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Il silenzio è cosa viva. L'arte della meditazione
Nel mondo di Chandra, dove la parola è anche immagine e poesia, meditare è anzitutto stare fermi; sedersi e seguire umilmente e con pazienza il respiro, accoglierlo in silenzio, conoscere ma senza pensare. rnrnLasciare spazio intorno ai gesti ordinari, dargli una stanza, li fa brillare, permette che aprano un varco nell’oscurità in cui di solito viviamo, nel nostro quotidiano sonno. Allora, pian piano, si ricevono le visite: sono i miracoli del notornrnMeditare è seguire i movimenti della nostra mente smettendo di affaccendarci in azioni, pensieri, preoccupazioni per il futuro, ricordi del passato. Meditare non è fare il vuoto intorno a noi. Anzi: è non separare i mondi, non dividere quel che consideriamo spirituale da quel che riteniamo ordinario. E i gesti quotidiani di cucinare, lavare i piatti, telefonare, pulire, leggere possono diventare forme di preghiera. È insomma stare dentro noi stessi, dentro tutto ciò che siamo in quel momento, consapevolmente. Spesso si pensa che la soluzione al dolore e all'ansia sia altrove, ma è nel dolore la soluzione del dolore (e nell'ansia la soluzione dell'ansia). Sentendolo, abitandolo, assaporandolo, non è piú un estraneo, ma a poco a poco un ospite scomodo, irruente, tempestoso e infine un pezzo di noi. Lasciare spazio intorno ai gesti ordinari, dargli una stanza, li fa brillare, permette che aprano un varco nell'oscurità in cui di solito viviamo, nel nostro quotidiano sonno. Allora, pian piano, si ricevono le visite della consapevolezza: sono i miracoli del noto. -
L' agente del caos
L'agente del caos è un libro dove realtà e finzione si intrecciano senza sosta, dando per la prima volta voce, senza alcun moralismo e senza ipocrisia, all'autocoscienza segreta e dionisiaca di un'intera generazione. rnrn""– Il suo racconto è privo. – Ne ho sentite anche di peggio, mi creda. – Privo perché manca l'elemento essenziale, – riprese, imperterrito, Flint. – E quale sarebbe questo elemento essenziale? – lo interrogai, sarcastico. Cominciavo a perdere la pazienza. Flint assunse un'aria ispirata. – Il caos. Manca il caos. – Io mi sono attenuto alle fonti, – protestai. – Le fonti! Non deve credere a tutte le notizie che si spacciano ogni giorno. Meglio affidarsi a testimoni piú attendibili, quando si ha la fortuna di incontrarli. – Sta parlando di lei, per caso? – Sí. – E perché dovrei crederle? Flint allargò le braccia. – Io c'ero""""rnrnrnI ragazzi volevano cambiare il mondo. Jay Dark doveva distruggere i ragazzi. In ogni caso, il mondo non fu mai piú lo stesso. Dopo la pubblicazione di un breve romanzo ispirato alla vita di Jay Dark, agente provocatore americano la cui missione era inondare di droga i movimenti rivoluzionari degli anni Sessanta-Settanta allo scopo di annullarne lo slancio, uno scrittore romano viene contattato da un avvocato californiano, un certo Flint, che ha letto il libro ed è perplesso. La vera storia di Jay Dark è molto diversa, lui può raccontarla: lui c'era. Come in un classico di Conrad, la narrazione di Flint spalanca all'improvviso uno scenario internazionale stupefacente. Un'autentica camera delle meraviglie che attraversa trent'anni della storia occidentale, tra servizi deviati, ex nazisti, trafficanti, terroristi, poliziotti onesti e poliziotti corrotti, sesso, ideali e concerti rock. Originalissimo, avvincente, ricco di personaggi sopra le righe, L'agente del caos è un libro dove realtà e finzione si intrecciano senza sosta, dando per la prima volta voce, senza alcun moralismo e senza ipocrisia, all'autocoscienza segreta e dionisiaca di un'intera generazione."" -
Fame. Storia del mio corpo
La storia di un desiderio insaziabile, di battaglie sempre perse contro un corpo ammutinato, di una lotta contro una cultura che spinge le donne a odiarsi se non corrispondono alle aspettative.rnrn«Il suo corpo è una scena del crimine? Roxane Gay racconta il suo lungo, commovente viaggio per lasciarsi alle spalle la vergogna» - The New York Times Book Reviewrn«Un libro indimenticabile che ogni donna dovrebbe leggere» - San Francisco Chroniclern«Nello spazio di una pagina, Gay sa passare dalla leggerezza alla satira sociale, intessendo la propria vicenda di un'ironia straziante» - The Guardianrnrn«Vivo in questo corpo ribelle da oltre vent'anni. Ho tentato di farci la pace. Ho tentato di amarlo o almeno tollerarlo in un mondo che lo disprezza e basta. Ho taciuto la mia storia in un mondo che presume di conoscere il perché del mio corpo, o di qualsiasi corpo grasso. Ora ho scelto di non tacere piú». rnrn In principio è il candore dei dodici anni. Quando pensi che nessuno a cui vuoi bene possa farti del male. Poi succede l'impensabile. Un atto di violenza feroce. E Roxane, annientata dalla vergogna, incapace di parlare o chiedere aiuto, comincia a mangiare, mangiare, mangiare. A barricarsi in un corpo che diventa ogni giorno piú inespugnabile dagli sguardi maschili, una fortezza dove nessuno sarà piú capace di raggiungerla. Quella di Roxane Gay è la storia di un desiderio insaziabile, di battaglie sempre perse contro un corpo ammutinato, di una lotta contro una cultura che spinge le donne a odiarsi se non corrispondono alle aspettative. Ma la fame di Roxane Gay è anche il motore della sua fenomenale spinta creativa e della sua sulfurea personalità. Oggi è un'intellettuale, attivista e scrittrice, una delle voci piú rispettate della sua generazione. Soprattutto una donna che ha trovato le parole per raccontare la propria storia. -
Donne difficili
I racconti che hanno consacrato Roxane Gay come una delle voci piú innovative dell'America di oggi. Storie di donne che lottano, soffrono e spesso cadono, ma sanno sempre rimettersi in piedi.rn«Storie dalla potenza fenomenale, scritte in maniera meravigliosa». - The Guardianrn«Uno dei meriti di Gay è la sua sensibilità nel creare personaggi femminili vibranti di contraddizioni e autoconsapevolezza... torbida e moderna, questa antologia celebra la presa di coscienza delle donne». - The Washington Post rn«Gay si diverte, non gioca secondo le regole. Con Donne difficili non sai mai cosa aspettarti». - The New York Times Book ReviewrnrnrnDue sorelle, letteralmente inseparabili da quando, ancora bambine, sono state rapite, devono fare i conti con il matrimonio di una di loro. Una donna sposata finge di non accorgersi che il marito e il fratello gemello di lui si scambiano di ruolo. Una spogliarellista lotta contro quelli che considera i rischi del mestiere per pagarsi il college. Un'ingegnere nera si trasferisce in Michigan per lavoro e qui si scontra con il pregiudizio dei colleghi e la difficoltà di lasciarsi il passato alle spalle. Una ragazza affronta la solitudine come le ha insegnato la madre da bambina, non importa il prezzo da pagare. In questi racconti sfrontati, animati da donne vere e, per questo, difficili, il realismo piú crudo sfocia nell'assurdo senza soluzione di continuità e le passioni perdono i loro confini per sfumare l'una nell'altra. -
Di carne e di nulla
«È spaventoso. Perché a me sembra cristallino che, se dimentichiamo come morire, finiremo col dimenticare come vivere».rnrn L'amore ai tempi dell'Aids. Terminator e gli effetti speciali come sfida alla creatività. Perché scrivere è tanto divertente e difficile. Gli effetti sugli ideali americani dell'Undici settembre, ma anche di Guantánamo, e tanti altri nodi e ossessioni, raccontati come nessuno ha mai saputo fare prima. Caustici, talvolta crudeli nel prendere di mira qualcosa o qualcuno e vivisezionarlo con la lama affilatissima dell'ironia; sempre accesi da intuizioni che illuminano la scena all'improvviso, gli interventi di DFW qui pubblicati sono un'occasione per i lettori, per noi, di confrontarsi con l'autore piú folle e coraggioso della sua generazione. Traduzione di Giovanna Granato. -
Il ritorno. Padri, figli e la terra fra di loro
Finalista al Premio Letterario Internazionale Tiziano Terzani, XIV edizionernUn viaggio lucido e struggente attraverso i luoghi di una memoria privata intrecciata a doppio filo con la storia libica del ventesimo secolo, che è anche la nostra. Un toccante racconto di perdita, amore e speranza.rn«La storia, commovente e potentissima, di una famiglia spezzata da questo nostro tempo crudele.» - Kazuo IshigurornrnrnHisham Matar aveva diciannove anni quando il padre fu rapito in Egitto e portato in una prigione libica. Non lo avrebbe mai piú rivisto. E non avrebbe mai saputo nulla della sua sorte. Era stato giustiziato? Oppure no? Trentatre anni dopo Hisham, con la caduta di Gheddafi, può finalmente rientrare in Libia dopo un lungo esilio. Può incontrare amici e parenti, e grazie a loro ricostruire l'immagine ormai sbiadita del padre, cercando di scendere a patti con il dolore della sua assenza. -
L' euro. Come una moneta comune minaccia il futuro dell'Europa
L'Europa può ancora credere in una moneta unica? Si può uscire dallo stato di paralisi che sta vivendo il Vecchio Continente? L'euro si può salvare? rnrnDopo aver spiegato come le misure promosse in questi anni, specie nei confronti dei paesi in crisi, abbiano ulteriormente aumentato il divario che separa le economie piú forti da quelle piú deboli, Stiglitz delinea tre possibili vie di uscita: riforme fondamentali e politiche economiche da imporre ai paesi membri; un abbandono controllato dell'esperimento dell'euro come valuta unica; oppure un coraggioso nuovo sistema definito «l'euro flessibile». Una spietata requisitoria contro l'Europa che ha adottato una moneta comune senza approntare le istituzioni per sostenerla, promuovendo un'integrazione economica che corre piú veloce di quella politica. Traduzione di Daria Cavallini. -
La grande traversata
C'è un mistero, nelle parole. Una bellezza profonda e delicata, e Araki lo sa bene. Come sa che il giovane Majime è l'unico ad avere il dono di capirle davvero. Una storia di amore, amicizia e dedizione, tra le pagine di un dizionario. Un romanzo con 1 milione e 300 mila copie vendute in Giappone, alla base di un anime e di un live action film di enorme successo.rnrn«Una storia in cui il linguaggio stesso si fa personaggio» - The New York Times Book Reviewrn«Un romanzo che regala ai lettori un'infinità di intuizioni sulla vita, e sull'importanza di riconoscere il proprio talento» - The Japan TimesrnrnrnDopo oltre trent'anni di lavoro in una redazione Araki Kohei riesce ancora a stupirsi di fronte a un termine raro. Ritirarsi e passare il testimone è il suo ultimo compito, e forse il piú duro. Majime Mitsuya è timido, trasandato, la testa costantemente tra le nuvole. Araki però vede in lui il suo successore naturale. Del resto, Majime ha una sola passione, la lingua giapponese. O almeno cosí è stato fino a quando, complice Tora, il suo gatto e unico amico, non ha conosciuto Kaguya, la nipote della sua padrona di casa. Da allora, non fa che pensare a lei, al punto da indirizzarle una lettera d'amore: la piú goffa mai scritta, ma anche la piú toccante. -
Se vuoi vivere felice
La storia di un bambino salvato dalla fantasia. L’altra faccia di Gomorra: la vita in luce, quella che spunta inaspettata e nuova come un germoglio in mezzo all’asfalto.rn Fortunato Cerlino ha scritto un romanzo unico, vivissimo, scintillante di intelligenza creativa. Ogni istante vissuto attraverso gli occhi di questo bambino un po’ magico è pura meraviglia.rn rn«Sei sicuro che in casa tua, nel cassetto di un mobile dimenticato, non nascondi una bomba inesplosa?»rn rnNella testa di un ragazzino cresciuto in mezzo alla strada, fra inseguimenti sul Califfone e sparatorie in pieno giorno, ogni cosa può diventare magica. Anche i dieci scudetti del Napoli vinti in solitaria palleggiando nel cortile. Anche la lotta fra san Giorgio e il drago sul muro della chiesa. Se vuoi vivere felice è la storia di un bambino salvato dalla fantasia. È l’altra faccia di Gomorra: la vita in luce, quella che spunta inaspettata e nuova come un germoglio in mezzo all’asfalto.rn rnrnSiamo a Pianura, periferia di Napoli, negli anni Ottanta. Chi ci abita lo chiama il Far West. Fortunato ha dieci anni, una fame incontenibile – di cibo, di storie e d’amore – e un’immaginazione sfrenata. In famiglia lo chiamano ’o strologo, quello che sa le cose. Da grande vorrebbe fare il cantante neomelodico. Ma anche l’attore. Pure l’astronauta non sarebbernmale. Oppure può raccogliere da terra la Smith & Wesson 357 Magnum di Patrizio, ’o figlio dô Bulldog, e mettersi a sparare come tanti altri.rnVive in due stanze con i genitori, i tre fratelli e la nonna, arrivata all’improvviso dopo che un sasso enorme è precipitato sul tetto di casa sua – cosí dicono i grandi – minacciando di sfondarle il soffitto. Quello che pochi sanno è che Fortunato ha un sogno piú grande di lui, qualcosa che lo tiene sveglio la notte. Andare lontano, schizzare via. Perché la vita corre, e va acchiappata. -
Tempesta madre
Un romanzo amaro, ironico, abrasivo, che rivela una nuova voce di inusuale freschezza, in cui il sorriso e l'emozione convivono a ogni pagina. Gianni Solla si fa spazio tra gli scrittori capaci di affrontare il dolore a viso scoperto, con grande fiducia nella letteratura.rn«Gianni Solla fa volare libro e lettore, e poi gli offre, come appiglio per tornare già, l'ultima parola dell'ultimo rigo dell'ultima pagina: ""madre"""", guarda caso. Non esiste richiamo più perentorio, o commiato più efficace. Né miglior modo per sottintendere, altrettanto amorevolmente: e adesso tutti a casa, forza, ché ognuno ha la propria tempesta» - Nicola H. Cosentino, la Lettura«Questo libro racconta con grande maestria la difficoltà dei rapporti tra genitori e figli. Gianni Solla è bravissimo a interpretare le emozioni che albergano nel protagonista del libro.» – Carmen Recupito per Maremosso«Se una cosa la puoi scrivere, allora vuol dire che la puoi capire.»All'istituto Santa Sofia, Jacopo è il solo maschio della classe, e a otto anni il suo rapporto con le donne è già complicato. A partire da quello con la madre, che gli fa imparare a memoria versi di Majakovskij, spegne i mozziconi di sigaretta nei piatti ed è divorata dalla voglia di vivere. Per le suore della scuola è chiaro che quella ragazza con la maglietta troppo corta è all'origine dei comportamenti di Jacopo: taciturno, fin troppo interessato alle gambe delle sue compagne e soprattutto fissato con la scrittura. I suoi temi, che hanno sempre lei come protagonista, fanno il giro della scuola. Sua madre e suo padre non vivono insieme ma non hanno mai smesso di litigare furiosamente, lei in italiano e lui in napoletano, lui macellaio e lei segretaria della Brahms edizioni musicali. Una notte, Jacopo e la segretaria – cosí lui chiama sua madre – si trasferiscono abusivamente in una palazzina popolare al Rione delle mosche: due buste, una scatola, e lo zaino di scuola come unico bagaglio. L'ascensore non funziona e il bagno è senza porta, ma c'è un solo letto in cui dormire: se Jacopo dovesse scegliere un momento perfetto della sua vita, indicherebbe quello. Nel rione c'è anche la macelleria di suo padre, e il pomeriggio Jacopo si chiude nella cella frigo a riempire di parole i fogli per incartare la carne. Quella di Jacopo è un'educazione sentimentale fallimentare, e a leggerla scappa spesso da ridere. Un incontro disastroso dopo l'altro, fino alla catastrofe definitiva: l'incontro con Veronica, maestra di meraviglia e di fuga. Un romanzo amaro, ironico, abrasivo, che rivela una nuova voce di inusuale freschezza, in cui il sorriso e l'emozione convivono a ogni pagina. Gianni Solla si fa spazio tra gli scrittori capaci di affrontare il dolore a viso scoperto, con grande fiducia nella letteratura."" -
«Fioca e un po' profana». La voce del sacro in Primo Levi-«Feeble and a bit profane». The voice of the sacred in Primo Levi
Può apparire strano il tragitto di uno scrittore illuminista come il chimico Primo Levi lungo i sentieri del sacro. Eppure questo tragitto è riscontrabile in diverse sue opere. D'altra parte Levi amava definirsi un «centauro», una creatura ibrida, e la sua fisionomia appare duplice da tanti punti di vista. Certo, quando entra in contatto con la scrittura biblica o, in generale, con le tradizioni del popolo ebraico la sua voce può risultare «fioca e un po' profana», come lui stesso, indirettamente, suggerisce. Non è uno scrittore di vena mistica e religiosa; tuttavia, nel «Canto di Ulisse» di Se questo è un uomo, nel racconto «Carbonio» del Sistema periodico e altrove, lo stile di Levi tocca corde profonde come i concetti di impurità e di colpa, antiche come le preghiere ebraiche, solenni o parodiche come i versi di Dante. Gli autori di questa Lezione indagano le varie direzioni di queste allusioni alle radici di ciò che è sacro: con non poche sorprendenti scoperte.rnCon il testo inglese a fronte. -
La vita ferma. L'origine del mondo
«Che tipo di scrittura teatrale è quella di Lucia Calamaro? È una lingua che ha masticato Bernhard, Koltès, Beckett e Pinter, e insieme a loro ha fatto un'indigestione delle formule di autoriflessione novecentesca, dalla psicanalisi al postmoderno, per arrivare a cosa? A venirne schiantata, atterrata. Ma non per questo i testi di Calamaro sono retroflessi, nostalgici, derivativi. La velocità della verbigerazione se la può battere ad armi pari con quella di una sitcom inglese di ultima generazione, o alla sceneggiatura di un film di Sorkin.» - Christian RaimornSimona è morta ma non ha nessuna intenzione di svanire e di essere dimenticata da suo marito e da sua figlia. Con determinazione e ironia, il suo fantasma si aggira in scena attivando pensieri ed emozioni. La vita ferma è un testo sul lutto, sul dolore e sullo svanire del dolore, sul senso di mancanza che permane oltre l'attenuarsi del ricordo. Daria, invece, è una donna non piú giovane che lotta contro la depressione, tra l'incudine e il martello di una figlia (che talvolta in scena si trasforma nella sua psicanalista) e di una madre. Un testo che gioca sul filo schizofrenico di una quotidianità tutta frigorifero e lavatrice e dialoghi coltissimi a partire da citazioni di Onetti o Wittgenstein. La vita ferma e L'origine del mondo sono due fra i testi teatrali che negli ultimi anni, per aver affrontato in maniera cosí diretta e originale il tema della sofferenza, hanno goduto delle maggiori attenzioni critiche, collocando Lucia Calamaro in una posizione primaria nella nuova drammaturgia italiana. -
Cosa diremo agli angeli
Lui non ha nome, e vive immaginando le vite degli altri per mettere insieme i pezzi della sua stessa vita. Il suo racconto ci commuoverà.rn «Stelzer è lo scrittore che ti fa innamorare delle cicatrici che ti lascia» - Diego De Silva rnrn«Che cosa racconteremo agli angeli quando ci accoglieranno alle porte del cielo? Balbetteremo confusi. Ricercheremo una qualche formula che possa racchiuderci. Diremo che, per trovare noi stessi, abbiamo percorso strade contorte? Che abbiamo sentito piú vita in un attimo di pausa dal lavoro che in tanti momenti solenni? Che ci siamo commossi nel fissare una macchia sull'asfalto e abbiamo snobbato le cerimonie piú importanti? Diremo cosí? Che la vita ci è pulsata dentro in modo strano? E questo ci salverà?» rnrnrnPer lui, che lavora come addetto ai controlli di un aeroporto, il mondo è fatto delle vite che gli corrono sotto gli occhi. Vite immaginate. E immaginate con tale furia da diventare racconto. C'è un uomo, in particolare, che arriva ogni domenica e riparte ogni venerdí: «Magro, lo sguardo aperto. Sembra una di quelle persone nate per rendere gli altri contenti». Quell'uomo resterà al centro della narrazione fino alla fine. E la sua scomparsa – quando, una domenica come tutte le altre, non si farà piú vedere – genererà un altro racconto ancora, in un continuo gioco di specchi. Perché tutte le vicende umane sembrano essere sotto gli occhi di angeli un po' partecipi e un po' lontani: «Sono cosí, gli angeli. Si danno il piglio degli esseri perfetti. Fanno un po' di scena, ma darebbero chissà cosa per potersi mescolare, per entrare nelle nostre piccole cose grigie. Faticano a staccarsi da noi». Con un passo poetico e un'attenzione al dettaglio corporeo colto da pupille sgranate, la voce di questo romanzo dice tutta la forza delle nostre vite difettose. Perché coglie la vita proprio come si coglie un fiore selvatico, piano, guardandolo in ogni sua piú piccola parte. È con questa voce unica, commossa, filosofica, che Franco Stelzer è diventato un autore di culto per molti lettori e scrittori italiani. -
L'attrito del tempo. Bellow, Nabokov, Hitchens, Travolta, Trump. Saggi e reportage, 1986-2016
«Scrivere è un processo fisico molto piú di quanto comunemente si pensi. Molto spesso non fai che obbedire al tuo corpo senza fiatare e senza opporre resistenza», dice Amis a proposito dell'ispirazione.rnE i saggi, gli articoli di cronaca e di costume, le recensioni e le riflessioni letterarie presenti in questa raccolta non possono che nascere da quello stesso impulso travolgente, da quella stessa «sensazione in fondo alla gola, come il desiderio della prima sigaretta» che anima la scrittura dei suoi romanzi. Gli omaggi agli eroi letterari Nabokov, Bellow o Larkin, gli originali auguri per i cinquant'anni di Arancia meccanica, i sopralluoghi nell'America Latina del mito di Maradona e dei narcos colombiani, le risposte caustiche alle domande dei lettori, la carriera di John Travolta, le spassose riflessioni sul tennis o sul gioco d'azzardo, o le inchieste sull'industria del cinema pornografico americano: se nell'Attrito del tempo c'è un filo conduttore, è senza dubbio il genio intrepido e irriverente di Martin Amis. «Solo il revisore, il correttore di bozze, e naturalmente l'autore sono costretti a leggere un testo dall'inizio alla fine», dichiara Amis nella sua nota iniziale, tacendo il fatto che anche al lettore sarà riservato lo stesso destino. E non certo per vincolo imposto, ma per la seduzione fatale delle sue parole. È il mondo, con le sue infinite possibilità, a fare da combustibile alle idee di Martin Amis: L'attrito del tempo è una raccolta incandescente. -
Che cos'è la pittura?
Questo libro spiega in che modo le immagini dipinte sono state interpretate nella storia, e piú precisamente negli ultimi duecento anni, allorché la pittura sembrò dissociarsi per sempre dall'antico desiderio di produrre immagini somiglianti. rnrn «Che cos'è la pittura? Potete rispondere a questa domanda molto semplicemente prendendo un pennello; ma se invece decidete di rispondere usando le parole, scoprirete che le risposte sono molte e che, sebbene esse siano tutte collegate tra loro, ciascuna implica ulteriori domande di natura filosofica e storica...» rnrn «Un saggio di illuminante originalità» - E. H. Gombrich rn«La gioia di guardare – per sua natura senza parole – trova qui un autentico parallelo nel piacere di leggere» - Laura CummingrnrnrnQuesto libro spiega in che modo le immagini dipinte sono state interpretate nella storia, e piú precisamente negli ultimi duecento anni, allorché la pittura sembrò dissociarsi per sempre dall'antico desiderio di produrre immagini somiglianti. Interrogando i fattori che hanno da sempre ispirato la pratica artistica e il pensiero sulla pittura, Julian Bell affronta teorie e concetti centrali, che dal monito di Platone giungono al dibattito sulla cosiddetta «morte della pittura». Le relazioni tra arte figurativa e astratta come tra rappresentazione e modernità, le interazioni tra pittura, fotografia e le altre arti, sono alcuni dei tanti temi che l'autore esplora attraverso un sapiente dialogo con diverse opere esemplari, dall'antichità al Rinascimento, dagli Impressionisti alle esperienze figurative piú recenti, da Pollock e Warhol a Gerhard Richter. Un'introduzione storicamente informata alla natura e alle teorie della pittura, godibile e suggestiva. Con 144 illustrazioni a colori nel testo. -
Il bambino
Non possiamo mai conoscere qualcuno fino in fondo, nemmeno quelli che amiamo. Può un segreto essere sepolto per sempre? Appassire fino a morire? A Londra, in un quartiere in via di riqualificazione, un edificio deve essere abbattuto. Durante i lavori, un operaio scopre i resti di un neonato probabilmente rimasto sepolto per anni: difficile, se non impossibile, identificarlo. La macabra scoperta viene riportata solo in un trafiletto, un pezzo di poco conto su un giornale della sera, ma per tre donne è una notizia deflagrante. Per Angela è il ricordo della cosa peggiore che le sia capitata nella vita. Per Emma, il terrore che il suo segreto venga svelato. Per Kate, la giornalista, il primo passo verso la verità. Perché il passato non si cancella e i segreti sono come un sottile strato di ghiaccio: possono rompersi in qualsiasi momento e farci precipitare in acque oscure. Traduzione di Carla Palmieri. -
L' ascolto gentile. Racconti clinici
"Le emozioni nascono in noi, e muoiono in noi, quando vogliono, e a noi non resta se non riconoscerle, orientarle, e arginarle.""""rnEugenio Borgna, nel corso della sua lunga carriera, ha incrociato molte vite: le ha incontrate in manicomio, in clinica, in ospedale, nel proprio studio. Ha ascoltato le loro voci fragili e si è fatto carico di paure, angosce e speranze. Ha cercato di porre un rimedio al dolore attraverso il dialogo e l'immedesimazione con l'altro. E non lo ha fatto soltanto attraverso la razionalità del medico, ma anche mettendo in gioco i suoi sentimenti e il suo calore di uomo, consapevole che la psichiatria ha bisogno anche della comprensione, della vicinanza, del riconoscimento per guardare davvero negli abissi insondabili dell'interiorità. Una vita dedicata alla conciliazione fra le parole e il silenzio, all'attenzione per le fragilità e alla cura di emozioni e sentimenti; all'ascolto del corpo e dell'anima. Sempre con umanità, fiducia e gentilezza." -
Notti in bianco, baci a colazione
«Mi sono innamorata di questo libro... C'è la vita che viene raccontata con quella leggerezza sopraffina che sempre veicola le vere profondità.» - Luciana Littizzettorn«Matteo Bussola è capace di raccontare la vita quotidiana con tanta naturalezza, con una lingua così convinta e cordiale, con tanta trasognata precisione, da farci pensare: sì, davvero, a volte la letteratura gioca a nascondersi nelle piccole cose.» - Giulio MozzirnrnIl respiro di tua figlia che ti dorme addosso sbavandoti la felpa. Le notti passate a lavorare e quelle a vegliare le bambine. Le domande difficili che ti costringono a cercare le parole. Le trecce venute male, le scarpe da allacciare, il solletico, i ""lecconi"""", i baci a tutte le ore. Sono questi gli istanti di irripetibile normalità che Matteo Bussola cattura con felicità ed esattezza. Perché a volte, proprio guardando ciò che sembra scontato, troviamo inaspettatamente il senso di ogni cosa. Padre di tre figlie piccole, Matteo sa restituirne lo sguardo stupito, lo stesso con cui, da quando sono nate, anche lui prova a osservare il mondo. Dialoghi strampalati, buffe scene domestiche, riflessioni sottovoce che dopo la lettura continuano a risuonare in testa. Nell'""""abitudine di restare"""" si scopre una libertà inattesa, nei gesti della vita di ogni giorno si scopre quanto poetica possa essere la paternità."" -
L' estate fredda
Ambientato al tempo delle stragi di Palermo, L'estate fredda offre uno sguardo pauroso sulla natura umana, regalandoci anche un protagonista di straordinaria dignità. E, alla fine, un inatteso bagliore di speranza.rnrnrn «Durissimo, moralmente complesso, e molto avvincente: un romanzo che cattura dalla prima all'ultima pagina sulla mafia italiana e sulle forze di polizia che l'ha combattuta all'inizio degli anni Novanta» -Peter SwansonrnrnPeter Swanson Siamo nel 1992, tra maggio e luglio. A Bari, come altrove, sono giorni di fuoco. Quando arriva la notizia che un bambino, figlio di un capo clan, è stato rapito, il maresciallo Pietro Fenoglio capisce che il punto di non ritorno è stato raggiunto. Adesso potrebbe accadere qualsiasi cosa. Poi, inaspettatamente, il giovane boss che ha scatenato la guerra, e che tutti sospettano del sequestro, decide di collaborare con la giustizia. Ma le dichiarazioni del pentito non basteranno a far luce sulla scomparsa del bambino. Per scoprire la verità Fenoglio sarà costretto a inoltrarsi in quel territorio ambiguo dove è piú difficile distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Ambientato al tempo delle stragi di Palermo, L'estate fredda offre uno sguardo pauroso sulla natura umana, regalandoci anche un protagonista di straordinaria dignità. E, alla fine, un inatteso bagliore di speranza. -
Una mutevole verità
In un magistrale romanzo breve, Gianrico Carofiglio orchestra una storia di grande potenza narrativa e dà vita a un personaggio malinconico e lieve, verissimo, indimenticabile. rnrn«Un giallo folgorante. Un piccolo ""concerto da camera"""" sulla banalità del male» - il Venerdí di Repubblicarnrn Un buon investigatore deve essere capace di costruire una storia, immaginare che cosa è successo prima e dopo il crimine, come in un romanzo. Poi, costruita la storia, deve andare in cerca di ciò che la conferma e la contraddice. Cosí pensa il maresciallo dei carabinieri Pietro Fenoglio, piemontese trapiantato a Bari, che si trova a indagare su un omicidio dove tutto appare troppo chiaro fin dall'inizio. Non fosse che al principale sospettato, su cui si concentra ogni indizio, mancava qualsiasi movente per commettere il delitto. In un magistrale romanzo breve, Gianrico Carofiglio orchestra una storia di grande potenza narrativa e dà vita a un personaggio malinconico e lieve, verissimo, indimenticabile.""