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Liberté. Sguardi francesi sull'unità italiana. 1859-1861
Il rapporto con la Francia è stato centrale nell'ultima fase del Risorgimento. In questo libro l'autore rintraccia le principali linee della politica di Napoleone III nei confronti del regno di Sardegna nel periodo cruciale 1859-1861, ma soprattutto cerca di spiegare come la propaganda bonapartista giocò un ruolo chiave nella preparazione della Campagne d'Italie fino alle fasi conclusive del processo unitario. Un nutrito numero di scrittori, autori di saggi e pampleth, pubblicisti - tra cui spiccano nomi come G. Sand, V. Hugo, ma anche il giornalista-patriota siciliano Giacinto Carini direttore di una rivista franco-italiana - incoraggiavano l'appoggio francese, ispirando un clima di generale entusiasmo nell'opinione pubblica. Il ricco corredo iconografico che accompagna queste pagine rivela come un buon numero di disegnatori, illustratori e fotografi contribuirono appieno a questo imponente sforzo propagandistico, diffondendo, con la loro immediatezza, le immagini degli eventi politici e militari, attraverso le pagine delle riviste illustrate dell'epoca. Questo clima entusiastico raggiunge naturalmente il suo apice durante la spedizione dei Mille, quando un piccolo esercito di corrispondenti e disegnatori francesi, guidati da Alexandre Dumas e Gustave Le Gray, uno dei più grandi fotografi dell'epoca, seguono Garibaldi, diffondendo la sua epopea ben oltre i confini franco-italiani. -
Giugurta
La tragedia ""Giugurta"""" (1808) di Michele D'Anna (Cefalù, 1760 circa - Palermo, 1810), ispirata al """"Bellum Iugurthinum"""" di Sallustio, verte sul tema della corruzione politica. Il personaggio eponimo, ormai incontrastato re di Numidia dopo l'uccisione del rivale Aderbale, viene infatti convocato a Roma per svelare i nomi degli oligarchi da lui comprati con l'oro negli anni precedenti, ma, nella speranza di tornare illeso in patria, non cessa di ricoprire di danaro consoli e senatori. Solo il tribuno Caio Memmio sembra opporsi a tale mercimonio pronunciando nel foro un'infuocata orazione che rappresenta non solo uno spietato atto d'accusa contro il degrado morale della nobiltà, ma anche un incitamento alla plebe a prendere coscienza delle insidie e dei tradimenti orditi contro la patria e a reagire alle malversazioni e ai soprusi compiuti ai suoi stessi danni. Manifesto delle istanze liberali e riformatrici di ascendenza francese del poeta siciliano, l'opera non sposa tuttavia una prospettiva autenticamente rivoluzionaria, professando piuttosto un liberalismo moderato di stampo girondino aperto alla speranza di un riscatto delle classi popolari e di un loro coinvolgimento in un processo politico di rinnovamento sociale."" -
Tetris oscuro
Non esiste il concetto astratto di amico o nemico, non vi è alcun limite ci sono attori che recitano nella vita, assopiti dall'illusione del consumismo, ci sono reietti societari che non hanno alcuna influenza produttiva e ci sono funamboli che per le loro caratteristiche singolari decidono di combattere. -
Don Tuno. Il signore dei corpi astrali
È la testimonianza della conversazione tra l'autore e il Tuno, stregone di un tranquillo villaggio del Perù. Tra cerimonie magiche, incursioni notturne e piante officinali, il libro ci narra del San Pedro, il cactus ""con le chiavi del Cielo"""" che abbonda nei deserti Peruviani."" -
Geometria dell'architettura militare. Francesco I d'Este e la Cittadella di Modena
Francesco I d'Este architetto. Architetto, poiché artefice nodale della Cittadella di Modena, in grado di riformulare la dialettica progettuale tra il principe del Rinascimento e l'ingegnere-architetto. Impresa tra le più significanti del Seicento europeo, la vicenda modenese palesa la centralità di Francesco e la sostanziale subalternità degli ingegneri militari in essa coinvolti. Disegni e documenti d'archivio inediti sulla Cittadella riaffermano l'essenza dell'architettura militare, pura struttura geometrica aliena dai canonici ordini classici. Cittadella che, come il Palazzo Ducale, diviene riferimento primario nell'ampliamento modenese attuato all'interno della linea magistrale cinquecentesca della quale il Seicento preservava l'angolo rientrante di Jacopo Seghizzi. Quanto inoltre emerge dall'ampia appendice documentale dove i progetti di Antonio e Francesco Vacchi, Carlo di Castellamonte, Nicolino Candido, Gasparo Vigarani, suggerendo nuove angolazioni interpretative, interagiscono con i testi di trattatisti quali Francesco de' Marchi, Pompeo Robutti, Raimondo Montecuccoli, Guarino Guarini, Luigi Ferdinando Marsili. -
Impresa, rendita, finanza e le loro ambigue pregiudiziali ideologiche
Uno dei compiti della politica dovrebbe essere quello di fare chiarezza in tutti i campi, compreso quello della rendita. Anche se talvolta l'assenza di chiarezza finisce con l'essere apprezzata proprio dalla politica quale condizione non completamente negativa, perché può egregiamente servire da nascondiglio in cui occultarvi le proprie inefficienze. Non si scopre nulla di nuovo quando si afferma che l'economia è assoggettata al primato della finanza. Se esaminiamo i significati di produzione e di finanza, troviamo che tra essi si stabilisce una gerarchia funzionale consistente in un adeguamento della finanza al processo produttivo. Cos'è e cosa rappresenta la finanza in questo processo? Essa diviene il potere di attivare o non attivare il predetto processo. E può farlo con potestà assoluta perché dispone del capitale monetario necessario e non è condizionata da null'altro che non sia la propria convenienza economica. -
Architetture vasariane
A fronte di tanti, inutili, insipienti commenti riguardanti l'architettura del complesso degli Uffizi, piace qui proporre, di tale realizzazione vasariana, la sostanziale lettura morfologica delineata dall'architetto Giovanni Michelucci in un inedito scritto del 1945: ""La fabbrica vasariana degli Uffizi che è a lato del Palazzo Vecchio, lunga, stretta, alta, e che costituisce due quinte al palazzo stesso, inquadra sapientemente la torre e ne accentua il gioioso slancio. Questa fabbrica, cioè, è collegata al Palazzo Vecchio nei volumi, nella disposizione planimetrica e nella plastica architettonica; collegata nel senso che le due opere, gli Uffizi e il Palazzo Vecchio, si valorizzano a vicenda. Il risultato artistico degli Uffizi si deve al suo tracciato, ai suoi volumi, ma anche alla sua plastica, la quale anzich imitare quella di Palazzo Vecchio, che è chiusa come un solo blocco di pietra qua e là scavata, è invece aperta, ritmata tutta sui vuoti del portico al piano terra e della loggia vetrata all'ultimo piano""""."" -
Firenze e Rosai. La città e il suo pittore
Rosai è il pittore di Firenze [...]; il suo linguaggio infatti, profondamente consapevole della lezione dei quattrocenteschi maestri fiorentini, fin dalle sue prime manifestazioni ci appare indissolubilmente legato ad un ambiente, ci appare una sorta di esatta ricreazione poetica di quel mondo del quale l'artista ha sentito l'esigenza di fare la propria unica realtà. -
La goliardia in Toscana dal XIX al XX secolo. Editamus igitur
Se da un lato potrebbe sembrare strano che una biblioteca storica di origine settecentesca apra le sue porte per ospitare una mostra sulla goliardia, su quanto di più 'irriverente' e 'dissacrante' si lega al mondo universitario, dall'altro proprio perché da sempre la Marucelliana si è offerta agli studenti quale importante punto di ritrovo e di studio, crocevia di giovani menti applicate ai più diversi indirizzi (e ben prima della nascita delle attuali moderne biblioteche universitarie), non appaia disdicevole che si conceda il lusso ed il piacere di documentare, con 'sottile' divertimento, quanto la goliardia abbia connotato la vita cittadina fiorentina e non, e quanto si sia prodotto editorialmente parlando sotto l'egida di Bacco, Tabacco e Venere. -
Progettare la luce
Progettare con la luce significa recuperare la memoria storica, significa osservare, ri-vedere ri-leggere, re-interpretare con gli ""occhi"""" del sapere e del pensiero scientifico che oggi ci possiamo permettere; dunque anche saper vedere e leggerele soluzioni tecniche ed impiantistiche presenti ed utilizzate o proponibili negli edifici. Significa utilizzare una lettura filologica degli spazi in modo che la luce possa restituire a questi il loro valore culturale, storico-architettonico e percettivo. Attraverso alcuni esempi pratici progettuali il volume fornisce, inoltre, delleindicazioni di come sia possibile progettare la luce e con la luce."" -
Firenze e la riscoperta delle Americhe
Se a Colombo deve attribuirsi l'""idea"""" e la realizzazione del """"buscar ellevante por el poniente"""", certamente un grosso supporto scientifico all'idea e un sostegno politico, gli fu dato da Paolo del Pozzo Toscanelli, nato a Firenze nel 1397, con il suo famoso planisfero che dimostrava la possibilità di raggiungere per mare i luoghi di approvvigionamento delle spezie, le Indie, navigando per occidente. La perseveranza di Colombo trovò lo """"sponsor"""" nella regina Isabella di Spagna; ma il supporto scientifico dell'idea gli venne fornito da Paolo del Pozzo Toscanelli, con il famoso planisfero che dimostrava la possibilità di raggiungere per mare il Cipango (Giappone) e quindi le Indie navigando per occidente."" -
Simboli e costellazioni. Il mistero di palazzo Schifanoia. Il codice astronomico degli Estensi
La sala delle costellazioni di Palazzo Schifanoia a Ferrara costituisce uno dei più grandi misteri della storia dell'arte e si configura come un sistema simbolico indicativo di un preciso episodio storico: la data d'investitura che segna l'ascesa del duca Borso d'Este e il suo viaggio trionfale nelle terre del ducato. La teoria presentata nel volume propone una nuova lettura degli affreschi, vista nel solco della tradizione rinascimentale delle rappresentazioni celesti, per la quale date ed eventi particolarmente importanti per i signori dell'epoca venivano impressi a futura memoria. -
Architetture per il culto cattolico
"Il pensiero religioso, al di là di ogni religione storica rivelata, è connaturato nell'uomo né più né meno dell'attitudine scientifica, artistica, economica. È un elemento fondamentale delle comunità. Per questo l'edificio religioso è uno spazio pubblico che non appartiene solo al gruppo dei fedeli legati ad una religione rivelata, appartiene alla città"""". Lo studio delle architetture liturgiche trova elementi interpretativi fondamentali nell'analisi della disposizione dei fedeli. La forma dell'edificio, la forma dell'assemblea e il suo orientamento non necessariamente, infatti, coincidono: solo accurate fonti descrittive o iconografiche possono testimoniare l'effettiva fruizione celebrativa dell'architettura." -
Giardini e labirinti
L'immagine del labirinto appare intrisa di sacralità e di mistero fin dalla più remota antichità. Il labirinto presenta una doppia valenza in quanto permette o impedisce l'accesso ad un luogo nel quale non a tutti è dato penetrarvi, ma solo a coloro che sono ammessi all'iniziazione. Il labirinto è un'allegoria della Grande Opera alchemica con le sue difficoltà: quella trovare la strada per raggiungere il centro, ma anche quella per uscirne, il classico filo di Arianna che riconduce Teseo in salvo fuori dai meandri del dedalo di Cnosso. Ma se le chiavi di lettura del giardino sono le misteriose armonie del congiungersi dell'anima con la natura, il labirinto trova la sua ragion d'essere proprio nel verde apparato, dove la natura, appositamente predisposta e sintonizzata con le frequenze dell'anima, entra in contatto con la nostra profonda essenza. -
Donne e giardino nel mondo islamico
Fin dai suoi albori, la civiltà musulmana si preoccupa di ""islamizzare"""" ogni aspetto della vita pubblica e privata, compresi gli spazi. L'etica islamica prevede che pubblico e privato siano rigidamente separati, e tale concezione si riflette immediatamente sulla casa d'abitazione, difesa da mura che celino gli abitanti da sguardi esterni, proteggendo la privacy familiare. La vita dei residenti è rivolta all'interno, dove, dopo l'ingresso principale, si apre un cortile attorno al quale si svolgono le attività familiari. Il cortile-giardino, s'arricchisce di alberi, piante, fontanelle o addirittura vasche (tipiche quelle in Iran e nel sub continente indiano), recipienti in metallo o marmo, gabbie per gli uccellini, e spesso si avvale della bellezza dei delicati intarsi nel legno che contorna le finestre degli ambienti affacciantisi sul cortile stesso o aggettantisi sulla strada esterna. E così che, al posto delle finestre comunemente intese, nascono vere e proprie costruzioni articolate (mashrabiya), delicatamente intagliate nel legno, che consentono alle donne di vedere fuori senza essere viste dagli estranei."" -
Firenze 1944-1950
"Questo libro è un risalire con la memoria all'agosto 1944 quando i fiorentini e la loro città iniziarono a riprendere la strada verso la speranza e la libertà. Con una ricerca di riferimenti storici, l'autore Piero Batignani ha eseguito per la sua città un'analisi puntuale che partendo dai giorni nell'emergenza, giunge poi a rievocare le fasi che avrebbero visto Firenze riprendere progressivamente il cammino verso il livello di splendore che la storia le ha assegnato.""""" -
Fumetti e dintorni. Editori e illustratori a Firenze negli anni trenta
Firenze, dicembre 1932: la casa editrice Nerbini pubblica il primo numero di ""Topolino"""", dando l'avvio all'era dei fumetti moderni in Italia. Poco prima la Fiera Internazionale del Libro e la II Mostra Nazionale del Libro per il Fanciullo avevano presentato al pubblico nuove leve di illustratori, destinate ad affiancare quelle della vecchia generazione. Due anni dopo, con """"L'Avventuroso"""", la Nerbini si pone all'avanguardia di una nuova editoria per ragazzi, rivoluzionaria nei contenuti e nelle forme. Per affiancare Alex Raymond e colleghi sulle pagine dei suoi settimanali, l'editore fiorentino mette insieme una squadra fatta di vecchie e nuove firme dell'illustrazione italiana. Tra loro ci sono disegnatori del calibro di Giove Toppi, Gaetano Vitelli, Antonio Burattini (Buriko) ed Enrico Novelli (Yambo). Nel corso degli anni Trenta le matite fiorentine contribuiscono alla creazione di un nuovo universo iconografico, immaginario e originale."" -
«Il muro del pianto». L'Elba racconta
Il libro prende spunto dalla storia di Ivo, uno degli 810 mila internati militari italiani che dopo l'8 settembre 1943 vengono deportati in Germania. Oltre 50 mila non ritorneranno in Italia. La mancanza di braccia tedesche, tutti gli uomini impegnati in guerra, fa sì che militari italiani vengano impiegati chi negli stabilimenti a produrre armi, chi in altre attività. Ivo farà l'aiuto fornaio a Breslavia, oggi capitale della Slesia, dove conoscerà una ragazza Marlene che porterà con sé, una volta liberato dalle forze Alleate, tra mille difficoltà, e diventerà sua moglie. La sua vita si svolge tra difficoltà inimmaginabili. Al lavoro durissimo nelle miniere elbane alterna nel tempo libero la caccia, e la pesca, specie ""a traina"""", diventando un vero """"maestro"""". La sua bravura gli consentirà di """"arrotondare"""" la magra paga di minatore che non basta mai. Il rapporto col nipotino, Angelo, """"il Capitano"""" è molto forte. Nel crescere """"il Capitano"""" diventa l'amico, il compagno fisso di bellissime avventure di pesca, a cui trasmettere """"trucchi"""" ed esperienza. Trucchi ed esperienza che vedranno nel """"muro del pianto"""", un muretto fare da panchina abituale ai pescatori amatoriali."" -
Toscana. Storie d'amore d'altri tempi
Toscana - Storie d'amore d'altri tempi è una ricerca storica e documentata che raccoglie e racconta 18 storie d'amore nate nei luoghi più belli e suggestivi della sua terra. I protagonisti non sono solo gli innamorati, ma anche il tempo e le città che hanno visto e vissuto lo svolgersi di quelle vicende. E dunque sapremo qualcosa di più e di diverso su Dante e Beatrice, Paolo e Ilaria, Giuliano e Simonetta, Filippo e Lucrezia, Francesco e Lisa... Nomi illustri o, in un primo momento, sconosciuti, e che poi riconosceremo o diventeranno familiari, che ci faranno rivivere il batticuore, le gioie e i dolori del loro amore. -
Il liberty. Architettura e arti figurative
In un ""pellegrinaggio d'amore"""" Carlo Cresti ripercorre, con questa antologia di scritti, le tappe del suo quarantennale, appassionato impegno di ricerca e di studio finalizzato alla valorizzazione dei significati di una feconda stagione di cultura e di arte: la stagione del Liberty.""