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Etica. Esposizione e commento di Piero Martinetti
Da quando è apparso nel 1677, il capolavoro di Spinoza ha sempre suscitato reazioni forti. Dopo il clamore di scandalo sollevato ai suoi tempi, e la presenza continuata lungo il secolo dei Lumi, oggi ""Etica"""" esercita ancora un largo fascino, per la combinazione delle tesi metafisiche più ardite con un messaggio di liberazione laica. Panteismo e determinismo, ossia naturalizzazione di Dio e della mente umana, in alternativa alla trascendenza del divino e all'antropocentrismo. Ma anche la denuncia critica dei pregiudizi, una morale antiascetica, e l'appello appassionato per l'ideale dell'«uomo libero». Questa nuova traduzione, curata e introdotta da Sergio Landucci, è condotta sull'edizione che è ancora di riferimento: il volume II degli """"Opera di Spinoza"""" a cura di Cari Gebhardt, Heidelberg 1925. Accoglie però diverse modifiche al testo nel frattempo proposte e altre ne avanza essa stessa."" -
Leonardo. Genio senza pace
Nato da un amore tra una contadina e un giovane notaio, Leonardo crebbe senza ricevere un'educazione regolare. Il padre infatti si rifiutò di legittimarlo. Se questa condizione di libertà dai doveri di un apprendimento rigido e codificato fu certo ragione di grande stimolo alla sua naturale creatività, è innegabile che fu per lui anche motivo di perenne sofferenza. Un'irrefrenabile volontà di riscatto lo portò a intraprendere imprese straordinarie e talvolta troppo ambiziose. Furono il desiderio di gloria e la passione ossessiva per la conoscenza a fargli cercare protezione presso i potenti: da Lorenzo il Magnifico a Ludovico Sforza, dai governatori francesi ai potenti della Signoria veneziana, dalla litigiosa Repubblica di Firenze a Roma, al cospetto di Michelangelo e Raffaello, fino ad arrivare in Francia presso Francesco I. Il mito, l'uomo, che nelle premesse ai suoi scritti si definì provocatoriamente ""omo sanza lettere"""", può essere oggi decifrato dal restauro dei suoi grandi capolavori. L'analisi dell'opera pittorica, la comprensione del dettaglio della sua tecnica compositiva, sono infatti una chiave fondamentale per comprendere la personalità del genio. Insieme agli scritti 'scientifici' e a una ricca documentazione d'archivio, Antonio Forcellino riannoda la storia di Leonardo, di cui il mito ha talvolta messo in ombra la realtà spesso sofferente dell'uomo e del pittore."" -
Un fuoco sulla terra. Vita di Giordano Bruno
Anticipatore del calcolo, investigatore dell'atmosfera planetaria, aspro critico delle prime forme di colonialismo in America, Giordano Bruno ha tutte le carte in regola per essere considerato un uomo totalmente 'moderno'; eppure, allo stesso tempo, la sua riflessione è impregnata dell'immaginario neoplatonico rinascimentale, di cabala e arti mnemoniche, di visioni spirituali che esprime a volte in densi componimenti in latino, altre in un vernacolare scatenato o in sublime poesia. Nato sotto l'ombra del Vesuvio, cresciuto nel convento napoletano di San Domenico Maggiore, nella sua breve vita fu destinato ad attraversare gran parte dell'Europa cinquecentesca: la Svizzera, la Francia, l'Inghilterra, la Germania, Praga, spesso nelle corti dei sovrani, fino a giungere poi a Venezia, dove cadde nelle reti del Santo Ufficio nel 1592. Morì ""eretico ostinato e pertinace"""". In queste pagine, l'autrice traccia una biografia di Giordano Bruno di grande accessibilità, attraverso l'ampio uso di brani delle sue opere. L'intento è quello di restituire il ritratto di un pensatore che ha superato i confini regionali e ha affrontato questioni complesse per l'epoca, che spaziano dalla metafisica all'etica, dalla logica alla fisica e alla matematica. """"Difficile trovargli un posto in uno schema che voglia seguire lo sviluppo del pensiero scientifico lungo una linea precisa che vada da Copernico a Galileo fino a Newton, Maxwell e Einstein. Fu forse più poeta che osservatore empirico""""."" -
Vivere per scrivere. 40 romanzieri si raccontano
«C'è chi scrive ancora a mano e chi è stregato dal computer, chi programma ogni pagina dall'inizio alla fine e chi avanza di getto senza sapere dove lo porterà la trama, chi frequenta i corsi di scrittura creativa e chi esce dalla scuola della vita, chi si fa ispirare dalla realtà e chi la deforma, chi lavora esclusivamente di fantasia e chi studia, imita o perlomeno usa come modello i grandi autori del passato. Per scoprire che cos'è e come si scrive un romanzo, non c'è niente di meglio che interrogare uno scrittore. E di scrittori, grazie al mio lavoro di giornalista da oltre trent'anni in giro per il mondo, ho avuto la fortuna di incontrarne tanti. In queste pagine, quaranta di loro parlano dei libri che scrivono e di quelli che amano, di come nasce una storia e del proprio metodo narrativo, dei propri maestri, delle proprie vite.» -
New York è una finestra senza tende
«Ho pensato di poter prendere tutte le storie mai raccontate – tutternle trame inventate da un essere umano, tutti i personaggi e i luoghirn– e di metterle insieme per formare un mondo, e ho pensato chernse quel mondo avesse avuto una capitale, ecco, io c’ero finito inrnmezzo. Mi trovavo nella capitale dell’immaginazione.»rnrn«La prima guglia sparata in cielo, il primo marciapiede gremito, il colore della pelle delrnprimo incontro. Il primo odore inatteso, che per qualcuno è di oceano, o di carne arrostita,rno di zucchero a velo, o di ruggine e foglie marce, anche se quello che sta marcendo è legno,rncemento, ferro, mattoni, perché l’intera città sembra attaccata dalla ruggine e dalla muffa. Sonorninaspettati anche i colori. Non il bagliore freddo del vetro e dell’acciaio, ma le tonalità pastello delrnrosso, dell’arancio, del marrone. La sorpresa di sbarcare nel Nuovo Mondo e scoprire una cittàrnvecchia: non come sono vecchie quelle europee, che sono vecchie come monumenti, ma vecchiarncome una fabbrica abbandonata, o una casa di famiglia, o gli edifici ferroviari che si vedonornappena fuori dalle stazioni, o i luna park in disuso.»rn«Questo libro è frutto di diversi viaggi a New York. Il risultato è una mappa ottenuta perrnaccumulazione di appunti – piena di buchi, libri che non ho letto, posti che non ho visitato. Delrnresto, se scrivere una guida sulla città più raccontata al mondo ha un senso, l’unico sensornpossibile è che sia incompleta, particolare e mia.» -
La rivoluzione culturale nazista
Lo spazio vitale, la sopravvivenza del piùrnforte, la divisione dell’umanità in uominirne sotto-uomini, la sopraffazione comernnecessità di leggi naturali: questi principirnsono alla base della rivoluzione culturalernnazista, cioè della costruzione sistematicarndi un pensiero criminale.rnrn In principio c’era solo la Natura, con le sue leggi severe ernineluttabili. C’era solo la lotta per la sopravvivenzarndestinata a premiare i più forti e i più spietati. Per questo glirnuomini hanno onorato e ossequiato alberi e torrenti, si sonornnutriti e hanno combattuto come ogni altro animale. La Culturarnnon era altro che la semplice trascrizione della Natura, la difesarndel suo unico ordine e del suo codice. Lo snaturamentorndell’uomo avviene, secondo l’ideologia nazista, conrnl’insediamento dei semiti in Grecia, quando l’evangelizzazionernintroduce in Occidente il giudeo-cristianesimo. Un traviamentorncompletato dalla rivoluzione francese con le sue costruzionirnideologiche umanistiche e anti-naturali (uguaglianza,rncompassione, astrazione della legge).rnPer salvare la razza nordica-tedesca, nell’ottica nazista, erarndunque necessario operare una vera e propria ‘rivoluzionernculturale’ che ristabilisse il modo di essere degli Antichi ernfacesse di nuovo coincidere Cultura e Natura. Una battaglia chernimponeva all’uomo germanico di rifondare la legge e la moralernper rendere lecito e addirittura un diritto sopraffare e uccidere.rnCon questo libro Johann Chapoutot, uno dei maggiori storicirnfrancesi, porta alla luce le forme attraverso le quali i nazistirnhanno progettato una completa riscrittura della storiarndell’Occidente e il modo in cui queste idee sono state attuate dairncriminali nazisti. -
L' ultima lezione
Bauman era uno degli ultimi veri intellettuali pubblici in circolazione e attività in questi primi due decenni del Terzo Millennio. Certo, era un accademico, e di successo: un sociologo e sicuramente anche un filosofo. Ma che cosa è un intellettuale pubblico ? È una figura che trae, in Occidente, le sue origini dalla tradizione dei profeti, uomini contro il potere, così come ci è stata tramandata più nella versione ebraica - anarchica, iconoclastica, irriverente - che in quella cristiana dove potere e sapere coincidono. -
Miraggi alimentari. 99 idee sbagliate su cosa e come mangiamo
Quello della alimentazione è un settore nel quale si scontrano preoccupazioni per la salute, attenzioni - a volte anche eccessive - per la forma fisica e mode più o meno fantasiose. Ecco perché intorno al cibo esiste da sempre una sterminata varietà di pregiudizi, luoghi comuni, false credenze e menzogne belle e buone. In alcuni casi si tratta di suggerimenti innocenti; in altri casi, invece, seguire certe indicazioni e certe promesse miracolose rischia di farci compiere scelte sbagliate o addirittura di compromettere il nostro benessere. Marcello Ticca, uno dei massimi esperti italiani di alimentazione, accompagna il lettore in un viaggio attraverso i più consolidati luoghi comuni che riguardano il piacere quotidiano del mangiare. Scopriremo - evidenze scientifiche alla mano -che non è del tutto vero che gli agrumi curino il raffreddore, che il caffè aiuti a dimagrire, che la pappa reale e la propoli facciano miracoli, che il latte vada accuratamente evitato se si è adulti e che dormire poco faccia dimagrire. A fine lettura, dopo aver ridimensionato o sfatato 99 luoghi comuni, avremo imparato tante regole per vivere più serenamente il nostro rapporto con quello che mettiamo nel piatto. -
L' età del disordine. Storia del mondo attuale 1968-2017
L'età del disordine è un tempo dominato dalla paura, che è figlia dell'ignoranza. Ci sembra di vivere in balia del caos. La globalizzazione è divenuta per molti un incubo: robot che sostituiscono operai, stabilimenti che si trasferiscono in Serbia o in Cina, crisi finanziarie a ripetizione, ondate di immigrati che affluiscono alle frontiere, attentati terroristici. Questo libro è un tentativo di trovare un ordine in tutto ciò, a partire dai cinque anni che aprono questa nuova era: 1968-1973. Iniziano allora i grandi mutamenti da cui è scaturito il mondo attuale: il predominio della finanza sulla produzione, la graduale perdita della presa delle due superpotenze sul mondo, l'uscita dal sottosviluppo di un numero crescente di paesi asiatici, una maggiore consapevolezza del fatto che gli equilibri ambientali stanno saltando. La globalizzazione non è un complotto. Non è molto diversa da quella di cento anni fa, quando migranti, capitali, merci e informazioni si spostavano in misure paragonabili a quelle odierne. Allora la politica la fermò, con i nazionalismi e due guerre mondiali, al prezzo di settanta milioni di morti. Oggi, in preda alla paura, si diffonde la stessa tentazione. Per non ripercorrere quella strada c'è bisogno di una nuova politica che sappia elevarsi al livello planetario delle sfide: migrazioni, finanza, povertà ed ineguaglianze, clima. -
Prima lezione di semiotica
Padroneggiare la semiotica vuol dire non arrendersi alle evidenze, saper invertire il punto di vista, decostruire e ricostruire i meccanismi su cui si basa gran parte di ciò che viviamo e pensiamo, desideriamo o subiamo - e dunque tutto ciò a cui, appunto, diamo senso e valore. Questa Prima lezione illustra i presupposti della scienza dei linguaggi e della significazione, le sue molteplici ascendenze disciplinari, il suo progressivo compattamento verso un'ipotesi forte di teoria e d'analisi critica delle differenti culture umane e sociali. -
L' educazione linguistica democratica
«È oggi ancora più forte l'esigenza di una educazione linguistica che arricchisca le nostre capacità comuni di comprensione e intelligenza, di rapporto autentico e attivo con gli altri e col vasto mondo. Una educazione linguistica che dia diffusamente, a tutte e a tutti, quella lingua che, continuiamo a sperarlo e a operare per ciò, ci fa eguali.» La lingua parlata e scritta, il suo valore di emancipazione sociale e la scuola che ne costituisce il principale veicolo, sono stati al centro della ricerca intellettuale e civile di Tullio De Mauro. Questo libro ne raccoglie alcuni dei principali contributi. -
Una buona economia per tempi difficili
«Abbiamo scritto questo libro per aggrapparci alla speranza. Per riepilogare la storia di quello che è andato storto e del perché è andato storto, ma anche per ricordarci di tutto quello che è andato per il verso giusto. È un libro che parla dei problemi e anche di quello che possiamo fare per rimettere insieme il nostro mondo, se riusciremo a fare una diagnosi onesta. Un libro che racconta dove ha fallito la politica economica, dove ci siamo fatti accecare dall'ideologia, dove non siamo riusciti a vedere delle cose ovvie: ma anche un libro che racconta dove e perché la buona economia è utile, soprattutto nel mondo di oggi. Alla fine, abbiamo deciso di buttarci, in parte perché eravamo stufi di starcene in disparte a guardare il dibattito pubblico su questioni economiche fondamentali - immigrazione, commerci, crescita, disuguaglianza, ambiente - che partiva sempre più per la tangente. Ma anche perché, man mano che ci ragionavamo sopra, ci rendevamo conto che i problemi che devono fronteggiare i paesi ricchi spesso, in realtà, sono inquietantemente simili a quelli che siamo abituati a studiare nei paesi in via di sviluppo: persone lasciate indietro dallo sviluppo, esplosione della disuguaglianza, mancanza di fiducia nello Stato, spaccature sociali e politiche e così via. Abbiamo imparato molto scrivendo questo libro, e questo ci ha dato fiducia nella cosa che come economisti abbiamo imparato a fare meglio, cioè concentrarci ostinatamente sui dati reali, diffidare delle risposte superficiali e delle soluzioni miracolose, affrontare con umiltà e onestà le cose che non capiamo ed essere pronti - forse la cosa più importante di tutte - a sperimentare idee e soluzioni e a sbagliarci, se questo serve ad avvicinarci allo scopo ultimo di costruire un mondo più umano.» -
L' isola senza memoria
«La scrittura è sempre sorvegliata, sfrondata da giri sintattici.» - Raffaella De Santis, la RepubblicarnL'isola senza memoria di cui si parla nel libro è l'isola di Goli Otok in Croazia, divenuta tristemente nota per la presenza di un gulag jugoslavo destinato a ospitare gli oppositori al regime di Tito. Qui, dopo la rottura tra Stalin e Tito del 1948, vennero infatti deportati molti dei comunisti vicini alle posizioni staliniste. Il totale dei detenuti politici fu di circa 30.000 (circa 300 gli italiani), 4.000 circa i morti per torture o pestaggi. Solo nel 1956 l'isola cessò di essere un campo di 'rieducazione politica'. Ma per molti anni questa realtà non ebbe alcuna pubblica denuncia, non c'è stato un solo testimone che abbia consegnato quei fatti alla memoria. La conoscenza di Ligio Zanini, un poeta che fu prigioniero nel campo, pone all'autore una domanda ineludibile: come era stato possibile non sapere cosa era accaduto in un luogo così vicino alla sua casa? Assistiamo così, pagina dopo pagina, al nascere di una coscienza che si forma, per caso e per ostinazione, circoscrivendo il tema della responsabilità individuale di fronte agli eventi della storia. -
L' utopia sostenibile
Per costruire un futuro migliore ci serve un'utopia. Un'utopia sostenibile. È la via maestra che Enrico Giovannini indica per il raggiungimento entro il 2030 degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall'ONU. Fame, salute, acqua, povertà, energia, infrastrutture, occupazione, disuguaglianze, clima, pace, istruzione sono questioni che si affrontano solo con un pensiero integrato e il concorso di forze politiche, economiche e sociali. Continuare a pensare e ad agire come nel passato vuol dire far precipitare il nostro mondo in una profonda crisi ambientale, economica, sociale. È richiesto l'impegno di tutti e un profondo cambiamento del modo in cui leggiamo e affrontiamo i problemi che ci circondano. -
Le parole del papa. Da Gregorio VII a Francesco
"Le parole usate dai papi sono importanti; tanto più in quanto il loro modo di parlare non è sempre lo stesso. Il linguaggio con cui il pastore della Chiesa di Roma si rivolge all'umanità nei momenti difficili è sempre stato espressione non solo della sua personalità individuale, ma del posto che la parola della Chiesa occupava nel mondo in quella data epoca; ed è un indizio estremamente rivelatore delle diverse modalità, e della diversa autorevolezza con cui di volta in volta i papi si sono proposti come leader mondiali. In queste pagine faremo un viaggio attraverso le parole usate dai papi nei secoli. Ovviamente la Chiesa esiste da duemila anni e nel corso di questi due millenni ha prodotto innumerevoli parole; non si tratta di renderne conto in modo esaustivo o anche solo sistematico, ma piuttosto di proporre uno dei tanti viaggi possibili, cominciando dal Medioevo per arrivare fino alla soglia della nostra epoca.""""" -
Gli africani siamo noi. Alle origini dell'uomo
Non bisognerebbe affrontare le sfide del Ventunesimo secolo con l'armamentario concettuale e ideologico del Settecento, ma succede. La convivenza fra persone di provenienze diverse, portatrici di diverse esperienze, stili di vita e convinzioni, pone problemi complessi. Per una curiosa reazione, molti invocano soluzioni illusoriamente semplici - fili spinati, muri, quote di immigrati, fogli di via - rispolverando vecchissime teorie sull'insanabile differenza razziale fra popoli del nord e del sud. Questo testo cerca, al contrario, di stimolare qualche ragionamento. Prima di tutto, sulle responsabilità di molti scienziati nel fornire giustificazioni di comodo per lo schiavismo e il colonialismo; e poi su quanto le teorie della razza, che pure hanno generato sofferenze e conflitti enormi e reali, si siano rivelate irrealistiche, incoerenti e incapaci di farci comprendere la natura delle nostre differenze. ""Gli africani siamo noi"""" racconta anche un po' delle cose che abbiamo capito da quando la biologia ha abbandonato il paradigma razziale: parla di come nel nostro genoma restino tracce di lontane migrazioni preistoriche; e anche di come forme umane diverse, forse specie umane diverse, si siano succedute e abbiano coesistito, finché sessantamila anni fa i nostri antenati, partendo dall'Africa, si sono diffusi su tutto il pianeta."" -
La filosofia e le sue storie. L'età contemporanea
Fichte, Schelling e soprattutto Hegel disegnano, agli inizi dell'Ottocento, i grandi sistemi del pensiero idealista che culminerà con la rivoluzione materialista di Marx, con il positivismo e le filosofie che, come quella di Schopenhauer e Nietzsche, metteranno in crisi le grandi visioni unitarie del pensiero. L'Ottocento è anche l'età della scienza, con Darwin, la logica formale, la rivoluzione della termodinamica e le geometrie non euclidee e il secolo in cui si sviluppano le scienze umane: linguistica, antropologia, psicologia, sociologia. La filosofia novecentesca, segnata dalle riflessioni sul linguaggio, si articola nella pluralità delle grandi tradizioni, dal neokantismo alla fenomenologia, dallo storicismo alla filosofia analitica, dal neoidealismo all'esistenzialismo, dalla psicoanalisi ai marxismi, dalla semiotica allo strutturalismo, dalle teorie sull'intelligenza artificiale alle riflessioni contemporanee su etica e giustizia, sino alle neuroscienze cognitive e alla bioetica. -
Il sugo della storia
Alla fine dei ""Promessi sposi"""", Alessandro Manzoni tira le somme del racconto appena concluso e presenta 'il sugo della storia'. Che non è il suo svolgimento, né il 'come va a finire', e neppure la morale. Il sugo è il meccanismo generatore, il motore che muove l'azione dall'interno. È un'ennesima metafora gastronomica, giacché agli uomini viene spontaneo da sempre rappresentare il mondo come una cucina, una pentola, un cibo. Nel caso del sugo, la metafora funziona perché anche in cucina - come nelle storie - è il sugo a dare senso e personalità ai piatti. Salse, sughi, condimenti si aggiungono e si combinano all'ingrediente principale ma non sono accessori secondari: hanno un'importanza decisiva nel definire lo specifico carattere della vivanda, e con esso gusti, abitudini, identità gastronomiche e culturali. In queste storie, che hanno al centro il cibo, Massimo Montanari racconta gesti, atteggiamenti, mode, pratiche, riflessioni, vicende che spaziano nei secoli e tra i continenti, e da cui spremere il sugo per il piacere di tutti noi."" -
Il cristianesimo al tempo di papa Francesco
Interrogarsi oggi sul presente e sul futuro del cattolicesimo vuol dire ampliare lo sguardo oltre il Vaticano, oltre l'Italia, oltre l'Europa, in una prospettiva geopolitica globale. D'altra parte, la caratteristica più evidente del pontificato di papa Bergoglio è che esso segna - dopo un millennio - proprio la fine del papato europeo. In questo libro curato da Andrea Riccardi, uno dei più autorevoli storici del cristianesimo, si riflette su che cosa è oggi la Chiesa in Cina, in Africa, nelle Americhe e non solo nel Vecchio Continente. Ci si interroga sulle sfide poste dal confronto tra religioni e sulle prospettive dei laici e dei credenti; sul delicato rapporto tra Vaticano e politica; sulla grande questione dei poveri nel contesto della nuova 'teologia delle città'. -
Il futuro del capitalismo. Fronteggiare le nuove ansie
Uno dei più autorevoli economisti del panorama scientificornmondiale riflette sui fallimenti del capitalismo con unarnproposta pragmatica in grado di correggerne i difetti.rnA partire da un assunto fondamentale: oltre chernprodurre profitti e lavoro, per funzionare il capitalismorndeve essere necessariamente etico.rnrn«In questo coraggioso lavoro, Paul Collier, eminenterneconomista, si avventura nel territorio dell’etica perrnspiegare cosa c’è di sbagliato nel capitalismo e come puòrnessere corretto.» - Michael Sandel, autore di What Money Can’t Buy andrnJusticernrnDa trent’anni il centrosinistra della politica è alla ricerca dirnuna narrativa che abbia senso per l’economia di mercato. Èrnin questo libro - John Kay, St John’s College OxfordrnNuove e profonde contrapposizioni lacerano il tessutornsociale delle società occidentali: grandi città contrornprovince povere, élite altamente specializzate contro masse dirnlavoratori poco qualificati, paesi ricchi contro paesi poveri.rnQueste lacerazioni generano nuove ansie, nuova rabbia e nuovernpassioni politiche, come testimonia l’ondata di consensi ricevutirndai populisti di tutto il mondo, da Trump al partito della Brexit,rnsino all’estrema destra italiana.rnIn questo libro appassionato e polemico, Paul Collier, uno deirnmaggiori esperti mondiali su povertà e migrazioni, prova arndelineare i percorsi attraverso i quali superare queste nuovernfratture economiche, sociali e culturali. Avendo vissuto tuttarnla propria vita a cavallo di queste faglie, prima nella famigliarnoperaia a Sheffield, poi ad Oxford, fino agli studi sul campo inrnAfrica, conosce molto bene le ragioni dei fallimenti di moltirneconomisti e delle loro proposte, spesso astratte e difficilmenterntraducibili in strategie concrete.rnIl nuovo approccio che propone ha un fondamento etico perchérnil capitalismo può essere salvato soltanto se saremo in gradorndi renderlo equo e compassionevole e non solo efficiente edrneconomicamente fiorente. Un capitalismo da gestire e nonrnda distruggere, in cui la dignità e la reciprocità prevalganornsull’aggressività, la paura e l’umiliazione, caratteri tipici dellarnnostra ‘Rotweiler society’. E per questo ci dobbiamo liberarerndi gran parte del bagaglio intellettuale del XX secolo e dei suoirnclichés e cominciare a pensare a strade completamente diverse,rnadatte ai nuovi orizzonti ai quali stiamo andando incontro.