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La setta dell'Aurea Croce
"Un libro che è esso stesso un mistero. Nella società dell'apparire chi si cela dietro il nome di Athanasius Raalnad? Sicuramente dei sapienti che conoscono a fondo le vicende dei Cavalieri della Setta dell'Aurea Croce. Siamo nel Seicento, durante il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia, ma le vicende narrate sembrano riferirsi a una dimensione eterna, rappresentabile sempre e ovunque. Tratto da fatti realmente accaduti, il romanzo è un susseguirsi di magie e rivelazioni, fraintendimenti e ripensamenti in una Venezia che assume i connotati dell'athanor alchemico presso cui la materia si trasforma. Tra letterati libertini che si riuniscono segretamente, pittori bizzarri e sorprendenti, commercianti e banchieri, nobiluomini e nobildonne, si inscena l'eterno Carnevale veneziano, in una girandola di maschere e identità nascoste."""" (The Hermetic and Alchemical Magazine)" -
Artisti in movimento. Geografia veneta fra Sei e Settecento
Il testo raccoglie la vita di quattro o cinque pittori veneziani vissuti tra Sei e Settecento che hanno saputo imprimere il loro stile autentico. Non parlerà della loro vocazione a dipingere più di quanto già non si sappia, piuttosto di una particolare proprietà di prendere le distanze dalla terra d'origine, assomigliando ai cantanti, ai musicisti e agli attori che viaggiano normalmente. Il racconto delle storie degli artisti è senza tempo e, con le loro vite interiori, molte volte di successo e di felicità ma anche di dolori e speranze, si apre a una meta moderna ed europea. -
Ricche minere. Rivista semestrale di storia dell'arte (2020). Vol. 14
Contributi: Tatjana K. Kustodieva, Il recupero di due dipinti di Agnolo Bronzino all'Ermitage; Irina Artemieva, Elena Bortnikova, Lettera da Oranienbaum (II): Ippolito Scarsellino, Pietro Liberi, Daniel Seiter; Isabella Di Liddo, Artisti e opere da Napoli alla Spagna nel Settecento dalle Vite di Bernardo De' Dominici; Giovanni Boraccesi, Arti preziose nel monastero delle Olivetane a Palo del Colle (II); Schegge. Gabriele Crosilla, Il primo bozzetto di Giambattista Tiepolo; Giuseppe Pavanello, Palazzo Labia: la cappella di san Gaetano da Thiene; Roberto Pancheri, Un'inedita ""fabula sacra"""" di Cristoforo Unterperger: L'ultimo incontro di san Romedio con san Vigilio; Attualità: Il restauro del gesso di Antonio Canova raffigurante Letizia Ramolino Bonaparte, """"Madame Mère"""" (M. Anzani, A. Giuffredi, A. Rabbolini); Notes on Echoes of Antiquity in the Oeuvre of Domenikos Theotokopoulos (M. Evangelatou); Canaletto & Venezia (G. Felle); Ettore Modigliani, Memorie. La vita movimentata di un grande soprintendente di Brera (M. Ferretti); Rossana Rossanda e i suoi studi sull'ultima grande epoca del pensare (F. Miracco); Flavio Fergonzi, Una nuova superficie. Jasper Johns e gli artisti."" -
Ossessioni contemporanee. Letteratura e stalking
Viviamo in un'epoca di ossessioni in cui il desiderio, naturale propulsore dell'esistenza, ha assunto forme deviate e inquietanti. L'agire umano è orientato, come ci ricorda Jacques Lacan, da un nuovo imperativo del godimento che si colloca spesso al di fuori di ogni morale; il soggetto pare dominato da un cinismo egoistico e autocentrato, disposto a tutto pur di perseguire i propri obiettivi. Una delle forme più drammatiche e attuali di questo fenomeno è rappresentata dallo stalking, sempre più diffuso e difficile da arginare, anche a causa della cassa di risonanza molte volte deleteria offerta dai media. Passando in rassegna i principali studi di carattere teorico ed esplorando gli esempi romanzeschi ritenuti più significativi, il saggio si propone di tratteggiare l'evoluzione delle molestie ossessive nella società, nonché di approfondire il modo in cui il tema viene riflesso e affrontato nella letteratura contemporanea. -
Sul tacere in letteratura
La letteratura, un congegno fatto di parole, si occupa a volte anche del tacere: lo rappresenta accuratamente, lo fa agire, osserva con attenzione le sue conseguenze e poi... lo condanna. Da Dostoevskij a García Márquez, da Melville a Pamuk, l'arte della parola, della narrazione, ci ha lasciato credere che volesse dedicare uno spazio anche al silenzio, ma è stato solo per dimostrarne la nocività. Poteva essere altrimenti? -
La via della pizza. Ricette, viaggi, incontri
"La pizza ha accompagnato la mia vita. Grazie alla pizza ho imparato un mestiere, grazie a lei ho scoperto la grande gioia e dignità del lavoro manuale. Assieme alla pizza ho viaggiato, esplorando paesi e culture lontane. Attorno alla pizza ho conosciuto imprenditori, intellettuali, politici e personaggi dello spettacolo, ma soprattutto ho stretto quelle rare e preziose amicizie per la vita. Negli anni la pizza è diventata per me qualcosa di più. Un leitmotiv per tutti i cambiamenti che ho vissuto. Una metafora per capire il mondo. Non è semplicemente un cibo che adoro. Ma una piccola filosofia di vita. Questo libro cerca di raccontare entrambe"""" (M.C.)" -
Cinquant'anni da giornalista
"Ma come? Il titolo di questo libro preannuncia cinquant'anni di giornalismo e in copertina il disegno di Zucconelli mette in campo un regista? Così reale poi, così somigliante al vero Lorenzo Reggiani, e posso affermarlo con cognizione di causa dal momento che lo conosco da anche oltre cinquant'anni, e dirò di più: l'ho visto veramente nei panni di regista, quando negli anni Sessanta girava tra noi amici i suoi """"otto millimetri"""" sul costume giovanile dell'epoca, un decennio prima dei """"superotto"""" con cui Nanni Moretti iniziò la sua carriera, come gli racconterà in un'intervista che ritrovate in queste pagine. Persino il sottoscritto, Lorenzo Reggiani è riuscito a """"dirigere"""", in un parte s'intende infinitesima. L'arcano di copertina è presto svelato, e non sta tanto nello strafalcione """"reggìa"""" implicito nel cognome del protagonista, come maliziosamente Zucconelli sottolinea nel suo disegno. Il cinema è nel dna di Lorenzo, e come si è già capito lo ha contagiato ancor prima di intraprendere la professione """"vera"""" a L'Arena, il quotidiano di Verona"""". (Dalla prefazione di Enrico de Angelis)" -
Via dei matti numero 37100 e altre storie veronesi
Raccolta di tredici racconti scritti dall'autore ventotto anni dopo la pubblicazione de ""Lo zucchino d'oro"""" e ne costituisce una sorta di continuum nel quale si può cogliere l'evoluzione, o più spesso l'involuzione, non solo di alcuni personaggi di quelle vecchie storie, ma ancor di più del tessuto sociale, culturale e politico della città di Verona. Uno sguardo ironico, satirico, a volte perfino cinico, che mette in rilievo le contraddizioni di questa città: provincialismo, perbenismo, razzismo, idolatria del denaro, silenzio delle istituzioni verso organizzazioni fasciste che hanno preso piede in città. Non mancano strali verso l'immobilismo e il conformismo della stampa locale e note prettamente umoristiche. L'immagine della Verona che scaturisce da questi racconti si distacca e si dissocia da quella romantica della città dell'amore, molto pubblicizzata che attira migliaia di turisti a visitare il balcone di una Giulietta, mai esistita. Il titolo di questo volume (la musica è un elemento molto presente in tutta la raccolta) è ispirato a una nota canzone degli anni '80, come quello della filastrocca finale che dà il nome alla raccolta."" -
Da Trieste. Storia dell'arte. 1989-2017
1989-2017 l'arco cronologico della collaborazione di Giuseppe Pavanello - trasferitosi a Trieste dall'Università di Padova nel 1987 per coprire la cattedra di Storia dell'arte medievale e moderna - con la rivista dell'Ateneo ""Arte in Friuli Arte a Trieste"""", fondata nel 1975 presso l'Istituto di Storia dell'arte: una vicenda prolungata nel tempo, rafforzata con la responsabilità della direzione, assunta a partire dal 1997. Una trentina i contributi qui riproposti, parecchi su affreschi settecenteschi veneziani, Giambattista Tiepolo compreso, e su Antonio Canova. Punteggiano la sequenza, le """"Schedule"""" - brevi interventi, come pagine di quaderni -, quindi gli """"Appunti"""" dai viaggi organizzati per gli studenti, in Italia e all'estero."" -
Ciclismo a Verona 1880-2020. Piccole e grandi storie di fatiche, sacrifici, speranze, gioie e delusioni, ma anche di inganni e tradimenti, degli ex professionisti veronesi
Non c'è ragazzino che, quando inforca per la prima volta la bici e incomincia a gareggiare, non sogni di alzare le braccia al cielo tagliando per primo il traguardo, di ottenere vittorie prestigiose e magari di passare al professionismo, per pedalare a fianco dei campioni più celebrati e disputare le classiche più importanti. Negli oltre 140 anni della storia del ciclismo veronese (la prima gara è stata disputata all'interno dell'Arena nel 1880), ciò è accaduto a più di 140 atleti. -
Alla scoperta della Val d'Adige. 20 escursioni «fuori porta» da Trento a Verona
Racchiusa fra montagne note e frequentate come le catene monte Stivo-Bondone e Baldo, da un lato, e i massicci montuosi Vigolana e Zugna-Lessini dall'altro, il settore prealpino della Val d'Adige che va da dalle porte di Trento (Aldeno) a quelle di Verona (Parona) viene spesso ingiustamente trascurato dagli escursionisti. I fianchi dei monti che attorniano la più importante fra le grandi valli glaciali che incidono da nord a sud il settore orientale dell'arco alpino, sono ricchi di opportunità, soprattutto per chi ama camminare lontano dalla folla. Tutte le escursioni descritte si sviluppano a una quota modesta, che oscilla tra i 60 mt sul livello del mare e i 1.200 mt del Corno di Corlach e del Doss Canoni: questo fa sì che possano essere effettuate praticamente tutto l'anno. -
Francesco Crivelli. «Primo nel fare ritratti»
Nel giugno del 1577 al pittore Francesco Crivelli fu accordata una patente che gli consentisse di raggiungere Alessandria da Milano ""con alcune tele et tavole de retratti"""". Tra gli incarichi che questi avrebbe svolto in città è da riconoscere quello per i marchesi Cuttica di Cassine, alla cui committenza viene ora ricondotta la tela con Cristo in gloria tra la Vergine e san Giovanni Evangelista con due donatori apparsa recentemente in asta a Parigi come anonima. Si tratta di una prima aggiunta al catalogo di Francesco Crivelli, artista gravitante attorno a Milano e Venezia e discendente da una nota famiglia di orafi, in stretto contatto con Pietro Aretino e Lodovico Dolce. Le fonti di Cinque-Seicento lodavano Francesco per le sue abilità di ritrattista ed è lui l'autore di un celebrato ritratto di Ferrante Gonzaga, non ancora ritrovato. Il saggio presenta un primo profilo biografico del pittore, contestualizzato nel panorama della scuola di pittura lombardo-veneta del secondo Cinquecento."" -
Ricche minere. Rivista semestrale di storia dell'arte (2021). Vol. 15
Contributi: Francesco Saracino, Giovanni Battista Cima e il testimone nudo/Irina Artemieva, Elena Bortnikova, Lettera da Oranienbaum (III). Correggio: Giovane nudo che fugge nella scena della Cattura di Cristo/Olga Piccolo, Correggio: indagine sul Giovane nudo che fugge nella scena della Cattura di Cristo già in collezione Barberini/Enrico De Iulis, Tra immagine e testo (I). Le costellazioni a Monteoliveto/Fernando Rigon Forte, Canova e le fonti classiche (II). Il dotto scultore, l'antico Canova/Adriano Amendola, Per Vincenzo Camuccini ritrattista. Schegge: Olga Piccolo, Lorenzo Mascheretti, Un inedito di Francesco Crivelli, pittore lombardo-veneto da riscoprire/Maria Giulia Aurigemma, Carlo Saraceni: una imago perturbante/Giuseppe Pavanello, Nicolò Cassana a Kiplin Hall/Rodolfo Maffeis, Un anello d'oro per Gaspare Diziani/Ambra Sponchiado, Disegni di Pier Antonio Novelli: una Via Crucis, un Ritratto di Tommaso Temanza e La Casa del Tempo. Attualità: La Biblioteca di Leonardo (Simone Ferrari) - Dal Louvre alla Reggia di Venaria. Una visita alla mostra. ""Sfida al Barocco. Roma Torino Parigi 1680-1750"""" (Monica Preti) - Tatiana Kustodieva, in memoriam (Irina Artemieva)."" -
La valle degli stambecchi
"La croce del cuore"""", un ossicino raro che si trova soltanto alla base del muscolo cardiaco degli stambecchi più anziani nei quali raggiunge la massima perfezione. Un amuleto potente capace di proteggere chi lo possiede da ogni forma di morte violenta. Per impadronirsi di questo ossicino si muovono sullo sfondo di un selvaggio vallone di montagna un gruppo di leprotti alpini e un formidabile cacciatore della valle. I primi sperano di salvare con la polvere dell'ossicino la vita a un loro compagno che è stato morso dalla terribile vipera di Mombran. Il secondo, ossessionato dal desiderio di possedere il prezioso talismano, è pronto a una caccia lunga e faticosa dietro al grande stambecco che si è rifugiato nelle gole più profonde della vallata. Un inseguimento pericoloso e avvincente dall'esito incerto e dal finale sorprendente. Età di lettura: da 8 anni." -
L' estate di Albina
La storia narrata da Pietro in una sera dall'atmosfera autunnale si svolge in un paese fuori mano, non lontano dal confine con la Francia. È uno di quei posti per chi non cerca nuovi luna-park fra le montagne, né esperienze estreme. Nell'osteria, tra i profumi e i sapori di un tempo passato, il vecchio guardiacaccia sta per svelare vicende accadute in una valle sperduta. In una sola estate, un intreccio di accadimenti avranno il potere di condizionare l'intera esistenza dell'anziano montanaro. «Il tempo scorre in una sola direzione, come l'acqua dei torrenti: le occasioni perdute una volta, sono perdute per sempre». Il rapporto con la natura selvaggia e il mondo degli animali fa da sfondo al lungo racconto, in costante equilibrio tra leggenda e realtà. Un racconto che cattura, addentrandosi tra i misteri insondabili della mente. Tra i misteri della vita. -
Quattro storie in croce. Perline di saggina e storie invereconde in terra di langa
Pensa un po' che bello poter essere come Jack London. Poter scrivere come lui. Invece no. Né l'uno, né l'altro. E allora, alla fine della fiera, non rimangono che quattro storie in croce (e una manciata di perline). Racconti di racconti (inverecondi) seminati e raccolti in terra. Di langa. E siccome, poi, del maiale non si butta via niente, ecco, di seguito, una breve dichiarazione: «Trovandosi col cuore in e l'acqua alla, decise di farla finita. Ma non fu facile. Dopo 77 stagioni di pervicaci tentativi, lasciò alcune righe ed una macchia oleosa. E svanì. Senza dire né A, né Bi». Wilson de Madeiro. Le langhe di notte fanno paura. Ma anche di giorno non scherzano. E anche quelli che le abitano non scherzano. E forse è proprio questo che fa più paura. I volti. Le voci. E quel paesino delle langhe dove, non a caso, sono nato, era proprio tutto questo. Un'arca porca di suoni e di odori. -
I tempi (non) cambiano. Asti tra storia e memoria
Nel gioco di rimandi tra vita e gesti quotidiani, ricordi personali e rievocazioni di personaggi storici, l'autore costruisce le sue narrazioni. In questa raccolta continua il gioco di specchi tra la realtà del quotidiano e la memoria della storia. è la costante di un percorso narrativo che rivela grande sensibilità e la capacità di far affiorare, senza riserve o pudori, sentimenti a volte autobiografici di una trasparenza e di un candore assoluti. -
Undici donne, una
Questa raccolta di racconti tratteggia undici diverse figure femminili, e si snoda in un arco temporale compreso fra gli anni '70 e oggi. Sullo sfondo c'è Torino e una zona collinosa, sita fra le Langhe e il Monferrato, che prende il nome di Roeri. Tutte le protagoniste, diverse per età, per temperamento, per condizioni sociali, sono fortemente ancorate al territorio, e alcune di esse ne assumono addirittura lo spirito diventando così l'emblema di una ""piemontesità"""" riservata, solida e scarna, forte dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti. Ma si tratta veramente di undici donne diverse? E se ciascuna di loro non fosse altro che l'espressione di un tratto caratteriale della medesima donna? «Undici donne, una» racconta in prima persona vicende vere, verosimili o immaginarie e, attraverso uno stile semplice e piana, si propone come guida di un tour storico-geografico per chi voglia conoscere i paesaggi, le atmosfere e la cultura del Piemonte."" -
Questo folle mestiere. Memorie di una guida alpina
Guy Genoud (Vissoie, 1942) è sempre vissuto nel Vallese, in Svizzera, in un piccolo paese della valle del Rodano e della sua passione per la montagna ne ha fatto un mestiere. «Per rendere onore a una ammirevole avventura umana, bisogna leggere queste bellissime pagine. Una bella figura d'uomo, personaggio di grande interezza, tutto d'un pezzo, votato alla sua vocazione, maltrattato dal destino, che ha saputo sempre rialzarsi per camminare dritto verso il suo ideale. La scrittura è ovunque limpida, densa, naturale e non cerca mai l'effetto. Pura e senza giri di parole, come la linea di una direttissima. La vita di Guy è il sogno realizzato di un ragazzo; questo sogno, e la sua realizzazione, riempiono tutta la narrazione e le conferiscono una forza e un sapore eccezionali». (Jean-Claude Pont) -
Col gatto è meglio
A questo mondo bisogna soffrire... ma col gatto è meglio. In una manciata di bozzetti e di racconti, che svariano dalla familiare realtà domestica ai voli vertiginosi della fantasia, il comune denominatore è proprio questo: quanto è più dolce e rasserenante affrontare le varie traversie della vita con questo misterioso compagno di viaggio, che incanta con la sua grazia imprevedibile e, misurandosi con noi, ci costringe a misurarci con noi stessi. Alla ricerca di una sfuggente verità.