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Le febbri della memoria
Prendendo spunto dalla figura di un misteriosornantenato, Gioconda Belli costruiscernuna vicenda disseminata di avventure, intrighirne tradimenti, in cui un novello Montecristo,rnrinato a seconda vita, non consumarnla vendetta ma va in cerca del riscatto personalernin un viaggio agli antipodi del mondornconosciuto.rnrnIl sangue della moglie sulle mani, le grida soffocate, il corpo di lei esanime a terra: è questo l'incubo ricorrente del duca Charles de Choiseul-Praslin, pari di Francia, dopo che una notte d'agosto la moglie Fanny muore pugnalata in camera da letto. È il 1847 e gli echi della Rivoluzione sono ormai lontani. Unico accusato dell'omicidio e rinchiuso in carcere, il duca corre un grave pericolo. Le voci insistenti di una sua relazione con Henriette, l'istitutrice dei figli, sembrano confermare la sua colpevolezza, e la folla, sempre più avversa ai nobili e alla monarchia, esige una condanna esemplare. Fallito il tentativo di suicidarsi in prigione con l'arsenico, ma indotto a fingere la propria morte per sottrarsi al processo, Charles inizia una fuga rocambolesca con l'aiuto del fedele servitore Ibrahim e con il favore del re Luigi Filippo. Sotto le mentite spoglie del borghese Georges Desmoulins, arriverà prima sull'Isola di Wight, dove apprenderà i rudimenti della medicina e farà amicizia con il poeta Alfred Tennyson, e poi molto più lontano, a New York, e infine nel remoto e selvaggio Nicaragua. La possibilità che gli è stata concessa di vivere una seconda esistenza farà emergere doti personali fino ad allora rimaste sopite, e forse, tra le piogge torrenziali e la vegetazione lussureggiante dei Tropici, tra nuove rotte da scoprire e febbri malariche da combattere, Charles/Georges troverà anche la forza di perdonarsi e di lasciar entrare un nuovo amore nella sua vita. -
Appartamento 401
Come L’uomo che voleva uccidermi, Appartamentorn401 è un thriller atipico, letterario,rngiocato costantemente sul mistero dell’altro,rncolui che crediamo di conoscere.rn«Magnifico... una profonda comprensione della condizione umana» - The Japan Times«Un apologo filosofico in veste di giallo» - Marco Del Corona, La LetturarnCinque giovani vite alla deriva nell'immensa Tōkyō, il costante mistero dell'altro, colui che crediamo di conoscerernRyoˉ suke, Kotomi, Mirai, Naoki e Satoru condividono unrnappartamento nel quartiere di Setagaya. La vita scorrerntranquilla, senza incidenti né particolari conflitti, come lernauto che si inseguono sulla tangenziale e non si scontranornmai. Ma fuori dall’appartamento 401 i cinque giovani sirnconfrontano con le difficoltà del vivere in mezzo agli altri,rndel comprendere se stessi e individuare il proprio postornnel mondo. Intanto il quartiere è scosso da misteriosi casirndi aggressione, che però non sembrano preoccupare piùrndel dovuto i cinque coinquilini.rnChi è il colpevole? Le autorità riusciranno a porre fine alrnreiterarsi di questi reati violenti?rnMa la domanda più pressante è un’altra: la vita vera è dentrorno fuori dalle mura della casa? -
Lo splendore del Portogallo
Uno dei romanzi fondamentali di Lobo Antunes,rnil culmine della sua traiettoria narrativa,rndove l’autore racconta ai suoi lettorirntutto l’orrore e la miseria generati dall’imperialismorne dal colonialismo.rn«Stilisticamente complesso, con pochi riferimenti cronologici, questo romanzo del 2002 ripubblicato sa di decomposizione e rancore, proprio ciò da cui deve guarire Lisbona, per poter splendere davvero» - SetternTutto l'orrore e la miseria generati dal colonialismo e dal razzismornSiamo a metà degli anni novanta e i tre figli ormai adulti di una famiglia di coloni portoghesi in Angola sono stati evacuati a Lisbona. La madre è rimasta lì nel tentativo di salvare la vecchia piantagione, mentre infuria la guerra civile, che coinvolge molteplici fazioni e potenze straniere incluse Cuba, l'Unione Sovietica e il Sudafrica. È la guerra per l'indipendenza che si disintegra in violenza caotica, terrore e macelleria casuale. I tre figli sono il prodotto del sistema delle piantagioni dove gli africani servivano ancora come schiavi. Il più anziano, mulatto, è frutto di una relazione del padre con una prostituta africana e viene discriminato persino dalla sua stessa famiglia. La figlia è in pratica una prostituta d'alto bordo. E l'ultimo figlio, mentalmente disabile e rinchiuso in una clinica, infligge violenza sugli animali appena ne ha occasione. Attraverso i monologhi alternati dei quattro personaggi, questo romanzo traccia il tetro bilancio del processo storico di avvilimento di una categoria di esseri umani. I quattro narratori svelano le loro vite passate, lacerati tra la nostalgia per l'Africa della loro infanzia e la vergogna di ammettere che quel sogno era solo un orribile incubo. -
Il grande tiratore
Una trama perfetta e una grandissima scritturarnci restituiscono il volto surreale ma autenticorndell’America.rnUno dei migliori romanzi di Vonnegut. Forsernil più arrabbiato e dunque adatto ai nostrirnstrani tempi.rn«È un'invenzione continua» - Settern“Volete sapere una cosa? Viviamo ancorarnnel Medioevo. I secoli bui non sono ancorarnfiniti.”rnrnIl rampollo di una ricca famiglia di Midland City, nell'Ohio, Otto Waltz, viene mandato a Vienna per iscriversi alla celebre Accademia di belle arti. Otto è fermamente convinto di avere un grande talento artistico, ma non la pensano così i professori dell'accademia, che non lo ammettono nemmeno ai corsi. Identica bocciatura affligge uno sbandato austriaco di nome Adolf Hitler, che Otto prende subito in simpatia e per un certo periodo mantiene, evitandogli la morte di stenti. Tornato a Midland City, Otto costruisce una grande e bizzarra casa con un'enorme soffitta dove custodisce un'enorme collezione di armi da fuoco di ogni tipo, una collezione che segnerà il destino di suo figlio Rudolph decenni più tardi. Quando Adolf Hitler diviene primo ministro in Germania, Otto celebra la fortuna del suo vecchio amico esponendo un'enorme bandiera con la svastica sul balcone di casa: ma la Seconda guerra mondiale è alle porte, e con essa la fierezza si trasformerà in vergogna... Una quieta cittadina dell'hinterland statunitense. Più fucili che abitanti, una bandiera nazista che garrisce al vento, un ragazzo che, come un cecchino, spara ai palazzi vicini dalla soffitta di casa, una bomba ai neutroni che spazza via ogni forma di vita: ecco le cartoline dall'inferno che ci invia Kurt Vonnegut, il visionario. Il ""grande tiratore"""" è il piccolo Rudolph Waltz che pianta palle in mezzo agli occhi di casalinghe incinte, ma anche Vonnegut, che uno dopo l'altro fa secchi col fucile di precisione della sua prosa di gran classe i luoghi comuni, i vizi, gli orrori made in Usa."" -
Il censimento dei radical chic
Un feroce, esilarante romanzo-pamphlet,rnche non risparmia niente e nessuno. Se nonrnl’intelligenza di chi legge.rnrn“Il primo lo ammazzarono perché aveva nominatornSpinoza durante un talk show.”rnrnIn un'Italia ribaltata - eppure estremamente familiare -, le complicazioni del pensiero e della parola sono diventate segno di corruzione e malafede, un trucco delle élite per ingannare il popolo, il quale, in mancanza di qualcosa in cui sperare, si dà a scoppi di rabbia e applausi liberatori, insulti via web e bastonate, in un'ininterrotta caccia alle streghe: i clandestini per cominciare, poi i rom, quindi i raccomandati e gli omosessuali. Adesso tocca agli intellettuali. Il primo a cadere, linciato sul pianerottolo di casa, è il professor Prospero, colpevole di aver citato Spinoza in un talk show, peraltro subito rimbrottato dal conduttore: «Questo è uno show per famiglie, e chi di giorno si spacca la schiena ha il diritto di rilassarsi e di non sentirsi inferiore». Cogliendo l'occasione dell'omicidio dell'accademico, il ministro degli Interni istituisce il Registro Nazionale degli Intellettuali e dei Radical Chic per censire coloro che «si ostinano a credersi più intelligenti degli altri». La scusa è proteggerli, ma molti non ci cascano e, per non essere schedati, si affrettano a svuotare le librerie e far sparire dagli armadi i prediletti maglioni di cachemire... -
Il ladro di giorni
Un ragazzino e il padre, appena uscito dal carcere, partono per un viaggio on the road verso il Sud Italia. È l'inizio di una grande avventura che li porterà finalmente a conoscersi. Da questo romanzo è tratto l'omonimo film con protagonista Riccardo Scamarcio.rnLa verità è che ci sono un sacco di verità. Per questo non si capisce niente.rnSalvo, undici anni, barese, detesta molte cose. Quando ti fai male e i grandi ti dicono ""tranquillo, non ti sei fatto niente"""", ma ti fanno fare la puntura per l'antitetanica. Quando scrivi un bel tema e non fai neanche in tempo a esserne contento perché la maestra lo legge davanti a tutta la classe e ti vergogni. E soprattutto quando ti parlano come se fossi un bambino, scandendo le parole, come se tu non le conoscessi già tutte, anche quelle volgari. Come fa suo padre, Vincenzo. Salvo non lo vede da sette anni, da quando cioè due uomini lo hanno portato via, in una scuola speciale dove però alla fine delle lezioni non lo lasciavano mai tornare a casa. Ora Vincenzo è uscito di prigione, ha raggiunto Salvo dagli zii a Udine e vuole che il figlio l'accompagni fino a Bari, dove ha una missione da compiere. Quattro giorni: un tempo enorme per Salvo, che non vuole partire con quell'uomo pieno di strani tatuaggi che fa cose di nascosto, come se avesse un segreto. Ma anche un'occasione per padre e figlio di tornare a conoscersi e a parlarsi. Un viaggio on the road verso il Sud Italia, scandito da incontri in autogrill, lezioni di vita e ricordi di un'infanzia ancora candida e piena di domande, prima che arrivi il misterioso """"ladro di giorni""""."" -
Le origini del male
Il thriller appassionante dell'autrice coreana più venduta nel mondo, una discesa negli inferi della mente, un'esplorazione nelle profondità del male.rnrn""La regina del crimine... You-jeong Jeong sta scuotendo il mondo della suspence""""rnrnHyu-min si sveglia una mattina nel proprio letto e scopre di essere ricoperto di sangue. Non solo il suo corpo, ma tutta la stanza ne è imbrattata. Lui non ricorda quasi niente della notte appena trascorsa, solo di essere uscito a correre per distendere i nervi. O meglio, di essere sgattaiolato fuori di casa visto che sua madre è meglio non sappia delle sue scappatelle notturne. Hyu-min ha ventisei anni e vive con lei e il fratello adottivo Hae-jin in un appartamento all'ultimo piano di un residence di Gundo, nella moderna periferia di Seul. Da quando sono morti in un incidente d'auto il padre e il fratello maggiore, Hyu-min è sottoposto a una terapia di psicofarmaci che tiene a bada l'epilessia di cui soffre, ma provoca terribili effetti collaterali: emicranie atroci, acufene, attacchi di rabbia. E vuoti di memoria. Ecco perché non ricorda cosa sia successo per essere ricoperto di sangue. Hyu-min esplora l'appartamento e trova in salotto il cadavere della madre, con la gola tagliata. A questo punto, comincia a ricostruire gli eventi della notte precedente e, quando un orecchino di perla mai visto prima scivola fuori dalla tuta indossata per correre, Hyu-min è terrorizzato."" -
Il re, il cuoco e il buffone
Finalista del premio Lattes Grinzane 2020Il grande ritorno di Daniel Kehlmann, autore di La misura del mondo con un romanzo spiritoso istruttivo e profondamente umano.rn«Un vero trionfo della letteratura tedesca contemporanea... un libro appasionante e divertente» - Frankufurter RundschaurnSegnalato dalla Rivista Studio tra le 10 migliori letture dell'anno 2019: «È da premiare per il ritmo di un’epica inaspettata e coinvolgente, ma soprattutto per l’originalità dell’ambientazione, azzeccatissima: l’Europa divisa in stati ringhiosi di questi anni ricorda fin troppo gli arroganti re, reucci e nobili minori di quei decenni tra i più neri di sempre.»rn«Il miglior libro di Daniel Kehlmann fino a oggi. Un epos tedesco romantico, moderno, brutale, scritto in un modo meraviglioso e immediato, che ti entra nel cuore» - Der Spiegelrn«Il mio scrittore tedesco preferito» - Ian McEwanrnrnNon si sa se Tyll Ulenspiegel sia realmente esistito, ma dal Medioevo questa specie di Peter Pan tedesco, questo giullare che getta scompiglio, buffone di corte che si prende gioco dei potenti, è entrato nella tradizione popolare tedesca e, almeno in parte, europea. Daniel Kehlmann racconta il suo Tyll. Un bambino mingherlino nato nel piccolo villaggio di Ampleben, nel Nord della Germania, nel Diciassettesimo secolo, poco prima dello scoppio della Guerra dei trent'anni, che scappa dopo che suo padre viene bruciato con l'accusa di stregoneria. L'apprendista acrobata che, presa la via della strada, diventa il funambolo che balla in bilico sulla fune, incanta e irride gli astanti. Il giullare irriverente voluto da tutti, che finisce alla corte del Re d'Inverno, re che è durato il tempo di una sola stagione. E i tempi sono assai duri, imperversano il freddo, la fame e la guerra. L'Europa si è lasciata andare al sonno della ragione. Sulla strada impervia, Tyll, accompagnato dall'amica sorella Nele, tra boschi stregati, pentacoli e quadrati magici, incontra molte celebrità della sua epoca, come il dottor Fleming che scriveva poesie in tedesco, lingua ancora non formata, Athanasius Kircher, gesuita alla ricerca di un drago con il cui sangue vuole creare una medicina contro la peste, la regina di Boemia, Wallenstein e il re di Svezia Gustav Albert Wasa, circondato dai suoi rudi soldati sul campo di battaglia. -
Le ultime lezioni
Un ragazzo e un ""piccolo maestro"""" immersi nella grazia di Venezia e delle isole sperdute che la circondano.rn«Una storia lineare come un apologo, mai banale, e con alcuni folgoranti ritratti» - Filippo La Porta, Robinsonrn""""Lui parlava di fatica, disinganni, bivi della vita, ma senza retorica né sadismo, come una cosa scontata. Ci insegnava il conforto di non essere onnipotenti. È che la mia generazione era destinata a distrarsi, cercare scorciatoie, interessarsi delle cose laterali per paura di quelle centrali""""rnrnIl professor Costantini è il tipo di uomo che si ha in mente quando si pensa a un professore. Jacopo ne ricorda le lezioni di letteratura al liceo - """"parlando d'amore, di donne, di morte, di eroi, si diceva tutt'altro, si diceva di noi"""" - ma in fondo nutre per lui quel misto di sfiducia e curiosità destinato a tutti gli insegnanti. Poi a Costantini muore improvvisamente la moglie e lui si ritira dall'insegnamento, rifugiandosi sull'isola di Sant'Erasmo con la figlia disabile. Jacopo lo ritrova alcuni anni dopo, mentre attraversa un momento delicato: ha da poco rotto con Alice, di cui, pur rifiutandosi di ammetterlo, è ancora innamorato, e sta per finire gli studi di Economia senza sapere cosa fare dopo. Sant'Erasmo lo accoglie con i suoi canali e i suoi silenzi, i carciofi e le biciclette, e una brezza calda, salata: """"Venezia era distante, e anche l'Adriatico. C'erano rondini e gabbiani. C'era profumo, di salso e di alberi, di caldo. Pareva di stare lontano, ai Tropici, in qualche mondo inesistente, selvaggio"""". Jacopo ha bisogno di quel rifugio, e ha bisogno di Costantini, delle sue parole, di essere ripreso nei suoi errori, di essere indagato per riuscire a capirsi. E poi c'è Lucia, la figlia del suo vecchio professore, che nasconde femminilità e vita. Così Jacopo, per un'estate intera, frequenta quella casa e, all'ombra di un grande albero di mimosa, scrive una tesi che non riusciva neanche a cominciare. Da lì, troverà il suo destino. Giovanni Montanaro racconta l'età difficile delle ultime lezioni, in cui si diventa adulti grazie anche ai maestri imprevedibili che la vita ci fa incontrare."" -
L' isola dell'abbandono
Un romanzo profondo e coraggioso sull’abbandono: che è il dolore più profondo con cui tutti, prima o poi, dobbiamo fare i conti. Ma che può rivelarsi una grande occasione per ritrovarci e capire finalmente chi siamo.rn«Ho letto il nuovo romanzo di Chiara Gamberale tutto d'un fiato.» Rosella Postorino - tuttoLibri La Stampa«Chiara Gamberale racconta un avvenimento avvolgente, doloroso, intrecciandosi a tutte le sue storie precendemente narrate eppure discostandosene di colpo» - Nadia Terranova, RobinsonrnPare che l’espressione “piantare in asso” si debba a Teseo che, una volta uscito dal labirinto grazie all’aiuto di Arianna, anziché riportarla con sé da Creta ad Atene, la lascia sull’isola di Naxos. In Naxos: in asso, appunto. Proprio sull’isola di Naxos, l’inquieta e misteriosa protagonista di questo romanzo sente all’improvviso l’urgenza di tornare. È lì che, dieci anni prima, in quella che doveva essere una vacanza, è stata brutalmente abbandonata da Stefano, il suo primo, disperato amore e sempre lì ha conosciuto Di, un uomo capace di metterla a contatto con parti di sé che non conosceva e con la sfida più estrema per una persona come lei, quella di rinunciare alla fuga. E restare. Ma come fa una straordinaria possibilità a rivelarsi un pericolo? E come fa un trauma a trasformarsi in un alibi? Che cosa è davvero finito, che cosa è cominciato su quell’isola? Solo adesso lei riesce a chiederselo, perché è appena diventata madre, tutto dentro di sé si è allo stesso tempo saldato e infragilito, e deve fare i conti con il padre di suo figlio e con la loro difficoltà a considerarsi una famiglia. Anche se non lo vorrebbe, così, è finalmente pronta per incontrare di nuovo tutto quello che si era abituata a dimenticare, a cominciare dal suo nome, dalla sua identità più profonda… Dialogando in modo esplicito e implicito con il mito sull’abbandono più famoso della storia dell’umanità e con i fumetti per bambini con cui la protagonista interpreta la realtà, Chiara Gamberale ci mette a tu per tu con il miracolo e con la violenza della vita, quando ci strappa dalle mani l’illusione di poterla controllare, perché qualcosa finisce, qualcuno muore o perché qualcosa comincia, qualcuno nasce. E ci consegna così un romanzo appassionato sulla responsabilità delle nostre scelte e sull’inesorabilità del destino, sui figli che avremmo potuto avere, su quelli che abbiamo avuto, che non avremo mai. Sulle occasioni perse e quelle che, magari senza accorgercene, abbiamo colto. -
Tutto sarà perfetto
Una storia intima e universale, di grande potenza narrativa, che racconta con ironia e dolcezza quel fragile universo ""imperfettamente perfetto"""" che è la famiglia. Un'ambientazione dal forte immaginario letterario: Procida.rn«Marone va per la sua strada, buttando giù pregiudizi a colpi di delicatezza come nella lezione dell'amato Troisi» - Robinson - La Repubblicarn«Il romanzo di Lorenzo Marone è ispirato da un sentimento autentico. Un """"onora il padre"""" sullo sfondo di Procida, l'isola che c'è» – La Letturarn«Eravamo io e lui ai piedi del Tirreno, con tutta l'isola, la nostra isola, e con il nostro passato, alle spalle»rnrnLa vita di Andrea Scotto è tutto fuorché perfetta, specie quando c'è di mezzo la famiglia. Quarantenne single e ancora ostinatamente immaturo, Andrea ha sempre preferito tenersi alla larga dai parenti: dal padre Libero Scotto, ex comandante di navi, procidano, trasferitosi a Napoli con i figli dopo la morte della moglie, e dalla sorella Marina, sposata, con due figlie e con un chiaro problema di ansia da controllo. Quando però Marina è costretta a partire lasciando il padre gravemente malato, tocca ad Andrea prendere il timone. È l'inizio di un fine settimana rocambolesco, in cui il divieto di fumare imposto da Marina è solo una delle tante regole che vengono infrante. Tallonato da Cane Pazzo Tannen, un bassotto terribile che ringhia anche quando dorme, costretto a stare dietro a un padre ottantenne che non ha affatto intenzione di farsi trattare da infermo, Andrea sbarca a Procida e torna dopo anni sui luoghi dell'infanzia, sulla spiaggia nera vulcanica che ha fatto da sfondo alle sue prime gioie e delusioni d'amore e tra le case colorate della Corricella scrostate dalla salsedine. E in quei contrasti, in quell'imperfetta perfezione che riporta a galla ferite non rimarginate ma anche ricordi di infinita dolcezza, cullato dalla brezza che profuma di limoni, capperi e ginestre o dal brontolio familiare della vecchia Diane gialla della madre, Andrea troverà il suo equilibrio."" -
Dancing Paradiso
Una storia lirica e avventurosa, un canto delle paure, delle ferite e delle ossessioni del nostro presente per raccontare l'impresa del sacrificio, della cura e della speranza.rnCerti angeli non sanno raccontar storie. Sempre uguale è il loro paradiso. Non li sorprende allegria o paura. Senza parole e alfabeto, prigionieri di un pensiero senza dubbio e dismisura. rnDancing Paradiso è un locale notturno di una crudele metropoli, dove ""non bisogna essere buoni per entrare, prendono anche le carogne, e qualche volta le fanno cambiare"""". È in quel locale che un angelo custode - """"Angelo angelica"""" - tenta di far confluire i cinque protagonisti di questa narrazione in versi: Stan, il pianista triste, che prepara un ultimo concerto per Bill, l'amico batterista morente in ospedale, Amina, giovane profuga che ha perso la madre passando il confine. Ed Elvis, un grottesco obeso hacker chiuso in casa da anni, forse mitomane, forse assassino, La poetessa Lady raffinata e ubriacona, ossessionata dal suicidio. Cinque """"creature della notte, senza un rifugio nel mondo, mannari senza luna"""", di cui a poco a poco, mentre si avvicina la serata al Dancing, scopriamo la storia grazie al racconto condotto per loro voce. Assoli malinconici, struggenti, comici, crudeli, furibondi. Costretti alla solitudine, ciascuno di loro sembra aver perso ogni speranza. A vegliare perché possano incontrarsi, perché possano unire voci e musica in un racconto polifonico che indichi una possibile via di salvezza, l'angelo/a caduto dal cielo per stare con gli uomini, un angelo straccione dalle ali sporche di fango, lui stesso solo fra i soli."" -
Diario dell'anno del Nobel. L'ultimo quaderno di Lanzarote
Ritrovato per caso dalla vedova in uno dei computer di casa, l'ultimo quaderno di Lanzarote, il sesto, relativo al 1998.rnrnrnL'andamento apparentemente disordinato e frammentario dei testi raccolti è scontato, considerata la loro natura diaristica e l'ampio ventaglio degli argomenti trattati. Ciononostante, risulta agevole e allo stesso tempo intrigante ricostruire i fili che uniscono l'uno all'altro, come in una fitta ragnatela, i temi che animano la scrittura di questo autentico genio della letteratura. Ad apertura e a chiusura, il dato meteorologico sembra offrire la cornice entro cui sistemare la collezione di interventi, riflessioni, 'tranche de vie', ricordi ed effemeridi che si dipanano in forma rizomatica. I principali assi tematici sono la politica, i viaggi, la dimensione sociale dello scrittore e dell'intellettuale, e ancora la sfera più intima e la letteratura. Risulta evidente il tentativo di restituire al lettore una dimensione privata, a tratti perfino domestica, non collocata sul piedistallo del grande scrittore-monumento. Importante è poi il fitto dialogo intessuto con i lettori che gli scrivono, al quale raramente si sottrae. Svetta il discorso proferito in occasione della consegna del premio Nobel. -
Un problema per Mac
Comico e geniale, l'ultimo romanzo di uno scrittore extraterrestre.rn«Dallo scrittore catalano, sabotatore letterario senza pace, è ormai lecito aspettarsi di tutto: persino l'opera in fieri di Mac, un letterato novellino alle prese con un libro postumo (falso, naturalmente)» - Gennaro Serio, Il Venerdìrn«Enrique Vila-Matas concepisce il mondo come un cantiere letterario in cui tutto è materia narrabile, a patto di pedinarla, spiarla, riannodarne le fila» - Stefano Massini, RobinsonrnrnrnrnCosa succede se un giorno un uomo qualunque, Mac per la precisione, decide di assecondare la sua indole e di cimentarsi nella stesura, se non di un romanzo, quanto meno di un diario? Quanto tempo gli ci vorrà per capire cosa scriverebbe se decidesse di scrivere, visto che accostarsi alla letteratura in tarda età, da novellino, gli offre il vantaggio di non sapere che scrivere è smettere di scrivere? In fondo la sua vocazione autentica è quella del falsificatore e dove meglio dispiega il suo talento è nella ripetizione, nella modifica. E allora perché non dedicarsi alla riscrittura del romanzo di un odioso vicino di casa che non è che una raccolta di molti scritti assai diversi tra loro? -
La polvere del mondo
Puro resoconto di viaggio, pieno di avventure, meraviglie e scoperte, La polvere del mondo è anche e soprattutto un viaggio alla scoperta di se stessi.rnrnDurante l'estate del 1953, un giovane di ventiquattro anni, figlio di una buona famiglia calvinista, lascia Ginevra e l'università, dove seguiva i corsi di sanscrito, storia medioevale e diritto, a bordo della sua Fiat Topolino. Nicolas Bouvier ha già effettuato dei brevi viaggi in Francia, Algeria o Jugoslavia, ma questa volta punta più lontano, verso la Turchia, l'Iran, Kabul e il confine con l'India. I sei mesi di viaggio successivi attraverso i Balcani, l'Anatolia, la Persia e l'Afghanistan, in compagnia dell'amico artista Thierry Vernet, danno vita a uno dei grandi capolavori del Ventesimo secolo. Puro resoconto di viaggio, pieno di avventure, meraviglie e scoperte, La polvere del mondo è anche e soprattutto un viaggio alla scoperta di se stessi. Un classico, perfetto da portare in viaggio, da leggere e rileggere mille volte. -
Le maledizioni
Un romanzo che unisce la trama noir alla denuncia sociale, nella migliore tradizione di Claudia Piñeiro, mettendo a nuda la verità di certa ""nuova politica"""" basata sul pragmatismo che subordina la morale all'ambizione senza limiti.rn«La voce di Claudia è una voce di seta, ma di seta affilata» - Qué LeerrnRomán Sabaté è un giovane senza particolari aspirazioni che si ritrova """"assunto"""" da un nuovo partito, Pragma, fondato da un brillante arrivista dell'antipolitica la cui ascesa irresistibile risponde a una totale mancanza di scrupoli: Román sembra far carriera per caso, diventando ben presto il braccio destro del capo indiscusso, finché, passo dopo passo, avverte l'inquietante sospetto di essere solo una marionetta manovrata per un fine inconfessabile. L'omicidio di Lucrecia, moglie del potente manipolatore, sancirà per il protagonista la perdita dell'innocenza e l'inizio di una fuga impossibile, in una realtà dove tutto è apparente e ingannevole, tranne la determinazione di chi vorrebbe metterlo a tacere per sempre. Su tutto incombe una singolare superstizione, """"la maledizione di Alsina"""", che sembra scombinare i piani accuratamente orditi..."" -
Come si muore oggi
La conclusione magistrale della tetralogia di Miami.rnrn""Un purosangue"""" - Antonio D'Orricornrn""""Charles Willeford va sullo scaffale dei grandi"""" - Alessandro RobecchirnrnQuando il detective della squadra Omicidi di Miami Hoke Moseley riceve l'ordine di farsi crescere la barba, non dà alla cosa grande importanza. Ha già troppi problemi a casa, con le due figlie teenager e l'ex collega cubana e il suo neonato, soprattutto da quando di fronte si è installato uno psicopatico che ha messo al fresco una decina di anni prima. Ma il suo capo ha altri progetti per lui e gli assegna una missione sotto copertura, a molti chilometri di distanza, fuori giurisdizione senza distintivo né pistola. Deve infiltrarsi in un'organizzazione sospettata di sfruttare e assassinare immigrati clandestini in un ranch nelle Everglades, tra umidità soffocante e branchi di alligatori affamati."" -
La parata
Uno strepitoso romanzo senza tempo che pone domande fondamentali per il presente. Una storia dritta come la strada da stendere per unire due metà di un paese che esce dalla guerra civile.rn«Universale, geniale, appassionante» – London Evening StandardrnrnrnPer commemorare l'armistizio in un paese sconosciuto del Terzo mondo appena uscito dalla guerra, viene commissionata una nuova strada che connette le due metà dello stato fratturato. Sono incaricati del lavoro due uomini che vengono da un paese del Primo mondo, due contractor mercenari. Per ragioni di sicurezza, prima di iniziare, si sono dati degli pseudonimi numerici. Numero Quattro, quello incaricato di guidare l'avveniristica macchina asfaltatrice RS-90, si attiene a una disciplina monastica: devono fare una strada perfettamente dritta, lunga 260 chilometri, e i tempi sono stretti, il lavoro deve essere completato prima della parata celebrativa. Numero Nove, che in sella al suo quad si assicura che non ci siano ostacoli davanti e dietro, è invece in vena di avventure e curioso di ciò che lo circonda. Conosce la lingua locale, mangia le cose del posto invece di limitarsi ai frullati di proteine della razione, fa amicizia come può sulla strada e, in generale, fa di tutto per non attenersi al rigoroso protocollo previsto. Quattro capisce immediatamente che Nove è un ""agente del caos"""", che rischia di compromettere il lavoro e che, peggio, rende più incerto il ritorno a casa. La grande protagonista de «La parata» è l'attesa. Quattro è a modo suo simile al nostro Giovanni Drogo del «Deserto dei Tartari» di Buzzati: la sua fortezza è la macchina asfaltatrice in cui passa le sue giornate e i suoi Tartari sono il collega Nove e la popolazione locale. Ma il romanzo è anche la storia di scontro vizioso fra i due protagonisti, fra Oriente e Occidente, e fra le due anime contrastanti di Quattro, quella scientifica e quella umana ed empatica. Stranieri in una terra straniera devastata dalla guerra, Quattro e Nove sono protagonisti di un'allegoria che vuole mostrare l'assurdità della loro posizione e le conseguenze della loro presenza."" -
Lettere d'amore da Montmartre
Una promessa d'amore. Trentatré lettere nascoste in un posto segreto. Un pizzico di mistero e una grande storia romantica in uno degli angoli più poetici di Parigi.rnrn""Tutti lo amano. I suoi romanzi sono magici. Leggere Nicolas Barreau è come incontrare la propria migliore amica e avere finalmente un po' di tempo per sé"""" - Nina GeorgernrnDopo la scomparsa della moglie Hélène, Julien Azoulay è inconsolabile. Autore di commedie romantiche di successo, si sente beffato dal destino: come potrà più credere nell'amore se l'amore lo ha tradito? E come continuare a inventare storie a lieto fine se ha il cuore spezzato? Ma la saggia Hélène è riuscita a estorcergli una promessa: dovrà scriverle trentatré lettere, una per ogni anno che ha vissuto. Così Julien le racconta delle giornate che è costretto ad affrontare. Del nuovo romanzo che non avanza. Di Parigi che senza di lei non ha più la stessa luce. Del loro figlio di quattro anni, che non vuole più avere un papà triste. Della vicina, nonché migliore amica di Hélène, con la sua gatta Zazie. Hélène è sepolta nel cimitero di Montmartre ed è lì, in uno scomparto segreto ricavato nella lapide, che Julien lascia le sue lettere. Finché, un giorno, spariscono. Julien non crede ai propri occhi. Non ha raccontato a nessuno dell'ultimo desiderio di Hélène e, cosa ancora più strana, per ogni lettera che scompare si materializza una """"risposta"""": un sasso a forma di cuore, una poesia di Prévert, dei fiori, due biglietti del cinema per l'Orphée di Cocteau... È davvero possibile che l'amore della sua vita gli mandi un segno dal cielo o qualcuno si sta prendendo gioco di lui? E perché?"" -
Le bambinacce
Un canzoniere ironico-erotico, che gioca con l'immaginario delle filastrocche: Prévert incontra Rodari, Tim Burton e pure Laura Betti, quando faceva le canzonacce di Arbasino!rnrn«C'era una bambina /rn che aveva scoperto / rndi avere una cosa / tra le gambe, / sotto le mutande»rnInizia così il primo di questi cinquanta giocosi e stralunati componimenti in versi, ciascuno dei quali intitolato a una ""bambinaccia"""" che fa o è qualcosa di ogni volta diverso, ma che soprattutto pensa e immagina il sesso (ad esempio, per l'appunto, «La bambina che aveva scoperto una cosa», oppure «La bambina che odiava i tabù», «La bambina che era sempre bagnata» e così via). In scena, tra le screziature, vediamo emergere i ritratti di una femminilità forte, vitale e complessa, sicura di sé, irriverente alle norme sociali e disinibita... Attraverso la leggerezza del dettato Raimo e Rossari mettono a segno un'intelligente provocazione culturale. E scrivono a quattro mani un'opera che mescola il piacere, il desiderio, la malinconia, la curiosità. E così racconta l'amore, ma anche l'incertezza, l'autolesionismo, l'omosessualità, il travestitismo, la promiscuità, perfino i filmini messi in rete a rovinare le ragazze, e anche il metafisico. Tutto fatato e stravolto, ma pure godibile e comico. A fare da contrappunto, una dozzina di immagini in bianco e nero continuano il raffinato, impertinente, gioco letterario.""