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Mille anni di storia. Dalla città medievale all'unità dell'Europa
Filo conduttore di Mille anni di storia è l’idea della sostanziale continuità del processo di formazione e di sviluppo della civiltà europea. Le correnti politiche e culturali dell’europeismo contemporaneo hanno spesso collocato l’inizio del cammino nell’età di Carlomagno e dei gruppi di intellettuali, religiosi e guerrieri che hanno operato sotto la sua direzione. Qui invece l’accento è posto sulla rinascita delle città, un movimento che coinvolse l’insieme delle popolazioni, investì tutti i campi di attività e creò una stabile rete di rapporti che coprì l’intero continente. Grandi contrasti e profonde fratture hanno attraversato il millennio. Ma l’universalità e la forza espansiva iniziali non si sono esaurite. La ricostruzione storica delle fasi successive mette in evidenza la molteplicità dei fattori che hanno contribuito alla formazione dell’identità europea e la straordinaria capacità dei singoli popoli di riprendere, dopo le lacerazioni e le catastrofi, il cammino interrotto. Le pagine di Villari hanno la qualità e il merito della grande storia: far comprendere le ragioni profonde che sono all’origine del patrimonio comune di esperienze civili e morali e del suo costante incremento e restituire ai problemi dell’oggi una prospettiva nel tempo. -
Il disagio della postmodernità
Il disagio della postmodernità è uno dei libri fondamentali di Bauman. Una lettura imprescindibile per chiunque voglia capire il suo tempo in tutte le sue implicazioni e le sue contraddizioni.rnrn«Vecchie e nuove mappe per cercare di navigare nei mari agitati della crisi. Il disagio della civiltà, aveva scritto nel 1930 Sigmund Freud. Il disagio della postmodernità è il titolo di una delle più importanti opere di Zygmunt Bauman, scritta nel 1997. In quasi un secolo molto è cambiato nella faticosa costruzione dei rapporti tra persone e società, ma rimane sempre acuto quel ""disagio"""" che accomuna le due opere: la consapevolezza del conflitto tra pulsioni umane e regole, libertà e vincoli, ricerca della bellezza e del piacere e tendenze distruttive dell'individualismo.» – Antonio Calabrò, Giornale di SiciliarnrnNon esistono guadagni senza perdite, e il sogno di una felicità per il guadagno, depurata del dispiacere per la perdita, è altrettanto vano della proverbiale speranza di un pranzo gratis. I guadagni e le perdite connessi a ognuno dei vari sistemi di convivenza umana vanno accuratamente conteggiati, per tentare di pareggiarli il più felicemente possibile. Ma non è mai esistito, e mai esisterà, un bilancio dove ci sia la voce dell’‘avere’, ma non quella del ‘dare’.rnLa gioia della vita civile si ottiene solo insieme alla sofferenza, la soddisfazione va sottobraccio al disagio e l’obbedienza alla ribellione. La civiltà, quest’ordine artificiale imposto sul disordine naturale dell’umanità, è un baratto, un compromesso sempre rimesso in questione e volta a volta rinegoziato."" -
Contro Roma
«Fisicamente, Roma non è diventata né una grande capitale come Parigi o Londra, né una megalopoli come Rio de Janeiro o il Cairo. È una via di mezzo tra le due cose e ha i difetti così della megalopoli come della capitale senza averne i pregi... L’Italia non si è espressa a Roma; vi si è invece trovata repressa.» - Alberto MoraviarnrnNel 1975 alcuni tra i maggiori scrittori italiani – romani e non – raccontarono i difetti della capitale in un libro di straordinaria efficacia, intitolato Contro Roma. Abbiamo pensato di riproporre alcuni di quei testi e chiedere ancora una volta a degli scrittori di guardare e raccontare Roma.Ne emerge un ritratto illuminante della città, di ieri e di oggi, composto di realtà e di stereotipi. -
La grande mattanza. Storia della guerra al brigantaggio
Chi sono i banditi? Criminali comuni, assassini, ladri, disperati. E ancora: nobili decaduti, artigiani, contadini, giovani ribelli che non accettano il giogo attorno al collo, sia quando viene da un aristocratico del luogo sia quando arriva da un invasore straniero. La loro presenza causa incertezza nelle strade, difficoltà nelle comunicazioni, violenza diffusa. E tuttavia, quando c'è aria di mutamenti di regime essi rappresentano un'opportunità per i potenti che li utilizzano contro i propri nemici. Il libro offre un ampio affresco della reazione ai fenomeni di banditismo dagli albori dell'età moderna fino alla repressione messa in atto nei primi decenni dell'Italia Unita. Emerge un quadro complesso che vede al centro questioni sociali legate alla terra. La lotta del regno sabaudo contro il brigantaggio propriamente detto è quindi solo l'ultimo capitolo di una secolare storia di sanguinose repressioni, in cui i poteri statali che si sono via via avvicendati non sono stati in grado di trovare altra risposta che non fosse il sangue. Certo, è soprattutto in uno stato che si definisce liberale che colpisce la delega assoluta concessa ai militari che governano con leggi eccezionali, stati d'assedio e tribunali militari. Ma Enzo Ciconte ci ricorda che quanto è accaduto nel Mezzogiorno non può essere attribuito alla responsabilità dei soli piemontesi: le truppe venute dal Nord sono state aiutate con le armi da tanti meridionali espressione di una borghesia in ascesa. -
Di terra e mare
«Ciò che chiamiamo il principio è spesso la fine.rnE segnare una fine è segnare un inizio.» - Thomas Stearns EliotrnrnrnMuovendo da pensieri che vengono da lontano, Raffaele La Capria e Silvio Perrella intrecciano le loro voci sulla felicità e il rimpianto, sull’amore e il desiderio, sul perdersi e il ritrovarsi, sulle parole e i silenzi, sul mare e l’abbandono. Ne scaturisce un dialogo insieme ironico e malinconico, che potrebbe essere scambiato per le battute di un romanzo tratto direttamente dal disordine della vita. -
Prendi i soldi e scappa. La finanza spiegata con il cinema
Alla scoperta dei segreti della finanza attraverso i grandi film di tutti i tempi: da Gangster Story a La grande scommessa, da Apocalypse Now a Prova a prendermi e tanti altri.rnrnLe banche, la moneta, i titoli sono una componente fondamentale di un’economia di mercato, ma sono anche l’espressione di una tecnocrazia che, come tutte le altre, esercita un potere enorme, gode di una posizione privilegiata, si è dotata di un linguaggio esoterico e consuma riti avvolti in una cortina impenetrabile all’uomo comune. Ma l’homo oeconomicus, così freddo e astratto nella rappresentazione della letteratura specialistica, è fatto di carne, ossa e sentimenti non sempre nobili, anzi talvolta anche sordidi. Ecco perché i personaggi che vediamo sul grande schermo, con i loro sentimenti, la fiducia, le speranze, i sogni, le debolezze, i vizi, ci aiutano a capire molto dei processi apparentemente complicati della finanza. Proprio perché la finanza tocca la vita di ognuno di noi è fondamentale capirne di più: questo libro è una guida preziosa per orientarsi in un mondo ad alto tasso di complessità tecnica. -
Postverità
Un saggio che focalizza l'attenzione sul termine ""postverità"""" per spiegare cosa indica la parola in questo periodo storicornrnrn«L'insofferenza è per la parola postverità e per i suoi usi vaghi:la convinzione è che il tema della postverità non sia liquidabile come una banale moda del momomento, ma abbia una portata rilevante il piano culturale mediatico e filosofico» - Anna Maria LorussornrnrnChe cosa si intende con il termine ‘postverità’? C’è chi lo utilizza per indicare una modalità di comunicare in cui i fatti oggettivi sono meno rilevanti rispetto alle emozioni e alle convinzioni. Altri lo usano per indicare informazioni volutamente e coscientemente false. Quel che è certo è che parlare di postverità coglie un cambiamento importante propiziato dai media almeno dagli anni ’90. Ormai da molto tempo, infatti, i reality show, i talent, la real tv hanno reso più debole l’idea di realtà e, conseguentemente, di verità. Realtà e finzione si sono intrecciate e spesso confuse, in una logica culturale che premia le emozioni e le identificazioni, non la messa alla prova e le competenze."" -
Sessantotto. Due generazioni
A distanza di cinquant’anni, sintetizzare con ‘generazione del ’68’ quel movimento di rivolta che ha avuto come teatro la scena del mondopuò quantomeno apparire sbrigativo, per non dire semplicistico, stereotipato. Lo scopo di questo libro è quello di mostrare che il ’68, lungi dall’essere il risultato dell’esperienza di una generazione omogenea, è in realtà frutto della convergenza di soggetti diversi per cultura politica, esperienze, istanze di rivolta e modi della partecipazione. Che il ’68 sia plurale emerge immediatamente dalla scomposizione di quella generazione, soprattutto analizzandola per età: tre, quattro anni di differenza marcano, infatti, una distanza spesso conflittuale tra due culture generazionali. Attraverso decine di storie di vita e lungo gli itinerari che dagli anni Cinquanta portarono migliaia di ragazze e ragazzi al ’68, Francesca Socrate intreccia la ricostruzione storica con l’analisi della loro memoria autobiografica e del linguaggio usato per raccontarla: si elabora così il senso che i protagonisti del movimento attribuiscono oggi a quel loro passato. -
La bellezza del segno. Elogio della scrittura a mano
L’arte della calligrafia ci impone di scegliere di rallentare, e di osservarernrn«In declino dagli anni Sessanta, quando la scuola italiana l'ha tolta dalle materie d'insegnamento, la calligrafia rinasce oggi come rifugio estetico, culturale e psicologico dall'omologazione del digitale» - Giulia Villoresi, Il Venerdì rnrn«Mentre tutti battono sulle tastiere, fisiche o virtuali, il libro di Biasetton racconta questo universo della non-scrittura» - Marco Belpoliti, la Repubblica rnrn«La nostra scrittura dice molto di noi. Come il nostro volto e la nostra voce, è unica e ci assomiglia. Quando scriviamo a mano il tempo rallenta, diventa nostro, ci distacchiamo dall’assillante urgenza quotidiana, stiamo con noi stessi.» Un libro sulla pratica, sui significati della scrittura a mano e della calligrafia, scritto da una delle più stimate calligrafe italiane.rnrn«Quando vi dedicate alla scrittura cercate di essere consapevoli dello spazio che vi circonda, osservate il luogo in cui vi trovate e il foglio di carta davanti a voi. Tutto questo spazio, dentro e intorno a voi, non è vuoto, ma semplicemente in attesa. Lasciate che le emozioni si diffondano lungo il braccio fino ad arrivare al cuore. Il pennino, la mano, il braccio e il cuore diventeranno una cosa sola.» Così il calligrafo Ewan Clayton spiega come può esserci una simbiosi tra i moti del corpo e del pensiero. La scrittura a mano rappresenta una forma di autoeducazione del pensiero, lascia spazio al tempo dell’immaginazione, dell’apprendimento, della progettazione. In particolare, fare calligrafia significa superare le consuetudini: le lettere, simili ma non identiche, vengono tracciate secondo regole precise, o sapientemente deformate. All’inizio risulterà difficile, ma l’arte della calligrafia ci impone di scegliere di rallentare, e di osservare. -
Nulla al mondo di più bello. L'epopea del calcio italiano fra guerra e pace 1938-1950
Con l’abilità del narratore, la documentazione dello storico e la passione del tifoso, Enrico Brizzi racconta il calcio che nessuno ha mai visto in televisione.rnrn«Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre» - Winston Churchillrn«Con l'abilità del narratore, la documentazione dello storico e la passione del tifoso, ENrico Brizzi racconta il calcio che nessuno ha mai visto in televisione.» - Alto AdigernrnrnParigi, 1938, Vittorio Pozzo, commissario tecnico della Nazionale, festeggia la Coppa del mondo vinta dall’Italia per la seconda volta consecutiva. «Nulla al mondo di più bello», afferma commosso.rnÈ l’apogeo del calcio italiano con i suoi campioni e le loro storie fantastiche: Meazza, il fuoriclasse nato poverissimo e diventato grazie al calcio l’uomo più popolare della sua Milano; il cannoniere Silvio Piola, sottratto in nome della ragion di Stato alla Pro Vercelli e consegnato alla Lazio; il ‘Fornaretto’ Amedeo Amadei e gli altri alfieri giallorossi che riusciranno infine a portare lo scudetto sulle sponde del Tevere; e ancora, il bolognese Biavati, imprendibile inventore del ‘doppio passo’, e lo scatenato triestino Colaussi.rnMentre l’Italia tutta festeggia, ha inizio l’odiosa discriminazione razziale e i venti di guerra travolgono il pallone. La fortissima Austria viene ‘annessa’ alla Germania, in Francia i nazionalisti storcono il naso di fronte alla presenza dei primi giocatori arabi e neri fra i ranghi della Nazionale, in Russia le purghe decimano intere squadre, gli esuli baschi e catalani in fuga dalla Spagna di Franco si rifugiano a giocare in Messico.rnQuando la parola spetterà agli eserciti, i calciatori italiani saranno chiamati a mandare avanti sino all’ultimo momento possibile il torneo di Serie A, la ‘distrazione di massa’ che più di ogni altra dovrebbe garantire una parvenza di normalità al Paese prossimo a trasformarsi in campo di battaglia.rnCon la pace, ecco Valentino Mazzola chiamare il Toro alla carica rimboccandosi le maniche della casacca; l’epopea granata restituirà orgoglio e fiducia a un’Italia battuta, umiliata e smaniosa di riscatto sotto le nuove insegne repubblicane.rnI campioni del pallone sono gli spiriti benevoli che presiedono al ‘meraviglioso giuoco’, gli uomini che hanno regalato emozioni ai padri dei nostri padri e, così facendo, hanno accompagnato e reso unica la storia del nostro Paese. -
Contro il separatismo
Il separatismo non è un’opinione politica o un sogno romantico, ma un attacco in piena regola al nucleo più importante della garanzia di cittadinanza, cioè lo stato di diritto.rnrnQuesto libro non è una trattazione accademica o teorica ma un pamphlet che attacca frontalmente l’insensatezza e l’ingiustizia del separatismo. Secondo il filosofo Fernando Savater, il separatismo è da intendere come un’aggressione deliberata, calcolata e organizzata contro le istituzioni democratiche e contro i cittadini che le sentono proprie. Non a caso il diavolo è etimologicamente il separatore, dia-ballo, colui che separa e rompe i legami stabiliti. E separare coloro che vivono insieme è il misfatto antiumanista per eccellenza. Il difetto diabolico del separatismo è proprio questo: seminare la discordia, dividere gli animi. -
Rinnega tuo padre
Vincitore del Premio Siani 2018rnrnSpezzare i vincoli sacri del legame familiare può essere l’unico modo per sognare una vita normalernrn«Un'opera di coraggioso impegno civile che affronta il tema scabroso della filiazione nell'ambito delle organizzazioni criminali mafiose» - Massimo Recalcati, la Repubblica rnrnPer un boss la famiglia conta più dei soldi e del potere. Perché mogli, figli, nipoti garantiscono la continuità dell’impero. La ’ndrangheta – la mafia più potente e ramificata al mondo – fonda la sua forza sui vincoli di sangue. È molto più di un semplice fenomeno criminale: è una cultura intrisa di violenza e di morte che si tramanda di generazione in generazione. Come le madrasse dello Stato Islamico indottrinano migliaia di adolescenti per trasformarli in martiri di Allah, così le ’ndrine allevano i bambini e li formano per un futuro da padrini. Oggi però ammaestrare la prole con le leggi non scritte del crimine ha delle conseguenze irreversibili: l’allontanamento dei minori dal nucleo familiare. È questo il nuovo fronte della lotta alle cosche. Una guerra senza esclusione di colpi, che si combatte dall’ufficio di frontiera del Tribunale dei minorenni di Reggio Calabria. Dal 2012 sono quasi 50 i giovani strappati dai padrini. Questo è il racconto delle loro vite: un viaggio-inchiesta (con documenti e interviste esclusive) nell’abisso di famiglie falcidiate da un distorto senso dell’onore. Storie di figli che rinnegano i padri, e di madri coraggiose che hanno scelto di abbandonare al proprio destino i mariti fedeli solo alla legge del clan. -
Parigi lato ferrovia
Le città sono come le case: c’è un lato ufficiale, presentabile, fotografabile, e un ‘lato ferrovia’, che è quello che permette di scoprire le novità anche in una città vista e narrata milioni di volte. rnrn«Se, come me, siete spesso passeggeri di treni locali, sapete di cosa parlo: è strano come la gente interpreti il ‘lato strada’ e il ‘lato ferrovia’ come due mondi completamente diversi. Il ‘lato strada’ è il biglietto da visita della casa. Il ‘lato ferrovia’, al contrario, è lo spazio dell’intimità.»rnrn«Perissinotto dialoga con il suo turista per caso, lo prende sotto braccio e lo conduce lungo il tracciato delle antiche ferrovie urbane, comunica la gioia del suo ri-percorso e coinvolge nel gioco della scoperta spiazzante» - Generoso Picone, Il Mattino rnrnPer conoscere Parigi da questo punto di vista basterà tenersi alla larga dalla Tour Eiffel, dal Louvre, da Notre-Dame, da Montmartre e da tutti quei luoghi che, ormai, appartengono di diritto all’immaginario collettivo.rnBisognerà invece passeggiare piano lungo il tracciato di vecchie ferrovie urbane abbandonate, muoversi come fantasmi nelle brume serali del canal Saint-Martin, dominare dall’alto la città a bordo di una mongolfiera, esplorarne le viscere alla ricerca delle stazioni fantasma della metropolitana.rnPerché, anche a Parigi, cominci a divertirti solo dopo che hai esaurito le visite obbligate. -
La danza 2.0. Paesaggi coreografici del nuovo millennio
Che caratteristiche ha la danza del nuovo millennio? Come la si interpreta? Quali processi culturali vengono veicolati dal corpo danzante? rnrnIl libro tenta di rispondere a queste domande tracciando un quadro della danza e della coreografia degli ultimi trent’anni in Italia e in Europa. Sul finire del Novecento, la rivoluzione operata dalla danza moderna viene definitivamente soppiantata da una visione meno dogmatica e più democratica nei confronti delle scelte di forma e di linguaggio. Il nuovo panorama è costituito da tre paesaggi estetici: quello ‘museale’, che conserva il balletto classico e il suo repertorio; quello di una ‘terra di mezzo’, in cui si mantiene il paradigma del moderno con forme e linguaggi riconoscibili; e infine un ‘terzo paesaggio’, una riserva ai margini della cultura mainstream, in cui artisti diversi, esiliati, trascurati dal sistema, sperimentano e producono danza fuori dagli schemi. Una nuova topografia che esige strumenti di indagine aggiornati, ovvero un rinnovamento analogo e storicamente convergente con quello degli artisti. -
Invito a teatro. Manuale minimo dello spettatore
Un libro prezioso per chiunque voglia comprendere le forme e le strutture dello spettacolo teatrale.rnrnQuali sono le nostre aspettative quando andiamo a teatro? Che cosa siamo tenuti a conoscere prima che si alzi il sipario? Come viene trattato il testo di cui lo spettacolo è rappresentazione? Qual è il ruolo degli oggetti, della musica, della danza? -
Il risveglio del Mezzogiorno. Nuove politiche per lo sviluppo
Dal 2008 al 2014 il Mezzogiorno ha subito le conseguenze di una recessione senza precedenti nella recente storia d'Italia, che ha evidenziato i limiti differenziali della sua struttura economica e delle politiche attuate in passato. Questo volume racconta l'evoluzione del divario Nord-Sud, in particolare nell'unico periodo di convergenza durante il 'miracolo economico' e negli ultimi decenni, per analizzare le cause della situazione odierna e trarne alcuni insegnamenti fondamentali per le strategie del futuro. Negli ultimi anni il Mezzogiorno ha ripreso a crescere, anche più del resto del Paese, e segnali di ottimismo emergono dal suo tessuto produttivo. La nuova visione delle politiche per il Mezzogiorno è basata su una piena assunzione di responsabilità da parte dello Stato sulla questione meridionale e su un'impostazione pragmatica, imperniata sui fattori di sviluppo, impresa e lavoro. L'approccio innovativo, descritto in dettaglio nel volume, ha prodotto frutti importanti. È dunque necessario mantenere una rotta costante e imprimere una spinta sempre più forte, nella prossima esperienza di governo, per rimuovere definitivamente i fattori di svantaggio e costruire una prospettiva duratura di sviluppo e occupazione produttiva nel Mezzogiorno. Prefazione di Claudio De Vincenti. -
Stranieri alle porte
Noi siamo un solo pianeta, una sola umanità. Quali che siano gli ostacoli, e quale che sia la loro apparente enormità, la conoscenza reciproca e la fusione di orizzonti rimangono lavia maestra per arrivare alla convivenza pacifica e vantaggiosa per tutti, collaborativa e solidale. Non ci sono alternative praticabili. La ‘crisi migratoria’ ci rivela l’attuale stato del mondo, il destino che abbiamo in comune.rnrnAbbiamo eletto gli stranieri a causa di tutti i nostri mali. In realtà il nostro senso crescente di precarietà e paura dipende dalla incapacità di governare l’enorme forza dei processi di globalizzazione. -
Lo scudo di Cristo. Le guerre dell'impero romano d'Oriente
Le possenti mura di Costantinopoli hanno arginato per secoli le ondate di nemici che insidiavano l’Europa cristiana. Le armate dell’impero romano d’Oriente si erano trasformate nello scudo di Cristo: questa è la storia della loro lunga lotta, fino alla vittoria.rnrnL’impero romano d’Oriente visse suo malgrado per oltre mille anni in uno stato di guerra continua. La sua capitale Costantinopoli, la splendida ‘regina delle città’, non smise mai di attirare conquistatori avidi di preda dai quattro angoli del mondo: Goti, Unni, Slavi, Avari, Persiani, Arabi, Bulgari…rnL’impero, spesso sull’orlo della disfatta, riuscì sempre a trovare la forza necessaria per rialzarsi dopo le sconfitte. Aveva ereditato da Roma antica uno dei più potenti eserciti della storia: attraverso molti cambiamenti organizzativi, strategici e tattici, fu comunque in grado di mettere in campo armate capaci di respingere le continue invasioni. Il libro ripercorre i primi turbinosi secoli di questa storia, dalla disfatta di Adrianopoli del 378, che costrinse Teodosio I a riformare l’intero sistema difensivo imperiale, fino alle vittorie sugli Arabi e sui Bulgari, che nel IX secolo restituirono alla Nuova Roma uno spazio di dominio nei Balcani e in tutto il Mediterraneo orientale. Vengono analizzate sia la strategia dell’impero che le tattiche di combattimento, spesso all’avanguardia, delle sue armate, nonché la loro organizzazione, legata ad aspetti cruciali della vita sociale ed economica dello Stato.rnAl riparo dello scudo bizantino ebbe modo di prosperare e svilupparsi l’Europa latina: che però non riconobbe mai ai fratelli d’oriente il merito di aver difeso con il proprio sangue la pace di tutta la Cristianità. -
Guerre di rete
"Se leggono una tua chat, se fanno acquisti con la tua password su Amazon.it, ma anche se una nazione nemica legge le mail dei tuoi generali o ti guasta le centrifughe negli impianti nucleari con un software avvelenato (sono successe entrambe le cose): siamo di fronte a guerre di Rete. Sospettavate che la Rete fosse sporca e pericolosa? Dopo aver letto queste pagine, saprete che lo è ancora di più"""" (Daniele Raineri, """"Il Foglio""""). """"Il distillato pregiato e avvincente di un più che decennale lavoro che ha portato l'autrice a intervistare 'smanettoni', informatici forensi, hacker, esperti di sicurezza, poliziotti"""" (Benedetto Vecchi, """"il manifesto""""). """"In questo libro non si parla solo di armi digitali, governi o cyber-criminali. Si parla anche, e molto, di quel pubblico di utenti 'normali' che usano la Rete in modo 'normale', medio e tendenzialmente spensierato: in altre parole, quelli che sono la prima linea di un'economia digitale - legale e criminale - basata sulla vendita dei dati"""" (""""Pagina99""""). Nove storie vere - tra Hacking di Stato, spionaggio, ricercatori a caccia di software malevoli, gruppi parastatali o schiettamente criminali, persone comuni e inconsapevoli coinvolte - che ci raccontano come la Rete si stia trasformando in un vero e proprio campo di battaglia. La fotografia densa di un presente inquietante e contraddittorio che potrebbe trasformarsi a breve in un futuro distopico." -
Guerre, debiti e democrazia. Breve storia da Bismarck a oggi
Dal Trattato di Versailles al Piano Marshall, la gestione del debito ha rappresentato da sempre uno dei motori fondamentali della politica europea.rnSergio Romano, osservatore d’eccezione, ce ne mostra tutta la complessità nell’ultimo secolo e mezzo, evidenziando le interdipendenze tra i Paesi, l’importanza della fiducia reciproca per avviare la ripresa e che cosa abbiamo da imparare dalla nostra storia recente per costruire un futuro migliore.rnrnCol Trattato di Versailles, al termine della Grande guerra, la Germania è condannata a pagare in trent’anni 132 miliardi di marchi d’oro. Le conseguenze della miopia dei vincitori emergono presto: una Germania frustrata e indignata diventa il vivaio ideale per la nascita del nazismo. Dopo la Seconda guerra mondiale tutto cambia: il Piano Marshall finanzia la ricostruzione europea e, più tardi, nella conferenza di Londra del ’53, i Paesi creditori decidono di cancellare metà del debito tedesco. Ma non esistono solo i debiti di guerra, ci sono anche quelli contratti in tempo di pace. L’Europa degli anni più recenti ha affrontato la questione senza riuscire a dimostrare unità. Il caso del debito greco esplode nel 2009, seguito da una crisi di rapporti greco-tedeschi: la Grecia accusa la Germania di non aver onorato i debiti contratti con la guerra, mentre i tedeschi accusano la Grecia di aver truccato i conti. L’Unione vacilla sotto il peso della crisi.rnOggi, per capire le polarizzazioni e i contrasti sulle politiche dell’austerità è fondamentale isolare gli snodi storici che hanno definito i rapporti tra creditori e debitori in Europa. È quello che fa Sergio Romano attraverso gli ultimi centocinquant’anni, sottolineando come la fiducia reciproca tra i popoli abbia svolto una funzione fondamentale per superare i momenti di difficoltà e avviare la ripresa.