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Canicola. 87° distretto
Uno degli episodi piú riusciti della serie di culto di McBain, dove i casi da risolvere si intrecciano alle vicende dei detective dell'87° Distretto. rn«Tutti i fan delle serie crime piú amate, da The Wire a CSI, dovrebbero leggere Ed McBain per capire a chi si sono davvero ispirati i loro creatori». - The Guardian rnrn Nel mezzo di una torrida estate metropolitana, un artista muore per overdose da barbiturici dentro un appartamento bollente. Toccherà alla squadra di Carella svelare i retroscena di un caso che pare fin troppo lineare. A Isola, il quartiere della città immaginaria che per McBain simboleggia New York, fa un caldo d'inferno. Eppure Carella e soci sono costretti a stazionare per ore in un appartamento pestilenziale, in attesa del verdetto del medico legale intento a esaminare un cadavere. Si tratta di Jeremiah Newton, affermato artista trovato morto dalla moglie appena rientrata da Los Angeles, riverso sul letto in una stanza dove la temperatura sfiora i 40°. Overdose da farmaci è il responso. Sono tanti, però, i dettagli che contraddicono l'ipotesi del suicidio: il terrore della vittima a ingoiare qualsiasi tipo di pillola, i milioni che aveva ereditato dal padre e una moglie esasperata che progettava il divorzio. Nel frattempo l'agente Kling, punta di diamante della squadra, deve affrontare uno psicopatico appena uscito dal carcere, e i sospetti terribili che avvelenano il suo matrimonio. -
Ninna nanna. 87º distretto
«Affilato, trascinante e pieno di suspense»: secondo Stephen King, Ninna nanna è il miglior romanzo di Ed McBain.rnrn«I romanzi dell'87° Distretto – brevi, violenti e geniali – dimostrano che la polizia non è costituita da un solo capo detective circondato da tirapiedi. Quella di McBain è una squadra di uomini e donne che lavorano duro per arrivare alla fine del turno, al cuore di ogni caso, conservando intatti senso dell'umorismo e umanità». - The New York Times rnAll'alba del nuovo anno, Carella e soci sono chiamati a indagare su uno dei casi piú efferati nella storia dell'87° Distretto: l'omicidio di una neonata e della sua baby-sitter in uno dei quartieri piú eleganti della città. Sono le due e mezza del primo dell'anno, quando un terribile delitto scuote alle fondamenta l'87° Distretto. Rientrando a casa da una festa, una delle coppie piú abbienti di Isoal trova la figlioletta di pochi mesi morta nella culla: è stata soffocata con un cuscino. Lí accanto giace la baby-sitter, con un coltello conficcato nel petto. Secondo il referto dell'autopsia, il suo corpo presenta tracce di un recente rapporto sessuale. I primi sospetti ricadono sull'ex fidanzato della ragazza, che però sembra scomparso nel nulla. In realtà ha abbandonato l'università e si è rifugiato da un'amante piú vecchia, ma giura di non essere stato lui a uccidere Annie e la piccola. E mentre Carella e Meyer fanno carte false per scovare il colpevole, l'agente Kling si ritrova sotto il fuoco incrociato di una faida tra bande rivali, determinate a sconvolgere la metropoli. -
Riportando tutto a casa
«I cambiamenti scavano la fossa al vecchio mondo in modo che il suo crollo sia spesso molto silenzioso. È cosí che cambiano gli uomini – una smorfia, uno scatto di nervi, una parola al posto di un'altra parola –, è cosí che da un momento all'altro non siamo piú noi stessi.»La città è Bari. Il momento, gli anni Ottanta. Il denaro corre veloce per le vene del Paese. I tre adolescenti che si aggirano per le strade di questo libro hanno in corpo una sana rabbia, avvelenata dal benessere e dalla nuova smania dei padri. Si azzuffano e si attraggono come gatti selvatici, facendo di ogni cosa – la musica, le ragazze, le giornate – un contorto esercizio di combattimento. Ma negli angoli dei quartieri periferici li aspetta il lato in ombra di quel tempo che luccica: qualcosa che li costringerà a mettere in discussione le loro famiglie, i loro sentimenti, e perfino se stessi. Ci metteranno vent'anni per venirne a capo. -
Cronaca di una morte annunciata
«Il giorno che l'avrebbero ucciso, Santiago Nasar si alzò alle 5,30 del mattino per andare ad aspettare il battello con cui arrivava il vescovo.»Come nella migliore tradizione dei thriller, García Márquez annuncia fin dalle prime righe chi sarà la vittima, per poi tenere il lettore legato alla narrazione delle indagini intorno alle circostanze, e alle ragioni, dell'assassinio. E anche la definizione di «cronaca» per questo lungo racconto – o romanzo breve – è esatta: è il documento minuzioso e sottile di un'investigazione che ci rimanda alla grande abilità giornalistica dell'autore, il quale però non dimentica quei lati misteriosi o magici – i sogni premonitori di Santiago – caratteristici della sua scrittura. E dunque, Santiago Nasar morirà. Ma perché i fratelli Vicario vogliono ucciderlo e perché nessuno, in paese, cercherà di fermarli? -
Il Re, il Saggio e il Buffone. Il gran torneo delle religioni
Che cosa succede quando un ateo, un buddhista, un indú, un musulmano, un ebreo e un cristiano sono chiamati a confrontarsi e a dire ciascuno la propria verità?La storia delle religioni come un'affascinante narrazione, dove i singoli personaggi cercano di mettere in luce gli aspetti piú suggestivi e pregnanti della propria fede per vincere un simbolico torneo. La ricerca del Sapere assoluto, di tutte le imprese impossibili è certo la piú vertiginosa, di tutti i viaggi il piú avventuroso. E si snoda per quattromila anni di storia lungo testi sacri e tradizione orale, teologia, filosofia, poesia e scienza, e per parabole, favole, immagini ai quattro angoli del pianeta. Forse questo libro non è che un primo tuffo nella galassia delle religioni, una piccola bussola. Forse, però, saprà sorprendere anche il lettore piú avvertito citando perle di purissima poesia, affiancando al racconto il coraggio di guardare oltre, la fiducia profonda nel dialogo fra uomini e idee differenti. -
Prima che il gallo canti: Il carcere-La casa in collina
"Il carcere"""" e """"La casa in collina"""": sono i due romanzi brevi che sancirono la maturità artistica di Cesare Pavese, scritti a distanza di dieci anni l'uno dall'altro (tra il 1938 e '39 il primo, tra il 1947 e il '48 il secondo). Come afferma Italo Calvino nel testo che apre il volume """"i due romanzi han tutt'e due andamento di memorie, e lo stesso tema generale: la posizione d'un intellettuale in un momento di 'scelta' politica, non d'idee, che quelle son date già per scelte, ma d'azione, di presenza""""." -
L'altra Eszter
È un lungo sfogo, crudele e pieno di astio, quello con cui Eszter, fra le più affermate attrici teatrali nell'Ungheria del secondo dopoguerra, si rivolge a Lórinc, il grande amore della sua vita. Astio che ha motivazioni antiche perché Eszter è figlia di due persone legate da una passione profonda, ma proprio per questo esclusiva ed escludente; perché pur di origini aristocratiche e di vecchia cultura mitteleuropea la famiglia è poverissima e lei subisce tutte le frustrazioni legate a questa condizione; perché, infine, la sua compagna di scuola e di giochi è Angela Graff, incarnazione di tutto ciò che lei non è - bella, amabile e soave - e di tutto ciò che non può avere: una famiglia ricca e armoniosa, un fratello eroe, vestiti decenti, scarpe comode (non quelle tagliate in punta ereditate dalla zia Irma). E su Angela che si concentrano l'odio e la gelosia di Eszter: sentimenti tanto radicati da indurla a compiere azioni moralmente inaccettabili, come quando dal giardino della compagna porta via un giovane capriolo da lei teneramente amato e ne provoca - chi sa quanto inavvertitamente - la morte. Sarà cosi per tutta la vita: perché quando Eszter, ormai famosa, si innamora, lo farà proprio del marito della candida Angela che non comprende niente, non vede niente, non si accorge neanche per un istante come la sua ""amica"""" provi l'incessante bisogno di vederla soffrire e non riesca a reprimere il desiderio di ucciderla."" -
Otello
Il tradimento, le menzogne, la gelosia e la vendetta, in una delle tragedie piú intense di William Shakespeare.Otello è un generale al servizio di Venezia al quale è stato affidato il compito di comandare l'esercito contro i turchi nell'isola di Cipro. Parte dalla città lagunare col luogotenente Cassio, Desdemona, con cui si è sposato in gran segreto, Iago e la moglie Emilia. Ma quando il perfido Iago instilla nel Moro il dubbio del tradimento di Desdemona, Otello diviene schiavo della gelosia e, fuori di sé, compie la piú tragica delle azioni. Tra i drammi maggiori di Shakespeare, l'Otello mette in scena la debolezza del genere umano, la cecità di chi è incapace di interpretare la vita con la lucidità necessaria. -
I racconti
Inventore del racconto poliziesco e del thriller psicologico, nella sua sterminata produzione Edgar Allan Poe ha affrontato atmosfere torbide e terrificanti, trame allucinanti e bizzarre, intrecci misteriosi decifrabili solo con l'utilizzo di una lucida logica, mondi inquietanti e anche grotteschi, riuscendo sempre a penetrare a fondo nell'anima delle situazioni fino alle piú estreme conseguenze. Questo volume che raccoglie i suoi racconti restituisce tutta la sua intelligenza, la sua visionaria lucidità, la sua acuta percezione della realtà. Il lungo saggio introduttivo di Julio Cortázar aiuta a leggere la vita e l'opera di Poe sotto una luce spogliata di quei riflessi che a partire dalla sua morte hanno spesso fuorviato i lettori di uno dei piú grandi scrittori di tutti i tempi. -
Tutto qui
Dopo l'importante punto di arrivo raggiunto col poemetto Il mondo sia lodato, la nuova raccolta di Franco Marcoaldi prosegue nel percorso interiore dell'autore tra ricerca sapienziale e piccoli gesti salvifici, mentre il mondo esterno sembra sempre piú dominato dalla brutalità. rnrnIl libro si apre con una scena di ""perdita di tempo"""": l'imbucarsi in un cinema semivuoto per vedere un vecchio film, «due ore rubate al lavoro, una sposa tradita». Il tema del perdere tempo, ripreso in altre poesie («Perdo il mio tempo guardando il gatto che fissa l'infinito come nessuno di noi saprebbe fare?»), è uno dei fili conduttori della raccolta: perdere tempo per trovare se stessi, lasciar cadere le maschere, far tacere i tamburi del narcisismo quotidiano, conquistare uno spazio di silenzio. Questo tipo di esercizi zen richiede prima di tutto professione di umiltà. Ai potenti, agli arroganti, ai troppo sicuri è preclusa qualsiasi via che porti a un momento di autenticità. Umiltà e arroganza però possono presentarsi fuse insieme, e dunque: «Come tenere a bada quella metà avariata di me stesso che reclama di continuo voce e combina di continuo danni?» Quest'ultimo di Marcoaldi è un libro di """"esercizi spirituali"""" per laici, un prezioso breviario per attraversare i dissidi interiori alla ricerca di una piú umana armonia con la natura."" -
Sul tradimento
Sul tradimento offre una spiegazione filosofica della natura delle più importanti relazioni umane - con amici, familiari o all'interno della propria comunità - attraverso la loro patologia, il tradimentornrnL'adulterio, il tradimento, l'apostasia non vengono più considerati con la gravità di una volta. Eppure molto spesso siamo testimoni di storie di tradimenti, e molti di noi hanno direttamente sperimentato un atto di infedeltà. Avishai Margalit sostiene che la tensione tra l'ubiquità del tradimento e il progressivo allentamento della sua considerazione è un segno della differenza esistente tra etica e moralità nei rapporti umani. Sul tradimento offre una spiegazione filosofica della natura delle più importanti relazioni umane - con amici, familiari o all'interno della propria comunità - attraverso la loro patologia, il tradimento. Non si può definire con sicurezza cosa sia un tradimento. Chi per alcuni è un informatore, per altri è qualcuno che ti pugnala alle spalle: un eroe o un traditore. Eppure, il concetto di ciò che significa tradire è costante attraverso i secoli e le culture. Il tradimento mina la fiducia più solida, dissolve il collante che mantiene unite le nostre relazioni più salde. L'epoca attuale dà maggior rilievo ai rapporti di fiducia tra stranieri, a quelle relazioni che assumono un ruolo centrale nell'economia globalizzata, e che però, secondo Margalit, sono controllate dalla moralità. ""Sul tradimento"""" si occupa invece dell'etica: di ciò che dobbiamo alle persone e ai gruppi che ci forniscono un senso di appartenenza. L'autore attinge a fonti letterarie, storiche e personali (la sua infanzia durante la guerra arabo-israeliana del 1948) e analizzando il concetto di tradimento considera ciò che sono e dovrebbero essere i nostri rapporti più importanti, dando nuovo vigore alla dimenticata nozione di fraternità."" -
Il persecutore
Secondo lo stesso Cortázar, Il persecutore è stato il suo momento di svolta, il passaggio da moduli narrativi borgesiani in cui i personaggi sono solo figure del fantastico a un tipo di racconto in cui la narrazione si incarna nel personaggio, è il personaggio. Nel 1955 Cortázar stava cercando il protagonista di un racconto su un artista: lesse un lungo necrologio su Charlie Parker, il grande jazzista morto in quei giorni, e ne rimase fulminato. In un'intervista disse che si mise a scrivere il racconto il medesimo giorno. Dunque attraverso Johnny Carter (cioè Charlie Parker) e Bruno, intellettuale e critico musicale, si snoda il rapporto ambiguamente dialettico tra creatività e razionalità. Altro tema fondamentale è quello della ricerca di un tempo sospeso, in cui passato, presente e futuro convivono compressi. È il tempo che Cortázar sentiva quando andava in métro, ed è quello che Parker provava a riprodurre col suo innovativo e geniale modo di suonare il sax.rnrnIngrediente fondamentale di questo racconto, e in generale dell'opera di Cortázar, è il tempo. Johnny dedica molti dei suoi monologhi allucinati a quest'argomento: «La musica mi tirava via dal tempo, anche se è solo un modo di dire. Se vuoi sapere quello che realmente sento, io credo che la musica mi spingeva dentro il tempo. Ma allora si deve credere che questo tempo non ha niente a che vedere con... be, con noi, per così dire». Il tempo è presenza reale, sebbene immateriale: Johnny ne parla come di qualcosa che esiste e sfugge allo sguardo, come i misteriosi personaggi inventati da Cortázar nel racconto Casa occupata (presente nella raccolta Bestiario) che costringono i due protagonisti ad abbandonare la loro abitazione, invasa non si sa bene da chi. Queste presenze esistenti e allo stesso tempo invisibili sono molto amate dallo scrittore, e nel Persecutore si incarnano nell'idea stessa di un tempo onnipresente e sfuggente, autentico protagonista che si esplicita musicalmente nell'accelerazione della pulsazione bebop rispetto a quella del precedente stile swing. - dalla prefazione di Carlo BoccadorornTraduzione di Flaviarosa Nicoletti Rossini -
Gli ebrei di Rembrandt
Molte sono le opere di Rembrandt con soggetti tratti dalla Bibbia ebraica e numerosi sono i suoi ritratti di notabili ebrei. Ma quali furono i concreti legami tra Rembrandt e la comunità ebraica? rnrnSteven Nadler documenta i rapporti quotidiani, non sempre facili, tra il pittore e i suoi vicini di casa a Vlooienburg, nel cuore del mondo ebraico di Amsterdam. E ben presto, partendo dal lavoro del grande artista, il rinomato studioso di Spinoza estende il campo d'indagine, per descrivere alcune pagine centrali della vita dei sefarditi e degli ashkenaziti all'indomani del loro insediamento presso lo Zuiderzee: l'assimilazione da parte di una società cosmopolita di queste comunità di migranti, oggetto di interesse intellettuale e sospetto, curiosità e pregiudizio, e talvolta ammirazione. L'attento esame di dipinti, incisioni e disegni sfocia nell'analisi della vita culturale e sociale del Secolo d'oro olandese, e approfondisce le fondamentali questioni di carattere spirituale, teologico e politico dell'epoca. Un viaggio coinvolgente lungo i canali e sotto i cieli annuvolati dell'affollata Amsterdam, tra personalità fuori del comune, accese discussioni e splendidi capolavori artistici. «All'epoca, il Vlooienburg costituiva il fulcro del mercato artistico e del commercio del legname, nonché il cuore del mondo ebraico di Amsterdam. E Rembrandt stava nel centro esatto di quest'area. Tutte le case immediatamente attigue o che si affacciavano sulla sua, sul lato destro e sinistro della strada, appartenevano a ebrei. Dalla sua scalinata d'ingresso Rembrandt poteva vedere attraverso le finestre della casa di Rabbi Mortera, e dall'ultimo piano si offriva alla sua vista la sinagoga della comunità. La mattina udiva gli schiamazzi in portoghese dei figli delle famiglie ebree mentre andavano a scuola. Il venerdí pomeriggio poteva sentire l'odore delle pietanze iberiche preparate a cottura lenta per lo Shabbat. Prima della Lower East Side a New York, del Marais a Parigi e persino dell'East End londinese, ad Amsterdam esisteva il Vlooienburg. E molti degli elementi che consideriamo fondativi dell'arte e della personalità rembrandtiane derivano, in ultima analisi, dalla sua decisione di stabilirvi il proprio domicilio». -
Non fa niente
Un patto tra due donne, una scelta coraggiosa e l'irresistibile energia con cui affrontano la vita. A passeggio per cinquant'anni di storia in compagnia di due figure femminili semplicemente straordinariernrn«Può esistere un amore di madre che non contempli l'esclusiva? La natura ha davvero leggi cosí rigide da non ammettere eccezioni?»rnrnEsther e Rosanna stipulano un patto, per qualcuno forse scandaloso, inaccettabile. Un patto che cambia per sempre le loro vite. Nel 1933, in uno dei momenti più cupi per l'Europa, Esther ha dovuto lasciare Berlino, il suo innamorato, la sua libertà, ogni promessa di futuro. Ora è una giovane donna colta, dall'intelligenza tormentata, la cui eleganza sconcerta l'arcigna suocera piemontese. Rosanna invece è cresciuta in mezzo alle risaie, non ha potuto studiare e la sua bellezza le ha giocato un brutto tiro trasformandola in fretta in una creatura determinata e sensuale, ansiosa di cambiare la sua esistenza. Cos'abbiano in comune due donne cosí, non ci vorrà molto a scoprirlo. Sono vive nonostante tutto, profondamente capaci di amare e d'insegnarsi qualcosa l'un l'altra. Un giorno Esther domanda a Rosanna di aiutarla ad avere un figlio, «come nella Bibbia fece Agar per Abramo e Sara». Il loro universo non esclude affatto gli uomini. Esther è legata al marito Riccardo da una complicità generosa e Rosanna ama Nicola con un'irruenza passionale, che trova negli assolo e nelle improvvisazioni jazz la sua colonna sonora. Intanto il mondo va avanti e le interroga senza risparmiarle: dalla guerra alla Torino postbellica che si avvia alla ricostruzione, passando per Bartali e Togliatti, gli anni delle rivolte studentesche e il terrorismo, fino alla caduta del muro di Berlino. I giorni si riempiono di cose da fare, giacche di pannofix, segreti condivisi, paure, entusiasmi, scommesse, Fiat 1100 che arrancano su autostrade pericolose appena costruite. È la vita che corre, la vita di due amiche che non saranno mai più sole. -
Ulisse. L'ultimo degli eroi
L'Odissea è il primo vero romanzo della letteratura occidentale e Ulisse, il suo protagonista, è l'ultimo degli eroi, il primo personaggio moderno. Ma che uomo è stato? rnrn«Dormiva Penelope quando Telemaco partí alla ricerca di suo padre. La mattina Euriclea, con le lacrime agli occhi, era salita nella sua stanza e le aveva bisbigliato all'orecchio che il figlio era salpato nella notte. Il suo cuore si era spezzato, ma non aveva gridato o pianto, non aveva detto una parola. Doveva nasconderlo finché poteva: era circondata da ancelle infedeli che la spiavano in ogni momento andando a riferire tutto ai loro amanti. I pretendenti avrebbero potuto mettere in mare una nave veloce e inseguirlo. Ma fino a sera almeno non se ne sarebbero accorti. A quel punto era veramente sola.»rnrnrnHa lasciato una moglie a casa da sola con un bambino e un vecchio suocero da accudire. E come padre? Il figlio Telemaco è dovuto crescere senza di lui, prigioniero della sua ombra e condannato a non poter diventare mai davvero adulto. E le tante donne che ha incrociato nel suo viaggio? Per quanto si possano essere rivelate perfide, sono state tutte sedotte dal suo fascino e dalla sua scaltrezza e poi abbandonate: Circe, Nausicaa, Calypso. Guidorizzi ci accompagna alla scoperta di un eroe guardandolo attraverso gli occhi di chi ha partecipato solo da comprimario alla sua epica vicenda. E lo fa, come di consueto, unendo al rigore del classicista la passione e la brillantezza del narratore. -
Enea, lo straniero. Le origini di Roma
La storia di Enea è la storia di un lungo viaggio attraverso il Mediterraneo e della dolorosa sorte che tocca a chi scappa dalle avversità e dagli orrori. È la storia senza tempo di un eroe che dopo tanto peregrinare trova una nuova terra da poter chiamare casa. È la storia delle radici di Roma e delle nostre.Enea in questi tempi lo definiremmo un migrante, un profugo. Come molti che oggi raggiungono le coste europee scappa da una guerra, quella di Troia; costretto a lasciarsi alle spalle la propria casa e la donna che ama, portandosi in spalle il vecchio padre Anchise e tenendo per mano il figlio Ascanio. Insieme ad altri uomini e donne, che come lui hanno perso quasi tutto, si mette in mare senza una meta, senza un porto sicuro a cui approdare; con la sola certezza di dover fuggire per sopravvivere. Da quel momento per lui inizia un'esistenza da straniero. Accolto a Cartagine dalla regina Didone, malgrado il sentimento che li unisce è costretto ad abbandonarla per seguire il suo destino. Giulio Guidorizzi si immerge nei versi di Virgilio e interpretandoli, con lo sguardo attento del classicista, li trasforma in un grande saggio dal respiro narrativo rinnovandone la forza senza tempo.I Romani sapevano di discendere da un advena, uno che viene da fuori, accompagnato da fuggiaschi che avevano attraversato il mare rischiando mille volte di morire e scomparire nelle acque. «L'impero romano, – scrisse Seneca, – ha come fondatore un esule, un profugo che aveva perso la patria e si portava dietro un pugno di superstiti alla ricerca di una terra lontana... Farai fatica a trovare ancora una terra abitata dagli indigeni: tutto è il risultato di commistioni e di innesti». I Greci al contrario pensavano di essere nati dalla terra, come un albero. Gli Ateniesi si vantavano di essere autoctoni: il loro primo re, Cecrope, era sbucato dal suolo come un serpente e per questo aveva la parte inferiore del corpo coperta di scaglie. «Noi siamo stati sempre qui, – dicevano, – la nostra gente è nata da questa terra; possiamo accogliere i supplici e gli stranieri, anzi è la nostra legge a imporlo, ma i veri Ateniesi saremo sempre noi, i figli del serpente ». I Romani non pensavano cosí. Il loro eroe fondatore veniva da una terra lontana, ma arrivando non trovò il deserto: solo uomini selvatici e primitivi. Eppure non li volle come schiavi ma come compagni. -
Vegan. Un manifesto filosofico
Essere vegani non è né una moda, né una dieta. Essere vegani vuol dire, prima di tutto, abbracciare una filosofia. rnrnPerché chi sceglie di essere vegano ha deciso di non mangiare piú dei «qualcuno» che la nostra società ha trasformato in dei «qualcosa» non solo per mettere fine a una barbarie, ma per salvaguardare l'architettura sociale, ambientale ed economica del nostro futuro. Tuttavia, nonostante questo stile di vita abbia alle spalle centinaia d'anni di riflessione sull'etica e l'ambientalismo, in molti oggi decidono di diventare vegani solo per nobilitarsi e sentirsi migliori degli altri. Ma per inseguire un vero cambiamento epocale è necessario un nuovo tipo di veganesimo, filosoficamente orientato e piú integrato nella società. Lontano dal fanatismo e dal controllo militaresco dei frigoriferi, e piú tollerante nei confronti di chi non ha ancora fatto questa scelta. Con Vegan Leonardo Caffo mette a disposizione di tutti noi un'originale riflessione filosofica che, vagliando i limiti e le risorse della pratica alimentare piú discussa, amata e odiata del nostro tempo, apre una finestra su un diverso mondo possibile. -
Storia della Resistenza nell'Europa occidentale 1940-1945
Il passaggio da una storia nazionale a una storia transnazionale della Resistenza europea: un cambiamento profondo nell'interpretazione di un fenomeno chiave del Novecento. rnrnLa Resistenza nell'Europa occidentale è stata considerata a lungo come un fenomeno nazionale e per molti anni è stata analizzata come tale. Eppure, se i fattori interni giocarono un ruolo centrale nella nascita della Resistenza, la parte degli angloamericani nella sua crescita fu molto significativa. In Norvegia, in Danimarca, nei Paesi Bassi, in Belgio, in Francia e in Italia, le bande partigiane non avrebbero potuto crescere senza il sostegno di Londra all'inizio, di Washington in seguito. Conviene dunque abbattere le frontiere per offrire la prima storia transnazionale della Resistenza nell'Europa occidentale. Per fare questo Olivier Wieviorka ha studiato l'organizzazione e l'azione delle forze clandestine e dei governi in esilio di sei Paesi occupati tra il 1940 e il 1945. Scrutando il ruolo della propaganda, del sabotaggio e della guerriglia nell'Europa occidentale, Wieviorka ci invita a riconsiderare senza tabú l'azione della Resistenza, cosí come le sue relazioni talora cordiali, talora conflittuali, con gli Alleati e i governi installati a Londra. Olivier Wieviorka, professore all'École normale supérieure de Cachan, è uno specialista riconosciuto della Resistenza e della Seconda guerra mondiale, a cui ha consacrato diversi libri. Ricordiamo, tra questi, Lo sbarco in Normandia (il Mulino 2009) e Histoire de la résistance. 1940-1945 (Perrin 2013), un'opera acclamata dalla critica, premiata dall'Académie française e apprezzata dal pubblico. Ha diretto inoltre, insieme a Jean Lopez, Les mythes de la Seconde Guerre mondiale (Perrin 2015). Olivier Wieviorka, professore all'École normale supérieure de Cachan, è uno specialista riconosciuto della Resistenza e della Seconda guerra mondiale, a cui ha dedicato diversi libri. Ricordiamo, tra questi, Lo sbarco in Normandia (il Mulino 2009) e Histoire de la résistance. 1940-1945 (Perrin 2013), un'opera acclamata dalla critica, premiata dall'Académie française e apprezzata dal pubblico. Ha diretto, inoltre, insieme a Jean Lopez, Les mythes de la Seconde Guerre mondiale (Perrin 2015). Per molto tempo la Resistenza nell'Europa occidentale è stata ritenuta un fenomeno nazionale capace di offrire, tanto sul piano politico quanto su quello militare, un notevole contributo alla disfatta nazista. Sulla stessa falsariga, la cooperazione tra angloamericani e forze nazionali – resistenze e poteri in esilio – è stata giudicata esemplare. Nata sotto gli auspici dell'intesa piú che del conflitto, dell'amicizia piú che della rivalità, del rispetto piú che dell'ostilità, questa collaborazione avrebbe reso piú efficace la guerra sovversiva scoppiata nel 1940 nell'Europa prigioniera. Questa visione idilliaca, tuttavia, corrisponde ben poco ai fatti, quantomeno a quelli colti dagli storici. L'immagine dorata degli Alleati che lottano concordi contro il Terzo Reich nasconde un principio inesorabile: pur mirando alla sconfitta della Germania nazista, Gran Bretagna, Stati Uniti e relativi alleati difendevano anche i propri interessi nazionali. La coalizione risentí degli aspri rancori del periodo tra le due guerre e portò con sé concezioni divergenti, quando non opposte, dell'avvenire dell'umanità. Grande merito di questo libro di Olivier Wieviorka, rispetto... -
I segreti di Istanbul. Storie, luoghi e leggende di una capitale
"Il modo migliore per arrivare a Istanbul sarebbe attraversando lentamente il Mar di Marmara fino a veder apparire une incomparable silhouette de ville..."""". Questo libro è il racconto, potremmo forse dire il romanzo di Istanbul. Protagonista è una città eterna, prodigiosa, una città incarnata nelle sue stesse rovine. A comporne la trama sono le storie degli uomini e delle donne che l'hanno fondata, vissuta, abbandonata: storie piccole e insieme grandissime; a tenerle insieme sono le parole di un autore capace, come raramente accade, di fondere in un unico sguardo sapere e meraviglia. Per secoli Bisanzio, Costantinopoli, Istanbul, è stata una meta ricercata, talvolta fraintesa, altre volte amata, sempre guardata con stupore già dalla prima apparizione del suo straordinario profilo contro il cielo d'Oriente. Quel crescente di luna, che non a caso figura sulla bandiera della Repubblica turca, è - e insieme non è - la stessa luna che possiamo vedere in un qualunque cielo notturno europeo. Come il particolare profumo della città, i suoni, i richiami dei marinai, le luci riflesse sono - e non sono - le stesse di un porto del nostro continente. A renderli diversi è quella sensazione indefinita, quel contorno avvolgente, che una volta si chiamava """"esotismo"""" e che ancora sopravvive. Senza sottrarsi al fascino di quell'esotismo, Augias ne solleva con garbo il velo per scoprire la sostanza più autentica della città, quella che il turista non sempre può o sa cogliere." -
Il rumore del tempo
«Julian Barnes racconta il tormento interiore, la tragedia e il tentativo di distacco di un uomo che voleva libertà per sé e per la musica, e che ha potuto soltanto affidare quel che restava della sua vita all'ironia, per salvare l'anima e l'arte». Annalena Benini rnrnDmitrij Šostakovič ha già riscosso successi in patria e in mezzo mondo quando il compagno Stalin in persona emette l'inappellabile condanna: la sua non è musica, è solo caos. Da quel momento la vita del «nemico del popolo» Šostakovič non è che una foglia al vento, e la sua anima assediata dalla paura, il campo di battaglia fra codardia ed eroismo. Nella speranza che le sue melodie sappiano resistere al rumore del tempo. Un capolavoro intenso, una parabola di umana degradazione che diventa metafora del rapporto tra cultura e potere, tra l'irriducibile libertà dell'arte e l'ottusa pretesa di controllo di ogni forma di totalitarismo. Traduzione di Susanna Basso.