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Skull Face
In preda a sogni deliranti causati dall'hashish, Stephen Costigan si sveglia nel Tempio dei Sogni di Yun Shatu, una delle tante fumerie della città di Londra. Ormai abbandonato alla sua dipendenza, nei suoi incubi viene continuamente tormentato da un'inquietante creatura con la faccia a forma di teschio. Ma quando il denaro per pagare la droga finisce, Stephen è costretto a lavorare per il magnate della fumeria nella speranza di continuare ad avere le sue dosi: la stessa entità antica che infesta i suoi sogni lisergici e vuole trascinarlo in un complotto occulto che mira a distruggere tutta la società occidentale. -
Erotophonophilia
Il fumettista di dubbia abilità e certa scarsa fama, Francesco Mana, trasferitosi nel Chianti, si lascia trascinare nella storia, ancora oggi irrisolta, che più di cinquant'anni prima aveva insanguinato i boschi collinari che circondano Firenze, e decide di sfidare se stesso scrivendo un libro. Mentre si immerge nell'oscurità della sua ricerca, avvolto dalla notte di una provincia dai segreti incestuosi e squallidi, frastornato dalla quantità di materiale, dalla quantità e qualità dei protagonisti e delle comparse che ruotano intorno alla vicenda, ingarbugliandola in un'inestricabile matassa, qualcuno decide di aggiungere sulle spalle di Francesco un carico in più, uccidendo le persone a lui vicine e sfidandolo a oltrepassare il limite tra il bene e il male. Il dossier si mescola con il giallo, il presente si mescola con il passato. Gli omicidi irrisolti lasciano vagare gli assassini nei luoghi dei loro misfatti per sempre. Jack lo Squartatore camminerà per l'eternità nelle strade di Londra, così come ""Cicci"""" nelle campagne intorno a Firenze."" -
Pellucidar. Ciclo di Pellucidar. Vol. 2
Dopo il voltafaccia di Hooja, David Innes fa ritorno nel mondo interiore di Pellucidar, pronto a ricongiungersi con i suoi amici e la sua amata Dian. Ma Pellucidar è un mondo vasto e inesplorato e per ritrovarli David deve scendere a patti con i malvagi Mahar, concedendo loro l'unica cosa che può minacciare i popoli liberi del Cuore della Terra. Sarà disposto a offrire in scambio il libro segreto della razza tiranna per avere la possibilità di ricongiungersi con la resistenza umana? Tra azione, tradimenti, nuovi alleati e vecchi avversari, prende vita il secondo atto della saga di Pellucidar! -
Gli angeli di Barcellona
Una Barcellona vasta e cupa. Una terribile fatalità in un appartamento del Raval e una bambina in coma. Un grave incidente stradale, un ragazzo morto e suo fratello gravemente ferito. L'ambulanza, poi la Rianimazione pediatrica; un gruppo di amici e due madri distrutte dal dolore; una storia segreta di abusi infantili e una ragazza che non risponde mai al telefono. Questo è lo scenario in cui, in sole ventiquattro ore, scorrono davanti a noi le vite dei diversi personaggi che compongono il puzzle di questo romanzo. Sono gli angeli di Barcellona, che si muovono per le strade della città con le loro storie spezzate: angeli senza ali, che sfiorano la vita di altre persone, spesso senza rivelare la propria natura. Angeli che aiutano, commuovono, salvano, sorreggono e, a volte, volano via. -
Diario dello smarrimento
«Penso a tutti i libri che non sono stati scritti, alla grande storia della letteratura invisibile, rimasta ferma e muta in una morsa di stomaco, in uno struggimento che di colpo si fa paura, e poi solitudine, e poi corpi da abbracciare senza dire nemmeno niente». Un diario intimo, tanto più personale quanto condiviso e universale. Un memoriale nel quale lo scrittore lucano mette a nudo, senza veli, i suoi drammi e le sue gioie. Frammenti di una vita vissuta ad alta intensità emotiva che si ricompongono in un bilancio umano in cui la letteratura spinge il dito nella piaga dell'esistenza e diviene rivelazione del mondo. -
Tre lezioni sul romanzo
«Nella planimetria letteraria, il Romanzo - quello che è sempre stato chiamato con questo nome - ricorda certe lunghissime vie di molte grandi città, che pur mantenendo lo stesso nome cambiano volto e funzione a seconda delle zone che attraversano. Cominciano magari presentando un aspetto dimesso, confondendosi con tante altre strade simili, poi si trasformano nell'arteria principale della città, poi in vie secondarie per riacquistare magari la loro importanza ai limiti della città e mutarsi in autostrade». A condurci nella grande città-Romanzo, è lo scrittore Luca Doninelli, che, con queste ""Tre lezioni"""", ci porta dietro l'arazzo, in quel laboratorio teorico e pratico in cui lo scrittore annoda i suoi fili. Interrogandosi sulla natura della forma-romanzo, sul perché questa forma definisce un'epoca e perché è venuto un tempo in cui il Romanzo è diventato parte essenziale per la definizione e la comprensione dell'esperienza umana come tale. Con l'esempio, su tutti, nell'ultima lezione, del grande capolavoro manzoniano: I Promessi Sposi."" -
Quaderni di Inschibboleth. Vol. 11: Oscillazioni.
Quaderni di Inschibboleth è una rivista italiana di filosofia che accoglie lavori scientifici di giovani studiosi. -
Il pensiero. Rivista di filosofia (2019). Vol. 582: Diritto. L'invenzione della forma.
Saggi: M. Barberis, La forma del diritto. Formalismo giuridico e de-formalizzazione; E. Stolfi, Il rito e la form(ul)a. Contributo minimo a una genealogia della ragione giuridica; M. Donini, Iura et leges. Perché la legge non esiste senza il diritto; G. Carillo, Nomou bia(i). Note su Antigone; G. Petrarca, La doppia scrittura della legge di Mosè; F. Valagussa, Dare una regola. Il diritto tra determinatezza e decisione; E. Scoditti, Non solo forma: fenomenologia giudiziaria del diritto; F. Lijoi, «Quando il contenuto minaccia di far saltare la forma». Etica e diritto nella Rechtslehre di Hans Kelsen; G. Moro, Filosofia e diritto nel Vico di Benvenuto Donati. Contributo allo studio dell'idealismo nella cultura giuridica italiana di primo Novecento; N. Sánchez Madrid, Benessere vitale e sofferenza sociale: una proposta per la produzione di forme giuridiche a partire da R. Esposito e A. Honneth; A. Maceratini, Diritto e comunicazione: la forma del diritto nella teoria dei sistemi di Niklas Luhmann. Corsivo: G. Melillo, A proposito di giustizia e mito. V. Vitiello, Ricordo di Remo Bodei. -
Storia di Sciascia
La prima edizione di ""Storia di Sciascia"""" esce nel 1994 per Laterza. Salutata con entusiasmo da Luigi Baldacci sul Corriere della Sera, cambierà profondamente la storia della ricezione critica del grande siciliano. Riedito da Laterza nel 2004, con una premessa dell'autore riportata anche in questa nuova edizione, Storia di Sciascia si configurò prestissimo come un classico imprescindibile della critica italiana contemporanea. Classico che, 27 anni dopo, nell'anno del centenario della nascita di Leonardo Sciascia, non smette di essere contemporaneo, di farsi interrogare e di interrogarci. «Ne è venuto fuori uno Sciascia sottratto all'etichetta di superficialità giornalistica cui ancora, non di rado, lo si riconduce: quella dell'illuminismo. Nella convinzione, credo suffragata qui da una vasta mole di documenti, che gli stessi indici di razionalità e laicità della sua opera possano e debbano essere fortemente problematizzati. Per uno scrittore che fu profondamente suggestionato dai meccanismi inquisitoriali del Potere, dalla sua natura costitutivamente controriformistica: e che, sotto le rigorosissime arcate della sua ipotassi, sotto la limpida architettura della sua prosa, mi s'è rivelato come lo scrittore d'un suggestivo barocco mentale. Per non dire della questione del realismo, che lo ossessionò nelle vesti di lettore e interprete dei suoi conterranei, come perlustratore della «sicilitudine»: ed in effetti, scrittore della realtà quale fu, si trovò a sostenere, soprattutto negli anni ultimi, che la realtà può essere generata dalla letteratura, e che dalla letteratura acquisti il suo sigillo di verità»."" -
La scena dal dato. Materiali per una ontologia trinitaria
«Tra le premesse e i pregiudizi di questa ricerca c'è una particolare stanchezza, persino insofferenza, sui temi dell'alterità, così come si sono affermati in questi ultimi decenni. C'è insofferenza per tutta la retorica che ha preso a circolare sui temi dell'altro, del volto, dell'ospitalità, di un certo messianismo. Naturalmente nessuno può oscurare l'enorme contributo che questa irruzione dell'altro ha portato nei vasti domini dell'ermeneutica e della fenomenologia. Tuttavia non possiamo negare l'indigenza teorica che si è allargata proprio laddove l'uno-l'altro fanno incontro o confinano nell'incontro. Quel tratto dell'incontro si è dileguato nella metafora di una linea che non presenta alternativa all'irruzione traumatica o al semplice confine». -
Poesia allo stato critico. Saggi e interventi
«Chi crea una poesia è come un Dio che possa guardarla e trovare che vada bene. Ma cosa accade se la poesia guarda il suo creatore? Cosa accade se è la poesia a giudicare chi l'ha messa al mondo? Se essa scova in noi, col suo occhio penetrante e stabile, con la sua mobile fermezza, i nostri difetti, la nostra tirchieria, l'impronta sbilenca del nostro intelletto, i nostri intervalli visivi? Ecco la critica, lo sguardo che ti candisce e ti relativizza. Bisogna sostenere quello sguardo di rimando, accettare l'interrogazione reciproca; la poesia allo stato critico». La prospettiva di Paolo Febbraro, quella di una nuova e antica unione di poesia e critica nella stessa persona, si realizza in questo volume di saggi grazie a un corpo a corpo con i poeti e con il testo poetico. Da Charles Simic a Wislawa Szymborska, da Giorgio Caproni a Patrizia Cavalli, dai temi della traduzione a quelli dei luoghi, Febbraro dà sostanza alla ""divina interferenza"""" tra critica e poesia, per giungere alla fine di questo cammino all'incontro del poeta con la propria poesia, e infine con sé stesso."" -
La filosofia dell'amore in Dietrich von Hildebrand. Spunti per un'ontologia dell'amore
Nel panorama filosofico del Novecento sono fiorite tante riflessioni e analisi sulle emozioni e sui sentimenti, tra cui l'amore. Dietrich von Hildebrand ha contributo a ciò ponendo l'accento sul fenomeno ""amore"""" osservato fenomenologicamente nel suo darsi e accadere. Non un puro sentimento, bensì un atto che afferisce alla sfera dei valori. Ciò che, infatti, accade nell'amante è il riconoscimento dell'unicità dell'altro/a in quanto bene che lo/la tocca generando un atteggiamento di donazione verso di lui/lei. Il compimento di tale atto è raggiunto nella reciprocità; quando, cioè, non si limita al solo donare, ma viene donato (nel senso di un ricevere il dono). """"In ogni amore vive un gesto di donazione di se stessi. L'amante che nel suo amore si dona all'amato (...) diviene in questa donazione più se stesso; vive in maniera più piena e autentica"""". In tale dinamica di donazione il processo amoroso fiorisce in donazione d'essere che, tuttavia, sottostà ad un continuo """"mancare il segno"""", a meno che non si ponga in un orizzonte di senso assoluto."" -
L' Ora e l'attimo. Confronti vichiani
"L'ora e l'attimo"""" narra - attraverso il confronto di Vico con Platone e Kant, Hegel e Nietzsche, Gadamer e, infine, Benjamin - la storia discontinua di un passaggio epocale nella concezione del mondo storico: il passaggio dal primato dell'orizzonte universale eterno, l'""""Ora"""", in cui si inquadrano le diverse età della storia, al primato dell'""""attimo"""", in cui sono parimenti possibili sia l'inizio di una """"nuova Ora"""" che la fine della storia dell'uomo ad opera dell'uomo. In Vico questo """"passaggio"""", variamente contrastato e sofferto, ma alla fine vincente, assume la figura del transito dalla mathesis universalis della storia alla visione morale del mondo umano." -
Destino ed eternità. L'opera di Emanuele Severino
«Questo foglio, questa penna, questa stanza, questi colori, suoni e sfumature e ombre delle cose e dell'animo sono eterni». Questa affermazione del filosofo Emanuele Severino si fonda sulla pura ragione, libera dall'ottundimento nichilistico in cui versa l'Occidente. Il tentativo di questo libro è di illustrare quanto possa essere affascinante pensare ciò che nessuno mai oserebbe pensare, e cioè che ciascuna cosa è connessa a tutte le altre, e che proprio grazie a tale intreccio è possibile trovare un nuovo significato del tempo e dell'eternità. È appunto in questa tesi dell'eternità di tutte le cose, dell'impossibilità di ogni cosa di venire dal nulla e finire nel nulla - perché semplicemente il nulla non è - il fascino inconfondibile dell'opera di Severino. Questo libro cerca di restituirlo, pur tenendo vivo il vaglio critico che temi di così alta levatura filosofica, e di grande bellezza, necessariamente richiedono. -
Paradisi oceanici
Sono le cinque di pomeriggio d'un radiante giorno di maggio. Sotto un cielo nitido, turchese, e sopra un mare colmo di riflessi, scivola una goletta. Oceania! Chiarore vibrante, spazi illimitati, luccichio tremulo all'orizzonte... A poppa, Tahiti s'allontana lentamente. Il sole dora i fianchi delle sue montagne vellutate, e l'acqua, tesa come quella d'un lago, raccoglie e culla l'immagine delle loro cime aguzze, pregne del gran chiaror pomeridiano. A prua il Pacifico immenso, misterioso... Voglia di partire, voglia di raggiungere una meta sconosciuta, voglia di navigare con un vascello dondolante e silenzioso che solca le onde del gran mare. -
Dell'amicizia. Alcuni inediti giovanili
Antonio Rosmini (1797-1855) si profila come una delle vette filosofiche della prima metà dell'Ottocento europeo. La presente edizione di alcuni suoi inediti giovanili del 1813 (Delle laudi dell'amistà e il Dialogo tra Cieco e Lucillo), consente di gettare nuova luce sulla formazione di un intellettuale dell'epoca e sulla sua nascente sensibilità filosofico-letteraria: dalla ricerca dello stile linguistico all'esposizione delle numerose opere consultate, dal desiderio di condividere con gli altri le proprie passioni al conseguente riflettere sul senso dell'amore e dell'amicizia. Come nota Fulvio De Giorgi nella Prefazione, «grazie a questa importante e accurata edizione di manoscritti giovanili rosminiani, gli storici del pensiero possono disporre di una nuova e significativa documentazione, che indubbiamente entrerà nella bibliografia essenziale delle fonti primarie per lo studio di quella grande figura della cultura italiana contemporanea che è stata Antonio Rosmini». -
Il problema dell'esposizione speculativa nel pensiero di Hegel
Le relazioni tra pensiero e linguaggio, eternità e tempo, rappresentazione e concetto sono le questioni teoretiche di fondo affrontate da Hegel. Il presente volume cerca di interpretarle alla luce di una problematica centrale: quella dell'esposizione speculativa. Le tappe di sviluppo del pensiero hegeliano vengono ricostruite attraverso la minuziosa analisi dei testi, dagli scritti di Jena alla Vorrede della Fenomenologia, dalla Psicologia del 1830 alla seconda Prefazione della Logica. Alla radice del sistema vengono evidenziate tensioni e aporie, che se da un lato si mostrano funzionali all'instaurazione del dispositivo dialettico, dall'altro sembrano comprometterne la coerenza, aprendolo in direzione del pensiero contemporaneo. -
Filosofia come «Sistema della scienza». Introduzione alla lettura della Prefazione alla «Fenomenologia dello spirito» di Hegel
La Prefazione alla Fenomenologia dello spirito di Hegel è un testo che si pone alla soglia del sistema, ma in pari tempo ne definisce il limite e il bordo estremi. Essa infatti da un lato si colloca prima dell'inizio, dall'altro dopo e oltre la fine. Essa dunque è e non è una prefazione, è e non è interna al «sistema della scienza». Così, essa si carica di quella medesima ambiguità che, nel pensiero di Hegel, caratterizza il concetto di negativo: da una parte, funzionale all'attuazione dell'episteme; dall'altra, ripristinato al suo termine come esterno e non più contenibile in essa. In questo paradossale aver luogo senza che per essa, nel sistema, ci sia un luogo, la Vorrede non apre soltanto la Fenomenologia dello spirito, ma anche lo spazio da cui l'opera di Hegel è stata sempre di nuovo interrogata. Il volume presenta, in appendice, la Prefazione alla ""Fenomenologia dello spirito"""" nella traduzione di Enrico De Negri."" -
Ragionar come un pesce
"Mio nonno si chiamava Romano ed era un uomo semplice, piccolo di statura, a prima vista normalissimo, che possedeva, però, delle doti fisiche non comuni. Aveva una forza e una resistenza alla fatica davvero incredibili. Poteva rimanere in apnea sott'acqua per ben tre o quattro minuti, riuscendo, senza emergere, a bere del vino da un fiasco (ancora mi chiedo come potesse fare una simile prodezza). Era un grande pescatore e sapeva catturare le anguille e altri pesci con le mani, scovandole abilmente nelle loro tane (rifugi)... Credo di aver ereditato qualcosa da lui, perché anch'io mi sento uno spirito libero, ma soprattutto perché credo di aver ereditato molto anche delle sue incredibili doti e capacità di pesca. Sono assolutamente convinto che la mia famiglia abbia nel sangue la pesca, anche grazie al """"DNA"""" che ci ha trasmesso nonno Romano""""." -
Parigi, e un padre
Libro candidato da Maurizio Cucchi al Premio Strega 2021«La città era una trama di luoghi fatali, di corrispondenze con la memoria, un reticolo prodigioso in cui ritrovare, già nella potenza dei nomi, delle piazze, delle vie, il solco tenace del proprio passato, l'impronta definitiva di una vita più forte, gli archetipi profondi dell'esistere, da cui non separarsi mai». Una Parigi lontana, quasi irreale nella sua metafisica bellezza. Un viaggio della memoria sulle tracce di un'ombra tanto ingombrante quanto sfuggente. Un padre in fuga nella Ville Lumière dei primi anni Cinquanta. Un figlio che lo insegue attraverso il labirinto dei ricordi, nelle vie di una Parigi popolare e anarchica, dove benessere e povertà coesistevano in pieno centro, non ancora trasformato in un salotto per turisti. Una lotta contro la rapina del tempo, per ricomprendere il proprio passato.Proposto da Maurizio Cucchi al Premio Strega 2021 con la seguente motivazione:rnrn«Giovanni Catelli, poeta e autore di un importante libro sulla precoce e sinistra morte di Albert Camus (Camus deve morire, 2013), già tradotto in Francia, ha scritto un’opera in prosa, Parigi, e un padre (Inschibboleth), che si distingue per l’originalità dell’impianto e dello stile, per la solida qualità letteraria. Si tratta infatti, senza dubbio, di un libro di narrativa, ma composto secondo una modalità particolare e raffinata, e cioè l’articolarsi e il succedersi di brevi – quanto intensi e trasparenti – frammenti di prosa, vivi di una loro interna efficacia lirica. Una narrazione poetica, quella di Catelli, che si realizza nel riferimento a una città amata, Parigi, nel doppio registro d’epoca e di figure: il tempo più lontano del padre (anni Cinquanta) e quello successivo (anni Settanta), con la presenza del figlio giovanissimo che è anche chi narra in prima persona. Ne scaturisce una visione – ricca di concreti dettagli e di realtà – dei mutamenti storici della città (e dunque della civiltà europea nel tempo) e insieme il sovrapporsi e distinguersi del sentimento dei due personaggi, per sé stessi e per il mondo in cui vivono o vorrebbero vivere. Nell’insieme si possono riassumere così, ovviamente molto semplificando, i pregi dell’opera di Catelli: sensibile attenzione ai mutamenti storici di una grande capitale dell’Europa, aspettative e realtà di due generazioni in un luogo per tanti aspetti emblematico e mitico, valore in controtendenza dello stile che permette all’autore di permeare la sua prosa di evidente energia poetica.»