Sfoglia il Catalogo ibs006
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 5601-5620 di 10000 Articoli:
-
Atlante a colori e testo di istologia
Edizione italiana basata sulla sesta in lingua inglesern""Siamo onorati di presentare la sesta edizione del nostro Atlante a Colori e Testo di Istologia, un atlante da sempre utilizzato fin dalla sua prima pubblicazione in bianco e nero, nel 1987. Il successo dell’atlante ci ha spinto a revisionarlo notevolmente, a riprendere tutte le immagini a colori, a cambiare il suo nome e a pubblicarlo nel 1990 con il titolo di Atlante a Colori di Istologia. Negli ultimi 22 anni l’atlante ha subìto diverse modifiche. Abbiamo aggiunto al testo fotografie a colori, e contenuti di istofisiologia.rnSiamo grati a tutti i professori che nel mondo hanno adottato il nostro Atlante come libro di testo per i loro studenti sia in lingua originale, l’inglese, oppure nella versione tradotta. Fino ad oggi il testo è stato tradotto in 11 lingue straniere.rnAbbiamo ricevuto molti complimenti e suggerimenti costruttivi non solo da parte dei professori ma anche da parte degli studenti, e abbiamo cercato di tener conto dei loro consigli in ogni nuova edizione.rnUn suggerimento, tuttavia, di cui non abbiamo tenuto conto, riguarda l’ordine dei capitoli. Alcuni professori hanno suggerito diversi modi di ordinare i capitoli; tutti, per noi, avevano una logica, e sarebbe stato molto facile sceglierne uno di essi. Tuttavia noi ci sentiamo a nostro agio con la sequenza classica che abbiamo utilizzato per tanti anni; ci è sembrato uno schema tanto valido e logico quanto quelli suggeriti dagli altri, ed in ultima analisi, abbiamo ritenuto che i professori possano semplicemente dire ai loro studenti di studiare i capitoli dell’atlante con una diversa sequenza senza alterare la coerenza del libro.rnIn quest’ultima edizione, la sesta, abbiamo effettuato diverse variazioni.rnLe maggiori modifiche apportate, riguardano la completa riscrittura ed arricchimento del testo tanto che non può più essere considerato solo un Atlante ma anche un conciso libro di testo. Di conseguenza è stato necessario cambiare il titolo per evidenziare queste modifiche e il nuovo titolo della sesta edizione è Atlante a Colori e testo di Istologia. Inoltre avendo ampliato il formato del libro, abbiamo potuto ingrandire le microfotografie al microscopio per aiutare lo studente a vedere i dettagli dell’immagine.rnAbbiamo inserito nuove tabelle per ogni capitolo.rnAbbiamo anche aggiunto un nuovo capitolo come appendice che descrive e mostra molte delle comuni colorazioni utilizzate nelle preparazioni dei campioni istologici.rnProbabilmente il secondo maggior cambiamento che abbiamo inserito riguarda l'ampliamento delle Considerazioni Cliniche, molte delle quali sono adesso mostrate con immagini istopatologiche cortesemente autorizzate da: Rubin R., Strayer D., et al., eds: Rubin’s Pathology. Clinicopathologic Foundations of Medicine, 5th ed. Baltimore, Lippincott Williams & Wilkins, 2008; Mills S.E., editor, Carter D., Greenson J.K., Reuter V.E., Stoler M.H., eds: Sternberg’s Diagnostic Surgical Pathology, 5th ed., Philadelphia, Lippincott Williams & Wilkins, 2010; e Mills S.E., ed: Histology for Pathologists, 3rd ed. Philadelphia, Lippincott Williams & Wilkins, 2007.rnCome nelle precedenti edizioni, tutte le microfotografie al microscopio sono ottenute da tessuti fissati con ematossilina ed eosina. Tutti gli ingrandimenti delle microfotografie ottenute al microscopio ottico ed elettronico sono originali. Gran parte delle sezioni sono state preparate da... -
Malattie del rene, delle vie urinarie e dell'apparato genitale
"La precedente versione del volume “Malattie del rene, delle vie urinarie e dell’apparato genitale”, pubblicata da Piccin nel 2003 è stata preparata a 4 mani con Massimo Porena. In questi 14 anni si sono verificate numerose novità in campo nefrologico, sia diagnostico che terapeutico, frutto della costante ricerca biomedica internazionale e del rapido progresso tecnologico.rnLe nuove conoscenze hanno permesso una più accurata diagnosi patogenetica nelle nefropatie glomerulari e un’impostazione terapeutica focalizzata a bloccare i fattori lesivi. L’insufficienza renale cronica ha raggiunto un’incidenza molto elevata in tutto il mondo ed ha comportato la necessità di utilizzare sempre più spesso la terapia sostitutiva (dialisi e trapianto) in molti pazienti. Persiste l’importante sfida per rallentare la progressione delle nefropatie croniche mediante strategie mirate al controllo dei fattori di rischio e delle numerose comorbidità. Per scrivere questa prefazione ho ripercorso sommariamente il mio personale iter professionale ed accademico. Dopo la Laurea ho seguito il Prof. Vittorio Bonomini per 10 anni durante i quali ho svolto un’attività clinica intensa accompagnata da molte ricerche in campo nefrologico e dialitico presso l’Università ed il Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Successivamente nel 1977 ho accettato la chiamata e la “sfida” della giovane Università “Gabriele D’Annunzio” di Chieti dove ho provveduto a creare ex novo la Clinica Nefrologica composta da un reparto di Nefrologia ed una unità di Dialisi presso l’Ospedale SS. Annunziata, mentre la nostra attività di ricerca si è svolta in un nuovo laboratorio presso una sede distaccata dell’Università. Con i miei collaboratori abbiamo cercato di diffondere la Nefrologia sul territorio e al di fuori della Provincia grazie anche alla istituzione nel 1982 della Scuola di Specializzazione in Nefrologia.rnLe nostre ricerche sono state pubblicate nelle varie riviste specialistiche nazionali ed internazionali e presentate a numerosi Congressi. Durante la mia attività clinica ho cercato di mettere i miei allievi in condizione di approfondire specifici argomenti nefrologici e dialitici anche con stage presso prestigiosi Centri Nefrologici americani ed europei. Dopo 20 anni di impegno nella Università di Chieti ho accettato il trasferimento all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e al Policlinico di Modena dove ho potuto proseguire il mio lavoro di ricerca, ma soprattutto ho contribuito ad iniziare un nuovo programma di trapianto renale nel 1998.rnNegli ultimi tempi i miei collaboratori ed io abbiamo avvertito la necessità di apportare importanti aggiornamenti ai vari capitoli della precedente edizione.rnI miei collaboratori di Chieti hanno rivisitato i capitoli di competenza (Lorenzo Di Liberato, Paolo Cappelli, Goffredo Del Rosso, Luigi Amoroso, Mario Bonomini, Vittorio Sirolli), mentre alcuni capitoli sono stati aggiornati dai collaboratori di Modena (Vittorio Albertazzi, Marco Ballestri).rnIl mio impegno professionale e didattico in campo nefrologico, durato 45 anni, è legato al ricordo dei numerosi pazienti che ho potuto curare nelle varie sedi dove ho svolto la mia attività assistenziale (Bologna, Chieti e Modena). Con l’attività didattica rivolta agli Studenti del Corso di Laurea ho cercato di fornire le informazioni di base della nefrologia. Mi sento particolarmente gratificato dalla preparazione nefrologica fornita agli oltre 200 giovani specialisti che stanno svolgendo la... -
Le malattie autoimmuni
"Nel 1956 è iniziata la storia dell’autoimmunità: infatti in quell’anno Rose e Witebsky a Buffalo (USA) riescono a riprodurre una malattia autoimmune tiroidea simile a quella umana immunizzando conigli con estratti di tiroide autologa, Roitt e Doniach a Londra dimostrano che nella tiroidite di Hashimoto sono presenti degli autoanticorpi contro la tireoglobulina, Adams e Purves in Nuova Zelanda attestano la presenza nel siero di pazienti con ipertiroidismo di un fattore chiamato LATS (long acting thyroid stimulator) che stimola la tiroide per un periodo più lungo del TSH (identificato successivamente come un autoanticorpo contro il recettore del TSH). In seguito a queste scoperte, nel 1957 Witebsky e Rose pubblicano su JAMA i criteri fondamentali per definire una malattia come autoimmune.rnDa quel momento, ogni malattia considerata idiopatica ma che rispettava quei criteri poteva essere considerata come autoimmune.rnSino ad oggi oltre 80 malattie sono entrate a far parte del gruppo delle malattie autoimmuni.rnIl notevole successo editoriale della prima edizione de “Le Malattie Autoimmuni” pubblicata nel 2000 dalla casa editrice Piccin, e i notevoli sviluppi dell’immunologia in questo ultimo ventennio mi hanno spinto ad intraprendere l’aggiornamento di questo testo sulle malattie autoimmuni, che vede la luce proprio nel 2017, anno in cui si celebra il 60° anniversario dell’inizio dell’era delle malattie autoimmuni.rnIl motivo dell’aggiornamento è stato reso necessario dal fatto che negli ultimi 20 anni le conoscenze sulle malattie autoimmuni hanno avuto uno sviluppo esponenziale grazie al contributo di clinici, genetisti, immunologi, biologi molecolari, farmacologi. Infatti sono stati individuati molti degli autoantigeni target, sono stati chiariti molti meccanismi eziopatogenetici, sono stati identificati con maggior dettaglio i geni, sono stati identificati alcuni dei fattori esogeni eziopatogenetici in grado di concorrere allo sviluppo delle malattie autoimmuni. In questi ultimi anni anche il dosaggio degli autoanticorpi, che sono i marker sierologici di tali malattie, ha subito numerosi cambiamenti e dagli iniziali test fatti in immunofluorescenza su tessuti umani o animali, che erano fortemente operatore- dipendenti e che venivano eseguiti solo in laboratori di ricerca, si è passati a metodi in ELISA, RIA o chemiluminescenza, usando antigeni ricombinanti, molto più sensibili e specifici impiegati oggi nella diagnostica di routine di molti laboratori di analisi. Questi anticorpi sono utili per la diagnosi delle malattie autoimmuni cliniche ma anche nei famigliari dei pazienti con malattie autoimmuni o nei soggetti sani della popolazione per identificare coloro che hanno la malattia autoimmune ancora allo stadio subclinico o latente e quindi ad alto rischio di sviluppare nel tempo la malattia clinica. Grazie a questi test, si è definita la storia naturale delle malattie autoimmuni e la diagnosi può essere fatta molto precocemente e le relative terapie possono essere iniziate in una fase molto precoce. Anche le strategie terapeutiche sono state modificate e, accanto alle classiche terapie sostitutive o immunosoppressive, sono entrate in uso nuove terapie che si basano sull’utilizzo di sostanze ormonali purificate ed umanizzate o di anticorpi monoclonali umanizzati in grado di bloccare selettivamente i mediatori chimici dell’infiammazione (linfochine, citochine, interferoni) o selettivamente i subset delle cellule autoreattive. Tutte queste strategie hanno... -
Forma mentis. Come diventare estroversi e vedere oltre noi stessi
Forma mentis riporta una serie di racconti in prima persona di episodi reali che dimostrano come spesso la nostra forma mentis ci impedisca di ascoltare davvero le persone, di essere davvero disponibili a sentire quello che gli altri ci dicono e a provare ad immedesimarci in loro. Siamo troppo concentrati su noi stessi e i nostri interessi. Eppure, proprio questa mancanza di ascolto e questa chiusura nei confronti del prossimo è la causa di un circolo vizioso che alla fine danneggia anche noi. Essere estroversi, nel senso di rivolgere la nostra attenzione e il nostro cuore verso l’esterno, verso gli altri, è quasi una formula magica, un apriti sesamo che spalanca le porte ad un mondo nuovo, pieno di opportunità sorprendenti in tutti gli ambiti: lavoro, famiglia, società. L’Istituto Arbinger è una società che si occupa di training, consulenza e coaching. Sono gli Autori del bestseller internazionale Leadership e Auto-inganno e il loro metodo è basato su 45 anni di ricerche sulla psicologia del comportamento e la motivazione degli individui. -
Fisiologia medica di Ganong
"Review of Medical Physiology di W.F. Ganong è probabilmente il manuale di fisiologia più diffuso nel mondo fra gli studenti di medicina. A partire dalla prima edizione nel lontano 1963 è stata tradotta in 18 lingue diverse e ha accompagnato la preparazione alla professione medica di migliaia di studenti. Le successive edizioni si sono ripetute a intervalli di due anni, fino alla 22a grazie all’impegno costante e sistematico dell’autore nell’aggiornare e migliorare il testo. Dodici edizioni italiane sono state edite da Piccin nel corso degli anni, preparate sotto la guida del Prof. Stella prima e del Prof. Midrio poi. Uno stretto legame si è così stabilito fra il nostro ateneo patavino e la Fisiologia medica di Ganong.rnAlla scomparsa di Ganong, Barman, Barrett, Boitano e Brooks hanno provveduto a una nuova edizione, la 23a nel 2010, mantenendo lo stile e le caratteristiche che avevano reso unica la Review of Medical Physiology.rnA questa sono seguite la 24a e la 25a, sulla traduzione della quale è stata portata a termine la presente opera (13a edizione italiana).rnPer introdurre una nota personale, la Fisiologia medica di Ganong è stato anche per me un riferimento costante attraverso gli anni. Quando studiavo medicina, non era ancora disponibile nella versione italiana, ma, una volta tornato a Pavia come Professore Associato nel lontano 1984, ho trovato la Fisiologia medica di Ganong come riferimento proposto agli studenti e l’ho immediatamente adottato per tutti gli anni in cui ho insegnato nei corsi di medicina a Pavia e a Varese, Università dell’Insubria.rnA mio giudizio, fin dalla sua prima versione, la Fisiologia medica di Ganong si è contraddistinta per alcune caratteristiche inconfondibili.rnPrima fra tutte, direi, la concisione: ogni frase e quasi ogni parola hanno una rilevanza, convogliano un’informazione, stimolano lo studente a pensare ed eventualmente a cercare ulteriormente per completare o per capire, e spesso diventano argomento di discussione con il docente.rnIn secondo luogo la copertura a 360° della fisiologia dell’uomo: nessun problema di interesse fisiologico, dal livello molecolare a quello dell’intero organismo, è trascurato. Per tutti gli argomenti e le tematiche si propone un riferimento che può anche non essere esaustivo, ma individua sempre una prospettiva di inquadramento e comprensione passibile di successivi approfondimenti.rnAltre due dimensioni mi sembrano caratterizzare il manuale di Ganong: da un lato l’impostazione chiaramente medica, con una selezione di argomenti che definisce una precisa gerarchia di rilevanza per la medicina clinica, e dall’altro la visione molecolare della fisiologia, forse scontata oggi ma fortemente innovativa qualche decennio fa quando ancora i successi della biologia cellulare e molecolare erano di là da venire.rnLa nuova edizione, grazie ai quattro autori della versione originale in inglese e all’opera dei traduttori italiani, ha compiutamente mantenuto e sviluppato queste caratteristiche. La grafica è stata ulteriormente migliorata, l’aggiornamento è stato mantenuto in modo costante e rigoroso, l’inserimento di schede con riferimenti alla patologia e alla clinica ha accentuato e reso più immediata la dimensione medica. Le sezioni di autovalutazione alla fine di ogni capitolo sono diventate non solo occasione di verifica dell’apprendimento, ma in molti... -
Appunti di biochimica. Per le lauree triennali
"Questi Appunti di biochimica nascono dall’esigenza, sperimentata dagli Autori, di fornire agli allievi dei Corsi triennali di laurea per le Scienze Motorie e per le Professioni Sanitarie un punto di riferimento cartaceo per seguire proficuamente le lezioni del corso di Biochimica.rnA questo corso è riservato generalmente un numero di crediti sproporzionatamente esiguo rispetto alla vastità della materia che il titolo “Biochimica” al giorno d’oggi inevitabilmente dovrebbe comprendere.rnChi, come gli Autori, deve tenere un corso di questo tipo, sperimenta subito la difficoltà di trasmettere in poche ore di lezione quel minimo essenziale di informazioni intelligibili sui contenuti di una materia che nell’ultimo mezzo secolo si è sviluppata in maniera esponenziale.rnVa osservato che, nella maggior parte dei Corsi di laurea triennale di Area Sanitaria e delle Scienze Motorie, il corso di Biochimica non è preceduto da uno di Chimica e Propedeutica Biochimica: quest’ultimo pertanto deve necessariamente essere incorporato nella parte iniziale dell’insegnamento di Biochimica.rnL’altro aspetto della difficoltà di chi deve insegnare in questi corsi deriva dal fatto che gli uditori hanno provenienze culturali eterogenee e molti di essi sono del tutto privi di qualsiasi esperienza nello studio della chimica.rnLo sforzo degli Autori è stato quello di offrire a tale popolazione studentesca uno strumento che possa risultare utile all’acquisizione dei concetti basilari ed essenziali della materia in modo semplice e chiaro.rnGli Autori sono ben consapevoli della difficoltà di un simile obiettivo. Tale consapevolezza nasce da una pluriennale esperienza didattica volta a fornire gli elementi essenziali di una disciplina tanto ricca e complessa. In sede di lezione tutto ciò si è ottenuto mediante la comunicazione verbale e non senza l’ausilio di illustrazioni predisposte o, più spesso, create sulla lavagna. Gli studenti hanno sempre espresso il desiderio di ottenere dal docente qualche traccia materiale delle lezioni impartite, e da tali richieste è scaturita l’idea di raccogliere questi Appunti.rnSi è sempre cercato di evitare che alla semplicità ed alla chiarezza dell’esposizione fosse sacrificata la correttezza dell’informazione. Ma non si è ceduto alla pudica tentazione di omettere informazioni di livello elementare (oseremmo dire “banali”) per mantenere l’insieme dell’opera ad un livello “universitario” di una presunta (ma quanto utile?) maggiore elevatezza.rnD’altro canto si è necessariamente e volutamente rinunciato ad introdurre spiegazioni ed approfondimenti che, certo indispensabili in trattati di più alto livello (di cui non si ravvisa l’esigenza, data la ricca bibliografia già esistente), avrebbero avuto in questo contesto il solo effetto di appesantire la trattazione, generando più confusione che chiarezza.rnVa inoltre sottolineato il fatto che, nella parte introduttiva di chimica, ci si è riferiti esclusivamente agli aspetti che interessano i composti riscontrabili negli organismi viventi.rnGli Autori si augurano che il loro modesto tentativo possa risultare utile nell’ambito e nei limiti delle intenzioni dichiarate; e saranno grati a chi vorrà segnalare loro i difetti, certamente presenti, per poter migliorare l’opera nel caso questa prima edizione dovesse mai essere seguita da altre.rnUn ringraziamento particolare all’Editore Piccin, per il decisivo incoraggiamento alla realizzazione del progetto."""" (Prefazione)rnGli autori del volume: Maria Valeria Catani, Valeria Gasperi, Almerinda Di Venere, Isabella Savini, Pietro... -
L' infermiere di famiglia e cure primarie. Aspetti gestionali e competenze cliniche
"Quella delle cure primarie e dell’infermiere del territorio e/o “di famiglia” è un’area di avanguardia per il nuovo modello di assistenza e una punta di diamante di quelle aree specialistiche che, una volta approvato l’accordo Stato-Regioni sulle competenze avanzate degli infermieri, entreranno a far parte a pieno titolo, e soprattutto in maniera uniforme, del panorama dell’assistenza e della nostra professione.rnIl ruolo dell’infermiere di famiglia è fondamentale per ridurre l’utilizzo improprio dell’ospedale e sviluppare l’assistenza alternativa, purtroppo ancora con carenze macroscopiche per poter diventare la valida – e unica – alternativa al pronto soccorso e al ricovero: il territorio. Per questo tra le specializzazioni previste per l’infermiere è prevista quella nell’area delle cure primarie: infermieri di comunità-famiglia, che altro non è se non la riorganizzazione, appunto orizzontale, del territorio perché questi professionisti, oltre a dare assistenza ai pazienti, possano facilitare il percorso tra le strutture ospedaliere, le strutture territoriali e, sul territorio, tra i medici di famiglia e gli altri attori dell’assistenza, coordinando le attività assistenziali a livello territoriale e domiciliare. Tra gli obiettivi c’è la riduzione delle ospedalizzazioni evitabili e il ricorso improprio al pronto soccorso a favore dei pazienti.rnCome accennavo, l’infermiere del territorio è una figura già attiva in molte Regioni e già oggi nove Atenei organizzano master per conferire il relativo titolo con circa 5.400 colleghi che l’hanno già conseguito. La Federazione di recente, in occasione della presentazione ufficiale del fabbisogno di professionisti nei prossimi anni nell’ambito del Joint Action on Health Workforce Planning and Forecasting, ha anche messo in risalto proprio la necessità che sul territorio vi siano almeno 30.000 di questi professionisti per far fronte ai nuovi bisogni legati all’aumento dell’età, alla non autosufficienza, alla crescita delle patologie croniche.rnNonostante questo, tuttavia, la conoscenza che i cittadini hanno di questa figura è ancora a macchia di leopardo. Un recente studio condotto dai Collegi IPASVI di Basilicata, Campania e Molise ha evidenziato che il 70% dei pazienti e dei medici giudica la sua figura importante nel processo di continuità assistenziale. Lo studio ha messo in risalto come l’infermiere di famiglia rappresenti la nuova frontiera assistenziale nel sistema salute che si inserisce a ponte tra il medico di medicina generale e il paziente al centro del processo assistenziale. Per realizzarlo sono stati intervistati tra medici e pazienti (in base alle dovute proporzioni) circa 3.000 soggetti delle tre regioni da cui sono emerse una grande stima e considerazione nei riguardi dell’infermiere di comunità da parte dell’utenza, e che egli può essere il soggetto di una rivalutazione del sistema sanitario perché ne ha le giuste competenze.rnLa figura dell’infermiere del territorio assume un ruolo essenziale anche nelle ”Case della Salute” oppure negli Ospedali di Comunità, dove gli infermieri possono gestire direttamente persone con problemi di fragilità, in collaborazione con i Medici di Medicina Generale, in piccole strutture di territorio.rnQueste poche note danno subito il senso dell’importanza e dell’attualità che uno strumento dedicato agli aspetti gestionali e alle competenze cliniche dell’infermiere di famiglia assume nel panorama non solo formativo ma anche organizzativo per... -
Malattie del rene, delle vie urinarie e dell'apparato genitale
Scrivere una personale prefazione a questo testo è come ripercorrere in un attimo tutta la mia vita professionale ed accademica. La prima edizione, infatti, usciva nel 1986 allorché, giovane Aiuto del Prof. Francesco Micali e con lui coautore, ero impegnato nel Concorso per Professore Associato di Urologia; sicuramente quel testo contribuì in modo decisivo alla valorizzazione della mia produzione scientifica esibita alla Commissione che mi gratificò della nomina al ruolo di Professore.rnLa seconda edizione, di cui fui coautore per la prima volta con Alberto Albertazzi, uscì nel 2003 nella mia piena maturità operativa, grazie al supporto del mio straordinario gruppo di Collaboratori della Clinica Urologica ed Andrologica di Perugia che avevano già raggiunto, mi si consenta di affermarlo senza false modestie, posizioni di assoluto prestigio nel panorama urologico nazionale ed internazionale.rnOggi esce la terza edizione quando il traguardo della mia vita professionale è ormai giunto e quindi questo testo deve essere inteso come una specie di lascito in eredità ai più giovani di quanto (molto o poco non sta a me giudicare) ho collezionato nei decenni passati in termini di conoscenza, esperienza e realizzazioni, sempre con lo sguardo, allora e soprattutto ora, alle proiezioni nel futuro.rnFuturo che, nel mio inguaribile ottimismo, sorretto anche da evidenze e certezze consolidate, vedo di straordinario sviluppo per la nostra Disciplina. L’Urologia, al tramonto delle discipline generaliste mediche e soprattutto chirurgiche, ormai giustamente frammentate in numerose Specialistiche, assumerà sempre più il ruolo di disciplina “apripista” per la sua connotazione del tutto particolare caratterizzata da robuste ed insostituibili radici chirurgiche sulle quali si impiantano tutte le conoscenze e le applicazioni mediche, strumentali, tecnologiche.rnI suoi interessi che spaziano in ambiti culturali diversissimi, dall’Andrologia alla Ginecologia, dalla Pediatria alla Geriatria, dalla Diagnostica per immagini alle più moderne tecniche chirurgiche (endoscopiche, laparoscopiche e robotiche), la caratterizzeranno come un inesauribile compendio di competenze ed abilità mutuate dalle Medicine e dalle Chirurgie Generali ed applicate armonicamente all’apparato urinario e genitale.rnCiò fa e sempre più farà della Nostra Disciplina uno dei momenti più elevati della cultura e della pratica medico-chirurgica. Non è un sogno ma una certezza del presente proiettata nel futuro, sorretta dallo straordinario livello scientifico degli Urologi.rnDa ultimo alcune dediche particolarmente sentite.rnLa prima alla Clinica Urologica ed Andrologica di Perugia.rnAl Prof. Francesco Micali, inimitabile Maestro di Scienza e di Vita cui devo il mio essere Urologo.rnAi miei Collaboratori tutti, dagli Infermieri ai Caposala, ai Medici che mi hanno affiancato per decenni rendendo, con il loro impegno, il loro sacrificio, la loro brillantezza culturale ed operativa, la Clinica Urologica ed Andrologica di Perugia quel gioiello prezioso che a loro mi accingo a lasciare.rnTutti sono ugualmente meritevoli, coloro che sono o sono stati i Membri “Storici” del mio gruppo: Elisabetta Costantini, Ettore Mearini, Riccardo Lombi, Carla Micheli, Paolo Rosi, Antonella Giannantoni, Silvestro Parziani, Luigi Mearini, Alessandro Zucchi, nonché i più giovani che li affiancano: Michele Del Zingaro, Alberto Vianello, Paolo Guiggi, e le insostituibili Segretarie Roberta Cagini e Donatella Orcidi.rnSono tutti loro il futuro della Nostra Clinica.rnL’ultima e più sentita dedica alla... -
Farmacologia generale e clinica
"La X edizione italiana è stata effettuata sull’ultima (XIII) edizione americana del Katzung’s Basic and Clinical Pharmacology che si conferma un testo di sicuro riferimento per la preparazione di studenti in medicina, farmacia, scienze infermieristiche ed altresì di rilevante importanza per le attività specifiche di medici ed operatori sanitari.rnL’inclusione, all’inizio della più gran parte dei capitoli, di casi clinici pertinenti richiedenti impegni terapeutici specifici relativi alla materia trattata nel capitolo, e la risposta al termine di essi, consentono un continuum fra patologie specifiche e corretto impiego dei farmaci più adatti nei casi descritti.rnLe tabelle-sommario al termine della più parte dei capitoli consentono una rapida individuazione dei prototipi dei gruppi di farmaci presi in esame e di tutti i più importanti congeneri. La presentazione a colori delle figure è assai utile per la comprensione di aspetti anche complessi del testo.rnLa X edizione italiana è stata costantemente aggiornata, anche con sei inserti relativi rispettivamente ad aspetti delle azioni sfavorevoli dei FANS (cap. 36), ai prodotti biologici per la degenerazione maculare retinica (cap. 55), alla farmacoterapia di una malattia autoimmune quale la sclerosi multipla (ibidem), a trattamenti convenzionali e biologici nella psoriasi (cap.rn61), alla spesa farmaceutica in Italia e l’appropriatezza delle cure (cap. 65) ed a novità in tema di vaccini e di immunoglobuline (App. I). Per l’immediatezza dell’informazione, sono stati riportati farmaci approvati dalla FDA nel 2016 menzionati nel testo e farmaci di recente commercializzati negli USA. Essendo facilmente reperibili in Internet informazioni circa le specialità relative ai principi attivi menzionati nel testo, si è ritenuto opportuno eliminare le Appendici V-1 e V-2 della precedente edizione italiana. I principi attivi non ancora disponibili in Italia sono stati accompagnati nel testo ai nomi delle specialità straniere, quasi tutte USA.rnL’appendice I relativa ai vaccini porta i più recenti aggiornamenti sulle problematiche vaccinali. L’appendice III fornisce la più recente trattazione della sempre più importante farmacovigilanza ed è corredata da appropriate tabelle e figure a colori.rnParticolare considerazione hanno avuto la revisione ed integrazione delle appendici IV, VI e VII, relative a modalità di prescrizione anche molto recentemente variate con riferimento pure ai farmaci controllati, compresi quelli per la terapia del dolore, risultando così un’importante fonte di informazione per medici e farmacisti e nuovi laureati all’inizio dell’attività professionale.rnL’appendice VI consente la identificazione della composizione dei prodotti da banco presi in considerazione nel cap. 63. L’appendice VII riporta i dati più attendibili per un corretto impiego clinico di quei farmaci che, dato il positivo rapporto concentrazione/ effetto, possono, per i dati cinetici forniti, essere meglio utilizzati e posologicamente controllati anche per loro effetti secondari. I dati forniti nell’appendice VII sono consonanti con quelli di alcuni gruppi di farmaci (ad es. amminoglicosidi, antiepilettici) riportati nel testo.rnAlla traduzione dell’opera e revisione delle appendici hanno collaborato con me studiosi, riportati nelle pagine che seguono, con diverse specifiche competenze, che ringrazio vivamente, così come il prof. agg. Cesare Mancuso che ha avuto parte importante in vari aspetti scientifico-redazionali. Ringrazio inoltre per aver collaborato a vario titolo alle attività legate ai rapporti con... -
Principi di chimica farmaceutica
"Un gruppo di docenti di Chimica Farmaceutica italiani ha accettato con piacere l’invito dell’Editore Piccin a tradurre il testo Essentials of Foye’s Principles of Medicinal Chemistry, un ottimo compendio del più completo testo di riferimento FOYE’S Principi di Chimica Farmaceutica.rn“L’Essenziale del FOYE”, deriva da e aggiorna la sesta edizione italiana, settima americana, del testo di riferimento modificandone anche, seppur leggermente, la struttura e costituisce un aiuto agile, opportuno e di qualità elevata al processo di apprendimento della chimica farmaceutica da parte dello studente.rnI farmaci sono strumenti essenziali per la salute e il benessere delle persone e sono parte del nostro quotidiano a tal punto che la loro disponibilità ed efficacia sembrano ovvie alla maggior parte delle persone. In realtà la chimica farmaceutica non è una branca della scienza ormai fossilizzata, ma una disciplina attiva e che richiede un continuo sforzo per estrarre da essa ciò che può ancora offrire. Per questo ancora oggi sono estremamente necessari professionisti capaci di catalizzare i progressi nella scoperta di nuovi farmaci, nuovi usi di sostanze note o nuove tecniche di somministrazione delle forme farmaceutiche.rnAl contempo, sono richiesti professionisti in grado di distribuire i farmaci alle persone in modo che queste ne traggano il massimo beneficio.rnPer la sua agilità e qualità FOYE’S Principi di Chimica Farmaceutica – L’Essenziale è un utilissimo strumento per chiunque sia interessato a capire i meccanismi d’azione dei farmaci e le caratteristiche che, presenti in queste molecole, ne influenzano l’assorbimento, la distribuzione nell’organismo, l’interazione con altri farmaci o con gli alimenti, la durata d’azione e gli effetti collaterali. Queste informazioni sono utili non solo al farmacista ma anche a chi prescrive i farmaci, ad esempio medici ed altri professionisti della salute. Infatti, come nel “FOYE’S Principi di Chimica Farmaceutica”, anche in questo compendio vengono evidenziati e commentati gli usi clinici dei farmaci in modo da favorire un proficuo dialogo tra medici, infermieri e farmacisti.rnVogliamo concludere con un’espressione presa a prestito dall’introduzione del testo di riferimento: ”Un particolare ringraziamento alla Dottoressa Antonella Noventa e alla Casa Editrice Piccin, che con competenza e professionalità hanno risolto i problemi editoriali e linguistici stabilendo un fattivo rapporto di collaborazione con i vari traduttori”.rnUn sincero grazie va anche a quei Colleghi che hanno “tracciato il solco” in particolare i Proff. Paolo Da Re, Sergio Caffieri e Francesco Dall’Acqua.rnInfine va ricordato il contributo di William O. Foye, la cui capacità di cogliere il grande sviluppo della chimica farmaceutica ha reso possibile la realizzazione di queste opere."""" (Presentazione dell'edizione italiana)" -
Interazioni piante-ambiente
In un giorno imprecisato un anonimo atomo di carbonio, figlio di una lunghissima storia cosmica, “ebbe la fortuna di rasentare una foglia, di penetrarvi, e di esservi inchiodato da un raggio di luce”. Così si rinnovò il prodigio biochimico della fotosintesi, “fulmineo lavoro a tre, dell’anidride carbonica, della luce e del verde vegetale”, la stretta porta che, mediamente ogni duecento anni, fa entrare e rientrare ogni atomo di carbonio presente in atmosfera nel grande ciclo della vita. L’immortale atomo di carbonio divenne allora parte di una molecola di glucosio: “viaggiò dunque, col lento passo dei succhi vegetali, dalla foglia per il picciolo e per il tralcio fino al tronco, e di qui discese fino a un grappolo quasi maturo. Quello che seguì è di pertinenza dei vinai”. Fu infatti ingollato da un bevitore umano, parcheggiato qualche giorno nel fegato, ritrasformato in glucosio e trasportato verso un muscolo, quindi incluso in una molecola di acido lattico e poi espulso di nuovo in atmosfera sotto forma di anidride carbonica. Lo ritroveremo molti anni dopo, in Libano, imprigionato dentro il tronco di un cedro, e ancor più avanti in un bicchiere di latte, metabolizzato il quale l’atomo di carbonio finisce dentro a un neurone. Il tutto grazie alle “nostre sorelle silenziose, le piante, che non sperimentano e non discutono”, ma da cui la nostra intera vita dipende. Questo viaggio per nulla immaginario è raccontato dal chimico Primo Levi in “Carbonio”, l’ultimo celebre capitolo de Il sistema periodico (1975), ed è un buon viatico letterario per intraprendere lo studio di questo originale compendio delle interazioni tra le piante e l’ambiente. Relazioni di ogni tipo - collaborative, competitive, mutualistiche, simbiotiche, endosimbiotiche – al cui centro stanno sempre le piante. Relazioni tra piante e cambiamenti o stress ambientali, tra piante e parassiti, piante e funghi, funghi e alghe, piante e batteri, piante e insetti, piante ed erbivori, e naturalmente anche piante e umani. Noi sedicenti sapiens abbiamo addomesticato alcune piante per i nostri fini una dozzina di millenni fa, anche se già i Neandertal avevano imparato a selezionarle non solo per fini alimentari ma anche di auto-medicazione. Ci siamo così convinti di dominarle per mezzo di incroci mirati e selezione artificiale. In realtà, evolutivamente parlando, sono loro ad aver addomesticato noi, usandoci come impareggiabile veicolo di diffusione e impregnando ogni aspetto delle nostre nicchie eco-culturali, dato che con le piante mangiamo, scriviamo, ci vestiamo, costruiamo abitazioni e mezzi di trasporto, ci abbelliamo, ci coloriamo, ci droghiamo, ci avveleniamo e ci curiamo. Ciò nonostante, le piante avranno di che temerci in futuro, visto che la frammentazione degli habitat causata dalla deforestazione, la diffusione di specie invasive, il sovrappopolamento urbano e l’inquinamento agricolo e industriale stanno generando un’estinzione di massa della biodiversità (anche vegetale) che ha come precedenti soltanto le cinque maggiori catastrofi degli ultimi cinquecento milioni di anni. Ora che alla miscela poco sopra descritta si aggiunge il riscaldamento climatico, di cui si parla profusamente in questo volume, alcuni scienziati hanno proposto il modello della “tempesta perfetta”:... -
La moderna alimentazione mediterranea
"Negli ultimi decenni, specialmente nei Paesi più progrediti, sono profondamente mutate le abitudini alimentari in conseguenza di varie condizioni, quali il declino del mondo contadino tradizionale e il rapido passaggio all’epoca tecnologica-industriale e post-industriale, il miglioramento delle condizioni economicosociali, l’abbondanza e la varietà dei cibi disponibili, l’urbanizzazione, l’allentamento dei legami famigliari, il lavoro extradomestico della donna, i ritmi e le tipologie di molte attività lavorative, la globalizzazione e il multiculturalismo. L’alimentazione a base essenzialmente di vegetali dell’economia povera e contadina ha lasciato progressivamente il posto al modello di alimentazione “occidentale” ricco di calorie, di protidi e di lipidi animali, di zuccheri semplici, di cereali raffinati e di additivi, ma povero di sapori genuini e di importanti nutrienti, quali fibre vegetali, vitamine e minerali.rnIl modello “occidentale” di alimentazione ha contribuito al miglioramento della durata e della qualità della vita grazie alla riduzione o addirittura alla scomparsa di molte malattie dovute alla scarsita di cibo, ma e associato alla maggiore incidenza di varie malattie croniche, quali diabete tipo 2, obesita, sindrome metabolica, malattie cardiovascolari su base aterosclerotica, malattie neurodegenerative, vari tipi di tumori maligni, in cui intervengono abitudini alimentari scorrette.rnPertanto si e sempre piu diffusa, grazie al progresso scientifico e culturale, la consapevolezza che un’alimentazione salubre e fondamentale per la salute e di conseguenza si e riscoperta e valorizzata l’alimentazione mediterranea, semplice, gradevole e dotata di effetti preventivi per molte patologie.rnPeraltro non e realistico proporre all’uomo moderno la stessa alimentazione dell’uomo che sino a pochi decenni fa lavorava la terra e si alimentava essenzialmente con i prodotti dell’orto.rnLa moderna ricerca scientifica e indirizzata verso la formulazione di un’alimentazione personalizzata in base al profilo genetico, ma per ora si tratta solamente di un approccio promettente poiche i test nutrigenetici, pur essendo indicativi, non hanno ancora raggiunto una predittivita definitiva (e costi accessibili) per identificare quale sia, sulla base del profilo genetico individuale, l’alimentazione piu adatta per un singolo soggetto e vanno comunque interpretati solo da esperti. Pertanto attualmente, pur nella consapevolezza che, a causa della variabilita individuale dovuta a fattori genetici e acquisiti, non esiste un’alimentazione ideale per tutti, e sempre valida per la popolazione in generale la raccomandazione di una alimentazione salubre quale l’alimentazione mediterranea.rnScopo di questo libro e di dare un contributo all’educazione alimentare mediante l’esposizione semplice e sintetica delle caratteristiche e dei principali impieghi della moderna alimentazione salubre, fondata sui principi fondamentali della tradizionale alimentazione mediterranea e attualizzata in base alle nuove esigenze alimentari e alla disponibilita di prodotti alimentari che non fanno parte dell’alimentazione mediterranea tradizionale e di integratori alimentari che consentono, se necessario, di ottimizzare l’alimentazione e di personalizzarla in base alle condizioni fisiologiche e patologiche individuali.rnDestinatari del libro sono i professionisti della salute (medici, farmacisti, infermieri, dietologi, nutrizionisti, consulenti nutrizionali), gli studenti delle corrispondenti discipline e tutti coloro che sono interessati a disporre, con questo libro, di uno strumento semplice, aggiornato e scientificamente corretto, utile per la conoscenza e la diffusione della moderna alimentazione mediterranea.rnParti di questo libro sono tratte e modificate dal recente libro di Dietologia... -
Microbiologia medica
Gli scopi della ventisettesima edizione di Jawetz, Melnick & Adelberg’s - Microbiologia Medica rimangono gli stessi della prima edizione pubblicata nel 1954, ossia quelli di fornire una presentazione breve, accurata e aggiornata degli aspetti della microbiologia medica che sono particolarmente importanti nel campo sia delle infezioni cliniche che della chemioterapia.rnTutti i capitoli sono stati ampiamente revisionati in coerenza con l’enorme espansione della conoscenza medica permessa dai meccanismi molecolari, dai progressi delle nostre conoscenze della patogenesi microbica e dalla scoperta di nuovi patogeni. Il Capitolo 47, “Principi di diagnostica microbiologica medica,” e il Capitolo 48, “Casi e correlazioni cliniche,” sono stati aggiornati per rispecchiare l’esplosione attuale di nuove diagnostiche nel corso degli ultimi anni e pure di nuove terapie nella cura delle malattie infettive.rnNuovi per questa edizione sono Steve Miller, MD, PhD, e Jeffery Hobden, PhD. Il Dr. Miller e Medical Director della University of California, San Francisco Clinical Microbiology Laboratory e Health Science Associate Professor of Clinical Laboratory Medicine, UCSF, ed ha una grande esperienza in virologia. Il Dr. Hobden e Associate Professor del Department of Microbiology, Immunology, & Parasitology, Louisiana State University Health Sciences Center, New Orleans, e il suo principale interesse riguarda i batteri patogeni, specialmente Pseudomonas aeruginosa. Diamo il benvenuto alla loro partecipazione.rnGli autori sperano che i cambiamenti fatti in questa edizione siano utili per chi studia la microbiologia. -
Fisiologia della respirazione. L'essenziale
"Questo libro è stato pubblicato per la prima volta quaranta anni or sono ed è stato al servizio di parecchie generazioni di studenti. È stato tradotto in quindici lingue. Questa nuova decima edizione comprende numerose innovazioni, la più importante delle quali è che Andrew Luks, M.D., è venuto a bordo come coautore.rnIl dr. Luks è una scelta felice. Ha ottenuto il suo M.D. all’University of California San Diego (UCSD) School of Medicine e quindi ha seguito il corso per il quale è stato scritto in origine il libro. Infatti, ha ancora la quinta edizione del libro, molto sottolineata! È molto impegnato nell’insegnamento agli studenti in medicina all’University of Washington School of Medicine e così è ben pronto a prendersi cura delle prossime generazioni.rnUn’altra innovazione di questa nuova edizione sono i casi clinici per i primi nove capitoli del libro. Il loro scopo è mostrare come la fisiologia descritta nel testo principale possa essere usata in una situazione clinica. Sono state aggiunte anche 26 nuove domande a scelta multipla. Alcune di queste richiedono un ragionamento più articolato rispetto alle domande tradizionali, basate semplicemente sulla memorizzazione delle nozioni apprese. Infine, c’è stato un cambiamento del titolo del libro, coerente con la sua età.rnNonostante queste nuove caratteristiche, gli obiettivi del libro non sono cambiati.rnPer prima cosa, il libro è destinato agli studenti di medicina e di materie sanitarie. Come tale sarà normalmente usato insieme a un corso di lezioni, come avviene all’UCSD. Infatti, la prima edizione è stata scritta perché ritenevo che allora non ci fosse alcun libro adatto per il primo anno del corso di fisiologia.rnIn secondo luogo, il libro è stato scritto come un ripasso per i medici interni e per i colleghi di pneumologia, anestesiologia e medicina interna, specialmente per prepararli agli esami di abilitazione e ad altri esami. Qui le esigenze sono piuttosto diverse. Il lettore ha familiarità con l’argomento generale, ma ha bisogno di rinfrescarsi la memoria su vari argomenti e i molteplici diagrammi didattici sono particolarmente importanti.rnPuò essere utile aggiungere qualche parola su come il libro si integri con le lezioni per gli studenti del primo anno di medicina alla UCSD. Le lezioni di fisiologia respiratoria sono solo dodici di circa 50 minuti, integrate da due esercitazioni, tre discussioni a piccoli gruppi e una sessione di revisione con l’intera classe. Le lezioni seguono strettamente i singoli capitoli del libro, con la maggior parte dei capitoli che corrispondono a una sola lezione. Le eccezioni sono il Capitolo 5, che ha due lezioni (una su scambio normale di gas, ipoventilazione e shunt; un’altra sul difficile argomento del rapporto tra ventilazione e perfusione); il Capitolo 6, che ha due lezioni (una sul trasporto di gas nel sangue e un’altra sull’equilibrio acido-base); il Capitolo 7, che ha due lezioni (sulla statica e sulla dinamica). Non ci sono lezioni sul Capitolo 10, “Prove di funzionalità polmonare”, perché questo non fa parte del tema centrale del corso. È incluso in parte per il suo interesse e in parte per la sua importanza per... -
Chimica tossicogica
"La “Chimica Tossicologica” si definisce come la scienza che si occupa delle relazioni tra struttura chimica e attività tossica delle sostanze chimiche, in altre parole tratta della chimica delle sostanze tossiche basandosi sulla loro interazione con i sistemi biologici.rnDato che l’incidenza della noxa chimica sull’uomo e sull’ambiente è in costante aumento, la Chimica Tossicologica rappresenta una materia di frontiera, in continua evoluzione. L’uomo infatti si trova a dover affrontare sempre più spesso gravi problemi d’inquinamento ambientale, causato dalla manipolazione di sostanze di origine naturale e dall’immissione di molecole xenobiotiche di origine sintetica. Inoltre, il progredire della ricerca fa sì che continuamente vengano individuate nuove molecole naturali delle quali si caratterizza il potenziale tossicologico.rnIl numero di sostanze chimiche cui l’uomo è volontariamente o involontariamente esposto è in continua crescita: contaminanti ambientali, farmaci, pesticidi, intermedi dell’industria, coloranti, detergenti, etc., ma anche prodotti naturali e composti che si originano per l’aggiunta di additivi agli alimenti o in seguito alla cottura degli alimenti stessi o altresì sostanze che migrano negli alimenti o nei farmaci dai loro packaging.rnD’altra parte si sta sempre più diffondendo una sorta di chemofobia verso tutto ciò che è chimica di sintesi, trascurando che tra le cosiddette sostanze naturali esistono composti altamente reattivi e tossici. È ben nota, ad esempio, la pericolosità di sostanze quali le aflatossine o le tossine polieteree prodotte dalle microalghe.rnLa tossicità di uno xenobiotico è determinata per lo più dalle sue proprietà intrinseche, anche se ovviamente è condizionata dalla risposta dell’organismo che subisce l’insulto. Nella fattispecie, l’intensità degli effetti tossici dipende dalle concentrazioni raggiunte nei vari siti specifici e che sono il risultato dei diversi processi biologici che controllano l’assorbimento, la distribuzione, la biotrasformazione e da ultimo l’eliminazione dello xenobiotico dall’organismo. Questi processi sono condizionati dalla dose, dalla modalità e dalla via di esposizione.rnL’iniziativa da parte di autori italiani di scrivere un testo di “Chimica Tossicologica” nasce dall’esigenza di contribuire a colmare una lacuna nel mercato librario italiano. Il volume vuole fornire agli studenti un’ampia trattazione degli effetti nocivi indotti sull’uomo, sull’animale e in generale sugli ecosistemi, da varie classi di agenti chimici e dei meccanismi responsabili di tali effetti. L’intento è quello di fornire le basi teoriche che consentano di comprendere e prevedere perché una determinata sostanza chimica possa essere in grado di promuovere uno specifico effetto tossico.rnUnico nel suo genere nel panorama editoriale italiano, il testo di “Chimica Tossicologica” è un’opera finalizzata alla didattica frutto della collaborazione di colleghi chimici farmaceutici e analitici che hanno organizzato le informazioni raccolte tanto nel corso dell’attività di ricerca che in quella di insegnamento.rnIl libro di “Chimica Tossicologica” è organizzato in diverse sezioni. Esso consta di una Parte Generale (Capitoli 1-4) in cui vengono discussi i principi generali necessari a comprendere e caratterizzare un effetto tossico. Viene esaminato il diretto rapporto esistente tra le proprietà chimico-fisiche di un agente chimico e il suo potenziale tossicologico.rnVengono introdotti i concetti di persistenza, bioaccumulo e biomagnificazione, come anche i meccanismi generali di tossicità degli agenti tossici.rnDi estrema rilevanza è il contributo relativo... -
Manipolazione fasciale. Parte pratica. Secondo livello
"Il mondo della Fascia è infinito e meraviglioso, esso collega organi e tessuti, funzione e struttura.rnLe ricerche dei professori di varie specializzazioni hanno trovato che la fascia collega fra loro i diversi trattamenti e collega la medicina occidentale all’orientale. Le nuove conoscenze frutto di recenti ricerche permettono alla medicina occidentale di comprendere meglio la medicina orientale, in altre parole permettono alle persone d’oggi di comprendere gli antichi concetti.rnIo ho letto con ammirazione molti articoli e libri scritti dai componenti della famiglia Stecco e mi sento onorato di tradurli ed introdurli in Cina.rnSono sorpreso di scoprire che le loro ricerche contribuiscono a supportare i concetti degli antichi agopuntori cinesi e ad apportare ulteriori innovazioni e sviluppi tecnologici. I medici dell’antica Cina descrissero il percorso dei Meridiani Principali, dei Meridiani Tendino-Muscolari (Collaterali), che sono molto utili nella pratica clinica dell’agopuntura.rnTuttavia, in conseguenza al tempo in cui furono descritti, le spiegazioni che ne danno non possono essere capite dalle persone di oggi, determinando quindi una divergenza fra i due modi di vedere.rnLa famiglia Stecco, con comprensione e passione per l’agopuntura, ha costruito un modello meccanico, chiamato Manipolazione Fasciale, che fa riferimento all’agopuntura e ne verifica l’efficacia sia dal punto di vista clinico che anatomico, e tutto questo è un enorme contributo sia per la medicina tradizionale cinese che per la medicina occidentale.rnLa medicina occidentale enfatizza le singole patologie del corpo umano, mentre la medicina orientale pone molta attenzione alla globalità e unitarietà del corpo. In occidente si dà molta importanza ai dettagli delle strutture anatomiche, mentre in oriente si guarda a ciò che connette fra loro le varie parti. Perciò, l’agopuntura mira a costruire un modello anatomico in cui prevalgono le relazioni fra le parti. Gli autori di questo libro, partendo dal punto di vista meccanico, chiariscono le relazioni del movimento e ne semplificano il trattamento. Queste nuove scoperte sono state esposte in una serie di articoli e in questo libro specifico per il secondo livello della Manipolazione Fasciale.rnRaccomando caldamente ai lettori occidentali e orientali la lettura di questo libro, che apre una finestra sul mondo straordinario della Manipolazione Fasciale."""" (Prefazione di Ling Guan)" -
Chimica e biochimica. Per le lauree triennali dell'area biomedica
"Questo libro origina dal “Corso di Biochimica per le Lauree Triennali di Area Sanitaria” edito da Piccin. Come il precedente, anche questo è desti nato agli Studenti che affrontano lo studio della Biochimica per la maggior parte delle Lauree Triennali di Area Biomedica. Pur restando un cardine insostituibile della formazione del nuovo laureato, l’insegnamento della Biochimica si è tuttavia evoluto rispetto a quando vide la luce la prima edizione del “Corso”. Per esempio, in numerosi ordinamenti didatti ci delle Lauree Triennali il corso di Biochimica è stato ampliato ed ora spesso comprende anche quello di Chimica. Per questo motivo, abbiamo voluto aggiungere due capitoli dedicati esclusivamente alla Chimica, che possano servire come Chimica e Propedeutica Biochimica. Ma confidiamo che lo sforzo effettuato per sintetizzare in maniera comprensibile una materia vasta come la Chimica serva anche come semplice punto di appoggio per quelle nozioni di Biochimica che facevano affidamento su conoscenze di Chimica talora mancanti. Questa scelta è stata supportata dall’osservazione che spesso gli studenti che affrontavano il corso di Biochimica affidandosi al precedente libro erano in difficoltà quando si davano per scontate delle nozioni che, evidentemente, tanto scontate non erano.rnOltre alla Chimica, la presente edizione prevede anche, rispetto alla versione precedente, lo sviluppo delle nozioni di base riguardanti il meccanismo di replicazione del DNA e la sua traduzione in proteine che, mentre per alcuni ordinamenti è appannaggio dei corsi di Biologia, per altri è invece trattato in quelli di Biochimica. Ovviamente non si sono trattati alcuni argomenti -chiave di estrema importanza riguardanti i dogmi centrali della Biologia, della Biologia Molecolare e della Genetica, ma ci siamo limitati ad accennare a questi argomenti in maniera molto superficiale, lasciando ad altri eccellenti testi il compito di trattare più approfonditamente questi argomenti.rnLe aggiunte accennate hanno forzato una certa ridistribuzione del materiale preesistente per facilitare l’unità discorsiva, ridurre le ripetizioni ed evitare accavallamenti. Si è preso spunto da questa necessità per snellire alcuni argomenti precedentemente trattati in maniera forse troppo approfondita ed approfondirne altri, sulla base di suggerimenti ed indicazioni pervenuti da numerosi Colleghi che desideriamo ringraziare.rnInfine, altra novità di rilievo, si è introdotto l’uso dei colori. Riteniamo infatti che i colori siano imprescindibili nell’apprendimento scorrevole di Chimica e Biochimica in quanto facilitano enormemente la comprensione di concetti spesso osti ci.rnLa presente edizione non vede modificato il layout delle edizioni precedenti , che ha incontrato il favore di studenti e docenti. Tale layout prevede un “sottotitolo” a molti dei paragrafi per facilitare il rapido inquadramento degli argomenti trattati all’interno del capitolo stesso. Inoltre sono stati aggiunti degli approfondimenti a vari argomenti (in corpo più piccolo rispetto al resto del testo).rnIl nostro sforzo ha tentato di dare una risposta all’esigenza, da parte di Studenti e Docenti , di un testo di Biochimica mirato al curriculum formativo delle Lauree Triennali. Ci abbiamo provato con un testo che ci auguriamo semplice senza essere superficiale, dettagliato senza essere ridondante, moderno senza essere speculativo, tradizionale senza essere sorpassato, cercando di rendere leggera la lettura e agevole lo studio senza... -
Anatomia patologica e correlazioni anatomo-cliniche
Il primo obiettivo degli autori, per questo nuovo testo d’Anatomia patologica, è stato il recupero della tradizione italiana che, da sempre, affida alla disciplina il ruolo di dare, al pensiero ed alla prassi medica, le basi concrete ed oggettive delle alterazioni, comunque riscontrate che compongono, nel loro insieme, il quadro di ogni malattia in ogni singolo individuo.rnLa stesura di ogni capitolo segue uno schema generale necessariamente non troppo rigido, che prevede sintesi essenziali di nozioni di anatomia e istologia e di fisiopatologia, basi indispensabili per connettere le alterazioni anatomo-patologiche con i sintomi principali; trattazione dell’anatomia patologica volutamente contenuta, ma in grado di far cogliere al lettore l’essenziale; e alla fine richiami di correlazioni anatomo-cliniche per i quadri più importanti.rnQuesto testo di Anatomia Patologica si propone quindi di far acquisire agli studenti la conoscenza sistematica delle malattie più rilevanti, la loro nosografia ed etiopatogenesi, la storia naturale ed i quadri macro e microscopici delle lesioni d’organo o di sistema, nonché le modalità della loro genesi ed evoluzione. Ha quindi lo scopo di far apprendere, anche con lo studio e la dimostrazione pratica di casi bioptici ed autoptici, i quadri anatomo-patologici, ivi comprese le alterazioni sub-cellulari, cellulari, tessutali, d’organo e di sistema, che sostengono e caratterizzano le varie e possibili patologie che abbiano rilievo pratico; la loro evoluzione possibile e gli esiti. -
Basic immunology
This book intends providing an introduction to immunology for undergraduate and graduate students. As we were engaged for a few years in teaching in a Master’s Degree at the University of Huè, Viet Nam, the Authors debated at length what should be emphasized and, on the contrary, what could be left to an eventual personal investigation in a basic course of Immunology. Our first agreement was that the main emphasis should be on immunological strategies, while most of the molecular mechanisms could be left to student exploration. Molecular biology is now so pervasive that everyone easily swims in the sea of molecular mechanisms. Updated information on molecular pathways of the immune system can be obtained on internet without difficulty. By contrast, the peculiar logic of immunological reactions is sometimes not obvious and not easy to grasp.rnA second shared view was that a schematic drawing could be more informative than a long text. Therefore this book is mainly based on text illustrations, while only an explanatory comment is reported in legends.rnWe wish to thank exquisite Mrs. Jehanne Marchesi for the numerous corrections and suggestions. -
Chirurgia colonproctologica e pelviperineale
"Quando Adolfo Renzi, appena insediatosi come Presidente della SIUCP, propose al Consiglio Direttivo Societario di redigere un testo di colonproctologia sotto l’egida della Società accolsi la proposta con scetticismo ed entusiasmo. Lo scetticismo mi derivava dal sapere che l’impresa sarebbe stata certamente ardua e faticosa, l’entusiasmo invece dalla consapevolezza che i chirurghi italiani hanno dato un grande contributo alle conoscenze di anatomia e fisiopatologia degli organi pelvici e che molteplici proposte terapeutiche innovative sono da attribuirsi a nostri conterranei: un giusto omaggio, dunque!rnrnLeggendo attentamente il contenuto del testo, però, mi sono reso conto che lo spirito con cui è stato scritto non è quello di rivendicare meriti, bensì quello di continuare a dare un servizio di divulgazione scientifica con la legittima ambizione di farlo diventare patrimonio della collettività. È evidente che sebbene molti degli Autori siano illustri colleghi, essi sono stati selezionati seguendo il criterio dell’esperienza personale prescindendo dalla loro fama e notorietà. Nella stesura dei singoli capitoli, inoltre,rntraspare come la linea editoriale sia stata quella di affiancare all’evidenza scientifica anche valutazioni personali derivanti dalla concreta esperienza in sala operatoria ed in reparto.rnrnIn merito all’evidenza scientifica mi permetto di far rilevare che benché essa debba essere il faro verso il quale indirizzare le nostre scelte diagnostiche e terapeutiche, purtroppo non sempre è lo specchio fedele della realtà clinica. In non poche occasioni “certa evidenza scientifica” viene artatamente confezionata per auto-promozione o, come accade quando ci sono di mezzo specifici e costosi presidi medico-chirurgici, a fini più commerciali che scientifici. A tutti è noto che ho collaborato e collaboro con varie aziende e la mia esperienza mi ha insegnato che non di rado sono certe dinamiche economiche a decretare il successo o l’insuccesso di specifiche procedure più che la loro reale efficacia terapeutica.rnrnIl mio auspicio è che questo testo, di cui con entusiasmo ho accettato di scrivere la Presentazione, possa contribuire oltre che all’apprendimento di questa affascinante disciplina anche allo sviluppo di uno spirito critico ed analitico. Una solida conoscenzarndell’anatomia, della fisiologia e della fisiopatologia sono infatti indispensabili per capire se una tecnica chirurgica ha le corrette basi razionali e, dunque, se e quando applicarla. Purtroppo molto spesso vengono decantate procedure che sono la negazione delle conoscenze acquisite in tanti anni e con il contributo di molti. Vorrei che questo fosse un monito per tutti i colleghi e per i giovani in particolare.rnrnConcludendo voglio sinceramente congratularmi con gli Autori per lo sforzo prodotto e per gli eccellenti risultati raggiunti. Un particolare ringraziamento ad Adolfo Renzi non solo per questo testo che grazie alla sua determinazione, dote sempre più rara, è stato felicemente portato a termine e del quale, sono certo, seguiranno altre edizioni man mano che l’evoluzione della specialità lo richiederà, ma anche per tutto quanto ha fatto e continua a fare, insieme all’attuale Consiglio Direttivo, alla guida della SIUCP.""""rn(Presentazione di Antonio Longo)"