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Fluire. Taccuino del viaggio
Tredici testi di prosa poetica in cui l'anima viaggia nei quartieri della quotidianità con una cartina emozionale variegata e un cuscino sonoro di suoni naturali e artificiali uniti alla musica classica d'autore. Una polifonia di versi, temi e suoni che conduce il lettore verso sentieri interiori già noti e altri inediti. Prefazione di Giuseppe Marzotta e postfazione di Sara Talarico. -
Un incredibile giro del mondo
Ci sono persone che trascorrono tutta la vita a cercare la ""gioia piena"""" senza mai afferrarla davvero, perdendosi tra delusioni e traguardi evanescenti. E poi ci sono persone che a un certo punto decidono di mettersi in gioco per trovare il tassello mancante e raggiungere la felicità. Come Chiara, schiacciata da una vita mediocre, monotona e priva di stimoli, con una relazione che non la appaga e un lavoro senza prospettive. Nella sua mente pian piano si fa strada il pensiero di partire alla ricerca di qualcosa che colmi il suo vuoto interiore..."" -
Eteroritratto. Vol. 2
Non bastano poche righe per descrivere la complessità di questo romanzo, un'opera che ha impiegato anni a venire alla luce, depredando l'autore del suo intimo più profondo. Al lettore che vorrà cimentarsi nella lettura di Eteroritratto, parrà di addentrarsi nella fitta vegetazione di una foresta, muoversi di ramo in ramo, passare per le cime frondose da un racconto a un altro, lo sguardo che spazia nel vasto orizzonte, cogliendo, grazie alla raffinata capacità descrittiva della mutevole voce narrante, i più minuziosi particolari della realtà che lo avvolge. Giovanni, Marco e Giulia, Diki, Quarantacinque, il vampiro icneumone, una moneta da 5 euro e tutti gli altri personaggi che popolano l'immaginario dell'autore entrano prepotentemente nel nostro immaginario, spalancando il nostro sguardo sugli abissi dell'anima, ove ricordi, promesse, rimorsi, sogni e impedimenti giacciono insieme. -
Il prezzo delle stelle
Rebecca è una ragazza brillante, saldamente ancorata ai tradizionali valori della vita. Coltiva un sogno che insegue fin da bambina, ma un bel giorno, il destino gliene presenta un altro, più potente del suo, che la metterà di fronte a una scelta: l'amore o la felicità. -
Gli occhi di nonna Liliana
«Hanno visto tante cose gli occhi di nonna Liliana, così tante, anzi troppe per due soli occhi». Età di lettura: da 5 anni. -
I teatri di Pasolini
Pier Paolo Pasolini è stato studiato da molti punti di vista, mettendo in risalto ora la produzione poetica, ora la prosa e la saggistica, ora la cinematografia e l’impegno politico nel leggere il suo tempo. Ma il suo teatro è stato in genere ritenuto dalla critica qualcosa di minore. Stefano Casi si propone in questo volume di sradicare tale interpretazione, mettendo in evidenza la centralità del teatro nel pensiero e nell’opera dello scrittore, partendo dall’adolescenza friulana vissuta alla ricerca di una drammaturgia sperimentale e di una lingua nuova che la potesse reggere. Al di là dell’analisi minuziosa degli scritti, anche giovanili, destinati dallo scrittore alle scene e a un riesame minuzioso degli allestimenti, il volume mette in evidenza – attraverso una fitta serie di carteggi, appunti, note a margine e documenti autografi spesso inediti – l’autentica vocazione teatrale di Pasolini, rovesciando un luogo comune della critica. Introduzione di Luca Ronconi. -
Hollywood Stardom. Il commercio simbolico della fama nel cinema hollywoodiano
Integrando abilmente gli studi relativi alle star con quelli relativi all’industria cinematografica, ""Hollywood Stardom"""" svela il legame indissolubile tra cultura e commercio nel concetto contemporaneo di """"stardom"""" cinematografica. Lo studioso di cinema Paul McDonald esamina lo stardom nell’industria cinematografica moderna, attraverso le carriere delle star di maggior prestigio o successo: George Clooney, Mel Gibson, Tom Cruise e Daniel Dey-Lewis, Tom Hanks, Will Smith e Julia Roberts. Le star sono intese come brand. Costruito con precisione accademica, """"Hollywood Stardom"""" offre un importante contributo agli studi cinematografici contemporanei e rappresenta il ruolo mutevole dello """"stardom"""" nella moderna industria cinematografica hollywoodiana."" -
Il teatro del futuro
Intorno al volgere del Diciannovesimo secolo, il pubblicista, critico d'arte, teorico del teatro e drammaturgo tedesco Georg Fuchs iniziò a sviluppare una propria teoria del teatro, nota soprattutto per il titolo programmatico del suo libro più famoso, La rivoluzione del teatro. L'autore vi proponeva un teatro profondamente anti-naturalistico e rituale, debitore delle grandi rappresentazioni sacre e volto a eliminare la separazione tra il pubblico e la scena per tornare a essere, come il teatro antico, una celebrazione festosa e condivisa. Il teatro doveva essere luogo d'elevazione collettiva e non di mero intrattenimento, né tantomeno specchio verosimile della realtà. Fuchs progettò nei dettagli l'edificio teatrale e diede indicazioni specifiche per la dimensione e l'allestimento di scena e anfiteatro. Il teatro del futuro, pubblicato nel 1905, rappresenta la prima teoria teatrale complessiva di Georg Fuchs. Costituisce, pur con qualche modifica, la base per La rivoluzione del teatro, pubblicato nel 1909. La traduzione tiene traccia di entrambi i testi, evidenziando corrispondenze e differenze, così da fornire ""due testi in uno""""."" -
L'ottobre teatrale (1918-1939). Ediz. ampliata
L’attività di Mejerchol’d nel periodo prerivoluzionario si divise tra i piccoli teatri sperimentali, dove portò avanti le sue ricerche sul movimento e sulle tecniche della commedia dell’arte, e i grandi teatri imperiali, dove diresse spettacoli celeberrimi come Don Giovanni di Molière o Un ballo in maschera di Lermontov. Aderì tra i primi alla rivoluzione del 1917 e cominciò subito la sua nuova linea di teatro politico («L’Ottobre teatrale», come lui stesso la definì) con spettacoli come Albe di Verhaeren e Mistero buffo di Majakovskij. Continuò la sua opera di regista rivoluzionario nel teatro che portava il suo nome: mise in scena classici (La foresta di Ostrovskij, Che disgrazia l’ingegno! di Griboedov, Il revisore di Gogol’) e contemporanei (II mandato di Erdman, L’ultimo decisivo di Viànevskij), suscitando ad ogni ‘prima’ polemiche furiose, attacchi e difese appassionate. All’attività di regista affiancò costantemente quella di insegnante, lanciando fra l’altro la famosa formula della biomeccanica, che accanto alle scenografie costruttiviste segnò un’epoca nel teatro immediatamente post-rivoluzionario. La prima parte del volume raccoglie gli scritti teorici, suddivisi in sezioni tematiche: interventi politici e polemici dei primi anni dopo la rivoluzione, scritti sull’arte dell’attore, sulla formazione e i compiti del regista e infine sull'edificio teatrale e la sua nuova struttura secondo le esigenze di uno spettacolo rivoluzionario. Nella seconda parte sono raccolti i materiali sugli spettacoli più noti o più documentati. Da questa serie di scritti, spesso del tutto inediti in Occidente, viene fuori una emozionante cronaca dal vivo: vent’anni di vita di un uomo che ha avuto un ruolo leggendario nella storia del teatro europeo del Novecento. Edizione riveduta e ampliata. -
Il sistema e l'eccezione. Taccuini, lettere, diari
La vita di Vachtangov fu una lotta col tempo e con la morte. Morì a trentanove anni, braccato da un male incurabile, costretto a frequenti interventi e a lunghe degenze in ospedali e case di cura. Nel tempo che restava, prove, spettacoli, lezioni a ritmo forsennato. Tuttavia, Vachtangov si afferma come uno dei grandi maestri della regia russa del Novecento, accanto a Stanislavskij, Mejerchol'd e Tairov. Entra al Teatro d'Arte di Stanislavskij e il maestro gli affida corsi di studio e lezioni di sperimentazione del suo ""sistema"""". Accanto all'attività nel Teatro d'Arte, Vachtangov lavora con entusiasmo alla creazione di uno Studio, questa volta composto da non professionisti. Con questo gruppo realizza alcuni tra gli spettacoli più importanti della sua carriera, ed elabora un nuovo stile dove la teatralità e il libero gioco della fantasia diventano fondamentali. Di questo regista leggendario restano l'arte e la gioia del fare teatro, rievocate nei suoi scritti (diari, taccuini, lettere) che, raccolti in questo volume, rappresentano per il lettore contemporaneo un'autentica miniera creativa."" -
Alberto Sordi
Alberto Sordi, ovvero sessant’anni di attività cinematografica e di costume di casa nostra. Il volume rende omaggio all’attore e all’uomo, con un saggio introduttivo-biografico e una lunga intervista. Il libro contiene anche uno studio a più facce sugli aspetti gestuali della personalità di Sordi e una completa filmografia della sua lunga carriera. Lo arricchiscono una serie di ‘testimonianze’ di critici, attori e registi: hanno dato il loro contributo Luigi Comencini, Alberto Lattuada, Nanni Loy, Enrico Montesano, Morando Morandini, Dino Risi ed Ettore Scola. La storia di un italiano in un viaggio attraverso alcuni generi di cinema, che sono anche i graffiti della nostra epoca. Uno dei classici della letteratura cinematografica, in una nuova edizione riveduta e ampliata. -
La figlia di Ibsen. Lettura di Hedda Gabler
Hedda Gabler, protagonista del dramma omonimo ibseniano, è uno dei personaggi più controversi dell’autore norvegese e di tutto il teatro europeo fine Ottocento. È una donna malata di estetismo, piena di paure e di nevrosi, che si uccide per non restare vittima delle trame da lei stessa ordite e per liberarsi dalla terribile noia in cui soffoca. Non potendo realizzare la bellezza di cui delira, esce di scena brutalmente, mentre le sopravvivono i protagonisti del mondo quotidiano, angusto, ipocrita e piccolo-borghese. Hedda è un’eroina antipatica, dunque, che brucia i libri agli scrittori suoi spasimanti e vede quale massimo rischio per lei l’ipotesi di restare incinta. Donna sterile per eccellenza, priva di futuro, patetica e impotente, questo personaggio consente nondimeno una critica radicale della società del suo tempo e del teatro che la rappresenta, divenendo una sorta di simbolo angoscioso della morte dell’arte (anche teatrale) nella cultura organizzata su basi di massa, testamento luttuoso sull’impossibilità di essere autori e attori tragici nel salotto della chiacchiera e dell’intrigo. Lo studio ripercorre tutta l’opera ibseniana, sezionandola per temi fissi e per archetipi, dall’eroe dell'ascesi all’eroe della caduta nei sensi, dalla Valchiria, divoratrice d’uomini, alla Ninfa Egeria, al contrario umile e febbrile ancella dell’intellettuale, ritrovando in Hedda Gabler una paradossale sintesi di tali ruoli e nel suo torbido rapporto col padre una metafora cifrata sul mistero della scrittura. -
Schermo delle mie brame
Attraverso testi che vanno dalla recensione al saggio teorico, ma legati fra loro da un filo rosso, quasi «frammenti di un discorso d’amore», Enzo Ungari ricostruisce in questo libro la storia del suo sodalizio con il cinema. ’Cinéphile‘ vorace e insaziabile, il suo rapporto con lo schermo si configura come una passione violenta e aberrante, che brucia sé stessa nel giro di dieci anni liberi e avventurosi. Nel buio delle sale della sua adolescenza come davanti alle immagini dei film della giovinezza e della prima maturità, le figure del Desiderio assumono le forme di una riflessione personalissima, mai vergognosa del piacere che la produce. Libro insieme autobiografico e critico, ’Schermo delle mie brame‘ si illumina di immagini lontane fra loro: Hollywood e le nuove ondate del cinema degli anni Sessanta, l’underground americano e il cinema d’animazione, road movies con gli anni Settanta e l’ ’expanded cinema‘, la scena industriale e quella del Super8, i film mai usciti in Italia e i generi deprezzati dalla critica idealista, come la fantascienza, l’orrore e il cinema pornografico. Vi si incontrano Hitchcock e Warhol, Antonioni e Disney, Resnais e Brakhage, Kubrick e Bargellini, Buñuel e Wenders, in una parata dove i mostri sacri del cinema internazionale stanno accanto a cineasti più anonimi, o meno conosciuti. Tutto nel segno di una lucida parabola personale, di un’amorosa follia. -
Fantasmi contro giganti. Scena e immaginario in Pirandello
Una compagnia teatrale fallita, che vaga fuori dalla Città, che l’ha praticamente espulsa, alla ricerca di nuovi pubblici. La dirige un’attrice, Ilse, ossessionata dai fantasmi del Poeta, che per lei si è suicidato, e del personaggio di Madre, del testo poetico che si ostina a voler recitare. Il gruppo si imbatte, nel suo peregrinare, in una strana Villa, nascosta tra i monti, abitata da mostruose ed enigmatiche creature che si danno, la notte, a pratiche esoteriche di magia e a giochi oniroidi, per esempio quello di vedere sui muri interni proiettati i prodotti allucinati delle proprie fantasie. I due mondi si contrappongono, si riconoscono, si fondono per un attimo. Poi la compagnia, inutilmente invitata a restare per sempre nel misterioso Ospizio, riprende il cammino, per andare a rappresentare la Poesia davanti ai giganteschi lavoratori della Città Nuova. Qui Ilse verrà sbranata. Questa è la fabula dei Giganti della montagna, testo mitico-allegorico, mai terminato da Pirandello, testamento incompiuto, pieno di catastrofiche intuizioni sul futuro del teatro nell’industria culturale e nella società di massa. Questo studio intende decifrare le ambiquità contraddittorie del testo, leggendolo come una formidabile metafora del percorso che dalla scena teatrale porta allo schermo cinematografico, non solo all’interno dell’opus pirandelliano, ma entro gli orizzonti tragici-normalizzati della società novecentesca dello spettacolo. -
La scuola delle scimmie
Tennessee, 1925. John Scopes, professore supplente di biologia, viene processato per aver violato una legge che vieta l’insegnamento della teoria di Darwin nelle scuole di stato. Italia, 2015. Un professore di scienze naturali torna ad insegnare nel suo quartiere di origine. Ha idee innovative e se la dovrà vedere con la rigidità conservatrice di una Preside che non tollera un approccio alla religione in chiave evoluzionistica. Lo spettacolo è un dialogo tra i fondamentalismi di due epoche lontane nel tempo ma più vicine di quanto s’immagini, messe a confronto con spiazzante ironia da Fornasari che ancora una volta s’ispira, come già con N.E.R.D.s - sintomi, Il Turista e La prova, alla realtà che ci circonda. Contributi di Lluis Pasqual. -
Lettere
Quella di Strindberg fu una vicenda umana psicologicamente lacerata, ricca di intensi e complessi rapporti sentimentali e intellettuali. Franco Perrelli propone qui una biografia del grande scrittore e drammaturgo svedese presentando e commentando allo stesso tempo una scelta di centosettantasei lettere tratte dal suo immenso epistolario e finora inedite nel nostro paese. Nella lettura di questa corrispondenza con i familiari, gli amici, altri intellettuali (fra cui anche Nietzsche e Gauguin), si osserva l’affiorare di una sensibilità spasmodicamente attenta alle sottili sfumature dei rapporti umani (il contrasto e la lotta fra i sessi, il fondamento primitivo e brutale della personalità umana), la tensione costante verso l’elaborazione di una scrittura che, aperta alle suggestioni delle avanguardie artistiche del primo decennio del Novecento, cerca di liberarsi dalle pastoie e dai vincoli dello stile di fine Ottocento per costruire una diversa maniera espressiva e cogliere il reale nella narrazione e sulla scena. -
Cous Cous Klan
In un mondo distopico dove l’acqua è stata privatizzata e le sorgenti idriche sono militarizzate, una piccola comunità di senzatetto, in una periferia degradata, combatte la sua tragicomica lotta per la sopravvivenza: un ex prete nichilista e depresso, un giovane sordomuto e irrequieto, una donna obesa e con un occhio solo, un immigrato musulmano che per vivere seppellisce rifiuti tossici, un piccolo borghese rimasto senza casa e una ragazza ribelle e indomabile. Una sgangherata commedia umana, tenera ed esilarante, ambientata in un universo fatto di confini, recinzioni, telecamere di sicurezza, diseguaglianze sociali, conflitti razziali, che assomiglia molto al nostro (peggior) futuro… -
The Yalta Game
Scritto da Friel nel 2001, The Yalta Game è una rielaborazione del celebre racconto di Anton Čechov La signora col cagnolino. Fulcro della narrazione è la gabbia sociale in cui due personaggi – Dimitri e Anna, entrambi infelicemente sposati – si trovano rinchiusi. Si incontrano in vacanza, si innamorano ma devono tornare alle proprie vite e per questo si lasciano. All’interno di una trama ordinaria, Čechov inserisce un guizzo geniale, il tema da cui prende spunto il testo di Friel. Il «gioco di Jalta» creato da Friel è proprio questo: inventare le vite degli altri, per arricchire la propria. Il problema può nascere quando il confine tra il gioco e la vita reale si assottiglia sino a svanire. E se anche la breve ma appassionante storia d’amore fosse stata anche quella parte di un’invenzione, di un gioco immaginario? -
Vedere non vedere
Una raccolta di opere teatrali: otto anni di lavoro teatrale e drammaturgico della coppia. Le opere sono attraversate dal filo poetico del dubbio e della crisi che l’essere umano vive nell’epoca attuale, l’epoca dell’insicurezza. Il grande riferimento è l’Amleto shakespeariano i cui dubbi sono rivisitati in chiave contemporanea. «Vedere o non vedere. Affrontare con coraggio la realtà che mi circonda e mi spaventa o tenere tutto quanto ben nascosto dietro un velo che mi copra gli occhi e mi impedisca di soffrire?» È ciò che si chiede il protagonista del testo dedicato a Domenico Modugno, ’Io provo a volare‘. «Avere o non avere» è l’interrogativo di ’In fondo agli occhi‘, sintomo della crisi di una società consumistica che conduce al fallimento. «To be or Fb» è il dubbio che attanaglia il protagonista di ’Amleto take away‘, riflessione amara e ironica sulla contemporaneità. Tutti i testi affrontano la tematica del conflitto che l’individuo ha con sé stesso e con la realtà che lo circonda: un teatro che interroga il presente e che in maniera ironica e metaforica ne evidenzia storture, paradossi, ossimori e contraddizioni. -
Mete
In uno spazio qualunque di un tempo qualunque, due bambini fanno un gioco. Nel gioco assumono tante forme, tanti colori, tante dimensioni, età, nomi e identità. Alternandosi in continue metamorfosi, si inseguono, si accavallano, si sollevano, si innamorano, poi si spaventano e allora si odiano e allora si prevalgono e allora si detestano e si allontanano e si uccidono. Attraverso un gioco tra due bambini due attori due esseri umani, il testo si interroga su cos’è che succede quando si incontra l’altro, su com’è che succede che si risponde all’altro mai in termini di responsabilità, su quand’è che succederà di interrompere la regola prima di te ci sono io.