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Storia di Siracusa antica e moderna. Vol. 1
Serafino Privitera nell'introdurre la sua Storia di Siracusa, ci indica chi, prima di lui, è meglio riuscito a tracciare ""con fermo animo e pazientissimo studio... i siti dove un tempo le popolose Siracuse maestosamente torreggiavano""""... Ma - rileva Serafino Privitera - nessuno di loro, soddisfatto di quanto dice il Fazello su Siracusa nell'età greca quando sicuramente """"risplende, sovra ogni altra città"""", si è occupato delle altre epoche in cui Siracusa può contare egualmente i suoi """"fasti"""". Perché se è vero che questa """"bellissima città dal ferro e dal fuoco romano cadde distrutta"""", conobbe comunque altre epoche di gloria e diede la patria a molti uomini illustri. La """"missione"""" del Privitera vuol essere quindi quella di compilare una storia di Siracusa che giunga fino alla nostra epoca."" -
Storia di Siracusa (rist. anast.). Vol. 2
Serafino Privitera nell'introdurre la sua Storia di Siracusa, ci indica chi, prima di lui, è meglio riuscito a tracciare ""con fermo animo e pazientissimo studio... i siti dove un tempo le popolose Siracuse maestosamente torreggiavano""""... Ma - rileva Serafino Privitera - nessuno di loro, soddisfatto di quanto dice il Fazello su Siracusa nell'età greca quando sicuramente """"risplende, sovra ogni altra città"""", si è occupato delle altre epoche in cui Siracusa può contare egualmente i suoi """"fasti"""". Perché se è vero che questa """"bellissima città dal ferro e dal fuoco romano cadde distrutta"""", conobbe comunque altre epoche di gloria e diede la patria a molti uomini illustri. La """"missione"""" del Privitera vuol essere quindi quella di compilare una storia di Siracusa che giunga fino alla nostra epoca."" -
Ricordi di viaggio in Sicilia
Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832) è uno dei più noti viaggiatori in Sicilia, il cui gran tour di raggiunge il suo acme proprio con con l'arrivo in questa Terra (1787), considerata da Goethe ""la Regina delle Isole"""". Un quadro acquarellato dai mille colori si presenta a prima vista a chi legge i suoi Ricordi di viaggio. «Non si direbbe di vedere più oggetti naturali, ma bensì un vero paesaggio, eseguito da un buon pittore» sottolinea il poeta nell'entrare a Palermo, «...uscimmo di città al levare del sole, incontrando vista pittorica, ad ogni passo che movevamo », nota allontanandosi da Agrigento. Ma il diario di viaggio di Goethe non è un semplice """"bollettino meteorologico"""", né una descrizione delle varie colture presenti in Sicilia, che ne fanno la terra prediletta da Cerere, né delle sue feste e leggende, né del suo tentativo di ascesa al monte Etna, né tantomeno un diario di osservazioni geologiche. Il suo gran tour non è soltanto un esame dei vari stili architettonici dei monumenti presenti nell'Isola, non una mera esplorazione con interessi scientifico-naturalistici. Al di là delle apparenze, lo sguardo di Goethe sulla Sicilia è profondo, indagatore."" -
La Sicilia
Al ritorno dal suo viaggio in Sicilia Guy de Maupassant pubblica un resoconto del suo ""vagabondare"""", dal titolo La Sicile (1886). Non è che un abbozzo di quella che sarà la forma definitiva che assumerà, nel 1890, il racconto del suo gran tour nella Vie Errante, l'ultimo dei suoi memoriali dopo Au Soleil (1884) e Sur l'eau (1888)... Nell'""""isola di fuoco"""", nel """"granaio d'Italia"""", nel """"paese degli aranci"""", ...la terra fiorita la cui aria, in primavera, è solo un profumo; e accende, ogni sera, sopra i mari, il mostruoso faro dell'Etna, il vulcano più grande d'Europa... Maupassant non solo seguirà gli itinerari più tradizionali, ma anche quelli più inusuali. Ma la Sicilia """"strano e divino museo di architettura"""", dove """"una gioia deliziosa"""" lo spinge a visitare i suoi """"squisiti monumenti"""", non riuscirà a lenire il suo stato d'animo afflitto e travagliato."" -
Viaggio in Sicilia nel secolo XII
Ibn ?ubayr cominciò a scrivere la Ri?lat al-Kin?n?, la sua cronaca di viag-gio, il 25 febbraio 1183 ""in mezzo al mare, dirimpetto al monte Sulayr (Sierra Nevada)"""". Come l'autore stesso ci racconta, insieme a A?mad ibn ?ass?n, aveva lasciato """"Granata, col proposito di fare il santo pellegrinag-gio il 3 di febbraio 1183"""". Splendida la descrizione del ?abal Ann?r (Monte del fuoco), ovvero l'Etna che """"porta un turbante di neve"""" e la cui lava viene paragonata alla Fiumana di al-?Arim... Nitida e intensa la descrizione del giovane sovrano Guglielmo II... che supera qualunque barriera di tempo e di spazio e ne fa una personalità non so-lo moderna, ma per certi versi immortale."" -
Giochi, balocchi e filastrocche nella Sicilia di una volta. Libera traduzione dalla raccolta «Giuochi fanciulleschi siciliani» di Giuseppe Pitrè
«Ricordo con una certa emozione la mia infanzia a Noto, quando mia madre e le mie zie cullavano i bambini con le tipiche ninne nanne siciliane e penso ad alcuni giochi come ""A scauramani"""", """"Paru e sparu"""", """"Ammuccia"""", """"Veni 'na navi carrica di..."""", spesso davanti alle nostre nonne che con la loro presenza sembravano come """"benedire"""" questi passatempi infantili, ma anche delle nostre maestre che nelle pause ci lasciavano divertire. Penso anche con nostalgia a quei balocchi costruiti con elementi allora facilmente reperibili e a quando io stessa, piccolissima, mi trastullavo a piegare la carta in modo da farne dei """"balocchi"""" e dalle mie piccole mani spuntava di tutto. Far rivivere tutti questi giochi attraverso le dirette testimonianze di coloro che vi prendevano parte sarebbe stato il mio sogno ma, a parte questi pochi di cui ho fatto menzione, degli altri non ne resta alcuna memoria. Non solo, in confronto all'opera del Pitrè, che ne raccolse ben 316, sarebbe stata ben poca cosa. Giuseppe Pitrè, già nel 1875 aveva curato l'introduzione del volumetto del marchese di Villabianca, Francesco Maria Emanuele e Gaetani, Giuochi popolareschi di Palermo.»"" -
Tutto succederà. Cronache materane degli anni '80
"Dopo le """"Cronache Metapontine degli anni '70"""", e le """"Cronache Materane degli anni '70"""", finalmente invio in stampa l'ultimo capitolo della trilogia che da anni avevo in mente di realizzare. ... non ho disegnato avventure. Ho raccontato della vita di tutti i giorni, cercando per quanto mi è stato possibile, la poesia nelle sue pieghe, nella quotidianità, nei giorni che passano e che a volte lasciano una traccia. È stato impegnativo impostare una storia tra sogno e realtà, ma ancora di più lo è stato trasporre in disegni e parole la tragedia del terremoto del 1980, con una scelta stilistica precisa: ossia senza mostrare alcuna immagine cruenta dell'evento. Volevo che il racconto emanasse quella drammaticità senza mostrarla, che lo scuro di quell'anno venisse fuori dal tratto grafico e non dalle parole, in un procedere paradossalmente silenzioso. Il libro è strutturato in tre parti. Nel prologo: un anello di congiunzione con le """"Cronache materane degli anni '70"""". Nella parte scura: tornano gli amici di infanzia, quelli di viale Europa-Serra Venerdi (anni '80-'90) in un Matera buia e silenziosa che narra del terremoto. Nella parte chiara: la primavera-estate del 1883...""""" -
Inside (parole d'amore)
"Carlo Abbatino possiede una dote ormai introvabile negli esseri umani: l'ingenuità. Nel suo nome egli coglie, osserva, valuta e giudica l'animo e le sue differenti forme di sensibilità. I diretti interessati (semplici passanti, amici) ignorano di essere """"materiale"""" cognitivo ma devono a Carlo la possibilità di far emergere emozioni, sentimenti, spesso assopiti o, a volte, del tutto sconosciuti. Egli entra dentro ognuno di noi e scopre tutto con discrezione e, sempre, con ingenuità, quanto siano profonde le nostre menti. Non fa differenza tra manager, operai, casalinghe, insegnanti, disoccupati, le rime nascono e si sviluppano, prendono vita su carta e descrivono luoghi, colori, vicoli. Nelle poesie di Carlo Abbatino si legge un omaggio perenne, mai disincantato nei confronti della sua città di cui egli, ancora oggi, è profondamente innamorato. Matera non assume mai contorni contemporanei, vive nei luoghi onirici e immaginifici che le danno un volto più bello, che non tramonterà mai."""" (Antonella Ciervo)" -
Morbido improvviso
A metà strada tra un fumetto e un libro illustrato, ""Morbido improvviso"""" è un libro autobiografico che racconta della tragica scomparsa di Franco Palumbo, padre dell'autore, e degli eventi che hanno preceduto e seguito quell'evento. Attraverso gli occhi del figlio, tra testi e immagini, viene tessuta la singolarità di una morte e l'eccezionalità di un uomo."" -
Ritratto del Sahara
"Nel 1970 decisi di fare un lavoro sul deserto del Sahara, dove il mare di sabbia si estende per migliaia di chilometri. Il lavoro consisteva nell'inquadrare un punto minimo di sabbia con una cinepresa 16 mm fissata sotto un elicottero che si doveva innalzare lentamente in modo che il campo diventasse sempre più grande, fino a quando l'immagine fosse così immensa da identificarsi con il nulla. La scultura antropologica più grande del mondo!""""." -
Voltarsi indietro
"Il soprannome, da noi, è importante. È come un nome d'arte una seconda carta d'identità su cui stà scritta un pò di storia della persona che si è meritato quel nomignolo e che spesso cede in dote a figli e nipoti, per varie generazioni.""""" -
Mater[i]a: conoscenza e progetto. Nuovo polo museale multifunzionale per Matera 2019
Mater[i]a inaugura la stagione dei New Fundamentals Research Books, la collana editoriale del gruppo di ricerca omonimo, che raccoglierà la propria produzione scientifica elaborata sia all'interno del dipartimento Dicar del Politecnico di Bari, sia in altre sedi universitarie. Le attività del gruppo di ricerca intendono strutturarsi su tre assi portanti: ricerca, didattica e progetto, contribuendo allo sviluppo delle odierne tematiche sulla progettazione architettonica contemporanea, in continuità evolutiva con il sapere storico, studiando, analizzando e promuovendo il dibattito odierno sull'argomento. In particolare, il presente libro è un contributo libero all'attuale dibattito sulla città di Matera, designata Capitale Europea della Cultura per l'anno 2019, di cui si tracciano alcune strade progettuali potenzialmente percorribili nell'ottica del potenziamento museale e culturale della città, sviluppate dopo un'analisi del contesto urbano e paesaggistico della città e del panorama museale e culturale della Regione. -
Matera. Architetture del Novecento 1900-1970. Ediz. illustrata
Questo libro tratta il tema dell'evoluzione dell'abitare, del progettare e del costruire a Matera nel Novecento. Può essere considerato una guida alla conoscenza e alla comprensione dei processi e delle architetture che hanno caratterizzato il secolo appena trascorso. ""La città del Novecento"""" non è abbastanza tutelata come lo è la """"città storica"""" e dunque questo studio si propone di sollecitare una """"nuova attenzione critica"""" per poterne salvaguardare l'esistenza non prima di averla attentamente conosciuta. Un modo che potrebbe portare ad una """"Carta della Qualità"""", quale strumento di conoscenza e di tutela del patrimonio civile architettonico, moderno e contemporaneo, che una città come Matera, capitale europea della cultura nel 2019, non può non avere. Più che la qualità del manufatto, questo libro tenta di mettere in risalto il """"carattere di testimonianza"""" dell'opera, ovvero la capacità della stessa di conferire identità ad un """"ambito urbano"""" e ad un """"tempo architettonico"""". Per questo si è prestata attenzione a quei manufatti che, pur ignorati da studi precedenti, rivestono un ruolo, simbolico, urbano, architettonico che, se """"riconosciuti"""", restituiscono dignità all'edificio e al contesto di riferimento e aiutano a estendere la narrazione del """"libro di pietra"""" che è la città, secondo Victor Hugo. Il XX secolo di Matera è stato suddiviso in due grandi periodi, coincidenti con i primi settant'anni e con gli ultimi trent'anni della storia della città. Questi ambiti temporali fanno riferimento a passaggi fondamentali della vicenda dei Sassi che ha condizionato fortemente la storia di Matera. Ci riferiamo alle vicende del trasferimento degli abitanti dei Sassi in nuovi quartieri inquadrati in un Piano Regolatore Generale (primo Piano Piccinato) che ha disegnato il nuovo assetto della città del Novecento, oltre i confini della città storica. Ma questo libro tenta anche di restituire memoria e dignità all'operosità di tanti tecnici e progettisti che hanno ben operato per la città e che hanno orientato maestranze e imprese verso una nuova cultura del costruire."" -
Il carro e il leone. Ediz. illustrata
Centosessantotto giorni, dal 7 gennaio al 23 giugno, raccontati in un diario. È la cronaca quotidiana della rinascita di una grande scultura mobile, il carro Trionfale in cartapesta che ogni anno viene costruito a Matera nella Fabbrica del Carro da una piccola comunità di artigiani che quest'anno si è arricchita della presenza di ragazzi stranieri rifugiati. Il Carro, dedicato alla Madonna della Bruna, attraversa ogni 2 luglio la città per essere ""strazzato"""" nella piazza principale."" -
Matera. Architetture del Novecento 1970-2000. Ediz. illustrata
Come il primo, questo libro tratta il tema dell'evoluzione dell'abitare, del progettare e del costruire a Matera nel Novecento. Può essere considerato una guida alla conoscenza e alla comprensione dei processi e delle architetture che hanno caratterizzato il secolo appena trascorso. Il Novecento si chiude tra rimpianti e contraddizioni. Al grande impegno profuso per tutelare e valorizzare il patrimonio architettonico della città storica non ha corrisposto un'adeguata attenzione per la città contemporanea e nulla ha potuto evitare la sua omologazione che, inesorabilmente, è arrivata, anche se con ritardo rispetto alle altre città del mezzogiorno. La città non è riuscita, negli ultimi decenni del Novecento, a difendere la qualità e il controllo urbanistico del proprio territorio nonostante la consapevolezza di essere stata un caso di studio straordinario. Né l'ambìto riconoscimento Unesco del 1993 è riuscito ad attivare una inversione di tendenza operando, come era giusto che avvenisse, sulle contraddizioni evidenti tra la città storica che ambiva a mostrarsi al mondo e la città nuova che si espandeva massicciamente verso suburbii senza qualità. L'architettura man mano ha perduto la capacità di ""farsi strumento attuativo di grandi disegni urbani e sociali""""; tuttavia la città, conserva una sua indiscutibile identità e una sua non trascurabile bellezza che abbiamo il dovere di salvare, avendo però la capacità di riconoscere errori e reticenze, e di orientare i nostri comportamenti in difesa di una qualità sempre più diffusa per rendere più gradevole la vita dei suoi abitanti e catturare l'interesse e l'ammirazione dei suoi visitatori."" -
Piccole tragedie. Mozart e Salieri. L'invitato di pietra. Due delle piccole tragedie di Puskin
Nell'estate del 1830 Puskin si ritira nella tenuta di Bòldino. Il breve soggiorno estivo si trasforma in una sorta d'esilio: un'epidemia di colera è scoppiata in quel tempo a Mosca. Questa situazione - non nuova nella storia della letteratura - è per Puskin fonte d'ispirazione e fertile d'attività: scriverà a un amico dello ""splendido autunno di Bòldino"""", enumerandogli i frutti del suo scrivere. Tra essi vi sono le due piccole tragedie' contenute in questo volume: """"Mozart e Salieri"""" (origine della leggenda sull'omicidio di Mozart da parte di Salieri) e """"L'invitato di pietra"""", che riprende il mito letterario di Don Giovanni."" -
Mann, Mahler, Visconti. «Morte a Venezia»
"Ogni trascrizione cinematografica di un'opera letteraria ripropone inevitabilmente il problema del confronto tra l'opera originale e la trascrizione stessa"""". Questa monografia su """"Morte a Venezia"""" di Luchino Visconti - tramite un attento studio comparativo del testo filmico rispetto a quello letterario di Thomas Mann - esplora le peculiarità dei diversi linguaggi espressivi e le radici culturali sottostanti l'ispirazione sia del regista sia dello scrittore. Il risultato è una sorta di """"via del canto"""" nella cultura europea del secolo scorso, accompagnata dalla musica e dalla figura di Gustav Mahler." -
Figurina enigmistica
"Questo libro è - innanzitutto - due libri: 'Figurina enigmistica' e 'Millivan e Sullivan'. Una duplicità che raddoppia l'enigma insieme al gusto della lettura, dell'indagine del (e nel) testo. Mariangela Guatteri ha scritto un'opera che impiega e piega il periodare noto e ingannevole del gioco enigmistico, dell'interrogativo irrisolto e irrisolvibile, in narrazione appena accennata e subito ritratta [...]. Così l'autrice ci introduce nei risvolti complessi di una parola che racconta e tuttavia si frammenta e disperde, si polverizza. E diviene o si rivela allo stesso tempo anche politica, spiazzante, sempre ironica [...]."""" (M. Giovenale)" -
Maturina fantesca, erede di Leonardo da Vinci
Quel che resta del genio prima che l'eredità venga divisa, nelle confidenze e ""ne' singolari ragionamenti"""" della domestica Maturina, erede di Leonardo da Vinci per """"due ducati e due vestiti"""". Il personaggio è realmente esistito ed è citato nel testamento di Leonardo, ma per il resto nulla si sa di lei. Perciò la si è immaginata semplice, abile e saggia; spesso comicamente ingenua, forte della candida certezza che tra la sapienza di cucina di una fantesca e la scienza di un così illustre padrone la distanza non sia poi tanto grande. Sul filo dei discorsi di Maturina si accorcia a poco a poco anche la distanza tra il Rinascimento e i disagi contemporanei. Con tre ricette di cucina autentiche o compatibili."" -
Paragrafi sull'armonia
Questa scrittura ragionante, ma non gelida, sembra costruire - tassello per tassello - un qualche strano teorema su un'armonia (sociale? economica? musicale?) di cui non viene dato in verità un profilo stagliato, inciso. E, poiché non c'è forse nulla di più umbratile e inafferrabile del linguaggio, delle parole, si dovrà attribuire il ruolo di protagonista proprio a queste disarmoniche entità (e ai loro rapporti con le cose): ""i prodotti pensano le parole / le parole pensate sono la forma finale dell'universo materiale / rivelano la forma semplice / di isola / le leggi pensano di non essere soltanto parole"""".""