanno la donna come protagonista. O sono micronarrazioni riraccontate e commentate dai frequentatori di quella piazzetta, l'Oasi del Platano, cofinante con un bosco insolito. L'Oasi è un punto di ritrovo, di rilassamento e di spettegolio collettivo. Due degli avventori sono più discreti ma pure stravaganti. Quali sono le loro storie di vita che soltanto al lettore verranno svelate, on alla gente dell'Oasi? E chi le racconta? Il protagonista, il narratore principale o l'autore? In che misura è implicato l'autore nelle storie e negli aneddoti narrati? Sarà mai stato nella foresta amazzonica? Il famoso teorico della letteratura, Roland Barthes,ha già risposto a quest'interrogativo nel 1968: l'origine vera della scrittura è in sostanza insondabile. Scrivendo, l'Autore se ne allontana, di fatto muore. È il suo linguaggio che parla e che sopravvive, non lui, e il vero (ri)creatore di significato sarà il Lettore. -
Nuraminesus. Storia di Attilio e Grazia 1921-1971
L'Autrice, cresciuta a Nuraminis, ricostruisce la storia della famiglia sino al 1971, quando si trasferisce a Roma. Una memoria familiare dove la piccola Storia si intreccia con la grande Storia del Novecento, seguendo la biografia del padre: dalla partecipazione alla Seconda guerra mondiale al lavoro in miniera, sino al ritorno nel paese natale e all'incontro con la ragazza che sposerà. È il percorso di un giovane bracciante che individua nell'istruzione e nell'impegno politico gli elementi essenziali per la propria emancipazione. Gli anni sessanta sono raccontati dall'Autrice attraverso i propri ricordi, con i quali compone un affresco della società nuraminesa in un decennio che vede convivere tradizione e spinte al cambiamento sociale. -
Nel nome di Gigi. Panta Rotola
Panta rei. O meglio Panta rotola. Quando sei nato a Cagliari poco dopo il 12 aprile 1970 e ti chiami Gigi non puoi sfuggire al tuo destino, intriso, marchiato geneticamente di rossoblù. E allora il pallone da calcio diventa la chiave di lettura di tutte le esperienze di vita, in salsa cagliaritana. Questo è un atipico romanzo di formazione. Sì, ma quale formazione? Quella del primo album delle figurine, ovviamente: Corti, Lamagni, Longobucco, Casagrande, Canestrari, Brugnera, Bellini, Quagliozzi, Gattelli, Marchetti, Piras. -
Storia della Scuola materna in Sardegna. Dagli anni Cinquanta del secolo scorso, ai giorni nostri. Aspetti economici, psicologici e sociali a confronto
Questo libro è nato allo scopo di mettere a confronto gli aspetti culturali, psicologici, sociali ed economici di una Sardegna post bellica, periodo in cui furono costruite le scuole materne dell'ESMAS e ciò che l'Isola di oggi invece ci presenta. L'autore racconta con documenti e atti storici e racconti narrativi sotto forma di intervista, come era allora la Sardegna e metterla a confronto con la narrazione attuale, seguendo la medesima metodologia espositiva. Sono inoltre presenti degli estratti di psicologia base affinché il Lettore, addentro alla materia e non, possa comprendere con quali meccanismi e dinamiche si formino la personalità degli individui e la società e come i fattori ambientali incidano nella strutturazione delle persone e delle famiglie. Senza pretendere di sostituirsi ai testi di psicologia, questo lavoro intende gettare un ponte tra un passato semileggendario e un ""oggi"""" che a tratti sembra peggiore di un mito angoscioso. Uno spaccato di ieri utile da riprendere per futura memoria."" -
Archeologia di Sardegna. L'isola selvaggia e Duncan Mackenzie
L'archeologo scozzese Duncan Mackenzie (1861-1934) visitò almeno tre volte la Sardegna, tra il 1906 e il 1912, producendo quattro scritti per i quaderni della British School di Roma. In questo volume, per la prima volta, sono tutti tradotti integralmente e corredati da necessaria analisi critica ed attualizzazione. Si scoprirà come gli archeologi sardi del Dopoguerra si appropriarono delle sue idee, proponendole come proprie e perpetuando così grossolani errori d'interpretazione, con effetti tuttora nefasti per lo studio dei monumenti sardi. -
A/R
«Ho sempre invidiato i poeti per i quali la poesia sembra somigliare a un colto, lampeggiante, conversare. [...]Della sua poesia mi colpì subito la forza, bibliotecaria e forestale, probabilmente violentissima miscela di terra d'origine sicula e mondo – specie quello brasiliano – che deve aver creato nella sua mente, nel suo cuore, nell'abilissima lingua, detonazioni, svagamenti, oltre che un'attitudine indomabile al teatro continuo e ai suoi giochi soavi e terribili.» Davide Rondoni -
I compiti delle vacanze (2008-2012)
«Questa di Bissacco è una poesia che disorienta per la sua costante ricerca di una possibile direzione: senza far rumore avvolge pian piano il lettore come una teoria cosmica, di cui, quando ci si accorge, si prende semplicemente atto in piena fiducia. [...]È un viaggio fra la semplicità delle cose che contano e che smussano il tempo, fra la verità del cammino già percorso e quello che siamo diventati. E diviene così naturale spostare uno sguardo amoroso al silenzio di cui lentamente ci si riempie la vita, nel ricordo del nostro passato e di quello delle vite che abbiamo incrociato e che incrociamo come carezze, come meteore nell'infinito dello spazio.» Dalla prefazione di Walter Raffaelli -
Imagines loquentes. Emblemi imprese iconologie
«Pur con tutta l’incredulità che questa soglia festiva comporta, come ben sa chi conosca la persona, siamo qui per festeggiare un settantesimo, splendido d’intenti e di promesse. Non potevamo farlo che così, riconoscendo un magistero condotto nel segno della modernità e della tradizione; nel segno, anche, della passione e della pazienza delle cose, di un fondo di seria giocosità sempre allusa e sempre controllata dal rigore e dal metodo, e infine da un’etica e un’estetica dello studio, e della vita. Sicché forse, nella molteplicità degli interessi e nelle insanabili ma serene curiosità che sottotraccia si nutrono anche del contemporaneo pur tenuto nell’ambito del silenzio, proprio gli studi di emblematica, impresistica e iconologia di Guido Arbizzoni si son presentati a noi come ragione esemplare di una fedeltà e di una autorevolezza che sono, necessariamente, esito di un impegno quotidiano, e risultato di una lunga giornata di applicazione sempre alimentata da una segreta e visibile eleganza, da un bisogno di meditazione e di espressione che sana ogni distanza tra l’oggetto raccontato e i modi del raccontare, così tra loro vicini tanto quanto un gesto naturale che assommi volontà e necessità, proporzione e misura, estrema pulizia della penna e dell’intenzione. Che sono gesti, appunto, intesi ad accarezzare e restituire la bellezza e l’armonia non come verità astratte che esulano dalla vita, ma come fatti che si storicizzano, e si dispongono, solo a cucirli insieme, dentro la storia che ci precede e ci sostiene e ci dà misura.»rnTiziana Mattioli e Marco Faini -
Per Giovanni Pascoli. Il seme di Urbino. Atti del Convegno (Urbino, 12 dicembre 2012)
Una “Giornata” era doverosa. Urbino ha dato molto a Pascoli, e Pascoli ha ricambiato la città di Urbino dedicandole alcune delle sue poesie più belle. L’occasione del centenario e, in particolare, il progetto di un ciclo di convegni itineranti dall’Emilia alla Romagna, promosso da Marco Veglia (Università di Bologna) nel 2012, hanno consentito di collocare questo seminario di studi in uno scenario più prestigioso; e di avanzare, in tal senso, lungo un nuovo crinale interpretativo della critica pascoliana, un’idea più complessa della sua poesia, che tenga conto, per esempio, non solo dei temi canonici (dal “nido” al “fanciullino”), ma percepisca la stretta correlazione che passa fra l’opera nel suo farsi e compiersi, secondo una precisa intentio autoriale, e la vita nel suo disfarsi, nel suo restare incompiuta. -
Terra mia di libere interminate distese
Volume I della trilogia ""Con la Russia nel cuore"""". Con testo a fronte in lingua originale.rnPrefazione di Marinella Mondaini.rnRedazione dei testi in russo di Tatjana Šechanova.rnL’immagine in copertina è opera dell’artista moscovita Vladimir Galatenko."" -
L' arcobaleno dell'anima mia
Volume II della trilogia ""Con la Russia nel cuore"""". Con testo a fronte in lingua originale.rnPrefazione di Marinella Mondaini.rnRedazione dei testi in russo di Tatjana Šechanova.rnL’immagine in copertina è opera dell’artista moscovita Vladimir Galatenko."" -
Seguo la tua voce
Volume III della trilogia ""Con la Russia nel cuore"""". Con testo a fronte in lingua originale.rnPrefazione di Marinella Mondaini.rnRedazione dei testi in russo di Tatjana Šechanova.rnL’immagine in copertina è opera dell’artista moscovita Vladimir Galatenko."" -
Farfalle. Epistole entomologiche
"Non esiste attività più poetica del catturare farfalle. Il 17 settembre del 1908 Guido Gozzano scrive all'amica Amalia Guglielminetti: in una scatola ha raccolto un centinaio di crisalidi, le quali sono esplose in farfalle, «tutte vanesse», «un frusciare turbinoso di prigioniere sbigottite». L'attività di Gozzano, istintiva, un po' da belva, come chi ha l'ansia, con la rete della ragione, di accalappiare i propri sogni, non ha sosta...""""" -
Verso la mente
Quella di Nadia Campana è una poesia piena di corpi e colori, visi e torrenti, campi e strade, con un fervido senso della natura, che viene colta ora con sguardo limpido e visivo ora fiabesco (Il ruscello ha molta fretta) e sottilmente allucinato, ma sempre con un’energia sotterranea e animistica, potente e inarrestabile, quel moto perpetuo che era tipico del suo essere. Uno sguardo che ha i suoi antenati, da lei citati e tradotti, in Ovidio e in Lucrezio: l’Ovidio delle Metamorfosi e il Lucrezio cupissimo del quarto libro, dove gli innamorati vengono bagnati da una luce spettrale. I quali poi, oltre a essere i suoi antenati, erano anche i poli estremi, inconciliabili, che questa poesia ha tentato di riunire in se stessa.rn(Milo De Angelis)