Sfoglia il Catalogo ibs007
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 9381-9400 di 10000 Articoli:
-
Un' agiografia per la storia
In questo volume sono raccolti i saggi più rappresentativi del lungo itinerario di Sofia Boesch Gajano nella storia della santità e del culto dei santi. Il titolo intende sottolineare come l'agiografia - nella varietà delle fonti e nella lunga tradizione metodologica e storiografica - rappresenti un osservatorio, indispensabile per l'alto medioevo e rilevante in ogni epoca, per ricostruire la storia delle società, delle istituzioni, delle culture. La memoria delle esperienze religiose, dei luoghi in cui si sono realizzate, dei miracoli compiuti in vita e in morte dai martiri e dai santi, del potere attribuito alle loro reliquie, offre un ricchissimo materiale per una storia capace di recuperare ogni aspetto della realtà, facendo emergere la varietà sociale, culturale, di genere dei protagonisti e di coloro che beneficiano del potere taumaturgico. Il volume è dedicato a Jacques Le Goff, a testimonianza di quanto i suoi scritti e ancora più la sua amicizia siano stati importanti nel percorso storiografico dell'autrice. -
Circulaciόn de creencias. Itinerari e pratiche religiose in Europa e nel Nuovo Mondo
La circolazione delle credenze religiose è un tema che attraversa tutta la storia del Cristianesimo e tutti i territori raggiunti dall'evangelizzazione cristiana, costituendo un filo conduttore che permette di armonizzare voci diverse intorno ad un focus comune. Questo volume è frutto di una collaborazione internazionale tra l'Università di Roma Tre, la Pontificia Universidad Católica de Chile e l'Universidad de Chile. Si presenta quindi come un'opera miscellanea che abbraccia un amplissimo spettro spazio-temporale: cronologicamente i saggi partono dall'antichità cristiana e giungono all'età contemporanea, mentre geograficamente prendono in considerazione differenti spazi, soggetti e oggetti di studio. -
Italia è cultura. Istituti e politica culturale
Con la sesta Conferenza nazionale degli istituti e delle fondazioni culturali, l'Aici ha riunito a Firenze i propri soci, dal 7 al 9 novembre 2019, all'insegna del programma ""Italia è cultura. Istituti e politica culturale"""", articolato su due sessioni plenarie (Dalla Carta di Ravello al Patto e Per una politica culturale nel quadrante mediterraneo, a sua volta articolata su due tavole rotonde: Il ruolo dell'Italia e Cultura, religione, diritti civili) e cinque workshop tematici (Le professioni della cultura; Patrimonio culturale tangibile; Patrimonio culturale intangibile; Patrimonio culturale digitale; Patrimonio culturale naturale). Sono riportati nel volume i relativi interventi nonché un documento di sintesi sull'attività dei workshop curato dagli under 35 segnalati da molti degli istituti presenti (la cui stesura è stata facilitata dall'adozione della metodologia del World Café). È presente altresì copia del Documento di Firenze 2019, che integra la Carta di Ravello (2018), propedeutica ad un ampio ed incisivo Patto per la Cultura che riguardi istituzioni e società civile del nostro paese. Prefazione di Valdo Spini."" -
Tra spezie e spie. Filippo Pigafetta nel Mediterraneo del Cinquecento
Il nobile vicentino Filippo Pigafetta (1533-1604), parente del più famoso Antonio, fu a sua volta instancabile viaggiatore, figura emblematica tra politica, affari e cultura del Cinquecento. Lo seguiamo nelle peregrinazioni che compie nel decennio 1576-1587 tra Suez, Londra, Madrid, Lisbona, Roma, Gerusalemme e Venezia, come esploratore, cartografo, informatore, poligrafo e diplomatico tra il mondo cristiano e quello ottomano. Lo rincorriamo, un'udienza dopo l'altra, per le corti di Filippo II, Elisabetta I, papa Sisto V e Ferdinando I de' Medici. Fino a scoprirlo, per un momento, perno di una possibile alleanza tra le potenze europee per il controllo dell'Egitto, in vista dell'apertura di un canale a Suez per il transito del pepe indiano dal Mar Rosso al Mediterraneo. -
Manfredi committente. Fonti e opere
Manfredi di Svevia - principe di Taranto e poi re di Sicilia - fu oggetto di una feroce damnatio memoriae già in vita e ha poi ricevuto una minima attenzione in ambito storico. Ciononostante una rivalutazione storica e storico-artistica di questo sovrano è possibile attraverso l'impiego di un metodo di ricerca basato principalmente sullo studio delle fonti letterarie e sull'analisi del materiale artistico superstite. Da questa sinergia emerge un ritratto inedito del giovane sovrano, che fu particolarmente attivo in ambito artistico nella promozione di specifiche tecniche come l'architettura, la pittura su legno o la miniatura, capaci di veicolare in ambito monumentale e privato le sue ambizioni e rivendicazioni politiche, e si distinse anche come sostenitore di generi quali la musica, il canto e la poesia che presso la corte sveva rivestivano un ruolo importante. -
Culture antisemite. Italia ed Europa dalle leggi antiebraiche ai razzismi di oggi
Negli ultimi anni si è assistito in Italia e in Europa a un crescendo di atti di antisemitismo, xenofobia e razzismo contro gli immigrati, spesso accompagnati dall'ostentazione di gesti e simboli del fascismo. Un forte legame sembra tenere assieme le numerose forme ed espressioni di un risorgente antisemitismo con la diffusione di pregiudizi razzisti e manifestazioni di ostilità verso gli stranieri. I contributi di questo volume analizzano le culture, le legislazioni e le politiche antisemite sviluppate in Italia e in Europa fra le due guerre mondiali e offrono una riflessione di lungo periodo sul loro retaggio fino ai razzismi che attraversano oggi le nostre società. -
Senza perdere la dignità. Una biografia di Piero Terracina
Un nuovo lessico famigliare che lega il mestiere dello storico alla forza della testimonianza. Una finestra sulla vita di Piero Terracina (1928-2019). Su una normalità spezzata dal fascismo e dal nazismo. Nato in una famiglia di ebrei romani, Piero ha conosciuto le leggi razziali, la persecuzione e la deportazione a soli quindici anni. Scampato alla razzia del 16 ottobre 1943, ha vissuto nascosto fino alla sera del 7 aprile 1944, quando insieme ai genitori, ai due fratelli, alla sorella, a uno zio e al nonno è stato arrestato e rinchiuso a Regina Coeli. Cominciava il suo viaggio per Auschwitz-Birkenau, dove è entrato il 23 maggio 1944. Unico sopravvissuto della sua famiglia, Piero ha cercato di ricostruire la sua ""seconda vita"""" basandosi sul lavoro e sugli affetti rimasti. Per decenni non ha raccontato nulla della sua esperienza, poi ha trovato nella parola la ragione della sopravvivenza ed è diventato uno dei più impegnati testimoni della Shoah in Italia. «Ho ricordato», immaginava di rispondere a Dio, semmai gli avesse chiesto che cosa avesse fatto di importante sulla Terra."" -
La violenza «incolpevole». Retoriche e pratiche dei cattolici nella Resistenza veneta
Nell'immaginario della guerra partigiana combattuta dai cattolici si staglia la figura del «ribelle per amore»: colui che sceglie di combattere in reazione alla violenza nazifascista, si oppone all'occupazione per difendere la patria, si rifiuta di ""scendere al livello"""" della guerra civile imposta dal nemico. Ma soprattutto, non solamente """"combatte per amore"""", ma con amore. È armato, ma nella sua versione più nobile non ha mai sparato un colpo. I cattolici scelgono un profilo militare che sembra garantire anche culturalmente una certa continuità con la tradizione della """"guerra giusta"""" e rende quindi compatibili religione e Resistenza. A partire dallo studio delle formazioni militari, del clero e dei gruppi dirigenti legati all'area cattolica nelle province di Padova e Vicenza, due roccaforti del """"Veneto bianco"""" e poi democristiano, in questo libro vengono analizzate le categorie all'origine di questa impostazione; le diverse strategie, le pratiche, e il loro portato nella mentalità, nel vissuto dei protagonisti e nella memoria. Ma anche le falle e le incongruenze che si manifestarono alla prova della guerriglia."" -
L'ordine delle scritture. Il linguaggio documentario del potere nell’Italia tardomedievale
La messa a scrittura del mondo politico medievale rappresenta un tema sempre più importante e frequentato degli studi medievistici: fra Tre e Quattrocento, le scritture pubbliche danno voce a decisioni, narrazioni, conti, ricordi, ragioni, diritti e si organizzano in sistemi di memoria, che generano infine attraverso i secoli edizioni, studi, interpretazioni. Questi complessi processi documentari, al crocevia fra paleografia, diplomatica e storia, sono in vario modo al centro dei saggi raccolti in questo volume: il loro interloquire reciproco è orchestrato per riflettere sulla cultura e sulle funzioni sociali dello scritto nella costruzione di sistemi al tempo stesso documentari, politici e sociali, e sulla loro reinvenzione successiva per costruire altri sistemi e la genealogia ideologica della loro legittimazione. -
Accogliere e curare. Ospedali e culture delle nazioni nella Monarchia ispanica (secc. XVI-XVII)
Accogliere i membri della nazione che per vari motivi potevano trovarsi fuori i propri confini naturali e curarli, non solo dal punto di vista terapeutico, ma anche della loro tutela legale e sociale, furono i due principali obiettivi della costellazione di ospedali, conventi e confraternite delle nazioni costituitasi nei diversi domini della Monarchia ispanica tra XVI e XVII secolo. In essi furono accolti una pluralità di soggetti in situazione di disagio o di indigenza, cui poté essere garantito un accesso agevolato alle cure mediche e alla cura della persona. La storia di tali istituzioni viste in una dimensione comparata conferisce nuova luce a spazi e attori che non sempre la storiografia ha messo in opportuno dialogo tra loro: ammalati e scene della cura, per esempio, piante medicali e indicazioni terapeutiche, marinai e rifugiate di guerra, monache e viaggi clandestini, operatori economici e agenti diplomatici che, entrati in contatto nello spazio condiviso degli ospedali o dei conservatori, misero in comune pratiche e codici di comunicazione accorciando tante volte le distanze culturali che li separavano. -
L' «Ytalia» di Dante e dei fiorentini scellerati. Un caso di comunicazione politica nel Trecento
Dante discusse in molte occasioni la situazione politica dell'Italia del suo tempo. Solo una volta, però, si rivolse direttamente ai fiorentini, con una lettera pubblica in latino datata al marzo del 1311, quando l'imperatore Enrico VII era in viaggio verso Roma per esservi incoronato. Il libro ricostruisce lo spazio politico della penisola nei primi anni del Trecento, a partire dal messaggio che l'esule Alighieri rivolse ai suoi concittadini scellerati. In questo caso l'Ytalia messa in questione non fu una creazione poetica a posteriori, ma una esortazione concreta ad agire subito per il bene comune. -
Il letterato e il pittore. Per una storia dell'amicizia tra Castiglione e Raffaello
Nell'anno delle celebrazioni del quinto centenario della morte di Raffaello (1483-1520) le mostre e gli studi hanno ampiamente illustrato anche la rete delle sue relazioni culturali, in particolare negli anni romani. In questo contesto ha assunto grande importanza l'amicizia con Baldassarre Castiglione, sia per il ritratto ora al Louvre che ne è supremo documento, sia per la Lettera a Leone X, che sempre più gli studi storico-artistici tendono ad attribuire a Raffaello. Questo libro, dopo avere ricostruito tempi e modi del lungo e intenso rapporto di amicizia tra il letterato e il pittore, propone una serrata indagine filologica e documentaria, fondata sul primo manoscritto della Lettera, tutto di mano del solo Castiglione. Dimostra che l'autore fu unicamente il letterato, che la elaborò e scrisse, come allora era in uso, ""in persona"""" di Raffaello (cioè, a suo nome e per suo conto), e ovviamente con la sua diretta collaborazione soprattutto per le notizie sugli aspetti propriamente tecnici del grande progetto che il pittore aveva sperimentalmente avviato, interrotto però dalla sua prematura morte."" -
2 giugno. Nascita, storia e memorie della Repubblica. Vol. 1: «momento repubblicano» nella costruzione della democrazia, Il.
La crisi degli anni Novanta ha segnato una profonda cesura tra la storia e le memorie del Paese, al punto da offuscare il racconto di tutta la vicenda repubblicana, a partire dal suo momento fondativo. Guardando agli anni dell'età costituente, possiamo ripercorrere quei passaggi (culture politiche e istituzionali, esperienze e orizzonti di aspettativa) che nel 1946 permisero il ""miracolo"""" della nascita della Repubblica e la costruzione della democrazia italiana: in questo contesto il referendum istituzionale del 2-3 giugno fu il punto di svolta che chiuse la transizione dopo la fine della dittatura fascista. Se all'indomani del conflitto bellico si riproposero le fratture del Paese sul piano sociale ed economico (Nord e Sud, città e campagna, contadini e proprietari, operai e ceti medi), la consultazione popolare rappresentò l'effettivo """"momento repubblicano"""" nella storia dell'Italia unita e nel suo accesso al novero delle democrazie europee."" -
2 giugno. Nascita, storia e memorie della Repubblica. Vol. 2: Territori, culture politiche e dinamiche sociali
Il rapporto tra politica e territorio è letto in relazione al passaggio referendario del 2-3 giugno 1946, che vide la vittoria della Repubblica sulla Monarchia. Come risposero i diversi quadri territoriali a questa decisiva scadenza istituzionale? L’affermazione della Repubblica a Nord e della Monarchia a Sud coglie solo a grandi linee l’articolazione politico-territoriale della nazione. L’intreccio tra vecchie culture politiche, consolidate reti notabilari e nuove appartenenze ai partiti di massa, come pure il permanere di pulsioni autonomiste e secessioniste, e ancora i diversi climi sociali che segnarono nel brevissimo tempo i mesi della campagna elettorale, furono fattori determinanti che orientarono le scelte di voto. -
2 giugno. Nascita, storia e memorie della Repubblica. Vol. 3: Geografie del voto e istituzioni.
Il volume presenta un quadro analitico del voto referendario del 2-3 giugno 1946, muovendosi nella cornice della storia politico-istituzionale e della geografia elettorale, in proficuo dialogo con la politologia storica. L'approccio metodologico privilegia il punto di osservazione delle istituzioni da Sud a Nord e muove dalla raccolta dei dati nei singoli comuni della penisola, quali basi naturali di tutte le circoscrizioni elettorali. Comparando il voto istituzionale con quello amministrativo e politico nel 1946, si individuano le linee di continuità con i flussi elettorali del primo dopoguerra e le più marcate faglie politico-sociali, sia nelle aree a prevalenza repubblicana che in quelle a maggioranza monarchica. La ricca varietà geografica delle due opzioni istituzionali mostra le peculiarità politico-amministrative nel processo di costruzione della democrazia repubblicana. -
2 giugno. Nascita, storia e memorie della Repubblica. Vol. 4: Italia del 1946 vista dall'Europa, L'.
Il biennio 1944-1946 rappresenta un momento di elaborazione e di realizzazione di passaggi significativi verso la democrazia in Italia e in Europa. I contributi raccolti in questo volume analizzano il contesto europeo (e oltre, tra le comunità di emigrati italiani in Argentina e negli Stati Uniti), privilegiando le interazioni tra Italia e paesi limitrofi o legati per storia passata e recente. Si indaga quanto e come fu discusso il processo costituente in Italia da parte di Stati coinvolti direttamente nella politica italiana (Francia, Germania, Austria, Gran Bretagna, Jugoslavia) che si trovarono a vivere simili fasi di rinnovamento. Ci si interroga inoltre sul contributo che la nuova Repubblica italiana ha fornito alla rinascita democratica europea. -
2 giugno. Nascita, storia e memorie della Repubblica. Vol. 5: Immaginari, linguaggi e rituali.
Nel volume ci si interroga su come la fondazione, le memorie e il ""vissuto"""" della Repubblica siano entrati nelle narrazioni e nei linguaggi pubblici dell'Italia democratica, e si ripropone il tema dello sviluppo incompiuto del processo di nazionalizzazione e di acquisizione di un senso di cittadinanza. Nel """"farsi"""" della nazione repubblicana e di una possibile imagerie, vengono analizzate le narrazioni discorsiva e iconografica, audio-visiva e canora, mediatica e digitale, simbolica e rituale (in una reciprocità di sguardi tra Italia e Germania), confrontando le declinazioni di idee diverse di Repubblica. In un Paese attanagliato da """"memorie divise"""" si indagano alcune tra le principali manifestazioni del """"sentimento repubblicano"""" dal 1946 ad oggi."" -
2 giugno. Nascita, storia e memorie della Repubblica. Vol. 6: numeri del referendum istituzionale, I.
Si ricostruisce il contesto storico-politico e giuridico-normativo in cui, tra 1943 e 1946, emerse l'opzione di una consultazione popolare per sciogliere il dilemma istituzionale. Si muove dai ""numeri"""", ovvero da una rielaborazione statistica e da un'inedita rappresentazione dei risultati del 2-3 giugno 1946. Con l'ausilio delle nuove tecnologie e della cartografia dinamica si delineano i contorni di una nuova geografia delle preferenze per la Repubblica e la Monarchia. Emergono la presenza di un """"Nord monarchico"""" e di un """"Sud repubblicano"""", le correlazioni col voto costituente e il rapporto tra centri e periferie. Arricchito da un ampio corredo di tabelle, grafici e cartogrammi - macro-aree, regioni, province, comuni -, il volume prefigura ulteriori analisi delle consultazioni popolari all'origine dell'Italia repubblicana."" -
Le acque agitate della patria. L’industrializzazione del Piave (1882-1966)
Il Piave è stato cruciale nella storia d’Italia. A lungo via di comunicazione tra le Alpi, Venezia e l’Adriatico, dopo la prima guerra mondiale è stato celebrato come «fiume sacro alla patria» ed è stato l’emblema della modernizzazione del paese attraverso l’industria idroelettrica, le irrigazioni intensive e le bonifiche meccaniche. Oggi è considerato uno dei fiumi più sfruttati e artificializzati d’Europa, ed è conosciuto nel mondo soprattutto per il disastro del Vajont, che l’Unesco ha definito un caso esemplare di ciò che accade quando ingegneri e geologi si rivelano incapaci di cogliere la natura del problema che stanno cercando di affrontare. Attraverso la biografia del fiume, questo libro mette in luce le interdipendenze tra trasformazioni ambientali, culturali e sociali e la loro ridefinizione reciproca nel corso del processo di modernizzazione. -
Officium Spiarum. Spionaggio e gestione delle informazioni a Bologna (secoli XIII-XIV)
Nell'Italia comunale, l'informazione - soprattutto se riservata e se capace di portare vantaggio politico e militare contro i nemici - occupava un ruolo centrale, e i governi cittadini dedicarono sostanziali energie e risorse per il suo ottenimento. A partire dagli ultimi anni del Duecento si assiste nei Comuni alla creazione e diffusione di istituzioni volte alla gestione di «spias vel exploratores», soggetti dedicati al reperimento di informazioni di varia natura sui nemici, e spinti, quando necessario, anche a compiere azioni varie, quale il sabotaggio. Il presente volume si occupa di una di queste istituzioni originali, appartenente a uno dei pochi Comuni la cui abbondanza di fonti documentarie e archivistiche ne consente lo studio: l'Officium Spiarum di Bologna.