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Capi locali e colonialismo in Eritrea. Biografie di un potere subordinato (1937-1941)
Alla fine della guerra contro l'Etiopia - tra il 1936 e il 1941 - i funzionari coloniali italiani, militari e civili, dovettero gestire l'amministrazione e la vita quotidiana dei territori di vecchia e recente conquista, fronteggiando insieme le attività di resistenza armata, fino alla dissoluzione dell'impero. Il volume, servendosi dei documenti scritti e iconografici dell'archivio del commissariato coloniale di Agordat, ricostruisce dispositivi e pratiche della gestione del potere in una sezione dell'impero, il bassopiano occidentale eritreo, inserita nella rete di scambi tra il Mar Rosso e l'interno sudanese. Interpretando le ""mini-storie"""" di vita e le note amministrative contenute nelle schede biografiche, corredate anche dalle foto individuali, lo studio analizza la relazione, contraddittoria e sempre in fieri, con i poteri subordinati, incorporati nei capi politici e religiosi, e inoltre con i notabili di ufficio e gli interpreti, figure necessarie di un'ambigua intermediazione tra colonizzatori e colonizzati."" -
Dare madri all'Italia. Patriote e filantrope nel Risorgimento (1848-1871)
Fra il 1848 e il 1871, nella fase più viva del Risorgimento, la democratica Laura Solera Mantegazza fondò a Milano un nido, una società operaia e una scuola professionale. Animate da una fitta rete di patriote, medici e pedagogisti, le tre istituzioni perseguirono il medesimo scopo, ossia migliorare le vite delle donne delle classi lavoratrici e, al tempo stesso, fare di loro delle ""buone madri italiane"""". Il volume prende le mosse da quest'esperienza per mettere in luce una forma inedita di impegno femminile in favore dell'Unità, la filantropia patriottica, e mostrare come queste militanti del movimento nazionale seppero fare della nazione una presenza quotidiana nelle vite delle lavoratrici, legandola a doppio filo alla maternità e a gesti intimi come l'allattamento. Con l'obiettivo di contribuire a una storia del Risorgimento più ampia e inclusiva, l'autrice allarga lo sguardo al contesto europeo e tramite lettere e opuscoli, inchieste e appelli, ricostruisce la storia di queste ambiziose italiane che si vollero patriote e filantrope."" -
Donne e sacro. Forme e immagini nel cristianesimo occidentale
In questo volume voci diverse per ambito tematico e cronologico, oltre che per metodo, si misurano con un tema difficile, che attraversa la storia di genere aprendosi a nuovi spazi di indagine lungo le vie del sacro. I contributi raccolti coprono un orizzonte assai vasto, che pone nuove domande su cesure e continuità storiche nell'ambito dell'Europa cristiana, dal tardo antico all'età contemporanea. Nel percorso si incontrano persone e immagini, donne che agiscono in carne e ossa e al tempo stesso riflettono la loro cultura di appartenenza: vengono restituite le vicende di badesse, mistiche, fondatrici di movimenti religiosi, donne che scendono sui campi di battaglia veri e propri o in quelli della politica. Ne risulta illuminata la complessità e la ricchezza dell'esperienza femminile, il cui ruolo si muove tra uno specifico carisma e il trovar posto negli edifici concettuali e sociali della tradizione cristiana. -
Il gioco e la novellistica fra Tre e Quattrocento
Gli ultimi secoli del medioevo vedono l'affermarsi della novella, una narrazione breve che racconta vicende storiche o immaginarie offrendone una rappresentazione assai realistica e strettamente legata al contesto dell'epoca. Nelle novelle trovano posto numerosi passatempi, giochi e attività ludiche, attraverso cui si è tentato di cogliere come si modifichi la logica sottesa alla ludicità fra il Tre e il Quattrocento. L'indagine si sviluppa per temi: partendo dal significato assunto dai concetti di ozio e di tempo, viene proposta un'interpretazione della novellistica come una sorta di gioco letterario, centrando l'attenzione sui giochi all'aperto - la giostra, il torneo, la caccia, la scherma - e sui giochi da tavolo - i dadi, le tavole, gli scacchi, la baratteria -, e infine la festa, la musica e la danza. L'analisi dei fenomeni ludici, considerati nella loro specificità ma anche sempre nelle loro connessioni reciproche, mette in luce i cambiamenti intercorsi nel passaggio fra i due secoli. -
Un' illusione di femminile semplicità. Gli «Annali» delle orsoline di Bellinzona (1730-1848)
Il presente volume unisce storia religiosa e prospettiva di genere offrendo percorsi di vita femminile consacrata tra adeguamento alla norma, intraprendenza in seno alla comunità, conflitti e concezioni diverse della spiritualità. Vicende complesse vissute tra XVIII e XIX secolo sullo sfondo di due rivoluzioni: la prima in seno al convento, che vide opporsi due fazioni capitanate rispettivamente dalla madre fondatrice e dalla figlia del fondatore; la seconda, epocale, che portò alla fine dell'Antico Regime nei territori della vecchia Confederazione elvetica e che diventò per le orsoline una controrivoluzione agguerrita per la riconquista della loro vita di comunità. I preziosi documenti manoscritti di mano femminile qui editi - in particolare il libro degli Annali - fanno luce sulla società dell'epoca: redatti in una minuziosa e preziosa cronistoria permettono di entrare all'interno di un Collegio orsolino e di coglierne le diverse sfaccettature, illustrandone la varietà e la densità delle relazioni e i giochi di potere. Non da ultimo, consentono di riflettere sulla literacy e sulla agency di donne cattoliche provenienti da regioni alpine. -
Incunaboli a Catania. Vol. 2: Biblioteca Regionale Universitaria
Questo volume è il secondo della serie ""Incunaboli a Catania"""" e contiene la descrizione dei 113 incunaboli (più un caso dubbio) conservati alla Biblioteca Regionale Universitaria di Catania, una volta Regia Biblioteca Universitaria della città etnea. I testimoni a stampa del Quattrocento sono qui studiati e descritti in quanto portatori di informazioni uniche e trattati nella maniera in cui abitualmente si analizzano e si descrivono i manoscritti, considerandoli dunque come un unicum; l'attenzione alle parti paratestuali, alle note di possesso, alle attestazioni di dono, alle note a margine, consente di scoprire nuovi documenti e di registrare nuove testimonianze storiche che offrono sollecitazioni e contribuiscono al diffondersi di una rinnovata sensibilità verso i primi prodotti della stampa e i loro utilizzatori nel tempo e nello spazio."" -
Zero virgola io. Prose brevi dalla terapia intensiva
Zero Virgola Io riunisce delle brevi prose scritte al cellulare durante un ricovero per Covid in terapia intensiva al Policlinico Umberto I di Roma. rnrn«Lui è lo zero virgola, e le sue membra sono il terreno che il virus ha scelto per combattere la sua battaglia. A vincerla servono le cure - e il libro è innanzitutto un ringraziamento alla sanità pubblica e al personale ospedaliero che si è occupato di lui e degli altri malati - ma serve anche restare se stessi, non dimenticarsi delle piccole felicità della vita fuori» – Lara Crinò, RobinsonrnrnNel loro piccolo formato costituiscono un racconto autobiografico, un manuale di sopravvivenza, una riflessione sulla natura, ma sono soprattutto la riconoscente testimonianza dell'eccellenza di cui può essere capace la nostra sanità pubblica. -
Stile d'autore. Forme e funzioni del Mambriano
Il Mambriano del Cieco da Ferrara è il più felice risultato della letteratura cavalleresca del Quattro-Cinquecento dopo i capolavori di Ariosto, Boiardo e Pulci. È un poema capace di una caratterizzazione innovativa di personaggi tradizionalissimi come Orlando, Rinaldo e Bradamante, di una gestione originale della trama e dei meccanismi narrativi, e con un sistema ideologico del tutto sui generis nel panorama cavalleresco coevo. Eppure, al di là di una cerchia piuttosto ristretta di studiosi, è ancora poco conosciuto e spesso anche sottovalutato. Il libro indaga gli aspetti centrali del Mambriano (dal rapporto con la tradizione alla figura del personaggio-autore) e le pietre di volta della narrazione cavalleresca (l'ottava, la rima, il lessico), in modo da portare alla luce lo stile d'autore del Cieco da Ferrara e le peculiarità del suo poema. -
Muta eloquenza. Gesti nel Rinascimento e dintorni
I nostri gesti, i gesti di oggi e quelli di cinque secoli fa, sono un dato fisiologico e costante nel tempo e nello spazio oppure sono influenzati dal contesto in cui vivono le donne e gli uomini che li compiono? E che cosa ci dicono le opere d'arte del Rinascimento sulla gestualità del loro tempo - e quindi sulla vita quotidiana, sulla devozione, sulla conquista e la definizione del potere, sui sentimenti vissuti o descritti? Cercando di rispondere a queste domande e ad altre correlate, questo libro tenta di tracciare un sentiero diverso da quelli consueti per entrare nella vita di un passato lontano. Su quel sentiero ci imbattiamo in papi, sovrani, devoti, ma anche in giullari, ragazzi, pittori, figure del mondo inca, ebrei, sposi, esorcisti, e molti altri personaggi che ci vengono incontro cercando di farsi intendere da noi, uomini e donne d'oggi. -
Inferni medievali. Dipingere il mondo dei morti per orientare la società dei vivi
Come ben sapevano i predicatori medievali, delle due grandi leve del comportamento umano - la paura del castigo e la speranza del premio - la più efficace era la prima. Di qui, allora, lo sviluppo di immagini dell'Inferno che fra Tre e Quattrocento sono sempre più complesse e crude, così da turbare gli animi e smuovere le coscienze. Ma in che direzione? E a quale scopo? La domanda è assai meno scontata di quanto non possa apparire. Dal momento, infatti, che gli exempla negativi avevano senso solo in funzione di quelli positivi, il grande teatro dei reprobi si prestava anche ad una lettura al contrario, in cui le figure dei peccatori, lungi dal costituire solo un terribile ammonimento, indirizzavano il fedele verso atteggiamenti speculari e opposti a quelli puniti. La critica si faceva insomma proposta, complici le scelte iconografiche di artisti e committenti (comunità, privati, confraternite, ordini religiosi, ecc.), che attraverso il tema dell'Inferno potevano esprimere i propri ideali di convivenza civile. -
Dall'Europa a scoprire l'Oriente. Da Gengis Khan a Marco Polo
Non sono molte le congiunture in grado di aprire nuovi, grandi orizzonti con l'incontro fra civiltà lontane, tanto da modificare equilibri emisferici consolidati. Fu così nel secolo XIII, quando l'Occidente europeo e l'Oriente estremo entrarono in contatto con il fragore delle armi, le necessità della fede e la pratica degli affari. Tanto gli eserciti mongoli, quanto le missioni promosse dalla Santa Sede o i profitti dei più intraprendenti mercanti si sommarono aprendo imprevisti rapporti. È un percorso in cui con tempi e ruoli diversi, tra Oriente a Occidente, ci possono accompagnare testi quali, per esempio, la Storia segreta dei Mongoli o il Viaggio in Mongolia di frate Guglielmo di Rubruck o soprattutto il Milione di Marco Polo. Vale la pena seguirne lo straordinario cammino. -
Dives episcopus. La signoria dei vescovi di Volterra nel Duecento
Quali erano le risorse di un signore rurale nella Toscana dei comuni? Quanta ricchezza riusciva a drenare tramite i suoi poteri di comando? E a quanto ammontavano, nel complesso, le sue entrate? Ecco gli interrogativi cruciali da cui ha preso avvio la ricerca, focalizzata sul dominato dei vescovi di Volterra nella seconda metà del Duecento. La signoria, intesa come il controllo sulle risorse, sugli uomini e sui luoghi, riempì i forzieri di quei prelati, consentendo loro di essere ricchi. A dispetto della narrazione consueta che assegna ai comuni cittadini il ruolo di protagonisti nell'Italia duecentesca, dalla documentazione volterrana la signoria emerge come un fenomeno centrale, non trascurabile e non relegabile alla periferia del medioevo toscano. -
Storici per vocazione. Tra autobiografia e modelli letterari
Molte cronache medievali contengono passi dedicati a giustificare la scelta di scrivere di storia. Sono in genere note in cui si insiste sulla necessità di consegnare alla scrittura il ricordo dei fatti, ma in qualche caso compaiono motivazioni più specifiche che rimandano alla committenza oppure richiamano episodi della vita dell'autore in cui è maturata la vocazione a storico. I saggi di questo volume analizzano opere composte in tempi e luoghi diversi per provare a cogliere le modalità attraverso cui gli storici del medioevo hanno spiegato le ragioni che li hanno indotti a dedicare tempo, fatica e impegno alla stesura di testi dalle caratteristiche particolari che non rientrano nei canoni della letteratura o della trattatistica e la cui stesura non prevede una specifica formazione. -
Il diritto alla città. Roma nel Settecento
Dal momento che funzione basilare della città è favorire gli incontri, questo libro indaga sul ""diritto alla città"""", cioè sul diritto delle persone a muoversi liberamente attraverso lo spazio urbano senza correre il rischio di essere arrestati, aggrediti, vilipesi. Il libro coniuga la ricerca d'archivio con l'uso dell'informatica per misurare la dimensione degli spostamenti e la frequenza con cui le strade venivano percorse. Diversamente da oggi, la città si caratterizzava per una certa promiscuità sia dell'abitare sia delle attività lavorative, ma muoversi per lavoro o per altre attività comportava scelte diverse. Il movimento intra-urbano era influenzato dalla presenza di forti poli di attrazione ma anche dalla sedimentazione storica della griglia viaria, con i suoi pieni e i suoi vuoti. La città del Settecento ha molto da dire a quella di oggi."" -
Una giovane attrice intelligente. Lettere di Lucia Sarzi (1938-1940)
Il nome e l’attività antifascista di Lucia Sarzi sono ben noti a chi ha letto ""I miei sette figli"""" di Alcide Cervi o ha visto """"I sette fratelli Cervi"""" di Gianni Puccini. A lei si deve molto del radicamento della rete clandestina che, tra case di latitanza, antifascisti e partigiani, rese possibile la Resistenza in Emilia. Attrice itinerante, giovanissima (era nata l’8 novembre 1920) entrò in contatto con i comunisti di Parma nell’estate 1940; nel novembre 1941 la famiglia Cervi scoprì lei e il suo pensiero antifascista grazie, appunto, al Teatro in cui recitava; nel 1943 accompagnava Giorgio Amendola nel suo percorso clandestino nel nord Italia e collaborava alla stampa e alla diffusione de «l’Unità». Le lettere che Lucia si scambiò con un gruppo di giovani di Lentate sul Seveso fra la fine del 1938 e l’inizio del 1940, conservate all’Archivio centrale dello Stato perché sequestrate dalla polizia, ci aiutano a comprendere la formazione culturale e politica di una ragazza di 18-19 anni e a collocare in quei mesi le radici del suo antifascismo e della sua attività clandestina."" -
Il patriarcato di Aquileia. Identità, liturgia e arte (secoli V-XV)
Gli autori dei diciassette saggi contenuti in questo volume si interrogano, da punti di vista diversi e complementari, sulla genesi, lo sviluppo e le specificità distintive del patriarcato di Aquileia in epoca medievale, inteso come caso studio ideale. Il patriarcato costituisce infatti un osservatorio privilegiato per esaminare dinamiche identitarie complesse, in virtù di caratteristiche comuni che lo contraddistinguono come entità territoriale: la pretesa origine e autorità apostolica della Chiesa aquileiese; l'ambivalente natura della figura istituzionale del patriarca, che era non solo capo spirituale ma anche politico della diocesi; la sua vasta estensione geografica, sovranazionale, che comprendeva numerose regioni, e univa popoli che parlavano lingue diverse e avevano differenti origini storiche ed etniche, così come molteplici usi e tradizioni. L'arte e la liturgia, il culto dei santi, la promozione di figure esemplari, le commissioni illustri sono qui esaminati come agenti e simboli nella creazione di un patrimonio diffuso. Ne emerge un mosaico complesso e sfaccettato, in cui l'identità non è un blocco monolitico ma un prisma cangiante. -
Il Liber Alexandri Magni. Volgarizzamento dell'Historia de preliis (Venezia, Biblioteca Marciana, It. VI.66). Ediz. critica
Il Romanzo di Alessandro, testo greco di controversa datazione, attribuito falsamente allo storico Callistene, traspone la vicenda storica di Alessandro Magno su un piano mitico e allegorico e contribuisce a plasmare l'immagine del condottiero macedone come modello archetipico della sovranità, della sete di conoscenza e della ricerca del limite. L'Historia de preliis, che del romanzo greco è multiforme e fortunatissima traduzione latina, è forse il principale canale attraverso cui il mito letterario di Alessandro giunge e si irradia nel Medio Evo europeo. Il testo di cui si dà per la prima volta l'edizione è uno dei più completi e interessanti volgarizzamenti italiani dell'Historia de preliis: un testimone prezioso che illumina le modalità della circolazione nella penisola del mito alessandrino. Lo studio prende in analisi l'opera lungo un doppio asse: quello ""orizzontale"""", in relazione alle altre traduzioni italiane superstiti (tutte, o quasi, inedite); e quello """"verticale"""", in rapporto al modello latino - coacervo testuale che proprio grazie a un inedito sguardo a partire dalla tradizione volgare assume, à rebours, una nuova e inattesa leggibilità."" -
Biagio Rossetti secondo Bruno Zevi
Il volume riunisce due iniziative sul rapporto tra l'architetto ferrarese Biagio Rossetti, di cui nel 2016 ricorreva il cinquecentenario della morte, e lo storico dell'architettura Bruno Zevi, che nel 2018 avrebbe compiuto cento anni: una mostra, ospitata nella sede della Fondazione Bruno Zevi a Roma, e un convegno, svoltosi nel salone d'onore di Palazzo Tassoni a Ferrara, riuniti sotto il comune denominatore Biagio Rossetti secondo Bruno Zevi. Se la mostra aggiorna e rivisita quella eretica del 1956 - Identità di Biagio Rossetti, tenutasi nel Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara - curata da Zevi e allestita da Valeriano Pastor, il convegno riflette sul rapporto tra lo storico e la sua città di elezione. Entrambe le iniziative ci guidano a «saper vedere Biagio Rossetti» e la sua Ferrara Nova che, grazie a quel filtro critico, sarebbe diventata la sorprendente metafora della città storica a misura di una diversa e altrimenti possibile contemporaneità. -
Le ferite della Francia. Ossessioni identitarie, radicalismo islamico, rivolte sociali
Il tema del declino, del malessere, dell'infelicità della Francia ha ormai una lunga tradizione nel dibattito pubblico francese. Questo topos/profezia riproposto ossessivamente non può che stupire l'osservatore italiano, consapevole della migliore situazione - secondo gli indici di natalità, alfabetizzazione, debito pubblico - del vicino d'oltralpe. Chi sono i protagonisti di questa narrazione fortemente ideologica? Quale ruolo assume, al suo interno, l'uso della storia nazionale e la denuncia di un suo continuo ""tradimento""""? Il volume vuole rispondere a questi interrogativi attraverso l'analisi dei passaggi cruciali e degli elementi nuovi che hanno attraversato la recente storia francese, dal movimento Nuit debout, alla questione del radicalismo islamico e del terrorismo, alla rottura rappresentata dall'esplosione della rabbia sociale alla quale il movimento dei Gilets jaunes ha dato voce nelle sue discese in campo del sabato, dall'autunno del 2018."" -
Le uniformi della Repubblica. Esercito, armamenti e politica in Italia (1945-1949)
La fine della Seconda guerra mondiale, l'instaurazione di uno Stato democratico e l'entrata in vigore della Costituzione repubblicana posero una sfida inedita al nuovo esercito italiano ricostruito dopo il 1945. Il confronto con la classe politica antifascista che aveva un atteggiamento diffidente nei confronti del mondo militare - tanto che cercò, durante gli anni immediatamente successivi alla guerra, pur nel rispetto dell'autonomia, di controllarlo - sarà caratterizzato da una sfiducia crescente da parte di entrambi. Sarà solo il difficile cammino per l'inserimento dell'Italia nella Nato a far emergere un rinnovato ruolo degli alti ufficiali dell'esercito, che si rivelerà decisivo per la scelta atlantica del Paese. Attraverso l'analisi di documenti di archivio italiani e statunitensi, della stampa di partito e di opinione e di una vasta bibliografia, il volume offre un quadro del complesso rapporto tra politici e militari in un periodo così importante della storia italiana.