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Colonnelli. Il regime militare greco e la strategia del terrore in Italia
In un mondo dove il fascismo e l’autoritarismo sembrano riaffacciarsi prepotentemente, Colonnelli ci aiuta a non dimenticare un passato fin troppo recente, che però sembra essere stato sepolto da anni di revisionismo. rnrnAssalti squadristici, brogli elettorali, assassini politici, attacchi terroristici e stragi di civili sono i meccanismi di governo nella Grecia degli anni Cinquanta e Sessanta. Questo clima di terrore fa da sfondo al colpo di Stato dei colonnelli del 21 aprile 1967. Una delle pagine più nere della storia del dopoguerra europeo. Qual è stata l’influenza del regime militare greco sulla fragile democrazia italiana degli anni Sessanta? Quali i legami fra le diverse correnti politiche? Quale il ruolo dei militari nella sanguinosa stagione degli anni di piombo? A queste e altre numerose domande risponde con Colonnelli Dimitri Deliolanes, autore da sempre interessato alle relazioni, presenti e passate, dei paesi di cui si sente cittadino: Grecia e Italia. Non solo un libro di storia, quindi. Accanto alla disamina delle cause e delle conseguenze dell’ascesa dei militari in Grecia, Deliolanes tratteggia i fili dei rapporti tra i gruppi di estrema destra greci e quelli italiani e la costruzione del meccanismo spionistico e terroristico del regime in Italia. Nel libro sono state raccolte, arricchite e collocate in un preciso contesto strategico le testimonianze sul coinvolgimento greco nella strage di piazza Fontana: le mire aggressive del regime – si scopre – vanno oltre la reazione all’espulsione della Grecia dei colonnelli dal Consiglio d’Europa decretata da Moro il 12 dicembre 1969. Impressionante la rivelazione di una serie di attacchi terroristici ordinati da Atene, proprio per il 12 dicembre, contro le basi britanniche a Cipro. -
La prossima volta il fuoco
Non è mai troppo tardi per conoscere JamesrnBaldwin ma, se c’è un modo giustornper farlo, è con questo libro.«Per chi ha amato Harper Lee e non ha mai smesso» - RobinsonrnPubblicato per la prima volta nel 1963, Larnprossima volta il fuoco di James Baldwinrncolpisce dritto al cuore della cosiddettarn“questione nera”. Straordinario per la suarnnarrazione magistrale, così come per il resocontornintimo e sincero che ripercorre l’esperienzarndella popolazione di colore deglirnStati Uniti, il libro è considerato una dellernpiù appassionanti e autorevoli indagini suirnrapporti interrazziali, in cui le tematiche dirnamore, fede e famiglia si intrecciano fino arnsferrare un attacco diretto all’ipocrisia delrnpaese della libertà.rn“Questo paese innocente ti ha confinatornin un ghetto, e in questo ghetto è stabilitornche tu marcisca. Sarò più preciso, perchérnqui è il nocciolo della questione, è qui l’originerndella polemica mia col mio paese: turnsei nato dove sei nato e hai di fronte a te ilrnfuturo che hai perché sei nero, per questa ernnessun’altra ragione.” -
L' oblio
In questo libro la strana esperienza di perditarnche vive il narratore ne riproducernun’altra precedente, la evoca e la ripete –rnperdita in quel caso di una persona invecernche di una parola –, fino a quando tutti glirnelementi sparsi della storia in trompe l’oeilrnnon cominciano a ricomporsi e s’incanalanornverso un ritorno.rnNon ci sono più parole per dire, ma solornper stare.rn«Philippe Forest intreccia due storie: l'uomo che sa di aver dimenticato un vocabolo (ma non ricorda quale) e l'uomo che si è ritirato su un'isola deserta. Due ossessioni intorno a un tema centrale per lo scrittore: la perdita» - la LetturarnrnrnrnUn uomo si sveglia convinto di aver persornuna parola nel sonno, incapace di ricordarsirnquale. Progressivamente, un’ossessionerns’impadronisce di lui: che una alla volta tutternle parole lo abbandoneranno e che, perdendornil linguaggio, la sua vita si svuoterà.rnRifugiatosi su un’isola al largo del continente,rnl’uomo si ostina a cercare questa parolarnmancante. La cerca nel vento, la cerca nellarnsolitudine, sonda le nuvole, ascolta i silenzi.rnLa sua caccia alla parola perduta lo incitarna lasciar passare i giorni, esponendosi incessantementernagli effetti della luce sull’oceano,rnriflessa anche dallo specchio della suarncamera d’albergo. Presto, anche il quadrornattaccato al muro, dipinto dal precedenterne misterioso inquilino della stanza, sembrarnanimarsi di vita propria, mutando in funzionerndell’atmosfera, riempiendosi di nuovirntratti man mano che la mente del narratorernsi svuota di parole. Il protagonistarndecide allora, invano, di catturarne giornorndopo giorno le metamorfosi con una vecchiarnmacchina fotografica. Sarà dall’oceanorno dal quadro, o da entrambi, che infinernemergerà una donna in carne e ossa per restituirglirnla voglia di abbandonarsi al piacererne svelargli il senso dell’oblio? -
Poliestere
Luca Bertolotti torna al romanzo descrivendornil mondo che conosce meglio, con un’esattezzarnchirurgica e un sorriso che ricordarnla grande commedia italiana, confermandosirnuna delle voci più interessanti della narrativarncontemporanea.rnrnNella Brianza profonda delle fabbrichette lavorarnLivio Belotti che, come l’autore, è unrnoperaio specializzato nella verniciatura deirnmobili. Con la crisi del 2008 l’azienda lo lasciarna casa e Livio, rifiutandosi di chiedere ilrnsussidio di disoccupazione, manda in crisi anchernla sua storia con Lidia che ha avuto unarnfiglia, Martina, con un uomo che è scappatorncome se, anziché avere messo al mondornun individuo, ne avesse uccisi dieci. A Martinarnla madre e Livio hanno insegnato a odiarernil lavoro, che mangia il tempo e ti lasciarnstanco. Ciondolando in piena disoccupazione,rnLivio rincontra Elia, compagno del liceorne di scorribande quando ancora Livio sognavarndi diventare pittore: l’amico diversamente darnlui è diventato padroncino grazie a un buonrnmatrimonio e ha preso con sé Danilo, l’ultimornangolo del loro terzetto giovanile. A Liviornsembra un segno del destino e presto viene catapultatornnell’azienda di Elia, che ha tagliatorni dreadlocks e indossa solo costosissimi maglionirnin lana cruda. Ma l’offerta di lavoro chernavrebbe dovuto risolvere tutti i suoi problemirnsi rivela ben presto una trappola di straordinarirne di sicurezza precaria. Quando unrnimprevisto scombinerà i piani di Elia, solo larnloro vecchia amicizia offrirà a questo scalcagnatornterzetto la possibilità di lanciarsi in unarnnuova avventura. Dopo La bambina falena,rnLuca Bertolotti torna al romanzo descrivendornil mondo che conosce meglio, con un’esattezzarnchirurgica e un sorriso che ricordarnla grande commedia italiana, confermandosirnuna delle voci più interessanti della narrativarncontemporanea, capace di piegare la suarnlingua e il suo stile in una storia tutta reale dirnaffetti e sentimenti. -
Le formiche festanti
Con Le formiche festanti Pinar Selek ci regala il manifesto di un altro mondo possibile, un mondo reale come le ingiustizie e come la forza di liberazione che ha dentro di sé chiunque decida di opporsi. Un libro per i sognatori del nuovo millennio.rnrnSui documenti Azucena è Suzanne. Il nome che ha scelto di portare è quello che le ha dato la nonna spagnola, esule in Francia dopo la guerra civile. Azucena indossa un paio di scarpe rosse e con quelle percorre le strade di Nizza, si ferma nelle piazze ad ascoltare Gouel che suona Leonard Cohen, parla con Manu allo stand di frutta delle Paranoiche, ragiona di poesia con il Principe dei rifiuti Alex. E intanto, formica tra le formiche, resistente in un mondo dedito al profitto e minacciato dalla criminalità, scava gallerie nascoste per quando il momento di ribellarsi sarà definitivamente arrivato e bisognerà uscire allo scoperto. Ognuno dei personaggi che incontra nella Costa Azzurra patinata degli yacht e dei cani di razza ha una storia di esilio, amore, resistenza, soprusi e amicizia. Ognuno di loro lotta per creare una realtà alternativa, solidale, onirica e più equa: c'è chi sa parlare con i cani e li aiuta a vivere senza guinzagli, chi organizza i braccianti agricoli migranti sfruttati dalle grandi aziende, chi trapianta gli alberi intrappolati dal cemento e chi cerca di riconciliarsi con il proprio passato. -
Nel mare c'è la sete
In un romanzo che lega un tono leggero a una sconcertante franchezza, Erica Mou demolisce la retorica zuccherosa delle relazioni d'amore e racconta come dietro ogni coppia perfetta possa nascondersi un doppio fondo inaspettato.rn«Nicola, Maria (e tutti noi) protagonisti del libro di Erica Mou: vogliamo stare bene, ma anche farci e fare del male» - Chaira Gamberale, SetternrnrnrnrnrnrnMaria e Nicola sono una coppia rodata, lui pilota di aerei, cuoco e genero perfetto (per quanto esprima la sua ansia in dolori notturni che gli stringono il corpo), lei un po' meno perfetta, una di quelle donne che in borsa non trovano mai nulla e che, soprattutto, molti anni prima ha ucciso Estate, sua sorella. La famiglia di origine si è strutturata intorno a questo lutto, il padre ha smesso di andare in ufficio, la madre si è sforzata di avere rapporti con lei, la figlia rimasta. Dopo aver passato anni a vivacchiare senza uno scopo, dopo il classico periodo a Londra, Maria ha messo su un eccentrico negozio: i clienti vanno da lei perché pensi e compri per loro regali importanti per persone che lo sono altrettanto. Il suo lavoro consiste nel confezionare l'amore e l'affetto con un bel fiocco, per chi non ha il tempo di farlo. La vita di Maria però, sempre in bilico, un giorno si incrina definitivamente: in ventiquattro ore, il tempo di quattro pasti, ha un negozio che non vuole, un compagno che non riesce a lasciare, e una scoperta che la porterà a riconsiderare tutto ciò che la circonda. -
Difendersi. Una filosofia della violenza
Dalle suffragette ju-jitsu alle pratiche di insurrezione del ghetto di Varsavia e le Black Panther, passando per le brigate queer e i movimenti di resistenza contemporanei, Elsa Dorlin, filosofa a mani nude, traccia in quest’opera una storia costellare dell’autodifesa. «Il saggio racconta la ribellione alla violenza, spesso perpetrata dallo Stato, di tre gruppi resistenti molto diversi tra loro per appartenenza culturale e geografica» - RobinsonNel 1685, il Codice Nero proibiva “agli schiavi di trasportare qualsiasi arma offensiva o grossi bastoni” pena la frusta. Nel diciannovesimo secolo, in Algeria, lo stato coloniale proibiva le armi agli indigeni, dando ai coloni il diritto di armarsi. Ancora oggi, nonostante gli insegnamenti della storia, alcune vite contano così poco che si può sparare alle spalle di un adolescente sostenendo che fosse aggressivo, armato e minaccioso. Una linea di demarcazione storica oppone i corpi “degni di essere difesi” da coloro che, disarmati o resi indifendibili, rimangono esposti alla violenza del potere dominante. Questo “disarmo” organizzato dei subordinati e degli oppressi a beneficio di una minoranza con il diritto permanente di possesso e uso impunito delle armi, pone direttamente la questione dell’uso della violenza per la difesa di ogni movimento di liberazione. Dalle suffragette ju-jitsu alle pratiche di insurrezione del ghetto di Varsavia e le Black Panther, passando per le brigate queer e i movimenti di resistenza contemporanei, Elsa Dorlin, filosofa a mani nude, traccia in quest’opera una storia costellare dell’autodifesa. Itinerario che non attinge agli esempi più esplicativi ma ricerca una memoria delle lotte nella quale i corpi dei dominati costituiscono l’archivio principale, lavorando a una vera e propria genealogia marziale del sé. -
La scienza in tribunale 2. La vendetta. Omeopatia, diete miracolose, api friulane e altri disastri
La giustizia, e non solo la scienza: entrambe sono necessarie a una società veramente civile.La scienza e gli scienziati non sempre possono fornire risposte certe. Ne è un esempio la recente epidemia di coronavirus. Eclatante il caso di Ilaria Capua, illustre virologa al centro di una raffazzonata inchiesta nel 2014 risolta poi in un nulla di fatto. Questo e tanti altri casi nel secondo volume della Scienza in tribunale. -
Us
Us di Michele Cocchi è un romanzo per lettori giovani e non solo, in cui la storia del ’900 diventa azione e ci costringe a schierarci, una sfida in cui la missione ultima è imparare come si diventa esseri umani.Tommaso ha 16 anni e da 18 mesi non esce di casa, quasi non esce dalla sua stanza, è quello che gli psicologi chiamano hikikomori, letteralmente “chi si è ritirato, chi sta in disparte”. Da un giorno all’altro, ha abbandonato il basket, la scuola, le sue passioni e ormai passa il tempo a guardare video di vecchie partite NBA e a giocare ai videogame. C’è un gioco in particolare intorno a cui organizza le sue giornate, è il suo unico appuntamento fisso. Si chiama Us, noi in inglese: il gioco forma squadre da tre giocatori e le impegna in 100 campagne in un anno, una al giorno, vince la squadra che le completa per prima restando unita. L’avatar di Tommaso si chiama Logan e la sua testa è un teschio, insieme a lui giocano Rin che è una ragazza e assomiglia a un manga giapponese e Hud che sembra uscito da un videogame sparattutto. I tre non si conoscono, non possono parlare di sé, lo dicono le regole, ma diventano amici. Us ogni giorno propone loro una missione “storica”, ogni giorno li mette dalla parte delle vittime o dei carnefici, dalla parte delle Farc in Colombia, dei nazisti in Germania, di Mandela in Sudafrica, ogni giorno devono capire come arrivare alla fine avendo sotto gli occhi i massacri del ’900. Ogni giorno avranno qualcuno da salvare e qualcuno da eliminare. La Storia però può essere feroce e comportarsi da eroi non sempre è possibile, ammesso che eroe sia chi esegue gli ordini. -
Il corpo è una chimera
Il corpo è una chimera è un romanzo corale: sette personaggi in cerca di loro stessi ragionano sull’amore, il desiderio, la maternità, la famiglia.rnIn quale mondo è sufficente suonare alla porta di un amore perduto per farlo ritornare nella propria vita?rn Il corpo è una chimera è una fisiologia del mondo contemporaneo, un romanzo di una verità sconvolgente, che insidia gli stereotipi, le passioni, la sessualità, le parentele e la coppia. -
Stupidi e contagiosi
Giovanni Za ci racconta le avventure tragicomiche di un gruppo di liceali prossimi alla maturità. Era l'obiettivo numero uno. Spaventare non piacere.rn«Za firma un'opera che porta con sé i sapori di un tempo, di un rock scomparso e del sogno fallimentare e romantico ricorrente di chi è cresciuto nell'ombra elettrice del ""Santo"""" Cobain» - Alessandro Beretta, la LetturarnCom’era avere quasi diciotto anni alla metà degli anni ’90? Quando non c’erano i cellulari e la musica era quella delle band scalcagnate? quando per conquistare una ragazza si preparavano le compilation in cassetta e il primo viaggio da soli era l’Interrail? Giovanni Za ci racconta le avventure tragicomiche di un gruppo di liceali prossimi alla maturità."" -
Caccia all'omo. Viaggio nel paese dell'omofobia
La prima inchiesta che indagarnla violenza omotransfobica in Italia.rnC'è qualcosa che pulsa nell'anima di questo paese e fa paura.rnrnA Torino un ragazzo gay viene picchiato dai vicinirndi casa, è una spedizione punitiva: “Sei gay,rnti uccidiamo”. Intanto la Capitale brucia: con unrnpugno sferrato in pieno volto muore UmbertornRanieri l’artista 53enne di origini abruzzesi, notorncol nome d’arte di Nniet Brovdi. A Cagliari unrngruppo di ragazzi insulta e aggredisce un 17ennerne una sua amica, “frocio di merda” e giù botte. Ilrnpestaggio viene filmato e caricato online, per divertimento.rnA Domodossola, una ragazza è obbligatarna 15 anni ad avviare un percorso di teoriernriparative: è lesbica dunque malata, per i genitorirnva curata. Le cronache delle aggressioni a gay,rnlesbiche e trans raccontano di un paese intossicatorndall’odio. Soprattutto dopo le ultime elezionirnpolitiche, quelle dell’Italia del cambiamento.rnQuelle del “prima gli italiani”. Con le elezionirndel 4 marzo 2018 le lancette della vita civile nelrnnostro paese hanno cominciato a girare al contrariorne non si sono più fermate: l’Italia si è consegnatarnnelle mani di chi prometteva di abolirernle unioni civili, di cacciare il “gender” dalle scuole,rndi curare gli omosessuali, in ogni modo. Ernda allora i casi di aggressioni, minacce, bullismornsono diventati sempre più frequenti, nell’indifferenzarngenerale. Come se il vaso di Pandora fossernstato scoperchiato. Simone Alliva ha viaggiatornda Nord a Sud per raccogliere le storie di chirnha provato e prova sulla propria pelle gli effettirndi un continuo incitamento all’odio, della continuarnnegazione della propria esistenza. Un’inchiestarnaccurata, la prima nel suo genere, con numerirnalla mano e l’analisi approfondita delle ragionirne delle conseguenze di un tale inasprimento deirntoni del dibattito, che ci consegna un importanternmonito: si è aperta la caccia ai “diversi”, ernquando le mani sono armate nessuno può considerarsirnal sicuro. La prima inchiesta che indagarnla violenza omotransfobica in Italia. -
Bunny
Tra satira, horror e favola, con una lingua eccentrica, misteriosa e spettrale, Bunny riesce nell’impresa di intrattenere, smontare a colpi di risate il mondo dei college americani e raccontare l’incredibile e spesso sconcertante complessità dell’essere donna. Impossibile farne a meno.Samantha Heather Mackey è un’assoluta outsider alla Warren University dove frequenta un corso iperselettivo di scrittura creativa. La fantasia di Samantha è molto più cupa di quella della maggior parte degli studenti del suo anno, tanto più quando si tratta del gruppetto di ragazze ricche e vestite di colori pastello che incontra sempre a lezione. Tra loro si chiamano Bunny, “coniglietta”, e passano il tempo a mangiare mini cupcake, a dirsi l’un l’altra quanto siano straordinarie e a darsi abbracci di gruppo: sembrano la reincarnazione zuccherosa di Piccole donne e ignorano strenuamente Samantha. Ma tutto sembra cambiare quando un giorno la protagonista riceve l’invito a un loro riservatissimo party e decide di andare piantando in asso Ava, una caustica ex studentessa d’arte che detesta tutto quello che riguarda la Warren e che è anche la sua unica amica. Da quando si sono conosciute, loro due hanno passato ogni singolo giorno insieme, partecipando come coppia al corso di tango e ballando sul tetto della casa di Ava. Ma quando Samantha varcherà la soglia che conduce al mondo Bunny, tutto prenderà una piega imprevista e la protagonista verrà a conoscenza dei “rituali” che trasformano delle placide studentesse in creature mostruose. -
Sarah. La ragazza di Avetrana
Chiunque ha dei segreti. La differenza sta solo nella capacità di nasconderli.26 agosto 2010. In Salento, una giovane scompare. È una ragazza bionda, silenziosa, misteriosa. Si chiama Sarah Scazzi. L'Italia intera rimane sconvolta: cosa può essere successo a una quindicenne dall'aria così innocente? Molte saranno le ipotesi che si alterneranno durante i quarantadue giorni di ricerca. Ipotesi che sveleranno intimi segreti e rancori taciuti, arrivando a costruire un incredibile reality show dell'orrore e del grottesco in salsa pugliese. Avetrana, il paese dove tutto si svolge, ne sarà l'inaspettato set a cielo aperto. Le indagini porteranno prima alla confessione dello zio della ragazza, Michele Misseri, e quindi alla condanna all'ergastolo della zia e della cugina di Sarah, Cosima Serrano e Sabrina Misseri, che negli anni hanno continuato a dichiararsi innocenti. Eppure, come rivelano i due autori, la tragicommedia salentina - divenuta il primo processo mediatico del nostro paese - nonostante confessioni e condanne non può ancora dirsi risolta. Nel segno di ""A sangue freddo"""" di Truman Capote e de """"L'avversario"""" di Emmanuel Carrère, """"Sarah"""" è un romanzo verità, che alla precisa ricostruzione di ciò che è accaduto - e, piuttosto, di ciò che è stato deliberatamente taciuto - unisce una riflessione sul male e sulla sua spettacolarizzazione, sulle conseguenze delle proprie azioni e su quanto siamo disposti a sacrificare per le persone che amiamo."" -
I tonni non nuotano in scatola
Violetta detta Vetta, giornalista di viaggi in una redazione romana, si è fatta spedire dal suo capo nell’isola della sua infanzia, Carloforte, dopo aver trovato nella giacca del fidanzato una scatoletta: una scatoletta da anello di fidanzamento. Terrorizzata dalla prospettiva del matrimonio, oltre che dal tradimento di Federico con cui si erano sempre detti che mai e poi mai si sarebbero convinti a quel “mercimonio orrendo”, Vetta approda sull’isola pronta a scrivere un reportage leggero sulla tonnara e a godersi qualche giorno da sola, immersa nei colori e nei sapori che tanto le sono mancati. Il suo cicerone è Pietro, sommozzatore silenzioso e affascinante che accetta di portarla con sé durante la mattanza, dopo aver casualmente diviso con lei un piatto di “cascà”. Solo che quello che doveva essere un innocuo reportage si trasforma in un’indagine piena di misteri, dal momento in cui Vetta in mezzo ai tonni intravede il corpo di una donna e urla. Tutti sull’isola tentano di distoglierla dal cercare la verità, da Tango – lo spinone di Pietro – che sembra quasi pedinarla a Caterinetta, l’anziana proprietaria della casa in cui alloggia, che la mette in guardia dal paese che tutto sa e che se vuole nasconde. -
Alberto Sordi. Storia di un italiano
Quel che Giancarlo Governi oggi ci racconta, è l’opera colossale con cui Sordi ha voluto raccontare il suo tempo, attraverso i suoi film, un patrimonio che fa parte del “tesoro euro sordiano” custodito nel Museo a lui dedicato.rn""Mi dispiace, ma io so’ io, e voi non siete un cazzo!” rnLa celebre battuta del Marchese del Grillo, entrata immediatamente nell’immaginario collettivo, non potrebbe essere più lontana dalla personalità di Alberto Sordi, un uomo affabile, che aveva una straordinaria voglia di scherzare, di spiazzare l’interlocutore, di trovare sempre il lato debole delle cose e delle persone. Nei suoi innumerevoli personaggi ha incarnato e portato alla ribalta tutti i tipi dell’italiano, tratteggiandoli non solo con l’interpretazione ma anche con una cascata di colpi di genio. Sordi studiava personalmente le connotazioni esteriori dei suoi personaggi, il modo di vestire, il modo di camminare, il modo di pettinarsi, perfino l’attaccatura e la foggia dei capelli per far capire allo spettatore che tipo fosse: un cretino, un sognatore, un ingenuo, un furbo, un criminale, un povero cristo. Voleva rappresentare sulla scena la vita reale di un’Italia in rapida trasformazione, prima allegra negli anni Cinquanta e Sessanta del boom economico, poi tragica ai tempi del terrorismo, negli anni Settanta, e lo smarrimento degli anni successivi. La sua Storia di un italiano andò in onda su Rai2, tra il 1979 e il 1989, ottenendo un successo clamoroso. Giancarlo Governi lo ha accompagnato per due anni in questa avventura di selezione e montaggio, lavorando con il grande attore ogni giorno e parlando con lui di tutto: della Roma e della Lazio, del rapimento di Aldo Moro, del passato e del presente, di Mussolini e di Andreotti, di De Sica, di Fellini e di Totò. Ma con la sua Storia di un italiano Alberto Sordi ha raccontato soprattutto la storia d’Italia e del costume, il fascismo, la guerra, la ricostruzione, il boom e la crisi di un Paese."" -
Signorina. Memorie di una ragazza sposata
Chiara Sfregola a partirerndalla sua esperienza di lesbica, di femministarne di moglie, racconta con un passo a metà trarnsaggistica e memoir cosa è stato storicamenterne cosa sta diventando, oggi, il matrimonio.«Una riflessione sul ruolo della donna, sulla sua indipendenza e come mantenerla all'interno del matrimonio, via maestra per ottenere la parità, ma anche sul valore che il matrimonio ha per la comunità Lgbtgi+.» - Denise Rocca, l'AdigernrnDall’11 maggio 2016 le unioni civili sono legge.rnE se sul matrimonio è stato scritto moltorne sulle donne altrettanto, sulle donne chernhanno deciso di sposarsi fra loro si sa moltornmeno. A riempire con la sua intelligenza questornvuoto, arriva Chiara Sfregola che, a partirerndalla sua esperienza di lesbica, di femministarne di moglie, racconta con un passo a metà trarnsaggistica e memoir cosa è stato storicamenterne cosa sta diventando, oggi, il matrimonio.rnUna volta pronunciato il fatidico sì molternpersone, anche di destra, anche persone chernsono sempre state contrarie all’adozione darnparte delle coppie gay, hanno iniziato a chiederlernquando aveva intenzione di fare figli.rnAltre persone, lesbiche incluse, hanno chiestorndell’abito: chi indosserà quello bianco? (che èrnla versione politically correct del “chi fa l’uomo?”).rnAlcune femministe l’hanno guardatarnmale: tu quoque, ossequi l’istituzione antiquatarne collabori col patriarcato? La sfida dirnquesto libro è rispondere a queste e a molternaltre domande. Per esempio: se il matrimoniornnasce come istituzione che limita la libertàrndelle mogli, qual è il senso del matrimoniornfra due donne? Come si può reinventare, frarnpari, quello che è sempre stato, storicamente,rnun rapporto di sottomissione? Se non vuoirnavere dei figli, cosa ti sposi a fare? Che succedernora che una femminista può sposare unarnsua “collega”? La risposta possibile è una: succedernche il matrimonio va a un corso di aggiornamento.rnPerché se le donne cambiano,rnanche il matrimonio deve cambiare.rnUna lettura indispensabile per capire i nuovirnmodelli di famiglia e inventarne di nuovi. -
Disperanza
Rivendichiamo il diritto di essere fragili.«Se il tema è l'assenza di speranza, declinata attraverso la voce di tanti che hanno risposto al messaggio in bottiglia dell'autore, la fragilità che emerge dai racconti è così profondamente umana da farci sentire meno soli. Almeno per un po'». - RobinsonÈ possibile individuare il momento in cui abbiamo perso la speranza? Oggi si possono ancora dichiarare le nostre fragilità contro la retorica del superomismo? Una riflessione sulla nostra società che ci spinge a essere ottimisti e positivi, una cassetta degli attrezzi per continuare a sperare. -
L' arte di uccidere un uomo
Alla fine del ventesimo secolo, in un mondo orfano della Guerra Fredda, l'ex colonnello dell'Armata Rossa Sergej Orlov, eroe dell'Afghanistan, si è reinventato lavorando come mercenario per una delle tante società di sicurezza privata sorte in Russia dopo il crollo dell'Urss. Un nuovo contratto porta Orlov nell'Iraq ancora governato da Saddam Hussein, insieme al compagno Peter Jennings, un ufficiale inglese passato ai sovietici alla fine degli anni Settanta. Il committente è un capo-mafia che ha messo sotto contratto la loro squadra per assassinare il fratello e assumere il controllo del clan, in un villaggio sperduto sulle montagne del Nord del paese. Apparentemente si tratta di una missione di routine, ma le cose prendono subito una strana piega, e i mercenari saranno costretti a mettere a frutto le molte esperienze di guerra della loro vita in un territorio sconosciuto. Vicino a ""I mastini della guerra"""" di Frederick Forsyth e """"Sulle ali delle aquile"""" di Ken Follet, """"L'arte di uccidere un uomo"""" riscrive l'Anabasi di Senofonte in chiave moderna, con la Guerra Fredda al posto della guerra del Peloponneso e al posto degli opliti greci i soldati del disciolto Patto di Varsavia, uomini che, alla caduta del Muro, non hanno avuto altra possibilità che quella di continuare a praticare il mestiere delle armi, perché di tutte le arti quella di uccidere un uomo è la più semplice. Un romanzo di storia, guerra, e sopravvivenza, al cui centro brillano gli ultimi bagliori del '900."" -
Sirley
Alza la testa. Gli occhi non brillano nella penombra. Sta guardando me.Estate 1989. Nina, 11 anni si ritrova catapultata suo malgrado, dal centro di Roma alla periferia. Sirley, di anni ne ha 13 e viene dalla Guyana francese. Il loro incontro cambierà la vita ad entrambe . Elisa Amoruso ci presenta un romanzo di formazione tenero e avvincente.