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Miss Stress
Anita Dadà scrive un sorprendente romanzo che ribalta la nostra prospettiva sul piacere e sulla sessualità«Una Mistress e un uomo di sessant'anni, una volta al mese, istituiscono la Repubblica delle Mutandine in un caffè di Villa Borghese che, per mezz'ora, diventa una piccola San Basilio dello spaccio fetish» rnrn“Peso quarantacinque chili per un metro e settantanove coi tacchi. Questa cosa del sono alta uno e settantanove coi tacchi, dove coitacchi va detto così, tutto attaccato a uno e settantanove, ovvero uno e settantanovecoitacchi è nata il giorno in cui ho conosciuto il mio medico di base”. rnrnNessuno la tocca, nessuno fa sesso con lei. Il fetish è nella vita di Viola un momento creativo in cui inibizioni e pregiudizi saltano, uno spazio di gioia, di esplorazione, perché il fetish è in ogni casa, in ogni desiderio. Anche se nessuno lo ammette. -
Apocalypse baby
Provocatorio, irrefrenabile. Due detective alla ricerca di un'adolescente fuggita di casa. Tra la Parigi dei salotti letterari e una Barcellona tentacolare, l'affresco di una società violenta, dove le famiglie sembrano prive di valori.«Sotto la pelle, una lenta deflagrazione di pulsioni in looping disordinati. Sballata di lei. Un attimo lunghissimo. Solo questo bacio.»Apocalypse Baby è il racconto di due donne diversissime: Lucie, giovane detective apatica e ""La Iena"""" detective dall'intuito infallibile. La loro missione è ritrovare Valentine, adolescente fuggita di casa. Seguendo le sue peripezie, fra la Parigi dei salotti letterari e una Barcellona tentacolare appare l'affresco di una società ipocrita, dove le famiglie sembrano prive di valori. Centrale, la tematica della sessualità e della sensualità. Valentine alla disperata ricerca di affetto, l'omosessualità disinibita della """"Iena"""", Lucie e la scoperta sensuale di un amore lesbico. In una nuova traduzione di Silvia Mazzocchi ritroviamo i nostri tempi e la nostra società."" -
La città spezzata
Bari non è una qualsiasi città del Sud. È la sola, tra i tanti capoluoghi del meridione a non aver mai avuto un univoco centro di potere, spesso divisa fra istituzioni e forze sociali difformi e contrastanti. ""La città spezzata"""" è un lungo racconto di quartieri e di persone con una propria indivisibile identità. L'autore, partendo dalla sua storia familiare, incontra decine di baresi, voci che ci restituiscono una immagine di una metropoli contraddittoria. Grazie agli strumenti del sociologo prima e dello scrittore poi Leonardo Palmisano scrive una struggente lettera d'amore alla sua città."" -
La più piccola
“Mi chiamo Fatima”, così comincia ogni capitolo de La più piccola; talvolta, al nome, l’autrice alter ego della protagonista, aggiunge il cognome: “Mi chiamo Fatima Daas”. E via via arricchisce di dettagli la sua biografia. Fatima Daas, la mazoziya, la più giovane della famiglia, quella che avrebbe dovuto essere un maschio come Ahmad, suo padre, aveva sperato. Le sue due sorelle sono nate in Algeria. È l’unica a essere nata in Francia, con parto cesareo. Sua madre, Karmar, è una maestra nel suo Regno: la cucina. Ma soprattutto Fatima è musulmana, devota e schiava della sua religione. Religione nella quale vorrebbe trovare approvazione, un modo per essere accettata da omosessuale senza dover rinunciare alla fede. E così, a poco poco, con ritmo incalzante da rap ipnotico e una lingua asciutta, originalissima e misteriosa perché mescolata a parole arabe, il puzzle si compone: il suo amore per le ragazze e per Nina in particolare, i riti e i precetti dell’islam, i conflitti interiori, l’amore per Allah, il bisogno di consegnarsi a questo dio di fronte al quale Fatima si sente peccatrice. Ma la scrittura è una cura, il dolore che ne scaturisce a poco a poco si allevia, si intravede la luce della riconciliazione. -
Sceneggiatura. I quaderni Fandango
I Quaderni Fandango di sceneggiatura è una guida per tutti quelli che amano il cinema. Al suo interno si possono trovare settanta esercizi che prendono spunto dai grandi maestri della sceneggiatura moderna. Da Woody Allen a Nora Ephron, da Ettore Scola a Billy Wilder. Se con Ben Hecht, sceneggiatore di Scarface, si imparerà a scrivere una scena e con Quentin Tarantino a stravolgere eventi storici e reali con Leigh Brackett, sceneggiatrice di Un dollaro d'onore, si imparerà a gestire la struttura interna del racconto per atti. Un viaggio lungo quasi cento anni che ci insegna a guardare i film che abbiamo amato e chi li ha scritti con altri occhi. -
Il consolo
Orsola ha trentaquattro anni, due figli piccoli, una bella casa ai Parioli, un lavoro part-time per stare dietro alla famiglia, un grosso cane e una vita apparentemente perfetta. Nonostante una ferrea educazione femminista e comunista, la sua realizzazione maggiore è essere madre, lo ha sognato sin da quando era bambina e le sono piaciute talmente tanto le sue due gravidanze precedenti da aver convinto il marito a lanciarsi in una terza. Solo che, alla prima ecografia dopo le fatidiche dodici settimane, qualcosa si spezza: la traslucenza nucale del feto mette in rilievo una forte anomalia, tanto grave da dare come possibili esiti un aborto nei mesi successivi o una morte dopo la nascita. Quello di Orsola, se mai dovesse nascere, non sarà mai un bambino con una vita normale. Da questo momento per lei e il marito Marco inizia il calvario di chi in Italia sia costretto o voglia abortire, tra obiettori di coscienza, strutture inadatte, la mancanza totale di supporto e informazioni. In un paese in cui abortire è ancora una colpa che neanche il privilegio può lavare, Orsola affronta il lutto della propria imminente perdita ricordando il padre, morto da poco, medico calabrese comunista eccentrico e solidale, la cui mancanza nelle dolorose settimane di avvicinamento all'aborto è ancora più evidente. Il consólo - ovvero l'offerta di cibo alla famiglia del defunto - è qui sia quello della famiglia calabrese dopo il funerale del padre, sia quello di chi attraverso la scrittura cerca di rimettere insieme i pezzi di una vita che si è smontata e su cui pesa lo stigma di una società cattolica e giudicante. Una storia vera, una denuncia potentissima a sanità e società italiana, che condannano le donne a rimanere sole di fronte a una scelta, comunque, dolorosa e irreversibile. -
Sono un mostro che vi parla
Durante le giornate internazionali dell'École de la Cause Freudienne a Parigi, nel 2019, Paul B. Preciado tiene una conferenza davanti a 3500 psicoanalisti. Psicoanalisti che gli hanno ripetutamente diagnosticato una ""malattia mentale"""". Non intende parlare dell'omofobia e della transfobia dei padri fondatori della psicoanalisi, ma mette in luce la complicità della psicoanalisi con l'ideologia della differenza sessuale. Con la sua profonda visione, lancia un appello per la trasformazione dei discorsi e delle pratiche psicoanalitiche. La pubblicazione integrale di questa conferenza, essenziale per arricchire ed estendere il dibattito in Italia."" -
Nero come me
John Howard Griffin, medico psichiatra, già eroe della Resistenza in Francia e agente segreto nelle isole del Pacifico durante la Seconda guerra mondiale, alla fine degli anni Cinquanta decide di intraprendere un viaggio in territori a lui sconosciuti: attraversare il Sud della segregazione razziale - Louisiana, Mississippi, Alabama e Georgia - come un uomo di colore. Il suo scopo è quello di capire la condizione dei neri da nero, perché si rendeva conto che un bianco come lui cresciuto nel privilegio non sarebbe mai stato in grado di penetrarla fino in fondo. Per raggiungere il suo obiettivo si sottopone a una cura dermatologica, con gravi rischi per la propria salute, trasformandosi in un anziano uomo di colore dall'aria mite. Grazie a questa metamorfosi, Griffin smette di essere un uomo bianco e questo gli permette di raccontare, andando fino in fondo all'origine dell'odio di matrice razziale, il diario della sua nuova vita di emarginazione e soprusi, ma anche le conseguenze che queste hanno sulla sua prospettiva di cittadino americano bianco. Il risultato è un documento di sconvolgente schiettezza, crudo e feroce, riguardo la condizione di qualunque minoranza oppressa, allora come adesso. -
Recinzioni. Le serie
Grazie all'aiuto del romanesco, con poche battute Palomba analizza le serie tv più amate e seguite degli ultimi anni.Vi è mai capitato di cercare qualche recensione per decidere se guardare o meno una serie e di esservi ritrovati poi, dopo la lettura, più incerti di prima? Johnny Palomba, il critico cinematografico più irriverente dei nostri tempi, risponde al vostro grido di aiuto. Dalla Roma antica e selvaggia di Domina, al mondo post disastro di Anna di Niccolò Ammaniti, fino ai nomi ""terribbili"""" de """"Il Trono di Spade"""": una carrellata imprescindibile per ironia e intelligenza, una piccola guida per chi abbia voglia di orientarsi nel mondo sconfinato delle serie tv che riempiono le nostre serate e anche le chiacchierate tra amici."" -
Cecilia e le streghe
Alla fine degli anni Cinquanta, in una Milano deserta di mezz'agosto, il caso fa incontrare due giovani donne molto diverse tra loro. Cecilia, nata e vissuta in un paese toscano, ha saputo che le restano pochi mesi di vita, a causa di un tumore. Ha lasciato casa e marito ed è venuta a Milano con la sua bambina per farsi visitare da un famoso professore, che però è in vacanza. Vagando senza meta per la città con la figlia, incontra un'altra donna, che vive a Milano e fa il medico con un'attenzione per il prossimo che è razionale ma anche affettiva. Tra le due nasce spontanea una simpatia che presto si trasforma in una sorta di amicizia. Per la dottoressa questo rapporto insolito, non professionale, è un'occasione per riflettere sulla malattia, sulla scienza, sulla medicina, sull'impegno politico, sul valore della vita individuale e sulla morte. Per la provinciale Cecilia la grande città rappresenta un luogo magico dove può accadere l'impossibile. La donna inizia così un gioco a rimpiattino con la morte, dimostrando un ostinato, mai passivo, anzi oscuramente astuto legame con l'esistenza, sfuggendo alla pietà per seguire un proprio tergiversante percorso. Ma la grande città è popolata anche da esseri maligni e prevaricatori, e persino da ""streghe"""" pronte ad approfittare della sua situazione disperata. In occasione della pubblicazione di questo suo primo romanzo, Laura Conti affermò di aver voluto sottrarre il malato inguaribile """"alla concezione comune che di lui si ha come di una persona senza più possibilità di vivere storia, di fare storia, ma solo di morire""""."" -
Così san tutt3. Diritto alla Scienza, istruzioni per l'uso
Con una introduzione di Chiara Valerio, Così san tutt3 è uno strumento valido per comprendere al meglio come mettere la scienza al servizio del progresso.Come si produce un vaccino? Perché il procedimento richiede molto tempo? Chi ne può, o deve, usufruire? Cosa dobbiamo studiare per controllare il diffondersi di malattie? Come possiamo aiutare l’agricoltura ad affrontare i cambiamenti climatici? Quali sono le terapie più efficaci per la salute mentale? Così san tutt3 nasce per iniziativa dell’Associazione Luca Coscioni con contributi di giurist3, scienziat3, ricercator3, espert3 e politolog3 per dare forma al diritto umano alla scienza attraverso le sue implicazioni pratiche. Dalla sperimentazione di farmaci, alla salute sessuale e riproduttiva, a quella mentale, alla libera condivisione di studi, ricerche e risultati, il volume descrive gli elementi del diritto alla e della scienza fornendo “istruzioni” su come riconoscere questo diritto nella vita di tutti i giorni e vederlo riconosciuto da leggi, politiche, tribunali e corti. -
I quaderni di inQuiete
inQuiete Festival nasce nel 2017 da un'idea di Barbara Leda Kenny, Viola Lo Moro, Francesca Mancini, Barbara Piccolo, Maddalena Vianello ed è realizzato da Associazione Mia e Libreria di donne Tuba. È uno spazio di parola pubblica, incontro e riflessione che ogni anno mette al centro la voce delle donne. I Quaderni di inQuiete raccolgono gli interventi dell'edizione 2020 dell'omonimo festival. Sguardi sulla società e ritratti di poetesse e scrittrici si alternano al dibattito sulla pandemia. Riflessioni su come il Covid abbia esasperato le disparità di genere nel lavoro o tra le mura delle case in cui si era reclusi, su come ne abbia perfino create di nuove. In questo volume la donna è soggetto e oggetto, interpreta e analizza, si specchia, e il suo sguardo - a un tempo privilegiato e denigrato - si fa motore di una voce plurima ma ugualmente resistente. Al centro della discussione le domande: è ancora possibile fare letteratura dopo il Covid? Qual è il ""nuovo"""" ruolo dell'intellettuale nella società? In molti interventi, però, il virus si mette da parte e diventa solo lo sfondo sul quale si dispiegano discorsi più ampi quanto puntuali su razzismo, omotransbifobia, xenofobia, fascismo e molti altri temi che sono filtri interpretativi dell'epoca in cui viviamo. Serena Dandini, Claudia Durastanti, Francesca Melandri, Guadalupe Nettel, Valeria Parrella, Lidia Ravera, Igiaba Scego, Alia Trabucco Zeràn, Chiara Valerio, Simona Vinci, sono solo alcune fra le numerose autrici che hanno preso parte a questo progetto, fra le voci più influenti e rappresentative del panorama italiano e non. I Quaderni di inQuiete offrono una pluralità di risposte e suscita altrettanti dubbi ai quali non vengono offerte soluzioni perentorie, a ribadire che è meglio un punto interrogativo sul mondo piuttosto che un punto esclamativo. InQuiete è la nostra risposta a chi pensa ancora che le donne raccontino storie minori, siano protagoniste solo in seconda serata, o parlino unicamente alle altre donne."" -
Le portatrici
Il contagio, così viene ricordata la pandemia, ha devastato il mondo per generazioni, e ha costretto la popolazione a separarsi secondo linee di genere: la società è riservata alle donne, note come portatrici, mentre gli uomini, i diffusori della malattia, sono tenuti in quarantene a prova di fuga. Se una portatrice entra in contatto fisico con un diffusore la malattia si sviluppa nei corpi di entrambi causando la morte della portatrice nel giro di 48 ore. Il diffusore va incontro alla stessa sorte, ma viene anche colto da un folle bisogno di fecondare più portatrici possibile prima di morire. Le portatrici apre una finestra su una società radicalmente diversa, dove i sistemi politici ed economici di oggi sono stati relegati al passato e sostituiti da una visione eco-femminista che a prima vista sembra più luminosa, più verde, più giusta. I cittadini del mondo possono stabilirsi dove vogliono. Mangiare carne è diventato impensabile e il dibattito politico ruota attorno al modo migliore per gestire le risorse limitate della Terra. Invece del lavoro, le portatrici effettuano un numero limitato di ore di servizio ogni settimana. E in cambio del contributo alla democrazia con il voto, ricevono un'unità abitativa e un buono vita. Eppure, le cose non sono come sembrano. In questo nuovo mondo coraggioso, le portatrici lottano ancora con i concetti umanissimi di amore, tolleranza e desiderio, paura, violenza e potere. ""Le portatrici"""" è un'opera di narrativa fantascientifica femminista con storie di vita coinvolgenti, amore, desiderio o non desiderio di maternità, paura del diverso, trama ricca di suspense, con un finale pieno di speranza per l'intera umanità."" -
Il mio solo tormento. Canto da El-Agheila
Un canto come ultimo rifugio, un canto per scampare alle sabbie, al fuoco, agli assalti dell’assurdo, alla morte. E quel verso che ritorna, come una preghiera e una maledizione: Il mio solo tormento.Carta e matita erano vietate nel campo di concentramento fascista di El-Agheila, in Libia, nella Cirenaica sud-occidentale, sulla costa meridionale del Golfo della Sirte. I detenuti costretti a raggiungerlo percorrendo quattrocento chilometri a piedi nel calore estenuante del deserto erano donne e bambini, anziani e ragazzi. C’erano anche uomini valorosi, che avevano combattuto e resistito agli attacchi dell’aviazione, all’iprite, ai proiettili, alle bombe lanciate sui villaggi, alla mancanza d’acqua, ai pozzi soffocati col cemento, alla politica fascista di devastazione e sterminio. Fra loro c’era un poeta, Rajab Abuhweish che dietro il filo spinato, con sentinelle a ogni ingresso che sorvegliavano puntando le mitragliatrici, nella rovina e nella violenza, esiliato in patria, trincerato dietro la sua voce, compose a memoria un poema di trenta strofe e lo trasmise oralmente agli altri prigionieri, rafforzandone lo spirito di resistenza, come un’arma per sopravvivere, tracciando al contempo tutte le torture subite dal suo popolo.Il 16 settembre 1931, Omar al-Mukhtar – la guida del movimento di resistenza armata delle tribù – era stato condannato da un tribunale fantoccio e impiccato pubblicamente nei pressi di Bengasi, le speranze di riconquistare la propria terra si erano estinte, e Rajab cantò con rabbia e angoscia il genocidio in Libia commesso dall’Italia fascista. Tra i prigionieri che ascoltarono c’era Ibrahim al-Ghomary, un uomo colto, che in seguito, sopravvissuto nel 1934 alla chiusura del campo di El-Agheila, trascrisse scrupolosamente il poema, giocando un ruolo fondamentale nella sua trasmissione. -
Avremo anche noi dei bei giorni
"Avremo anche noi dei bei giorni"""" raccoglie le lettere che Zehra Dogan, giovane giornalista e artista rivoluzionaria, ha spedito, durante i suoi 600 giorni di carcere, a Naz Oke, che a Parigi anima il sito di informazione Kedistan per la libertà di espressione. Durante questi mesi di detenzione, Zehra non smette un solo giorno di creare, sguarnita di ogni tipo di materiale, fabbrica pennelli con le piume di uccelli, come colori, usa tutto ciò che le capita. Dipinge su pagine di giornali, vestiti, lenzuola. Quando non dipinge, parla con le sue compagne di filosofia, storia, politica. Un racconto luminoso, poetico e duro." -
Non ancora
All'indomani del disastro nucleare di Cernobyl', Maria Fermi è a Parigi, grazie a una borsa di studio in Semiotica. Nella metropoli, più che agli studi, si dedica alla danza, e alla stampa di magliette manifesto che indichino a lei la via e a chi le guarda con chi hanno a che fare. Lì conosce gli amici che l'accompagneranno lungo la strada dei giorni e dei sogni: il cinico Umberto, gay ironico che le dispensa consigli via telefono come un novello Frate Indovino e l'enigmatica Laure, scrittrice di porno e di romanzi per signore, che la inizia al suo stesso lavoro. A legarla all'Italia c'è un sogno d'amore: Marvin, giovane ecologista benestante che gestisce in Umbria un centro di vita naturale, rappresenta lo sfuggente fulcro del suo sogno più sognato: una storia d'amore assoluta. La loro è una relazione a distanza, in assenza, che Maria non fa niente per rendere reale, perché il non ancora offre molto più spazio alla fantasia. Di discoteca in discoteca, di incontro in incontro, di libro in libro, spesso nel metrò, davanti a uno specchio, attaccata al telefono o alla macchina da scrivere, il suo intimo microcosmo del non ancora si anima grazie a incontri fugaci e si popola di situazioni intriganti. Un annuncio su Libération, con cui cercava ""relazioni di qualità"""", darà un'improvvisa sterzata alla sua vita e ai suoi appuntamenti mancati con Marvin. Un romanzo che è soprattutto il viaggio interiore di una ragazzaccia perbene, alle prese con l'eterno dilemma tra amore e libertà. Ironico, disincantato e travolgente, per chi ha sempre pensato che gli amori migliori fossero quelli non realizzati."" -
Cesco e il grande tossico
Luca Pakarov dipinge in questo suo esordio alla narrativa uno spaccato spietato della provincia italiana dei primi anni 2000 attraverso le avventure quasi picaresche di un gruppetto scalcagnato di tossici, con un sorriso sempre a fil di labbra e una capacità di scrittura alla John Fante.Appena dimesso dall’ospedale con il naso maciullato per le percosse del suo spacciatore di riferimento, Cesco decide di darsi una ripulita e provare a stare lontano dai brutti giri. Nei brutti giri c’è ovviamente il suo spacciatore, il Grande Tossico detto GT, di cui è il protetto, la tetra casa sulla collina, le sue scorte di eroina e Garbo, con cui condivide la passione per la droga e la sudditanza a GT. Stare lontano dai guai non vuol dire rinunciare all’eroina, ma cercare di controllarla, fare tutto quello che un bravo tossico deve fare per essere riaccolto in seno alla società del consumo.Intanto, nella casa in collina del GT, lo spaccio va avanti, i programmi di espansione sul mercato anche, tra periodi di magra e la concorrenza spietata di mafiosi e biafrani, ovvero un popolo senza nome di spacciatori maghrebini appostati sulle strade di campagna pronti a venderti roba tagliata male. A segnare la vita dei tre personaggi nella provincia sonnacchiosa, le dosi: le dosi mancate, quelle cercate, quelle centellinate, le dosi premio, le dosi in regalo, le dosi che traspirano dal corpo e danno l’odore di tossico. Il tempo è quello tra un buco e l’altro, ricorsivo, sempre uguale, la provincia è il panorama in cui la gente accumula cose per non vedere il vuoto e i minacciosi cambiamenti sociali che stanno per investirla. Così, se la scelta è tra le cose e la roba, Cesco, GT e Garbo non hanno dubbi. -
Primo amore e altri affanni. Nuova ediz.
Nel 1958 appare per la prima volta in volume una raccolta di racconti che lo scrittore Harold Brodkey aveva pubblicato periodicamente negli anni precedenti sul New Yorker. Era già considerato, a meno di trent'anni, la più grande promessa della narrativa americana e più tardi Harold Bloom l'avrebbe definito il Proust d'America. ""Primo amore e altri affanni"""" fu l'opera che lo consacrò e lo fece conoscere a tutto il mondo. Un volume nel quale affiora l'ossessione autobiografica dell'autore per la memoria impietosa delle situazioni famigliari, la vita nel college, l'infanzia perduta, il matrimonio, l'ambiguità sessuale, il romanticismo. Nelle dieci storie di """"Primo amore"""" la cronaca interiore diventa epica, ogni sentimento un labirinto di sentimenti. È l'amore dei primi turbamenti, quello eversivo, mozzafiato, devastante, che capovolge la vita, a essere al centro: una pulsione innocente che dà i brividi, la fiamma vitale che torce lo stomaco, l'ebbrezza adolescenziale che toglie il respiro e che dà da pensare, perché se si esaurisce, ecco che si trasforma in affanno. Primo amore è l'epopea dell'animo umano, una raccolta scritta in una prosa trasparente che intrappola il lettore in un dolce, lungo sogno, in cui ogni dettaglio, ogni piccolo frammento di un tempo perduto diventa commovente, appassionante. Perché quell'amore giovane, in qualche modo, ce lo ricordiamo tutti."" -
Sola con te in un futuro aprile
2 aprile 1985, ore 8.35. Un'autobomba esplode a Pizzolungo, vicino Trapani. Il giudice Carlo Palermo, bersaglio dell'attentato, è vivo per miracolo. A fargli da scudo è l'automobile di Barbara Asta che sta accompagnando a scuola i due figli di sei anni, Giuseppe e Salvatore. Dei loro corpi non rimane quasi nulla. Su quella macchina avrebbe dovuto esserci anche l'altra figlia, Margherita, che quel giorno per non fare tardi a scuola chiede un passaggio ad una amica. Oggi è una attivista di Libera e combatte la mafia raccontando la storia di quelle vittime innocenti. -
I robot di Leonardo. La meccanica e i nuovi automi nei codici svelati-Da Vinci's robots. New mechanics and new automata found in codices. Con gadget
Uno straordinario e appassionante viaggio alla scoperta dei veri misteri che si celano nei disegni di Leonardo da Vinci: l'automobile-robot, il leone meccanico, l'esercito dei cavalieri 'meccanici e centinaia di altre macchine. Il volume rappresenta una novità anche perché impiega un linguaggio accessibile e utilizza, con più di 800 illustrazioni inedite (manoscritti, disegni e immagini tridimensionali), il mezzo visuale come propone Leonardo: le immagini possono dire più cose delle parole e arrivare più velocemente alle menti di tutti. Pur nel rigore della filologia macchinale e della ricerca storica, viene inaugurato un nuovo approccio definibile ""archeologia vinciana multimediale"""". Per la prima volta, chiunque può costruire facilmente l'incredibile """"automobile"""" progettata da Leonardo. La confezione allegata contiene tutti i pezzi in legno e in metallo oltre agli ingranaggi necessari all'assemblaggio del modellino (in scala 1:4) di questo robot. Seguendo le istruzioni di montaggio si arriva a svelare, divertendosi, il mistero celato nel foglio 812r del Codice Atlantico, un progetto rimasto incompreso per oltre 500 anni.""