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Gelatine sonore. Guida all’ascolto di Larks’ tongues in Aspic dei King Crimson
"Larks’ tongues in Aspic"""" è l’album più innovativo e rivoluzionario del 1973 e rappresenta una fase molto importante nella storia dei King Crimson. Il contenuto del disco, una miscela di elementi diversi e complessi, disegna un’esperienza musicale che possiede al suo interno una pluralità di intenzioni narrative. Questo libro vuole fornire gli strumenti per potersi orientare nell’ascolto dei differenti brani, mettendo in relazione questo album, e i King Crimson in genere, con il rock progressivo, la musica del periodo, i due dischi successivi di questa fase (""""Starless and Bible Black"""" e """"Red""""), e trattando le sue implicazioni extramusicali. Una guida all’ascolto che analizza le caratteristiche dei singoli brani da differenti punti di vista." -
Albe scure. Sguardi sulla cultura Subsonica
La musica dei Subsonica è un corpo vivo e mutante, in costante evoluzione, creato da cinque teste diverse e pensanti, attento a captare i segnali che arrivano dal mondo. La musica dei Subsonica è fatta di sangue e microchip, emozioni e concretezza, terra e aria, di rock, elettronica, melodia, reggae, dub, pop. È fatta dei beat delle notti torinesi e del piombo delle cronache italiane, si è abbronzata al sole delle spiagge della Giamaica e ha assorbito la nebbia e la pioggia di Bristol. Parlare dei Subsonica significa parlare di musica, ma non solo: parlare dei Subsonica significa entrare in un mondo e in una storia che partono dai Murazzi sul Po e si aprono a contenere mille luoghi, fatti, ascolti, letture e visioni. Torino, dove tutto è cominciato e dove tutto continua a succedere: i suoi luoghi, le sue notti, i suoi personaggi, il suo cielo, i suoi lampioni e i suoi portici, la città della Fiat, del grigio e della voglia di scappare e la città della cultura, della musica, delle luci e del futuro. Il passato musicale a cui guardare per apprendere e andare avanti, e il presente e il futuro di gruppo da cui imparare. Il cinema, i video, l’attenzione a ogni dettaglio visivo, l’immaginario forte e provocatorio, l’interesse per l’arte e le collaborazioni con registi e artisti. Il cyberpunk, lo sguardo sull’uomo del futuro e su un mondo ipertecnologico e straniante, la letteratura, i film, le musiche che raccontano un’umanità di carne e cibernetica. Gli occhi aperti sulla cronaca, la politica e tutto quello che ci sarebbe di cambiare. Questo libro racconta il mondo dei Subsonica e i mondi che gli girano intorno. -
Breve storia del pianoforte jazz. Un racconto in bianco e nero
Gli afroamericani hanno inventato la batteria e il banjo; hanno ridato nuova vita a strumenti ingiustamente trascurati dalla musica classica, come il contrabbasso, il sassofono, la tromba; hanno creato nuovi ruoli per il clarinetto e per la chitarra. Con il pianoforte è stata tutta un’altra storia. Quando, alla fine dell’Ottocento, i primi musicisti di colore ebbero l’occasione di percuotere i tasti bianchi e neri, lo strumento aveva già alle spalle almeno un secolo e mezzo di illustre carriera, che ne aveva fatto il principe delle sale da concerto. Qui non si trattava di inventare o reinventare, bensì di fare i conti con un vero e proprio monumento della tradizione europea. Che per di più, con le sue note dell’intonazione fissa, poco si prestava alle sottigliezze di emissione e di pronuncia tipiche delle musiche di origine africana. L’evoluzione del pianoforte nel jazz è dunque una continua sfida: con le possibilità espressive dello strumento e con la sua stessa storia. Questo libro intende raccontarla attraverso le personalità di alcuni grandi maestri, inquadrati all’interno del proprio contesto storico e stilistico; ne viene illustrato il modo in cui hanno affrontato e risolto le sfide proposte dallo strumento, esaminando l’influsso sui musicisti che insieme a loro hanno scritto la storia del jazz. -
Miles Davis. Principe delle tenebre. Nuova ediz.
A novant’anni dalla nascita, e venticinque dalla morte, Miles Davis resta un enigma. Nonostante la messe di lavori, studi, analisi e ricostruzioni biografiche, e i fiumi di inchiostro che hanno provato a raccontarne l’esistenza leggendaria e a spiegarne la musica inarrivabile, per molti il trombettista di Alton, Illinois, si colloca nella sfera dei misteri ancora da decifrare. Ci prova anche un film, ""Miles ahead"""", scritto e diretto da Don Cheadle, a testimoniare quanto sia ancora indelebile la figura di Miles Davis nell’immaginario collettivo – musicale e non – del ventunesimo secolo. Questo libro, che appare in una nuova edizione aggiornata e ampliata, ha come scopo primario quello di parlare di Miles Davis a tutti: non solo agli appassionati, che pure troveranno informazioni dettagliatissime e non sempre rinvenibili altrove, quanto piuttosto a chi non lo conosce, affinché sia possibile comprendere come la magia di quella musica sia nata prima di tutto da una vita intensa, dura, formidabile. Un tuffo nelle tenebre, quindi, per riscoprire l’esistenza e la creatività di Miles Davis, genio dell’arte afroamericana, pietra miliare del jazz. C’è tanto di lui in questo libro, delle sue donne, della sua musica, del suo continuo morire e rinascere. La narrazione lascia emergere la figura di un uomo orgoglioso delle sue origini etniche, artista nero, fiero, combattivo, e ne traccia – grazie all’analisi delle incisioni così come del contesto umano in cui esse prendono forma – un ritratto finalmente preciso, definito, chiaro."" -
Estetica di Sgt. Pepper. Genesi, linguaggi e ricezione del capolavoro dei Beatles
Cosa resta di ""Sgt. pepper's lonely hearts club band"""" a mezzo secolo dalla sua uscita? In che modo la Cloud Generation fruisce di questo capolavoro? Qual è il suo vero contenuto musicale? E ancora, è davvero l'apice della carriera dei Beatles e il disco più influente della storia? In occasione del suo cinquantesimo anniversario queste domande sono tornate alla ribalta, fra celebrazioni e riesami che spesso tuttavia cedono il passo al mito e alla nostalgia. Questo saggio nasce proprio per rispondere a tali quesiti attraverso un'approfondita analisi dell'album: i componenti elementari del linguaggio musicale (armonia, melodia, ritmo, ecc.) e quelli specifici della popular music (arrangiamento, registrazione, editing, produzione), le forme e gli stili, i testi. Il contributo dei singoli membri del gruppo e quello di George Martin; gli ingredienti realmente innovativi e quelli di continuità con il periodo precedente; il confronto con la musica del biennio 1966-'67; la Swinging London, l'LSD, l'India, e il loro vero impatto su sgt. pepper. Uno sguardo - e un ascolto - in profondità, al di là del mito, per comprendere e apprezzare l'essenza del più celebre disco di tutti i tempi, e capire quanto del suo messaggio arrivi ancora a noi: dal vinile a Spotify, dalla Summer of Love all'epoca dello streaming."" -
Le avventure di un jazzista-filosofo
Il jazz ha sempre diffidato della parola. Il vecchio Benny Carter dichiarava brutalmente: «Io non scrivo e non leggo nulla sulla musica. Il mio compito è crearla, se ci riesco». Oggi le cose sono un po’ cambiate. Oggi i musicisti jazz devono sapersi interrogare e ridiscutere continuamente e un pianista come Brad Mehldau tiene lezioni di fronte a filosofi e scrittori in cui mostra i fondamenti filosofici della sua poetica. Non è solo la voglia di filosofia che caratterizza questi nostri anni sempre più incerti e avvelenati e che spinge sempre più persone di cultura non elevata a partecipare ai convegni dei filosofi. È l’aver capito che il jazz muore se si definisce come semplice ri-combinazione fluida e in tempo reale di pattern ereditati dal passato, se rinnega l’improvvisazione e la sua vocazione a scardinare schemi e regole ereditate. La sfida, il paradosso dell’improvvisazione jazzistica sta qui: nell’insegnare a essere liberi in modo ordinato e rigoroso, senza rinunciare a darsi una forma, ma anche nell’insegnare a non ghettizzarsi, nel guardare fuori dal proprio stretto ambito. E ciò senza montare in cattedra, ma sentendosi eredi di una tradizione che ha sempre contestato qualsiasi discorso normativo e astratto. Questo, esattamente questo fa Arrigo Cappelletti, jazzista, e filosofo, in un libro di riflessioni, scritti d’occasione, approfondimenti teorici, pensieri e brevi saggi attraverso i quali restituisce una visione vivace, intelligente, dotta e divertita del jazz: quasi un irresistibile zibaldone di improvvisazioni su vita, musica, scrittura, ma anche sesso, città del mondo, incontri e musiche eventuali. -
Mannarino. Cercare i colori
Cantastorie, animale da palcoscenico, giramondo. Mannarino ha saputo diventare, da giovane promessa del panorama italiano, uno dei cantautori più interessanti degli ultimi tempi. Cresciuto nella periferia di Roma nel quartiere San Basilio, dopo una gavetta nei locali multietnici dei rioni Monti ed Esquilino ha sviluppato uno stile che mette assieme stornello, blues, cantautorato italiano, Capossela, teatro di narrazione, samba. Il suo percorso artistico parte con bar della rabbia, un disco incentrato su una serie di personaggi outsider che cercano protezione fra le mura di una calda, malfamata bettola. Nel successivo, supersantos, si esplora lo spazio alienante della grande città nel quale l'unica ancora di salvezza sono i rapporti d'amore. In al monte, considerato il suo punto di svolta, Mannarino si ferma a riflettere su alcuni temi cruciali per la nostra società al fine di cercare una via di salvezza dal malessere strisciante. Infine in apriti cielo, reduce da un lungo viaggio nell'amato Brasile, Mannarino fa sua la filosofia del samba che Vinicius de Moraes definisce ""una tristezza che balla"""", ma in quella tristezza racchiude """"la speranza di non essere più tristi"""". Parallelamente all'attività di """"scrittore di dischi"""", come una volta ha definito se stesso, Mannarino porta avanti da anni un'intensa attività live. Questo libro è un tentativo di ripercorrere sinteticamente la sua storia artistica e il suo pensiero."" -
Tu lo conosci Coez?
È successo tutto così all'improvviso che quasi non ce ne siamo accorti. Un album particolarmente riuscito e una manciata di belle canzoni hanno fatto di Silvano Albanese, in arte Coez, una delle migliori rivelazioni della musica italiana degli ultimi anni e uno dei cantautori più seguiti dai giovanissimi. ""Faccio un casino"""" ha scalato a sorpresa le classifiche di vendita e ha catapultato Coez tra i big. Ma i dischi d'oro e di platino e il tour da tutto esaurito sono solo il coronamento di un lungo percorso che è cominciato sui palchi dei centri sociali e dei club romani, quelli sui quali Coez si esibiva all'inizio della carriera insieme alla sua crew. La strada è stata quasi sempre in salita e Coez ha dovuto fare i conti con tante difficoltà e tante porte sbattute in faccia, a partire dall'iniziale diffidenza dei media tradizionali: non era abbastanza rap per entrare in certi circuiti e non era abbastanza pop per il pubblico generico. Di tutt'altro avviso i social network, che alla fine ne hanno decretato il successo su larga scala. Tra biografia e romanzo, questo libro racconta la storia di Silvano-Coez, i suoi lati oscuri e quello che si nasconde dietro le sue canzoni, ripercorrendo le tappe principali del percorso che dalle prime rime scritte nella sua cameretta lo ha portato al tour sold out, passando per i graffiti sui muri della sua Roma, i dischi autoprodotti, la firma per un'etichetta, la svolta di """"Non erano fiori"""" e la consacrazione con """"Faccio un casino""""."" -
Una batteria in valigia
Dai dancing emiliani ai bagni di folla, dai concerti nelle piazze di paese ai tour mondiali accanto a Miguel Bosé, Vasco Rossi e Massimo Ranieri. Daniele Tedeschi inizia a suonare la batteria giovanissimo, per gioco e divertimento. Ben presto però quella passione si trasforma in professione: il primo ingaggio arriva quasi per caso a quindici anni, poi, dopo la classica gavetta nelle orchestre minori, approda ai Supercircus di Andrea Mingardi al posto di Giulio Capiozzo, lo storico batterista degli Area. Dal 1980 al 1986 Tedeschi calca palchi internazionali di grande prestigio al fianco di Miguel Bosé: insieme suonano ovunque, dal Madison Square Garden di New York a Iquitos, nel cuore della foresta amazzonica. Nel 1984 l'incontro con Vasco, al fianco del quale Daniele resterà per undici anni, anche dopo il distacco fra la Steve Rogers Band e il rocker di Zocca. Nei tour ""Fronte del palco"""" e """"Rock sotto l'assedio"""" - momenti che hanno fatto la storia della musica italiana - lui c'è. Poi altri ingaggi, esperienze, collaborazioni e tournée. Oggi Tedeschi continua a essere un punto di riferimento per tanti batteristi, e la sua storia meritava di essere scritta e conosciuta. Attraverso aneddoti, racconti e curiosità, questo libro disegna il percorso di un uomo che ha dedicato la sua vita alla musica, vivendo sempre in bilico tra grancassa e rullante."" -
Adriano e Celentano. Un po' artista, un po' uomo
Dal primo Festival del Rock and Roll, il 18 maggio 1957, all'ultimo disco inciso in coppia con Mina: questo libro racconta i sessant'anni di carriera di Adriano Celentano attraverso la sua imponente discografia. Nel volume sono analizzati tutti i suoi album (comprese le raccolte ufficiali) e spiegate tutte le canzoni. Autore e interprete di centinaia di brani, molti dei quali fanno parte del patrimonio musicale italiano dal dopoguerra a oggi, ma anche attore, regista, showman e predicatore, Celentano è senz'altro uno degli artisti italiani più prolifici e apprezzati, nonostante da più vent'anni le sue apparizioni si siano fatte sempre più rare. Primo a portare il rock dall'America sul finire degli anni Cinquanta, l'eterno molleggiato ha attraversato i decenni mantenendosi costantemente ai vertici del successo e della popolarità per oltre mezzo secolo. Questo libro è arricchito anche di interventi di alcuni personaggi dello spettacolo che in questi sessant'anni hanno lavorato con lui, oltre che di aneddoti e rarità, che ne fanno uno strumento indispensabile per ammiratori e collezionisti. Alcuni capitoli sono dedicati alla storia del Clan, la casa discografica che Celentano ha creato nel 1961 e che ancora oggi è la più longeva etichetta italiana indipendente, ai programmi televisivi che lo hanno visto protagonista come conduttore e ai messaggi che lo stesso Adriano ha lanciato attraverso le colonne dei più autorevoli quotidiani italiani. -
Come si scrive una canzone. Lezioni di composizione pop
Nel corso degli ultimi trent'anni il mercato editoriale, soprattutto anglosassone, ha visto una proliferazione di libri dedicati a una particolare attività musicale: lo scrivere canzoni. Sebbene non ancora in numero superiore ai manuali per i vari strumenti, questi testi si sono rivelati molto utili per avere un'infarinatura sui principali aspetti formali, le strategie narrative e la consapevolezza lessicale; nessuno di essi, però, si è rivelato un riferimento costante e durevole: primo, perché la pop song cambia abito a seconda delle stagioni; secondo, perché, sebbene tutti possano farlo, scrivere una canzone non è cosa semplice, né banale. Insegnare come si fa, poi, è difficilissimo. In Italia, invece, ci si è limitati a pochi libri, centrati esclusivamente sulla stesura di un testo, buoni per approfondire il discorso sulla metrica, sulla rima e sul verso. Ma non ci sarebbe canzone se i testi non poggiassero su una musica. E qui entra in gioco questo libro, che si schiera apertamente dalla parte della musica, e spiega quali sono gli elementi da conoscere, le tecniche da utilizzare, gli obiettivi da raggiungere. Un libro pieno di idee, nozioni, spunti, tecniche e umorismo. Leggibile anche da chi non ha una formazione teorica. -
Thegiornalisti. Roma, Pamplona, Riccione e altri lidi
Chi sono i Thegiornalisti? La band rivelazione del 2017 è sulle scene da quasi dieci anni, eppure prima del singolo ""Completamente"""" Tommaso Paradiso, Marco Antonio Musella e Marco Primavera erano conosciuti solo all'interno di una ristretta cerchia di fan. Il loro successo è arrivato gradualmente e ha portato con sé non poche polemiche: i tre sono partiti dai piccoli locali della capitale per arrivare ai palazzetti di tutta Italia, alla radio e alla televisione, raggiungendo quella fama che li ha portati a subire pesanti attacchi da parte dei fan storici. Questo libro è un viaggio alla scoperta della carriera e della vita dei tre musicisti romani, attraverso curiosità, aneddoti, critica musicale e tanta ironia. Si parlerà dell'amore in tutte le sue forme, dei mille modi per vivere la notte, dell'ansia presente nella vita e nei testi di Paradiso, della città eterna e degli anni Ottanta. Il percorso musicale dei Thegiornalisti è stato graduale e sempre in crescita: li ha portati ad avere all'attivo quattro album, concerti da migliaia di persone e un numero infinito di parodie. Un gruppo che è nato come indipendente, si è autoprodotto i primi due album e ha cercato in tutti i modi il successo, anche a costo di rivoluzionare la propria estetica, il proprio sound e le parole che lo accompagnano. Una band che ora viene definita da tutti pop, leggera e senza pretese, ma che è nata con tutta un'altra attitudine."" -
Levante. Caos dentro
Claudia Laguna, in arte Levante, è una cantautrice siciliana salita alla ribalta dopo il sorprendente successo di ""Alfonso"""". Nel giro di pochi anni, la giovane promessa del pop-rock italiano di stanza a Torino ha stregato una platea sempre più nutrita, forte di un incredibile dinamismo sul palco e di tre dischi prodotti dal 2014 al 2017 che le hanno garantito un posto di tutto rispetto tra le nuove leve cantautorali italiane, grazie a canzoni dotate di micidiali ganci melodici e insolenti refrain da cantare a squarciagola: chi non lo ha fatto con """"Non me ne frega niente"""" e """"Sei un pezzo di me"""", i singoli estratti dal suo fortunatissimo terzo album, """"Nel caos di stanze stupefacenti""""? """"Caos dentro"""" è l'analisi di un percorso musicale tutto italiano, balzato nel giro di poco tempo dall'anonimato indie al palcoscenico televisivo di X Factor. Storia, riferimenti, interpretazione dei testi, dinamiche social e considerazioni sparse su una folgorante carriera artistica che seduce e divide."" -
Ry Cooder. Il viaggiatore dei suoni
Ry Cooder, maestro indiscusso della chitarra bottleneck e slack key, del mandolino, del bouzouki e del banjo, è probabilmente lo strumentista più eclettico che il rock abbia mai prodotto. Ma la sua versatilità non si limita a un eccelso stile compositivo ed esecutivo. Cooder è anche scrittore, produttore, cantante, sessionman e autore di colonne sonore: su tutte quelle di Paris, Texas e del suo celebre progetto Buena Vista Social Club. Nessuno meglio di lui è riuscito ad addentrarsi nei molteplici linguaggi della musica popolare americana, dal folk al blues, dal rock'n'roll al tex-mex, passando per il rhythm'n'blues, il soul, il gospel, il cajun, il bluegrass, e avventurandosi con gusto e maestria anche nelle più svariate e variopinte musiche internazionali: l'africana, l'hawaiana, l'irlandese, la giapponese. Una leggenda vivente, uno dei pochi artisti di cui tutti, indistintamente, hanno un'opinione altissima. Questo omaggio al mitico chitarrista californiano è quello che si dice un libro definitivo, che oltre a una dettagliatissima biografia contiene le schede di tutti gli album e l'analisi delle collaborazioni, delle session e delle colonne sonore, nonché preziosi spartiti e tablature a uso dei tanti appassionati ammiratori della tecnica sopraffina di Mr Ryland Peter Cooder, al secolo Ry. -
Good vibrations. La storia dei Beach Boys
Tre fratelli (Brian, Dennis e Cari Wilson), un cugino (Mike Love) e un amico dei tempi del liceo (Al Jardine), uniti da un'innata passione per la musica e trascinati dall'estro di Brian Wilson, controverso, sofferente, rivoluzionario, timido, geniale, fra i più grandi musicisti del secolo scorso. Signori, ecco i Beach Boys, la più grande band d'America. Come su una tavola da surf, i quattro ragazzi hanno cavalcato le onde del successo e del fallimento a più riprese: dall'allegria di “Surfin' USA” passando per l'immensità di “Pet sounds” e il mistero mai svelato di SMILE, l'album che avrebbe dovuto cambiare la storia del rock e che invece non vide mai la luce. Mai diventati icona generazionale, ma band in continua evoluzione e involuzione, i Beach Boys hanno attraversato trionfi e cadute, risalite e clamorosi fallimenti, crisi mistiche e amicizie pericolose, dischi d'oro e battaglie legali, separazioni e ricongiungimenti. Questo è il primo libro scritto in Italia sui Beach Boys. Non semplicemente una storia di Brian Wilson e compagni, ma un vero e proprio tesoro di informazioni: tutto, ma proprio tutto, quello che avreste voluto sapere su concerti, dischi, libri, film, Dvd, con un corredo di notizie, curiosità, statistiche, una mappa turistica dei luoghi frequentati dai Beach Boys in gioventù, premi, riconoscimenti, riflessioni e narrazione. Una nota scritta di suo pugno da Brian Wilson e la prefazione del più grande storico della band, l'americano David Leaf, completano questa opera indispensabile per ogni serio appassionato di musica. Prefazione di David Leaf. -
In the court of the Crimson King
“In the court of the Crimson King” segna una forte discontinuità con la psichedelia e il blues revival, e le varie forme miste, popolari in Inghilterra verso la fine degli anni Sessanta. Supera cliché estetici e filosofici ormai in crisi e inaugura una nuova era del rock non solo per mezzo di strumenti mai utilizzati prima come il mellotron, ma anche con sonorità e stilemi del tutto originali come quelli della chitarra elettrica di Fripp o del sax di McDonald. I King Crimson decidono di non abbeverarsi più al pozzo della musica americana, ma di attingere alla musica colta europea, al jazz e al folk con tutte le sue suggestioni medievali. In questa monografia dedicata a ”In the court of the Crimson King”. Staiti ripercorre anno dopo anno, aneddoto dopo aneddoto, le vicende umane e artistiche dei cinque componenti originari della band fino alla nascita dei King Crimson, alla registrazione del disco e al tour americano che provoca lo scioglimento di quella incredibile band dopo soli nove mesi. Tuttavia, soprattutto grazie a Robert Fripp, i King Crimson - pur con diversi cambi di organico e di direzione musicale - hanno continuato fino ai nostri giorni a influenzare la scena internazionale. Nel libro anche un'intervista esclusiva rilasciata da Jakko Jakszyk - secondo chitarrista e cantate degli attuali King Crimson - e il racconto dell'ottava incarnazione della band che ripropone i brani dal primo album mai più suonati in concerto fin dal 1969. -
Shine on... you, crazy diamond. Viaggio virtuale all'interno di un emblema pinkfloydiano
"Shine on you crazy diamond"""", considerato da molti sostenitori e critici uno dei capolavori musicali degli ultimi quarant'anni, rappresenta senza dubbio un capitolo a sé stante all'interno del vasto panorama discografico dei Pink Floyd. Il brano rappresenta uno struggente, anche se indiretto, omaggio all'ex componente che fu il primo vero compositore dei pezzi originali del gruppo, ovvero il geniale Syd Barrett, diamante pazzo. La lunga suite si apre con un celeberrimo motivo di appena quattro note, definite “Syd's Theme”, che hanno costituito un pezzo di storia della popular music di tutto il pianeta. Pianeta in senso fisico, perché esse hanno poi attraversato nei decenni tutte le aree geografiche del mondo in senso trasversale, tramite dischi, libri, concerti, tv, onde radio e rete. Attraverso una minuziosa analisi armonico-melodica delle parti in cui è suddivisa la suite (I-V e VI-IX), raccontata in forma di viaggio virtuale, questo lavoro vuole testimoniare quanto l'estro compositivo dei Pink Floyd sia stato in grado di accogliere, al suo interno, elementi poi rivelatisi decisivi per il patrimonio stilistico della musica successiva. Uno stimolante spunto di approfondimento per chitarristi e musicisti di ogni genere, studenti impegnati o professionisti. Uno strumento anche utile per uno studio e soprattutto un'esecuzione musicale più consapevoli e meno prettamente imitativi, come invece spesso accade. Una lettura, infine, che, pur contenendo diversi passaggi tecnicamente più complessi, è destinata anche al lettore appassionato ma non musicista, permettendogli di scoprire più da vicino l'immenso e affascinante, quanto complesso, “mondo parallelo” che si cela dietro tutto ciò che si ascolta ogni giorno." -
La musica, per me. Come funziona la musica? Rispondono 50 artisti italiani
«Quesito senza risposta, piuttosto miriadi d'intepretazioni differenti, tante quante le sensibilità che abitano questa terra.» - Barbara Santi, Rumorernrn«Sarebbe troppo lungo elencare tutti i cinquanta nomi degli intervistati, che compaiono nel libro in ordine alfabetico, da Manuel Agnelli a Tommaso “Piotta” Zanello. A unificare il tutto le utili schede introduttive su ogni artista stilate dall’autore.» - Franco Zanetti, Rockolrnrn«""La musica, per me”, in ultima analisi, resta uno “zibaldone dei pensieri” di chi ha trovato nella musica la sua ragione professionale e/o esistenziale.» - Libera Capozucca, RockitrnrnrnrnrnL'idea del libro nasce all'indomani della lettura di """"Come funziona la musica"""" di David Byrne, importante opera di analisi sociale, antropologica, tecnica, statistica e personale del magico quanto complesso mondo dei suoni e delle parole. Da questo incontro l'autore prende spunto per trasformare quell'affermazione in un quesito: Come funziona la musica? Una domanda che ha rivolto a musicisti, compositori e cantautori della scena italiana con esperienze, visioni e percorsi diversi, Mainstream, alternativi o indipendenti, tutti hanno disquisito sulla funzione (e sul funzionamento) della musica, in un momento storico in cui il mercato discografico e l'approccio all'ascolto sono mutati profondamente. A ognuno degli intervistati è stato chiesto come funzioni la musica oggi e quali siano le prospettive, soprattutto in Italia, per chi ha già intrapreso questo mestiere e per chi si appresta a farlo. Sempre che si tratti di un mestiere. Un quesito che ha lasciato ampia libertà di risposta, tant'è che ognuno degli interpellati ha incanalato il proprio discorso secondo l'aspetto contingente che più gli stava a cuore. Spesso sono pensieri chiari e ben argomentati, più o meno lunghi, altre volte sono concisi e disincantati se non addirittura criptici, ma in ogni caso sono tutti in grado di lasciare un segno. """"La musica, per me"""" è un collage di opinioni e riflessioni che mettono in luce il vissuto, la sensibilità e la passione di chi della musica ha fatto o tenta di fare un lavoro, un mestiere, un hobby o un semplice stimolo di vita."" -
L'inferno di Bob Dylan. Il dialogo con Dante nell'opera del Bardo di Duluth
L'Inferno di Bob Dylan è un'originale e audace rilettura della prima cantica dantesca accompagnata da una colonna sonora d'eccezione: dieci canzoni del Premio Nobel per la Letteratura 2016. Cosa c'entra Bob Dylan con il nostro più grande Poeta? Qual è il senso di una discesa ad inferos attraverso American songs? Tutto comincia nel 1975, con Blood on the tracks. Il sangue sulle tracce di quel disco affiora da eterne lacerazioni, dall'ombra in cui si trovano anime dannate, luoghi desolati, avarizia, gola, invidia, lussuria... Confrontando cosa dicono i personaggi di Dante con alcuni versi delle canzoni di Dylan si evince che le stesse insidie, le stesse malvage intenzioni abitano gli uomini di ogni tempo e luogo. Per questo motivo dall'Inferno continua a risuonare la vera Poesia che ricorda con rabbia alcuni dei princìpi universali troppo spesso, colpevolmente, dimenticati. Dante in questo senso è attuale come Dylan, e Dylan è profondo come Dante. I due grandi autori sono accomunati da una voce poetica possente, poderosa, che si rivolge direttamente a ogni singolo individuo. Questo libro invita alloro ascolto. -
David Bowie. Fantastic voyage. Testi commentati
La notte del 10 gennaio 2016 la stella del rock registrata all'anagrafe come David Jones e nota al mondo come David Bowie ha concluso la sua orbita terrena e la sua luce ha repentinamente smesso di brillare, con uno di quei coup de théâtre di cui è sempre stato maestro indiscusso. Nulla era trapelato della sua battaglia - ormai evidentemente perduta — con il cancro, che lo aveva assalito nell'estate del 2014. “Blackstar”, suo 28° album di studio uscito due giorni prima della scomparsa, ha immediatamente assunto una luce diversa, si è rivelato per quello che in definitiva è: un testamento, l'ultimo atto di un uomo (prima ancora che un artista) che sta lottando disperatamente con la malattia ma sa di aver già perso la battaglia. Bowie è stato — è, e resterà - uno dei grandi padri di quella che taluni chiamano musica rock, e altri preferiscono definire più ecumenicamente pop. In cinquant’anni di carriera ha attraversato (quasi) tutti i generi e alcuni ha contribuito a crearli. Musica potente, contrassegnata da testi talora misteriosi e di ardua decifrabilità. Del resto, lui è sempre stato un maestro nel mandarti fuori strada, disseminando nei suoi testi molteplici riferimenti e facendo ampio uso della tecnica del «cut-up» di ispirazione burroughsiana. Esiste però una continuità di fondo nell'opera di Bowie e, come egli stesso ha ammesso, «in fondo alla fine ricorrono sempre gli stessi temi, che poi sono i miei interessi». Non può che essere questo, pertanto, il punto di partenza per «decodificare» le liriche di un artista che ha saputo dare una brillante forma artistica ed estetica alle proprie ansie e ai propri travagli esistenziali. Questi, a sua volta, erano i medesimi conflitti vissuti dai suoi fan; e Bowie, in tutti questi anni, non ha mai smesso - e non smetterà mai, nemmeno dopo la morte - di offrir loro quel conforto riassumibile nel metaforico abbraccio con cui concludeva i concerti degli anni Settanta: «You're not alone!».