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Le Arti e i Lumi. Pittura e scultura da Piranesi a Canova
Argomento di questo libro è la vicenda delle arti nella seconda metà del Settecento, quando la cultura dell'Illuminismo stabilisce un collegamento sovrannazionale tra letterati, filosofi e artisti dell'intera Europa. Nel secolo appena trascorso questo periodo è stato oggetto di studi che ne hanno proposto molteplici letture, dalle quali è scaturita la fortunata definizione di Neoclassicismo applicata all'arte che dal Settecento maturo risvolta nel primo Ottocento, in un rinnovato rapporto con la classicità. Le ricerche dell'ultimo decennio hanno tuttavia messo in discussione, grazie a una migliore conoscenza dei protagonisti di quegli anni fondamentali per l'arte europea, tale sistema storiografico. Le Arti e i Lumi privilegia la diretta lettura dei testi figurativi e letterari del tempo, rispetto all'impianto prevalentemente teorico che finora ha caratterizzato gli studi sul periodo. Ne costituiscono tema centrale i dipinti e le sculture interpretati nel contesto delle idee e degli scritti degli artisti stessi, impegnati a rivendicare un ruolo maggiormente incisivo rispetto a quello loro riconosciuto dai ceti intellettuali. Osservatorio privilegiato è la più sovrannazionale di tutte le capitali, Roma, crocevia d'Europa come era definita dai contemporanei e che nella più aggiornata storiografia ha recuperato il suo ruolo di protagonista. -
Villa Gradenigo
Sullo sfondo dell'Italia fascista, Maurizio vive la propria adolescenza a Villa Gradenigo, nella provincia veneta. La sua è una famiglia altolocata, con la quale il ragazzino ha minimi contatti: il padre è quasi sempre assente per affari, la madre lascia che siano le altre donne di casa (la governante, la cuoca, la tata appena ventenne) a prendersi cura di Maurizio e della sorella minore. Nelle stanze alte della villa e nell'enorme parco che la circonda il ragazzino si emanciperà gradualmente dal ruolo di figlio e di fratello sperimentando i primi turbamenti sessuali, e incontrerà la politica e la letteratura. Proprio confrontandosi con questi temi Maurizio potrà ridisegnare il suo percorso interiore in vista dell'età adulta. Un romanzo fortemente evocativo, costruito per piccole scene che s'inanellano le une alle altre, sorretto da una scrittura magnifica, capace di restituire l'atmosfera di un'epoca e le inquietudini di un'età cruciale della vita. -
Pensare l'Italia
Due intellettuali, diversi per formazione, studi e storie culturali, ma uniti dalla volontà di capire, in un dialogo sul loro Paese. Ora che l'ondata di celebrazioni per l'anniversario dell'Unità italiana sta per concludersi, si avverte la necessità di un bilancio: dove siamo esattamente, e in che modo e perché ci siamo arrivati? Solo così potremo renderci conto di come sia forte e realistico il rischio di un declino già altre volte sperimentato nella nostra storia, e quanto sia ancora possibile mantenere aperte le porte del nostro futuro. -
Sindona. Biografia degli anni Settanta
La vicenda Sindona ha un valore paradigmatico nella storia italiana recente. Sotto gli urti tremendi degli anni Settanta (autunno caldo, shock petrolifero, disordine monetario internazionale, contestazione di massa dell'assetto politico ed economico, terrorismo) si accentua la debolezza storica di una ""cultura repubblicana"""" nel paese. Il crollo dell'impero di Sindona scoperchia nel 1974 il primo grande scandalo finanziario che investe direttamente la DC. Lo contro tra finanza cattolica e laica, il ruolo della mafia, della P2 e del Vaticano, le coperture politiche e istituzionali di cui beneficiò il banchiere ma anche il senso del bene comune di chi lo contrastò sono alcuni elementi di una storia che ha causato enorme scalpore. Oggetto di una apposita commissione di inchiesta parlamentare, la vicenda Sindona è sotto molti aspetti ancora viva perché non pochi nodi che portò alla luce ancora oggi soffocano l'Italia."" -
La fine di quest'arte
Il centro di questa nuova raccolta di poesie di Silvia Bre è ciò che le parole tentano di raggiungere e di afferrare. La strategia che l'autrice utilizza per arrivare al cuore ultimo delle cose sarà, l'aggiramento, la variazione, la durata, un'ammirazione quasi estatica di quella frontalità irrisolvibile. Alla durezza di un confronto diretto, il linguaggio poetico della Bre risponde con un assedio fatto di suadenti aggressioni e di sovrani cedimenti. Attraverso il disegno di paesaggi, di singoli attimi indagati dal pensiero, di stagioni che incorporano gli esseri umani - dai notturni fino a un'alba - i versi si allargano sulle pagine oltre la propria consistenza, come per lanciarsi dall'altra parte, provando continuamente a lasciarla intravedere. Si tratta di quella zona ignota, forse silenziosa, forse finale, che è il destino stesso della poesia. -
Vivere fa solletico
Faccio un miracolo e torno! - dice Lea a Totto, suo marito, e si tuffa nella realizzazione del suo primo film. Il miracolo lo fa. Ma quanto a tornare... Roma, Rio de Janeiro, l'Area 51 in Texas, il Mediterraneo ""vichingo"""" del Montenegro: sono solo alcuni dei set sui quali Lea rimbalza, alla ricerca di una soluzione per ogni problema e di un problema per ogni soluzione. Jeremy Irons, Harvey Keitel, Gérard Depardieu, Goran Bregovic, Rupert Everett nei panni di se stessi - sono solo una parte del cast. Perché il vero protagonista di questo romanzo è il sogno di Lea: fare """"il film che cambierà il mondo"""". Ma di che cambiamento si tratti, non può nemmeno immaginarlo. Ecco perché in questo romanzo s'impreca in quattro lingue, c'è tequila a gogò, e Lea inaspettatamente non si presenta alla proiezione romana del suo film davanti ai produttori hollywoodiani. Sulle sue tracce si fiondano Totto (marito strampalato e geniale direttore della fotografia), l'ex segretaria Sandra (una griffata acchiappavip con il pallino della scrittura) e il produttore Dark Matter (che sa che nel magico mondo del male tutto è lecito). In una giostra vertiginosa di colpi di scena, """"la realtà inizia lo striptease"""", trascinandoci verso un finale esilarante che svela la logica illogica che governa il mondo, anche quello del cinema."" -
Dove andremo a finire. Dialoghi con Alessandro Barbano
Medicina, politica, letteratura, religione, psicologia, fisica, sociologia. Otto grandi interviste sul futuro immediato e inevitabile, perché è già nel presente. Analizzando la situazione attuale, alcune delle più autorevoli personalità dei vari saperi spiegano ciò che sta per succedere, perché in realtà è già successo. Come sarà l'Italia tra dieci anni? In che società vivremo? Saremo tutti più poveri? Quali potenze domineranno il mondo? Quali saranno i disagi comuni tra i giovani? La Chiesa esisterà ancora? Che scoperte mediche e scientifiche cambieranno la nostra vita? Un racconto a tutto campo, ricco, informato, dialogato, lontanissimo da ogni tentazione futurologa, che ha il pregio di rendere concreto il domani, senza cedere mai all'entusiasmo o allo sconforto. Un atlante dei tempi che corrono. Giuliano Amato, Simona Argentieri, Nicola Cabibbo, Giuseppe De Rita, Umberto Eco, Sergio Romano, Angelo Scola, Umberto Veronesi. Otto intellettuali italiani raccontano quello che ci aspetta. Perché sta accadendo in questo istante. O è appena accaduto. -
Timira. Romanzo meticcio
In un capolavoro del neorealismo, ""Riso amaro"""" di Giuseppe De Santis, oltre a Silvana Mangano in hot pants compare una strana mondina nera. Il suo nome è Isabella Marincola, ma in Somalia si farà chiamare Timira. Donna appassionata e libera, nata nel 1925 a Mogadiscio, è una figura nascosta e leggendaria, uno scrigno di storie intrecciate, tra Europa e Africa, che questo libro per la prima volta disseppellisce. Timira è un """"romanzo meticcio"""" che mescola memoria, documenti di archivio e invenzione narrativa. Scritto da un cantastorie italiano dal nome cinese, insieme a un'attrice italosomala ottantacinquenne e a un esule somalo con quattro lauree e due cittadinanze. Per interrogare, attraverso l'epopea del passato, un tempo che ci vede naufraghi, sulla sponda di un approdo in fiamme. Questo tempo dove ci salveremo insieme, o non si salverà nessuno."" -
La vita accanto
Rebecca è nata irreparabilmente brutta. Sua madre l'ha rifiutata dopo il parto, suo padre è un inetto. A prendersi cura di lei, la zia Erminia, il cui affetto però nasconde qualcosa di terribile, e la tata Maddalena, affettuosa e piangente. Ma Rebecca ha mani bellissime e talento per il piano. Grazie all'anziana signora De Lellis, Rebecca recupera un rapporto con la complessa figura della madre, scoprendo i meccanismi perversi della sua famiglia. E nella musica trova un suo modo singolare di riscatto, una vita forse possibile. La Veladiano racconta senza sconti l'ipocrisia, l'intolleranza, la crudeltà della natura, la prevaricazione degli uomini sulle donne, l'incapacità di accettare e di accettarsi, la potenza delle passioni e del talento. -
Destino coatto
Questi racconti postumi rappresentano una serie di deliri di persone comuni, i loro flussi di pensiero, le loro rappresentazioni mentali. Persone normali, ma non casi normali, personaggi disegnati con drammatica crudeltà in una ricerca della realtà, qui spesso pervasa dall'umorismo nero siciliano. Con Goliarda Sapienza l'inconscio, questo fantasma del Novecento, diventa personaggio in tanti personaggi, i quali non sono più le nevrosi della ragione pirandelliana, ma figure fatte di corpo e sangue. -
Asylums. Le istituzioni totali: i meccanismi dell'esclusione e della violenza
"Un'istituzione totale può essere definita come il luogo di resistenza e di lavoro di gruppi di persone che - tagliate fuori dalla società per un considerevole periodo di tempo - si trovano a dividere una situazione comune, trascorrendo parte della loro vita in un regime chiuso e formalmente amministrato. Prenderemo come esempio esplicativo le prigioni nella misura in cui il loro carattere più tipico è riscontrabile anche in istituzioni i cui membri non hanno violato alcuna legge. Questo libro tratta il problema delle istituzioni sociali in generale, e degli ospedali psichiatrici in particolare, con lo scopo precipuo di mettere a fuoco il mondo dell'internato"""". Così scrive Goffman in apertura di Asylums. Egli realizza una descrizione impressionante di """"ciò che realmente succede"""" in un'istituzione totale, al di là delle retoriche scientifiche, terapeutiche o morali con cui chi detiene il potere nell'istituzione giustifica le degradazioni degli esseri umani che solitamente avvengono. Ciò che Goffman compie, in Asylums, è una sorta di esercizio morale: rovesciare la pretesa che le istituzioni dettino la loro logica alle scienze sociali, far """"parlare"""" attraverso la rievocazione sociologica di semplici gesti la dimensione tipicamente umana della resistenza all'oppressione. (Prefazione di Alessandro Del Lago, postfazione di Franco e Franca Basaglia)" -
Il futuro della natura umana. I rischi di una genetica liberale
Nella modernità la teoria morale si astiene dal proporre modelli vincolanti di vita buona. Sennonché l'impossibilità di comporre la disputa sullo statuto morale e giuridico della vita umana prepersonale induce oggi Habermas a riproporre la problematica etica classica sul piano dell'universalità antropologica. Che significato vogliamo dare alla vita della nostra specie? vogliamo mantenere il valore tradizionale della responsabilità morale soggettiva? che tutela dare alla vita umana nei suoi stadi prenatali? che rispetto tributare ai suoi stadi post mortem? L'autore teme una genetica liberale che si affidi alle opzioni interessate dei genitori e ai meccanismi del mercato. Fuoriuscendo dal rapporto clinico e dialogico col paziente, ossia dai limiti strettamente terapeutici e negativi che presuppongono il consenso dell'interessato, il liberalismo genetico rischia di alterare quell'eguaglianza casuale della natalità cui tutti i cittadini devono il cominciamento di un esclusivo destino di socializzazione. Solo se manteniamo come giuridicamente indisponibile la casualità della nascita, i cittadini possono garantirsi l'eguaglianza di accesso all'ideale comunità dei soggetti morali e alla reale comunità dei cittadini politici. -
Storia dell'architettura moderna. Vol. 2: Da Frank Lloyd Wright a Frank O. Gehry: l'itinerario organico.
Nel primo volume della ""Storia dell'architettura moderna"""" sono documentate le origini del movimento moderno, la prima età pionieristica con le Arts and Crafts di Morris, e l'Art Nouveau di Horta, van der Velde, Olbrich, Gaudí e Loos, il periodo razionalista segnato da Le Corbusier, Gropius e il Bauhaus, Mies van der Rohe, e dall'espressionismo di Mendelsohn, finalmente la stagione organica di cui è protagonista Aalto. In questo volume la vicenda si amplia con l'itinerario organico americano, entro cui splende il genio di Frank Lloyd Wright, e con i complessi apporti linguistici degli ultimi 45 anni, fermentati da Scharoun, Pietilä, Utzon, Gehry. L'architettura moderna diventa sempre più differenziata, senza perdere la sua identità. Questo volume comprende tavole cronologiche relative agli anni 1725-1995, il maggiore apparato bibliografico esistente e l'indice generale dei nomi, dei luoghi e delle correnti figurali, dal cubismo al decostruttivismo. Per la vastità del materiale illustrativo, i due libri potrebbero intitolarsi """"enciclopedia dell'architettura moderna"""", e sarebbe, tra le enciclopedie, la più comprensiva e attuale, anche perché include l'intera operosità urbanistica, dai grandiosi lavori ottocenteschi di Parigi, Vienna, Madrid alle """"New Towns"""" britanniche e scandinave e ai progetti della città del 2000."" -
Storia europea della letteratura francese. Vol. 1: Dalle origini al Seicento.
La letteratura francese si è imposta nel mondo come ""terza letteratura classica"""", sia per la sua durata (dieci secoli, dalla Chanson de Roland a Sartre), sia perché, se da un lato ha suscitato fondamentali correnti creative e scuole di pensiero, dall'altro ha assimilato e diffuso i modelli letterari provenienti da altri orizzonti. Già a partire dal Medioevo i vari generi (ad esempio la chanson de geste) si caratterizzano per la loro dimensione europea. Nella cultura francese del Tre-Quattrocento si avvertono istanze umanistiche alla luce dell'insegnamento del Petrarca, per poi assistere alla splendida fioritura della poesia cinquecentesca contrassegnata da grandi scuole poetiche e all'affiorare della geniale inventiva di Rabelais. Questo primo volume ripercorre poi gli originali orientamenti filosofico-religiosi (da Bodin a Montaigne), sullo sfondo dell'intreccio di atteggiamenti ispirati sia alla riscoperta dei classici, specie i più inquietanti (Luciano, Lucrezio, Plutarco), sia alla compresenza di italianismo e anti-italianismo. Il Seicento si snoda sul doppio binario del Barocco e del Classicismo: è la stagione del grande teatro classico (Corneille, Racine, Molière), del pensiero filosofico e religioso che avrà in Europa la più vasta fortuna (da Cartesio a Pascal), del genere moralistico, tipicamente francese (La Rochefoucauld, La Bruyère) e di quello favolistico, che trova in La Fontaine un modello in cui confluiscono, modelli classici e italiani, spagnoli e germanici."" -
Il brigatista e l'operaio
Dopo l'omicidio dell'operaio e sindacalista Rossa, Vincenzo Gagliardo, che da subito condannò il suo operato (e quello dei suoi compagni), si chiuse nel silenzio. Oggi parla con fatica, e ricostruisce la trama, umanamente e socialmente dura, vera e inedita, della sua vita e di una stagione che in troppi hanno voluto nascondere. Il libro diventa così vero libro di storia, con il ricordo soggettivo di ciò che erano realmente le Brigate rosse dentro le fabbriche, e con la ricostruzione dei percorsi che hanno portato alla scelta brigatista. E alla verità difficile e scomoda di Gagliardo si affianca, nel libro di Bianconi, la verità assoluta delle vittime, nella figura di Sabina Rossa, la figlia di Guido Rossa. Per chiudere del tutto una stagione, e aprirne un'altra. -
L'argomentazione
Ogni volta che guardiamo la televisione, leggiamo il giornale o studiamo su un libro siamo esposti a considerazioni che hanno lo scopo di giustificare questa o quella asserzione. In alcuni casi le ragioni fornite ci sembrano buone, in altri no. Per questo in alcuni casi siamo convinti da ciò che gli altri asseriscono mentre in altri non lo siamo. La capacità di distinguere le buone dalle cattive ragioni è in gran parte irriflessa, nel senso che ce ne serviamo comunemente senza pensarci più di tanto. Ma a volte l'intuito non basta. Può darsi che una ragione sembri buona a prima vista, ma riflettendo un po' ci si renda conto che in realtà non lo è. Oppure, può darsi che ci si renda conto a prima vista che c'è qualcosa che non va bene in un ragionamento, ma non si riesca a capire bene che cosa. Per migliorare la nostra capacità di discernere le buone dalle cattive ragioni è necessario padroneggiare strumenti teorici che permettano di affinare l'intuito, rendendoci più sensibili ad aspetti dell'argomentazione che è difficile notare a prima vista. Lo scopo del libro è presentare un armamentario teorico di questo tipo, cioè un insieme di nozioni generali che possano essere impiegate nell'analisi e nella valutazione dell'argomentazione. -
La sfuriata di Bet
Bet non è bella ma fa tipo. È appassionata, grintosa e ha una lingua corrosiva. Ripete il terzo anno di liceo e abita in Barriera di Milano, un posto che si chiama così anche se si trova a Torino. Bet ce l'ha con il mondo. Con il padre, ex operaio ed ex sindacalista, che si è trasferito nella capitale. Con la madre, che non riesce a tenerle testa per quanto si sforzi, e con il passivo compagno di lei, Leonardo. Con il Guardone del palazzo, che la spia da dietro le tende. Con la scuola, che tenta di irreggimentarla. Con la gente, che ha perso la voglia di ribellarsi. E persino con se stessa. Perché si incolpa della tragedia che ha distrutto la sua famiglia. Bet non ce la fa proprio a frenare la lingua e a non dire quello che pensa. In modo ingenuo, a volte goffo, ma obbedendo a un istinto incontrollabile, perché vuole cambiare le cose. Prima si oppone allo sfratto di un'anziana signora, finendo in caserma. Poi cerca di aiutare Viola, una ventiduenne incinta dalla risata esplosiva, ma riesce a ficcarsi in un altro guaio. Infine, insieme al suo amico Andrea, organizza uno sciopero nella fabbrica dove la madre rischia il licenziamento. Ma la delusione e la rabbia per i soprusi subiti la spingono a un gesto impulsivo e lucidissimo, dagli effetti inarrestabili. Il ritratto di un'intera generazione precaria, incatenata e muta, che però non sa smettere di sognare. -
Le ultime sette parole di Caravaggio
Luglio 1610. Caravaggio appare su una spiaggia desolata accompagnato dal servo Tropea, una spalla comica che trasforma ogni dialogo in uno scambio alla Don Chisciotte e Sancho Panza. La sete di vendetta dei suoi nemici si incarna nelle ""femminote"""", un gruppo di zingare provenienti da tutto il Sud Italia, prezzolate per avvelenare il pittore. Caravaggio deve morire perché con la sua pittura e la sua condotta """"sputò in faccia alla Chiesa e ai signori"""". La commedia si volge in tragedia e in un dialogo disperato con se stesso l'artista morente dipinge il suo testamento. Mescolando le parole di Caravaggio a quelle del servo e al sabba plurilinguistico delle sue assassine, Ruggero Cappuccio ha scritto una rievocazione-reinvenzione della morte del pittore immersa in un'atmosfera di delirio e di poesia, intrecciando in forma drammatica i temi dell'arte, del potere e del mito."" -
Teologia del quotidiano
A Crotte, in una cascina della campagna piemontese, ci sono gesti, tempi e mestieri caduti in disuso, dimenticati. Adriana Zarri, proseguendo la sua personale ricerca teologica (da lei definita provocatoriamente ""impura""""), ci dice che è dalla contemplazione, dall'educazione ai valori antichi e dalla vicinanza con le piccole cose che è possibile vivere ogni giorno il miracolo cristiano. Solo percependo i limiti dell'ordinario si raggiunge l'illimitato, l'uno. E l'osservazione del piccolo, della terra, dell'altro, ci avvicina a Dio."" -
«Ho sempre voluto che ammiraste il mio digiuno» ovvero, guardando Kafka
È l'estate del 1923 quando in due stanze in un sobborgo di Berlino una nuova coppia dà inizio al suo futuro comune. Lei si chiama Dora Dymant, lui Franz Kafka, e quello è l'ultimo anno della sua vita. Prima di allora ci sono state altre due brave ragazze ebree nella vita di Kafka, Felice e Julie, poi la passionale, anticonformista Milena. Ma lui è già ""sposato con l'angoscia a Praga"""" e un altro matrimonio non ci sta. È solo con la giovane Dora che Kafka, avvicinandosi alla fine, riesce a svincolarsi dalla città nativa e a pensarsi, seppur per poco, libero di amare. E se fosse sopravvissuto alla tubercolosi che lo condusse a morte precoce? Se addirittura fosse scampato all'olocausto che si prese tutte le sue sorelle, rifugiandosi all'estero, magari in America, magari in un'accogliente comunità ebraica? Cosa sarebbe accaduto se il cantore di ogni forma di assoggettamento, vincolo, coercizione fosse riuscito a sfuggire? Quali inediti appagamenti il Nuovo Mondo delle mille possibilità avrebbe potuto riservargli? Philip Roth immagina per noi lo scenario e, incrociando quell'orizzonte letterario e umano al proprio, dà vita a una piccola gemma di lucidità critica e insieme di spassoso estro narrativo.""