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Clinica ortopedica. Manuale-atlante
"Ogni manuale universitario aspira ad assolvere l’impegnativo compito di presentare in maniera organica e completa i risultati più solidi e aggiornati della ricerca scientifica, assicurando al contempo al lettore la massima chiarezza e accessibilità.rnDi volta in volta, sono gli studenti a decretarne il successo, passandosi la voce che i suddetti obiettivi sono stati pienamente raggiunti. È quanto si è verificato con il presente volume, certamente da annoverare tra i successi editoriali dell’Editore Piccin: un testo che ha introdotto generazioni di aspiranti medici alla conoscenza dell’ortopedia.rnLa presente riedizione dello storico manuale si prefigge pertanto di aggiornarlo esclusivamente in relazione a ciò che le più recenti acquisizioni della ricerca scientifica internazionale avevano reso obsoleto. Immutato rimane l’impianto generale, caratterizzato da una scrupolosa progressività nella trattazione degli argomenti e dalla sistematica interazione fra testo e immagini, frutto della diuturna collaborazione dei due Autori. Immutata rimane altresì la finalità ultima del testo: mettersi a servizio degli studenti, affinché anch’essi possano, un domani, mettersi a servizio dei loro pazienti.rnHo imparato a conoscere il prof. Carlo Morlacchi diversi anni fa, attraverso le parole di uno dei suoi figli, che è mio amico d’infanzia. Da studente universitario ne ho poi apprezzato la competenza professionale, quando ho letto e studiato per la prima volta il presente manuale. Infine ho avuto l’onore di accompagnarlo nei suoi ultimi anni, quando mi chiese di prendermi cura delle sue patologie di natura ortopedica. Di lui ho ammirato soprattutto la passione per quella dimensione della medicina che vuole chiamarsi – come appunto recita il titolo del presente testo – “clinica”: espressione che deriva dal greco klìnein, “chinarsi”, che indica l’atteggiamento di ascolto attento che si ha quando ci si trova al letto del malato. Certamente gli sviluppi della tecnologia applicata alla medicina hanno prodotto una profonda trasformazione nell’esercizio della professione medica, portandola a livelli di specializzazione prima inimmaginabili. Questo progresso è accuratamente documentato negli aggiornamenti del volume, che descrivono i risultati più eccellenti della ricerca internazionale, sia a livello diagnostico che terapeutico. Ma abbiamo voluto rispettare con fedeltà assoluta l’impostazione originaria dell’opera, nella convinzione profonda che l’attenzione personale al malato e la disponibilità al “chinarsi” su di lui per ascoltarne i bisogni rappresenti anche oggi l’aspetto più nobile della professione medica.rnConfido che il nostro impegno di revisori possa essere apprezzato e coronato da pieno successo, e che questo Manuale, ormai classico, fedele a se stesso ma integralmente aggiornato, possa offrire ancora a generazioni di studenti la scienza necessaria al domani ma anche la sapienza ereditata dai nostri Maestri.rnFRANCESCO FRANCESCHIrnUniversità Campus Bio-Medico di RomarnPREFAZIONErnSono passati quarant’anni dalla prima edizione di questo Manuale-Atlante e ci troviamo ancora oggi a scrivere del lavoro svolto dal prof. Carlo Morlacchi e dal prof. Attilio Mancini, che grande passione ed impegno impiegarono per la sua realizzazione.rnTale rievocazione avviene in quanto si tratta di un’opera di grande valore didattico che negli anni, per la sua chiarezza e completezza, è riuscita a soddisfare migliaia di studenti attraverso la pubblicazione di quattro edizioni.rnConsapevoli della grande divulgazione che ha questo testo, sia tra... -
Clinica e terapia delle malattie emorragiche e trombotiche
"Le malattie emorragiche e trombotiche, siano esse congenite o acquisite, rappresentano un aspetto clinico rilevante nella pratica medica, anche del medico non specialista. La trombosi venosa profonda e la sua più temibile complicanza, l’embolia polmonare, colpiscono ogni anno l’1% della popolazione, con un andamento crescente al crescere dell’età. La trombosi arteriosa, che può portare all’ictus cerebrale o all’infarto del miocardio, rappresenta una quota rilevante delle cause di ricovero in ospedale, con significativo rischio di mortalità o sequele a lungo termine, ed è ancor oggi al primo posto come causa di morte nei Paesi Occidentali. Persino in corso di tumori, l’evento trombotico può condizionare significativamente l’aspettativa di vita, influenzando i tempi e le modalità di trattamento della malattia neoplastica.rnUgualmente in Italia non meno di 10.000 persone sono affette da malattie emorragiche geneticamente determinate, destinate a durare tutta la vita, con il loro impatto di costi sul Sistema Sanitario Nazionale e di alterata qualità della vita. Anche le complicanze emorragiche acquisite, siano esse indotte da farmaci, indotte da autoanticorpi o insorgenti in particolari situazioni cliniche (es. emorragie post-partum) costituiscono una sfida diagnostico-terapeutica che spesso si connota con i caratteri dell’urgenza e drammaticità.rnL’elemento unificante di tutte queste patologie è rappresentato dalle alterazioni dell’equilibrio emostatico del paziente. L’emostasi, che comprende diversi meccanismi come la coagulazione del sangue prodotta da una serie di enzimi, l’attività delle piastrine e dell’endotelio e la fibrinolisi, è un meccanismo fisiologico complesso, sofisticato, che presiede primariamente ad una efficace e pronta risposta dell’organismo all’evento che causa l’emorragia. Alterazioni dell’emostasi in difetto (rischio emorragico) o in eccesso (rischio trombotico) possono essere determinate da eventi genetici o acquisiti, anche temporanei (es. chirurgia), la cui diagnosi e trattamento richiedono spesso una conoscenza dei meccanismi che sottendono a tali eventi.rnParadossalmente, nonostante la trasversalità di queste patologie, che possono interessare il genetista, il pediatra, l’ematologo, l’internista, il neurologo, il cardiologo…, non esiste in Italia una scuola di specialità dedicata allo studio delle malattie della coagulazione del sangue, essendo esse per lo più parzialmente ricomprese nella Scuola di specializzazione in Ematologia. La Società Italiana per lo Studio dell’Emostasi e della Trombosi (SISET) ha da anni sottolineato la necessità di formare e stabilire la figura di Esperti in Emostasi e Trombosi che possano fungere da riferimento nelle singole realtà ospedaliere. Di pari passo, la SISET ha individuato la necessità di elaborare degli strumenti di formazione per il medico anche non specialista o studente che possano essere d’aiuto già nel corso degli studi universitari.rnIn quest’ottica, il Consiglio Direttivo della SISET ha deciso, oltre alla usuale organizzazione del Congresso Societario Biennale e dei Corsi annuali, di produrre uno strumento specifico, cioè un trattato di malattie emorragiche e trombotiche. Il testo, composto da numerosi e ben noti specialisti del settore, vuole essere un primo passo nel far comprendere la complessità ma anche gli aspetti affascinanti associati allo studio e alla pratica clinica nel settore delle malattie emorragiche e trombotiche. Si è deciso di lasciare ampia libertà nella stesura dei capitoli ai singoli autori, anche a costo di alcune ripetizioni che... -
Piante alimentari. Biologia, composizione chimica, utilizzo
"Il libro Botanica delle Piante Alimentari, dopo alcuni anni, vede una seconda edizione nella quale i temi trattati sono stati riorganizzati, ampliati ed aggiornati alla luce delle attuali conoscenze scientifiche. La nuova edizione, dal titolo Piante alimentari - Biologia, Composizione Chimica, Utilizzo, è rivolta sia agli studenti delle lauree triennali specialistiche (Scienze e Tecnologie Alimentari, Scienza della Nutrizione, Dietologia) sia agli studenti di Scienze Agrarie, sede tradizionale di studio delle coltivazioni e dell’alimentazione. Si tratta di una guida aggiornata, di facile consultazione che offre un panorama unitario, esauriente e insieme sintetico, degli organismi e delle piante utilizzate nell’alimentazione umana. Il libro è strutturato con capitoli iniziali di carattere generale, con nozioni basilari di citologia, biochimica e tassonomia, indispensabili per un proficuo approccio al mondo dell’alimentazione; nei capitoli successivi si descrivono dapprima gli organismi che producono o trasformano gli alimenti, poi le piante utilizzate nell’alimentazione con relativo impiego e i loro fattori antinutrizionali, nocivi per quanti abusino nel consumo o siano affetti da allergie. Un capitolo, infine, è dedicato alle piante transgeniche e se ne discutono i rischi, i vantaggi e i problemi sociali inerenti il loro uso. Confido che questa nuova edizione sia positivamente accolta dagli studenti e da quanti operano nel settore agro-alimentare e, perché no, anche dai curiosi appassionati di cibi ed aromi di altri ambienti che prepotentemente entrano nel nostro vivere quotidiano."""" (Prefazione di Calogero Rinallo)" -
Semeiotica medica nell'adulto e nell'anziano. Metodologia clinica di esplorazione morfofunzionale
"Ritengo sempre necessario, ed ancora più urgente, apportare alcune modifiche ai programmi di formazione dei nuovi medici, dal momento che si attuano pesanti tagli alla spesa sanitaria per contenere i costi della diagnostica (medicina difensiva) e questa politica di risparmio finisce per colpire coloro che hanno davvero bisogno di assistenza.rnPertanto occorre che i nuovi medici siano più preparati ad affrontare il malato, ad ascoltarlo, visitarlo facendo un razionale e giustificato ricorso alle indagini di laboratorio e strumentali che riterrà più idonee a confermare il sospetto diagnostico.rnAnche in questa ultima edizione, come nelle precedenti da me curate, ho voluto dare spazio alle considerazioni ed alle manovre di ordine strettamente clinico da effettuare sempre sul malato con la sua collaborazione.rnHo ritenuto importanti alcuni cenni a malattie che si sono conquistate l’attenzione di un pubblico sempre più vasto, perché,poco frequenti nel nostro paese fino a qualche anno fa, sono oggi attuali per gli imponenti movimenti migratori e per la stessa globalizzazione: ho ricordato così le febbri di origine esotica, quella malarica e la malattia tubercolare, ma ho voluto pure ricordare la problematica di quei reperti (incidentaliomi) che le metodiche di imaging sempre più sofisticate possono evidenziare grazie al rilievo di dettagli anatomici di minime dimensioni.rnHo voluto quindi sottolineare la particolare attenzione che ogni malato deve avere da parte del medico.rnRingrazio l’Editore per la sua disponibilità e la sua preziosa esperienza.rnSono pronto ad accogliere con gratitudine i consigli, i suggerimenti e gli eventuali appunti dei Colleghi e di quanti avranno modo di leggere questo trattato."""" (Prefazione di Giovanni Fradà)" -
Apparato locomotore
Il volume ha il pregio di mantenere le doti dell'impianto descrittivo dell'apparato locomotore e di presentare un apparato tegumentario completamente rinnovato, sia nel testo che nella nuova iconografia. Le immagini microscopiche sono state completamente rinnovate, le tavole anatomiche ristrutturate in una nuova veste grafica, sono stati inseriti numerosi disegni che illustrano la parte funzionale e dinamica e sono state aggiunte numerose immagini di dissezione anatomica. L'auspicio è che lo studio del testo sia fonte di nuova ispirazione scientifica per i giovani che entrano nel fantastico mondo dell'anatomia e della medicina. -
Malattie cutanee e veneree
"Negli ultimi anni, in quasi tutte le specialità mediche e chirurgiche, le nuove conoscenze hanno consentito grandi progressi in ambito diagnostico, prognostico e terapeutico.rnCosì, anche la gestione delle malattie cutanee e veneree ha ricevuto particolare impulso dalle ricerche svolte in ambito genetico, patogenetico, farmacologico e tecnico. Basti pensare alle applicazioni della dermoscopia nell’ambito delle lesioni non pigmentate della cute, all’introduzione della microscopia confocale nella ricerca e nella diagnosi, all’introduzione nella terapia dermatologica dei farmaci bio(tecno)logici ed al loro impiego sempre più ampio dovuto alla scoperta dell’efficacia di nuove molecole, ai nuovi trattamenti topici e sistemici dei tumori della cute, solo per citarne alcune.rnÈ stato perciò necessario procedere alla stesura di questa nuova edizione del volume, che negli ultimi anni ha rappresentato un punto di riferimento per studenti del corso di laurea in Medicina e Chirurgia di diverse città d’Italia per la sua caratteristica di essere dedicato al core curriculum del corso stesso. L’impostazione dei capitoli è la stessa della versione precedente, essendosi dimostrata particolarmente funzionale.rnAlla nuova edizione hanno partecipato anche nuovi docenti, con l’obiettivo comune di sempre: quello di fornire agli studenti le conoscenze necessarie per orientarsi nelle condizioni pratiche più comuni, non tralasciando l’importanza delle acquisizioni patogenetiche dell’ultimo decennio, importanti non soltanto per lo specialista dermatologo. Lezioni frontali e didattica interattiva dovranno, come al solito, costituire un bagaglio insostituibile anche in epoca digitale, per consentire il confronto diretto con l’esperienza dei docenti e per poter accedere al contatto col paziente, tanto importante in questa specialità."""" (dalla prefazione)" -
Elementi di patologia generale
"La quarta edizione di questo manuale di Patologia generale si presenta rinnovata, oltre che sotto l’aspetto nella veste editoriale e della iconografia, anche sotto quello dell’aggiornamento dei vari capitoli e della discussione di molti argomenti, che è stata costantemente impostata sull’ottica molecolare della fenomenologia biopatologica.rnI capitoli del libro riguardano gli argomenti che maggiormente caratterizzano la Patologia generale in confronto a quelli che trattano argomenti più strettamente fisiopatologici, considerato che alcuni Docenti ritengono che nel contesto di un solo semestre sia da privilegiare lo studio dei meccanismi eziopatogenetici della Malattia, piuttosto che svolgere una trattazione più ampia riguardante anche lo studio delle alterazioni delle funzioni integrate dell’organismo. Questa la ragione che alcuni anni addietro suggerìrnall’Editore Piccin di estrarre dal libro di Patologia generale e Fisiopatologia generale, destinato prevalentemente agli studenti dei Corsi di Laurea triennali in Professioni sanitarie, la parte che più strettamente contraddistingue il corpus doctrinae della Patologiarngenerale. La comparsa di questa quarta edizione rivista, aggiornata e lievemente ampliata, dimostra la favorevole accoglienza riserbata alle precedenti edizioni.rnLa conoscenza dell’eziopatogenesi delle alterazioni strutturali e funzionali delle molecole che costituiscono l’organismo esercita un ruolo di grande rilievo perché i giovani si abituino a chiedersi il “come” ed il “perché” si instauri in questo quella deviazione della norma che costituisce il fatto patologico, il che rappresenta uno stimolo perché insorga nei giovani la convinzione che soltanto la completa conoscenza del substrato biologico coinvolto nella genesi della malattia consente la realizzazione di metodi di prevenzione, di infallibili indagini diagnostiche e di interventi terapeutici razionali.rnCertamente lo studio sui cosiddetti libri di testo non assume un ruolo idoneo a sostituire l’attività didattica dei Docenti, che risulta essenziale soprattutto quando questi riescano ad instaurare con gli studenti quel rapporto di collaborativa confidenza, che elimina in questi la timidezza nella richiesta di chiarimenti dando l’avvio alla discussione. Sono questi, due eventi che rappresentano requisiti insostituibili per il raggiungimento di un risultato didattico ottimale.rnSarò vivamente grato a quanti, docenti e studenti, mi faranno conoscere le loro osservazioni sull’impostazione del testo e sui contenuti dei capitoli che lo costituiscono, senza alcun risparmio di critiche e suggerimenti.rnUn caloroso ringraziamento al dottor Nicola Piccin, che non solo ha caldeggiato la comparsa di questa nuova edizione, ma ha anche operato per fornire ad essa una moderna e decorosa veste tipografica. Il ringraziamento si estende alla Signora Susanna Ferrari della Casa Editrice Piccin per la sua attenta e precisa collaborazione editoriale."""" (Prefazione di Giuseppe Mario Pontieri)" -
Scienza dei materiali dentali. Con espansione online. Vol. 1
"Una presentazione, di norma, serve a presentare ai lettori l’opera, sottolineandone gli scopi, i metodi e i contenuti. Peraltro, questa nuova edizione di Scienza dei materiali dentali viene pubblicata a pochi mesi da quando, purtroppo, ci ha lasciati il suo autore Francesco Simionato: un attento e appassionato studioso dei materiali dentali. Intere generazioni di odontotecnici e di odontoiatri hanno potuto apprezzare il lavoro, lo studio e l’insegnamento di Francesco. Le sue pubblicazioni sui materiali dentali sono state riferimento e libri di testo per tanti professionisti e studenti. rnEbbene, a questa nuova edizione l’autore ha dedicato un particolare impegno. In realtà, scrivere un libro e illustrarlo è sempre impegnativo. Ma la cura e lo zelo di Francesco, in questo caso, sono stati straordinari. Non credo che ciò sia motivato solo dal fatto che, essendo trascorsa – dalla precedente edizione dell’opera – quella che possiamo definire una vera e propria “era tecnologica”, per compiere un lavoro accurato e completo era oggettivamente richiesto un grande lavoro. Vi è sicuramente un’altra motivazione: Francesco voleva anche, con questa sua ultima opera, lasciarci l’eredità del suo sapere. rnScienza dei materiali dentali è quindi uno strumento per acquisire le necessarie conoscenze su materie di fondamentale importanza per l’odontoiatra e l’odontotecnico, le basi culturali per affrontare con competenza l’attività professionale. Al contempo, però, questo lavoro è testimonianza di una serietà e di un impegno dell’autore che trascende la diligenza e la competenza sulle materie trattate. D’altra parte, Simionato stesso raccontava di come, in tanti anni di insegnamento, avesse avuto modo di constatare il grande interesse di studenti e professionisti nei confronti dei materiali dentali e delle tecnologie di lavorazione: interesse che spesso va ben oltre la pura esigenza di sapere come si esegue una data operazione e di cosa si impiega per lo scopo. Interesse che si estende nella ricerca della conoscenza dei principi scientifici che governano la materia e i processi.rnrnQuesta edizione di Scienza dei materiali dentali è suddivisa in ventotto capitoli. Rispetto all’edizione precedente, alcuni capitoli sono stati rielaborati ed ampliati, ma, soprattutto, sono stati introdotti nuovi argomenti. L’opera inizia con l’introduzione alla scienza dei materiali, al restauro dell’apparato stomatognatico. Poi, inquadra la struttura della materia, analizza le proprietà dei materiali,rnfi siche e chimiche, biologiche, meccaniche, tecnologiche; gli impieghi e le lavorazioni delle varie classi di materiali per i dispositivi e nel laboratorio. Quindi, si soff erma in modo dettagliato sui materiali stessi, con particolare attenzione alle nuove acquisizioni e agli sviluppi avvenuti negli ultimi anni.rnVengono offerte informazioni generali e di dettaglio sui materiali metallici, sulla loro corrosione, sui materiali polimeri, ceramici, compositi, da impronta e per modelli, cere e materiali da rivestimento, leghe nobili e non nobili. Ancora, l’opera introduce alle tecnologie digitali, si sofferma sulle leghe semilavorate, sulla saldatura. Prosegue con i capitoli su ceramica e metalloceramicarndentale, su materiali a base di polimeri, su resine composite. Infine, l’ultimo capitolo fornisce elementi di colorimetria. Questo vale per delineare, molto sommariamente, la struttura e i temi proposti dell’opera. Mancheremmo, però, nei confronti dell’autore e dell’opera stessa,... -
Scienza dei materiali dentali. Con espansione online. Vol. 2
Una presentazione, di norma, serve a presentare ai lettori l’opera, sottolineandone gli scopi, i metodi e i contenuti. Peraltro, questa nuova edizione di Scienza dei materiali dentali viene pubblicata a pochi mesi da quando, purtroppo, ci ha lasciati il suo autore Francesco Simionato: un attento e appassionato studioso dei materiali dentali. Intere generazioni di odontotecnici e di odontoiatri hanno potuto apprezzare il lavoro, lo studio e l’insegnamento di Francesco. Le sue pubblicazioni sui materiali dentali sono state riferimento e libri di testo per tanti professionisti e studenti. rnEbbene, a questa nuova edizione l’autore ha dedicato un particolare impegno. In realtà, scrivere un libro e illustrarlo è sempre impegnativo. Ma la cura e lo zelo di Francesco, in questo caso, sono stati straordinari. Non credo che ciò sia motivato solo dal fatto che, essendo trascorsa – dalla precedente edizione dell’opera – quella che possiamo definire una vera e propria “era tecnologica”, per compiere un lavoro accurato e completo era oggettivamente richiesto un grande lavoro. Vi è sicuramente un’altra motivazione: Francesco voleva anche, con questa sua ultima opera, lasciarci l’eredità del suo sapere. rnScienza dei materiali dentali è quindi uno strumento per acquisire le necessarie conoscenze su materie di fondamentale importanza per l’odontoiatra e l’odontotecnico, le basi culturali per affrontare con competenza l’attività professionale. Al contempo, però, questo lavoro è testimonianza di una serietà e di un impegno dell’autore che trascende la diligenza e la competenza sulle materie trattate. D’altra parte, Simionato stesso raccontava di come, in tanti anni di insegnamento, avesse avuto modo di constatare il grande interesse di studenti e professionisti nei confronti dei materiali dentali e delle tecnologie di lavorazione: interesse che spesso va ben oltre la pura esigenza di sapere come si esegue una data operazione e di cosa si impiega per lo scopo. Interesse che si estende nella ricerca della conoscenza dei principi scientifici che governano la materia e i processi.rnrnQuesta edizione di Scienza dei materiali dentali è suddivisa in ventotto capitoli. Rispetto all’edizione precedente, alcuni capitoli sono stati rielaborati ed ampliati, ma, soprattutto, sono stati introdotti nuovi argomenti. L’opera inizia con l’introduzione alla scienza dei materiali, al restauro dell’apparato stomatognatico. Poi, inquadra la struttura della materia, analizza le proprietà dei materiali,rnfi siche e chimiche, biologiche, meccaniche, tecnologiche; gli impieghi e le lavorazioni delle varie classi di materiali per i dispositivi e nel laboratorio. Quindi, si soff erma in modo dettagliato sui materiali stessi, con particolare attenzione alle nuove acquisizioni e agli sviluppi avvenuti negli ultimi anni.rnVengono offerte informazioni generali e di dettaglio sui materiali metallici, sulla loro corrosione, sui materiali polimeri, ceramici, compositi, da impronta e per modelli, cere e materiali da rivestimento, leghe nobili e non nobili. Ancora, l’opera introduce alle tecnologie digitali, si sofferma sulle leghe semilavorate, sulla saldatura. Prosegue con i capitoli su ceramica e metalloceramicarndentale, su materiali a base di polimeri, su resine composite. Infine, l’ultimo capitolo fornisce elementi di colorimetria. Questo vale per delineare, molto sommariamente, la struttura e i temi proposti dell’opera. Mancheremmo, però, nei confronti dell’autore e dell’opera stessa,... -
Manuale di medicina del lavoro
Dalla Prefazione: ""La medicina del lavoro svolge attività essenzialmente preventive: prevenzione medica, tecnica e organizzativa.rnrnLa prevenzione medica si attua a livello della diagnosi e della diagnosi, precoce sul singolo lavoratore e su gruppi omogenei di lavoratori, con tutti gli strumenti a disposizione del medico: visita medica, esami di laboratorio, strumentali, tossicologici e visite specialistiche. Tale attività è in stretta collaborazione con i medici di base e con gli specialisti di fiducia del lavoratore.rnrnLe prevenzione medica oltre a identificare malattie e alterazioni precoci si estende anche ad identificare modificazioni che precedono le alterazioni dello stato di salute più o meno precoci, attraverso strumenti propri del medico del lavoro, che possono essere utilizzati anche nella pratica clinica da tutti i medici, tramite l’utilizzo e la conoscenza del significato di tali esami, in particolare del monitoraggio biologico e monitoraggio ambientale.rnrnNon va trascurata l’importanza della anamnesi lavorativa anche per i medici di base e gli specialisti. L’anamnesi lavorativa, se non limitata al semplice dato burocratico (impiegato, operaio, pensionato, ecc.), è elemento importante e volte decisivo per orientare nella diagnosi e terapia. Si pensi ad esempio a un paziente che lamenta vaghi disturbi e che ad una anamnesi lavorativa, anche sommaria, risulta esposto a sostanze epatotossiche (carrozziere o altro). Tale acquisizione anamnestica lavorativa permette di prescrivere esami mirati e d’intervenire con suggerimenti preventivi e con la possibilità anche di evitare farmaci, di scarsa utilità in alcuni casi, se non viene rimossa la causa lavorativa.rnrnAnalogamente l’utilizzo dei dati del monitoraggio biologico e ambientale, che possono essere richiesti o direttamente al medico competente o tramite il paziente, permetterebbe anche ai medici di base e agli specialisti di intervenire o precocemente anche prima di alterazioni dello stato di salute e/o nel definire una situazione clinica non chiara.rnrnIl medico del lavoro è definito dal legislatore “medico competente”. La competenza non si riferisce al sapere medico, ma alla conoscenza dei rischi lavorativi e ai loro effetti sulla salute; il medico competente deve conoscere ovviamente bene la patologia di tutti gli organi e apparati, ma deve conoscere altrettanto bene i cicli lavorativi tutti (industriali, artigianali, dei servizi, ecc.) (e per questo il Medico Competente è chiamato dal legislatore “Medico Competente”) e dei possibili e probabili effetti sulla salute, con il compito e il fine non solo di impedire la comparsa di alterazioni dello stato di salute, ma anche di operare in modo che i lavoratori siano nelle migliori condizioni di benessere psico-fisico, per quanto tecnicamente fattibile. Non a caso la Medicina del Lavoro è una delle poche specializzazioni obbligatorie per legge, per poter essere esercitata; non basta la Laurea in Medicina e Chirurgia, ma è obbligatoria anche la Specializzazione in Medicina del Lavoro."""" (...)"" -
Tecnologie emergenti e salute. Quale etica e quali regole negli studi epidemiologici sulla popolazione?
In questo volume, il Gruppo di ricerca ""Tecnologie emergenti ed Etica: progetto di monitoraggio integrato per la salute della popolazione"""" ha cercato di delineare potenzialità e problematiche di tali tecnologie, sottolineando come nanotecnologie, tecnologie informatiche, genetica e bio-banche, neuroscienze e scienze cognitive, possano veramente integrarsi fino convergere, soprattutto nell'ambito della salute e dei sistemi sanitari. Si tratta di processi che passano dalle singole persone e dalle comunità, raccogliendo grandi quantità di dati di varia natura e sviluppando articolate interazioni, per poi prospettare ricadute importanti per le singole persone e l'intera collettività, specialmente in ambito sanitario. Tutto ciò chiede di precisare i valori e i principi etici che devono ispirare e sostenere tali processi, per individuare poi modalità e regole per una corretta gestione di tali potenzialità e problematiche."" -
Ispezione cadaverica esterna. Testo-atlante
Questo manuale, che colma una lacuna nell’attuale pubblicistica medico-legale italiana, è una guida-atlante teorica e pratica, dotata di un ricco materiale illustrativo, dedicata all’ispezione cadaverica esterna e alle manovre e procedure necessarie nel primo approccio al cadavere per la rilevazione e l’interpretazione dei dati di interesse medico-legale.rnrnSe gli accertamenti necroscopici invasivi, primariamente l’autopsia giudiziaria e il riscontro diagnostico, sono in genere di pertinenza specialistica, il primo approccio al cadavere in sede di sopralluogo e la cosiddetta “ispezione esterna” possono essere affidate, e generalmente lo sono, a medici non specialisti in medicina legale spesso appartenenti ai servizi sanitari territoriali e a alle direzioni mediche ospedaliere. Questi medici sono dunque chiamati ad assumere un delicato ruolo di “filtro” tra mortirngiudiziariamente rilevanti e non, compito per il quale sono spesso carenti di adeguata esperienza di tanatologia e di patologia forense. Si tratta infatti, sulla base di un esame esterno del cadavere, di accertare la realtà della morte, l’identità del deceduto, le cause della morte, i mezzi e le modalità della stessa, l’epoca della morte.rnrnIl medico, in questo processo di accertamento con finalità medico-legali, assume dunque importanti responsabilità pur dovendo disporre di strumenti di indagine ancora limitati alla diretta osservazione del corpo – associata talora ad alcune manovre semeiologiche – non diversamente da quanto avveniva negli “esami esterni” dei secoli passati. Le moderne tecnologie analitiche e di imaging, pur teoricamente applicabili, restano confinate a casi molto limitati e ai contesti territoriali ove esistono centrirnospedalieri adeguati.rnrnIl manuale, unico nel suo genere, può dunque rappresentare uno strumento prezioso per tutti quei medici che abbiano la necessità di acquisire una generale formazione in ambito tanatologico e patologico forense, senza la necessità di spingersi nella competenza settoria. -
Malattie renali. Nefrologia schematica
“Indubbiamente insegnare è compito arduo e un buon docente deve saper rendere facile ciò che appare difficile” era il pensiero di Vittorio E. Andreucci, docente di notevole spessore, che ha reso comprensibili a generazioni di nefrologi, argomenti ostici della Nefrologia come i processi tubulari di riassorbimento e concentrazione midollare dei soluti, i meccanismi del danno acuto pre-renale, la morfologia delle patologie glomerulari.rnLa convinzione di non abbandonare un percorso ben tracciato e l’amore per la Nefrologia ci ha incoraggiati nella stesura di questo volume. È stata poi la passione per la didattica e per il trasferimento della conoscenza acquisita negli anni, che ci ha consentito di portare a termine la scrittura del libro.rnNel panorama dei testi dedicati alla Nefrologia, la nostra monografia ha alcune caratteristiche peculiari, che vanno dalla completezza degli argomenti trattati alla concretezza espositiva. Un aspetto impegnativo della scrittura è stato il tentativo di armonizzare la clinica delle patologie nefrologiche con la fisiopatologia, in considerazione della complessità della fisiologia renale.rnIl sottotitolo Nefrologia Schematica è invece riferito all’impegno speso nel sintetizzare la complessità degli argomenti con tabelle, diagrammi di flusso e figure. Un aspetto innovativo è rappresentato dalle tavole disegnate ad hoc, finalizzate alla visualizzazione sintetica e schematica degli argomenti trattati nel testo. Tutto ciò per rendere più agevole l’apprendimento, evitando uno studio sterile e fine a se stesso.rnRiteniamo che i contenuti trattati in Malattie Renali possano essere di valido ausilio non solo agli studenti del corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, ma anche ai colleghi che frequentano i corsi di studio delle Scuole di Specializzazione in Nefrologia. Inoltre, è nostra aspirazione persuadere colleghi che esercitano la Medicina Generale o specializzazioni di natura internistica alla lettura di alcune sezioni relative alla fisiologia, bilancio idro-elettrolitico, glomerulonefriti, emodialisi e trapianto di rene, non sempre trattati esaustivamente nei rispettivi testi specialistici.rnCi auguriamo che Malattie Renali possa essere utile ai colleghi che lo leggeranno e consenta ai più giovani, anche grazie agli approfondimenti delle nozioni nefrologiche, di trarne vantaggio nella crescita professionale. (dalla prefazione) -
Elementi di fisiopatologia generale
"Il corpus doctrinae della Patologia generale, disciplina che vide la luce nelle Università germaniche intorno alla metà dell’Ottocento, risultò all’inizio preferenzialmente focalizzato sull’eziopatogenesi della Malattia e delle innumerevoli forme con cui si manifesta, cioè nella elucidazione del come e del perché essa insorge. Verosimilmente tale indirizzo venne selezionato sotto la pressione dei successi che si andavano ottenendo nella identificazione degli agenti eziologici della malattie infettive, che avevano periodicamente rappresentato un flagello per le popolazioni di vari continenti. Rapidamente, la constatazione del dinamismo evolutivo della Malattiarne del contemporaneo coinvolgimento dell’intero organismo durante il suo decorso fece estendere lo studio al ruolo giuocato dalla perturbazione delle funzioni integrate; in altre parole al come ed al perché viene alterata l’integrità della condizione di equilibrio omeostatico, responsabile del mantenimento dello stato di salute dell’organismo.rnL’imponente ed inarrestabile sviluppo evolutivo della Ricerca scientifica che ha prodotto una innumerevole serie di notevoli nuovi risultati in tutti i campi di indagine, ha ovviamente ampliato fin dal secolo appena decorso il contenuto didattico di numerose discipline, determinandone in molti casi l’apparizione sulla scena di nuove. Nel caso specifico della Patologia generale, tra le discipline di nuova identificazione si ricordano la Microbiologia, la Virologia, la Parassitologia, la Virologia, l’Immunologia, l’Immunopatologia, che gradualmente hanno acquisito autonomia didattica dalla Patologia generale, confermando la caratterizzazione di questa più come Scienza multidisciplinare, che come disciplina madre.rnA tali discipline, destinate ad un sicuro e progressivo aumento si è da poco più di trenta anni aggiunta la Fisiopatologia generale, che nella modifica della Tabella XVIII (D.P.R. 25/02/1965), riguardante l’ordinamento degli sudi della Facoltà di Medicina e Chirurgia, venne inserita come disciplina autonoma nell’Area della Patologia delle funzioni biologiche integrate facendo sì che nella preparazione universitaria biomedica venisse garantito anche lo studio delle summenzionate alterazioni dell’equilibrio omeostatico.rnMentre nei Corsi per il conseguimento della Laurea in Medicina e Chirurgia la Fisiopatologia generale ha trovato adeguato collocamento nel secondo trimestre del terzo anno, essendo stato il primo riserbato a quello della Patologia generale, nei corsi universitari per il conseguimento di Lauree triennali di tutte le Facoltà biomediche, essa per ovvie ragioni è restata ancorata alla Patologia generale. Ciò ha comportato che nel contesto del tempo disponibile di un solo semestre i Docenti si sono dovuti assumere il compito di privilegiare nel programma di lezioni la trattazione della parte più squisitamente istituzionale della Patologia generale, ovvero quella di più stretto contenuto fisiopatologico.rnQueste le ragioni per cui la Casa editrice Piccin decise alcuni anni or sono di estrapolare dal mio manuale di Patologia generale e Fisiopatologia generale percorsi di Laurea triennali in Professioni sanitarie la parte più squisitamente istituzionale e la parte di più stretto interesse fisiopatologico e di pubblicarle separatamente con il rispettivo titolo di Elementi di Patologia generale e di Elementi di Fisiopatologia generale, intendendo in tal maniera venire incontro a quegli studenti che, avendo utilizzato per la loro preparazione all’esame il libro Elementi di Patologia generale, intendessero estendere le proprie conoscenze in campo fisiopatologico. Per soddisfare tale intento, essi non dovranno così fornirsi di un ulteriore libro comprensivo... -
La buona cucina per la salute dei reni
Ho conosciuto Claudio Ronco a Sandrigo il 24 settembre di quest’anno durante il pranzo allestito nel grande tendone vicino al Municipio.rnEra un giorno speciale per me e per l’Harry’s Bar, perché ero andato a ritirare la targa di “ristorante consigliato” che mi era stata conferita dalla Confraternita del Baccalà.rnIn tutti i 60 anni durante i quali ho fatto il mio mestiere, non ho mai cercato menzioni nelle varie guide gastronomiche. Mi sono sempre accontentato dell’affetto dei miei clienti che mi hanno seguito fedelmente in tutto il mondo.rnPerò questo del Baccalà è stato un evento particolare.rnPer tante ragioni.rnHo sempre considerato lo stoccafisso la spada delle nostre donne in cucina. Perché è vero che è una spada con la quale nei secoli le mogli e le mamme hanno conquistato l’elemento fondante della vita. L’amore, ottenuto con la gola, la costanza, la sapienza e l’umiltà. Per me il baccalà è sempre stato negli anni il cibo prediletto. E trovarmi quel giorno sul palco è stata una grande emozione.rnA tavola eravamo in tanti, seduti attorno ai lunghi tavoloni nei quali si gustavano la curiosità e la gioia di stare assieme.rnDavanti a me c’era uno che non conoscevo, ma che dopo le prime frasi scambiate assieme, mi è sembrato subito un vecchio amico.rnScoprii subito che avevamo le stesse idee. Che eravamo d’accordo sulle stesse cose. Anche se lui, lo seppi dopo, era un medico famoso e io un oste.rnCosì alla fine del pasto ci alzammo assieme in cerca delle nostre auto e con la promessa di rivederci. Lui trovò subito la sua, io invece ebbi bisogno dei carabinieri per ritrovare la mia nascosta in mezzo alle centinaia parcheggiate un po’ dovunque nelle strade di questo bellissimo paese pieno di curve e di sorprese.rnDopo qualche giorno ha ricevuto a casa un suo libro emozionante, dove una neonata di nome Lisa è al centro di un universo fatto d’amore e di sapienza. Il titolo è Carpediem che è il nome di una macchina della vita miniaturizzata per le dialisi dei neonati, inventata da Claudio Ronco.rnDovrei dire il Prof. Claudio Ronco, ma in quel libro tra il Professore e l’uomo, vince l’uomo. E così insisto per chiamarlo.rnAdesso vedo questa nuova pubblicazione dal titolo La buona cucina per la salute dei reni, che è un minuzioso e sapiente atto di affetto per il paziente che soffre di insufficienza renale.rnDi tante cose sapevo l’esistenza, ma non ci avevo mai pensato.rnOra, leggendolo a 85 anni, ritrovo le basi su cui ho guidato felicemente la mia dieta. Più quella degli ultimi anni di saggezza che quella dettata dalla spensieratezza dell’epoca giovanile quando, sbagliando, si pensa che quello che è buono non può far male.rnLe regole scritte da Claudio Ronco hanno la chiarezza della lucidità.rnSi scopre che si può cibarsi di un sacco di cose buone. Che sono quasi più i cibi che fanno bene di quelli che non lo fanno.rnE alla fine ci sono anche gustosissime ricette. Aggiungo: CLASSICHE. Scritte da Alfredo Pelle, uno che di cucina s’intendeva e riusciva a trasformarla... -
Patologia generale. Anatomia patologica
Il volume è un testo fondamentale per il training e la pratica medica. Esperti della materia trattano i processi patologici e le loro conseguenze sulle cellule, sugli organi e sugli individui. Giunto ora alla settima edizione, il volume è stato definito ""perfetto per gli studenti di medicina"""", dato che offre un ottimo equilibrio tra l'aspetto patologico e la prospettiva clinica, senza sconfinare in dettagli superflui. La struttura razionale e di agile lettura e lo stile semplice e diretto ne fanno una fonte preziosa per capire l'anatomia negli anni pre-clinici. Più di 1700 illustrazioni a colori, comprese oltre 400 nuove immagini, aiutano gli studenti a riconoscere e identificare i tipi di malattie che è importante conoscere per prepararsi agli esami."" -
Elementi di patologia generale e fisiopatologia generale
"Il continuo avanzamento delle conoscenze sui fenomeni biopatologici, sostenuto dall’inarrestabile progresso tecnologico, che mette a disposizione dei ricercatori strumenti di indagine sempre più in grado di svelare peculiarità, in precedenza inesplorabili, impone una incessante revisione della didattica frontale che si associa al periodico aggiornamento dei libri di testo. La comprensione dei meccanismi eziopatogenetici delle malattie, e di qualsiasi alterazione delle strutture e delle funzioni dell’organismo costituisce il corpus doctrinae della Patologia generale che è, invece, più specificamente rappresentato nella Fisiopatologia generale dalle alterazioni dei meccanismi di controllo e di integrazione funzionale, che incessantemente presiedono al mantenimento dell’equilibrio omeostatico responsabile di quella condizione generalmente indicata come stato ottimale di salute.rnLa quarta edizione di questo libro di Patologia generale e di Fisiopatologia generale è stata, di conseguenza, aggiornata, sfoltita di dati obsoleti, modificata in parte nell’iconografia ed ulteriormente ampliata nel numero dei quesiti a risposta multipla che rappresentano per gli studenti uno stimolo all’autocontrollo dell’apprendimento. Sono trascorsi ormai più di trenta anni da quando il DPR 28/02/1985, nr.95, recante modifiche all’ordinamento didattico universitario, ha inserito come disciplina autonoma la Fisiopatologia generale nell’Area della Patologia delle funzioni biologiche integrate con lo scopo di dare maggior risalto a quella parte della Patologia generale che studia il ruolo che le alterazioni delle funzioni integrate dell’organismo assumono nella comparsa e nel mantenimento di una lunga serie di manifestazioni patologiche. Difatti, la Patologia-Fisiopatologia generale ed il relativo corso integrato forniscono allo studente un corpo di conoscenze, basato sulle evidenze sperimentali, ed in grado di fargli acquisire una adeguata conoscenza degli eventi molecolari che sono alla base della comparsa, del decorso e dell’evoluzione, risolutiva o meno, della Malattia, che costituisce il fulcro della attuale ricerca scientifica biomedica.rnQuesta nuova edizione, anch’essa essenzialmente destinata agli studenti dei Corsi di laurea in Professioni sanitarie, può essere anche utilmente utilizzata dagli studenti di tutti i Corsi di laurea in cui il complesso didattico Patologia generale-Fisiopatologia generale è contenuto in un unico semestre. Certamente, però, alla formazione culturale e professionale dei giovani, più che il libro di testo esercitano un ruolo preminente l’impegno dei Docenti ed il rapporto di collaborazione e di confidenza che essi instaurano con gli allievi in modo che risulti facilitata la richiesta da parte di questi di delucidazioni ed, in senso più ampio, la discussione che rappresenta il requisito essenziale per il raggiungimento di un ottimale effetto didattico.rnCome nelle precedenti edizioni, non posso concludere questa prefazione senza richiedere, ai docenti ed agli studenti l’invito di farmi conoscere il loro giudizio su questo libro, senza risparmiare critiche nei confronti della chiarezza e dell’estensione dei vari capitoli, e di fornirmi quei suggerimenti di modifiche da essi ritenuti utili al fine di rendere il libro di più stimolante lettura. rnPorgo un sentito ringraziamento al Dottor Nicola Piccin, che ha sostenuto l’elaborazione di questa quarta edizione, alla quale ha fornito una dignitosa veste tipografica, ed alla Signora Susanna Ferrari, della Casa Editrice Piccin per la sua precisa, competente ed instancabile collaborazione editoriale.""""rn(Prefazione di Giuseppe Mario Pontieri)" -
Neurofisiologia. Eccitabilità cellulare
Dalla Prefazione: ""La neurofisiologia studia le funzioni del sistema nervoso analizzando organi interi, gruppi di neuroni, singole cellule o compartimenti subcellulari. Un neurofisiologo è quindi in grado di affrontare una serie di questioni scientifiche spaziando da singole molecole ad interi sistemi neuronali. Caratteristica unificante di questa disciplina è l’interesse per i meccanismi che determinano il trasferimento di informazioni tra neuroni e la loro integrazione nell’ambito di reti più o meno vaste. Questo materia è importante non solo per capire i processi che determinano il pensiero ed il comportamento umano, ma anche per diagnosticare e trattare i disturbi legati al malfunzionamento del sistema nervoso.rnrnScopo di questo libro è fornire agli studenti del corso di laurea in Medicina e Chirurgia una solida base neurofisiologica, indispensabile per affrontare l’ambiente clinico. In questo volume vengono descritti i meccanismi che regolano l’eccitabilità cellulare del tessuto nervoso e muscolare, soffermandosi anche su problemi tuttora irrisolti. Sono inoltre illustrate le principali tecniche usate per indagare il comportamento sia di singole cellule, sia di vaste regioni del cervello. Vengono infine delineate alcune applicazioni cliniche della ricerca neurofisiologica. Lo studente troverà nel testo richiami anatomici (box rosa) o fisico-chimici (box arancio), approfondimenti di neurofisiologia (box verdi) e cenni di clinica (box azzurri). In numerosi capitoli sono inoltre fornite informazioni storiche (box marroni).rnrnA chiusura di questa presentazione, una piccola riflessione su una domanda che mi sono posto svariate volte nel corso della carriera: cosa ci rende umani?"""" (...)"" -
Il defibrillatore sottocutaneo S-ICD. Storia, evoluzione e pratica clinica
"È per me un grande piacere introdurre il nuovo libro “Il defibrillatore sottocutaneo: storia, evoluzione e pratica clinica” di Giovanni Bisignani e co-Autori. Il piacere, duplice, è legato alla ventennale sincera amicizia che mi lega a Giovanni ma nondimeno al riconoscimento delle sue grandi qualità scientifiche ed organizzative.rnIl defibrillatore/cardioverter impiantabile (ICD) rappresenta sicuramente una delle grandi scoperte della medicina contribuendo all’allungamento della vita media. Il primo report scientifico che ha documentato l’efficacia di tale device è stato lo studio MADIT che ha dimostrato i benefici dell’ICD nel ridurre in modo significativo la morte improvvisa, che rappresenta circa il 50% del numero totale delle morti cardiovascolari. Una possibile complicanza, però, dell’utilizzo dell’ICD è l’infezione del device che si presenta nell’1-2% dei casi, ponendo difficili e rischiosi quesiti terapeutici, come la terapia antibiotica per curare l’endocardite ernl’estrazione meccanica transvenosa degli elettrocateteri. Il defibrillatore sottocutaneo sopravanza questi limiti mantenendo inalterate le possibilità terapeutiche antiaritmiche.rnI pazienti potenziali candidabili ad un ICD tradizionale, e quindi anche ad un ICD sottocutaneo, possono essere divisi in due gruppi. Il primo gruppo comprende pazienti con malattia cardiaca strutturale in cui il rischio di aritmie potenzialmente letali è fondamentalmente legato al grado di disfunzione ventricolare sinistra. I più frequenti pazienti di questo gruppo sono i soggetti con disfunzione ventricolare sinistra post-infartuale, ma altre categorie di pazienti come quelli affetti da cardiomiopatia dilatativa primitiva, da cardiomiopatia ipertrofica, o displasia aritmogena del ventricolo destro possono essere candidati ad un ICD, e quindi ad un ICD sottocutaneo. Nei pazienti con severa disfunzione ventricolare sinistra l’ICD ha dimostrato essere la migliore protezione dalla morte aritmica improvvisa.rnNel secondo gruppo sono compresi pazienti che non hanno una evidente malattia cardiaca strutturale, ma una sindrome genetica associata ad un rischio di morte improvvisa. Una storia familiare di morte improvvisa ed anomalie elettrocardiografiche permettono in molti casi la diagnosi. Tipici sono i pazienti affetti da cardiopatie aritmogene ereditarie da sindrome di Brugada, da tachicardie ventricolari polimorfiche catecolaminergiche, etc., spesso sono soggetti giovani e con una lunga aspettativa di vita. Per questi ultimi, l’ICD sottocutaneo rappresenta un’attraente strategia terapeutica considerati i vantaggi legati all’assenza di elettrodi all’interno delle camere cardiache. Nell’ICD sottocutaneo, la mancanza del collegamento diretto tra ICD e cuore (l’elettrodo da shock è parimenti sottocutaneo) ha il vantaggio di evitare che un’eventuale infezione del sistema elettrodico si propaghi all’endocardio, eludendo la necessità di estrazione in caso di malfunzionamento, il pericolo di danneggiamento delle sezioni cardiache o dell’asse venoso intra-toracico.rnInoltre le recenti linee guida 2017 AHA/ACC/HRS per la prevenzione della morte cardiaca improvvisa consigliano il defibrillatore sottocutaneo in tutti i pazienti che hanno bisogno di un defibrillatore impiantabile ma privi di accesso vascolare adeguato, oppure ad alto rischio di infezione, quando non vi è necessità di stimolazione antibradicardica, antitachicardica o di resincronizzazione cardiaca (indicazione di classe I). Il testo, il primo sull’argomento, riporta con una dettagliata iconografia, le indicazioni corrette al defibrillatore sottocutaneo, la tecnica di impianto, le recenti innovazioni in ambito anestesiologico, la possibilità del controllo in remoto. Molto interessante è infine il capitolo dedicato alla... -
Colonna vertebrale. Midollo spinale. Imaging
"Questo testo è scaturito dall'idea di raccogliere in un unico volume le nozioni e le immagini radiologiche significative di anatomia, biomeccanica e della semeiotica radiologica della patologia vertebro-midollare. La patologia della colonna vertebrale, branca assai affascinante della medicina, ha avuto negli ultimi anni una spinta notevole, soprattutto grazie ai miglioramenti in campo diagnostico e terapeutico. La colonna vertebrale rappresenta, oggi, uno dei distretti anatomici maggiormente sottoposti a indagini di diagnostica per immagini. Il presente testo, corredato di numerose immagini e da una selezione significativa della più recente bibliografia, inizia con lo studio dell'anatomia vertebro-midollare e della biomeccanica vertebrale, conoscenze necessarie per la comprensione dei processi patologici, e consente, seguendo le poche ed essenziali regole della semeiotica radiologica, di arrivare anche a diagnosi differenziali complesse. Successivamente prosegue con lo studio del rachide degenerativo, del rachide neoplastico, del rachide e del midollo infiammatorio, del rachide infettivo, dei traumi vertebro-midollari e, infine, con un ultimo capitolo dedicato ad alcune condizioni para-fisiologiche e patologie rare. Ritengo che il testo sia utile ai medici specialisti in radiologia generale che si confrontano con la diagnostica neuroradiologica, agli specializzandi di radiodiagnostica, specie a quelli con orientamento neuroradiologico, e anche agli specialisti non radiologi, in particolare di neurochirurgia, neurologia, ortopedia e reumatologia. Per la realizzazione di questo libro devo ringraziare i Colleghi che hanno contribuito alla stesura dei diversi capitoli, mettendo a disposizione il loro tempo e la grande professionalità che li distingue, anzitutto Giancarlo Morciano, Cosma Andreula, Leo Spagnolo, Gabriele Polonara, Silvia Armenise e Maria Giovanna Danieli."""" (dalla Prefazione di Fernando Monteforte)"