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Giannettino Doria. Cardinale della Corona spagnola (1573-1642)
Giannettino Doria, cardinale della Corona spagnola, incarna il profilo internazionale tipico di un ecclesiastico diviso tra plurime lealtà politiche, nel contesto delle trasformazioni che tra XVI e XVII secolo coinvolsero la Monarquía católica degli Asburgo e la Santa Sede. Il libro ne ricostruisce le origini genovesi, l'orgogliosa appartenenza familiare, la lunga formazione spagnola e le complesse negoziazioni della promozione cardinalizia, per poi illuminare le relazioni di potere, le frustrate ambizioni di carriera nella Curia romana e le scelte politiche e pastorali, improntate a una gelosa difesa della sua reputazione e giurisdizione, che scandirono la sua seconda vita in Sicilia come arcivescovo di Palermo e viceré ad interim. Dall'analisi di un'ampia geografia di fonti emerge una figura assai più complessa rispetto alle ricostruzioni agiografiche finora prevalenti, legate al suo protagonismo nell'invenzione del culto di Santa Rosalia e nella liberazione dalla peste del 1624. -
Il pluralismo culturale. Un dibattito americano (1915-1916). Con due saggi di Randolph S. Bourne e Horace M. Kallen
I due saggi qui proposti, scritti da Horace M. Kallen e Randolph S. Bourne nel 1915 e 1916, gettarono le basi per una riflessione sulla complessa situazione internazionale di inizio Novecento. La guerra, che trovava le sue immediate cause nel nazionalismo, nell'imperialismo e nelle rivendicazioni territoriali, aveva avviato una transizione storica che stava coinvolgendo il mondo intero. Negli Stati Uniti si aprì un dibattito che coinvolgeva anche il tema dell'immigrazione e della possibilità di inclusione dei nuovi arrivati. In una ""nazione di molte nazioni"""" era necessario trovare la giusta misura di una convivenza politica e sociale in grado di far superare gli steccati di appartenenza senza annullare le diverse identità e tradizioni culturali. Quel dibattito è ancora attuale e si è rinnovato nella riconsiderazione del fenomeno delle migrazioni, del multiculturalismo e della convivenza sociale."" -
Del Santo Uffizio in Sicilia e delle sue carceri
Sulle pareti di uno spoglio edificio carcerario palermitano - all'interno del complesso monumentale dello Steri, tra il 1601 e il 1782 sede dell'Inquisizione spagnola - i prigionieri hanno graffito, disegnato, scritto nomi, date, preghiere, salmi, poesie, santi, imbarcazioni e battaglie navali. In questo volume, l'autrice ricostruisce innanzitutto la storia del Santo Uffizio in Sicilia: dall'introduzione del tribunale (con i suoi numerosi conflitti di giurisdizione con le altre magistrature isolane, le autorità ecclesiastiche, il parlamento e il viceré) al suo funzionamento, dai tipi di reati perseguiti alle pene comminate a conversos, cripto-musulmani, protestanti, preti sollecitatori, bigami, concubini, sodomiti, bestemmiatori, negromanti e streghe. Di questa vicenda bisecolare, graffiti, disegni e scritte sono una testimonianza eccezionale, che consente di leggere in filigrana le devozioni personali dei prigionieri, le loro convinzioni in materia di fede, la loro concezione della giustizia, della colpa, del perdono e di illuminare di luce nuova, grazie alla particolare chiave di lettura, la storia dell'Inquisizione in Sicilia e dei suoi contestatori. -
I Gonzaga fuori Mantova. Architettura, relazioni, potere
Nonostante gli interventi architettonici promossi dalla famiglia Gonzaga durante l'età moderna si concretizzino in uno scenario che va ben oltre i confini dello Stato mantovano, la loro committenza è stata prevalentemente osservata restando entro i confini della corte padana. Come si manifestano il mecenatismo e la presenza dei Gonzaga fuori Mantova? Quali figure promuovono la circolazione di idee e modelli nei territori lontani dal centro del loro potere? Attraverso sette contributi che indagano vicende avvenute tra gli inizi del Quattrocento e i primi decenni del Seicento, nel presente volume si cerca di rispondere a questi interrogativi considerando una geografia che spazia tra diversi centri della penisola, con l'obiettivo di offrire una nuova interpretazione del profilo dei Gonzaga come committenti. -
I segni della fine. Storia di un predicatore nell'Italia del Rinascimento
Il 18 dicembre 1513, dal pulpito di Santa Croce, il predicatore Francesco da Montepulciano profetizzò una serie di sciagure che avrebbero colpito Firenze. L'episodio impressionò i contemporanei, afflitti da guerre ed epidemie, ma è stato ridotto dalla critica a un'eco delle idee di Girolamo Savonarola. Grazie a una ricerca di prima mano su documenti e manoscritti, Michele Lodone mostra il peso di una tradizione diversa, e il rifiorire di attese apocalittiche coltivate per secoli ai margini dell'ordine francescano. Le varie emozioni di chi ascoltò la predica (paura, preoccupazione, scetticismo) consentono all'autore di illuminare in modo originale la parzialità e soggettività di ogni testimonianza. Seguendo le tracce di Francesco attraverso fonti disparate, il libro mostra l'evoluzione di un uomo che, prima di trasformarsi in profeta, era stato eremita e predicatore di pace, e aveva tentato, alla vigilia della Riforma che divise il mondo cristiano, di riformare almeno se stesso e i propri compagni. -
Governare la Lombardia carolingia (774-924)
Prendendo spunto dalla Lombardia, intesa in un’accezione geografica più larga di quella odierna, il volume indaga il governo carolingio in Italia, lungo un arco cronologico che si spinge oltre il tradizionale limite rappresentato dalla morte di Carlo III (888), per giungere fino all’assassinio di Berengario, nel 924, vero turning point per le strutture politiche del regnum. Si analizza qui nel dettaglio la storia politica attraverso l’interpretazione del “paesaggio documentario” lombardo, ripercorrendo le reti di relazioni mediante le quali il potere regio e imperiale si proiettava sul territorio – soprattutto tramite un articolato universo di “ufficiali”. L’autore riesce così a ricostruire e definire il ruolo del fisco regio e degli spazi di rappresentazione dell’autorità carolingia, tra assemblee, città e palatia rurali. -
Le vittime italiane del nazionalsocialismo. Le memorie dei sopravvissuti tra testimonianza e ricerca storica
Oltre cento videointerviste a italiane e italiani sopravvissuti alla violenza nazista e fascista negli anni dell'occupazione tedesca - ebrei, deportati politici, internati militari, lavoratori coatti, partigiani - sono il frutto di un progetto di ricerca finanziato dal Fondo italo-tedesco per il futuro e realizzato presso il Dipartimento di Scienze politiche, giuridiche e studi internazionali dell'Università di Padova. Ogni intervista rappresenta un patrimonio prezioso e unico di memoria, che racconta le esperienze vissute da persone travolte dalla violenza della guerra e dalle politiche criminali di repressione e sterminio del nazifascismo. Non solo dunque una delle ultime occasioni per dare voce alle vittime, ma anche una grande opportunità di approfondimento e analisi scientifica affidati ai più qualificati contemporaneisti. A partire dai materiali raccolti, il volume propone una riflessione sulla figura e il ruolo del testimone, sulle interazioni fra memorie individuali, familiari, locali e memoria pubblica nazionale relativa alla seconda guerra mondiale. -
Un gioco da ragazzi. La fisica diversa di via Panisperna nei ricordi di Gian Carlo Wick
Tornata d'attualità durante la pandemia di Covid-19, la difficile comunicazione tra esperti e pubblico costituisce un problema di lungo corso, con cui in passato si sono misurati scienziati illustri. Uno di questi è Gian Carlo Wick (1909-1992), il meno noto dei «ragazzi di via Panisperna», che al termine della carriera volle narrare in una serie d'interventi l'avventura del gruppo di Fermi e l'epopea della fisica nel Novecento. I testi raccolti in quest'antologia offrono un esempio virtuoso di divulgazione, unendo al rigore scientifico la capacità di spiegare con parole comprensibili ai non iniziati il miracolo della «fisica diversa» che, praticata con modestissime risorse finanziarie, fece di via Panisperna un centro di ricerca di livello internazionale. -
È inutile avere ragione. La cultura ""antitotalitaria"" nell'Italia della prima Repubblica
Il volume ripercorre i temi, i riferimenti politici e ideali, le iniziative culturali ed editoriali e infine il declino della cultura ""antitotalitaria"""" in Italia nei trent'anni successivi al secondo conflitto mondiale. Cultura """"antitotalitaria"""", non meramente """"antifascista"""", perché il variegato arcipelago politico-culturale qui analizzato coniuga un radicato antifascismo - testimoniato da una ventennale opposizione al regime - con un altrettanto radicato anticomunismo. Allo stesso modo dei liberali pensavano i cattolici della generazione degasperiana, i socialisti democratici e riformisti e gli intellettuali appartenenti alla tradizione repubblicana, nella convinzione che l'esperienza fascista fosse morta per sempre e che il vero problema delle democrazie del dopoguerra fosse la lotta contro il mondo comunista, non solo là dove ormai era già """"sistema"""", ma anche nelle sue propaggini occidentali. Il libro cerca anche di analizzare le cause che portarono negli anni Sessanta al declino di questa costellazione culturale e quelle che hanno impedito un suo sostanziale recupero dopo il 1990, quando la storia del Novecento sembrava averle dato ragione."" -
La democrazia dei populisti tra Europa e Americhe
Negli ultimi anni si è discusso molto di populismo e di populisti, spesso enfatizzandone il carattere antidemocratico e proponendo inefficaci analogie con gli anni Trenta e i fascismi. Attraverso gli strumenti della teoria e della scienza politica, delle scienze storiche e sociali, i diversi saggi qui raccolti pensano il populismo in rapporto alla democrazia, gettando luce sulle differenze tra fascismi e populismi, sul nesso tra populismi e neoliberismi, sulle varie culture e pratiche populiste dall'America settentrionale e meridionale all'Europa orientale, fino all'Italia. -
Il porto franco di Messina nel lungo XVIII secolo. Commercio, fiscalità e contrabbandi
Istituzione economica contraddittoria e complessa in un Mediterraneo dominato da competizioni mercantilistiche, il porto franco deve tenere insieme libertà e privilegio, vantaggi per il fisco e per i mercanti, essere un entrepôt del commercio estero e favorire il commercio attivo dello stato. In una rete presto globale, e a fronte di un modello indiscusso, Livorno, Messina ottiene il porto franco a fine Seicento, e durante il lungo Settecento tenta di farne il volano del suo rilancio. Col succedersi di ripetuti stati di guerra, un assedio, una pestilenza, un terremoto e un avvicendarsi vorticoso di dinastie, il porto franco di Messina si misura con gli altri porti franchi e le trasformazioni dei commerci mediterranei. Scontando limiti fiscali e un rapporto non risolto con le capitali, Palermo e Napoli, dà spazio a contrabbandi e a intrecci di interessi di governanti, consoli, autorità doganali, e dei mercanti che ne utilizzano le opportunità pur lamentandone le mancanze. -
Storica (2020). Vol. 77: Disastri. Alessandro Fontana.
«Storica» è una rivista fondata in Italia nel 1995, che accoglie contributi, oltre che in italiano, in inglese, francese e spagnolo. La rivista vuole essere un luogo di discussione sulla natura, le regole e le finalità della storiografia, aperto a tutte le discipline interessate alla riflessione sul passato. «Storica» pubblica tre tipi di testi: saggi veri e propri (nelle sezioni Primo piano e Filo rosso), discussioni a proposito di uno o più libri (Questioni) e ampie recensioni critiche (Contrappunti). I saggi sono sottoposti a peer review. -
Lotte di parte. Rivolte di popolo e conflitti di fazione nelle guerre d’Italia (1494-1531)
Nonostante i molti studi comparativi sulle guerre d'Italia del primo Cinquecento, un tema è passato di moda senza aver ricevuto la debita attenzione: i conflitti interni alle città e in generale alle comunità, che in molti casi sfociarono in esiti violenti, in rivolte cetuali e in conflitti di faida, coinvolgendo non solo le oligarchie, ma anche soggetti normalmente distanti dalla partecipazione diretta alla vita politica. Le guerre e la presenza degli eserciti d'oltralpe nella penisola italiana misero in moto e favorirono conflitti interni nella Terraferma veneta, in Lombardia, a Brescia, a Padova, a Cremona, nella Patria del Friuli, a Bologna, a Pisa, a Genova, nell'area di Urbino e a Roma. Il libro si occupa di alcuni di questi conflitti, indagando da un lato la conflittualità cetuale, che si espresse nelle molte ""rivolte di popolo"""", e dall'altro gli scontri di fazione, che spesso culminarono nel fenomeno degli esili o nelle pratiche di pacificazione."" -
Vestizioni. Codici normativi e pratiche religiose
Il tema delle vestizioni ha origini lontane nel tempo e diversificate nella loro radice disciplinare. Sofia Boesch Gajano e Francesca Sbardella hanno impostato una riflessione collettiva volta a individuarne la centralità per la storia sociale, istituzionale, culturale. L'intento è stato quello di focalizzare l'attenzione sull'atto o sulla pratica del ""vestire qualcuno"""" - un atto correlato a quello opposto dello svestire - o del """"vestire qualcosa"""" di inerte (un manichino, una statua, un pezzo di pietra), da considerare al tempo stesso come azione devozionale e come processo di attribuzione di valenza """"sacrale"""". Consapevoli delle molteplici declinazioni storiche e storiografiche della problematica, le curatrici del volume hanno circoscritto l'analisi all'ambito storico-religioso della cultura cristiana, senza escludere le interazioni con culture """"limitrofe"""", sia alle origini che nel corso della sua storia. All'interno delle possibili declinazioni del termine """"vestizione"""", hanno orientato la riflessione comune sulla dialettica fra norma e pratica."" -
Selve oscure e alberi strani. I boschi nell'Italia di Dante
Elemento centrale della vita delle società umane nell'età medievale, le ""selve oscure"""" di dantesca memoria potevano essere usate come potenti metafore letterarie, ma rappresentavano anche spazi ecologici, nicchie di biodiversità, risorse economiche e oggetti di tutela giuridica. Per questo si propongono quale luogo per eccellenza di dialogo interdisciplinare. Le ricerche qui raccolte presentano alcuni dei molteplici approcci possibili allo studio dei boschi nell'Italia dei secoli XIII e XIV, coinvolgendo storici e storiche della letteratura e dell'arte, della cultura e della società, dell'economia e delle istituzioni, nonché studiosi e studiose di botanica, archeologia e paleobotanica."" -
Ricostruire la città eterna. Infrastrutture, topografia e saperi nella Roma del Cinquecento
Tra la catastrofica inondazione del Tevere del 1557 e la morte del ""papa ingegnere"""" Sisto V nel 1590, la città di Roma venne trasformata da un'intensa attività edilizia e da progetti ingegneristici di ogni tipo. Il volume conduce il lettore fra le strade e le piazze della Roma del tardo Rinascimento, ricostruendo i saperi e le pratiche che vi presero forma e analizzando i processi e le principali figure implicate nei progetti infrastrutturali: fognature, riparazione dei ponti, prevenzione delle inondazioni, costruzione degli acquedotti e di nuove strade rettilinee, fino allo spostamento degli antichi obelischi egizi portati in città ai tempi dell'Impero. Il ritratto di Roma nella prima età moderna tracciato dall'autrice mette in luce i rapporti di intenso scambio tra figure di estrazione diversissima, che si confrontavano sui grandi problemi ingegneristici e infrastrutturali: medici, amministratori, giuristi, cardinali, papi ed ecclesiastici dialogavano con pittori, scultori, architetti, stampatori e altri professionisti per far rivivere la Roma antica e ricostruire la città moderna."" -
Roma capitale. La città laica, la città religiosa (1870-1915)
Ideato per la ricorrenza del 150° anniversario dell'unione di Roma all'Italia, il volume si propone di ripensare ciò che la breccia di Porta Pia significò e comportò nel contesto storico, politico e culturale della capitale, dell'Italia e dell'Europa dal 1870 allo scoppio della Prima guerra mondiale. Alla luce dei più recenti orientamenti storiografici, un'équipe d'illustri studiosi, italiani e stranieri, propone dunque ricerche inedite sull'organizzazione politico-amministrativa della nuova realtà urbana, concentrandosi in particolare sui rapporti con la Chiesa, sulle dinamiche tra i diversi corpi sociali, sulle strategie e sui processi di affermazione dei ceti dirigenti, nonché sulle rispettive forme d'integrazione nella realtà di quella che per secoli era stata la città del papa. -
Anarchismo e volontariato in armi. Biografie e traiettorie di combattenti transnazionali
Questo volume offre una riflessione sulla lunga e complessa relazione tra il movimento libertario italiano e il fenomeno del volontariato in armi, andando oltre il ruolo universalmente noto degli anarchici durante la guerra civile spagnola o le resistenze europee, e collocando queste esperienze in una prospettiva di lunga durata che parte dalla seconda metà dell'Ottocento e passa dalle evoluzioni del garibaldinismo, dal passaggio della Prima guerra mondiale e dagli anni della lotta antifascista. Viene così offerta al lettore una innovativa chiave di interpretazione di un nodo storiografico ancora non del tutto risolto: quello del rapporto tra anarchismo e violenza. -
Donne e povertà nell'Europa mediterranea medievale. Ediz. italiana, francese e spagnola
Vedove e immigrate, lavoratrici e schiave, religiose e criminali: i molti volti delle donne povere nel Medioevo tra Spagna, Francia e Germania sono presentati in questa raccolta di saggi, con un'attenzione particolare verso i drammatici fattori di vulnerabilità della condizione femminile (inferiorità sociale, tutele familiari, discriminazioni di genere), ma anche verso il tenace desiderio di resistenza e riscatto che animava queste figure. -
Incunaboli a Cagliari
Questo volume contiene la descrizione di 214 incunaboli conservati a Cagliari nella Biblioteca Universitaria e nelle biblioteche dei Cappuccini di Sardegna, del Seminario Arcivescovile e della Pontificia Facoltà Teologica. Come già negli altri volumi di questa collana, la descrizione degli esemplari viene proposta in una veste arricchita dal metodo convenzionalmente utilizzato per la descrizione dei manoscritti, che prevede l'esame dell'incunabolo in quanto oggetto degno di studio di per sé, non soltanto come testimone di un'edizione. Nelle collezioni cagliaritane rivestono particolare importanza gli esemplari, tutti molto rari, stampati nelle officine tipografiche iberiche, da mettere in relazione con il legame politico-istituzionale della Sardegna con la corona catalano-aragonese, poi di Spagna, durato oltre quattro secoli.