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La condizione neomoderna
Il postmoderno è morto. La storia, la filosofia, la scienza e l'arte hanno ricominciato a scorrere, in modo inquietante e convulso. È la nuova modernità: una sfida e una speranza.rn rnIl postmoderno è morto. La tesi che proclamava la «fine» di ogni cosa (soggetto, verità, storia, morale) non è piú capace di intercettare i movimenti epocali del presente. Il postmoderno non ha compreso le sfide create dalla crisi di una parte della modernità: positivismo e idealismo hanno infatti radicalizzato alcune intuizioni moderne, finendo però per tradirle profondamente. I postmoderni hanno rigettato quei travisamenti insieme alla radice sana, rifiutando in blocco la modernità. Ora, dopo il fallimento di quella diagnosi, ci troviamo in una nuova modernità. I problemi dell'Europa fra Cinquecento e Seicento si ripresentano su scala globale e in forma accelerata: conflitti politici ed economici sostenuti da ideologie religiose, mutamenti radicali di scenari culturali e geopolitici, rivoluzioni scientifiche che cambiano la percezione dell'umano. Di fronte a queste sfide, tornano a essere necessarie e credibili proprio le idee moderne che il postmoderno credeva finite e che abbiamo bisogno di ripensare. -
Invidia il prossimo tuo
Una vita perfetta, rovinata da una sola, sconsiderata buona azione. rn«Niven con la sua solita ironia e il sarcasmo acido e critico critica ferocemente la società contemporanea e gli abitanti di questo mondo.» - Claudio Marinaccio, Mucchiornrn"" – Mi dispiace, – disse Alan. Quando gli uscirono di bocca quelle parole, si rese conto che lo pensava davvero. In gioventú, gli aveva augurato diverse volte di fare una brutta fine. Gli aveva invidiato l'aspetto, il talento, le doti musicali, il successo con le ragazze, la sicurezza, la popolarità. Il giovane Alan Grainger avrebbe tanto voluto essere Craig Carmichael. Ma adesso, lí seduti, mentre entrambi si avvicinavano ai cinquant'anni e tiravano le somme, era molto, molto felice di essere Alan Grainger.""""rnrnrnAlan è un celebre critico gastronomico. È felicemente sposato, ha tre figli e una grande casa a pochi minuti dal centro di Londra. Quando all'uscita della metropolitana rivede quello che in gioventú era il suo «migliore amico», sulle prime non crede ai propri occhi. Craig, il Craig che sembrava destinato a diventare una rockstar di fama internazionale, è invece ridotto a chiedere l'elemosina ai passanti. Alan non deve pensarci su piú di tanto, giusto il tempo di una birra. Lo aiuterà. Lo ospiterà a casa sua fino a quando Craig non si sarà rimesso in carreggiata. Lo fa perché è generoso? Oh, certo. Perché i vecchi amici vanno aiutati? Sicuro, come no. Ma diciamocelo, sostenere Craig gli dà un piacere sottile e feroce: lui ce l'ha fatta, Craig no. Alan sconterà il bene che sta facendo, non c'è dubbio. Perché non c'è nulla di piú odioso del successo degli altri. E nulla ci dà piú gioia del vederli crollare."" -
Karl Marx. Biografia intellettuale e politica (1857-1883)
Questo libro documenta, con grande scrupolosità, che Marx non si occupò solo del conflitto tra capitale e lavoro e ribalta il mito, in voga negli ultimi anni, di un autore economicista ed eurocentrico.rnrnrnA duecento anni dalla nascita di Marx, un libro profondamente innovativo che rivela, anche sulla base di inediti e di manoscritti poco conosciuti, un pensatore e un rivoluzionario molto diverso da quello raffigurato, per lungo tempo, da tanti suoi critici e presunti seguaci. In molti, dopo la caduta del Muro di Berlino, hanno sostenuto che Marx fosse un autore sul quale era già stato detto tutto. Nel bicentenario della sua nascita, questo volume, di grande rigore scientifico e di piacevole leggibilità, introduce al pubblico molteplici tematiche lasciate ai margini dagli studiosi di Marx, presentandone, invece, un profilo originale, con sfumature fino a oggi sconosciute. Marcello Musto mostra come Marx analizzò accuratamente le società extraeuropee, nutrí un notevole interesse per le forme di proprietà collettiva non controllate dallo Stato e ritenne che l'associazione dei lavoratori, nella società comunista, non avrebbe dovuto limitare la libertà dei singoli individui. Marcello Musto è professore associato di Sociologia Teorica presso la York University di Toronto. Tra le sue pubblicazioni si segnalano Ripensare Marx e i marxismi (Carocci 2011) e L'ultimo Marx (Donzelli 2016). Marcello Musto è professore associato di Sociologia Teorica presso la York University di Toronto. È autore delle monografie Ripensare Marx e i marxismi. Studi e saggi (Carocci 2011), L'ultimo Marx 1881-1883. Saggio di biografia intellettuale (Donzelli 2016) e Another Marx. Early Manu scripts to the International (Bloomsbury 2018). I suoi scritti sono stati tradotti in oltre venti lingue e tra i volumi collettanei da lui pubblicati vi sono Sulle tracce di un fantasma. L'opera di Marx tra filologia e filosofia (manifestolibri 2005), Marx for Today (Routledge 2012) e I Grundrisse di Karl Marx. Lineamenti fondamentali della critica dell'economia politica 150 anni dopo (ETS 2015). Si segnalano, inoltre, le curatele dei testi di Karl Marx: Introduzione alla critica dell'economia politica (Quodlibet 2010), Scritti sull'alienazione. Per la critica della società capitalistica (Donzelli 2018) e la raccolta della Prima Internazionale: Lavoratori di tutto il mondo, unitevi! (Donzelli 2014). www.marcellomusto.org Molti biografi hanno separato la narrazione dell'esistenza di Marx dalla sua elaborazione teorica. Gli studi accademici a lui dedicati hanno, invece, spesso ignorato i principali eventi della sua vita che, al contrario, influirono notevolmente sulla realizzazione dei suoi progetti. Inoltre, l'imponente mole di lavoro realizzata da Marx dopo la pubblicazione del Capitale e le idee innovative che ne derivarono non sono state esplorate con la dovuta attenzione. Sulla base delle nuove pubblicazioni della MEGA2, Musto dimostra che, nel periodo 1857-1883, Marx svolse con straordinaria intensità la critica dell'economica politica e ampliò il raggio delle sue ricerche a nuove discipline e aree geografiche. Egli studiò le forme della proprietà comune nelle società precapitaliste, intraprese indagini di antropologia e scienze naturali, analizzò... -
Prigionieri del presente. Come uscire dalla trappola della modernità
P come Presente. Quell'eterno presente che oggi ci schiaccia e ci rende prigionieri. Come singole persone, come comunità e come società. Una società prigioniera del presente non progetta futuro e non ha memoria del passato.rnrn Cova rancori e paure, riuscendo solo ad adattarsi: al desiderio sostituisce le pulsioni, al progetto l'annuncio, alle passioni le emozioni. Diventa una società rattrappita. La schiavitú del presente ha portato perfino a un mutamento antropologico dell'uomo occidentale: nella vita privata, nella sfera dei sentimenti, delle relazioni, dei rapporti umani e nella dimensione pubblica, dalla politica all'economia, dalle istituzioni alle imprese. Il presentismo ratifica il primato della tecnologia che domina e ci domina, della finanza senza redistribuzione della ricchezza. Assembla il virtuale in un'eterna connessione e rende opaco il reale, fino a farlo sfumare. Lascia senza risposte le due grandi domande del mondo globalizzato: la sicurezza e la possibilità di crescere nel benessere. Ma da questa prigione si può uscire, se partiamo dalla consapevolezza di quanto siamo ormai scollegati dal passato e dal futuro. E come diceva Camus «il senso della vita è resistere all'aria del tempo». -
Resoconto
Preciso e incandescente, Resoconto è un romanzo che allarga i confini della narrativa tracciando un affresco imperfetto, e per questo straordinariamente vero, della natura umana.rnrn«Un libro di rara bellezza cui continuo a pensare da quando l'ho letto sei mesi fa» –Kazuo Ishigurorn«Chiusa l'ultima pagina, hai la sensazione che qualcuno ti abbia rivelato la verità raccontando tutto e niente al tempo stesso» –Jeffrey Eugenidesrnrn«Rarefatto e intelligente, Resoconto è un piccolo gioiello che parla dell'amore e di ciò che gli sopravvive, del valore dei ricordi e della capacità di ascoltare. Non accade nulla, in questo romanzo, eppure accade di tutto» – The New York Timesrn«Un trionfo di stile. Con formidabile immediatezza e profondità, Cusk compone un affresco di personaggi indimenticabili; una storia che riecheggia perfino il thriller, almeno per l'avidità con cui costringe il lettore a voltare pagina» - The GuardianrnrnIn un'estate greca calda e bruciante, una scrittrice inglese arriva ad Atene per tenere un seminario. Il suo sarà un soggiorno denso di incontri e lunghe conversazioni: con il ricco imprenditore conosciuto sull'aereo che la invita in barca; con l'amico che ha scoperto a proprie spese come realizzare i sogni possa trasformarsi in una condanna; con una donna per la quale la bellezza ha finito col diventare un ostacolo in amore. Digressioni, piccoli camei, dialoghi che aprono altrettanti squarci sulla vita della protagonista senza quasi parlare di lei. -
Transiti
Libro dell'anno 2019 per «la Lettura» - 3° classificatornSegnalato dalla Rivista Studio tra le 10 migliori letture dell'anno 2019: «La Cusk riesce a scrivere pagine memorabili nel senso vero del termine, in un momento in cui tutto quello che leggiamo fugge via senza grossi ostacoli.»rnDopo la straordinaria accoglienza critica di Resoconto, torna l'autrice che sta rivoluzionando il romanzo contemporaneo. rn«Cusk ha fatto saltare tutte le regole, creando cosí un'opera di stupefacente bellezza». - The New York Times Book Review rn«Ritroviamo l’assenza di una trama conclusiva, personaggi che pur essendo molto ben caratterizzati spesso compaiono una sola volta, il susseguirsi di storie apparentemente irrelate fra di loro, se non dal fatto di essere raccolte e ascoltate dalla narratrice, infine il tentativo di fare coincidere scrittura e vita o quantomeno di trovare un parallelo costante fra il procedere dell’una e dell’altra.» - Alessandra Sarchi, La Letturarn«Un lapidario titolo: Transiti. E chissà se è un riferimento agli slittamenti costanti della vita. O un modo raffinato per ricordare che siamo a metà dell'opera. Che questo è un libro ponte. Che la storia non finisce qui: c'è ancora un terzo libro da leggere, Kudos, per poter dire di averci davvero capito qualcosa.» - Anna Lombardi, RobinsonrnrnUna scrittrice si trasferisce a Londra in seguito alla fine del suo matrimonio e dopo lunghe ricerche decide di acquistare un appartamento totalmente da ristrutturare. Mentre la protagonista combatte con la polvere della demolizione e con i nuovi vicini che paiono odiarla a prima vista, i due figli devono trattenersi a casa del padre, almeno per il tempo dei lavori. È un periodo di grandi transizioni e cambiamenti per tutti. E mentre la vita scorre, la scrittrice incontra numerose persone e ne ascolta le storie. Agenti immobiliari, vecchi fidanzati, parrucchieri, muratori stranieri: tutti custodiscono episodi di vita inaspettati e verità da svelare e condividere. -
Onori
Dopo Resoconto e Transiti, l'ultimo stupefacente atto della trilogia che ha cambiato le regole del romanzo contemporaneo.rnrn«""Onori"""" raggiunge la perfezione formale. Cusk ha concluso la sua magistrale trilogia in modo trionfale» – Sally Rooneyrnrn«Cusk ha prodotto qualcosa di radicale e bellissimo... """"Onori"""" è un libro sul fallimento che in sé non è un fallimento. In effetti, è un successo che lascia senza fiato» – The New Yorkerrnrn«Preciso e inquietante. Indimenticabile» – The New York Timesrnrn«""""Resoconto"""", """"Transiti"""" e """"Onori"""" si stagliano come capisaldi della letteratura inglese del XXI secolo» – The GuardianrnrnUna donna in viaggio ascolta un estraneo seduto di fianco a lei mentre parla del suo lavoro, della famiglia e dell'angosciosa notte precedente, trascorsa a seppellire il cane. Faye, scrittrice e io narrante, sta raggiungendo il continente europeo per partecipare a un convegno. Nel caldo afoso, tra pause caffè ed eterne attese di navette che fanno la spola dal ristorante alla sede dei meeting, incontrerà colleghi, giornalisti, organizzatori culturali. Da quelle sue conversazioni emergerà un quadro meraviglioso e terribile di un'umanità confusa, scissa tra ciò che teme di essere e ciò che sceglie di mostrare."" -
David Copperfield
David, orfano di padre, vive una infanzia felice con la madre, ma questa poi si risposa con il signor Murdstone, un uomo crudele che la porta alla tomba. Privo di affetti, David sperimenta la dura scuola del maestro Creakle. Il patrigno gli impone un lavoro avvilente in un negozio di Londra. Disperato fugge a piedi a Dover, dove una zia, Betsey, accetta di occuparsi di lui. Lo manda a Canterbury, per educarlo, in casa del suo avvocato, padre di Agnes, una dolce fanciulla. Divenuto cronista parlamentare e conquistata anche fama letteraria, David sposa Dora che pochi anni dopo muore. Il giovane allora si accorge della dolce Agnes che sposa, dopo aver salvato il futuro suocero dalle trame del suo amministratore. -
I nibelunghi
«Nelle antiche leggende son narrate cose stupende di guerrieri famosi, imprese immense, di feste e di letizia, di lacrime e di pianto... di ciò udrete narrar meraviglie.»La storia d'amore di Sigfrido e Crimilde e le cruente imprese di Attila e Teodorico costituiscono i due cicli del maggior poema epico germanico scritto nel 1200 da autore ignoto. Combattendo contro i Nibelunghi (stirpe di nani che vivono nelle viscere della terra), il giovane eroe Sigfrido conquista un immenso tesoro e alcuni poteri magici: la spada che uccide ciò che tocca, il cappuccio che rende invisibili, l'anello che moltiplica le forze. Ma non sempre la magia è sufficiente a difendersi dalla morte... Crimilde vendicherà Sigfrido in un crescendo di lotte che causeranno il massacro di due interi popoli. Ne emerge un mondo arcaico dominato da una visione pessimistica della vita in cui la gioia volge inevitabilmente in una tragica fine. Un classico della letteratura di tutti i tempi, che ha avuto in Richard Wagner e nella sua ben nota tetralogia del Reno il massimo esegeta. -
Le fiabe
Il brutto anatroccolo, Il burattinaio, Il principe cattivo, La principessa sul pisello e tutte le piú belle fiabe del celebre scrittore danese Hans Christian Andersen.Storie vere e inventate di uomini, cose e animali, che hanno un'impronta indefinibile di bonarietà, ironia e ingenua finezza popolana. Un mondo a volte spietato, a volte allegro e generoso che esprime in modo semplice e genuino le paure, le malinconie e le speranze della vita. -
La seconda vita di Nick Mason
«Ho sempre avuto delle regole, si disse. Non mi hanno mai tradito, fino al giorno in cui ho cominciato a ignorarle. Adesso me ne servono di nuove»rn«Un romanzo strepitoso» – Stephen King rn«Di Hamilton leggerei qualunque cosa: è un maestro» – Lee Child rnrnNick Mason doveva scontare venticinque anni. Ma un boss che controlla il proprio giro di affari da una cella di massima sicurezza gli ha fatto una proposta. Nick potrà lasciare la prigione all'istante. Fuori troverà un lavoro di facciata, una casa zeppa di soldi, vestiti eleganti e persino una nuova – bellissima – coinquilina. Ma in cambio dovrà fare tutto ciò che gli verrà chiesto. Il suo telefono potrà squillare in qualsiasi momento, giorno e notte. E Nick Mason dovrà eseguire gli ordini. Nick vorrebbe solo riprendere a vivere da uomo libero e rivedere sua figlia. Prima però deve tornare giú in strada, a Chicago. -
Colloquio con Giulio Einaudi
Casa Einaudi: i libri, le verità, i miti, i conflitti, gli uomini di una straordinaria avventura editoriale e di una irripetibile stagione culturale raccontati dalla voce del suo stesso fondatore. Una «lezione editoriale» di sorprendente freschezza.rn In questo Colloquio con Severino Cesari Giulio Einaudi, sottraendosi alla tradizionale elusività, ripercorre in soggettiva la storia della Casa editrice, guidando il lettore nel cuore dell'officina editoriale e riannodando l'itinerario dal progetto culturale al libro: dalle mitiche «riunioni del mercoledí» al delicato lavoro di redazione, dalla ricerca di una forma grafica alla conquista del pubblico. E narrando di libri, Giulio Einaudi delinea un ritratto inatteso, a volte anche commosso, ma sempre pubblico dei fondatori o dei veri «perni» editoriali di questa avventura: uomini come Leone Ginzburg, Cesare Pavese, Italo Calvino, Giulio Bollati, e insieme a loro, dietro di loro, un gruppo di innovatori, di grandi interpreti del lavoro collettivo: Massimo Mila e Giaime Pintor, Felice Balbo e Norberto Bobbio, Elio Vittorini e Luciano Foà, Franco Venturi e Delio Cantimori, Natalia Ginzburg e Cesare Cases. -
Mia regina
Un ragazzo speciale che sceglie la sua «regina». E in un'estate si consegna a lei. Per amore, per gioco, per desiderio di assoluto. rnrnUn romanzo iniziatico tenero e folgorante. «Un gioiello, poetico e onirico» - Le Figaro littéraire rnrn«Me ne vado.»rnMio padre non mi ha risposto perché in quel momento cominciava il suo sceneggiato preferito. Mia madre mi ha detto di finire le lenticchie e di non parlare con la bocca piena. Meglio così, in fondo: se mi avessero ordinato di restare mi sarei perso d'animornrnProvenza. Estate del 1965. A Shell piace servire i clienti nella malandata stazione di servizio dei suoi, anche se i viaggiatori che si fermano sono pochi. Da quando ha smesso di andare a scuola non ha molto altro da fare e bambini nei dintorni non ce ne sono. Ma un giorno, dopo che ha quasi appiccato il fuoco alla pompa di benzina, i suoi genitori discutono di metterlo in un istituto per ragazzini come lui. E a Shell non resta che scappare. Sull'altopiano che sovrasta la sua valle non trova la guerra che vedeva nella tivú bombata di famiglia, solo silenzio e odori del sottobosco. E una ragazza, bellissima e capricciosa come un soffio di vento, che gli appare davanti. Assieme a lei, tutto diventa possibile. Mia regina è un'ode alla libertà, all'immaginazione, alla diversità. Un miracolo di grazia spiazzante e originale. -
Inarrestabile. La mia vita fin qui
La prima autobiografia di Maria Sharapova, una delle numero uno del tennis mondiale.rn«Come si diventa numeri uno del tennis mondiale? Nella sua prima autobiografia, Maria Sharapova racconta in presa diretta l'epopea di una campionessa, l'origine della rivalità incandescente con Serena Williams e le radici della sua incrollabile determinazione» - The Guardian rnrn«Maria Sharapova non si è mai arresa, neppure quando i sospetti di doping e il biasimo unanime della comunità sportiva hanno minacciato di incrinare una carriera fin lí esemplare. Ha lottato e si è rialzata. Inarrestabile è il racconto di formazione di un'atleta unica al mondo, che ha saputo seguire la propria strada contro tutto e tutti» - Voguernrn«Potrei metterla in termini piú raffinati, ma nei fatti la mia storia è semplice: voglio vincere. O meglio: odio perdere. È la paura di perdere la mia vera molla. E forse, se non avessi cominciato a scrivere questo libro, non l'avrei mai scoperto»rnrn Florida, 1994. Un padre e una figlia scendono da un taxi scalcinato per bussare alle porte della famosa accademia di tennis di Nick Bollettieri. Vengono da un paese reduce dal crollo dell'Unione Sovietica, non parlano una parola di inglese e la bambina ha soltanto sei anni e una racchetta troppo grande per le sue braccia minute. Il padre, però, è certo che diventerà una campionessa, ed è disposto a tutto pur di far fruttare il suo talento. Quella bambina è Maria Sharapova, e a soli diciassette anni vincerà il torneo di Wimbledon sconfiggendo la storica avversaria Serena Williams. È il primo atto di una rivalità unica nel tennis femminile e l'inizio di una carriera costellata di trionfi. In queste pagine, per la prima volta, è Maria stessa a raccontarcela. Dai primi anni in Ucraina ai durissimi allenamenti sotto l'occhio vigile del padre manager, fino al successo planetario e agli scandali che non sono bastati a fermarla. Nel mezzo, una strabiliante serie di record e vittorie, che l'hanno resa una delle atlete piú amate e invidiate di tutti i tempi. Maria Sharapova è nata a Njagan , in Siberia, nel 1987, e si è trasferita negli Stati Uniti all'età di sei anni. È la seconda tennista piú giovane della storia ad aver vinto il torneo di Wimbledon dopo Martina Hingis, una delle dieci donne ad aver completato il Grande Slam e la terza tennista in attività per titoli vinti, alle spalle di Venus e Serena Williams. -
Superficie
Prendete un luogo comune, smontatelo, rovesciatelo, trovategli amici e parenti, coniugi e amanti, nemici e complici. Denunciateli. Poi accostatelo a una battuta.rn«Mentre ritornano come un ritornello alcune ossessioni personali, De Silva inanella sogni che si possono sottoscrivere ad analisi sociologiche sul carattere degli italiani.» - Cristina Taglietti, Corriere della Serarnrn«Quando sono di buonumore, poi mi passa. Il preservativo si trova sempre nel cassetto del comodino opposto. Sono d'accordo con Baudelaire» Prendete un luogo comune, smontatelo, rovesciatelo, trovategli amici e parenti, coniugi e amanti, nemici e complici. Denunciateli. Poi accostatelo a una battuta, a un aforisma, a un nonsense: accendete la miccia e aspettate. Ad esplodere, sarà la vostra risata. È un gioco, sí, ma è una sarabanda dell'intelletto. Perché è vero: molti discorsi umani sono irresistibilmente comici, sembrano costruiti solo per iniziare e non andare mai a fondo. Sono grandiosi tentativi di semplificazione impastati in un chiacchiericcio che supera ogni pretesa di profondità per diventare, gioiosamente, superficie. E vanno inchiodati a se stessi, accostati ad altri o ad altro, perché nel flusso torrenziale si producano attriti, urti, ribaltamenti di senso. Proprio come avviene nelle reazioni chimiche, vanno messi accanto a un reagente che, consumandosi, li trasformi. Questo libro gioca con la nostra stupidità e la nostra intelligenza. È fatto di frasi fulminee il cui accostamento produce cortocircuiti spiazzanti e comicissimi. Come se Woody Allen, Groucho Marx e l'amico cretino di vostro zio si trovassero nella stessa stanza e parlassero ognuno per conto suo. È fatale: quando meno ve lo aspettate, scoppierete a ridere. -
Voglia di tenerezza
Aurora ed Emma, una madre e una figlia che non potrebbero essere piú diverse: una ha un guardaroba immenso, abita in una villa con giardino e fa impazzire chiunque abbia la sventura di invaghirsi di lei; l'altra indossa magliette extralarge, vive in un minuscolo appartamento e cerca pazientemente di andare d'accordo con il marito. Diverse in tutto, Aurora ed Emma, ma quando la vita si mette per traverso sono solo madre e figlia che combattono dalla stessa parte.«Vi farà ridere e vi farà piangere». - The New York TimesrnCapricciosa, dispotica e tranchant: cosí è Aurora Greenway, vedova quarantanovenne di Houston, in Texas. In compenso ha capelli stupendi e un corpo che mantiene sodo cucinando in modo sopraffino e mangiando di gusto. Gli spasimanti, quindi, non le mancano, ma come scegliere tra il vicepresidente di banca impacciato, la vecchia fiamma sentimentale e il vicino che la spia con il binocolo, quando lei stessa sa che «solo un santo riuscirebbe a vivere con me, e io non riuscirei a vivere con un santo»? Di tutt'altra pasta è sua figlia Emma, una ragazza pacata e malinconica alle prese con un matrimonio sbagliato (cosa che Aurora non perde occasione di rinfacciarle). Suo marito, docente di letteratura e aspirante scrittore, dopo soli due anni ha già perso interesse nei suoi confronti, la loro vita sessuale è noiosa, le conversazioni litigiose. Forse un figlio sistemerà le cose? Non è di questo avviso sua madre, che al dolce annuncio anziché felicitarsi dà in escandescenze: chi, chi mai vorrà accompagnarsi con una nonna? La vita matrimoniale non sembra granché nemmeno per Rosie, la combattiva e instancabile donna di servizio di Aurora, che dopo ventisette anni e sette figli scopre che il marito le ha fatto un torto ben peggiore dell'occhieggiare la padrona sotto il suo naso. Bisticci, tumulti e scaramucce si smorzano nella birra e nel bourbon, fra tragicomici blackout di lucidità e giudizio. Ma una sotterranea rete d'amore lega le protagoniste, pronta a entrare in campo quando la vita colpisce piú duro. -
Per alleviare insopportabili impulsi
Nove racconti in cui ironia e disillusione, farsa e tragedia, s'intrecciano di continuo.rn«Tra le qualità dei grandi scrittori c'è il coraggio di provare a scrivere la cosa piú difficile. Englander di coraggio ne ha da vendere» - Paolo Cognetti rnrnUn uomo molto religioso, dopo l'ennesimo rifiuto della moglie, non sa piú come contenere gli irrefrenabili istinti sessuali e il suo rabbino gli consiglia di ricorrere all'aiuto di una prostituta. Un giovane un po' strambo, che non ha mai pubblicato neanche una riga, si ritrova in prigione per essere giustiziato insieme ai piú grandi scrittori ebrei dissidenti nella Russia di Stalin. Charles Luger è colto all'improvviso da un'illuminazione mentre è a bordo di un taxi: è ebreo. Non l'ha mai saputo, ma ha sentito dentro di sé muoversi una yiddishe neshama e dunque deve esserlo per forza. Nove storie in cui ironia e disillusione, farsa e tragedia, s'intrecciano di continuo. Racconti che s'inseriscono nella piú luminosa tradizione ebraica ma parlano a tutti; perché al fondo di ciascuno c'è la ricerca, eternamente irrisolta, del proprio posto nel mondo. -
Il canto degli alberi. Storie di grandi connettori naturali
Gli alberi, grandi connettori naturali, ci insegnano ad abitare in relazione con ciò che è la fonte, la sostanza e la profonda bellezza della vita stessarnrn«Per i greci di Omero, kleos , la fama, era fatta di canti. Le vibrazioni nell'aria racchiudevano la misura e la memoria della vita di ognuno. Ascoltare, dunque, significava apprendere ciò che è durevole. Ho prestato orecchio agli alberi, in cerca del kleos ecologico. Non ho trovato eroi, singoli individui intorno a cui intrecciare la storia, bensí ricordi vivi di alberi, raccontati dai loro canti che parlano di una vita comunitaria, di una rete di relazioni. Noi esseri umani partecipiamo a questa conversazione, come parenti di sangue, membri incarnati di questa comunità. Ascoltare, dunque, equivale a sentire le nostre voci e quelle della nostra famiglia. Ogni capitolo di questo libro è dedicato al canto di un particolare albero: la fisicità del suono, le storie che danno vita a tale suono, e le nostre reazioni emotive, fisiche e mentali. Gran parte di questo canto si svolge al di sotto della superficie acustica. Ascoltare, dunque, significa appoggiare uno stetoscopio sull'epidermide di un paesaggio, e sentire cosa si agita lí sotto»rnrnrnDavid George Haskell rivolge le sue straordinarie capacità di osservazione a una dozzina di alberi in giro per il mondo, per dimostrare come la storia, l'ecologia e il benessere dell'umanità siano strettamente intrecciati con la vita delle piante. Che si trovi immerso nel fitto fogliame di una foresta dell'Amazzonia, all'ombra di un pero cinese a Manhattan o di un ulivo di Gerusalemme, Haskell è sempre in grado di entrare mirabilmente in contatto con la complessa energia vibrante di interi ecosistemi. Allertati, i suoi sensi s'affinano: non vi è poro di foglia, granello di polline, molecola atmosferica, riverbero di un canto d'uccello o ritmico crepitare di pioggia che sfugga all'acume del suo sguardo e alla finezza del suo udito. E il lettore, rapito dalla lirica sensibilità della sua prosa, ammira e ascolta bellezze e paesaggi altrimenti inimmaginabili. Un albero del corallo ci fa comprendere il ricco tumulto ecologico della foresta tropicale minacciata dai giacimenti petroliferi. A migliaia di chilometri di distanza, le radici di un abete balsamico del Canada sopravvivono in terreni poveri solo con l'aiuto di funghi e una rete di connessioni di quasi due miliardi di anni. In Giappone, la ricerca del luogo d'origine del pino bianco rende lampanti inaspettate parentele tra le piante dell'Asia orientale e quelle dei monti Appalachi. Le sequoie pietrificate nelle Montagne Rocciose raccontano come il clima della Terra si sia sviluppato attraverso gli scambi tra alberi, comunità dei viventi e atmosfera. Sebbene le azioni degli uomini stiano sempre piú recidendo le reti biologiche del pianeta, gli alberi, grandi connettori naturali, ci insegnano ad abitare in relazione con ciò che è la fonte, la sostanza e la profonda bellezza della vita stessa. -
Da Berlino a Gerusalemme
Un'affascinante autobiografia intellettuale che è anche una definizione in progress dell'identità ebraicarn«Ciò che che Scholem vuole tramandare è soprattutto il senso delle scelte politiche e culturali della sua generazione.» - Giulio BusirnrnrnIn questo libro Scholem racconta la sua «infanzia berlinese», le precoci discussioni sul sionismo, le influenze e le divergenze con Martin Buber e Franz Rosenzweig, e poi le tappe di studio a Heidelberg, Jena, Berna, Monaco e Francoforte, la scoperta per caso dei testi della mistica ebraica, i suoi primi pionieristici studi che avrebbero «inventato» una nuova disciplina. Nella seconda edizione, riscritta in ebraico poco prima di morire, aggiunse una parte finale che non c'era nella versione in tedesco, raccontando i suoi primi anni in Palestina, il suo impatto con la nuova realtà e i rapporti col mondo politico e culturale della comunità ebraica di Gerusalemme. Un'affascinante autobiografia intellettuale che è anche una definizione in progress dell'identità ebraica. Per Gershom Scholem la Germania rappresentò molto presto un territorio ostile. Il suo sionismo nacque ancora sui banchi del ginnasio, e fu innanzitutto una scelta culturale. Allo scoppio della guerra, rifiutò qualsiasi coinvolgimento personale ed emotivo nel conflitto, e si sottrasse all'obbligo militare. Un simile atteggiamento era, per l'epoca, estremo, e il giovane Scholem lo mise in pratica con sorprendente determinazione. Le pagine dell'autobiografia dedicate alla guerra e ai sotterfugi per ottenere il congedo sono singolarmente prive di pathos, e contrastano con l'alternarsi di entusiasmo bellico e amara disillusione che caratterizzò la Germania tra il 1914 e il 1918, coinvolgendo in pieno anche la minoranza ebraica. Gershom sembra aver vissuto quegli anni secondo un diverso ritmo temporale, intento alla preparazione dell'esilio volontario, e quasi indifferente a un dramma tedesco che riteneva di non dover condividere. Fin da adolescente, dunque, si nutrí di un pervasivo senso d'estraneità, preparandosi a un'altra terra simbolica; un altrove spirituale e geografico in cui trasportare il proprio ebraismo. La sua decisione a favore della cultura ebraica fu precoce e totale. -
Poesie. Testo milanese a fronte
«Vorrei evitare ai futuri milanesi la disgrazia di non poter piú comprendere e gustare Carlo Porta.» - Carlo Dossi, Note azzurrernrnrnCarlo Porta è uno dei piú grandi poeti italiani, e anche uno dei meno letti perché ha scritto i suoi versi in dialetto milanese, difficile ormai per gli stessi milanesi, e per i non milanesi quasi una lingua straniera che non si sa neppure come pronunciare. E sí che è un poeta molto divertente, molto narrativo: come ha scritto Raboni, «Porta e Belli non sono stati ""soltanto"""" dei grandi poeti; sono stati anche - all'insaputa dei loro contemporanei e, forse, di loro stessi - i nostri Gogol´, i nostri Dickens, i nostri Balzac». Dunque questo libro nasce dal desiderio di far conoscere Porta al di fuori della cerchia dei filologi e degli specialisti in cui è finito. E nasce soprattutto dalla grande passione portiana di Patrizia Valduga, che ha selezionato i testi piú belli del poeta milanese e ha saputo riprodurne in italiano il verso e le rime mantenendone la straordinaria espressività.""