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Cronologia dei re d'Italia da Odoacre a Umberto I. Compilata dal professore di storia P. F. durante il regno di Umberto I
La ""Cronologia dei re d'Italia"""" contiene le settantasette biografie dei sovrani d'Italia a partire da Odoacre fino a Umberto I (manca solo quella di solo Vittorio Emanuele II, ancora principe ereditario alla stesura di questo testo, e quella di Umberto II)& illustrate da un medaglione inciso della figura a mezzo busto. Stampato a Codogno dalla Tipografia Editrice Cairo, che già dal 1789 avevano intrapreso la produzione ed il commercio editoriali, quest'opera è una vera rarità perché dell'Archivio della tipografia Cairo non si hanno tracce. Numerose erano state le migliorie e le innovazioni tecnologiche applicate nei loro laboratori, come ad esempio la galvanotipia e l'adozione di macchine Marinoni, ma soprattutto quella che aveva destato l'attenzione era stata l'invenzione della stereofeidotipia, ad opera di Gaetano Cairo."" -
Dizionario geografico-statistico siciliano-italiano-latino dell'isola di sicilia e delle sue adjacenze. Vincenzo Mortillaro 1847
Il Dizionario geografico-statistico ai nostri occhi si presenta come un piccolo, ma prezioso scrigno in cui ritrovare dati interessanti e notizie preziose soprattutto circa l'etimologia dei nomi non solo delle città e delle isole siciliane, ma anche delle sue montagne, dei suoi fiumi, dei suoi laghi, dei suoi golfi, delle sue grotte. Del resto lo stesso Mortillaro è consapevole dell'importanza della sua impresa e non pecca certo di modestia quando afferma che in questo Dizionario si trovano ""tutti i dati statistici più interessanti che riguardar possano la Sicilia, rinvenendovisi indicati, col suo nome siciliano non solo, ma col nome latino, e con quello italiano le città tutte al presente esistenti, e financo i Comuni aggregati e alcuni dei principali siti, le montagne primarie, i più interessanti fiumi, e laghi, e taluni dei golfi, e delle grotte e delle castella che meritano speciale attenzione"""" e che questo lavoro soddisfa """"più ai bisogni del secolo che non il lessico topografico dell'Amico compilato pei soli archeologi - più che il Dizionario di Sacco, che mai non pervenne in credito - più di quello di Ortolani""""."" -
Il pesce d'Aprile. Giuseppe Pitrè 1891
L'opera, è una sintesi della variegata personalità di Giuseppe Pitré, dello scrittore che, nell'indagare l'origine dell'antica e arcana usanza degli scherzi del primo giorno del mese d'aprile, tradizione avvolta nella suggestione del mito, guarda non solo alle tradizioni popolari siciliane, ma anche a quelle italiane e straniere. Il lettore potrà trovare in questo testo un esempio della grande capacità di questo scrittore di confrontare culture anche molto distanti tra di loro e potrà notare come usanze, che a prima vista potrebbero sembrare molto diverse, siano messe direttamente a confronto. -
I siciliani nelle guerre contro gli infedeli del secolo XVI
Salvatore Salomone Marino (Borgetto, Palermo 1847-1916) medico e studioso della Sicilia, fondatore con Giuseppe Pitré dell'Archivio per lo studio delle tradizioni popolari (1882), e deciso assertore del metodo storico, nei ""Siciliani nelle guerre contro gl'Infedeli nel secolo XVI"""", vuole smentire la tesi, fino a quel momento accreditata, che voleva la vittoria di Lepanto del 7 ottobre 1571, che arrestò l'espansionismo turco nel Mediterraneo, dovuta alla Spagna, e rivendica alla sua isola natia il merito e l'onore dell'impresa. Fu a Messina che la grande flotta della Lega si concentrò, fu il Regno di Sicilia che apprestò galere, armi, e non solo soldati, ma Cavalieri e Titolati, che lasciando agi e famiglie, corsero sotto la Santa Insegna """"aspirando gran titolo di onore che darà l'essersi trovati a quella giornata""""."" -
Leggende storiche siciliane (rist. anast. 1866)
Vincenzo Mortillaro nelle Leggende storiche siciliane (1866) racconta la Storia di Sicilia con la grande capacità dello storico attento alle fonti e servendosi di una quanto mai ricca e preziosa bibliografia, ma nello stesso tempo come un abile romanziere capace di attirare l'attenzione del lettore con la descrizione di paesaggi, di scene, di volti e di fondere con la più cristallina narrazione le figure umane al paesaggio, e il paesaggio alla storia. Con una leggerezza del linguaggio, più tipica del mondo contemporaneo che di quello dell'Ottocento in cui egli vive, lo scrittore ""dipinge"""" a volte con luminosi e brillanti colori, altre a fosche tinte, le vicende che si succedono dal XIII al XIX secolo avvincendo colui che segue la trama del racconto. Il libro è stato illustrato per la CmdEdizioni dal pittore napoletano Aniello De Biase."" -
Vita di Santa Rosalia
L'opera Santa Rosalia scritta dal P. Pietro Sanfilippo della Compagnia di Gesù, in questa nuova edizione con la presentazione di S.E. Cardinale Paolo Romeo Arcivescovo Emerito di Palermo, si presenta come un documento indispensabile non solo per comprendere il modo in cui si è sviluppata la venerazione e imposto il culto di questa figura agiografica, ma anche per capirne la sua reale consistenza. Ha fonti autorevoli e attendibili tra le quali quelle dei gesuiti Giordano Cascini (1565-1635) e Ottavio Gaetani (1566-1620), del papa Urbano VIII (1568-1644) e dell'abate e storico siciliano Rocco Pirri (1577-1651). -
Le buone usanze. Gina Sobrero
Le Buone Usanze, della baronessa Gina Sobrero detta Màntea, pubblicato per la prima volta a Torino da Streglio nel 1897, verrà edito nella sua quarta e ultima edizione qualche mese dopo la morte della sua Autrice (Milano, Fr.lli Treves, 1912). La Sobrero arricchirà la nuova edizione di notevoli aggiunte e ne rivedrà le bozze negli ultimi giorni della sua vita. Giornalista brillante e acuta, tutt'altro che spregiudicata, sorridente ed esotica, come il nome che ha scelto Mantèa (dal greco divinazione, che rimanda a indovino), da vera giornalista non perde mai di vista il suo vero obiettivo: non solo conquistare e coinvolgere il pubblico del suo tempo e del suo Paese ma, e in ciò sta la sua originalità ed attualità, raggiungere qualsiasi lettore in qualunque epoca e nazione, un lettore che è ormai ""cittadino del mondo"""". Sarà un successo editoriale: numerose le ristampe, migliaia le copie vendute, tantissime le lettrici ed anche i lettori."" -
Studi sul monte Etna
La visita al Monte Etna dell'abate Lazzaro Spallanzani oscilla tra il diario di viaggio e la cronaca giornalistica, trascinando con l'immaginazione il lettore fisicamente in quei luoghi. La prosa presenta uno stile frondoso e sintatticamente complesso, tipico del Settecento, tuttavia finalizzato alla precisione e alla chiarezza scientifica, in un italiano che si è ormai sostituito al latino nell'erudizione e nelle scienze, piacevole da leggere e trascinante. Le note della Curatrice, riportate all'inizio della pubblicazione, evidenziano i molteplici interessi, in diverse discipline scientifiche e l'ampia gamma di pubblicazioni dello scienziato. Ogni itinerario ha la sua chiave di lettura: a voi tutti una spensierata scalata dell'Etna, attraverso varietà di situazioni e di ambienti, che si sono succeduti nel tempo, in compagnia di questo appassionato naturalista, il quale non potrà non affascinarvi con il suo laboratorio en plein air della natura. -
Cucina vegetariana e naturismo crudo. Palermo 1879-1946
La cucina vegetariana, è uno dei primissimi testi in materia di alimentazione vegetariana, scritto dal Principe Enrico Alliata di Villafranca, duca di Salaparuta (Palermo 1879-1946) nel 1930, a distanza di pochi decenni dalla nascita e diffusione del termine ""vegetarismo"""". Conosciuto come Duca Enrico, appassionato di cucina, Enrico Alliata nella sua tenuta in Sicilia, a Villa Valguarnera, amava organizzare banchetti eleganti e raffinati, cui non potevano mancare i vini provenienti dai suoi vigneti. Il Duca dimostra che si possono imbandire tavole sontuose e preparare piatti deliziosi (Caponata alla siciliana, Melenzane alla parmigiana, Arancine di riso, Panelle, Cassata alla siciliana, Riso di Santa Lucia o Cuccìa, Pasta reale siciliana ecc.) utilizzando soltanto ingredienti esclusivamente di natura vegetale e curando i dettagli nella presentazione dei piatti."" -
Raccolta di proverbi siciliani ridotti in canzoni dall'abate Santo Rapisarda
La Raccolta di ""Proverbj siciliani ridutti in canzuni"""", fu pubblicata a Catania dall'abate Santo Rapisarda tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento. Nel 1824 fu edito il primo volume, cui tennero dietro nel 1827 il secondo volume, e il terzo e quarto rispettivamente nel 1828 e 1842. Indiscutibile il valore del lavoro, sia perché capace di esprimere la ricchezza del patrimonio linguistico siciliano, sia perché opera poetica di grande spessore in grado di comunicare, attraverso numerosi proverbi espressi in ottave, con immediatezza e incisività l'esperienza, il buon senso, la tradizione, i costumi e l'arguzia dei Siciliani."" -
Sicilia pittoresca. Siracusa
Il Paton non è da annoverarsi tra i primi viaggiatori che hanno attraversato la Sicilia, contare la totalità dei quali si è dimostrato un compito assai arduo... Lo scrittore americano non ha da compiere una impresa evangelica, non ha l'ambizione che il suo sia un Grand Tour... e non ha neanche interessi scientifico-naturalistici. Il Paton, rimasto nell'Isola per oltre sei mesi, al di là del titolo che lascerebbe pensare che nel suo diario faccia semplicemente un'analisi paesaggistico-architettonica di quanto osserva, è consapevole del ruolo svolto dall'Isola nell'antichità e capace di superare i pregiudizi che la vogliono terra di briganti, di disordini sociali e di terremoti... La sua capacità dialettica sta nel saper fondere l'analisi dei caratteri e delle condizioni di vita di un popolo con la descrizione dei suoi monumenti che rivive nella loro storicità appassionando il lettore con un linguaggio vivo, ardente e capace di suscitare emozioni. -
La Carlina
"La Carlina"""" parla di una certa Berta Porcari di Acireale, ancora famosa a Palermo nella seconda metà dell'Ottocento per la sua straordinaria longevità e la ricchezza, di cui non si conosceva l'origine. Si diceva che fosse una fattucchiera e un essere arcano, quasi infernale, e che """"il suo oro si dileguasse in fumo o ritornasse agli abissi d'ond'era stato evocato"""". Dell'origine di questo mistero, nell'intento di """"perscrutarlo"""" va alla ricerca la scrittrice siciliana Cecilia Stazzone, marchesa De Gregorio, che in questo romanzo ai toni cupi e tetri del romanzo gotico, sviluppatosi nei paesi anglosassoni già dalla metà del XVIII secolo, unisce la sensibilità romantica: «È del risultato delle mie indagini che mi accingo ad imprendere la narrazione; rannodandosi però a questa un nome di famiglia rispettabile, mi fo lecito apporre ai personaggi storici nomi ideali»." -
I sepolti vivi. Un terremoto in Sicilia
Sotterranei, sepolcri, trabocchetti, lunghi e oscuri corridoi all'interno di grotte e sepolcri illuminati solo da lucerne, uomini misteriosi dall'ampio mantello e muniti di spada, ""luminosi fantasmi"""", uniti a esalazioni pestilenziali, fredda umidità, profondo buio sono alcuni elementi di questo romanzo in cui non è difficile riconoscere l'enorme vitalità creativa del celebre autore del Conte di Montecristo e de I tre moschettieri. Solo che questa volta Alessandro Dumas ambienta il suo racconto in Sicilia tra Messina e Siracusa, e precisamente in una frazione di quest'ultima città, a Belvedere. L'epoca è anche questa ben definita: gli anni successivi al terremoto che tra il 5 febbraio e il 28 marzo 1783 colpisce l'area dello Stretto, devastando Messina e la Calabria, e che viene considerata la più grande catastrofe dell'Italia meridionale nel diciottesimo secolo..."" -
Berecche e la guerra
Siamo negli anni che immediatamente precedono la partecipazione dell'Italia alla prima guerra mondiale, la Grande Guerra. La nostra nazione, legata alla Germania e all'Austria dal patto della Triplice Alleanza, un trattato che ha stipulato nel 1882, si è dichiarata neutrale. Del resto, la dichiarazione di guerra dell'Austria alla Serbia, il 28 luglio 1914, con fini offensivi e non difensivi, non obbliga l'Italia a entrare nel conflitto. La lunga novella ""Berecche e la guerra"""" vede il protagonista vivere un vero e proprio tormento, la possibilità di scegliere tra due mondi diversi: quello ideologico, che vede al di sopra di tutto il modello tedesco e i vantaggi che potrebbero derivare all'Italia dalla sua lunga alleanza con gli imperi centrali, e quello reale fatto di affetti, di ansie, di turbamenti con cui il protagonista si trova necessariamente a fare i conti quando la sua stessa famiglia è sconvolta dallo scoppio della guerra."" -
Nostra gente. Novelle di luigi capuana
"In casa di don Mario Pocasemenza si viveva ancora all'antica. Egli era più del Re; ordinava e tutti dovevano obbedire... In casa sua, usava all'antica, com'era giusto. Peppina era venuta al mondo prima e doveva maritarsi prima. Rosalia era arrivata due anni dopo e doveva maritarsi dopo. Poteva attendere. Disgraziatamente... Che colpa ne aveva lui? Disgraziatamente quella figliuola maggiore non era civetta, non sapeva adoprare nessuna di quelle arti che ordinariamente servono ad accalappiare i mariti..."""" Dalla novella di L. Capuana La gran quistioni." -
Grammatica siciliana del dialetto e delle parlate
Giuseppe Pitrè (Palermo 1841-1916) fu uno dei pionieri della linguistica moderna e convinto assertore dei suoi stretti rapporti con il patrimonio culturale e folcloristico della sua terra, la Sicilia. La sua Grammatica, all'interno del primo volume di Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani, pubblicata a Palermo da Luigi Pedone-Lauriel nel 1875, si può considerare ancora oggi uno strumento valido per chiunque voglia conoscere la lingua siciliana in tutta la sua varietà lessicale e grammaticale. -
Sicilia d'amore. Liriche in lingua originale di poeti vissuti in Sicilia tra il sec. VI a.C. e il XX d.C.
In che modo l'amore è stato tradotto in versi nel corso dei secoli, dal mondo greco ad oggi, dal popolo siciliano? Qual è il linguaggio che è stato utilizzato, in quali termini il poeta d'amore ha descritto il suo sentimento? Verso chi lo ha indirizzato? Questi e mille altri interrogativi sono stati alla base di questo studio che si è basato sulla ricerca del maggior numero possibile di poesie d'amore di autori vissuti in Sicilia, in qualunque lingua siano state scritte (in italiano, vernacolo, latino, greco, arabo, ebraico, tedesco, provenzale). Sono stati presi inconsiderazione più di cinquecento autori e più di tremila poesie e sono state raccolte in ventotto volumi. Per quest'Antologia sono stati scelti gli scrittori più significativi e i versi delle loro liriche più particolari cercando, in questa selezione, di superare qualunque interesse municipale e fazioso e tentando di non trascurare nessuna delle presenze più significative che negli anni hanno contribuito alla crescita della cultura siciliana. -
L' Isola Ferdinandea. L'Isola che non c'è
Ancora ai nostri giorni non tutti sanno di che cosa si parla quando si fa riferimento all'Isola Ferdinandea, ancora oggi oggetto di disputa per la sua sovranità e di notevoli studi per monitorarne l'attività vulcanica. La nascita dell'Isola Ferdinandea, in seguito all'eruzione del vulcano sottomarino Empedocle nel Canale di Sicilia fu annunciata, tra il 22 ed il 26 giugno del 1831, da alcune scosse di terremoto. Il 7 luglio F. Trefiletti, comandante del Gustavo, vide per primo l'Isola, detta inizialmente Graham, 33 miglia a sud-ovest da Sciacca, che eruttava cenere e lapilli. Ma la sua completa emersione avvenne il diciotto dello stesso mese, quando il capitano Corrao osservò il vulcano Empedocle che sporgeva dal mare. Presto si vide emergere un'isoletta che raggiunse, il 4 agosto, una base di tre miglia di circonferenza ed un'altezza di sessanta metri. -
Breve storia dell'architettura in Sicilia
La ""Breve storia dell'architettura in Sicilia"""" di Enrico Calandra, pubblicata per la prima volta a Bari nel 1938 dall'editore Laterza, su sollecitazione di Benedetto Croce, e riedita nel 1997 a cura dell'allievo di Calandra Bruno Zevi, si presenta come una brillante sintesi, ancora oggi valida dal punto di vista storiografico, delle opere architettoniche realizzate nell'Isola dai Sicelioti ai Normanni, dagli Svevi agli Angioini e poi, nelle varie epoche attraverso i secoli, fino all'Ottocento. Ma l'opera non si limita ad una semplice enumerazione, catalogazione ed accurata esamina di tutti quei monumenti che nel corso dei secoli sono stati realizzati in Sicilia, ma prende in esame tutti coloro che ne sono stati interpreti, siano essi ingegneri e architetti, siano pittori e scultori o anche semplici decoratori, disegnatori e medaglisti."" -
Della nuova scoperta del pianeta Cerere Ferdinandea. Osservatorio astronomico di Palermo Giuseppe Piazzi. Gennaio 1801
Cerere Ferdinandea, catalogato oggi come 1 Ceres, è l'unico asteroide del sistema solare interno considerato un pianeta nano. La presenza di questo corpo celeste nel sistema solare tra i pianeti Marte e Giove fu osservata dal sacerdote astronomo-matematico Giuseppe Piazzi già il 1°gennaio del 1801 dall'Osservatorio Astronomico di Palermo. Classificato inizialmente come cometa, solo successivamente, approfondendo i suoi movimenti, venne considerato come l'ottavo pianeta del sistema solare, catalogazione che ebbe per tutta la prima metà dell'Ottocento. Sulla base delle conoscenze attuali (il 27 settembre 2007 la NASA ha lanciato la sonda Dawn che è entrata in orbita attorno a Cerere il 6 marzo 2015), si ritiene che la sua superficie sia composta da un miscuglio di ghiaccio d'acqua e vari minerali, come carbonati e argille.