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La società punitiva. Corso al Collège de France (1972-1973)
Supplizi capitali, deportazioni spietate, ovattati isolamenti. In questo corso, uno dei più importanti del suo insegnamento al Collège de France, Michel Foucault si interroga sul significato delle punizioni che l'Europa, nel corso dei secoli, ha predisposto per chi trasgrediva la legge e incorreva nelle sue sanzioni. Per la prima volta possiamo toccare con mano la documentazione da cui Foucault ricaverà le sue celebri analisi sul potere sovrano, sul potere disciplinare e sul paradigma biopolitico. Ed ecco che il patibolo, le prigioni, i lavori forzati, le torture più feroci, l'isolamento più silenzioso diventano lo specchio di ciò che l'Europa è stata ed è diventata nel corso dei secoli. C'è stato il tempo della punizione spettacolare e granguignolesca e quello della pena silenziosa e sottratta agli sguardi, il tempo del potere che inscena la sua magnificenza e quello del potere che si nasconde, il tempo del potere che dà la morte e quello del potere che amministra minuziosamente la vita dei cittadini. In questo specchio straniante vediamo prendere forma decisioni epocali circa i rapporti tra soggetto e potere, legalità e illegalità, ordine e disordine. Sullo sfondo di queste pagine, un'ipotesi finora meno evidente nell'itinerario foucaultiano: che la guerra civile non costituisca affatto una condizione eccezionale per le nostre società, ma sia lo stato normale, la materia sottostante, la stoffa eterna di cui è fatto il potere. -
Ingegni minuti. Una storia della scienza in Italia
Una sintesi dello sviluppo scientifico in Italia dal 1200 a oggi che propone tesi interpretative di carattere generale. La tradizione che a lungo ha emarginato la scienza da importanti settori della cultura italiana è bene esemplificata dall'epiteto ""ingegni minuti"""", attribuito ai cultori della scienza esatta da Giambattista Vico in un brano fatto proprio da Benedetto Croce. Quali sono le radici di questa tradizione e quali sono state le realtà culturali di diverso segno presenti nel paese? Qual è stato il contributo del Rinascimento italiano al sorgere della scienza europea? Perché, dopo i successi della scuola galileiana, la ricerca italiana entrò rapidamente in una profonda crisi? L'esame dei risultati degli scienziati risorgimentali può modificare, e come, il giudizio storico sul Risorgimento? Quali sono le cause della crisi in cui versa la ricerca scientifica italiana dagli anni '70 del secolo scorso? La globalizzazione lascia spazio a politiche scientifiche nazionali o europee? Ecco alcune delle domande cui questo libro tenta di rispondere, intrecciando gli sviluppi scientifici con la storia economica e politica, oltre che culturale. È infatti convinzione degli autori non solo che la storia della scienza possa essere compresa solo esaminando i contesti che forniscono alle comunità scientifiche i problemi concreti da affrontare e le risorse, culturali e materiali, per risolverli, ma anche che la storia di un paese non possa prescindere dalla storia della sua ricerca scientifica."" -
La Repubblica inquieta. L'Italia della Costituzione. 1946-1948
La storia dell'Italia repubblicana comincia nel caos. La fine della guerra ha lasciato dietro di sé un paese logorato e diviso, ma soprattutto ha fatto emergere le fratture di lungo periodo che il fascismo aveva oscurato a colpi di propaganda e di retorica nazionalista. Nel 1945 il paese è costretto a fare i conti con le profonde differenze che lo attraversano da nord a sud. C'è uno squilibrio economico, infrastrutturale e demografico, ma anche una forte contraddittorietà nel modo di reagire alla fine del conflitto: la guerra non è stata vissuta da tutti allo stesso modo. Chi si muove con energia, come gli operai del Nord, che dopo il rapporto con il Pci consolidato durante la guerra vogliono impadronirsi delle fabbriche, abita di fianco a chi torna da reduce e si ritrova improvvisamente senza riferimenti e senza lavoro. Dopo ""La Resistenza perfetta"""", Giovanni De Luna sottopone i primi anni di vita della Repubblica italiana a un'indagine acuta e rigorosa. Cominciando con una domanda: è vero che la Resistenza aveva sostanzialmente fallito """"l'occasione storica"""" di rinnovare profondamente le strutture portanti del paese? Per dipanare la complessità di questo periodo decisivo, De Luna costruisce una narrazione corale, fatta delle voci di una grande galleria di testimoni, a partire dalla storia personale di chi torna dalla guerra o va a cercare fortuna negli Stati Uniti, fino ai grandi scenari della politica, che hanno per protagonisti Alcide De Gasperi, Palmiro Togliatti, Ferruccio Parri e Pietro Nenni. E ci costringe a riflettere sulla nostra identità e sul nostro passato, spingendoci a fare i conti con uno dei capitoli più difficili, ma anche appassionanti, della nostra storia nazionale."" -
Non ci sono problemi, solo soluzioni. Cambiare il punto di vista ti cambia la vita
Sapete qual è il vero problema? È che proprio noi siamo gli inconsapevoli artefici dei nostri problemi, o di buona parte di essi. Tentando di superarli ci incanaliamo in ragionamenti erronei, interpretazioni fuorvianti, che non ci portano da nessuna parte. Non sarà più così dopo che avrete letto questo volumetto, che vi farà scoprire tutto ciò che serve per dare a ciascun problema la giusta soluzione. -
L' uomo che voleva uccidermi
In una fredda sera di dicembre, Ishibashi Yoshino saluta le amiche per andare a incontrare il suo ragazzo in un parco di Hakata, nella città di Fukuoka. Il mattino successivo, il cadavere della giovane viene rinvenuto nei pressi del valico di Mitsuse, un luogo impervio e inquietante: è stata strangolata. Chi ha ucciso Yoshino? Chi è l'uomo che doveva incontrare al parco? Perché la cronologia delle chiamate e dei messaggi del suo telefono cellulare racconta una storia diversa da quella che conoscono gli amici e i familiari? La morte violenta di una giovane innesca un intreccio di narrazioni accomunate dal senso di solitudine, dalla difficoltà di vivere in una società sempre più complessa, dalla desolazione dei paesaggi urbani, dall'incapacità di amare. -
Altre inquisizioni
L'argentino Borges fu tra le figure più rappresentative del movimento poetico ultraista, il movimento di avanguardia che nasce in Spagna nel 1918 sulla scia del dadaismo, del surrealismo e del futurismo. In seguito, a Buenos Aires fonda ""Prisma"""", un foglio che gli stessi ultraisti incollavano alle cantonate, e """"Proa"""", e infine pubblica nel 1923 il libro di poesie """"Fervor de Buenos Aires"""". Corrono trent'anni tra questo libro e """"Altre inquisizioni"""", che è del 1952. Trent'anni che hanno fatto di Borges un classico dei nostri tempi e un nome essenziale nella cultura occidentale. """"Altre inquisizioni"""" dà la misura di un'arte votata al culto del raro e dell'immagine bella e simbolica, ai giochi metafisici, alle preziose e sottili divagazioni sul destino, sul sogno, sull'enigma della creazione e della persona umana, elevato a categoria, più ancora, ad articolo unico di una fede tutta negativa ma costantemente riscattata e contraddetta dalla fantasia lirica e dal libero e appassionato movimento dell'intelligenza. Siamo introdotti, da questo libro, nei sapienti labirinti tesi da una cultura ironica e paradossale, che nessuna presunta verità intimidisce, ma pronta a inchinarsi alla dignità essenziale e dolorosa dell'uomo sulla terra. Questo, tuttavia, è essenzialmente un libro di saggi letterari, e implicitamente un indice dei gusti del suo autore, il quale ha saputo formare, con scrittori famosissimi, una galleria di ritratti in qualche modo inediti."" -
Nahui
Nel 1961 il poeta Homero Aridijs incontra per strada una povera disgraziata che vende per due lire vecchie cartoline, vecchie immagini di sé giovane, nuda, bellissima. I suoi occhi verde smeraldo brillano ancora e il poeta la riconosce: è Carmen Mondragon, in arte Nahui Olin, la più bella donna di Città del Messico quando a Città del Messico c'erano le più belle donne del mondo. Negli anni venti e trenta. Negli anni della rivoluzione, di Emiliano Zapata e di Pancho Villa. Nel tempo in cui, in nome del popolo e di una libertà che sembrava lì a due passi, un pugno di artisti e di intellettuali scosse dalle fondamenta cultura e politica, creatività e morale di un intero paese. E proprio su questo sfondo che si muove la leggendaria storia di Nahui. -
Punti di fuga
Un killer ""per bisogno"""" disadattato e nostalgico, la vita da clandestino nella Parigi degli anni Ottanta, un semplice omicidio su commissione che si trasforma in una trama complessa e carica di reminescenze del passato, un'amicizia che è complicità, una fuga in Messico: la storia di Andrea Durante. Un racconto un po' nero, un po' giallo, che non si prende troppo sul serio mentre sciorina un sfilza di morti ammazzati, in un mondo popolato di personaggi squinternati, moderni, vinti e nuovi emarginati che si improvvisano assassini perché non hanno altro da fare."" -
Giornate intere fra gli alberi
"Ed egli si tuffò nel verde prato dei tappeti verdi, ridente, immemore del suo misfatto, caro agli dei"""". Una signora ormai anziana torna per qualche giorno a Parigi in visita dal figlio, che non vede ormai da anni. Ma l'uomo, ormai cinquantenne, oggetto di un amore esclusivo, cieco e divorante da parte della madre, è solo un egoista, miserabile flambeur che vive con una entraîneuse e dilapida senza alcun criterio i suoi soldi al gioco. È un uomo che non combina nulla. È proprio vero che non c'è nulla da aspettarsi da una persona che, da bambino, trascorreva intere giornate fra gli alberi a scovare gli uccelli, invece di andare a scuola! Pubblicato originariamente nel 1954, il racconto è stato messo in scena all'Odéon di Parigi nel 1965 e trasformato in film, per la regia della stessa Marguerite Duras, nel 1977. Anche gli altri tre racconti, che completano il volume, sono accomunati da una sorta di immaturità esistenziale dei diversi personaggi: una collegiale che impara dall'osservazione di un boa il senso della felicità; una portinaia che sogna di morire per non svuotare i bidoni della spazzatura; un amore fatto di sguardi e gesti, nell'attesa del fatale incontro." -
La voce del testo. L'arte e il mestiere di tradurre
"Questo libro nasce dal desiderio di condividere le mie riflessioni ed esperienze nel campo della traduzione e del suo insegnamento in corsi e workshop. La traduzione è, in quanto esperienza, riflessione. È prima di tutto un fare esperienza dell'opera da tradurre e nello stesso tempo della lingua in cui quell'opera è scritta e della cultura in cui è germinata. E subito dopo è un fare esperienza della lingua madre e della propria cultura, che deve accogliere, vincendo ogni possibile resistenza, la diversità linguistica e culturale del romanzo o del racconto da tradurre. [...] Il percorso proposto in queste pagine è di graduale difficoltà ed è stato pensato in primo luogo per i lettori forti, per chi ha una viva curiosità per la lettura ed è desideroso di accostarsi alla traduzione e di entrare nella sua officina. Ne può trarre inoltre beneficio chi studia traduzione, ma frequenta corsi di laurea in cui ci si limita a impartire nozioni teoriche e non si lavora concretamente sui testi. Infine mi auguro possa essere di stimolo al recensore che volesse avere qualche spunto in più per valutare la bontà di una traduzione.""""" -
La figlia di Burger
Ambientata nel clima di feroce lotta politica del Sudafrica degli anni Settanta, la storia, ispirata alla vicenda di un famoso avvocato afrikaner costretto alla clandestinità per il suo impegno contro l'apartheid, segue il lento evolversi di Rosa Burger. La morte del padre - Lionel Burger, da sempre in lotta per la libertà dei neri - trasforma definitivamente Rosa nella ""figlia Burger"""". Attraverso la presa di coscienza di questa nuova identità, Rosa sarà costretta non solo a fare i conti con la sua vita privata, ma anche a modificare il rapporto con il suo paese."" -
Se gioventù sapesse
"Se avessi venticinque anni sposerei quel giovanotto odioso sulla base di quel che provo, e vivrei forse felice e contenta..."""" In questo romanzo, che segue """"Il diario di Jane Somers"""" e a esso è in qualche modo accomunato, ritroviamo Janna, che nel libro precedente era stata uno dei due poli dell'amicizia difficile e controversa con l'anziana Maudie. Janna ha ora cinquantacinque anni, splendidamente portati: è raffinata, sempre attivissima, e da caporedattore è passata vicedirettore della rivista in cui lavora. Gli anni di vedovanza le pesano un po', così come le pesa la non facile convivenza con la nipote diciottenne. Non c'è da stupirsi quindi che, incontrato un affascinante americano della sua età, se ne innamori, subito ricambiata. Sotto il sole di una bella estate londinese, Janna e Richard esplorano le strade e i parchi della città, i sobborghi, i verdi dintorni, dimentichi dei propri impegni, spensierati perché hanno deciso di non dirsi nulla della loro vita. Scelgono di passare insieme un weekend, ma quando si ritrovano soli fra quattro pareti compare un invincibile pudore e un senso di disagio. Con grande finezza, la Lessing esplora il tema delle relazioni interpersonali, e l'inesorabile scandirsi di un """"tempo"""" esterno che non coincide quasi mai col tempo interno di ognuno." -
Il totemismo oggi
Il totemismo, ossia il particolare fenomeno per cui un uomo o un gruppo di uomini si legano con un rapporto di parentela e di mutua protezione a una specie animale - o a piante e fenomeni naturali -, è stato variamente considerato: gli sono stati di volta in volta riconosciuti e negati carattere religioso e carattere universale; a volte è stato considerato tipico di una fase del progresso culturale; altre volte se ne è constatata l'assenza nei popoli più primitivi. L'analisi critica di Claude Lévi-Strauss prospetta il fenomeno in una luce tutta nuova: ""Il totemismo partecipa della conoscenza; le esigenze alle quali risponde, il modo stesso in cui cerca di soddisfarle, sono in primo luogo d'ordine intellettuale. In questo senso non ha nulla d'arcaico e di lontano""""."" -
Quando cessarono gli spari. 23 aprile-6 maggio 1945: la liberazione di Milano
Giovanni Pesce ha cominciato a lavorare a quest'opera subito dopo aver pubblicato Senza tregua. Per anni ha raccolto le testimonianze dei suoi compagni di lotta (Cadorna, Greppi, Curiel, Bonfantini, Sereni, Pertini, Basso ecc.), dei comandanti delle varie brigate partigiane, di giovani, donne, intellettuali, operai, ma soprattutto è riuscito a ricordare ora per ora quanto fece e visse in prima persona. Montando queste centinaia di tessere, ha composto un mosaico fra i più completi su quanto avvenne nell'aprile del 1945 nel capoluogo lombardo: alla stazione, in periferia, nei giornali, all'arcivescovado, nelle fabbriche (l'Innocenti, la Caproni, la Borletti, l'Alfa Romeo, la Pirelli), nel Lodigiano, a Monza, in Brianza, a Legnano, a Rho e nell'Oltrepò, durante la lunga vigilia e i giorni del sangue e della speranza. Questo libro, il cui titolo è un verso del poeta, amico di Pesce, Alfonso Gatto, era nato col proposito di contribuire in maniera autentica a celebrare alcune pagine fondamentali della Resistenza italiana. Prefazione di Luigi Longo. -
Gli orrori dei ghiacci e delle tenebre
Nel 1872 la corte austro-ungarica finanzia una spedizione artica che ha il compito di rintracciare il leggendario passaggio a nord-est, un varco tra i ghiacci dell'Artico che consentirebbe di raggiungere l'Oriente. Al comando della pericolosa avventura che ha già fatto diverse vittime sono due giovani e ambiziosi ufficiali: Julius von Payer e Carl Weyprecht. Con loro si imbarcano i ventidue membri dell'equipaggio, i marinai perlopiù triestini o dalmati, i due alpinisti e cacciatori tirolesi Johann Mailer e Alexander Klotz,e l'arpioniere norvegese Elling Carlsen.Tutti a bordo dell'Admiral Tegetthoft salpano dal porto norvegese di Tromso, ma già dopo un mese la nave è incagliata a nord dell'isola di Novaja Zemlja. L'equipaggio deve così affrontare l'orrore della notte artica, sei freddissimi mesi senza luce, in balia della deriva della banchina e degli orsi polari. L'Artico li avvolge nella sua morsa e rivela il suo fascino mortale, la forza della creazione sotto forma di desolazione, freddo e gelo. Quindi, assieme ai raggi del sole, torna la speranza, ma la nave comunque non può più fare vela verso casa. Approdati sulla terraferma, trascorrono un secondo inverno, ancora più duro, poi di nuovo splende il sole... -
Come mi viene. Vite di ferro e cartone
Al centro delle storie che Renga viene raccontando c'è un uomo che si aggira raccogliendo oggetti, oggetti raccolti apparentemente senza motivo. Un mazzo di chiavi trovato in strada. Un aquilone. Una vecchia sveglia. L'uomo raccoglie quello che trova in una stanza illuminata dai raggi del sole che passano tra le assi malferme del tetto. Sono piccoli oggetti che assumono via via la forma di ali, ali che sono scampoli di vita delle persone che li hanno posseduti, usati, persi. Finestre aperte su altre esistenze. E finestre su altre esistenze o su segmenti diversi della vita dell'io narrante sono le storie che fanno corona a questo episodio. L'infanzia dolceamara della campagna, l'adolescenza che morde il freno, la vita adulta avvitata dolorosamente intorno alle fatiche della vita coniugale. Attraverso continui flashback, i singoli episodi vengono stabilendo la distanza fra il superstite che ora si guarda esistere e la forza del suo passato, fra la sua inadeguatezza e l'ansia di volare via. -
Ricordi di un vicolo cieco
Cinque racconti per cinque personaggi che, in seguito a eventi improvvisi e dolorosi, si interrogano sul significato della propria vita e sulla possibilità di essere felici. Nel primo racconto, due compagni di università, Setsuko e Iwakura, sono legati da un'intensa amicizia destinata a trasformarsi in un amore profondo. Il secondo racconto, parla di un tentativo di avvelenamento ai danni di Matsuoka, una ragazza che lavora in una casa editrice. Matsuoka rimette in discussione il legame con le persone che credeva di amare e decide di tornare per un po' di tempo nel paese natale dove, grazie alla quiete e alle attenzioni della nonna, recupera la fiducia in se stessa e nei rapporti umani. Il terzo racconto è una tragica storia di amicizia tra bambini. Mitsuyo, una scrittrice affermata, ricorda il suo rapporto con Makoto, un amico d'infanzia con il quale trascorreva tutti i pomeriggi dopo la scuola. Il quarto racconto narra le vicende di una ragazza ingenua che nonostante le avversità riesce a vivere in armonia con se stessa, sempre accompagnata e protetta da uno sguardo soprannaturale. L'ultimo racconto, che dà il titolo al libro, ha come protagonista Mimi, una ragazza che scopre il tradimento del fidanzato. Decide allora di cambiare città per cercare di dimenticarlo e incontra Nishiyama, la felicità: un piatto di riso al curry buonissimo fatto mescolando per caso alcuni ingredienti avanzati, tragicamente impossibile da ripetere una seconda volta con lo stesso, identico sapore. -
Amrita
"Amrita"""" è un romanzo di grande respiro. Narra della piuttosto insolita famiglia di Sakumi, di cui fanno parte la madre, con il suo compagno molto più giovane, il fratellastro undicenne Yoshio, una cugina e un'amica. Su tutti loro pesa il ricordo di una sorella morta in un incidente stradale mentre guidava sotto l'effetto di alcol e barbiturici. Con lei Sakumi intrattiene un muto dialogo, che costituisce uno dei molti fili della narrazione. Una narrazione composta di tante voci che l'autrice scava, indagando percezioni del reale diverse da quelle usuali. Ora investigando nei labirinti della mente, ora investigando le alterazioni della coscienza dei diversi personaggi. Si tratta di una scoperta del mistero e della profondità che consente a Banana Yoshimoto di illuminare in modo sottile la dimensione magica dell'esistenza e, insieme, di ampliare i confini delle abituali tematiche di amore, amicizia, morte, solitudine, senza perdere la freschezza, la grazia e la leggerezza di una narrazione che parla direttamente al cuore." -
Una storia quasi soltanto mia
"Questa è la storia che Licia Pinelli mi raccontò all'inizio degli anni ottanta. Era rimasta appartata, quasi silenziosa per una decina d'anni, da quell'inverno del 1969, quando la bomba fece strage alla Banca dell'Agricoltura di piazza Fontana a Milano, suo marito Pino, ferroviere anarchico, precipitò da una finestra della questura e l'Italia scoprì che la democrazia era sotto attacco. Licia si era tenuta lontana dai riflettori concentrandosi in una tenace battaglia per ottenere giustizia dalla Giustizia. Non la ottenne. Dopo dieci anni Licia fece forza sul suo severo riserbo e si decise a raccontare di sé e di quel che era successo. Scelse lei stessa di parlare e mi chiese di intervistarla. Non fu un percorso facile, per Licia fu come reimparare a parlare e a guardare dentro se stessa dopo anni di silenzio e autocensura. Oggi, a distanza di tanto tempo, questo racconto appare come un documento di rara verità, chi vorrà scrivere la storia di quegli anni durissimi non ne potrà prescindere."""" (Piero Scaramucci)" -
Le intermittenze del cuore
Negli orizzonti tematici della psichiatria si nascondono emozioni segnate, e sigillate, dalla vertigine del dolore e dell'angoscia, della speranza e della disperazione, della luce e della notte, e talora dell'anelito fatale alla morte volontaria: come espressione di una cascata di illusioni bruciate dagli eventi della vita e dal destino. Sono emozioni che fanno parte della vita: della vita di ogni giorno e della vita psicopatologica ma anche della vita sfolgorante della creatività; e sono emozioni che riemergono sulla scia delle pascaliane ragioni del cuore e delle proustiane intermittenze del cuore: sonde che consentono di intravedere le profondità dell'anima ferita e dell'anima incrinata dalla malattia. Il cuore in fiamme, o il fuoco del cuore, come metafore vive che avvicinano alla cifra segreta e indicibile della condizione umana.