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Sono puri i loro sogni. Lettera a noi genitori sulla scuola
Matteo Bussola fa un ritratto divertito e serissimo della scuola di oggi, confrontandola con quella di quand'era piccolo lui. E si domanda perché abbiamo smesso di considerarla un luogo in cui imparare il rispetto per noi stessi e per gli altri. rnrnrnQuando abbiamo smesso di fidarci degli insegnanti, e abbiamo iniziato a vivere al posto dei nostri figli? Essere genitori, a volte, significa fare un passo indietro. Matteo Bussola ha tre figlie, le accompagna a scuola, le segue nei compiti, parla con gli altri genitori e partecipa pure alle chat di classe su WhatsApp. Insomma, sulla scuola ha un osservatorio privilegiato. E quindi può testimoniare che, davanti a un brutto voto, spesso i genitori si sentono messi in discussione, e per tutta risposta negano l'autorità degli insegnanti. Cosí decide di scrivere a sé stesso, e agli altri genitori, per provare a riflettere sui sensi di colpa e le paure che si nascondono dietro la mancanza di fiducia nella scuola. Un libro di storie – le sue, ma anche quelle delle madri e dei padri che frequenta, di sua mamma ex insegnante, degli amici docenti – che parla del nostro tempo, e dei nostri figli. Di come spesso, senza accorgercene, ci sovrapponiamo a loro per evitare che inciampino. Ma non c'è crescita senza crisi, e solo facendoci da parte, pur pronti a raccoglierli se cadono, possiamo aiutarli a diventare adulti. Dal primo giorno di scuola, in cui mamme, papà, nonni e fratelli accompagnano in massa i bambini fino in classe scattando foto a raffica, neanche fossero a un concerto degli Stones, alle raccomandazioni per la mensa, ché la stagionatura del Parmigiano, si sa, dev'essere almeno 38 mesi; dai pidocchi, che ogni anno proliferano sulle teste degli alunni generando ansie e sospetti, al kit di sopravvivenza per la gita, che prevede praticamente tutto tranne un gps satellitare. Matteo Bussola fa un ritratto divertito e serissimo della scuola di oggi, confrontandola con quella di quand'era piccolo lui. E si domanda perché abbiamo smesso di considerarla un luogo in cui imparare il rispetto per noi stessi e per gli altri. Con il tono caldo e intimo che è ormai la sua inconfondibile cifra, lo sguardo attento a ogni storia che incontra, parte dalla sua esperienza per scrivere una lettera a tutti noi, arrivando al cuore della nostra paura. Quella di «lasciar andare i nostri figli nel mondo, permettere che compiano i loro passi senza di noi». -
Ritorno a Fascaray
Ritorno a Fascaray è un romanzo magmatico, ambizioso, proteiforme. Sorretto da una scrittura di straordinaria intelligenza e di sorprendente ricchezza, il racconto parallelo di Mhairi McPhail e di Grigor McWatt riesce a rendere vero un mondo che vero non è, perché profondamente autentico è il sentimento che anima i suoi protagonisti.rnrn«Brulicante di vita, e di passione, e di intelligenza» – The Heraldrnrn«La complessità emotiva della scrittura di McAfee si rivela all'altezza del paesaggio dell'isola e del mare che la circonda» – Literary Reviewrnrn«La conferma dell'idea che ogni identità è un sistema creativo, il frutto di un buon accordo tra geografia e immaginazione» – Daily MailrnrnSu una tela geografica di minuscole proporzioni – cinque miglia per tre di erica e roccia a picco su acque turbolente – Mhairi McPhail va in cerca di ogni documento, ogni testo, ogni lettera di Grigor McWatt, il grande bardo recentemente scomparso dell'isola immaginaria di Fascaray. Di lui la ricercatrice canadese appena sbarcata da New York nella remota Scozia delle proprie origini ha in mente di scrivere la biografia; alla sua memoria gli isolani intendono allestire un museo. L'opera e la sconfinata passione con cui il Poeta ha tramandato ogni aspetto dell'amata Fascaray, dalla fauna alla flora, dalla resistenza politica alla lingua, trovano spazio tra le pagine della vita di Mhairi e innervano il percorso della sua scoperta di sé. Ad accompagnarla nelle sue ricerche, la vigile e fresca curiosità della figlia Agnes di nove anni, assai piú pronta di lei a scoprire bellezze nelle persone e le cose, a riconoscere ciò che rimane e che conta dei foschi segreti di un tempo, delle meraviglie naturali di una terra scabra e bellissima, nonché delle imposture che il mare e il vento dell'isola a poco a poco cancellano. Come la grande letteratura da sempre ci insegna, tornare a casa significa dare inizio a un lungo viaggio pericoloso dentro un inesausto desiderio di appartenenza, affrontare ostacoli e inconvenienti, arrendersi a perdere e ritrovare altro da quello che credevamo di andare cercando. Navigare le acque della propria odissea in compagnia di qualcuno, se si è fortunati. -
Enigmi. I migliori rompicapi logici e matematici di tutti i tempi
Quando la vita appare illogica e indecifrabile, non c'è nulla che dia conforto come il ragionamento deduttivo. I piú appassionanti enigmi della storia scelti da Alex Bellos. rnrn «Berta dice che Greta dice bugie. Greta dice che Rosa dice bugie. Rosa dice che sia Berta che Greta dicono bugie. Chi sta dicendo la verità?»rnrnrnFin dall'antichità rompicapi e indovinelli ci hanno aiutato a imparare la matematica e la logica e, allo stesso tempo, divertito. Probabilmente lo stesso Carlo Magno ha appreso i rudimenti dell'aritmetica grazie a una raccolta di giochi scritta dal grande erudito Alcuino. E prima di lui, Euclide ha fondato la geometria usando una serie di veri e propri rompicapi. Un enigma alla volta, partendo dall'Europa del Medioevo per arrivare ai grattacieli della Singapore odierna, passando per il Giappone dei maestri zen e l'Inghilterra vittoriana, Alex Bellos ci conduce in un affascinante viaggio attraverso i migliori giochi matematici e logici di tutti i tempi. Per raccontare la loro storia, spiegarci come funzionano, mostrarci perché ci appassionano, e gettare uno sguardo insolito sulle culture, all'apparenza cosí diverse, che li hanno generati. -
Tutto è sempre ora
Fin dal titolo (da Eliot) i versi di Antonio Prete indagano lo statuto di realtà che si mostra oltre l'ordine visibile del tempo. rnrnIn ogni istante c'è una compresenza di passato, presente e futuro. Ma la compresenza è anche ulteriore e contempla il non accaduto, il non vissuto: «Quel che non ebbe svolgimento è qui, con una veste scura, quel che accadde è spoglio d'ogni fulgore, soltanto il non vissuto ha una baldanza quasi fresca: ""perché"""", sembra sussurri, """"non camminammo insieme, almeno per un tratto?""""». Quella di Prete è una sorta di fratellanza verso ciò che poteva essere ma non è stato, e forse non sarà mai. Non sappiamo che cosa appartiene «al vortice dell'essere e apparire, al fuoco di consunzione e rinascita». Non dobbiamo essere presuntuosi del nostro certificato di esistenza in vita. L'invisibile ci circonda. «Una bolla è il mondo gonfia di niente che fluttua piano nell'aria sotto un cielo di stelle spente». Ma queste meditazioni si inverano nelle bellissime descrizioni della natura. Come Prete scrive in un distico: «Il battito, qui, dei pensieri è prossimo al respiro degli ulivi». È questa prossimità alla natura che permette di accogliere nei versi presenze stellari e animali, fino alle figure d'apparenza che animano l'ultima sezione del libro."" -
Via del Riscatto. Imma Tataranni e le incognite del futuro
In un palazzo disabitato dalle parti di via del Riscatto, nell'inquietante stanza rossa decorata con i vizi capitali, viene trovato il cadavere di un agente immobiliare. L'indagine questa volta si snoda proprio nel cuore dei Sassi, fra antichi monasteri, madonne bizantine, grotte e mura seicentesche. Al quarto appuntamento, Imma Tataranni è piú insofferente e peggio vestita che mai. Con lei ritroviamo la colorata tribú che sempre l'accompagna. La suocera, che giocherà un ruolo nell'indagine, sperando di conquistare terreno nella Matera bene. La cognata, che sente i fantasmi. E il marito Pietro, che ha tanta pazienza, ma prima o poi la potrebbe perdere. Come in una partita a poker, la piemme materana in tacco dodici dovrà capire, fra i tanti sospettati, chi è che bluffa. Ma anche tenere a bada il bel maresciallo Calogiuri, che sentendosi trattato come un toy boy le fa imbarazzanti scenate di gelosia. Per non parlare di sua figlia Valentina, che abbraccia ideologie estreme, e potrebbe mettere nei guai anche lei. In una Matera sospesa fra riscatto e speculazione edilizia, c'è chi si abbandona all'autocelebrazione, e chi sviluppa per la stessa un'antipatia tale da poter indurre all'omicidio... -
Salvare una vita. La voce di un medico in prima linea
Scandito come un alfabeto, toccante e travolgente, Salvare una vita è un inno alla dolcezza e alla grazia dello spirito umano che può superare qualsiasi difficoltà.rnrn«La scrittura di Maskalyk ha il ritmo di una ballata e affonda come una poesia.» - The Washington Postrn«La grande forza di salvare una vita è quella di illuminare i momenti di gioia che resistono a ogni orrore.» - The Globe and Mailrn«Coraggioso, coinvolgente, intelligente e pieno di umanità.» - The Daily Mailrnrnrnrnrn A come aria, che passa nei polmoni e quando qualcosa la blocca si sente un rumore che mette i brividi, come se a collassare non fosse soltanto un corpo ma l'intero universo. E come emergenza, quella condizione in cui sai di dover fare qualsiasi cosa perché la morte non abbia la meglio, ma sai anche di avere poco tempo e sai che potrai sbagliare. S come il sangue che dal centro del petto arriva dappertutto, rendendo gli uomini cosí vulnerabili e al tempo stesso dando loro la forza per compiere qualunque gesto, piccolo o grande, d'affetto e di cura. V come vita, che va preservata, sempre e a ogni costo, perché l'unica certezza che abbiamo è di esistere qui e ora. Scandito come un alfabeto, toccante e travolgente, Salvare una vita è un inno alla dolcezza e alla grazia dello spirito umano che può superare qualsiasi difficoltà. -
Pacific palisades
Da questo testo, un reading diretto e interpretato da Alessandro Bariccornrn «Mi sono convinto che tra prosa e poesia c'è una fantastica, misteriosa striscia di terra. Che mi risulti, ci fanno entrare solo Voltolini» - Alessandro Bariccornrn L'idea è tanto semplice quanto forte: esiste uno scambio di amore e di dolore tra noi e il mondo, tra noi e gli altri, e questo scambio avviene attraverso il muro che ognuno di noi è. Un baluardo che è anche una valvola, un filtro: una palizzata pacifica. Dario Voltolini – una delle penne piú originali e fieramente isolate della letteratura italiana – ha scelto la forma del racconto in versi per compiere insieme a chi legge un viaggio intimo e universale nel tempo e tra le parole. «Con l'onda arriva tutto e ciò che la muove o è un trauma o è un amore (vai a distinguere tra le tante cose)». Convocando sulla pagina le persone a lui piú care e le loro storie, Voltolini ha immaginato un dialogo tra i vivi e coloro che non lo sono piú, facendo emergere una prospettiva nuova: ognuno di noi custodisce dentro di sé, insieme al proprio passato, anche – forse soprattutto – quello di chi ci ha preceduto. Da questo testo, Romaeuropa Festival porterà nei teatri un reading con le musiche di Nicola Tescari diretto e interpretato da Alessandro Baricco. «L'onda scende lungo gli anni e passa dentro le persone. Nelle vene del tempo soffiano come un vento il dolore l'orrore l'amore, la generazione delle generazioni e viene da chiedersi se sia lo stesso vento, o un diverso stile di movimento, a far sí che nell'immaginazione veniamo portati in alto in orbite da cui guardare sotto». -
Il museo del mondo. Ediz. illustrata
Create per fede o per soldi, per mestiere o per amore, le opere d'arte che Melania Mazzucco non è mai riuscita a dimenticare abbracciano cinque continenti, dall'antichità ai giorni nostrirnrnOgni quadro, ogni opera, che sia stata vista in una chiesa, in un museo o esposta in una mostra, lascia qualcosa a chi la guarda. E ogni incontro fortuito può tramutarsi in una vera e propria passione, in un dialogo nel tempo, in una scoperta o riscoperta. In ogni caso è l'inizio di un'avventura. Create per fede o per soldi, per mestiere o per amore, le opere d'arte che Melania Mazzucco non è mai riuscita a dimenticare abbracciano cinque continenti, dall'antichità ai giorni nostri. Concepite come amuleti, preghiere o bestemmie, da uomini e donne, cacciatori e stregoni, assassini e santi, illetterati e intellettuali, nessun museo reale riuscirebbe mai a contenerle. Da Ad Parnassum di Paul Klee a Susanna e i vecchioni di Artemisia Gentileschi, da Lirica di Vasilij Kandinskij al Cane di Francisco Goya, dalla Lattaia di Vermeer alle Cattive madri di Segantini, dalle Aringhe affumicate di Vincent Van Gogh alla Madonna dei Pellegrini di Caravaggio, e via via attraverso Beato Angelico, Burne-Jones, Bacon, Monet, e altri. Fino ad arrivare ai piedi della scala, dai gradini luccicanti d'oro, della Presentazione di Maria al Tempio di Tintoretto. Una selezione «crudele» (senza seguire un ordine cronologico, né geografico, né tantomeno un inutile canone) che offre al lettore la possibilità di incontrare quelle opere che diventano presenza, specchio di un pensiero, indelebile emozione, scintilla di significato del mondo. -
La ragazza senza pelle
Un giornalista che si imbatte in un mistero conservato per anni dai ghiacci perenni, e una ragazza inuit un po' selvatica ma forse disposta ad aiutarlo. Il nuovo thriller nordico arriva dalla Groenlandia. rn""Matthew accostò il viso al finestrino. Erano arrivati ai margini del ghiacciaio. Giú in basso il mare era coperto dalla banchisa. Davanti si stendeva un bianco sterminato, fin dove arrivavano la luce e lo sguardo. Bruciava gli occhi. Milioni di cristalli candidi. Tranne che in un punto. Una macchia. Esattamente là dove si trovava la mummia del normanno e Aqqalu faceva la guardia. In quel punto la neve era di un rosso scintillante.""""rnMatthew Cave è tornato in Groenlandia – terra di notti troppo lunghe e di un bianco che ferisce lo sguardo con la sua bellezza accecante – per lasciarsi alle spalle un dolore devastante. Quando viene ritrovata una mummia, la cui scoperta potrebbe cambiare la storia del Paese, Matthew è il primo giornalista a precipitarsi sul posto. Durante la notte, però, il corpo mummificato scompare e il poliziotto di guardia viene ucciso con ferocia disumana. Tagliato fuori dalle indagini, Matthew decide di scoprire qualcosa su alcuni casi degli anni Settanta che sembrano collegati alla vicenda della mummia. Suo unico aiuto Tupaarnaq, una ragazza nativa con la quale finirà invischiato in una storia ben piú complessa di quel che potevano sospettare."" -
Tecnologie radicali. Il progetto della vita quotidiana
In questa penetrante analisi della nostra Età dell'Informazione, Adam Greenfield, studioso di nuove tecnologie, ci induce a riconsiderare il nostro rapporto con il multiforme e pervasivo universo della rete e della digitalizzazione della realtàrnrn«Un libro illuminante, capace a tratti di inquietare. Un testo fondamentale.» - Brian Enornrn«Tecnologie radicali è un saggio geniale e allarmante.» - Saskia SassenrnrnrnDagli smartphone alla realtà aumentata, dall'internet delle cose agli algoritmi, dalla stampante 3D alla criptovaluta, dai droni alle macchine senza conducente, non passa anno senza che un nuovo, rivoluzionario dispositivo non prometta di trasfigurare radicalmente le nostre vite, rendendo ogni aspetto della nostra interazione con la realtà che ci circonda più intelligente, più facile e più economico. Ma quali sono i reali costi da pagare per tale rivoluzione senza precedenti? In questa penetrante analisi della nostra Età dell'Informazione, Adam Greenfield, studioso di nuove tecnologie, ci induce a riconsiderare il nostro rapporto con il multiforme e pervasivo universo della rete e della digitalizzazione della realtà. Dopo avere colonizzato la vita quotidiana, le tecnologie radicali stanno ora orientando e determinando le nostre opzioni per il futuro. Ma come agiscono? Quali le poste in gioco a livello sia sociale sia individuale? E chi trae realmente profitto dalla loro capillare diffusione? Rispondendo a tali domande, Greenfield traccia esemplarmente i contorni della crisi, inedita per dimensioni e natura, che dobbiamo affrontare. -
La vita fino a te
Dopo il successo di Notti in bianco, baci a colazione, Matteo Bussola scrive un libro sull'amore di coppia. Vissuto, immaginato, sperato, fallito. L'amore che «non ti completa, ma ti comincia». rnrn«Bussola sa scrivere. Usa le parole con accortezza, con cura, come se fossero importanti. Tanto importanti quanto le esperienze che raccontano» - rnMichele Serrarn""Il tema del libro è l'amore, anzi tutti gli amori [...] E, ve lo dico: io non so se scriverò altri libri in vita mia, probabilmente sì, magari no, comunque sia questo resterà sempre e per sempre - è una certezza - il libro al quale vorrò più bene.""""rnrnMatteo Bussola riconosce ciò che di straordinario si annida nelle cose ordinarie perché le guarda come se accadessero per la prima volta, come se sentisse sempre la vita pulsare in ogni cellula. Ed è con quello sguardo che racconta di relazioni sentimentali, l'istante in cui nascono, il tempo che abitano. Lo fa mettendosi a nudo, ricordando gli amori passati, per ripercorrere la strada che lo ha portato fino a qui, alla sua esistenza con Paola e le loro tre figlie. Soprattutto, lo fa specchiandosi nelle storie di ciascuno: quelle che incontra su un treno, o mentre sbircia dal finestrino della macchina, o seduto in un bar la mattina presto. Quelle che incontra stando nel mondo senza mai dare il mondo per scontato, e che la sua voce intima e familiare ci restituisce facendoci sentire che sta parlando esattamente di noi."" -
Lavoretti. Così la «sharing economy» ci rende tutti più poveri
L come Lavoretti. Le occupazioni sottopagate di Uber, Airbnb e le altre piattaforme che camuffano le loro miserie dietro al racconto della modernità. Rischiando di consegnarci un futuro senza welfare.La domanda da cui parte questo libro è: perché di colpo, è diventato necessario arrotondare? Staglianò racconta il progressivo e sin qui inesorabile svuotamento del lavoro. A partire dagli anni Ottanta il suo valore ha cominciato a degradare rispetto al capitale e da allora la caduta non si è mai arrestata. Dal racconto del presente l'autore individua i principali snodi di questo declino, dal pugno d'acciaio di Reagan contro i controllori di volo alla guerra della Thatcher ai sindacati. Dalla delocalizzazione alla moltiplicazione dei contratti atipici. Dall'automazione che affida alle macchine ciò che prima facevano gli uomini, fino alla gig economy , altro che sharing , che, sotto la maschera della flessibilità, sta istituzionalizzando i ""lavoretti"""", distruggendo nel frattempo la società cosí come la conosciamo. Perché Uber, Airbnb e gli altri pagano tasse risibili nei Paesi dove producono ricchezza, impoverendoli ulteriormente e costringendoli – se non prendiamo radicali contromisure – a un futuro senza welfare. Che aumenterà il bisogno di lavoretti per arrotondare, in una spirale senza fine."" -
Sal
Un romanzo vero e struggente sull'amore tra sorelle, in cui alla lingua concreta del manuale di istruzioni si mescola quella fulminea di Twitter e Snapchat e quella familiare e dolcissima delle storie sussurrate davanti al fuoco. rnrn«Travolgente... la scrittura di Mick Kitson convince sia nel ritrarre l'amore tra sorelle che nel dipingere la bellezza della natura vista con gli occhi di Sal... un esordio audace» - Sunday Express rn«Originale e sfrontato... insieme attuale e senza tempo, una storia che commuove e consola... Sal merita di diventare un successo» - The Observerrn«Un romanzo ambizioso e ben congegnato. La letteratura ha fame di storie come questa.» – The Guardianrnrnrn Nell'ultimo anno, Sal ha imparato molte cose. Sa come accendere un fuoco, scuoiare un coniglio, costruire un arco. Sa come proteggere la sorellina Pepa da quello che il mondo ha fatto a lei. Sal ha pensato a tutto. Il coltello da caccia e gli scarponcini li ha comprati su Amazon con le carte di credito rubate. Ha preparato il kit del pronto soccorso, studiato le mappe delle foreste scozzesi e passato ore a guardare corsi di sopravvivenza su YouTube. Adesso è pronta. Sal ha tredici anni, sua sorella Pepa solo dieci: due bambine che del mondo sanno già troppo. La mattina in cui scappano di casa si lasciano alle spalle una madre alcolizzata, un patrigno violento e un omicidio. Fuggono dalla brutalità quotidiana per trovare quiete e rifugio nei boschi, dove vivono in una capanna e si nutrono di tutto quello che riescono a cacciare. Premere il grilletto non è quasi mai un problema: in natura la violenza è all'ordine del giorno, una questione di vita o di morte. Quando si è soli nella foresta, il pragmatismo è l'unico antidoto alle crisi di panico, mette a tacere i fantasmi del passato, impedisce al terrore di avere la meglio. Perché Sal è in grado di sopravvivere in condizioni estreme, ma non ha idea di come vivere una vita normale. Un romanzo vero e struggente sull'amore tra sorelle, in cui alla lingua concreta del manuale di istruzioni si mescola quella fulminea di Twitter e Snapchat e quella familiare e dolcissima delle storie sussurrate davanti al fuoco. -
Aulularia
La storia è quella di Euclione, un vecchio avaro (non a caso l' Aulularia fu un modello per Molière) che ha scoperto una pentola piena d'oro nascosta in casa da suo nonno e vive nel costante terrore che gli venga sottratta, spostandola da un luogo all'altro. La vicenda della pentola si intreccia con quella di Fedria, figlia di Euclione, contesa tra il giovane Liconide e lo zio di questi, Megadoro. Celeberrima la scena in cui Liconide chiede la mano di Fedria ed Euclione crede che stia parlando della pentola. Roberto Piumini ha tradotto in versi la commedia (che in versi, come tutte le commedie di Plauto, era scritta) e dove si interrompeva l'originale latino ha aggiunto un finale molto verosimile e fedele allo stile plautino. Il risultato complessivo restituisce un testo della piú antica tradizione teatrale alla sua natura comica e alla sua forza letteraria. -
Lissy
Vincitore del Premio Scerbanenco 2017. Per essere un ""originale esempio di noir ambientale in cui la montagna, vera protagonista del romanzo, nasconde antiche paure e minacce, esplorando in modo paranoico i segreti più oscuri della provincia italiana.""""rnrnDopo La sostanza del male, un nuovo magnifico thriller, candidato al Premio Giorgio Scerbanenco 2017 per il miglior romanzo noir italianornrnUna giovane donna in fuga e il mistero che porta con sé. Un solitario che vive sulla montagna dei suoi padri, seguendo leggi inflessibili e antichissime. Un uomo divorato dal passato e uno tanto spaventoso da non avere né nome né futuro. Poi Lissy. Un'invenzione gigantesca.rnrn«Simon Keller spense la lucerna. Lo sfrigolio del lume a olio che si smorzava divenne lo spazio bianco tra un tic e un tac e l'immaginazione di Marlene trasfigurò la realtà in qualcosa di diverso. Durò un secondo, forse due. In quell'attimo la giovane donna scorse qualcosa muoversi. Nell'oscurità. Tic... Una visione fugace, con la coda dell'occhio e la mente sottosopra per il caldo e per la puzza, mentre il buio ghigliottinava la porcilaia. Fu come durante l'incidente. La sua vista si acuì e Marlene vide (immaginò) ogni dettaglio. Lissy.»rnrnInverno 1974. Marlene ha sposato Herr Wegener, l'uomo piú temuto del Sud Tirolo, per sottrarsi a una vita di miseria. Ora, però, qualcosa è cambiato. Sa che il marito non le perdonerà mai il tradimento, ma decide lo stesso di scappare da lui, dopo averlo derubato di un tesoro il cui valore va ben oltre quello del denaro. Uscita di strada con la macchina, la giovane viene salvata e curata da Simon Keller, un Bau'r, un contadino di montagna che abita in un maso sperduto. Intanto Herr Wegener ha scatenato la caccia, spinto dalla rabbia e dalla difficoltà in cui il gesto della moglie lo ha posto nei confronti del Consorzio, una potente organizzazione criminale. Sulle tracce di Marlene è stato messo l'Uomo di Fiducia, un personaggio gelido e letale che non si fermerà finché non avrà portato a termine il proprio compito. Presto la donna dovrà capire quale sia per lei la minaccia maggiore. Se il marito, il killer, lo stesso Simon Keller. Oppure Lissy."" -
Racconti da ridere
Una buona battuta rompe il ghiaccio, ma un racconto esilarante può spiegare il mondo. Una carrellata di personaggi irresistibili, idee, peripezie, giochi di parole e fantasticherie, per capire che ridere è un modo di pensare. Per poi subito ricominciare a ridere. Con un racconto inedito di Margaret AtwoodrnrnrnrnUn uomo si sveglia e si accorge di non avere più il naso. Un gruppo di poeti incassa milioni di dollari mentre gli sceneggiatori hollywoodiani campano a fatica. Un bambino chiede a una contadina di vedere una Cosa. Adamo ed Eva scoprono gioie e miserie della vita di coppia. Sono alcune delle storie che compongono il caleidoscopio di questo libro. Ma che cosa vuol dire ridere? Il riso è paradosso, complicità, reazione al mondo, aggressività, rifugio politico, scherno, sopravvivenza, sintomo di un'epoca. Tutte queste cose, e tante altre, visto che fin dalla notte dei tempi la comicità si è mescolata al quotidiano, facendoci ridere di tutto e del contrario di tutto. A patto di avere senso dell'umorismo - e di sapere scrivere grande letteratura. E adesso che le granitiche collere dei commenti in rete hanno spazzato via ogni sfumatura dello humour (tanto che il ricorso alle faccine per spiegare il tono di una frase sembra imprescindibile), capire le origini dell'umorismo è fondamentale. Attraversando i secoli e le latitudini, Racconti da ridere esplora tutto lo spettro dell'ilarità, da Mark Twain a Stefano Benni, passando per Cechov e Umberto Eco, fino a Nora Ephron. Con l'intelligenza, si spera, di non prendersi troppo sul serio. -
La tigre bianca
Vincitore del Man Booker Prize 2008Seduto alla sua scrivania, l'imprenditore autodidatta Balram Halwai, detto la Tigre Bianca, scrive sette lucide e impietose lettere al primo ministro cinese che si appresta a visitare l'India. Gli racconta delle proprie origini e della propria storia: la storia di un ragazzo di una delle caste più basse che da un fangoso villaggio all'interno del paese (dove ""ogni buona notizia si tramuta in una cattiva notizia, e in fretta"""") arriva a New Delhi, dove mall luccicanti, sontuosi palazzi e auto tirate a lucido da magri autisti in ciabatte si accostano a bordelli di lusso con bionde prostitute dell'Europa dell'est. Qui, nel nuovissimo quartiere di Gurgaon, Balram Halwai assiste alla progressiva e inarrestabile corruzione del suo padrone, ne assimila la mentalità e intuisce che il modo per fuggire dalla gabbia della miseria esiste: commettere un omicidio, rubare e mettersi in proprio. Grazie a un duro lavoro, a pasti trangugiati in fretta, a un codice morale dettato dalle necessità produttive, ma soprattutto applicando le auree regole degli affari apprese da Mr Ashok, il suo defunto ex principale, il successo non tarda ad arrivare. Per il futuro si vedrà: forse potrebbe investire parte del proprio capitale in una scuola per i bambini poveri di Bangalore: una scuola piena di Tigri Bianche, in cui non si parli né di Gandhi, né dei 36 milioni di divinità indiane."" -
Lettere d'amore nel frigo. 77 poesie
Per Luciano Ligabue le canzoni non sono poesie in musica. Sono canzoni, un'altra cosa. A maggior ragione, le poesie non sono canzoni senza musica. Sono - questo sí - un altro modo di raccontare storie ed emozioni. Queste poesie segnano un esordio ma, in qualche modo, anche un ritorno al Ligabue delle origini, il Ligabue dei primi album e dei racconti di Fuori e dentro il borgo più che del romanzo ""La neve se ne frega"""", il Ligabue che riscopre il gusto di raccontare persone e personaggi. C'è il padre morente, il figlio che cresce, ma anche la strana insegnante di educazione fisica, e l'antipatico Marzio, c'è """"B"""", che """"è tornato, è morto, ma si era sbagliato"""", c'è la bambina scappata di casa tanto tempo fa. Non solo storie. Una raccolta che alterna analogie e rimandi a improvvisi """"intervalli"""". Poesie che non hanno una morale -ci mancherebbe - ma che non hanno paura ad affermare che nella vita occorre """"accettare meraviglia"""" ed essere, sempre e comunque, come """"un paio di farfalle dure a morire"""". Testi che riconoscono nei maestri della poesia americana del Novecento un punto di riferimento, dai quali Ligabue - come ogni allievo che si rispetti - si allontana subito. Perché la sua voce, anche nelle poesie, è inconfondibilmente e solo sua."" -
Imperi dell'Atlantico. America britannica e America spagnola, 1492-1830
Questo libro, frutto di lunghi anni di studio, racconta la storia parallela dei due imperi atlantici della prima età moderna, l'America spagnola e quella inglese. rnrn «Un libro destinato a nutrire le riflessioni e le conoscenze di chi, nel mondo globalizzato di oggi, si interroga sull'interazione di civiltà diverse su scala planetaria, perché riesce a fornire, con un lavoro di comparazione di altissimo livello, una visione d'insieme del piú imponente tentativo di unificazione culturale delle società umane: quello dei ""secoli lunghi"""" del dominio europeo in America» - Adriano Prosperi John H. ElliottrnrnQuegli imperi nacquero dalla volontà di trapiantare nella vastità degli spazi americani due culture diverse, per molti aspetti antitetiche e a lungo ferocemente ostili: quella latina, cattolica e assolutista della Spagna e quella anglosassone, protestante e liberale dell'Inghilterra. Due culture concordi solo nel concepire le terre d'America come uno spazio sacro, come un'offerta della Provvidenza divina per realizzare finalmente nel mondo l'ideale cristiano del regno di Dio. In un continente vastissimo e scarsamente abitato da popoli diversi per lingue e culture, vennero allora a confronto due modelli di dominio coloniale, quello centralistico e burocratico della Spagna e quello disseminato e individualistico dell'Inghilterra. E quelle due realtà, che in Europa si combattevano, trovarono nel continente americano sorprendenti forme di interazione e di scambio."" -
Camminare può cambiarci la vita
Camminare è la medicina di cui tutti abbiamo bisogno, da assumere a dosi regolari, grandi e piccole, un giorno sí e l'altro pure. È il superpotere che fa bene al corpo e allo spirito. Perché camminare non solo ci rende piú sani ma può anche aiutarci a diventare esseri umani migliori.Qual è il tratto che ci differenzia da tutti gli altri esseri viventi? Di solito in cima alla lista figurano la capacità di pensare e di parlare: sono due prerogative esclusive dell'uomo, non c'è dubbio. Eppure i nostri antenati, milioni di anni fa, per svilupparle si sono dovuti alzare in piedi e mettere in cammino. Il linguaggio e i pensieri umani si sono evoluti in modo tanto singolare proprio quando abbiamo iniziato a compiere spostamenti impossibili per qualsiasi animale. Siamo esseri mobili, in tutti i sensi. Oggi però, dopo aver tanto camminato, gli uomini si sono un po' fermati, viaggiano ovunque ma in fondo sono sempre fermi. Shane O'Mara, che di mestiere fa il neuroscienziato, e che per passione non può proprio astenersi dal passeggiare ogni giorno, ci spiega in queste pagine perché sarebbe il caso di ricominciare a fare affidamento sulle nostre gambe: per essere più in forma ma non solo, anche per essere più creativi e più aperti ad accettare le idee e i punti di vista degli altri. Camminare riduce lo stress e rallenta l'invecchiamento del nostro cervello, fa bene ai muscoli così come alla nostra socialità e alla nostra mente. E dopo aver letto questo libro non avremo più scuse per non alzarci dal divano e fare una bella passeggiata.