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Soldati di Napoleone! Piemontesi e valdostani dei Dipartimenti della Dora e della Sesia decorati con la Legione d'Onore
Duecento anni fa moriva in esilio, prigioniero degli Inglesi a Sant'Elena, Napoleone Bonaparte. Le storie di questo libro parlano di quei volontari o coscritti di leva che erano partiti per la Grande Armée mentre l'astro napoleonico divampava in tutta Europa. Pochi ex nobili locali e tanti figli del popolo appresero che con il merito, e non solo sui campi di battaglia, si entrava in quell'ascensore sociale che avrebbe fatto la differenza. Erano partiti in migliaia dalla Valle d'Aosta, dal Canavese, dal Biellese e dal Vercellese perché erano diventati cittadini della Repubblica francese, dei dipartimenti della Dora e della Sesia. Una piccola parte di loro, con le loro azioni di coraggio e valore, entrò a pieno titolo nell'élite creata da Napoleone, l'ordine cavalleresco istituito il 19 maggio 1802: la Legione d'Onore. Veniva concessa, esclusivamente sulla base di merito e valore personale, a chiunque: fu la prima volta per la gente comune, le donne, gli stranieri e gli appartenenti di qualsiasi religione. -
Miracolo alle Casermette. Anni '70: i bambini del Treno del Sole nelle periferie di Torino
Il grande miracolo economico che coinvolse Torino dalla fine degli anni Cinquanta agli anni Settanta, fu una rivoluzione senza precedenti, un moto disordinato di uomini e di donne attratti da un'offerta lavorativa che appariva infinita. Agricoltori e pastori si ritrovavano a maneggiare attrezzi meccanici ignoti e a respirare, tra lo smog, il profumo inconfondibile dei soldi in tasca. La popolazione della città, per effetto dell'emigrazione dal Sud, quasi raddoppiò nel decennio 1953-1963. La profonda diversità culturale e identitaria che sfociava nella derisione e nel discredito dei terroni, dei mau mau e dei napuli, veniva tristemente supportata da certa stampa, che fungeva da freno a mano tirato ad un'integrazione invece possibile. I bambini del Treno del Sole, che collegava il Sud agricolo al Nord sempre più industrializzato, sono i protagonisti di questo Viaggio. Dalle Casermette alla Passerella Mazzini, dalla Reggia, allora rudere, alle parrocchie, con lo scrosciare delle acque dolci del Ceronda e della Stura come colonna sonora, attraversando vite e destini di un popolo che tra profonde crisi identitarie ed eroismi non premiati, tentava di essere Comunità. -
Le fiabe di Guido Gozzano
Il poeta Guido Gozzano fu anche un perfetto e delicato narratore e in questa raccolta di fiabe si inserisce egregiamente nella tradizione fiabistica europea, che ha nei fratelli Grimm e in Andersen i maggiori rappresentanti. La leggerezza e l'incanto caratterizzano la sua scrittura. Ci fa passare da uno stupore all'altro con il garbo di un raccontatore quasi fanciullo, che si rallegra di ciò che la sua immaginazione crea. Nello svolgersi di queste fiabe ritroviamo situazioni e scene che abbiamo noi stessi sognato qualche volta. Non è azzardato suggerire che lo stile di Gozzano, oltre che al mondo della fantasia, appartiene anche al mondo dei sogni, ossia a quel luogo intimo e segreto che sta dentro di noi, che si muove autonomamente lungo l'arco della nostra esistenza e ci segna ogni volta per sempre. Età di lettura: da 10 anni. -
Tornare a vivere. Le vicende di un sopravvissuto a Cefalonia, dalla chiamata alle armi alla Liberazione
In una Chivasso ancora lontana dalla brutalità della guerra scorre pacifica la vita di un ragazzo di periferia, fra amici, lavoro e fidanzata, sino al giorno in cui giunge la fatidica chiamata alle armi. Arruolato nella Divisione di Artiglieria ""Aqui"""", arriva come un fulmine a ciel sereno il comando di partire per Cefalonia. All'inizio la vita scorre tranquilla, c'è tempo anche per qualche svago con le ragazze del posto, ma le cose cambiano dall'8 settembre del 1943 con l'Armistizio di Cassibile. I tedeschi allora presenti sull'isola chiedono agli italiani di cedere le armi ma, con una consultazione informale indetta dal generale Gandin, gli italiani non accettano la resa ed inizia la battaglia di Cefalonia. Una battaglia finita con la resa degli italiani, alla quale seguono i rastrellamenti e le atroci esecuzioni da parte delle truppe tedesche. I pochi sopravvissuti, fra i quali il protagonista ormai prigioniero, vengono deportati in un campo di concentramento della Germania. Qui, giorni infiniti di prigionia sino alla Liberazione degli Americani e il ritorno a casa. La storia prende spunto dai ricordi di Domenico Pavetto, un ex soldato tuttora vivente."" -
La coscienza infelice. Percezione e immagini della malattia mentale dal mito alle neuroscienze
«La follia è una condizione umana»: così affermò Franco Basaglia in una delle sue Conferenze brasiliane, nel 1979. Pertanto possiamo trovare nell'esistenza umana una condizione cosiddetta normale e una, in qualche modo opposta, considerata folle, cioè dominata dalla malattia mentale, dalla sofferenza e quindi dalla infelicità, articolata nelle varie forme della psicosi e del male di vivere patologico, la cui percezione è stata molto differente nei secoli e nelle diverse società che si sono succedute dall'antichità ad oggi. In questa ricerca si è voluto mostrare come lungo i secoli è stata vista la malattia mentale - non solo dalla medicina e dalla sua branca più giovane, la psichiatria - ma utilizzando soprattutto la rappresentazione letteraria, attraverso qualche passo significativo delle opere di autori italiani e non, intendendo quindi la letteratura come uno dei più efficaci strumenti per la formazione e il consolidamento dell'opinione collettiva su un fatto sociale di tale rilevanza quale la malattia mentale. -
Il mio giardino lo sa
Una raccolta di 25 novelle molto diverse tra loro per contenuto, legate saldamente da un file rouge che si chiama Ginevra, cioè la donna alla finestra. Rimasta sola, la donna è solita sedersi mattina e sera ad una finestra che guarda una parte del giardino e un piccolo rettangolo di cielo che si presenta al suo sguardo sempre diverso nelle varie ore e stagioni. Così Ginevra osserva, ascolta, medita, ricorda, immagina, sogna. Il finale a sorpresa dona ancora maggiore significato al pensiero espresso in ogni novella che parte sempre da una realtà oggettiva per condurre il lettore nel passato, nel futuro, nell'irreale, nell'onirico, in luoghi impensati della mente. -
Darvo. L'avventura di un'intrepida marmotta
Alla fine del disgelo di primavera, una vivace colonia di marmotte grigie si appresta a vivere sui pascoli del Rosset, proprio nel cuore del Parco del Gran Paradiso, una delle più belle stagioni di sempre. L'erba è abbondante, il sole inonda con la sua luce dorata l'intero altopiano, l'acqua proveniente dai ghiacciai vicini scorre limpida e fredda riempiendo la valle con il suo fragore. Le marmotte si sono svegliate da poche settimane dal loro lungo letargo invernale e corrono felici sui prati fioriti, sazie d'erba, ebbre di gioia di vivere. Una grave minaccia però si profila da oriente. Un'orda sterminata di lepri fischianti, guidata da un esemplare gigantesco, dallo sguardo gelido, sta risalendo i pendii con l'intento preciso d'impadronirsi del territorio su cui vivono e prosperano le marmotte da tempo immemorabile. Impossibile opporsi alla loro furia. Quando tutto sembra perduto, dal fondovalle giungono Darvo e i suoi amici. L'inaspettato e provvidenziale soccorso riuscirà a sventare la minaccia? Età di lettura: da 8 anni. -
Don Prusòt e l'Amelia innamorata
Don Prusòt è un prete di fede e appetito vigorosi, amante della quiete e dei sonni tranquilli. Non è il tipo di andare a cercarsi le grane, però sono i sagrìn a cercarlo, rovinandogli spesso la digestione e procurandogli incubi notturni. Come se non bastassero le seccature legate a un matrimonio contestato (l'evento ci riporta alle atmosfere manzoniane) ci si mette di mezzo pure la conquista dello spazio da parte dei sovietici che causa al prevosto pericolosi sbandamenti teologici. Compare anche un virus misterioso che mette in crisi sanitaria l'intera popolazione di Pravorino, pandemia risolta dall'acume scientifico del medico condotto dott. Sigilin. Infine ci si mette pure l'Amelia, la fedele perpetua, a complicargli la vita. Ma quando si ha sottomano un buon cappone arrosto e un fiasco di vin santo, la vita torna presto a sorridere. -
Il pittore dell'anima. Carlo Bonatto Minella
Una storia delicata e toccante, che vede come protagonista il pittore Carlo Bonatto Minella. A oltre un secolo dalla sua morte, questa figura di ragazzo di montagna è il simbolo del coraggio e della perseveranza nell'affrontare le difficoltà per seguire un sogno. È un invito a dare retta alle proprie ambizioni, ai propri desideri, non tanto per piacere agli altri ma per far felici prima di tutto se stessi. Il romanzo, tra la realtà dei documenti e l'immaginazione dell'autrice, si alterna tra le pendici della Quinzeina e Torino. Il ragazzo, nato e cresciuto nel piccolo paese di Frassinetto, si ritrova a frequentare l'Accademia Albertina nella grande città per poter ampliare le sue doti artistiche. Quella di Bonatto Minella è una figura ancora sconosciuta a molti che, nonostante la sua morte prematura (è scomparso a 22 anni), ci ha lasciato in eredità un pregevole patrimonio pittorico. Intorno alle vicende della sua esistenza, nelle pagine del romanzo ruotano gli usi e i costumi di quel tempo. -
Giustizia a Torino tra lacrime e sorrisi. Ventiquattro storie vere, crudeli e amene
Crimini & misfatti: questo il denominatore comune di ventiquattro storie torinesi tra il noir e la commedia, che coprono un arco temporale che va dal 1853 al 1972. Storie di uccisioni per rapina, vendetta, passione, futili motivi o senza ragione alcuna. Non solo: poveri diavoli sia nel ruolo di vittima che di colpevole, cameriere manolesta, guai nella vendita dell'Acqua di Colonia, danni provocati da gatti in calore, falsi nobili, falsi medici, falsi sacerdoti. L'avanspettacolo del crimine in una serie di istantanee che trovano la loro ispirazione nella ""Giustizia che diverte"""" dell'ormai dimenticato avvocato-cronista dal piglio umoristico Giovanni Saragat."" -
La storia di Piola e di frate Ghigo
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Centocinquanta sfumature di paura. Le voci del racconto
"La paura, una delle emozioni fondamentali per la stessa sopravvivenza dell'uomo, declinata nei suoi mille aspetti. Paura ancestrale dell'ignoto, di essere preda, paura di sé, dell'altro, della morte, della vita, dei ragni o dei topi, di uscir di casa da sola, di stare a casa soli, della tecnologia o della superstizione, dei genitori o dei figli, del compagno o dell'asteroide, del futuro o di perdere il cellulare, del dolore o della felicità..."""" Erano questi gli indizi per la """"chiamata alla scrittura"""" della nostra """"Comunità di accoglienza per racconti brevi"""", a cui hanno risposto in gran numero Autrici e Autori da quasi tutti le regioni d'Italia, per la terza edizione de """"Le voci del racconto"""". Come forse era prevedibile le centocinquanta sfumature non sono state sufficienti per includere tutte quelle raccontate nelle storie pervenute. Ma nel contempo queste trenta, che sono state selezionate e che trovate nell'antologia, già offrono un ampio spettro di opzioni paura. Tanto che potrebbero persino essere in grado di stuzzicare una delle vostre personali paure. Ma, tranquilli: potete leggerle senza paura. O quasi." -
La fretta non è un colore. Le fantastorie di Silvano Nuvolone
Torta Fantastorie Difficoltà: facilissima, ma molto impegnativa. Tempo impiegato: tutto quello che ci vuole e un po' di più. Costo: praticamente nullo per chi crede alle favole, irraggiungibile per tutti gli altri. In un capace recipiente, mettete uno scrittore e un disegnatore, amici da sempre, possibilmente interi, aggiungete cinque cucchiai di dolcezza, un bicchiere colmo di gioia, una buona dose di animali di stagione, raccolti nel Bosco dell'Intelligenza, due etti abbondanti di sogni freschi, tre cucchiaini di ricordi e una presa scarsa di cattivoni già sconfitti in partenza. Se riuscite a trovarla, non guasta una briciola di ironia, condita con qualche goccia di divertimento. Mescolate adagio, con cucchiaio di pazienza e quindi infornate alla temperatura del sorriso ed aspettate, finché la torta avrà raggiunto il colore dorato e la fragranza delle cose belle. Spolverate di spensieratezza a velo. Servite senza fretta, possibilmente con figli e nipoti, facendo larghe fette e mangiando senza parsimonia. Da evitare televisori, computer e telefonini, la cui presenza pregiudica in modo irreversibile il sapore del dolce. Buon appetito... e buona lettura! Età di lettura: da 6 anni. -
Melita, la principessa ribelle
Melita è una principessa e, come tale, sente di avere nei confronti del suo popolo e della sua famiglia, dei doveri ai quali non intende sottrarsi, ma non a costo di rinunciare alla sua individualità e alla sua dignità. È capace di dire no e di trovare strategie per allontanare da sé un destino scontato per una principessa; è capace di fare scelte consapevoli staccandosi dal conformismo del suo mondo. Mettendosi alla prova, scoprirà, passo dopo passo, di essere coraggiosa ed impavida come un cavaliere. Anche nelle fiabe le donne possono diventare protagoniste attive, abbandonando il loro tradizionale ruolo di oggetto del desiderio, possono decidere del loro destino ed agire con forza, intelligenza, volontà ed intraprendenza. Oggi, nella nostra società, sotto molti aspetti così evoluta ed avanzata, vecchie e nuove problematiche relative a bullismo, devianza sociale, dipendenza, disagio, emarginazione, discriminazione di genere e classismo sono, purtroppo, ancora presenti e spesso sono causa di tragici episodi che riempiono tristemente le pagine di cronaca. Età di lettura: da 10 anni. -
Dalla paura alla vanità. Storia del Carnevale di Ivrea
"Una festa la nostra che vive e si alimenta, un anno dopo l'altro, di trasformazione e che, proprio per questa sua peculiare caratteristica, rimane """"sentita"""" in mille modi diversi, tutti veri e tutti ugualmente meritevoli e fondati. Un momento in cui si cerca avidamente la contaminazione. Se una miriade di domande (il Carnevale ha un senso? Cosa significano realmente i gesti, i riti che compongono la festa? E questo senso coincide con il significato attribuito al Carnevale da chi vi partecipa? E perché chi vi partecipa tende a dare una motivazione al suo gesto? E tale motivazione rimane costante nel tempo?) fioriscono trasversalmente ad ogni Carnevale questo è il testo in cui trovare risposte da cui ri-partire. A noi rimane anche la speranza che le future Epifanie eporediesi tornino nuovamente ad essere svegliate dal """"canto"""" dei Pifferi e Tamburi, ad annunciare la nascita di un nuovo anno, ad annunciare la rinascita della Vita. Quel brivido lungo la schiena che ci rende ebbri di un movimento del cuore che non riusciamo a definire"""". (Dalla Prefazione, a cura di Gabriella Gianotti e Franco Quaccia)." -
Il ballo dell'orso e altre storie
Nel mondo fantastico di queste storie si entra attraverso un inganno: in modo semplice e discorsivo vengono presentati personaggi e situazioni che paiono non discostarsi molto da quelli della realtà abituale. Il fantastico si dispiega poi pian piano nella narrazione e ha una sua logica che non lascia spazio alle esagerazioni. Nei caratteri e nelle vicende dei personaggi possiamo ritrovare aspetti di noi: le paure, le sfortune ma anche il coraggio, la nobiltà d'animo e l'aspirazione a vincere su tutte le avversità volute dalla sorte o dal malanimo dei prepotenti. Queste storie esistono in una terra di confine tra il reale e ciò che non lo è. Una natura bella e rigogliosa fa da sfondo alle vicende e a tratti ne diventa protagonista. Alberi, prati fioriti, fonti e ruscelli si tingono dei colori e della purezza di un tempo. La purezza che ora non c'è più e che possiamo richiamare soltanto con la fantasia. Età di lettura: da 7 anni. -
Scritti per gioco. Nove incipit per nove scrittori
Nove incipit per nove racconti, nove scrittori riuniti in un salotto letterario virtuale che accettano di scrivere seguendo un'idea altrui, nove stili personali che si fondono in un unico lavoro corale. Una antologia che si legge in un fiato in un rimando di invenzioni e citazioni, situazioni divertenti e paradossali a fianco di delicate pagine intimiste. Un gioco e un dono, una conferma per chi ha creduto che certe piccole utopie possano essere percorribili. -
Sul gradino dell'uscio. Ritorno al Monferrato
Luigi, è seduto sul gradino dell'uscio, e da lì sono partiti i suoi progetti, il suo futuro, il lavoro lontano, il farsi una famiglia, il costruirsi una professione. E sempre sullo stesso scalino è tornato, una volta in pensione, a fare le sue riflessioni, il contemplare la campagna, il ricordare la vita vissuta, i vecchi personaggi del paese. Il gradino continua ancora ad essere il fulcro della sua vita . -
Io sono
Questo libretto è una canalizzazione del conte di Saint Germain, il Maestro inviato dalla Grande Fratellanza Bianca Sarmoun a tener accesa la fiamma della spiritualità e a preparare il Nuovo Piano di Coscienza. Questa canalizzazione, avvenuta negli Stati Uniti d'America nel 1930, sul Monte Sbasta, inizia con queste parole: «Io sono il Maha Choan, il custode della fiamma, il rappresentante dello Spirito Santo». -
La Bhagavadgita
"Il canto del beato"""" rappresenta uno dei testi più sacri e importanti di tutta l'umanità. Il Poema è uno dei capitoli della Mahabharata e ci riporta l'insegnamento e il Vangelo di Sri Krishna. Egli si manifesta nel mondo affinché gli uomini lo imitino. La condotta umana, quando è """"mondana"""", è governata da attaccamenti/desideri nei confronti del potere, del piacere e della ricchezza. Questo è causa di sofferenza. L'alternativa consiste nel rifiuto di condurre una vita """"mondana"""", scegliendo una via ascetica, priva di desideri. L'insegnamento """"divino"""" della Bhagavadgita consiste nel rifiutare anche questa seconda opzione, rinunciare anche alla """"rinuncia"""" e vivere nel mondo offrendo i risultati, i frutti della propria condotta e delle proprie azioni, non ai propri interessi personali ma al Dio a cui si è devoti."