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L' ultimo vagabondo americano
L'ultimo vagabondo americano raccoglie una serie di racconti uniti da un tema comune: il viaggio. Attraverso gli USA da un oceano all'altro, tra Messico e Marocco, Parigi e Londra, Kerouac racconta tutta l'emozione e la bellezza di una vita ""on the road"""": in piedi su una locomotiva che sfreccia tra deserti coperti di cactus, ebbro d'oppio a un combattimento di tori, in meditazione sui tetti assolati di Tangeri. O semplicemente innamorato di Montmartre e della sua bianca basilica. In ogni situazione il profeta della Beat Generation scopre l'immensa varietà del mondo e della natura umana, e la canta in una prosa che è pura poesia."" -
La leggenda di Duluoz
"La mia opera è composta di un unico vasto libro"""" scrisse Jack Kerouac verso la fine della sua vita. Tutti i romanzi che avevano fatto di lui una figura mitica della Beat Generation erano ai suoi occhi altrettanti capitoli di un grande libro finale che si sarebbe intitolato """"La leggenda di Duluoz"""". Questo volume, progettato da Kerouac poco prima della morte, contiene l'essenza della sua opera narrativa e rivela il complesso disegno che sta dietro le singole opere. """"La leggenda di Duluoz"""" è la storia definitiva, dall'infanzia alla maturità, di quello straordinario personaggio, per metà reale e per metà letterario, che Kerouac mise in scena nella vita e nei libri durante i brevi, intensi decenni della sua esistenza." -
Retorica. Testo greco a fronte
Della retorica Aristotele affronta in questo trattato sia l'aspetto teorico sia quello pratico. Da un lato la esamina – come fa per le altre discipline oggetto dei suoi studi – con spirito scientifico, cercando di determinare e di spiegare logicamente le leggi che stanno dietro ai fenomeni; dall'altro fornisce all'oratore una serie di consigli tecnici. Di questa arte della persuasione vengono trattati quindi tutti gli aspetti: dalla logica all'uso delle metafore e dei motti di spirito, dallo stile del discorso ai modi per determinare negli ascoltatori gli atteggiamenti e gli stati d'animo più favorevoli.Introduzione di Franco Montanari. Testo critico, traduzione e note a cura di Marco Dorati. -
Dopo il pescecane
Un consigliere delegato, un primario ospedaliero, un aspirante mafioso, uno scippatore, un ufologo, persino la Lucia manzoniana... sono solo alcuni tra i protagonisti dei diciassette racconti che compongono questa raccolta, pubblicata nel 1979. Scritti tutti, tranne uno, in prima persona, essi narrano - come chiarisce l'autore - ""situazioni e storie e personaggi che spesso esulano dalla comune esperienza"""". Come di consueto, Malerba fa della scrittura un'arma per creare paradossi, per allarmare il lettore e ottenere un effetto comico: un comico dissacrante, esplosivo, talora orrorifico, che rende """"Dopo il pescecane"""" un libro """"strano"""", inquieto e inquietante, ma capace di accendere il pensiero con lampi di profonde intuizioni. E soprattutto con inestinguibili interrogativi sul mondo e sull'uomo."" -
Cent'anni da leoni
Come conciliare i principi di una vita sana con la nostra quotidianità, fatta di spuntini veloci, scarsa attività fisica, stress da multitasking, intossicazione digitale, aperitivi alcolici, cene fuori con gli amici e nottate da leoni? rnrnCom’è realisticamente possibile condurre una vita tra cene e aperitivi, stress, deliri da multitasking e intossicazioni digitali, e conservarsi in salute non rinunciando a nulla? È vero che si può vivere in stile rock’n’roll senza lasciarci le penne?rnrnBasandosi sui risultati dei più recenti e attendibili studi scientifici, Paolo Soffientini, ricercatore IFOM – centro di ricerca dedicato allo studio dei meccanismi molecolari alla base della formazione e dello sviluppo dei tumori, fondato da FIRC e AIRC – svela quali sono le regole da seguire e le buone pratiche da introdurre per vivere in modo sano senza però rinunciare alla socialità e ai piaceri della vita. Passando in rassegna diversi stili di vita, Soffientini ci spiega perché le cose che amiamo possono farci del male e ci indica in che modo possiamo toglierci di dosso alcune vecchie abitudini sbagliate. Ci mostra quali sono i limiti scientificamente tollerabili dal nostro organismo per ogni sostanza con cui interagiamo, volontariamente o meno, delineando il confine tra il giusto e il troppo. E, quando non si può fare a meno di peccare, propone di adottare una ""dieta di compensazione"""" compatibile con la vita reale, da pianificare su un arco di tempo che non si limiti al singolo pasto ma ai giorni precedenti e seguenti: un'organizzazione settimanale che prevede alcuni accorgimenti, di cui godremo gli effetti quando, inevitabilmente, ci capiterà di cedere alle tentazioni. Potremo così toglierci qualche sfizio quando si presenta l'occasione, tranquilli di poterlo compensare al meglio senza preoccupazioni."" -
Questi sono i Nomadi e io sono Beppe Carletti
Novellara. Ago. Banda. Balera. Musica. Dopoguerra. Fisarmonica. Alberto Salerno. Io vagabondo. Francesco Guccini. Cantagiro. Morte. Concerti. Fiorello. Mogol. Festival di Sanremo. Premio Augusto Daolio. Nico e i Gabbiani. Io voglio vivere. Discoteche. Masone. Popolo nomade. Beppe Carletti festeggia i suoi cinquantacinque anni di carriera facendo riaffiorare alla mente tutte le cose - le belle e le brutte - che hanno segnato la storia della leggendaria band che si chiama Nomadi. Lo fa in questo libro come gli succede di solito: finito il concerto, mettendosi alla guida dell'automobile verso casa e infilando la marcia dei ricordi fra un caffè all'autogrill e il sorpasso di un camion. Come sempre, come ogni singolo giorno da quel 7 ottobre 1992, non è solo. Dall'altra parte dei suoi pensieri silenziosi c'è Ago, il suo migliore amico, il suo frontman, l'artista curioso e gentile dalla voce di tuono, l'altro sempre nomade. È con lui che Carletti dialoga, pensa e si sfoga, rivivendo gli inizi nei clamorosi anni Sessanta, quelli con i ""capelli che portiam"""" in cui Dio pareva essere morto, fino ai giorni odierni. In questo dialogo notturno Carletti parla delle origini dei sogni, della gavetta, del successo. Poi della morte di Daolio e del tempo delle scelte: dare o non dare una seconda vita ai Nomadi? Venticinque anni dopo, migliaia di concerti dopo, centinaia di canzoni dopo, la domanda appare pleonastica. Ma in quelle settimane di lutto e smarrimento non lo fu per niente. Tante persone, a partire da Rosanna, compagna di Augusto, erano per chiuderla. Ma per fortuna e per cocciutaggine Beppe Carletti pensò che il modo migliore per onorare il sogno di due ragazzi di campagna era proprio quello di continuare. A oggi sono ventitré i musicisti che si sono avvicendati agli strumenti e ai microfoni della band, diventando, come per magia, Nomadi dentro. Carletti ripercorre con grande intimità la vera storia della band e si toglie dalle scarpe una serie di sassolini sulle vere ragioni della rottura con Umbi Maggi, Cristiano Turato e Danilo Sacco. Perché questi sono i Nomadi e lui è Beppe Carletti, sempre e ininterrottamente nomade da cinquantacinque anni."" -
Vita di Pi
Sopravvivere a un naufragio. Il coraggio di restare umani. Prefazione di Mario Desiati.rnrn«Un romanzo intenso, una delle storie più potenti di questi anni, una parabola che mette un ragazzo a confronto con alcune delle più stupefacenti esperienze che si possano immaginare nella vita di un uomo: naufragare e salvarsi. Piscine Molitor Patel, detto da tutti Pi, non è un supereroe, ma uno di noi. Uno che le cose le vede per come sono, uno che ama gli animali e guarda il mare, poi lo attraversa con innocenza, poi con terrore, poi con fiducia» – dalla prefazione di Mario DesiatirnrnIl naufragio di Piscine Molitor Patei, un ragazzo indiano chiamato da tutti Pi, e quattro insoliti compagni di viaggio – una zebra ferita, un orango, una iena e una tigre – si trasforma in un'avventura sospesa tra realtà e magia. La sfida del protagonista sarà la sopravvivenza nonostante la sete, la fame, gli squali e la furia del mare. Un libro unico, un po' romanzo d'avventura e un po' favola surreale dall'inattesa anima nera. Età di lettura: da 12 anni. -
Il libro degli schizzi
Nell'agosto del 1952 Kerouac iniziò la stesura di un poema in prosa che lo impegnò per circa due anni: sulle pagine di un piccolo taccuino che portava sempre con sé ha registrato annotazioni di viaggio, osservazioni, meditazioni sull'arte e sulla vita lungo un percorso attraverso l'America fino in Messico e ritorno. Riempì quindici quaderni e nel 1957 diede la sistemazione finale al testo in un dattiloscritto, pubblicato ora per la prima volta in Italia: il ""Libro degli schizzi""""."" -
Il codice di Perelà. Romanzo futurista
Al ""Codice di Perelà"""", «favola aerea», «punto più elevato» della sua fantasia, Palazzeschi fu fedele per tutta la vita. Ne ha lasciate infatti ben cinque redazioni, che corrispondono a rivisitazioni e rielaborazioni legate a diversi momenti della sua carriera di scrittore. """"Il Codice di Perelà"""" viene qui proposto secondo il testo della prima edizione, del 1911, definito fin dalla copertina come «romanzo futurista». Alla temperie futurista, alla giovinezza dell'autore che lo scrisse ventiseienne e agli anni fervidissimi di inizio secolo rimandano numerosi elementi del testo, a partire dalla dedica, irriverente e al contempo delicatamente evocatrice di serate turbolente."" -
Una domanda di matrimonio
Una storia d'amore bizzarra, durata in silenzio per una vita e conclusa con una domanda di matrimonio in un cimitero. Una storia di fedeltà ai propri sentimenti, ma anche di infatuazioni e lacerazioni mai sopite in cui, ancora una volta, Saul Bellow dà vita a un gruppo di straordinari personaggi, figli di un'America ""ipercivilizzata"""" in cui si esprime il disordine della nostra epoca. A cominciare dal protagonista e narratore Harry Trellman. Un osservatore di prima classe che """"trova piacere nell'osservare i comportamenti e le motivazioni della gente"""". E dalla donna da lui amata, con cui scopre di aver sempre avuto, senza mai riuscire a comunicargliela, un'intensa reale """"affinità""""."" -
Una manciata di more
Una contrada fuori mano dell'Italia meridionale. I mutamenti politici, l'indomani dell'ultima guerra, vi acquistano un'evidenza esemplare, suscitando le medesime illusioni e paure che altrove. Ma dopo tutto, dice Silone, le relazioni fra gli uomini rimasero le antiche. Contadini e pastori, vecchi proprietari in concorrenza con gli arricchiti del mercato nero, funzionari dei nuovi apparati e, fra gli altri, un gruppo di uomini onesti, di varia origine e formazione, restii a falsificare in termini di potere e di sopraffazione la loro spontaneità umana, a tradire i propri moti di istintiva solidarietà. Ne nasce un tono patetico, commosso e, in fin dei conti, schiettamente utopistico. Benché la persecuzione finisca per prevalere, nella narrazione la speranza si salva, grazie a una risorsa che unisce alla concretezza dell'umile fatto di cronaca il valore del mito. -
L' iniziazione
Chicago, 1933. Louie, diciassettenne introverso nel quale sono riconoscibili i tratti dell'autore, un pomeriggio si ritrova nello studio medico del cognato, dove si imbatte per caso in una bella donna nuda, sdraiata sul lettino. Attirato ""come un'ape"""" dal """"miele sessuale"""" di quel corpo, Louie raccoglie l'invito della sconosciuta e l'accompagna a casa, diviso tra eccitazione e timore. Inizia così la sua breve e comica avventura, destinata a volgere al tragico: in quelle stesse ore, infatti, a casa, la madre del ragazzo sta morendo. Dopo cinquant'anni Louie rievoca quell'episodio a beneficio del figlio, cui consegna questo antico emozionante ricordo come """"una sorta di aggiunta alla sua eredità""""."" -
Ti saluto filosofia
Un uomo e una donna che si fingono adulteri per sconfiggere la noia di un lungo rapporto; tre moderni Re Magi convocati davanti alla capanna di un nuovo, sorprendente Redentore; un incontro col fantasma di Borges al tavolino di un bar di fronte al laghetto dell'Eur; una semplice cartolina dal mittente irriconoscibile che potrebbe alludere a un evento inquietante. E ancora: un uomo scopre che le sue dita sono poli attraverso i quali passa la corrente elettrica e un altro si chiude in casa nel giorno più caldo dell'anno per riflettere su una nuova classificazione del mondo. Chi è quest'uomo? Il lettore lo scoprirà all'ultima riga dell'ultima pagina dell'ultimo racconto di questo libro... -
La superficie di Eliane
Un alto funzionario di una ditta di vernici è oggetto di strane persecuzioni, pedinato da un'ombra, preso di mira da misteriosi nemici. Nel suo lavoro, il suo destino: le vernici, patine piatte che dipingono ogni possibile superficie, influenzano con i loro colori la vita dell'uomo, spingono l'altalena degli umori, determinano esaltazioni e depressioni. In questo romanzo teso e affilato, giallo e nello stesso tempo metafisico, le superfici e i colori costruiscono l'intrigo almeno quanto i sentimenti degli uomini, il conflitto delle ambizioni e le sfuggenti figure di donne che lo popolano. Come Eliane, presenza femminile su cui si caricano il desiderio e l'attesa di un evento che tiene il protagonista, e con lui tutti i lettori, nella spasmodica attesa di uno scioglimento. -
Gli uomini sono come le lavatrici
L'amore finisce, gli uomini si cambiano, ma le lavatrici buone no. Le lavatrici buone sono come i diamanti: per sempre. O, se non proprio come i diamanti, sono come i fidanzati: bisogna tenersele finché durano.rnrn rnChe sapore ha l'amore? Quando Lara lascia la provincia di Napoli in cui è cresciuta per iniziare una nuova vita nella capitale, per lei l'amore ha il sapore dei panini imburrati che sua madre le preparava la mattina, prima di andare a scuola. A Roma, in quella città dove ciò che a Napoli è folklore diventa degrado, Lara però scopre che l'amore può avere un sapore molto più amaro di quanto avrebbe mai immaginato. Ma questa è solo la prima delle sue trasformazioni: da Napoli, città autentica, si è trasferita a Roma, città della finzione, e ora il suo destino la porta a Milano, la città dove lavorano tutti, ma che a lei apre le sue porte segrete, guidandola alla scoperta del vero sapore dell'amore. E ora ha capito che ciò di cui si vergognava da piccola di fronte alle sue amiche lì è di gran moda. È cool. Come quel panino fatto in casa che sua mamma le preparava infagottato nel sacchetto del pane e che lei nascondeva nello zainetto con timidezza di fronte alle merendine sintetiche e cellophanate ostentate dalle sue compagne. O glamour, come la sua fedele amica, una buona lavatrice, che fa il bucato e non ti tradisce mai. E allora ecco che il suo cuore si trasforma nella centrifuga di una lavatrice, in un groviglio di capelli, nella vertigine di un giro su un ottovolante che non si ferma mai. Caterina Balivo ci sorprende inventando un personaggio che molto le somiglia: Lara, la magnetica e spiritosa ragazza napoletana che spesso parla troppo, che dice sempre la verità e che taglia i vestiti dei suoi fidanzati se scopre che la tradiscono. Guarda i loro cellulari, li avverte. Prima. Nelle pagine di questo romanzo d'amore si ride e ci si commuove. E, naturalmente, si sogna. C'è una lei. Ci sono le amiche. E poi diversi lui. Intese fulminee e tanti ostacoli pronti a dividerli. Tra ragioni e sentimenti, buoni o cattivi che siano. L'amore finisce, gli uomini si cambiano, ma le lavatrici buone no. Le lavatrici buone sono come i diamanti: per sempre. O, se non proprio come i diamanti, sono come i fidanzati: bisogna tenersele finché durano. -
Ventuno racconti
«Era un grande barista, era sempre amabile e allegro e aveva un entusiasmo inesauribile.»Ammiratissimi fin dal loro primo apparire su varie riviste americane o in antologie, questi Ventuno racconti si aggiungono ai leggendari quarantanove pubblicati da Ernest Hemingway nel 1938. Ispirato a fatti di guerra o di cronaca quotidiana realmente accaduti o trasfigurati dalla poderosa fantasia dell'autore, ciascuno di essi è un pezzo di bravura in cui risuona limpida la sua voce; proprio la misura del racconto, infatti, fa risaltare al meglio le qualità a cui Hemingway deve il suo grande impatto sulla letteratura moderna: lo stile spassionato, essenziale, al servizio di un occhio che non si lascia mai sfuggire niente di quanto è importante vedere. -
La scuola dei dittatori
Nella primavera del '39, al termine di un viaggio di studio in Europa, arrivano a Zurigo due americani: Mr Doppio Vu, che molti ritengono il futuro dittatore d'America, e il suo consigliere, il professor Pickup, un ideologo inventore della pantautologia. Nei loro incontri con i personaggi ufficiali del fascismo e del nazismo non riescono ad apprendere nulla di nuovo sulle tecniche per la conquista del potere. Sarà invece un emigrato politico italiano, Tommaso detto il Cinico, esule antifascista, a fornire loro aiuto. Sotto forma di un ""manuale per aspiranti dittatori"""", Silone ha composto un saggio per demistificare le forme di inganno e violenza che, anche in paesi e organismi che si definiscono democratici, insidiano la libertà dell'individuo."" -
Le rose imperiali
La Cina della leggenda ""visitata"""" da un raffinato narratore: diciotto racconti che ruotano intorno alle splendide rose che crescono nei giardini dell'Imperatore, innaffiate con il sangue dei sudditi decapitati..."" -
Satori a Parigi
Romanzo autobiografico, Satori a Parigi è il racconto di un viaggio alla ricerca delle proprie radici: «stavo cercando di scoprire qualcosa della mia famiglia, presi il primo Lebris de Kérouack che mai tornò in Francia in 210 anni». Un ritorno al paese ancestrale, la Bretagna, «per conoscere questo mio nome vecchio di tremila anni rimasto immutato in tutto questo tempo». Un itinerario personalissimo e vibrante nel quale l'aspetto emotivo prevale su quello razionale e che, iniziato per ritrovare le origini, si conclude con la scoperta di un nuovo senso dell'esistenza, un'«illuminazione improvvisa», un «risveglio», o semplicemente un «pugno nell'occhio». -
Il settimo peccato
Attorno al pittore olandese Hieronymus Bosch, una delle figure più affascinanti e scandalose della storia dell'arte, Carlo A. Martigli costruisce un thriller impeccabile, dal passo ipnotico e avvolgente.rnrn E se il pittore Bosch fosse stato uno stregone che parlava delle opere di Dio per confondermi? Se, per assurdo, Isabella fosse stata sua complice, e non una vittima dei suoi incantamenti? E se io stesso fossi stato preda di qualche sostanza che mi rendeva schiavo delle sue azioni? Siamo all'inizio del Cinquecento e Giovanni Ciocchi, ai tempi in cui narra questa storia, è ancora molto lontano dal giorno del 1550 in cui verrà eletto papa e prenderà il nome di Giulio III. Ha poco più di quindici anni ed è in viaggio verso Venezia insieme all'inquisitore francescano Martino da Barga, suo mentore e maestro di vita. Magister e apprendista sono convocati nella Serenissima per partecipare al processo inquisitorio contro il pittore Hieronymus Bosch, accusato di eresia e blasfemia per aver dipinto un Cristo in croce con le fattezze femminili. Mentre Giovanni e Martino fanno la conoscenza dell'eccentrico pittore, della sua singolare visione del mondo e del suo stile di vita dissoluto, con l'intento di difenderlo dalla gravissima accusa che pende sul suo capo, nelle calli cominciano a verificarsi dei macabri delitti. Uno dopo l'altro vengono ritrovati sei cadaveri, su ognuno dei quali l'assassino si è divertito a lasciare segnali da decifrare: monete incastrate nei bulbi oculari, frutti e salsicce deposti accanto ai corpi, e soprattutto piume d'uccello, piume che spuntano dalle tasche, dai corsetti, dalle bocche delle vittime, come firme lasciate da un autore a margine delle proprie opere. Tutta la città conta sul fiuto del magister, noto anche come investigatore ed esperto di cause di morte, per interpretare le tracce seminate dall'omicida e fare luce sull'enigma. Naturalmente, il principale indiziato è proprio il blasfemo e impopolare Hieronymus Bosch. Attorno al pittore olandese, una delle figure più affascinanti e scandalose della storia dell'arte, Carlo A. Martigli costruisce un thriller impeccabile, dal passo ipnotico e avvolgente. E, con il suo stile colto ed elegante e i suoi personaggi finemente cesellati, si conferma un grande narratore, che merita un posto di riguardo accanto ai maestri del giallo storico.